A Pomigliano hanno festeggiato i 40 anni della Panda. I rappresentanti
degli azionisti brindano assieme ai valletti sindacali e plaudono al
nuovo piano industriale. Da 120 anni si lavora sulle linee della Fiat,
di modelli ne sono passati tanti, quello che è rimasta è la fatica e un
salario da fame.
Come operai non ci riguarda proprio
esprimere giudizi sul tipo di auto da produrre, sui livelli di
investimenti da realizzare, sono comunque mezzi e strumenti per
intensificare il nostro sfruttamento. Da questo punto di vista ci
interessa quanto inciderà la tecnica di produzione sulla nostra pelle,
se riusciremo o no a difendere il salario, ad opporci alla cassa
integrazione. Ma visto che tanti si impegnano, pur
I membri del Grup Yorum, sono accusati di "appartenere ad
un'organizzazione terroristica", in questo caso il Partito del Fronte
Rivoluzionario di Liberazione del Popolo (DHKP-C).fo
BRUXELLES / TURCHIA: MANIFESTAZIONE SABATO PER I MEMBRI DEL
GRUPPO YORUM
La cantante Helin Bölek e il chitarrista del Gruppo Yorum
İbrahim Gökçek sono in sciopero della fame dal 16 maggio 2019. İbrahim Gökçek è
stato imprigionato a causa delle dichiarazioni di un testimone
"segreto". Rischia la prigione a vita e aspetta da due anni che il
suo caso sia completato, prima di poter finalmente conoscere le accuse e
preparare la sua difesa. Una prima udienza non è ancora stata annunciata. I
membri del Grup Yorum sono accusati di "appartenere a un'organizzazione
terroristica", in questo caso il Partito rivoluzionario del Fronte di
liberazione popolare (DHKP-C). Sei membri del gruppo, İnan Altın, Selma Altın,
Ali Aracı, İbrahim Gökçek, Emel Yeşilırmak, İhsan Cibelik, sono ricercati dal
Ministero degli Interni turco, che offre a potenziali informatori una taglia di
46.000 euro "a testa".
Le persecuzioni contro il gruppo Yorum è permanente. I
concerti del gruppo sono stati banditi dal 2015. Il loro locale, il Centro
Culturale İdil, situato nel quartiere Okmeydanı di Istanbul, è stato
violentemente perquisito dalla polizia a ottobre e novembre 2016, a maggio e
settembre 2017 e a ottobre e novembre 2018. Durante queste incursioni, i loro
strumenti musicali sono stati fracassati. Un totale di 30 persone sono state
arrestate durante questi raid. Gli artisti in sciopero della fame rivendicano:
lo stop alle perquisizioni e ai raid contro il centro culturale. L'abolizione
del divieto di concerti del Grup Yorum e l'abbandono dei procedimenti contro i
membri del gruppo ...
Sviluppiamo anche in Italia l'informazione e la solidarietà - Slai cobas per il sindacato di classe CN - info slaicobasta@gmail.com FRANCIA: SOSTEGNO AGLI SCIOPERANTI REPRESSI DELLA RATP
Ieri, nonostante la pioggia, diverse centinaia di
sostenitori si sono radunati davanti a Place Lachambeaudie a Parigi per sostenere
Patrick e Yassine in occasione del loro consiglio disciplinare. Alla fine della
manifestazione, gli scioperanti entrano nei locali del RATP per il loro
consiglio disciplinare. Nessuna invasione di massa questa volta, solo gli
agenti RATP sono autorizzati ad entrare nell'edificio, sorvegliati dai CRS (Compagnies Républicaines de Sécurité,
polizia antisommossa) per l'occasione. Infine, la RATP li minaccia con
due mesi di licenziamento, una sanzione meno pesante del licenziamento, ma
totalmente sproporzionata. Per la decisione finale, sarà necessario attendere il
ritorno del direttore del dipartimento. Nel frattempo gli scioperanti e i
sostenitori rimangono mobilitati, per dare forza in occasione del consiglio
disciplinare di François, un altro scioperante di Vitry, che si terrà oggi, ma
anche per rimanere all’erta per le decisioni finali dell'azienda .
Il Partito Comunista dell’India maoista si oppone
apertamente alla recente visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump
in India
Lunedì nel distretto di Chhattisgarh a Bijapur.
I maoisti hanno anche fatto appello alle masse ad opporsi alla
visita di Trump.
Hanno accusato il Primo Ministro Narendra Modi e il Ministro
degli Interni dell'Unione Amit Shah di complottare per dividere la nazione secondo
religione, lingua e cultura. Sostengono che la Citizenship Amendment Act (CAA -
Legge sulla cittadinanza), il National Population Register (NPR – Registro Nazionale
della Popolazione) e il National Register of Citizens (NRC – Registro Nazionale
dei Cittadini) sono contrari agli interessi delle masse.
I maoisti hanno anche contestato la demolizione
dell'articolo 370 e la divisione del Kashmir in parti. Queste mosse mirano,
dicono, a costruire “Akhand Bharath” (“India indivisa”) sulla base della
religione e della lingua e in linea con le idee del fascismo brahminico indù.
Ex Ilva, ArcelorMittal mette in cassa integrazione 130 lavoratori a Genova
GENOVA - ArcelorMittal nega ai lavoratori l'assemblea convocata per lunedì mattina, 9 marzo, spiegando che per ottemperare al decreto dell'esecutivo sull'emergenza sanitaria le assemblee potranno svolgersi solo a partire dal 4 aprile. L'assemblea era stata convocata dopo l'avvio da parte dell'azienda della procedura di cassa integrazione per 130 lavoratori
Il giorno dopo l'accordo tra la multinazionale dell'acciaio e il governo italiano che ha stoppato la causa civile e la rescissione del contratto, l'azienda comunica di aver aperto la procedura per mettere in cassa integrazione a zero ore 130 lavoratori dello stabilimento di Cornigliano, a Genova.
