sabato 4 gennaio 2025

Con la resistenza palestinese, guerra di popolo fino alla vittoria

Popcorn, zucchero filato e massaggi. All’interno del nuovo ‘resort’ dell’esercito israeliano nel nord di Gaza

 mentre a Gaza i bambini muoiono di fame e sotto le bombe dei nazi/sionisti, tra un massacro e l'altro questi barbara feccia si rilassa per ripartire nel genocidio

Un nuovo rapporto dell’organo di informazione israeliano Ynet rivela un quadro inquietante: mentre i palestinesi nel nord di Gaza rischiano di morire di fame e di essere sterminati, è stato creato un vicino ‘resort’ per i soldati israeliani, che possono rilassarsi e distendersi tra un intervento e l’altro.

Fonte: English version

di Jonathan Ofir, 

Immagine di copertina: Accanto a una macchina per popcorn soldati israeliani preparano zucchero filato all’interno di un ‘resort’ dell’esercito per i soldati nel nord di Gaza. (Via Ynet News)

Mentre le organizzazioni per i diritti umani accumulano rapporti sul genocidio commesso da Israele a Gaza, la società israeliana sta costruendo un muro di negazione che la separa dalla catastrofica realtà di Gaza. Niente è più eloquente di un nuovo reportage su un impianto di desalinizzazione dell’acqua di mare che funge da ‘resort’ per l’esercito israeliano a Gaza. Lunedì, il sito web israeliano Ynet ha pubblicato un articolo in ebraico del suo corrispondente militare Yoav Zeitoun, intitolato “Impianto di desalinizzazione e luogo di villeggiatura con caffè. Documentazione: Ecco come l’IDF [esercito israeliano] si sta preparando per una permanenza prolungata a Gaza”. Zeitoun, che è stato integrato nell’esercito, ha visitato il resort che si trova vicino alla spiaggia nella parte occidentale di Gaza nord. Sebbene non sia stata rivelata l’esatta ubicazione del ‘resort’, Zeitoun ha menzionato Jabalia – l’area a nord di Gaza dove Israele ha lanciato una brutale campagna di pulizia etnica negli ultimi mesi – come zona vicina. Foto e video rivelano l’interno di questo nuovo ‘resort’ per soldati: macchine per popcorn accanto a un distributore di zucchero filato, videogiochi per PlayStation, una sala con una colazione “da hotel” e carne alla griglia. Da un’altra parte, un fisioterapista fa persino dei massaggi.

Controllo della realtà

SABATO 4 GENNAIO 2025 65° sabato di mobilitazione a Milano in solidarietà al popolo palestinese e alla sua Resistenza

CORTEO organizzato dalle associazioni palestinesi
     Ore 15:00 MM Sesto Rondò 
(Via Casiraghi Sesto san Giovanni)       
 
       .... sono più di 200 i giornalisti giustiziati dal regime sionista israeliano proprio per evitare che siano testimonianza diretta del genocidio in corso. Segnaliamo che le prigioni iraniane sono certamente terribili e anche fredde,  come ben minuziosamente descritto dai solerti media nazionali, ma non sono niente in confronto al regime di detenzione dei lager sionisti, come Sde Teiran, in cui proprio in questi giorni è morto il 50esimo ostaggio palestinese per le torture ricevute e per la mancanza di cure mediche. Ma di questi non parla nessuno.

Pubblichiamo il testo del centro sociale Vittoria perchè lo condividiamo in gran parte - proletari comunisti

Che belle parole presidente Mattarella!

La ringraziamo per avere dispensato a piene mani la sua saggezza democristiana e manifestato pienamente il suo ruolo di coscienza democratica nazional-popolare del bel paese. La rassicuriamo, lei è riuscito nel suo intento di piacere a tutti gli schieramenti politici senza alcun minimo distinguo. Abbiamo ascoltato il suo discorso di fine anno e abbiamo ammirato  la sua onestà intellettuale, la sua umanità, il suo soppesare le parole, la sua oggettiva ricostruzione della tragedia delle guerre nel mondo e le sue equanimi e disinteressate parole delle quali ci permettiamo una sintesi... gira notizia che sia morto un bambino per il freddo a Gaza mentre in Ucraina i bambini muoiono perché le bombe russe distruggono le centrali energetiche...

