sabato 23 gennaio 2021

pc 23 gennaio - ASCOLTA LO STREAMING NEL GIORNO DELL'INSEDIAMENTO DI BIDEN, NUOVO CAPO DELL'IMPERIALISMO USA

 

pc 23 gennaio - INDIA: Mentre i contadini in protesta preparano la “marcia dei trattori” per il 26 gennaio, il governo fascista indù di Modi a corto di argomenti accusa i contadini pure di terrorismo

Nel tentativo di prendere e tempo e liberare Nuova Delhi dall’assedio che oramai dura da due mesi, soprattutto in vista della Festa nazionale dell’Indipendenza del 26 gennaio, il governo del fascista indù Modi ha proposto ai contadini in lotta di congelare per un anno, un anno e mezzo, l’applicazione delle leggi agricole. Nel frattempo, una commissione si occuperebbe di discutere il contenuto e trovare un accordo con i contadini.

C’è chi ha già sbeffeggiato il governo dicendo che si tratta di qualcosa mai visto: congelare una legge dopo che è stata emanata dal Parlamento! Ma, in realtà, questa operazione del governo indiano si

pc 23 gennaio - I fascio/razzisti-leghisti assassini o potenziali assassini devono essere fermati e colpiti...

No alla scarcerazione: l’ex sindaca Rosetta resta ai domiciliari. 

E la procura allarga l’indagine ad altre ipotesi di reato

questa feccia umana razzista non deve poter neanche circolare per strada
Michela Rosetta e Giorgio Carando restano ai domiciliari. Il gip del tribunale di Vercelli Valeria Rey ha rigettato le richieste dei legali degli indagati, che chiedevano la revoca e l’attenuazione della misura cautelare. Alle loro richieste si era opposto il sostituto procuratore Davide Pretti, titolare dell’inchiesta. 

PRIMOCANALE TV GENOVA

In manette un 22enne suprematista: 

"Voglio fare una strage a una manifestazione di femministe.

SAVONA - La polizia ha arrestato Andrea Cavalleri, 22enne di Savona, nell'ambito di un'operazione antiterrorismo in ambienti della destra radicale contigui al terrorismo di matrice suprematista. E' stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del GIP presso il Tribunale di Genova.
Il giovane è accusato di aver costituito un'associazione con finalità di terrorismo e di aver svolto azione di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale aggravata dal negazionismo. Insieme ad altri coetanei, infatti, aveva costituito un’organizzazione – denominata “Nuovo Ordine Sociale” – di matrice nazionalsocialista, finalizzata al reclutamento di altri volontari e alla pianificazione di atti estremi e violenti a scopo eversivo.
Nei documenti, diffusi sul web tramite piattaforme di messaggistica, si incitava  all'eliminazione fisica

pc 23 gennaio - Nello sciopero generale del 29 un ruolo di prima linea delle lavoratrici in lotta e la loro piattaforma

Dalle donne lavoratrici...

Noi lavoratrici in tante realtà nell'anno che è appena passato abbiamo sfidato la pandemia, il lockdown, divieti e restrizioni; abbiamo lottato contro i padroni, contro i palazzi del potere per la difesa del lavoro e della nostra vita di lavoratrici e donne; abbiamo detto a gran voce "non ci richiuderete in casa"... abbiamo lottato contro la repressione.

Ci siamo collegate con altre lavoratrici, precarie, operaie, migranti, donne in lotta in questo paese, traendo forza e solidarietà reciproca in questa fase in cui la pandemia prodotta dal marcio sistema capitalistico ha amplificato gli attacchi alla nostra vita.

Nello sciopero generale del 29 gennaio vogliamo ancor di più unirci e lottare per i nostri diritti, la nostra vita, portando avanti la nostra doppia lotta, la marcia in più delle donne proletarie, perchè dovunque sia forte e visibile il protagonismo delle donne, contro ogni oppressione e sfruttamento, ma anche contrastando ogni sottovalutazione/incomprensione dell'importanza, della ricchezza del ruolo di lotta delle donne per l'intero movimento proletario!

