sabato 26 luglio 2025

Manifestazione No Tav "C'eravamo, ci siamo, ci saremo!"

Info

Con lo slogan “c’eravamo, ci siamo, ci saremo!” È iniziata l’ampia manifestazione dei No Tav. La marcia è partita Venaus per proseguire per le vie di Susa. Nello stesso momento un altro gruppo si è separato e avvicinato ai cantieri di. Chiomonte e San Didero

L’autostrada Torino-Bardonecchia è stata chiusa all’altezza del cantiere dell’autoporto di San Didero dopo che i manifestanti No Tav, alcune centinaia, secondo quanto si apprende, l’hanno occupata dando fuoco ad alcune masserizie. 

Prosegue intanto il lancio di pietre e bombe carta all’indirizzo delle forze dell’ordine poste a protezione del cantiere. Un container all’interno del cantiere dell’autoporto di San Didero, nei pressi del quale è stata chiusa l’autostrada Torino-Bardonecchia, è andato a fuoco e il fumo è visibile a distanza. Nel frattempo l’altro spezzone del corteo No Tav ha raggiunto il cantiere della Torino-Lione a Chiomonte, dando inizio a una battitura delle recinzione.

Video solidali con la Palestina







26 luglio - Crosetto conferma l’incontro con i militari israeliani: è stato il 23. Questo nero governo complice di genocidio deve essere cacciato...

 ....che questa parola d'ordine risuoni in tutte le manifestazioni di solidarietà con la Resistenza Palestinese,  per la fine del blocco dei viveri, una tregua permanente contro le deportazioni


Sabato Angieri

In Difesa La "smentita" del ministero sulla riunione tra rappresentati dello Stato maggiore e di Tel Aviv fornisce in realtà nuovi elementi


MAXI ATTACCO GIUDIZIARIO A TORINO. GIU' LE MANI DA CHI LOTTA CONTRO GUERRA, GENOCIDIO E GOVERNO!

Riceviamo e pubblichiamo - Diffondere - Massima solidarietà


Nei giorni scorsi ad alcuni giovani attivisti di Torino è stato notificato un faldone di circa 250 pagine che, su richiesta della Questura di Torino, ha avviato un’indagine nei confronti di decine di giovani rispetto ai quali la Procura ha chiesto misure cautelari che vanno dal divieto di dimora, agli arresti domiciliari fino alla custodia cautelare in carcere.

La Questura ricostruisce cortei, iniziative e manifestazioni svoltisi a Torino da ottobre 2023 fino alla manifestazione del 5 ottobre a Roma in un’ottica sovversiva e violenta piuttosto che in un contesto legittimo di rivendicazione sociale e politica, di contestazione e manifestazione del dissenso.

I fatti citati ed incriminati comprendono mobilitazioni ed eventi ampiamente partecipati come quello contro il genocidio in Palestina, denunciando la complicità delle istituzioni italiane, le collaborazioni strette tra università e un regime macchiato di sangue; presidi come quello davanti alla Rai, da tempo riconosciuta per la sua copertura parziale e faziosa delle notizie nonché la difesa di spazi universitari dall’ingresso di collettivi come il FUAN, dichiaratamente neofascisti, sfociata il 5 dicembre 2023 in cariche pesanti contro studenti, studentesse e docenti, così violente da aggredire anche una docente.

Le mobilitazioni a cui si fa riferimento sono, dunque, tutte legittime contestazioni collettive per rivendicare diritti, bisogni ed opporsi a ingiustizie sociali e pubbliche.

Questa linea accusatoria, però, non stupisce, considerato che la recente approvazione del DDl Sicurezza esprime proprio la filosofia securitaria, autoritaria e fortemente repressiva dell’attuale governo che l’ha varato.

Si associa il concetto di pericolosità sociale a chi esprime un dissenso, a chi manifesta per qualsiasi questione e ciò è un fatto molto grave perché il dissenso non è pericoloso, non attenta alla tranquillità pubblica né alla sicurezza pubblica. Se ogni dissenso venisse considerato pericoloso socialmente, dove andremo a finire? Il dissenso rappresenta invece il valore più alto della democrazia, ne incarna il suo aspetto essenziale, criminalizzare la contestazione quindi è un rischio molto grave e questa tendenza di emettere fogli di via, divieti di dimora, multare, sanzionare sono misure sproporzionate ed incongrue rispetto alle azioni che le persone raggiunte da queste misure hanno compiuto ovvero manifestare il proprio pensiero, esprimere le proprie idee, contestare e rivendicare legittimamente i propri diritti. Tutte azioni peraltro costituzionalmente garantite quindi trasformare la disobbedienza civile in qualcosa di illegale è molto preoccupante e uno stato che lo fa attraverso le misure di prevenzione e le misure cautelari è uno stato di polizia e non uno stato democratico.

Gli operai Acciaierie/appalto/indotto vogliono tutto: lavoro, salario, salute sicurezza e un futuro per i propri figli e le masse popolari - Sull'incontro OO.SS/CdF e Enti locali

Questo è assicurato solo dalla piattaforma operaia proposta dallo Slai cobas per il sindacato di classe e si ottiene in lotta reale nei confronti di padroni di stato o privati; contro il governo dei padroni Meloni/Urso e ogni governo dei padroni, le Istituzioni locali che non sono alleate e nè rappresentanti dei lavoratori e delle masse popolari tarantine; contro i sindacati collaborazionisti o le parti sindacali collaborazioniste con padroni, governo e politicanti locali.

Bisogna lottare - senza la lotta niente si può ottenere, con la lotta si può vincere, senza la lotta si è già perso -  fino a risultati concreti e per tutto il tempo necessario 

LA POSIZIONE DELLO SLAI COBAS
In tutta questa questione della situazione futura e attuale dell'ex Ilva, e la mobilitazione ambientalista che ora si è riaperta a Taranto, la massa degli operai non ha alcuna possibilità di farsi sentire. 
Anche le assemblee che sono state fatte in questi giorni, la maggiorparte partecipate e vivaci, gli interventi dei lavoratori non hanno alcuna influenza nei piani sindacali, che su questo imbrogliano dicendo che porteranno a Roma le proposte operaie. 
Ma gli operai Acciaierie, dell'appalto, gli operai in Cigs in Ilva AS sono in realtà il centro di tutto, e sono gli operai che possono e dovrebbero offrire una soluzione generale che risponda ai problemi di salute, inquinamento dei quartieri.
Su questo la deviazione, il freno, è costituito principalmente dalla linea e prassi dei sindacati in fabbrica confederali e Usb.
 
Noi siamo contro questa Aia, contro l'Accordo di programma. Il confronto/scambio su questo con gli Enti locali è sbagliato. 
 
