pc 25 marzo - Bergamo is running - Coronavirus is running - Padroni assassini
29 febbraio – Bergamo is running
Confindustria Bergamo diffonde un video che parla di “misleading” e
situazione tranquilla. Il documento è destinato ai partner stranieri.
“Abbiamo un messaggio importante da Bergamo per tutti i nostri
partner”, scrive Stefano Scaglia, presidente degli industriali. “I casi
di coronavirus sono stati diagnosticati in Italia come in molti altri
Paesi. Le attuali avvertenze sanitari indicano che il rischio di
infezione è basso.
I governi italiani e le agenzie responsabili hanno
adottato misure di protezione immediate, al fine di prevenire nuovi
casi. Riconosciamo le crescenti preoccupazioni sulla situazione in
Italia, dove lo screening procede a un ritmo più elevato rispetto ad
altri Paesi, dando una sensazione fuorviante di tassi. Bergamo is
running
4 marzo – Danni incalcolabili
Il sindaco di Alzano Lombardo, il paese che diventerà l’epicentro del contagio, respinge
l’idea di una zona rossa in Val Seriana:
“[La decisione] dovrà tenere
conto della nostra particolare situazione economica, che è molto
strutturata. Mi aspetto che in questa valutazione ci sia un capitolo relativo all’industria che senza una soluzione di continuità proporrebbe danni incalcolabili”. Nelle stesse ore si registra un’impennata dei
contagi pari al 30%. La zona rossa nel territorio di Lodi è stata
istituita il 21 febbraio.
6 marzo – Gli imprenditori di Bergamo: no alla zona rossa
“Un’eventuale zona rossa fra Alzano e Nembro comprenderebbe 376
aziende per 3.700 dipendenti e 680 milioni l’anno di fatturato”, ribadisce Confidustria. “Lavoriamo – dice il presidente dell’azienda
Acerbis – per Germania, Austria, Francia, Spagna, Gran Bretagna, con
camion giornalieri e con gli Usa, via container: ci hanno chiesto di
spedire tutto, più di quanto già ordinato, per non rischiare di trovarci
con dei blocchi.
L’abbiamo fatto per ciò che avevamo, ma non per tutto
c’erano eccedenze.
Se passano più di due settimane o un mese – evidenzia
– rischiamo penali.
Se però fanno la zona rossa, perdiamo il 10% dei
dipendenti”.
10 marzo – Il giusto e il necessario
“Il giusto e necessario proposito di fronteggiare l’emergenza
sanitaria non può e non dove aggravare l’emergenza economica che sta già
piegando l’intero sistema produttivo del Paese”.
È la risposta di
Confindustria alla proposta della Regione Lombardia di un ulteriore giro
di vite sulle misure di contenimento del contagio.
11 marzo – Indispensabile
“È indispensabile la necessità di tenere aperte le aziende”, secondo il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti.
13 marzo – Scioperi spontanei
Ondata di scioperi spontanei in numerose fabbriche del Nord Italia. La protesta è contro la decisione del
governo di escludere le produzioni non essenziali dalla quarantena.
14 marzo – L’accordo con i sindacati
Mentre l’intero territorio italiano è sottoposto a misure di
contenimento del virus mai viste in una democrazia, per le aziende è
sufficiente un “protocollo di regolamentazione” stipulato con i
sindacati confederali. “L’Italia non si ferma”
commenta il premier
Giuseppe Conte, riecheggiando lo sciagurato slogan “Milano non si ferma” lanciato a fine febbraio e rilanciato dal sindaco Pd Giuseppe Sala. 15 marzo – Siamo felici
Sul sito ufficiale della multinazionale bergamasca Argomm, che
produce guarnizioni di gomma, si legge: “Siamo felici di informarvi che
qui siamo al sicuro. Le produzioni proseguono come al solito”.
Due giorni prima, veniva pubblicato questo comunicato: “Alcune
informazioni circolate nel fine settimana sono ingannevoli.
Il decreto
del Presidente del Consiglio non ferma il lavoro, la produzione e la
circolazione delle merci”.
17 marzo – Il sindaco di Brescia: colpa delle industrie
Il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono (Pd), dichiara in
un’intervista: “[Qui ci sono tanti contagiati perché] il peso del mondo
industriale sia su Roma che su Milano si è sentito. Un gigante
industriale come la Lombardia si è dimostrata fragilissima nella
produzione di beni come le mascherine e i respiratori”.
18 marzo – Il trenino della Valle Seriana
Un articolo sulla rivista il Mulino spiega che “il trenino della
Valle Seriana fa una decina di fermate tra Albino, Nembro, Alzano (un
asse che costituisce il cuore del cuore del disastro), portando su e giù
migliaia di studenti e lavoratori. Fino a non molti giorni fa, il
trenino ha certo pesantemente contribuito alla diffusione del
contagio”. 19 marzo – Facciamo l’impresa!
A un mese dai primi segnali d’allarme, Confindustria Bergamo scrive
ai propri associati chiedendo di riconvertire le produzioni – orientate
all’export – alla fabbricazione delle mascherine chirurgiche, ormai
introvabili. Lo slogan è: “Facciamo l’impresa”.
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