Nel dettaglio, si tratta di 32 tra quadri e impiegati, 14 intermedi e 84 operai. Le persone interessate dovranno stare a casa per 13 settimane, a partire dal 30 marzo, eventualmente anche a rotazione. L'azienda incontrerà il prossimo 13 marzo, alle 10.30, i sindacati che, nel frattempo, stanno gia' decidendo come muoversi e si riuniranno in assemblea nei prossimi giorni. La decisione, spiega Mittal, "è scaturita dal permanere delle criticita' di mercato e dall'insufficienza della domanda di acciaio, nonostante le iniziative gestionali, industriali e le strategie di marketing poste in campo, funzionali all'acquisizione di ulteriori quote di mercato".
Nello stabilimento di Genova, al momento, lavorano 1.013 persone, tra cui sei dirigenti, 222 tra quadri e impiegati, 105 intermedi e 680 operai. In particolare, prosegue l'azienda, "la cause che inducono alla richiesta di intervento dell'ammortizzatore sono riconducibili al progressivo deteriorarsi degli indicatori del mercato manifatturiero, che ha determinato negli operatori.
La notizia ormai certa della sospensione delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado e negli atenei a causa dell’avanzare del coronavirus è stata comunicata nel tardo pomeriggio del 4 marzo dal ministro dell’istruzione Azzolina.
La linea dura assunta dal governo è dovuta sicuramente ad una situazione emergenziale ma, a detta anche di Conte, la scelta di chiudere le scuole è dovuta ad una crisi del Sistema Sanitario che rischia di andare in sovraccarico.
È per questo che non possiamo esimerci dal ribadire che la continua privatizzazione e i diktat europei (che hanno determinato un drastico taglio nell’apparato pubblico) hanno indebolito enormemente il sistema sanitario nazionale costringendoci a questo stato di
“Vista la drammatica emergenza sanitaria che sta colpendo la popolazione tutta riteniamo che le misure di prevenzione adottate rispetto alla popolazione detenuta siano assolutamente inadeguate a fronteggiare i rischi connessi ad un contagio che metterebbe a rischio oltre 61.000 persone.
Va tenuto conto che tra la popolazione detenuta il 50% circa ha una età compresa tra i 40 e gli 80 anni, oltre il 70% presenta almeno una malattia cronica e il sistema immunitario compromesso.
È del tutto evidente che la diffusione del virus all’interno delle carceri assumerebbe dimensioni catastrofiche. Limitare o proibire i colloqui familiari, l’accesso dei volontari e i permessi di uscita non mette al riparo dal rischio contagio.
Quello che si è creato, e che va crescendo di ora in ora, è un clima di paura e insicurezza tra la popolazione detenuta, i familiari e il personale penitenziario che comunque è obbligato a garantire il servizio.
Gli istituti penitenziari sono a tutti gli effetti luoghi pubblici, sovraffollati e promiscui con un via vai continuo di personale e fornitori che potrebbero diventare veicolo di contagio e scatenare una vera epidemia, pertanto non bisogna dimenticare che la popolazione detenuta, al pari del resto della popolazione, è tutelata dalla Costituzione e dalle carte internazionali dei diritti umani.
Chiediamo che si intervenga con un provvedimento immediato di sospensione della pena per tutte le persone detenute ammalate ed anziane; chiediamo che il Parlamento vari una amnistia urgente per la rimanente popolazione detenuta”.
4 marzo 2020
Associazione Yairaiha Onlus, Osservatorio Repressione, Associazione Liberarsi, Associazione Bianca Guidetti Serra, Rifondazione Comunista, Associazione Memoria Condivisa, Associazione Il Viandante, Associazione Lasciateci Entrare, Ass. Culturale Papillon-Rebibbia, sezione Bologna, Associazione Fuori dall’Ombra, Comune-info, Federazione dei Verdi – Foggia, e altri firmatari
La “follia” della colonizzazione e le sue ricadute sul colonizzatore e sul colonizzato nei contributi di Frantz Fanon e Albert Memmi
Introduzione
La lettura dei due autori che ha ispirato questo intervento ci mostra alcuni punti di contatto tra loro: entrambi provengono dal mondo coloniale francese, entrambi accademici, entrambi analizzando il fenomeno del Colonialismo e utilizzando il metodo dialettico, considerano come punto di partenza la struttura economica e materiale del mondo coloniale, per sfociare su un piano sovrastrutturale nelle ricadute intime e psicologiche del colonizzatore e del colonizzato.
Nella sua principale opera “I dannati della Terra”, Frantz Fanon partendo dall’esperienza algerina analizza le dinamiche della cosiddetta “decolonizzazione” analizzandone molteplici aspetti: politici, economici, psicologici, artistici e così via.
I popoli oppressi che intraprendono il cammino della propria liberazione, che secondo Fanon può avvenire solo tramite la violenza rivoluzionaria, sono in primo luogo costretti a “fare i conti con sé stessi” o meglio con l’identità che per secoli il colonizzatore ha imposto al popolo colonizzato
Alle lavoratrici e lavoratori del Si.Cobas
Quando vi è un divieto illegittimo, anticostituzionale, fascista, come questo di attacco al diritto di
sciopero (la prima volta nella storia della Repubblica che si blocca uno
sciopero nazionale per queste ragioni), non basta la denuncia, bisogna
sfidare i divieti, respingerli con le azioni! Fare disobbedienza
civile. Bisogna fare lo sciopero - che lo Slai cobas per il sindacato di
classe ha confermato e che tante operaie e lavoratrici faranno
(indipendentemente dall'iscrizione sindacale).