Così abbiamo scoperto che a Gaza si muore per colpa del freddo mentre la cattiva anzi pessima Russia, nemica giurata del pacifico occidente, ammazza i bambini ucraini...

Egregio sig. presidente Mattarella, questa sua esternazione, cosi evidentemente sbilanciata, si commenta da sola e approfittiamo anche per ricordarle che l'antifascismo non è una lapide impolverata a cui portare una corona "alla memoria", ma una scelta di

giovedì 2 gennaio 2025

Messaggi da proletari e proletarie che affrontano il nuovo anno con un maggiore impegno

Da  un lavoratore precario di Palermo
"stringiamoci attorno agli operai Portovesme, Stellantis... Dire basta a questo governo" --  In questo inizio di anno stringiamoci attorno agli operai di Portovesme, la Portovesme srl è un’azienda che produce zinco in Sardegna e in maniera schifosa hanno deciso di chiudere dando la colpa a problemi tecnici ed economici tra cui l’aumento del costo dell’energia. Non è accettabile che le aziende si svegliano la mattina e i padroni buttano in mezzo a una strada decine di famiglie; la crisi esiste e ne siamo consapevoli ma condanniamo in maniera ferma le decisioni prese dai padroni che sfruttano gli operai fino a quando gli serve e poi li buttano via come niente. 
In questo inizio di anno stringiamoci a tutti gli operai che sono a rischio licenziamento, vedi la Stellantis... sono a rischio anche i lavoratori Almaviva... Un sistema economico e sociale maledetto oggi rappresentato dal governo Meloni in questo paese.
Governo Meloni? Perché meravigliarsi e lamentarsi oggi quando questo governo e' stato anche "generato" dall'azione precedente di governi e partiti anche di falsa sinistra?  
Dobbiamo dire basta a questo governo ma non bastano le parole... la lotta contro questo governo non è facile ma se non ci convinciamo come lavoratori e lavoratrici che occorre fare qualcosa che contribuisca a farlo cadere, a cacciarlo per noi sarà solo peggio... Non è pessimismo ma un dato di fatto... 

Da una compagna di Taranto
Auguri a tutti i Popoli in lotta e in Resistenza, che il sangue dei Martiri sia linfa e sia semi, sia esempio per tutti noi e non solo, sia il sangue del nostro stesso sangue. Auguri alla speranza... affinche' la coscienza fiorisca anche attraverso il duro cemento dell'ignavia e insorgano e colpiscano il nemico... che sempre lo stesso, e' visibile, riconoscibile ma anche camuffato. 
 
Da un operaio dell'ex Ilva 
Lo spirito indomito della resistenza palestinese non accenna a fermarsi, che il nuovo anno porti loro i frutti della sofferenza immane di cui si sono fatti carico.

Formazione operaia - Il passaggio dal capitalismo al comunismo - da Stato e rivoluzione di Lenin - Conclusione


Gli ultimi due capitoli di Stato e rivoluzione: "Le basi economiche dell'estinzione dello Stato" e "Il marxismo degradato dagli opportunisti", sono altrettanto importanti perchè guidano la comprensione del passaggio tra capitalismo e comunismo, attraverso un periodo di transizione per cui la stessa società capitalista pone le premesse e ne costruisce le condizioni oggettive, oltre che soggettive nella formazione di una classe, gli operai, che saranno i "becchini" del capitale; per liberarsi dalle stigmate e dalle catene di questo sistema occorre un lungo periodo di trasformazione, economica, politica, ma anche di vita, ideologica, perchè anche le masse, i proletari devono, come dice Marx: "scrollarsi dalle spalle tutto il ciarpame".  

