mercoledì 1 gennaio 2025

Cisl - avanza il colletaralismo con padroni e governo in chiave neocorporativa e moderno fascista

 dalla stampa

Sbarra lascia la Cisl. È Fumarola la designata alla successione

Il segretario intende rispettare il limite dei 65 anni, età che preclude la permanenza alla segreteria

Luigi Sbarra (in foto) lascerà, dopo quattro anni, il suo ruolo di segretario generale della Cisl l'anno prossimo. «Rispetterò lo statuto onorando le regole, come è giusto che sia», ha dichiarato ieri in un'intervista ad Avvenire. A febbraio 2025 compirà 65 anni, età che preclude - secondo le regole che si è dato il sindacato di Via Po - la possibilità di far parte delle segreterie locali e nazionali (pensionati esclusi). Si tratta di una norma introdotta dal suo predecessore Annamaria Furlan, uscita a 62 anni perché pensionanda del settore postale, e alla quale Sbarra non intende derogare. Il passaggio, tuttavia, avverrà nel solco della continuità. Nell'intervista il segretario uscente ha praticamente designato il successore nel segretario generale aggiunto Daniela Fumarola. «Penso che - ha detto - abbia il profilo giusto per guidare la Cisl nei prossimi anni con responsabilità, autorevolezza, pragmatismo, autonomia

martedì 31 dicembre 2024

“Gaza non sarà mai sconfitta!”: intervista al regista ebreo-argentino Norman Briski


Di Enrico Di Gregorio

Il Palestine Chronicle e il quotidiano brasiliano A Nova Democracia hanno intervistato il famoso regista ebreo-argentino Norman Briski sull’essenza della solidarietà con il popolo palestinese. “Un vero ebreo difenderà il popolo palestinese”, ha affermato.

Il 24 ottobre, il celebre regista ebreo-argentino Norman Briski ha stupito il pubblico del Premio cinematografico Martín Fierro con un potente discorso sulla Palestina.

“Gaza, Gaza, Gaza. Gaza non sarà mai sconfitta!” ha dichiarato all’auditorium gremito e alle telecamere che registravano l’evento.

“Non mi interessa se mi applaudono molto o poco, ma sento nel mio sangue, nei miei antenati, la mia solidarietà con un popolo che viene assassinato”, ha continuato il regista 86enne, la cui illustre carriera nel cinema dura da decenni. Il discorso di Briski ha scatenato un’ondata di persecuzione nei suoi confronti, sebbene il sostegno e la solidarietà che ha ricevuto abbiano superato di gran lunga la reazione negativa. Artisti e attivisti hanno rapidamente organizzato campagne in sua difesa, sostenendo fermamente la posizione morale del regista. In un’intervista congiunta con The Palestine Chronicle e il quotidiano brasiliano A Nova Democracia, Briski ha elaborato la motivazione alla base della sua forte solidarietà con il popolo palestinese. Ha sottolineato che coloro che oggi lottano per la libertà “devono essere palestinesi” e ha tracciato collegamenti tra le lotte anti-imperialiste in America Latina e l’attuale resistenza palestinese.

“Un vero ebreo difenderà il popolo palestinese”

Nel suo discorso, ha dichiarato con enfasi che Gaza non sarà mai sconfitta. Perché ne è così sicuro?

Perché è una causa dei giusti. E per la solidarietà dimostrata dagli studenti di tutto il mondo e da molti individui, compresi quelli della comunità ebraica pro-palestinese. L’idea che ciò che sta accadendo sia un genocidio è già stata ampiamente accettata. Naturalmente, un vero ebreo difenderà il popolo palestinese nella sua ricerca di pace e armonia, una coesistenza tra due popoli che hanno storicamente vissuto insieme e arricchito reciprocamente le proprie culture.

Hai elogiato anche altre lotte in giro per il mondo. Come vedi la relazione tra la lotta palestinese e le lotte latinoamericane contro il colonialismo e l’imperialismo?