Quindi uniamoci nello sciopero del 9 marzo! Slai Cobas per il sindacato di classe SOTTO IL COMUNICATO DEL SI.COBAS CHE, COMUNQUE, NON AVEVA INDETTO A LIVELLO NAZIONALE LO SCIOPERO DELLE DONNE
Un
8 marzo schiacciato tra emergenza e divieti
Il
DPCM 4 marzo 2020 che stabilisce in tutto il territorio nazionale la
chiusura delle scuole e rafforza i precedenti decreti regionali e
prefettizi che impongono da giorni divieti di assembramento in luoghi
pubblici e privati, impone una quarantena sociale che limita o
cancella le iniziative che erano state programmate in occasione della
giornata internazionale di lotta delle donne, ivi compreso lo
sciopero del 9 marzo.
Ma
il coronavirus, lungi dall’azzerare le ragioni dello sciopero e
delle mobilitazioni, le rende ancor più attuali ed urgenti.
Se
da un lato il governo Conte impedisce di scioperare e obbliga a
disdire scadenze preparate da settimane, dall’altro lato migliaia
di lavoratori e lavoratrici sono costretti dai
Continuano ad arrivare messaggi, prese di posizioni di lavoratrici, donne per dire SI allo sciopero delle donne, NO ai divieti strumentali e gravi. Li pubblicheremo nel foglio del Mfpr che esce domani 8 marzo.
Non possiamo permettere alla CGS, al governo, ai Ministeri di usare
una seria emergenza sanitaria (per cui il governo oltre chiusure e
divieti, sta facendo molto poco, anche verso le lavoratrici e
lavoratori, in particolare quelli attualmente ipersfruttati della
sanità) per creare "terrorismo", un pericoloso precedente di attacco al
diritto di sciopero e alla condizione delle donne - che anche quest'anno
muoiono più di femminicidi, sfruttamento e infortuni sul lavoro, di
stress e malattie per tutto il lavoro domestico, di cura, scaricato
sempre su di loro che di coronavirus.
Non siamo d'accordo con il
governo che di fatto sta dicendo: "tutto chiuso, tutti in casa" (proprio
quello che le donne non vogliono, perchè significa oppressione, fatica,
dipendenza e a volte morte), ecc; una situazione che rischia di
peggiorare anche in futuro la nostra condizione e quella in generale
delle masse popolari.
I padroni, dai grandi ai piccoli, stanno usando strumentalmente il coronavirus per licenziare o mettere in cassintegrazione (vedi ultimo Alitalia), o tagliare i salari; ma anche per impedire assemblee, minacciare le operaie di provvedimenti (come alla NW di Bergamo), in aperta violazione del diritto di sciopero- che è pienamente legittimo anche se solo una sigla sindacale, come in questo caso, lo
"Il Comune Bari deve iscrivere all'anagrafe richiedente asilo": la sentenza disapplica il decreto Salvini
Per il giudice con la mancata iscrizione "verrebbe impedito l'accesso a tutti i servizi ad essa connessi"
di ISABELLA MASELLI
Il Comune di Bari dovrà
provvedere alla iscrizione anagrafica di un cittadino originario del
Bangladesh, richiedente asilo, residente in Italia dal luglio 2016. Lo
ha stabilito il Tribunale di Bari, prima sezione civile (giudice
Giuseppe Marseglia) con una ordinanza con la quale ha accolto il ricorso
del richiedente asilo, assistito dall'avvocato Felice Patruno. Per il
giudice con la mancata iscrizione "verrebbe impedito l'accesso a tutti i
servizi ad essa connessi".
Il provvedimento adottato dal giudice ordina l'iscrizione "disapplicando
le norme del decreto Salvini (dl 113/2018) - spiega il legale - di cui
si riserva di rimettere la questione alla Corte di Giustizia Ue e alla
Corte costituzionale per contrasto con le norme europee e nazionali".
Il cittadino bengalese si era visto negare l'asilo dalla Commissione
territoriale per la protezione
Un contributo al dibattito rilanciare la mobilitazione - dare continuità e organizzazione all'assemblea nazionale dell'8 febbraio a Roma - vedi su questo blog resoconto e informazioni - a cura di pcro.red@gmail.com
Poche ore fa la ministra dell'Interno Lamorgese, ha presentato in
Consiglio dei Ministri le linee guida della modifica dei decreti
sicurezza varati dal precedente Governo su proposta dell'allora ministro
Salvini. Una semplice modifica dunque e non l'abrogazione, con un
impianto generale che mira a attenuare le sanzioni previste dal decreto e
non a cancellarle, con una trattativa in corso tra le forze di
maggioranza sulla portata effettiva delle correzioni da apportare. Una
partita politica quindi, nel contesto di un esecutivo traballante
impegnato a trovare una sintesi tra le posizioni delle forze più a
sinistra che vorrebbero la cancellazione, il Movimento Cinque Stelle che
difende l'operato del governo con la Lega, la volontà di non fornire a
Salvini un argomento di propaganda sul tema immigrazione, e la posizione
del PD intenta a salvare il governo a tutti i costi.
Anche il movimento delle Sardine si è spaccato sul tema: i decreti
sicurezza rappresentano l'essenza stessa delle contestazioni mosse a
Salvini e la base giustamente preme per l'abrogazione. I vertici,
telecomandati dal PD, invece sono cauti e cercano di evitare qualsiasi
sgambetto o pressione
Coronavirus, Mittal nega l’assemblea ai lavoratori: lunedì appuntamento davanti allo stabilimento
Manganaro: "Cinismo e arroganza: vogliono impedire ai lavoratori di informarsi sulla cassa integrazione"
Genova. ArcelorMittal nega ai lavoratori
l’assemblea convocata per lunedì mattina utilizzando l’emergenza
sanitaria e il decreto emanato ieri dal presidente del consiglio.
L’assemblea era stata convocata qualche ora fa dopo l’avvio da parte
dell’azienda della procedura di cassa integrazione per 130 lavoratori su
1000 per la durata di tredici settimane.