"...il comunismo - scrive Lenin - è generato dal capitalismo, si sviluppa storicamente dal capitalismo, è il risultato dell'azione di una forza sociale prodotta dal capitalismo. In Marx non vi è traccia del tentativo di inventare delle utopie... Marx pone la questione del comunismo come un naturalista porrebbe, per esempio, la questione dell'evoluzione di una nuova specie biologica, una volta conosciuta la sua origine e la linea precisa della sua evoluzione...".

Questa "generazione" del comunismo dal capitalismo, come dice Lenin, si basa su una analisi storico scientifica, non è una "idea" di Marx; il sistema capitalista non è "brutto" (o buono per la borghesia), è un fase storica inevitabile, che sviluppando le forze produttive rende possibile il comunismo in cui le forze produttive liberate dalla catene del modo di produzione capitalista, potranno essere sviluppate, liberate al massimo con la partecipazione di tutta l'umanità non più divisa in classi, in oppressori e oppressi.

Coloro che, lo ripetiamo, si muovono invece sulla base di un giudizio morale del capitalismo e vogliono

Saluto all'UDAP e continuità dell'unità/lotta per la Liberazione della Palestina

Il 1° gennaio 2005 nasceva l'Unione Democratica Arabo-Palestinese (UDAP), fondata con l’obiettivo di sostenere la lotta di liberazione del popolo palestinese e promuovere la solidarietà tra i popoli. In questi vent’anni, l’UDAP ha rappresentato una voce chiara e determinata nella difesa della causa palestinese e del movimento di liberazione arabo. Attraverso una prospettiva di classe, abbiamo affrontato ardue sfide e lavorato instancabilmente per costruire una mobilitazione concreta al fianco del popolo e della resistenza palestinese.

Specie alla luce del genocidio in corso in Palestina, questo anniversario non è per noi un momento di celebrazione, ma un’occasione per riflettere sul nostro operato, sul ruolo che ci prefiggiamo di svolgere e sulle sfide che ci attendono. È, soprattutto, un’opportunità per rinnovare il nostro impegno. Oggi, come allora, sebbene la strada verso la libertà e l’autodeterm...

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mercoledì 1 gennaio 2025

Messaggio da Anan in carcere ad una nostra compagna

L'anno finisce come è cominciato - Migranti con donne e bambini morti in mare - Stati e governi imperialisti razzisti e assassini/Governo Meloni/Salvini ASSASSINO

Naufragio davanti a Lampedusa, senza esito le ricerche dei dispersi

Naufragio davanti a Lampedusa, senza esito le ricerche dei dispersi
Sono proseguite senza sosta per tutta la notte le ricerche dei 20 dispersi, tra i quali 5 donne e 3 bambini, nel mare davanti a Lampedusa. I sette superstiti, fra loro c’è un bambino siriano di 8 anni, stanno per essere trasferiti dall'hotspot di contrada Imbriacola al porto di Lampedusa per lasciare l'isola, diretti a Porto Empedocle con il traghetto di linea. Videochiamata tra il bambino sopravvissuto e il papà che vive in Germania,

La scrittrice palestinese Susan Abulhawa parla alla Oxford Union

USA dopo il grande sciopero Amazon ora tocca a Starbucks - la lotta operaia è forza di cambiamento

...



Dopo lo sciopero più grande della storia che ha coinvolto per diversi giorni i magazzini di Amazon, è iniziato lo sciopero diffuso che coinvolge più di 5000 lavoratori della catena di ristorazione globale Starbucks di negli Stati Uniti.
Come successo per Amazon dalle prime ore del mattino i picchetti dei lavoratori e lavoratrici hanno bloccato totalmente gli ingressi ai punti di accesso dei negozi della catena Starbucks a livello nazionale, provocando uno stop totale delle attività.
La lotta dei lavoratori Starbucks e Amazon è un segnale importante che deve essere necessariamente supportato e riprodotto a livello internazionale e nazionale, dando consecutività e riproducibilità alle istanze di lotta e rivendicazione che hanno delle parole d’ordine ben chiare : contratti unici e migliorativi per tutti i lavoratori e le lavoratrici a livello globale, riconoscimento delle organizzazioni sindacali all’interno dei luoghi di lavoro e riconoscimento del diritto di sciopero.....

