sabato 28 marzo 2020

pc 28 marzo - Da Palermo a Napoli.. primi segnali di rivolta al sud contro la miseria da "coronavirus"

Da Napoli a Palermo, i primi segni di agitazione si sono fatti vedere tra le masse che hanno provato a fare la spesa senza pagare in diversi grandi supermercati, perché sono state tagliate fuori da ogni possibilità di sopravvivenza in questi giorni di chiusura di attività che non permettono di “sbarcare il lunario” letteralmente per milioni di individui e famiglie.
Dopo una quindicina di giorni la pazienza è già ai limiti, in particolare per chi è costretto a vivere non solo senza soldi, ma anche stretto, è il caso di dirlo, tra quattro mura…
E il sindaco di Palermo Orlando ha poco da sbraitare accusando di chissà quali infiltrazioni, parlando addirittura di regia mafiosa; certo in questi casi i peggiori rifiuti della società come i mafiosi o i fascisti cercano di approfittare, di pescare nel torbido, ma la realtà è la stessa che il sindaco in altri momenti ha denunciato più volte: la povertà c’è, esisteva prima e tanto più è visibile adesso, nel momento in cui una massa di persone, le statistiche dicono almeno 50.000!, non riesce ad “arrangiarsi”, e su questo non si può fare finta di niente o cercare di mettere il problema in secondo piano!
E per risolvere questo gravissimo problema non basta certo l’impegno della Caritas o del banco alimentare, o di qualche altro ente caritatevole, che già fanno il loro lavoro nella “normalità della povertà” e con difficoltà per giunta, serve ben altro: Palermo è una delle città povere del sud: oltre 80.000 ricevono il reddito di cittadinanza, il resto, appunto, si arrangia come può!

E per questi che ieri hanno provato a procurarsi da mangiare. I quotidiani oggi parlano addirittura di rivolta, i servizi segreti dicono che c’è il pericolo, il ministro per il sud chiede un intervento urgente e che addirittura c’è a rischio la democrazia di questo paese… insomma, la borghesia ha paura e si accorge, guarda caso solo in questi momenti, dei poveri, di quanto sia esplosiva la condizione sociale di milioni di persone. Sì, per dirla con una vecchia battuta, la paura fa 90, anzi 100! Quanti sono i milioni che oggi stesso la Regione Sicilia ha messo a disposizione.
Ma non basta di sicuro nemmeno questo primo soccorso, nemmeno per lavarsi la coscienza dicendo che si sta facendo qualcosa, servono invece immediatamente molte ma molte più risorse e non solo in termini di soldi, perché si possa permettere a chi non ha proprio niente almeno di sopravvivere. E visto che risposte vere e definitive la borghesia non ne può dare, che almeno questi primi 100 milioni e altri fondi promessi, diventino immediatamente fatti concreti, altrimenti queste saranno solo le prime avvisaglie di ciò che potrà succedere, e con piena ragione!

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