- Lavoro per tutte le donne - NO al ritorno a casa – per il covid sono le prime ad essere licenziate. Lavoro per le donne significa anche indipendenza economica dall’uomo, dalla famiglia; massicce assunzioni nella sanità e scuola;

- Legge straordinaria per l’assunzione delle lavoratrici che hanno perso il lavoro per il lockdown;

pc 23 gennaio - Crisi di governo - un commento del Fronte Gioventù Comunista - per il dibattito

Renzi, crisi di governo, rimpasti e trattative. La risposta è comunque lo sciopero!

Fronte della Gioventù Comunista | gioventucomunista.it
18/01/2021

Comunicato della Segreteria Nazionale del Fronte della Gioventù Comunista sulla crisi di governo.

In seguito ad una polemica di settimane su ogni organo di stampa, la scorsa settimana Italia Viva - il partito di Matteo Renzi - ha aperto ufficialmente una crisi di governo, ritirando le ministre Bellanova (Agricoltura) e Bonetti (Famiglia) dall'esecutivo. Le dimissioni sono arrivate ufficialmente dopo l'astensione delle ministre renziane nella votazione per l'approvazione del Recovery Plan nell'ultima seduta del Consiglio dei Ministri. La situazione merita un approfondimento maggiore rispetto a molte letture semplificate circolate anche a sinistra, viste anche le conseguenze politiche che ne stanno derivando.

Lo scontro tra Italia Viva ed il resto della maggioranza di governo è cominciato sulla legge di bilancio e si è ulteriormente acuito sulla ripartizione dei fondi del Recovery Plan. Consapevole dei futuri rischi elettorali del suo piccolo partito, Renzi ha cercato in modo spregiudicato di rappresentare nel dibattito interno al governo gli interessi dei settori più aggressivi del campo padronale. Non è casuale in questa

pc 23 gennaio - FCA/STELLANTIS - un commento

Da la bottega del barbieri - estratti

La nascita di Stellantis, fusione tra la Fca degli Elkann aka Agnelli e la francese Psa, è avvenuta senza alcuna garanzia per la salvaguardia dei già scarsi livelli di occupazione esistenti nel settore auto. Questo nuovo polo automobilistico italo-francese è destinato a diventare il quarto al mondo per quantità di veicoli prodotti. Alle preoccupazioni dei lavoratori interni si aggiunge quella di chi è occupato nell’indotto, fornitori di servizi e merci, per l’utilizzo della piattaforma Cmp portata in dote dalla Psa, un telaio adattabile che da solo costituisce il 40% dell’intera macchina prodotta, applicabile a qualsiasi modello e carrozzeria, dalle Citycar ai Suv. I nuovi modelli della Fca basati su questa piattaforma francese verranno d’ora in poi prodotti in Polonia, a Tychy, dove già viene prodotta la nuova 500.

L’operazione Stellantis trova sostanziale appoggio dai sindacati confederali... competere sul mercato conviene a tutti, che chiedono però al governo, allo Stato, di vigilare sulla regolarità dell’operazione  E mentre operai e impiegati guardano all’operazione con il timore di perdere il posto, gli azionisti di Fca si sono già spartiti un dividendo straordinario di 2,9 miliardi di euro come bonus per l’operazione. 

Il risparmio sul costo del lavoro, con conseguente aumento dei profitti per gli azionisti, è il faro che direziona la fusione che ha portato alla nascita di Stellantis, anche se nasconderlo sembra lo sport preferito degli analisti economici italiani. Soltanto sulla produzione di motori diesel il nuovo gruppo conta di risparmiare 3,7 miliardi di euro l’anno, quindi le rassicurazioni dei due gruppi sul mantenimento in opera di tutti gli stabilimenti attualmente utilizzati lascia il tempo che trova, a meno che non si riferissero soltanto agli edifici. Il 4 gennaio scorso il Wall Street Journal e Il 7 gennaio l’Economist, spiegavano che il punto debole dell’operazione è proprio la componente italiana: il risanamento della scarsa produttività del marchio Fiat è il primo punto sull’agenda di Stellantis.