La lotta operaia è forza di cambiamento - Belgravia Bergamo

 dal blog slai cobas per il sindacato di classe

L’ESEMPIO DEGLI OPERAI IN LOTTA E’ FORZA DI CAMBIAMENTO

 

Belgravia, fascismo padronale e condizione simili al lavoro dei campi dentro la fabbrica.

... un nuovo sciopero degli operai Belgravia, finito con una nuova irruzione dentro il centro commerciale Due Torri dove si trova uno degli importanti clienti Esselunga.

Dentro il centro commerciale l’impatto degli operai in sciopero con la massa popolare che affollava i corridoi è stato sostanzialmente positivo

qualcuno accettava volentieri i volantini, perché erano d’accordo con noi, se voi andate contro Salvini siamo contenti, siamo con voi’; qualcuno rifiutava, come il fascismo, e qui c’è tanto fascismo, ma se sono persone oneste, lavoratori normali come noi, erano d’accordo con noi’; Qualcuno era anche felice di prendere il volantino, vuol dire che quello che stiamo facendo è una bella lotta’

Diverse anche le testmonianze di vicinanza alla causa del popolo palestinese.

Il vigilante che ha cercato di mettersi in mostra provando a strappare il megafono, mollando il colpo davanti ai lavoratori, ha confermato come il nero governo Meloni/Salvini sia un pericoloso richiamo per ogni genere di topi di fogna. Lo sciopero è scattato per rispondere alla repressione padronale diretta contro i lavoratori che scioperano, per piegarli, per dividerli dal sindacato. Al centro anche le rivendicazioni per gli aumenti salariali, il rientro dei lavoratori precari, per la salute e la sicurezza. L’applicazione del contratto agricolo alla fabbrica condiziona e peggiora il lavoro operaio alle linee di produzione nello stabilimento, con la cosiddetta stagionalità dei contadini e con una paga più bassa di quella dei contratti industriali. Anche dentro queste fabbriche serve guardare quando governo e stampa amica e non, esaltano i dati occupazionali: assunzioni precarie per 6, 8, 16 anni filati sempre agli stessi operai, per una fabbrica in continuo sviluppo, il raddoppio dei capannoni, 300.000 euro solo l’anno scorso dal PNRR per rinnovare le linee di produzione industriali, ma gli operai vengono chiamati contadini e la precarietà e’ coercizione alla sottomissione. Gli operai, durante la giornata di sciopero e manifestazione hanno rivendicato lavoro non guerra, solidarizzato con il popolo palestinese, per la fine del genocidio, per fine dell’occupazione Israeliana, perché la lotta per il lavoro è contro gli stessi padroni imperialisti che opprimono i popoli. Hanno portato la denuncia contro il governo Meloni e la manovra economica che investe negli negli armamenti, finanzia le aziende, lasciando le briciole per i servizi sociali, scuola, casa, il lavoro, la sanità pubblica... tutti buoni motivi che chiamano alla rivolta sociale.

nei video alcuni momenti della protesta dentro il centro commerciale

https://drive.google.com/file/d/19EEZ9v-6V8Ith0b4MZUz5fOj1cnVnElY/view?usp=sharing

https://drive.google.com/file/d/19T6ypp9VDzOnOLIxZfKOChGxZ2OkiuTz/view?usp=sharing

Cisl - avanza il colletaralismo con padroni e governo in chiave neocorporativa e moderno fascista

 dalla stampa

Sbarra lascia la Cisl. È Fumarola la designata alla successione

Il segretario intende rispettare il limite dei 65 anni, età che preclude la permanenza alla segreteria