Il Comune ha tutti gli strumenti, di legge, amministrativi, per intervenire in difesa della

venerdì 25 luglio 2025

Val Susa in marcia sabato

SABATO 26/07 – ORE 12 – PRESIDIO NO TAV DI VENAUS – MARCIA AI CANTIERI DELLA DEVASTAZIONE

Sabato 26 luglio ore 12 –  Presidio No Tav di Venaus

MARCIA NO TAV AI CANTIERI DELLA DEVASTAZIONE

In Val di Susa è in corso un’aggressione sistematica al territorio, sotto il segno del Tav e delle grandi opere inutili. A Chiomonte, San Didero, Salbertrand e ora anche a Susa, i cantieri si moltiplicano e si estendono, collegati tra loro da un disegno chiaro: trasformare l’intera valle in un enorme cantiere unico, una zona militarizzata e sacrificabile, da svendere agli interessi delle lobby politico-imprenditoriali.

Nell’ultimo anno ad essere sotto attacco è la piana di Susa con il progetto del deposito di smarino a Traduerivi, nell’area dell’ex pista di guida sicura: una nuova ferita in un territorio già martoriato, dove si dovrebbero riversare milioni di metri cubi di materiale di scavo provenienti dal tunnel di base (ancora

Georges Abdallah è libero e ritorna al suo popolo e alla lotta di liberazione del popolo palestinese e delle masse arabe

Georges Abdallah a été libéré de la prison de Lannemezan à 3h30 devant laquelle, la veille, avait eu lieu une dernière manifestation de soutien. Il a pris place dans un avion à destination du Liban. Georges arrivera à Beyrouth à 14h20 (13h20 heure de Paris/Bruxelles). 

15h20 heure locale: Georges est à l’aéroport de Beyrouth et parle actuellement aux médias. Plusieurs centaines de personnes sont rassemblées devant l’aéroport de Beyrouth pour l’accueillir donc des délégations du FPLP, du Parti Démocratique du Peuple, du Parti communiste Libanais, du Parti social national syrien, du Secours Rouge international, etc.

15h30 heure locale: Georges est sorti de l’aéroport, un keffieh autour du coup et poing levé. Il a salué la foule et a appelé à poursuivre la mobilisation pour la Palestine.

16h30 heure locale: Le convoi de Georges poursuit son chemin vers le Nord du Liban, vers Kobayato où il va y avoir une réception. Le convoi fait plusieurs étapes où, à chaque fois, Georges est salué et accueilli.

Napoli - ancora una strage di operai sul lavoro a napoli - solidarietà alle famiglie -

 “Non avevano imbracatura né dispositivi di protezione”: la dinamica dell’incidente in cui sono morti tre operai a Napoli
Incidente al Rione Alto a Napoli: “Il cestello si è piegato e i tre operai sono caduti per 20 metri”: indagini in corso sulla dinamica dell’incidente e sull’uso di caschi e imbracature. Tra le ipotesi, il cedimento di un perno. Al vaglio anche il sistema di blocco della salita del carrello.  

morti Luigi Romano, Vincenzo Del Grosso e Ciro Pierro
Il cestello elevatore si è piegato all'altezza del sesto piano. I tre operai italiani che erano all'interno sono precipitati nel vuoto per 20 metri. Quando sono arrivati i soccorsi, con l'ambulanza del 118, erano già morti. Il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Questa una prima dinamica dell'incidente sul lavoro avvenuto a Napoli questa mattina, venerdì 25 luglio, alle 9,40 in via San Giacomo dei Capri al Rione Alto, nel quartiere Arenella. Secondo chi è intervenuto per primo, come denunciato dai sindacati degli edili, i tre probabilmente non indossavano i caschi protettivi e non erano nemmeno imbracati, come avrebbero dovuto.

Sul reato "femminicidio" - una prima nota - dal blog femminismorivoluzionario

 Al Senato è stato approvato il disegno di legge che introduce il reato autonomo di femminicidio (art. 577-bis c.p.), punito con l'ergastolo quando l'omicidio di una donna è motivato da odio, dominio, possesso, rifiuto o limitazione della libertà in quanto donna.

Ci riserviamo di commentare punto per punto questo Ddl. 
L'aspetto positivo è indubbiamente il fatto che per la prima viene indicato come reato a sè il femminicidio; questo riconoscimento giuridico era inevitabile a fronte della guerra di bassa intensità quasi quotidiana contro le donne - che non può essere paragonata ad altri omicidi; esso è frutto essenzialmente delle grandi mobilitazioni delle donne, che almeno su questo hanno imposto dopo anni e anni la visione delle donne. 
MA a parte questo, restano forti dubbi anche nel merito, e soprattutto non riteniamo affatto che questo Ddl possa frenare, contrastare i femminicidi. 
La prima questione è che ciò che viene sottolineato come positivo, il fatto che è passato all’unanimità, è invece negativo. 
Questa ipotesi di reato è stata proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio,

Guerra e menzogne: come l’Italia rifornisce Israele

Una utile inchiesta che smaschera il ruolo centrale del governo Meloni nel genocidio nazi/sionista e che mette al centro nel sostegno alla Resistenza del Popolo Palestinese la denuncia e iniziative contro il governo Meloni con le mani sporche del sangue dei gazawi

Giulia Benvegnù. Dopo il 7 ottobre 2023 l'Italia ha esportato verso Israele materiali come cordoni detonanti, nitrato di ammonio e trizio classificandoli come forniture civili e quindi fuori dai controlli della legge 185/1990. Alla luce di questo quanto è ancora efficace quella legge nel garantire trasparenza e controllo democratico sull'export strategico?

Elisa Brunelli. La legge 185 è una legge importante, frutto di lunghe battaglie nate dal basso a seguito anche di una serie di scandali. E questa legge è stata importante perché di fatto è una delle più avanzate in materia e ha anche imposto obblighi di trasparenza e autorizzazione e, in certi casi, anche divieti di

LA SOLIDARIETA' CON LA RESISTENZA PALESTINESE NON E' REATO. GIU' LE MANI DAL 25 APRILE ANTISIONISTA E ANTIFASCISTA DI BERGAMO

                          

 


Perquisizioni e denunce contro la Rete Bergamo per la Palestina, tra questi anche compagni di Proletari Comunisti e Slai Cobas sc, a seguito del corteo per il 25 aprile a Bergamo, una bella e combattiva manifestazione antifascista, palestinese, contro guerra e riarmo. Un’azione repressiva che continua quanto fatto quella mattina da Polizia e Carabinieri, anche con cariche, per isolare e cacciare dal corteo antifascista lo spezzone della Rete Bergamo per la Palestina, a protezione  dell’associazione Italia-Israele nella manifestazione, a fianco dello stato di tipo nazi-sionista di Israele, occupante, genocida, impegnato nella deportazione della popolazione palestinese a difesa degli interessi imperialisti.