“Questa è la prova del suo cinismo ed arroganza – dice il segretario
genovese della Fiom Bruno Manganaro – utilizza coscientemente il
coronavirus per impedire ai lavoratori di difendersi dalla loro
prepotenza pianificando la richiesta di cassa integrazione dopo
l’accordo bidone fra governo e azienda, e nel momento in cui ci sono
problemi sanitari”.
Secondo la Fiom si tratta di un tentativo di “impedire che i
lavoratori siano informati e decidano come reagire alle provocazioni
aziendali perché sennò le mense? Gli spogliatoi? allora dovrebbero
fermare la fabbrica”. Ovviamente la risposta dei lavoratori è quella di
darsi appuntamento comunque lunedì 7 febbraio alle 7 davanti alla
fabbrica e decidere che iniziative intraprendere. “Hanno fatto male i
loro calcoli – dice il segretario della Fiom – lotteremo comunque contro
il tentativo che hanno messo in atto di far morire la fabbrica”
Da giorni, ai confini di terra e di
mare tra Turchia e Grecia è in atto un altro capitolo della guerra
dell'Unione Europea e dell'Italia agli emigranti dal Medio Oriente e
dall'Africa.
Delle
brutalità e infamie di questa guerra ci arriva solo qualche frammento
che è appena la punta dell'iceberg: sappiamo di due ragazzi uccisi negli
ultimi giorni dalla polizia greca, di un bambino morto a Lesbo;
sappiamo di attacchi omicidi in mare di questa stessa polizia alle
povere imbarcazioni degli emigranti a rischio di affondarle; sappiamo di
spedizioni punitive contro di loro (e contro qualche giornalista
testimone scomodo) organizzate dai fascisti di Alba Dorata, forza di
complemento degli apparati repressivi democratici; sappiamo di un clima
di intimidazione e repressione estremo anche nei campi profughi e
attorno ad essi, che sta portando a respingimenti di massa di siriani,
Riceviamo e pubblichiamo
Alla luce delle posizioni in larga maggioranza per il mantenimento
dello sciopero delle donne, soprattutto da parte di operaie di fabbrica e
lavoratrici, che stanno via via arrivando
lo Slai cobas per il sindacato di classe conferma lo sciopero del 9 marzo c.a.
Di seguito il precedente appello APPELLO URGENTE
Per lo sciopero del 9 marzo siamo praticamente rimasti solo noi dello
Slai cobas per il sindacato di classe (vedete anche l'articolo di oggi
su Il Manifesto, con la variante che purtroppo anche l'USI ha proceduto
alla revoca).
Il divieto della CGS è gravissimo. E' la prima
volta nella storia della Repubblica che viene bloccato uno sciopero a
livello nazionale! Mentre non è certo la prima volta che vi sono
"avvenimenti eccezionali di particolare gravità o di calamità naturale",
come scrive la CGS; in una situazione tra l'altro in cui
arbitrariamente stanno facendo diventare "zona rossa" tutta l'Italia.
Questo costituisce pertanto un precedente molto grave e rischioso per
le libertà fondamentali delle
Leonardo, la fabbrica dei “caccia” trasforma 76 contratti a tempo indeterminato
Leonardo, l’ex Alenia, lo stabilimento del polo aeronautico,
assume in via definitiva 76 giovani dipendenti che fino ad oggi
lavoravano con contratto a termine. La fabbrica dei caccia F35 trasforma
i contratti dalla tipologia di somministrazione a tempo indeterminato.
A Cameri lavorano ormai quasi mille addetti, e negli ultimi
anni la filosofia di Leonardo è stata quella di trasformare gradualmente
i contratti con l’obiettivo della stabilizzazione, un’operazione
concordata con il sindacato. I prossimi 76 sono gli ultimi dipendenti
con contratto a somministrazione e la trasformazione avverrà, a seconda
dei casi, tra l’inizio di aprile e la fine del mese di giugno.
«Da anni abbiamo sottoscritto con l’azienda - dice il
responsabile sindacale della Cisl metalmeccanici, Gianluca Tartaglia -
un accordo per cui gradualmente i lavoratori vengono stabilizzati. Si
tratta di personale giovane e con una specializzazione molto elevata,
che ha svolto presso Leonardo un periodo che può essere definito di
rodaggio, brillantemente superato. L’azienda si è dimostrata molto
collaborativa, ed ha anche tutto l’interesse a mantenere nel proprio
organico addetti particolarmente qualificati».
Il sindacato è ottimista anche sui volumi di lavoro che avrà
lo stabilimento di Cameri: «In questo sito - precisa il responsabile
sindacale - si sta sviluppando l’hub per la manutenzione degli F35, e
questo si aggiunge all’attività di assemblaggio di alcune parti dei
velivoli. Il programma di lavoro è già sicuro fino a tutto il 2025, e in
una fase come questa significa davvero dare una garanzia occupazionale
al territorio».
Anche Leonardo sta poi procedendo all’incremento dello smart
working, ma non tanto per i problemi da coronavirus, quanto per una
precisa filosofia aziendale: «Questo tipo di mansione - osserva
Tartaglia - è naturalmente possibile solo per alcune figure di
impiegati, però viene favorito, per quanto è fattibile, il telelavoro».
Per quanto riguarda l’evoluzione della produzione a Cameri, si
profila la possibilità concreta della vendita da parte degli Stati
Uniti degli F35 all’Egitto. I velivoli verrebbero assemblati a Cameri,
ma il paese nordafricano potrebbe acquistare l’intero pacchetto che
include l’addestramento dei piloti e la manutenzione. Una seconda
possibilità è l’acquisto dei caccia anche da parte della Germania; gli
analisti Heinrich Brauss e Christian Molling sono gli autori del
rapporto della German Society for Foreign Policy che è stato presentato
il mese scorso al governo tedesco. La Germania deve sostituire i vecchi
caccia da combattimento Tornado, ormai desueti, e i due specialisti
hanno suggerito di includere fra gli aerei da acquistare proprio gli
F35, sempre con assemblaggio a Cameri.