Luigi Sbarra (in foto) lascerà, dopo quattro anni, il suo ruolo di segretario generale della Cisl l'anno prossimo. «Rispetterò lo statuto onorando le regole, come è giusto che sia», ha dichiarato ieri in un'intervista ad Avvenire. A febbraio 2025 compirà 65 anni, età che preclude - secondo le regole che si è dato il sindacato di Via Po - la possibilità di far parte delle segreterie locali e nazionali (pensionati esclusi). Si tratta di una norma introdotta dal suo predecessore Annamaria Furlan, uscita a 62 anni perché pensionanda del settore postale, e alla quale Sbarra non intende derogare. Il passaggio, tuttavia, avverrà nel solco della continuità. Nell'intervista il segretario uscente ha praticamente designato il successore nel segretario generale aggiunto Daniela Fumarola. «Penso che - ha detto - abbia il profilo giusto per guidare la Cisl nei prossimi anni con responsabilità, autorevolezza, pragmatismo, autonomia

martedì 31 dicembre 2024

“Gaza non sarà mai sconfitta!”: intervista al regista ebreo-argentino Norman Briski


Di Enrico Di Gregorio

Il Palestine Chronicle e il quotidiano brasiliano A Nova Democracia hanno intervistato il famoso regista ebreo-argentino Norman Briski sull’essenza della solidarietà con il popolo palestinese. “Un vero ebreo difenderà il popolo palestinese”, ha affermato.

Il 24 ottobre, il celebre regista ebreo-argentino Norman Briski ha stupito il pubblico del Premio cinematografico Martín Fierro con un potente discorso sulla Palestina.

“Gaza, Gaza, Gaza. Gaza non sarà mai sconfitta!” ha dichiarato all’auditorium gremito e alle telecamere che registravano l’evento.

“Non mi interessa se mi applaudono molto o poco, ma sento nel mio sangue, nei miei antenati, la mia solidarietà con un popolo che viene assassinato”, ha continuato il regista 86enne, la cui illustre carriera nel cinema dura da decenni. Il discorso di Briski ha scatenato un’ondata di persecuzione nei suoi confronti, sebbene il sostegno e la solidarietà che ha ricevuto abbiano superato di gran lunga la reazione negativa. Artisti e attivisti hanno rapidamente organizzato campagne in sua difesa, sostenendo fermamente la posizione morale del regista. In un’intervista congiunta con The Palestine Chronicle e il quotidiano brasiliano A Nova Democracia, Briski ha elaborato la motivazione alla base della sua forte solidarietà con il popolo palestinese. Ha sottolineato che coloro che oggi lottano per la libertà “devono essere palestinesi” e ha tracciato collegamenti tra le lotte anti-imperialiste in America Latina e l’attuale resistenza palestinese.

“Un vero ebreo difenderà il popolo palestinese”

Nel suo discorso, ha dichiarato con enfasi che Gaza non sarà mai sconfitta. Perché ne è così sicuro?

Perché è una causa dei giusti. E per la solidarietà dimostrata dagli studenti di tutto il mondo e da molti individui, compresi quelli della comunità ebraica pro-palestinese. L’idea che ciò che sta accadendo sia un genocidio è già stata ampiamente accettata. Naturalmente, un vero ebreo difenderà il popolo palestinese nella sua ricerca di pace e armonia, una coesistenza tra due popoli che hanno storicamente vissuto insieme e arricchito reciprocamente le proprie culture.

Hai elogiato anche altre lotte in giro per il mondo. Come vedi la relazione tra la lotta palestinese e le lotte latinoamericane contro il colonialismo e l’imperialismo?

Oggi, dobbiamo essere palestinesi. Proprio come dobbiamo essere Mapuche se siamo argentini, o neri se affrontiamo le disuguaglianze sopportate dai neri negli Stati Uniti. Dobbiamo allinearci a ogni lotta emancipatrice contro l’oppressione. È dovere di chiunque sia impegnato nella liberazione (o perché non chiamarla rivoluzione) stare al fianco di coloro che lottano per la libertà dal dominio.