Questi tentativi polizieschi, sempre contrastati, sono andati avanti per oltre due ore, fino a quando, una grossa fetta della piazza, antifascista, solidale con la Palestina, quella del ‘tout le monde dèteste la Police’, si è unita alla contestazioni cacciando letteralmente poliziotti e carabinieri dalla manifestazione. 

Ora le perquisizioni e le denunce, parte della crescente repressione del governo fascio imperialista della Meloni, complice del genocidio, militarmente, politicamente, economicamente sostenitore del boia Netanyhau. La repressione non ferma ma alimenta le lotte, il presidio di venerdì 25 in centro a Bergamo è un passo in questa direzione.

sul 25 aprile: https://proletaricomunisti.blogspot.com/2025/04/bergamo-la-polizia-attacca-il-25-aprile.html

Regno Unito, musicisti contro il genocidio a Gaza

Che mille artisti raccolgano questa presa di posizione in tutto il mondo e in Italia

24.07.25 - Redazione Italia

Il 17 luglio, la band britannica Massive Attack ha annunciato sui social media la formazione di un’alleanza di musicisti che si oppone al genocidio in corso a Gaza e agli sforzi sistematici delle organizzazioni filo-israeliane per reprimere le voci critiche verso questo sterminio di massa. All’Ethical Syndicate Palestine si sono uniti anche il musicista veterano Brian Eno, i Kneecap, i Fontaines DC e i Garbage. Nella dichiarazione dei Massive Attack si legge: “Le scene a Gaza sono andate oltre ogni descrizione. Scriviamo come artisti che hanno scelto di usare le nostre piattaforme pubbliche per denunciare il genocidio in atto lì e il ruolo del governo britannico nel facilitarlo.” I Massive Attack continuano spiegando che, a causa delle loro

I mostri sionisti e l'imperialismo devono essere fermati/combattuti -- E' Israele che deve essere cancellata. Palestina libera dal fiume a mare!

 da la stampa

Mentre crescono l'indignazione e gli appelli della comunità internazionale a Israele a fermare il massacro di Gaza, gli Stati Uniti tentano ancora una volta di chiudere un accordo tra lo Stato ebraico e Hamas, nonostante lo stallo nei colloqui che si trascinano da settimane a Doha.

L'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff è arrivato in Sardegna per incontrare il ministro e capo negoziatore israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, Paese mediatore insieme a Usa ed Egitto. Se i colloqui dovessero andare bene, riferiscono diverse fonti, l'inviato di Donald Trump potrebbe poi proseguire per Doha nel fine settimana. Witkoff

giovedì 24 luglio 2025

Ucraina - Zelensky come tutti i reazionari e fascisti vuole magistrati al suo servizio - ma parte la protesta

I proletari e le masse popolari ucraine hanno bisogno di rovesciare Zelensky per lottare contro gli imperialisti USA/NATO/UE e l'imperialismo russo aggressore e invasore.

 E' la sola strada per l'autodeterminazione nazionale e il potere proletario e socialista

proletari comunisti/PCm Italia - luglio 2025 

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Migliaia di persone sono in piazza in diverse città dell’Ucraina, come Kiev, Leopoli, Odessa e Dnipro, per protestare contro il governo Zelensky. 

A innescare la protesta delle piazze è stata l’approvazione in Parlamento di una legge che ha per oggetto l’indipendenza dei due maggiori organi dell’anticorruzione nel Paese. 

La nuova legge sulle agenzie anticorruzione 

La nuova norma prevede infatti che il Nabu (Ufficio nazionale anticorruzione) e la Sapo (Procura specializzata anticorruzione) debbano rispondere al Procuratore generale, ossia una figura politica nominata direttamente dal presidente, perdendo di fatto la necessaria autonomia rispetto all’esecutivo

Speciale 3 ORE 12 - Via il governo Meloni ovunque e sempre

 da Ore12/Controinformazione rossoperaia del 21/07

Tutti solidali con la Palestina, tutti contro il riarmo imperialista, tutti contro il governo Meloni, governo del riarmo, della complicità col genocidio in Palestina! Il governo Meloni è lo stesso governo che all'interno vuole reprimere l'opposizione proletaria e popolare e tutte le manifestazioni di questa opposizione, tutti i movimenti che si muovono in solidarietà con la Palestina contro il riarmo e la guerra, contro la devastazione territoriale, contro il fascismo che riemerge all'ombra di questo governo, contro il razzismo anti-immigrati, contro l'infame detenzione dei detenuti e in particolare la condizione inaccettabile dei prigionieri politici che ancora ci sono nelle carceri del nostro Paese - e ricordiamo in particolare i compagni appartenenti alle Brigate Rosse che hanno mantenuto una posizione di identità e difesa della loro esperienza storica che sono nel 41 bis da anni e anni, seppelliti vivi nel silenzio complice di tutti. Così come ricordiamo i compagni palestinesi detenuti nelle prigioni in Italia, Anan, Ali, Mansur, perché accusati di far parte della Resistenza e per il quale lo Stato di Israele richiede l'estradizione per fargli fare la fine del loro popolo, massacrarli, ucciderli, cancellarli. 

Questo governo è il centro di tutto questo, in continuità con i precedenti governi ma facendo su questi campi ancora peggio dei precedenti, all'insegna di una marcia verso un moderno fascismo, un imperialismo guerrafondaio, un attacco generale agli operai, ai proletari, ai popoli, al popolo su tutti i terreni nel nostro Paese.

Via il governo Meloni è una parola d'ordine che deve essere presente in ogni tipo di movimento, dal movimento sindacale, al movimento contro la guerra, al movimento antirazzista, antifascista, al movimento territoriale, ai movimenti contro gli attacchi alla magistratura, ai movimenti che rivendicano un cambiamento radicale del nostro Paese.

Speciale 2 ORE 12 - Innanzitutto con la Resistenza palestinese, speranza dei senza speranza

 Speciale 2-da Ore12/Controinformazione rossoperaia del 21/07

La guerra genocida condotta dallo Stato sionista di Israele, con il sostegno diretto e indiretto dell'imperialismo americano, con la complicità di tutti i governi dei paesi imperialisti, di tutti i governi reazionari di borghesia asservita nei paesi oppressi dall'imperialismo, in primis americano, ha raggiunto uno stadio senza precedenti.

Le centinaia di morti sotto ogni veste, con tanti bambini, utilizzando la corsa, a volte disperata, del popolo palestinese e delle masse palestinesi agli aiuti umanitari, ha superato ogni livello di crimini di guerra, almeno negli ultimi cinquant'anni. A fronte di questo è necessaria una continuità della mobilitazione proletaria, popolare, antiimperialista in tutto il mondo e nel nostro paese, così come è necessaria ogni forma di pressione contro le istituzioni e tutti gli enti para-istituzionali e associativi che possono fare qualcosa e giocare un ruolo.