Addio alla staffetta partigiana Andreina Bertolotti
Andreina Bertolotti, 96 anni, staffetta partigiana a Cherasco,
dove fu a lungo segretaria in Municipio prima di trasferirsi a Borgo San
Dalmazzo, è morta all’ospedale “Santa Croce” di Cuneo. Originaria di
Cherasco, di famiglia antifascista, si unì alla Resistenza e collaborò
con i partigiani cheraschesi che sotto la guida di Francesco Dogliani
(detto Ricci) formarono la guardia del Comando Mauri. Un’esperienza di
cui Andreina Bertolucci andava orgogliosa e che le valse, nel 2016, a
Cuneo, il riconoscimento della “Medaglia della Liberazione”, concessa
dalla Repubblica a partigiani, internati e combattenti.
...così la ricorda la presidente Maddalena
Forneris: “Se ne va una donna straordinaria che ha scritto importanti
pagine di storia nella lotta di Liberazione. AI funerali sono stati celebrati oggi.
Con le scuole chiuse le donne sono costrette a stare chiuse in casa, a perdere giorni
di lavoro per badare ai figli o a spendere soldi per baby sitter;
ma nello stesso tempo da un lato le lavoratrici ATA invece devono andare a lavorare,
dall'altro quelle precarie delle cooperative vengono licenziate.
Mentre le lavoratrici delle fabbriche, degli ospedali, del commercio, delle pulizie, ecc.
lavorano come prima, senza nessuna maggior tutela, Dpi, ecc.
Alla fine, chi pagherà al doppio, anche in questa occasione, saranno le donne!
E PRETENDONO PURE CHE LE DONNE NON SCENDANO IN LOTTA,
NON SCIOPERINO.Le azioni del governo, dei padroni di queste settimane sono invece una ragione in più
per scendere in sciopero e in piazza l'8 e il 9 marzo!
Altro che revoca della lotta!
Nessuna lavoratrice deve perdere giornate di salario - se sono costrette loro, o i padri,
a stare a casa devono essere giorni di congedo parentale retribuiti al 100%;
nessuna lavoratrici precaria, a tempo determinato deve perdere il lavoro
NON DA SOLE IN CASA, MA INSIEME IN STRADA!
MFPR
Apprendiamo in queste ore che un nostro compagno, Alessandro, è stato arrestato per le azioni di disturbo al cantiere No Tav.
Ale è stato per molti anni un militante No Muos e, come spesso accade ai siciliani, recentemente si era trasferito al nord, a Torino.
Lì ha continuato la sua attività politica, lottando contro le grandi opere inutili e dannose.
Ad Ale e a tutti i denunciati va la nostra massima solidarietà.
++++++++++++
★ ALE LIBERO SUBITO! ★
Emergenza Coronavirus?
C’è sempre tempo per arrestare i notav!
Stamattina è stato rintracciato e arrestato Alessandro, accusato di aver preso parte alle azioni di disturbo al cantiere del 7 dicembre scorso, alla vigilia della marcia notav che ha invaso, ancora una volta, le strade della Val di Susa in occasione dell’anniversario della liberazione di Venaus. Apprendiamo dalla stampa che ci sono anche altri 33 notav che sarebbero stati denunciati a piede libero.
L’oscena persecuzione giudiziaria con cui lo Stato prova a vendicarsi di un movimento che non vuole abbassare la testa è sotto gli occhi di tutti. Fa però impressione vedere che, in piena emergenza coronavirus, con processi sospesi e udienze rinviate, le priorità della polizia e della procura di Torino sono quelle di arrestare chi si batte a difesa della salute e del territorio contro un’opera nata vecchia, che mostra oggi più che mai quali sono le conseguenze sulla vita di tutti di una classe politica e imprenditoriale che ha pensato soltanto a fare andare più veloci le merci invece di proteggere le persone.
Forza Ale, forza notav! A sara düra!
Notavinfo Notav
In questo numero Editoriale/appello - Operai/organizzazione e rivoluzione Coronavirus - Diciamo No ai piani di governo e Stato Ex Ilva - NO al nuovo piano Governo/ArcelorMittal USB proposte utili ai padroni grandi, medi e piccoli, travestite da proposte operaie Perchè ci interessa il salario minimo garantito Decreti sicurezza e repressione - Sì al Patto e alla campagna unitaria 8 marzo - importante documento del MFPR Formazione Operaia
Sembra
persino un'idiozia dover evidenziare questa banale nozione storico
politica, ma è proprio sulla base di questa falsa, criminale e
strumentale equazione che 5 compagni, ai quali va tutta nostra solidarietà, andranno a processo il 22 aprile a Milano.
Un'imputazione oltretutto offensiva dal punto di vista etico/politico per chi si batte dalla parte della barricata della
solidarietà antimperialista, anticapitalista, antisessista e
antifascista contro l'aggressione, lo sfruttamento e il genocidio del
popolo palestinese.
Un'imputazione,
palesemente falsa, costruita per far terra bruciata intorno al popolo
palestinese ed eliminare, criminalizzandola, ogni voce di dissenso alle
politiche di sterminio e di genocidio attuate giorno dopo giorno dal
criminale governo sionista israeliano rubando terra, acqua e la vita
stessa dei palestinesi.