Milano ecc. zone rosse - avanza lo stato di polizia moderno fascista

 Milano: Daspo urbani, multe e arresti in arrivo per gli abitanti. Istituite zone rosse a “macchia d’olio”

Dal 30 dicembre fino al 31 marzo, la città di Milano sperimenterà per la prima volta un provvedimento che impedirà a una parte degli abitanti della città di poter circolare liberamente per le sue vie. L’estensione delle politiche di controllo sociale continua

da Milano in Movimento

Nell’ambito dell’ultima riunione del Comitato Provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, infatti, è stato adottato un pacchetto di misure che istituisce aree che saranno considerate inattraversabili per chi sarà considerato “un concreto pericolo per la sicurezza pubblica”. A firma del Prefetto di Milano Claudio Sgaraglia, questo provvedimento è stato presentato come “contingibile ed urgente ai sensi dell’articolo 2 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (il Tulps), che dispone il  divieto di stazionamento alle persone che assumono atteggiamenti aggressivi, minacciosi o molesti, e siano già gravate da precedenti penali per alcuni tipi di reati“.
Si guarda ai reati in materia di stupefacenti, reati contro la persona (percosse, lesioni personali, rissa), furto con strappo, rapina, danneggiamento, invasione di terreni o edifici, porto abusivo di armi o di oggetti atti ad offendere.
Il provvedimento è un vero e proprio Daspo urbano, con ordine di allontanamento e divieto di ritorno per un tempo che sarà stabilito dal questore caso per caso.
Le infrazioni saranno punibili con l’arresto fino a 3 mesi, oppure 250 euro di multa.

L’intenzione chiara è quella di offrire uno strumento ulteriore alle Forze dell’Ordine nel controllo

Il blog proletari comunisti

proletari comunisti riprenderà le sue normali pubblicazioni quotidiane dal 10 gennaio - In questo periodo naturalmente pubblicheremo comunque post informativi, di denuncia e di mobilitazione se necessari ai proletari e masse popolari.

la redazione

lunedì 30 dicembre 2024

“I leader della resistenza nel campo di Jenin” hanno proposto “uno sciopero globale in Cisgiordania" - info

“i leader della resistenza nel campo di Jenin” hanno proposto “uno sciopero globale in Cisgiordania per protestare contro l’assedio del campo da parte dei servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese”. 

In un comunicato stampa congiunto, Hamas, Jihad islamica e Fronte popolare per la liberazione della Palestina avevano affermato quanto segue:

“* Chiediamo alla leadership dell’Autorità Nazionale Palestinese di invertire immediatamente la repressione a Jenin, che serve solo al nemico israeliano. Chiediamo il ritiro immediato delle forze di sicurezza e del personale dell’Autorità Nazionale Palestinese dal campo profughi di Jenin e la revoca dell’assedio imposto.

* Chiediamo la formazione di un comitato nazionale superiore che includa tutte le componenti della società palestinese per porre fine all’aggressione in corso a Jenin e nel suo campo, impedire che questi eventi si diffondano in altre aree e proteggere la pace pubblica e comunitaria.”

E’ stato il Washington Post a rendere ufficiale, da parte dei super-padroni statunitensi, che “con l’operazione Jenin, l’Autorità Palestinese sta cercando di dimostrare la propria capacità di gestire la sicurezza nelle aree limitate che controlla in Cisgiordania”, in modo da accreditarsi per il futuro a “governare la Striscia di Gaza dopo la guerra” in funzione anti-Hamas e anti-Resistenza, pro-Israele e pro-Stati Uniti/UE. Ma nel contempo il Washington Post nota che dentro il campo profughi di Jenin “ci sono ancora militanti [dei gruppi della Resistenza] che vagano liberamente”, che il loro schiacciamento non è stato ancora completato. Ed è realmente così, dal momento che i militanti dei gruppi armati stanno resistendo a questa vile operazione al servizio dello stato sionista, e che un certo numero di appartenenti agli stessi “servizi di sicurezza” dell’ANP stanno lasciando le fila di questa polizia coloniale – finora, infatti, afferma la Brigata di Jenin, l’ANP ha arrestato 237 membri delle proprie stesse “forze di sicurezza” che si sono rifiutati di partecipare all’operazione fratricida. Abbas, però, fa sapere un anonimo funzionario ANP, porterà fino in fondo l’ordine dato, cioè ricevuto, “imporrà la sua autorità, e non si potrà tornare indietro”.