Le parole d'ordini generali sono: basta con il genocidio; no alla deportazione del popolo palestinese; cessate il fuoco permanente; massicci e liberi aiuti umanitari alla popolazione distribuiti attraverso le organizzazioni del popolo palestinese, nella prospettiva della cacciata dai Territori occupati dalle truppe sioniste, nella marcia per la “liberazione della Palestina dal fiume al mare”.

In questa generale mobilitazione è fondamentale affermare con chiarezza che il popolo palestinese per liberarsi dall'oppressione sionista genocida dello Stato di Israele deve innanzitutto contare sulle proprie forze, così come sta di fatto facendo.

Contare sulle proprie forze significa contare sulla forza della resistenza. Per questo la denuncia di tutto questo, l'appello e l'azione per metter fine all'orrore senza fine che si consuma a Gaza va rivolta a tutti e tutti coloro che lo fanno giocano un ruolo positivo. Ed è fondamentale per noi comunisti, internazionalisti, proletari avanzati, antiimperialisti e anti sionisti coerenti, considerare come principale il sostegno alla resistenza palestinese.

La resistenza palestinese è il presente, è la prospettiva per il futuro del popolo palestinese.

Il presente perché senza la resistenza il popolo palestinese non esisterebbe e il piano di genocidio e deportazione sarebbe attuato dall'oggi a domani, dato che comunque lo Stato sionista, comunque l'imperialismo conta sulla quinta colonna in seno al popolo palestinese, sia nella striscia di Gaza e ancora più in Cisgiordania, rappresentata dall'autorità governativa, l'ANP, che sempre di più svolge un ruolo di intermediario tra il regime sionista e il suo piano genocida e di deportazione, e il popolo palestinese. Esso è alleato nell'idea, assolutamente da respingere, che cancellando la resistenza palestinese, la lotta armata del popolo palestinese, i palestinesi potranno avere uno Stato, una libertà, dei diritti. Questo è un inganno atroce che fa da sponda a tutti i falsi amici del popolo palestinese, che sono in generale i parlamenti degli stati imperialisti, i regimi asserviti all'imperialismo e gli stessi Stati arabi, che in una maniera o nell'altra, con profonde contraddizioni anche al loro interno, alla fine a questa soluzione accedono o accederebbero.

Servono manifestazioni in cui si affermi chiaro che il futuro della Palestina dipende dal popolo palestinese e il futuro del popolo palestinese dipende dalla forza della sua resistenza.

Sempre più si impone come unica strada la resistenza; non per una pura difesa dagli attacchi genocidi, massacratori e criminali del popolo condotti dal Stato sionista e dalle sue forze armate, ma secondo una strategia e una tattica capaci di fare il tesoro delle esperienze passate e future e che riescano a ricostruire la forza della resistenza su basi rinnovate e più avanzate di quelle che pur eroicamente si attuano attualmente. Ed è l'eterna e irrinunciabile via della guerra di popolo di lunga durata, applicata a una realtà assolutamente anomala e particolare come quella della Palestina oggi.

In questo senso noi vogliamo che nelle prossime manifestazioni sia forte il sostegno alla resistenza palestinese e che ogni ambiguità si rompa su questo. Non è sempre necessario che tutte le forze agiscano insieme, in cui numericamente certamente i numeri crescono, ma vengono appiattite alla sola denuncia del genocidio e delle drammatiche condizioni di vita del popolo palestinese. Serve che si levi netta e chiara la voce della resistenza, sia direttamente attraverso le organizzazioni palestinesi che anche in un paese come il nostro, comunque ad essa si rifanno, sia attraverso il fatto che tutte le forze proletarie, comuniste, realmente antimperialiste e solidali diano voce alla resistenza. “Voce alla resistenza” significa voce ai suoi comunicati, alla sua azione, alle sue motivazioni con cui conduce la sua battaglia anche tattica per fermare il genocidio, ottenere il cessate il fuoco, trattare in forme necessarie gli aiuti umanitari indispensabili a questo stadio dello scontro.

In questo senso sono ambigue tante forze che pure si muovono sul nostro campo.

Non solo tutto lo schieramento dei partiti parlamentari d'opposizione e parte del movimento pacifista e solidale di carattere istituzionale e associazionistico, ma soprattutto nel campo delle forze coerenti il problema vero che abbiamo oggi è di coalizzare e far agire - come un tutt’ unico all'interno del movimento più generale, quindi non con un altro movimento - la piena solidarietà e voce alla resistenza palestinese che è all'interno della piena solidarietà e voce a tutte le resistenze che si sviluppano innanzitutto nei paesi oppressi dall'imperialismo contro i governi asserviti all'imperialismo - pensiamo a quello che succede in India, a cui dedicheremo uno speciale, perchè si annuncia una settimana internazionale chiamata “onore ai martiri della rivoluzione/basta con l'operazione repressiva e genocida Kagaar/sostegno alla guerra di popolo in questo grande paese che è l'India”, ma ciò vale in tutti i territori del mondo e in tutti i paesi del mondo dove si lotta e resiste.

MILANO 26 LUGLIO CORTEO PALESTINA: ORA PIU' CHE MAI, FERMARE IL GENOCIDIO - CON LA RESISTENZA PALESTINESE - CONTRO IL GOVERNO MELONI COMPLICE

SABATO 26/07 CORTEO a MILANO- NO AL RAZZISMO FERMIAMO IL GENOCIDIO PALESTINESE

Speciale 1 ORE 12 - La guerra dei dazi

 Speciale da ORE12/Controinformazione rossoperaia (post audio del 19 luglio)

Si rende necessario fare il punto sulla situazione internazionale e nazionale in maniera che ci possiamo orientare come proletari e comunisti ed agire di conseguenza.

Partiamo dalla questione dei dazi. 

La guerra dei dazi è, da un lato, una delle forme della guerra commerciale che prepara la guerra militare e dall'altro essa è originata dalla crisi economica mondiale che attraversa il sistema imperialista e che produce la tendenza a una nuova guerra imperialista.

Il primo problema che abbiamo è quello di non guardare le cose dalle vicende giornaliere, dato che da un lato la presidenza Trump agisce secondo una logica di stop and go, di alzare il tiro per arrivare a trattative e portare a casa i risultati possibili, dall'altro, le altre potenze imperialiste, le altre economie imperialiste, tutto vogliono tranne accentuare questa guerra, che nell'attuale quadro dei rapporti di forza e delle condizioni generali, sicuramente alimenta le contraddizioni tra di esse senza portare a risultati positivi per nessuna di esse.