L'antisionismo è
una legittima lotta contro le mire espansionistiche,
Torino, 5 marzo 1943, ore 10: inizia nell'officina 19 lo sciopero degli operai della Fiat Mirafiori. In pochi giorni centomila lavoratori incrociano le braccia: è la prima grande ribellione operaia che si estenderà presto in tutte le fabbriche del Nord. L'episodio, passato alla storia come "gli scioperi del marzo 1943", segna l'inizio del crollo del regime fascista e rappresenta il primo, vero e corale, episodio della Resistenza antifascista
"Il cinque di marzo del quarantatre nel fango le armate del duce e del re; gli alpini che muoiono traditi lungo il Don. Cento operai in ogni officina aspettano il suono della sirena; rimbomba la fabbrica di macchine e motori, più forte è il silenzio di mille lavoratori"
Stormy Six
https://youtu.be/VJphoR5WH9U?list=RDVJphoR5WH9U&t=327
"Nella mia vita di operaio — racconta Magno Barale, uno di quelli che 'pagarono' lo sciopero col deferimento al tribunale speciale — ho partecipato a tanti scioperi ma non ho mai visto una partecipazione così totale. Tutti si fermarono e devo precisare che alla Fiat Ricambi eravamo soltanto in tre a non avere la tessera del partito fascista".
da Pietro Secchia | da “Lotta antifascista e giovani generazioni”, La Pietra (1973)
Con le manifestazioni in ricordo degli scioperi di Torino e di Milano del marzo 1943 sono iniziate le celebrazioni del trentesimo anniversario della Resistenza.
Quegli scioperi scoppiati non a caso il 5 marzo 1943 segnarono una svolta decisiva nella lotta contro il fascismo che accusò il colpo (1), furono la scesa in campo della classe operaia in modo possente e decisivo. Poiché, se è vero che durante il ventennio fascista non erano mancati scioperi, fermate di lavoro, agitazioni, si era sempre trattato di movimenti locali e parziali riguardanti alcune fabbriche, ora in questa, ora in quest'altra città. Essi ferivano la «legalità» fascista, ma non riuscirono mai a spezzarla, come la spezzarono gli scioperi del marzo 1943.
Senza sottovalutare il duro, lungo, difficile lavoro di chi li aveva organizzati (2), non si possono vedere quegli scioperi al di fuori del quadro degli sviluppi della situazione internazionale, delle battaglie sui vari fronti e delle loro ripercussioni in Italia.
Non si può ignorare o dimenticare che la vittoria definitiva di Stalingrado porta la data del 2 febbraio
Così Lenin illustra il lavoro di Engels in occasione dell'anniversario della sua morte - ne illustra l'opera in generale e cita il ruolo svolto dal libro "La situazione della classe operaia in Inghilterra".
Sono le stesse ragioni perchè noi lo stiamo usando nella Formazione Operaia, per consegnare ai compagni e alle avanguardie operaie e proletarie questo strumento indispensabile per la loro coscienza e lotta
Lenin: Friedrich
Engels - Scritto nell'autunno 1895
...Qui Engels non se ne stette soltanto nell'ufficio della fabbrica; visitò i luridi quartieri dove erano stipati gli operai, vide coi suoi occhi la loro miseria e le loro sventure. E non si accontentò delle sue sole osservazioni personali; lesse tutto quanto era stato scritto prima di lui sulla situazione della classe operaia inglese e studiò accuratamente tutti i documenti ufficiali a lui accessibili. Frutto di questi studi e osservazioni fu il libro La situazione della classe operaia in Inghilterra, pubblicato nel 1845...
...Abbiamo già ricordato in che cosa consiste il merito principale di Engels quale autore del libro La situazione della classe operaia in Inghilterra. Anche prima di Engels, numerosi autori avevano descritto le sofferenze dei proletariato e avevano detto che era necessario venirgli in aiuto...
... Engels per primo affermò che il proletariato non è soltanto
una classe che soffre; sostenne che appunto la vergognosa situazione economica
nella quale esso si trova lo spinge irresistibilmente in avanti e lo incita a
lottare per la sua emancipazione definitiva. Il proletariato in lotta si
aiuterà da se stesso...
...Il movimento politico della classe operaia condurrà inevitabilmente gli operai
a riconoscere che per loro non vi é altra via d'uscita all'infuori del
socialismo. D'altra parte, il socialismo sarà una forza soltanto quando
diventerà lo scopo della lotta politica della classe operaia. Ecco le idee fondamentali del libro di Engels sulla situazione della classe
operaia in Inghilterra, idee che oggi sono assimilate da tutto il proletariato
che pensa e lotta, ma che allora erano assolutamente nuove. Questi pensieri
furono esposti nel libro, scritto in uno stile piacevole e denso di scene
impressionanti e fedeli al vero che descrivono le sventure del proletariato
inglese...
...Il libro fu un terribile atto d'accusa contro il capitalismo e la borghesia.
L'impressione da esso prodotta fu straordinaria. Da ogni parte si cominciò a
citare il libro di Engels come il quadro più esauriente della situazione del
proletariato contemporaneo. E infatti, né prima del 1845, né dopo, é mai
apparsa una descrizione così limpida e fedele delle sventure della classe
operaia....
Servidores públicos que reivindicavam
entrar na Assembleia Legislativa do Estado de São Paulo (Alesp) para
protestar contra a votação do criminoso ataque à Previdência estadual
dos trabalhadores, no dia 3 de março, foram atacados pelo Batalhão de
Choque da Polícia Militar de Dória(PSDB).
Milhares de manifestantes chegaram por volta das 7h e se concentraram
em frente ao prédio da Alesp, na avenida Pedro Alvares Cabral, em
frente ao Parque do Ibirapuera.
Por volta das 9h teve início a sessão para votação do draconiano pacotaço antipovo.
Contudo, já às 10h da manhã a
concentração em frente à Alesp contava com centenas de servidores,
muitos dos quais ainda não haviam conseguido adentrar o prédio, barrados
pela Polícia Militar, por meio de agressões, bombas de gás lacrimogêneo
e spray de pimenta.
Neste momento os trabalhadores
decidiram revidar arremessando pedras e outros artefatos em cima dos
policiais como forma de repelir e resistir à injusta agressão.