Tutto ciò avviene nel mentre le milizie dei coloni moltiplicano le aggressioni e i pogrom contro i villaggi palestinesi; nel mentre si intensificano su una serie di città minori della Cisgiordania bombardamenti e attacchi con carri armati dell’esercito di Israele; e nel mentre droni israeliani sorvolano lo stesso campo di Jenin, “città nel nord della Cisgiordania, centro di una nuova generazione di lotta palestinese” (come la definisce lo stesso Washington Post). Una nuova generazione amata anche fuori da Jenin, se è vero che in questi giorni nel campo di Tulkarem, tanto per

Musk - Le posizioni che esprime sono un crimine in ogni paese del mondo e come tali devono essere considerate

Difende gli estremisti nazisti di Afd con un commento sulla Welt am Sonntag. Giornalista dà le dimissioni

Musk difende gli estremisti di Afd con un commento sulla Welt am Sonntag. Giornalista dà le dimissioni

La decisione di Eva Marie Kogel, responsabile della pagina delle opinioni. Nell’articolo il miliardario ribadisce che solo il partito di Weidel può salvare la Germania

La denuncia dell’Euro-Med Monitor: testimonianze orribile di esecuzioni sul campo, molestie sessuali e trattamenti degradanti durante l’attacco israeliano all’ospedale Kamal Adwan

infopal

L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor rivela testimonianze orribili riguardanti esecuzioni sul campo, molestie sessuali e trattamenti degradanti durante l’attacco israeliano all’ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza:

“Abbiamo ricevuto testimonianze orribili riguardo ai crimini gravi commessi dall’esercito di occupazione contro i civili durante l’assalto all’ospedale Kamal Adwan e alle aree circostanti ieri, venerdì.

“I crimini includevano omicidio premeditato, esecuzioni sul campo e aggressioni sessuali e fisiche contro donne e ragazze da parte del personale medico e delle donne sfollate nella regione.

“Secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, durante l’attacco all’ospedale, le forze di occupazione hanno commesso una serie di crimini orribili, tra cui far esplodere bombe robotiche vicino a numerose case abitate, provocandone il crollo e uccidendo civili al loro interno.

“I crimini includevano soldati di occupazione che eseguivano esecuzioni sul campo contro civili, alcuni dei quali erano feriti e altri portavano bandiere bianche.

“L’esercito di occupazione ha arrestato decine di donne e ragazze, le ha sottoposte a pratiche pericolose equivalenti a molestie sessuali e le ha trattate in un modo che ha degradato la loro dignità umana, aggredendole picchiandole e costringendole a togliersi l’hijab e i vestiti.

“Le forze di occupazione hanno costretto tutti coloro che si trovavano nella zona a evacuare con la forza e a lasciare il Governatorato di Gaza Nord, e ne hanno rapito dozzine, compresi membri del personale medico e di servizio.RispondiRispondi a tutti”.

domenica 29 dicembre 2024

pc 29 dicembre - Dopo la manifestazione di Chieti contro la Leonardo spa, grande corteo ieri a Teramo ancora contro guerra, genocidio e repressione. Info da SRP-AQ

Si è concluso con un grande corteo ieri a Teramo il ciclo di iniziative e mobilitazione organizzato da varie realtà del territorio abruzzese e marchigiano contro guerra, genocidio e repressione.

Un corteo preceduto venerdì da un partecipato presidio fuori la Leonardo spa a Chieti contro l'azienda complice nel genocidio in Palestina e in tutti i teatri di guerra. Un presidio che poi si è mosso in corteo verso la stazione, con molti interventi su guerra, genocidio e repressione interna, che hanno anche raccolto diversa approvazione dalle persone affacciate dai palazzi o per strada.