In questo senso però vanno smontate alcuni assunti fondamentali.

Innanzitutto gli argomenti che utilizza Trump per sviluppare questa guerra dei dazi. Trump dice che l'economia americana è sfruttata e danneggiata dalle altre economie imperialiste in primo luogo e più in generale dall'intero sistema dei rapporti economici che regolano l'imperialismo americano con gli altri paesi del mondo, dato che Trump, come si vede, conduce questa campagna dei dazi contro tutti in maniera indiscriminata, alleati, potenziali alleati, nemici, potenziali nemici.

Trump descrive un mondo alla rovescia. E' l'imperialismo americano dentro il sistema imperialista in generale che ha fatto profitto dal suo ruolo nel mondo nei confronti innanzitutto dei paesi e dei popoli oppressi dall'imperialismo e, in misura rilevante, dal ruolo di dominio che ha nei confronti delle altre potenze imperialiste europee, asiatiche, per non parlare delle altre potenze con cui l'imperialismo americano si misura, la Russia, la Cina.

Il sistema imperialista è un sistema di rapina a favore del più grande ed è la fase suprema del capitalismo che sempre vede i capitalisti farsi la guerra tra di loro, e il capitalismo che riesce, sia a suo interno sia a livello internazionale, a tenere bassi i costi e ad avere un grado di potenza economica, di organizzazione economica del sistema mondiale, del mercato mondiale che sia a suo vantaggio, domina sugli altri.

Come avviene all'interno di ciascun paese in cui il grande capitale, le grandi industrie, la grande finanza traggono vantaggi maggiori in termini di profitto e dominio economico e politico rispetto al medio e piccolo capitale; di conseguenza, tutto l’insieme dell'economia in qualche maniera sembra favorire il formarsi dei profitti dei grandi capitalisti, dei grandi finanzieri.

Così avviene nel sistema mondiale, quindi è falso che l'imperialismo americano e l'economia americana

GENOVA: VENERDI 25 LUGLIO PORTUALI IN PRESIDIO PER DICHIARARE LA CITTA’ ZONA OFF LIMITS PER LE NAVI DA GUERRA ISRAELIANE

“Dopo aver assistito al blocco da parte dei portuali del sindacato Enedep/Pame del Pireo allo scarico di acciaio destinato all’uso di guerra dalla nave Cosco Pisces diretta in Israele, abbiamo appreso che la stessa nave è diretta ai porti de La Spezia prima, dove è prevista arrivare il 25 luglio prossimo, e successivamente a Genova, per poi continuare il suo viaggio in altri porti del mediterraneo. Sulla base di queste informazioni disponibili, che oramai si poggiano su una rete di solidarietà tra portuali sempre più attiva in tutto il mediterraneo, stiamo monitorando costantemente le possibili attività della nave”.

Cosi’ i portuali genovesi che annunciano che nel caso ci dovessero essere attivita’ di scarico e carico di materiale bellico nei due porti liguri sara’ dichiarato immediatamente uno sciopero coerentemente con i principi del manifesto “Il lavoro ripudia la guerra”, preparato insieme a Ceing e sottoscritto in queste ore da molte associazioni, costituzionalisti, giuristi, avvocati ed esponenti di movimenti per la pace.

La mattina del 25 luglio saranno comunque in presidio davanti la sede del Comune di Genova alle ore 9.00 in via Garibaldi.: “Il nostro porto deve essere dichiarato off limits per le navi dirette o provenienti da Israele, affiancandoci in questa battaglia di pace e di civiltà contro il genocidio in Palestina, così come per qualsiasi altro luogo di guerra”.

Palestina a Taranto locandina all'Acciaierie/appalto per la manifestazione di sabato 26

Stellantis/Iveco tra riconversione bellica (Leonardo) e cessione al gruppo indiano Tata - info

Il rebus Iveco tra il futuro della Difesa e le mire indiane

Iveco è in vendita: Exor ha deciso di aprire le trattative per la cessione di uno dei suoi principali asset, l’azienda leader in Italia per la produzione di veicoli commerciali e furgoni che negli anni ha rappresentato un perno importante degli affari del gruppo guidato da John Elkann.

Gli scenari per la vendita di Iveco

Si parla di una trattativa col gruppo indiano Tata Motors: “Exor starebbe valutando la cessione della propria quota di controllo (pari al 27,1% del capitale e al 43,1% dei diritti di voto) alla società indiana interessata ad acquisire l’intero perimetro industriale del gruppo, escludendo però la divisione militare”, nota Industria Italiana. Secondo la testata diretta da Filippo Astone si tratta di “un’operazione che potrebbe ridisegnare gli equilibri del settore automotive europeo e riaccende le preoccupazioni politiche e sindacali su un’altra possibile dismissione industriale a favore di gruppi stranieri”.

Indipendente dopo la scissione da Cnh Industrial sotto la galassia Agnelli-Elkann dal 2022, Iveco è un’azienda sana che, nonostante un primo trimestre difficile (-42% dell’utile netto) non ha mai mancato di generare flussi di cassa positivi: dal 2021 ad oggi ha generato oltre 2,2 miliardi di euro di utili operativi e poco meno di 1,5 miliardi di utile netto risultando inoltre capace di garantire la continuità dell’industria motoristica italiana in un contesto di elevata criticità per Stellantis.

Iveco è dunque un’azienda che si porta alle spalle anni di espansione delle capacità produttive e nonostante un difficile inizio di 2025 gioca un ruolo importante nell’industria italiana. La decisione di alienarla da parte di Exor non è una novità: già nel 2019 Elkann valutava la vendita ai cinesi di Faw. Oggi, la scelta di cederla può rientrare nell’ottica di un generale riassetto della galassia Exor, che vuole ridurre a livello generale il peso della manifattura di veicoli nel quadro di una generale transizione verso un ruolo crescente nella tecnologia, nelle scienze della vita, nell’investimento in venture capital.

Il nodo difesa

Va da sé che questo implica una grande attenzione per il futuro della divisione difesa del gruppo, Iveco Defense Vehicles (Idv), che tra Bolzano, Piacenza e il Brasile ha numerose importanti attività e la cui vendita sarà scorporata, nel caso, dalla cessione della casa madre.

Ad oggi, Idv è nel mirino di un consorzio formato da Leonardo e dalla tedesca Rheinmetall, del produttore di mezzi militari franco-tedesco Knds e dal ceco Czechoslovak Group. Bloomberg ha stimato in quasi 1,9 miliardi di euro il valore dato al gruppo. La sensazione è che la vendita di Iveco possa essere colta al balzo da Elkann per piazzare nel migliore dei modi l’asset sfruttando la corsa al riarmo e l’attenzione industriale che lo circonda. Resta, in ogni caso, tracciato un trend: il disaccoppiamento tra gli Agnelli-Elkann ed Exor da un lato e il settore motoristico dall’altro appare tracciato. E qualsiasi analisi sui piani di rilancio dell’auto italiana di cui si parla non può non tenere conto di dinamiche di cui Iveco è una manifestazione.