Houve tumulto também dentro do
prédio. Os policiais agrediram até mesmo os trabalhadores que
conseguiram adentrar a Assembléia para assistir à votação. O
pronto-socorro da Alesp atendeu pelo menos 20 pessoas que passaram mal
com o cheiro do gás disparado pelos policiais dentro do ambiente
fechado.
O caso mais grave foi de um homem que foi atingido por um tiro de bala de borracha no rosto, tendo ferimento próximo do olho. Trabalhadores exibem ferimentos causados pelos tiros de bala de borracha disparado pelos Aprovação do ataque
Aprovada em segunda votação com 59
votos, o criminoso ataque contra a Previdência dos trabalhadores não
precisará de sanção do governador João Doria (PSDB), pois o texto do
“Projeto de Emenda à Constituição” (PEC) partiu diretamente do
Executivo. Manobra esta que visa justamente acelerar a implementação do
achaque contra os servidores.
Eram necessários 57 votos favoráveis
para a aprovação em segundo turno e o corte de direitos aprovado deve
entrar em vigor 90 dias após a publicação.
Os principais ataques contra os
direitos são: exigência do tempo mínimo de contribuição de 25 anos no
caso de aposentadoria voluntária; aumento da alíquota de contribuição de
11% para 14%; aumento da idade mínima para as aposentadorias comuns: 62
anos para as mulheres e 65 anos para os homens; Serão atingidos pelos
ataques professores, policiais civis, agentes de vigilância e de escolta
penitenciários. Já no caso dos servidores que tenham condições
especiais ou com deficiência, as regras são diferenciadas, porém
certamente serão bem mais duras do que antes da aprovação deste pacote
anti-Previdência. Governador anti-povo
O governador de São Paulo João Dória
(PSDB), o mesmo que elogiou a bárbara ação da PM na favela de
Paraisópolis que resultou no assassinato de nove jovens em 2019,
defendeu mais este o covarde ataque da PM contra os servidores.
Dória defendeu a agressão cometida
pelos militares contra os servidores alegando cinicamente que os PMs
foram agredidos e não o contrário: "não posso deixar de registrar meu
repúdio aos atos de vandalismo presenciados durante a votação, dentro e
fora da Alesp. Depredação do patrimônio público, intimidação aos
parlamentares, agressão a policiais e desrespeito à democracia", afirmou
o parasita.
O parlamentar ainda comemorou a
aprovação da criminosa “reforma” da Previdência: “Parlamentares que
honraram os votos que receberam nas urnas, permitindo que o Governo de
SP tenha equilíbrio fiscal e recupere sua capacidade de investimento. O
gasto com a previdência em SP já é maior que o orçamento da saúde,
segurança e educação", afirmou. Momento em que um policial dispara a queima-roupa contra os servidores dentro da Alesp. Foto: Redes Sociais
Pancartas llamando a
celebración del Día Interrnacional de la Mujer Trabajadora, el proximo 8
de marzo, han aparecido en la aldea de Tadgaon, distrito de Gadchiroli,
Maharashtra.
Así mismo, se informa que militantes del Partido colocaron falsas minas terrestres para impedir el acceso a la zona. Las bombas ficticias fueron retiradas por los expertos del Escuadrón de Detección y Eliminación de Bombas (BDDS).
Stamattina alla sette e mezza le forze dell’ordine si sono presentate
al Cara di Borgo Mezzanone con l’intento di sgomberare 18 container e 13
bagni dove al momento vivono circa 300 persone. Appena arrivata, la
polizia ha subito staccato elettricità e acqua corrente. Gli e le
abitanti ovviamente non si sono lasciati intimorire e, dopo essere
usciti tutti dicendo che non se ne sarebbero andati, sono rimasti in
presidio tutta la mattina fino a che la
polizia non ha demorso, riattaccando acqua e corrente elettrica, pur
restando schierati come si vede in questo video girato da un abitante.
Alla determinazione e all’insistenza di chi vive lì e non ha nessuna
intenzione di andarsene senza una migliore alternativa abitativa, la
prefettura tramite le forze dell’ordine ha vagamente concesso “qualche
giorno” prima di riprendere le operazioni di sgombero. Questo tentativo
di sgombero è l’ultimo di una lunga serie di operazioni di
smantellamento iniziate un anno fa ai danni sia delle persone che vivono
sulla ex-pista di Borgo Mezzanone che di quelle che vivono abusivamente
all’interno del Cara. Non a caso, in una riunione del 28 febbraio al
ministero dell’Interno, prefettura regione e governo avevano espresso la
volontà di attuare rapidamente un piano di smantellamento della
ex-pista.
Ancora una volta questo sgombero arriva senza nessuna
alternativa per le persone che su questo territorio vivono e lavorano.
Questo è solo uno degli aspetti della repressione contro cui dobbiamo
lottare quotidianamente insieme, perché mentre le lavoratrici e i
lavoratori immigrati delle campagne vengono cacciati dalle proprie
abitazioni precarie, i e le solidali vengono allontanati con misure
restrittive per impedire loro di lottare insieme per condizioni di vita e
di lavoro migliori per tutti/e. Contro questa e ogni repressione stiamo
costruendo questa campagna di solidarietà --> http://campagneinlotta.org/limmigrazione-non-e-un-crimine-…/
GLI E LE ABITANTI DEL CARA E DEL GHETTO DI BORGO MEZZANONE NON MOLLANO E
NON SE NE VANNO! NIENTE SGOMBERI, CASE PER TUTTI I LAVORATORI E LE
LAVORATRICI DELLE CAMPAGNE!
Baraccopoli senza acqua,
riscaldamento né corrente elettrica nel mezzo delle campagne, turni di lavoro
nei campi di 10/12 ore al giorno, paghe da fame e contratti veri solo sulla
carta, continue aggressioni, morti sulle strade o bruciati vivi in tende e
baracche. Questi sono solo alcuni aspetti delle durissime condizioni in cui
sono costrette a vivere (e morire) in Italia, e in particolare al Sud, migliaia
di persone che provengono da altri paesi, dalla Romania al Senegal. Le loro
condizioni lavorative assomigliano a quelle di molti italiani e italiane,
aggravate però dalla mancanza di reti sociali e familiari e dal fatto di non
essere cittadini, con tutto ciò che questo comporta in termini di accesso a
servizi e tutele.