Oggi, dobbiamo essere palestinesi. Proprio come dobbiamo essere Mapuche se siamo argentini, o neri se affrontiamo le disuguaglianze sopportate dai neri negli Stati Uniti. Dobbiamo allinearci a ogni lotta emancipatrice contro l’oppressione. È dovere di chiunque sia impegnato nella liberazione (o perché non chiamarla rivoluzione) stare al fianco di coloro che lottano per la libertà dal dominio.

Milano ecc. zone rosse - avanza lo stato di polizia moderno fascista

 Milano: Daspo urbani, multe e arresti in arrivo per gli abitanti. Istituite zone rosse a “macchia d’olio”

Dal 30 dicembre fino al 31 marzo, la città di Milano sperimenterà per la prima volta un provvedimento che impedirà a una parte degli abitanti della città di poter circolare liberamente per le sue vie. L’estensione delle politiche di controllo sociale continua

da Milano in Movimento

Nell’ambito dell’ultima riunione del Comitato Provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, infatti, è stato adottato un pacchetto di misure che istituisce aree che saranno considerate inattraversabili per chi sarà considerato “un concreto pericolo per la sicurezza pubblica”. A firma del Prefetto di Milano Claudio Sgaraglia, questo provvedimento è stato presentato come “contingibile ed urgente ai sensi dell’articolo 2 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (il Tulps), che dispone il  divieto di stazionamento alle persone che assumono atteggiamenti aggressivi, minacciosi o molesti, e siano già gravate da precedenti penali per alcuni tipi di reati“.
Si guarda ai reati in materia di stupefacenti, reati contro la persona (percosse, lesioni personali, rissa), furto con strappo, rapina, danneggiamento, invasione di terreni o edifici, porto abusivo di armi o di oggetti atti ad offendere.
Il provvedimento è un vero e proprio Daspo urbano, con ordine di allontanamento e divieto di ritorno per un tempo che sarà stabilito dal questore caso per caso.
Le infrazioni saranno punibili con l’arresto fino a 3 mesi, oppure 250 euro di multa.

L’intenzione chiara è quella di offrire uno strumento ulteriore alle Forze dell’Ordine nel controllo

Il blog proletari comunisti

proletari comunisti riprenderà le sue normali pubblicazioni quotidiane dal 10 gennaio - In questo periodo naturalmente pubblicheremo comunque post informativi, di denuncia e di mobilitazione se necessari ai proletari e masse popolari.

la redazione

lunedì 30 dicembre 2024

“I leader della resistenza nel campo di Jenin” hanno proposto “uno sciopero globale in Cisgiordania" - info

“i leader della resistenza nel campo di Jenin” hanno proposto “uno sciopero globale in Cisgiordania per protestare contro l’assedio del campo da parte dei servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese”. 

In un comunicato stampa congiunto, Hamas, Jihad islamica e Fronte popolare per la liberazione della Palestina avevano affermato quanto segue:

“* Chiediamo alla leadership dell’Autorità Nazionale Palestinese di invertire immediatamente la repressione a Jenin, che serve solo al nemico israeliano. Chiediamo il ritiro immediato delle forze di sicurezza e del personale dell’Autorità Nazionale Palestinese dal campo profughi di Jenin e la revoca dell’assedio imposto.

* Chiediamo la formazione di un comitato nazionale superiore che includa tutte le componenti della società palestinese per porre fine all’aggressione in corso a Jenin e nel suo campo, impedire che questi eventi si diffondano in altre aree e proteggere la pace pubblica e comunitaria.”

E’ stato il Washington Post a rendere ufficiale, da parte dei super-padroni statunitensi, che “con l’operazione Jenin, l’Autorità Palestinese sta cercando di dimostrare la propria capacità di gestire la sicurezza nelle aree limitate che controlla in Cisgiordania”, in modo da accreditarsi per il futuro a “governare la Striscia di Gaza dopo la guerra” in funzione anti-Hamas e anti-Resistenza, pro-Israele e pro-Stati Uniti/UE. Ma nel contempo il Washington Post nota che dentro il campo profughi di Jenin “ci sono ancora militanti [dei gruppi della Resistenza] che vagano liberamente”, che il loro schiacciamento non è stato ancora completato. Ed è realmente così, dal momento che i militanti dei gruppi armati stanno resistendo a questa vile operazione al servizio dello stato sionista, e che un certo numero di appartenenti agli stessi “servizi di sicurezza” dell’ANP stanno lasciando le fila di questa polizia coloniale – finora, infatti, afferma la Brigata di Jenin, l’ANP ha arrestato 237 membri delle proprie stesse “forze di sicurezza” che si sono rifiutati di partecipare all’operazione fratricida. Abbas, però, fa sapere un anonimo funzionario ANP, porterà fino in fondo l’ordine dato, cioè ricevuto, “imporrà la sua autorità, e non si potrà tornare indietro”.