Nelle mobilitazioni per la Palestina - massima denuncia e mobilitazione contro il governo Meloni/Salvini complice del genocidio in atto

Salvini riceve il Premio Italia-Israele alla Camera ma tace sui raid a Gaza: polemiche in Parlamento
Il conferimento del Premio Italia-Israele 2025 a Matteo Salvini, avvenuto nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, ha scatenato una dura reazione da parte di Pd, M5s e Avs. L’onorificenza, concessa mentre a Gaza si continua a morire sotto le bombe, viene definita da più parti come un atto di complicità con un governo responsabile di gravi crimini umanitari.

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Appello dalla Palestina per le mobilitazioni di questo fine settimana

Hamas🇵🇸🫂 Chiediamo il più ampio movimento popolare in tutte le capitali e città del mondo venerdì, sabato e domenica per rompere l'assedio e porre fine alla carestia a Gaza.

- Chiediamo manifestazioni e sit-in davanti alle ambasciate dell'occupazione e alle ambasciate americane in tutto il mondo per fermare il crimine della fame a Gaza.
- Ciò che sta accadendo a Gaza è un momento di svolta nella coscienza umana, per sostenere Gaza e porre fine alla guerra di sterminio e fame.

mercoledì 23 luglio 2025

India - meetings memorials e sciopero in 6 regioni indetti dal PCI(Maoista) / settimana internazionale per i martiri della rivoluzione indiana 28 luglio/3 agosto

CPI (Maoist) memorial meetings july 20 to august 3 - Bandh 3 august in six regions - international martyrs'week 28July/3 august ICSPWI

CPI (Maoist) eastern regional bureau calls for shutdown; memorial events honouring 'fallen leaders' 

 

Patna, July 20 (IANS) The Eastern Regional Bureau of the Communist Party of India (Maoist) has announced a bandh (shutdown) across Bihar, Jharkhand, Chhattisgarh, Uttar Pradesh, West Bengal, and Assam on August 3 in protest against the Centre's Operation Black Forest, also known as Operation Kagar, to eliminate Maoists.

It has released a pamphlet commemorating the death of senior party leaders, including General Secretary and Politburo member Comrade Basavaraj (Nambala Keshav Rao), and Politburo member Comrade Vivek (Karm), urging widespread mobilisation across several Indian states.

The document serves both as an obituary and a clarion call, glorifying the "sacrifices" of 27 cadre members killed in recent encounters and labelling them as "martyrs" of the revolution.

Central to the message is a condemnation of Operation Kagar, described by the Bureau as a "fascist

“Mille morti per il cibo”: l’Onu denuncia la trappola degli aiuti - I dati Ufficio Stampa Governativo – Striscia di Gaza – Palestina

Continuano i raid su Deir al Balah, irruzione dell’esercito nella sede dell’Oms. Bombe su una tendopoli: 14 vittime

L’Ufficio Stampa Governativo pubblica un aggiornamento sulle principali statistiche della guerra di genocidio condotta dall’occupazione “israeliana” sulla Striscia di Gaza fino al 650° giorno – da sabato 7 ottobre 2023 a venerdì 18 luglio 2025

Primo: Dati demografici e contesto generale

 +2,4 milioni di persone nella Striscia di Gaza sono sottoposte a genocidio, fame e pulizia etnica.

650 giorni di genocidio e pulizia etnica contro i civili nella Striscia di Gaza.

 +88% la percentuale di distruzione totale causata dall’occupazione nella Striscia di Gaza.

+62 miliardi di dollari le perdite dirette iniziali dovute al genocidio.

77% dell’area della Striscia di Gaza è sotto il controllo dell’occupazione tramite invasione, fuoco e sfollamento forzato.

63 volte l’occupazione ha bombardato la zona di Al-Mawasi, che definisce “sicura”.

125.000 tonnellate di esplosivi lanciati dall’occupazione sulla Striscia di Gaza.

🩸 Secondo: Martiri, dispersi e massacri

67.880 il numero totale di martiri e dispersi dall’inizio del genocidio.

58.380 i martiri registrati negli ospedali dall’inizio del genocidio.

9.500 dispersi, alcuni ancora sotto le macerie, altri con destino sconosciuto.

+19.000 bambini martiri, di cui +18.000 arrivati negli ospedali. 

+12.500 donne martiri, di cui 9.497 arrivate negli ospedali.

8.150 madri martiri.

953 bambini martiri sotto l’anno di età.

400 neonati nati e uccisi durante la guerra di genocidio.

1.590 membri del personale medico uccisi dall’occupazione “israeliana”.

122 membri della protezione civile uccisi dall’occupazione.

228 giornalisti uccisi dall’occupazione.

171 dipendenti municipali uccisi, tra cui 4 sindaci.

777 agenti di polizia e addetti alla sicurezza degli aiuti uccisi.

38.000 famiglie colpite dai massacri dell’occupazione.

2.613 famiglie interamente sterminate (per un totale di 7.563 martiri).

5.943 famiglie decimate, con un solo sopravvissuto (per un totale di 11.901 martiri).

+60% dei martiri sono bambini, donne e anziani.

68 bambini martiri per malnutrizione.

41% dei pazienti renali morti per mancanza di cure e nutrizione.

"gli operai lottano... ogni tanto vincono" sostiene Marx - Forlì: Bloccano la produzione e riottengono il lavoro:


Ci sono voluti 17 giorni di presidio. Diciassette giorni accampati davanti ai cancelli della loro azienda, sdraiati sull’asfalto sotto il sole torrido di luglio per impedire ai camion di entrare e uscire dallo stabilimento, bloccando di fatto la produzione. La polizia è intervenuta più volte per tentare di sgomberarli, mandando alcuni di loro all’ospedale. Ma alla fine ce l’hanno fatta: i 40 lavoratori della Sofalegname di Forlì hanno riottenuto il proprio posto di lavoro.

Domenica è stato firmato in Prefettura l’accordo con l’azienda, che prevede il blocco dei licenziamenti per sei mesi, l’attivazione di un contratto di solidarietà e l’impegno della ditta a risanare e rilanciare il sito produttivo.

Tutto era cominciato con la decisione di Gruppo 8 – colosso della produzione di divani e leader nel distretto dell’imbottito forlivese – di interrompere la collaborazione con la Sofalegname, a cui aveva affidato lavorazioni in subappalto. Una scelta che ha di fatto cancellato in un colpo solo i posti di lavoro per i 40 operai, in larga parte pakistani, che avevano lasciato Prato per trasferirsi in Romagna proprio per lavorare nello stabilimento.