Da molti anni chi vive e lavora
nelle campagne del Made in Italy, in particolare nella provincia di Foggia e
nella Piana di Gioia Tauro, ha iniziato un processo di rivendicazione con le
istituzioni - Comuni, Prefetture, Questure, Regioni, fino ad arrivare al
Ministero dell’Interno. Obiettivo principale: avere un permesso di soggiorno,
con il quale poter ottenere un contratto e magari poter cambiare lavoro, avere
la possibilità di vivere in una casa oppure spostarsi altrove, e mille altre
cose che molti danno per scontate. La sordità delle istituzioni davanti alla
pur banale richiesta di garanzie minime, peraltro in gran parte previste dalla
legge, ha spinto lavoratori e lavoratrici delle campagne e solidali ad
intraprendere azioni di protesta, consapevoli che soltanto l'unione e la
determinazione possono portare risultati.
Un mese fa l’annuncio dell’arresto. Ma i manager tedeschi sono liberi
Giustizia non è ancora fatta, la notizia dell’arresto imminente lanciata da un’agenzia di stampa il 4 febbraio, un mese dopo, rimane un annuncio. Con l’ex ad e l’ex dirigente di ThyssenKrupp, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz
(che pare siano ancora) liberi. Facendo risuonare forti le parole di
Graziella Rodinò, madre di Rosario, uno dei sette operai morti il 6
dicembre di 13 anni fa, che commentando il via libera alla carcerazione
dei condannati tedeschi, mentre qualcuno parlava di caso chiuso e ferite
finalmente rimarginate, preferì la cautela. Non tanto perché non si può
gioire per un atto dovuto, quanto piuttosto per l’esperienza fatta
sulla propria pelle. «Troppe volte – diceva Graziella – questa gente ha
trovato il modo di evitare la prigione, ci crederemo solo quando saranno
dietro le sbarre». Questo, confermavano ieri fonti giudiziarie, non è
ancora avvenuto. Ma sapere perché non è possibile.
La Ocean Viking e la Sea Watch 3 bloccate da giorni a poche centinaia di metri dai porti di Pozzallo e Messina, rispettivamente dal 23 e dal 27 febbraio. A bordo nessun sintomo di coronavirus. Sono le uniche due navi in quarantena in tutta Italia.
Finora nessun migrante risulta ammalato di coronavirus. I contagiati, i morti sono tutti italianissimi.
Si vuole usare anche questa emergenza sanitaria - di cui tu imperialismo sei responsabile! - per attaccare i migranti, per fomentare razzismo.
Da Il manifesto: «È UNA QUARANTENA POLITICA, un pretesto per tenerci lontano dalle operazioni di salvataggio», afferma Gennaro Giudetti, mediatore culturale di Sea Watch. Giudetti e gli altri 21 membri dell’equipaggio sono all’ancora a 500 metri da Messina da cinque giorni e dovranno rimanerci fino al 12 marzo. I 194 migranti salvati in tre diversi interventi tra il 19 e il 24 febbraio, invece, sono stati fatti sbarcare e messi a loro volta in quarantena nella caserma Gasparro... Quando abbiamo detto alle persone soccorse che avrebbero dovuto fare la quarantena a terra sono state contente, pensavano fosse una misura per proteggere loro dal coronavirus che c’è in Italia. Invece…».
DA SUBITO le organizzazioni umanitarie hanno sottolineato come non ci siano state analoghe disposizioni verso le altre imbarcazioni che quotidianamente raggiungono l’Italia. «Quest’azione sembra prendere di mira solo le navi delle Ong, dal momento che altre navi nei porti italiani non vanno incontro alla stessa sorte...»
Les Palestiniens de la ville de Beita occupent le mont
Al-Orma pour le protéger d’un projet d’installation d’une colonie
sioniste. L’armée d’occupation est intervenue massivement, bouclant la
région et prenant le mont d’assaut, lançant des bombes sonores et
lacrymogènes en direction des civils et désarmés. Des dizaines de
palestiniens ont été asphyxiés au moment où les forces d’occupation
poursuivaient les jeunes du village aux alentours du mont. Les
secouristes du Croissant Rouge palestinien sont intervenus auprès des
blessés par les balles en caoutchouc et les bombes lacrymogènes. Un
enfant de seize ans a reçu une balle réelle dans le dos, un citoyen a
reçu une bombe lacrymogène en plein tête, deux autres avaient des
fractures et des entorses suite à des chutes, alors qu’un secouriste du
Croissant Rouge a reçu une balle en caoutchouc dans la tête.
Des affrontements ont opposé lundi au Chili manifestants
et forces de l’ordre et un bâtiment a été incendié à Santiago, à l’orée
d’un mois de mars où sont prévues plusieurs manifestations. Une
manifestation s’est tenue à Santiago sur la Plaza Italia. A la tombée de
la nuit, des manifestants masqués ont affronté les policiers
anti-émeutes dans les rues adjacentes de cette “Place de la Dignité”,
comme les manifestants ont rebaptisé l’épicentre de la contestation qui
secoue le pays depuis plus de quatre mois. Les affrontements se sont
étendus à d’autres quartiers de la capitale, où des manifestants ont
érigé et brûlé des barricades, bloquant d’importantes avenues, avant
d’être dispersés par la police qui a utilisé des gaz lacrymogènes et des
lances à eau. Des manifestations se sont également produites jusqu’à
l’aube dans d’autres villes du pays comme Valparaiso (centre) et
Concepcion (sud), avec là aussi des affrontements.