Tutto ciò avviene nel mentre le milizie dei coloni moltiplicano le aggressioni e i pogrom contro i villaggi palestinesi; nel mentre si intensificano su una serie di città minori della Cisgiordania bombardamenti e attacchi con carri armati dell’esercito di Israele; e nel mentre droni israeliani sorvolano lo stesso campo di Jenin, “città nel nord della Cisgiordania, centro di una nuova generazione di lotta palestinese” (come la definisce lo stesso Washington Post). Una nuova generazione amata anche fuori da Jenin, se è vero che in questi giorni nel campo di Tulkarem, tanto per

Musk - Le posizioni che esprime sono un crimine in ogni paese del mondo e come tali devono essere considerate

Difende gli estremisti nazisti di Afd con un commento sulla Welt am Sonntag. Giornalista dà le dimissioni

Musk difende gli estremisti di Afd con un commento sulla Welt am Sonntag. Giornalista dà le dimissioni

La decisione di Eva Marie Kogel, responsabile della pagina delle opinioni. Nell’articolo il miliardario ribadisce che solo il partito di Weidel può salvare la Germania

La denuncia dell’Euro-Med Monitor: testimonianze orribile di esecuzioni sul campo, molestie sessuali e trattamenti degradanti durante l’attacco israeliano all’ospedale Kamal Adwan

infopal

L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor rivela testimonianze orribili riguardanti esecuzioni sul campo, molestie sessuali e trattamenti degradanti durante l’attacco israeliano all’ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza:

“Abbiamo ricevuto testimonianze orribili riguardo ai crimini gravi commessi dall’esercito di occupazione contro i civili durante l’assalto all’ospedale Kamal Adwan e alle aree circostanti ieri, venerdì.

“I crimini includevano omicidio premeditato, esecuzioni sul campo e aggressioni sessuali e fisiche contro donne e ragazze da parte del personale medico e delle donne sfollate nella regione.

“Secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, durante l’attacco all’ospedale, le forze di occupazione hanno commesso una serie di crimini orribili, tra cui far esplodere bombe robotiche vicino a numerose case abitate, provocandone il crollo e uccidendo civili al loro interno.

“I crimini includevano soldati di occupazione che eseguivano esecuzioni sul campo contro civili, alcuni dei quali erano feriti e altri portavano bandiere bianche.

“L’esercito di occupazione ha arrestato decine di donne e ragazze, le ha sottoposte a pratiche pericolose equivalenti a molestie sessuali e le ha trattate in un modo che ha degradato la loro dignità umana, aggredendole picchiandole e costringendole a togliersi l’hijab e i vestiti.

“Le forze di occupazione hanno costretto tutti coloro che si trovavano nella zona a evacuare con la forza e a lasciare il Governatorato di Gaza Nord, e ne hanno rapito dozzine, compresi membri del personale medico e di servizio.RispondiRispondi a tutti”.

domenica 29 dicembre 2024

pc 29 dicembre - Dopo la manifestazione di Chieti contro la Leonardo spa, grande corteo ieri a Teramo ancora contro guerra, genocidio e repressione. Info da SRP-AQ

Si è concluso con un grande corteo ieri a Teramo il ciclo di iniziative e mobilitazione organizzato da varie realtà del territorio abruzzese e marchigiano contro guerra, genocidio e repressione.