Erano abituati a turni massacranti: 12 ore al giorno, sei giorni a settimana, stipendi ben al di sotto del minimo sindacale e sistemazione notturna improvvisata nello stesso magazzino in cui lavoravano. A dicembre, dopo una settimana di sciopero al gelo, erano riusciti a ottenere condizioni più dignitose: turni da otto ore per cinque giorni, un contratto stabile e una sistemazione temporanea in albergo. Ma quella parentesi è durata poco. Appena ultimate le ultime consegne, l’azienda li ha licenziati in blocco.

Secondo quanto riferito da Sarah Caudiero, del sindacato Su

Settimana internazionale dei martiri della rivoluzione indiana - adesioni info/csgpindia@gmail.com


 

martedì 22 luglio 2025

Guerra interimperialista - Ucraina - Riaffermiamo la posizione dei comunisti - Dall'opuscolo "Guerra imperialista e proletari"

"...Nella fase imperialista, nelle guerre inter imperialiste, nei paesi imperialisti impegnati in guerre di aggressione verso i popoli oppressi, parlare di "guerra difensiva o di difesa della patria costituirebbe una falsificazione storica e solo un inganno del popolo semplice da parte dei padroni... La borghesia imperialista del nostro tempo inganna i popoli servendosi dell’ideologia nazionale e del concetto di difesa della patria".

L'affermazione di Lenin è quanto mai opportuna nell'esame della guerra in corso in Ucraina.

Essa inevitabilmente produce gli effetti, sulle masse ucraine, comprese le masse del Donbass,  e sui soldati russi e ucraini mandati al macello, esattamente descritti da Lenin nella definizione di "barbari e bestiali". Gli orrori che ci vengono ogni giorno raccontati, pur essendo molto spesso volutamente amplificati e utilizzati come propaganda di guerra dalla stampa dei paesi imperialisti Usa Nato/Europa, Italia compresa, e, dall'altra parte, dall'informazione truccata dell'imperialismo russo a guida Putin, si muovono appunto dentro la logica di cose "barbare e bestiali" e di crimini contro l'umanità. Mentre gli imperialisti considerano crimini solo quelli dell'altra parte e inneggiano alla libertà, alla democrazia o all'autodeterminazione dei popoli, che toglierebbe alle barbarie della guerra, in particolare contro le popolazioni civili o contro soldati mandati al macello, il loro carattere di crimini. 

Da questa propaganda di guerra sono solo i comunisti coerentemente, rappresentanti dei proletari e delle classi oppresse di entrambi i campi e internazionalisti autentici, che si sottraggono e che anzi "usano" questi crimini per denunciare imperialisti e regimi reazionari come responsabili e indicano i loro Stati e governi da rovesciare come condizione necessaria per mettere fine a questo orrore quotidiano.

E' questo che distingue i comunisti dai pacifisti borghesi, dai nazionalisti. I comunisti operano per intensificare la lotta di classe all'interno, in questo caso, sia dell'Ucraina, sia all'interno dei paesi imperialisti di cui il regime ucraino è pedina, sia all'interno del Donbass e della Russia che invade.

E' questa la condizione necessaria perchè avanzi la fine di questa guerra, come evidentemente è la condizione necessaria a livello internazionale per mettere fine alle guerre ed edificare il socialismo.

In questo senso la guerra civile in Ucraina, in Russia, all'interno di tutti i paesi imperialisti, Italia compresa, sarebbe progressiva, necessaria e giusta, ed è l'unica prospettiva per cui i comunisti e i proletari d'avanguardia devono lavorare.

Naturalmente è importante che questa lotta dei comunisti si basi su un approfondimento dettagliato delle particolarità storiche di questa guerra, così come della particolarità storica, per quanto riguarda il nostro paese, del tipo di ruolo e azione che in questa guerra svolge l'Italia imperialista. Perchè da questo dipende l'azione tattica e strategica della lotta contro il nostro imperialismo, il nostro Stato, il nostro governo..."

lunedì 21 luglio 2025

ONORE AI FIGLI DELLA RESISTENZA! ONORE E VITA ALLA RESISTENZA PALESTINESE!

🇵🇸
🇵🇸
Comunicato stampa rilasciato dalle organizzazioni della Resistenza
 
"in merito alla guerra di fame e genocidio contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza
Le fazioni palestinesi seguono con profonda preoccupazione e diffusa mobilitazione popolare il sistematico crimine di genocidio perpetrato contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza. Questo crimine si incarna nella guerra di fame, nei bombardamenti estesi e nel blocco totale, perpetrati dal governo di occupazione sionista guidato dal criminale Netanyahu, con il diretto e palese sostegno dell'amministrazione statunitense, la vergognosa complicità internazionale e il sospettoso silenzio dell'Unione Europea e di altre istituzioni della comunità internazionale.
Il nostro popolo sta entrando nel suo 22° mese di lotta contro questa guerra aperta e totale, che è andata oltre i bombardamenti, le uccisioni e la distruzione, includendo il ricorso alla fame e al blocco sanitario e umanitario attraverso la deliberata negazione di cibo e aiuti medici, in un disperato tentativo di soggiogarlo e spezzarne la volontà.
Ciò a cui è sottoposta la Striscia di Gaza costituisce un crimine di guerra ai sensi del diritto e delle norme internazionali, e un crimine contro l'umanità a tutti gli effetti, che supera per brutalità, criminalità e sadismo i crimini del nazismo e del fascismo. Di fronte a questi crimini in corso, affermiamo quanto segue:
1. Riteniamo il criminale di guerra Netanyahu e il suo governo fascista pienamente responsabili delle politiche di genocidio e fame che stanno conducendo contro oltre due milioni di palestinesi. Questo crimine organizzato costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario e delle Convenzioni di Ginevra.
2. Riteniamo l'amministrazione statunitense, in quanto principale partner e sponsor del governo criminale di Netanyahu, pienamente responsabile della continuazione di questa brutale aggressione e del fallimento del processo negoziale dovuto alla mancanza di una seria pressione sul governo occupante affinché ponga fine ai suoi crimini.
3. Denunciamo il sospetto silenzio internazionale, in particolare quello dell'Unione Europea, e consideriamo l'inazione delle Nazioni Unite e della comunità internazionale nell'incoraggiare l'occupazione a continuare i suoi crimini contro il nostro popolo assediato nella Striscia di Gaza.
4. Affermiamo che questi crimini rivelano chiaramente le intenzioni del governo occupante, che non cerca la calma o un accordo, ma piuttosto mira a svuotare il territorio e imporre un piano di genocidio e di espulsione forzata.
5. Avvertiamo che il proseguimento di questo approccio potrebbe avere un impatto negativo sul processo negoziale e aprire la porta alla possibilità di un'escalation, ritenendo responsabili il governo israeliano e i paesi che lo sostengono.
6. Invitiamo le masse del nostro popolo palestinese, ovunque si trovino, le nostre nazioni arabe e islamiche e i popoli liberi del mondo a intensificare i loro sforzi ed esercitare una massiccia pressione popolare, politica e mediatica per fermare questo crimine in corso, porre fine all'ingiusto assedio e smantellare il progetto genocida attuato dallo stato occupante con il sostegno americano e l'inazione internazionale.
7. Invitiamo tutti coloro che sono solidali con il nostro popolo palestinese in tutto il mondo a intensificare il loro movimento e a unire i loro sforzi per fare pressione sui loro governi affinché cessino il loro sostegno e la loro complicità con il governo fascista di Netanyahu, e a lavorare per porre fine alle politiche di genocidio e fame praticate contro il nostro popolo, e per ottenere giustizia e libertà per la Palestina.
8. Di fronte a questa tragica scena, rinnoviamo il nostro impegno con le masse del nostro popolo: pur sentendo il vostro dolore e la vostra sofferenza, continueremo i nostri sforzi per porvi fine e perseguiremo l'opzione di una resistenza globale finché l'assedio non sarà spezzato, l'aggressione non sarà fermata e gli obiettivi del nostro popolo di liberazione, ritorno e indipendenza non saranno raggiunti.