Manifestazione del 27 contro la Leonardo a Chieti


Corteo del 28 a Teramo

Il corteo di Teramo ha visto la partecipazione di oltre 500 persone di tutte le età, che nonostante gli ostacoli imposti dalle autorità sin dal suo annuncio, hanno attraversato con determinazione le vie della città, intonando slogans contro il genocidio in Palestina e la complicità in esso e nella repressione del governo fascista Meloni.

Dapprima infatti, secondo la Questura, questo corteo non doveva proprio esserci, poi non doveva passare per il centro, infine doveva essere relegato a vie per lo più  secondarie e buie. Ciò però non ha scoraggiato le tante persone che vi hanno preso parte e a fine corteo, in una piazza secondaria, anche l'ultimo tentativo di volerci avvicinare al centro cittadino è stato respinto.

Così alcune decine di compagne/i, alla spicciolata, si sono ritrovate/i nella piazza centrale della città, proprio quella che doveva essere evitata come la peste dalle autorità.

È stato riaperto lo striscione, accese torce e fuochi d'artificio, mentre il normale passeggio si fermava per capire quello che stava avvenendo ed ascoltare gli interventi sul genocidio in Palestina, le guerre imperialiste, la repressione.


Riprendersi quello spazio ha voluto dire anche questo: se la repressione avanza, si combatte proprio mettendo in campo quelle pratiche che vorrebbero zittire.






Intervento di una compagna di Pescara

Intervento dell3 compagn3 di FG e CM L'Aquila


Intervento di SRP L'Aquila

Intervento di Tiziano Lovisolo

Il servizio di LAQTV:

BRESCIA: OLTRE MILLE PERSONE AL PRESIDIO ANTIFASCISTA, CARICHE DI POLIZIA SUI MANIFESTANTI


Oltre un migliaio gli antifascisti e le antifasciste in piazza Vittoria sabato 28 dicembre a Brescia per rispondere alla chiamata dell’Assemblea Permanente Antifascista contro le ripetute provocazioni di alcuni gruppi fascisti locali avvenute nelle ultime settimane: dalla sfilata del 13 dicembre tra Brescia Due e la stazione Fs  fino all'”aperitivo tricolore” previsto in un bar di piazza Vittoria proprio sabato 28 dicembre, vietato nelle ultime ore dalla Questura.

Il divieto di manifestare in piazza Vittoria era stato però notificato dalla polizia anche al presidio antifascista. Le realtà bresciane che compongono l'”Assemblea Permanente Antifascista” hanno deciso di ritrovarsi comunque in piazza Vittoria per una conferenza stampa nonostante il diniego, mentre i fascisti (una cinquantina) hanno ripiegato dentro la loro sede in via B. Croce.

Mentre in piazza Vittoria era in corso la conferenza stampa con gli interventi di esponenti delle realtà antifasciste, intorno alle 17.30 i manifestanti hanno aperto alcuni striscioni, tra cui quello di csa Magazzino47, Diritti per Tutti e Collettivo Onda Studentesca con la scritta: “La vera sicurezza è questa qua. Casa, diritti, dignità!

Celere, carabinieri e funzionari della Questura si sono avvicinati immediatamente e hanno provato a strappare lo striscione e alcuni cartelli dalle mani dei manifestanti.

Di fronte al rifiuto delle antifasciste e degli antifascisti all’ordine di mettere via gli striscioni e i cartelli, i reparti anti sommossa di polizia e carabinieri hanno più volte caricato e manganellato i presenti.Dopo aver resistito alle cariche in modo compatto e mantenendo la propria presenza in piazza Vittoria, alle ore 18.30 è partito un corteo antifascista in centro storico, che si è chiuso nel quartiere popolare del Carmine.

radio onda d'urto

Milano, per il 64° sabato, ancora in corteo per la Palestina