Un corteo preceduto venerdì da un partecipato presidio fuori la Leonardo spa a Chieti contro l'azienda complice nel genocidio in Palestina e in tutti i teatri di guerra. Un presidio che poi si è mosso in corteo verso la stazione, con molti interventi su guerra, genocidio e repressione interna, che hanno anche raccolto diversa approvazione dalle persone affacciate dai palazzi o per strada.

Manifestazione del 27 contro la Leonardo a Chieti


Corteo del 28 a Teramo

Il corteo di Teramo ha visto la partecipazione di oltre 500 persone di tutte le età, che nonostante gli ostacoli imposti dalle autorità sin dal suo annuncio, hanno attraversato con determinazione le vie della città, intonando slogans contro il genocidio in Palestina e la complicità in esso e nella repressione del governo fascista Meloni.

Dapprima infatti, secondo la Questura, questo corteo non doveva proprio esserci, poi non doveva passare per il centro, infine doveva essere relegato a vie per lo più  secondarie e buie. Ciò però non ha scoraggiato le tante persone che vi hanno preso parte e a fine corteo, in una piazza secondaria, anche l'ultimo tentativo di volerci avvicinare al centro cittadino è stato respinto.

Così alcune decine di compagne/i, alla spicciolata, si sono ritrovate/i nella piazza centrale della città, proprio quella che doveva essere evitata come la peste dalle autorità.

È stato riaperto lo striscione, accese torce e fuochi d'artificio, mentre il normale passeggio si fermava per capire quello che stava avvenendo ed ascoltare gli interventi sul genocidio in Palestina, le guerre imperialiste, la repressione.


Riprendersi quello spazio ha voluto dire anche questo: se la repressione avanza, si combatte proprio mettendo in campo quelle pratiche che vorrebbero zittire.






Intervento di una compagna di Pescara

Intervento dell3 compagn3 di FG e CM L'Aquila


Intervento di SRP L'Aquila

Intervento di Tiziano Lovisolo

Il servizio di LAQTV:

BRESCIA: OLTRE MILLE PERSONE AL PRESIDIO ANTIFASCISTA, CARICHE DI POLIZIA SUI MANIFESTANTI


Oltre un migliaio gli antifascisti e le antifasciste in piazza Vittoria sabato 28 dicembre a Brescia per rispondere alla chiamata dell’Assemblea Permanente Antifascista contro le ripetute provocazioni di alcuni gruppi fascisti locali avvenute nelle ultime settimane: dalla sfilata del 13 dicembre tra Brescia Due e la stazione Fs  fino all'”aperitivo tricolore” previsto in un bar di piazza Vittoria proprio sabato 28 dicembre, vietato nelle ultime ore dalla Questura.

Il divieto di manifestare in piazza Vittoria era stato però notificato dalla polizia anche al presidio antifascista. Le realtà bresciane che compongono l'”Assemblea Permanente Antifascista” hanno deciso di ritrovarsi comunque in piazza Vittoria per una conferenza stampa nonostante il diniego, mentre i fascisti (una cinquantina) hanno ripiegato dentro la loro sede in via B. Croce.

Mentre in piazza Vittoria era in corso la conferenza stampa con gli interventi di esponenti delle realtà antifasciste, intorno alle 17.30 i manifestanti hanno aperto alcuni striscioni, tra cui quello di csa Magazzino47, Diritti per Tutti e Collettivo Onda Studentesca con la scritta: “La vera sicurezza è questa qua. Casa, diritti, dignità!

Celere, carabinieri e funzionari della Questura si sono avvicinati immediatamente e hanno provato a strappare lo striscione e alcuni cartelli dalle mani dei manifestanti.

Di fronte al rifiuto delle antifasciste e degli antifascisti all’ordine di mettere via gli striscioni e i cartelli, i reparti anti sommossa di polizia e carabinieri hanno più volte caricato e manganellato i presenti.Dopo aver resistito alle cariche in modo compatto e mantenendo la propria presenza in piazza Vittoria, alle ore 18.30 è partito un corteo antifascista in centro storico, che si è chiuso nel quartiere popolare del Carmine.

radio onda d'urto

Milano, per il 64° sabato, ancora in corteo per la Palestina