Movimento di Resistenza Islamico Hamas
Movimento Jihad Islamico in Palestina
Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina
Iniziativa Nazionale Palestinese
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - Comando Generale

20 luglio 2025

ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Speciale 2 - Innanzitutto con la Resistenza palestinese, speranza dei senza speranza - Via il governo Meloni ovunque e sempre

Innanzitutto con la Resistenza palestinese, speranza dei senza speranza

Via il governo Meloni ovunque e sempre

Con la resistenza palestinese - un discorso in diretta del portavoce delle Brigate Al-Qassam, Abu Obaida

Sono passati quattro mesi da quando il nemico ha ripreso la sua aggressione dopo aver rotto i trattati e rinnegato l’accordo fatto con la resistenza. Il nemico è tornato per cercare la sua presunta vittoria, per continuare il suo sadismo contro civili e bambini, e per praticare il passatempo delle sue bande nella distruzione sistematica di quartieri e città

Negli ultimi mesi, abbiamo causato la morte o il ferimento di centinaia di soldati nemici, e migliaia che soffrono di malattie psicologiche e traumi. I nostri combattenti sorprendono il nemico con nuove tattiche e metodi dopo aver appreso lezioni dalla guerra e dal confronto più lunghi nella storia del nostro popolo

La guerra è stata riassunta dalla fermezza della resistenza, dalla pazienza del nostro popolo e dalla vergogna e disonore dell’occupazione. Il nemico ha annunciato l’operazione “Carri di Gedeone”, che non somiglia a nient’altro che alle pratiche di bande sporche e codarde.

Il nostro nemico è fornito dalle forze ingiuste più potenti del mondo con convogli non-stop di armi e munizioni.

I regimi e le forze della nostra nazione stanno osservando i loro fratelli nella terra di Rabat, uccidendo decine di migliaia di persone, morendo di fame e negando acqua e medicine

Il tradimento dei leader della nazione islamica e araba, le sue élite e gli scienziati è gravato dal sangue di decine di migliaia di persone innocenti che hanno fallito il loro obiettivo.

Il nemico non avrebbe commesso il genocidio al sentire e alla vista dei leader della nazione a meno che non si assicurasse la punizione e tacesse e comprasse la delusione.

Non esentiamo nessuno dalla responsabilità di sanguinare sangue e non escludiamo chiunque abbia la capacità di muoversi secondo la sua capacità e influenza.

I nostri mujaheddin hanno cercato nelle ultime settimane di effettuare diverse operazioni per catturare i soldati sionisti.

La resistenza di Gaza è la più grande scuola militare per la resistenza di un popolo contro i suoi occupanti nella storia contemporanea.

I nostri mujaheddin nelle fazioni della resistenza sono pronti a continuare una lunga battaglia di logoramento contro le forze di occupazione. La strategia della leadership di Al-Qassam in questa fase è quella di infliggere un massacro al nemico, effettuare operazioni qualitative e cercare di catturare soldati.

Se il governo terrorista nemico sceglie di continuare la guerra di sterminio, decide di continuare a ricevere i funerali di soldati e ufficiali.

Mandiamo saluti ai nostri fratelli in Yemen che hanno costretto il nemico ad affrontare un fronte che ha dimostrato il caso contro il sottomesso.

Il criminale di guerra Netanyahu e i suoi ministri hanno rifiutato ciò che abbiamo offerto, ed è diventato chiaro per noi che non si preoccupano dei prigionieri poiché sono soldati.


Il governo Meloni usa il decreto Ilva per attaccare i diritti di tutti i lavoratori in Italia

da fanpage

Una nuova norma al decreto Ilva, proposta dal relatore di Fratelli d’Italia, punta a restringere i tempi per far valere i crediti da lavoro, a limitare il diritto a una retribuzione dignitosa e a indebolire il ruolo della magistratura nel garantire la giustizia sociale.

L’articolo 9-bis riguarda "Termini di prescrizione e di decadenza in materia di crediti di lavoro e determinazione giudiziale della retribuzione dei lavoratori".

Al di là dei tecnicismi, significa scardinare due tutele fondamentali: la possibilità per i lavoratori di far valere i propri diritti senza temere ritorsioni durante il rapporto di lavoro e quella di ottenere in giudizio una paga dignitosa. In assenza di interventi sul salario minimo legale, affossati anche da questo governo, la prospettiva di portare davanti al giudice la propria busta paga, e di ottenere così una condanna al pagamento del giusto salario e delle differenze retributive, resta l'unico baluardo per chi viene sfruttato e sottopagato.

Anche questa tutela residua è troppo per la destra al governo, che intende anticipare la decorrenza della prescrizione, imporre nuovi obblighi giudiziali a pena decadenza e persino impedire ai tribunali di dare tutela in caso di retribuzioni troppo basse, limitando le ipotesi di intervento e addirittura vietando di condannare il datore di lavoro al pagamento degli arretrati, anche di fronte a una retribuzione insufficiente.

La proposta è potenzialmente incostituzionale e sicuramente dannosa per chi lavora: vediamo nel dettaglio perché.

Da quando decorre la prescrizione? Governo contro Cassazione

Il primo comma riguarda la prescrizione dei crediti da lavoro. Il termine di prescrizione è il tempo entro