Psa ha già risolto brillantemente il problema della produttività di alcuni dei suoi marchi e sempre per mano del suo amministratore delegato Tavares, che adesso è l’amministratore delegato di Stellantis. Ad esempio ha acquisito la Opel quando era in passivo e l’ha riportata in attivo. Come? E’ semplice, ha licenziato un terzo dei dipendenti, difficile immaginare un finale diverso per Fiat.

Per compiere questa operazione senza dare nell’occhio occorre una stampa compiacente, che non gridi allo scandalo per i licenziamenti e le ristrutturazioni che verranno, che non crei allarme sociale. Ed ecco spiegate le grandi manovre dello scorso anno della famiglia Elkann aka Agnelli in campo editoriale. 

pc 23 gennaio - NO TAV pene dimezzate, ma la persecuzione e santa inquisizione contro il movimento NOTAV continua

No Tav: pene dimezzate nel processo d'Appello bis per gli scontri del 2011 in Val Susa

Trentadue gli attivisti imputati: condanne dimezzate, la più alta a due anni
Sono state necessarie dodici ore di Camera di consiglio per arrivare alla sentenza che ha chiuso il processo d’appello bis per gli scontri del 27 giugno e 3 luglio 2011 in Val di Susa tra le forze dell’ordine e il movimento No Tav. Condanne praticamente dimezzate, nessuna sopra i due anni. Attenuanti generiche concesse con generosità, revocate la maggior parte delle statuizioni civili, importanti assoluzioni per prescrizione.....
 32 imputati in questo processo, affrontato per la quarta volta nel 2020 poiché dopo il primo e il secondo grado, la Cassazione aveva annullato e rimandato tutto alla Corte d’appello per la ridefinizione delle

pc 23 gennaio - Novara - Un presidio contro gli F-35 e le armi nucleari

L’iniziativa su Facebook di don Renato Sacco, parroco di Cesara e coordinatore nazionale di Pax Christi

Il 22 gennaio – entra in vigore il trattato dell’Onu che mette al bando le armi nucleari. Per riflettere sulla portata e le conseguenze dell’intesa, don Renato Sacco promuove un presidio virtuale. Dalle 11,30 alle 12,30 il parroco di Cesara sul lago d’Orta e coordinatore nazionale di Pax Christi organizza una diretta

pc 23 gennaio - FACCIAMO PAGARE LA CRISI AI PADRONI! TUTTI/E IN PIAZZA IL 29 E 30 GENNAIO!

La crisi sanitaria ancora pienamente in atto a livello mondiale sta accelerando e rendendo ancora più evidenti le contraddizioni strutturali dell’attuale modo di produzione.

Un’emergenza pandemica che non è casuale ma al contrario è strettamente legata al sistema capitalistico e alla sua espansione vorace e predatoria, che non risparmia alcun ecosistema.

Sono infatti in progressivo e costante aumento la deforestazione e la desertificazione, l’incremento irreversibile della temperatura terrestre che produce ciclicamente catastrofi naturali, l’agribusiness e l’allevamento intensivo, l’inquinamento e l’urbanizzazione esasperata, la rapina di territori e i conseguenti fenomeni di migrazione alla ricerca di una vita dignitosa.

Un sistema fondato sulla massimizzazione del profitto, sul massiccio sfruttamento di vite e sul saccheggio di risorse su scala globale non poteva che provocare, tra i suoi rovinosi effetti sociali, anche questa crisi sanitaria mondiale.

Sebbene l’intero sistema produttivo e sociale sia stato travolto da questa crisi, governi e padroni si appellano alla retorica dell'unità nazionale: in realtà intendono scaricare i costi della crisi solo sulle classi subalterne per tutelare l'accumulazione di ricchezze dei capitalisti che non viene minimamente intaccata dalle misure governative, anzi il più delle volte continua a crescere.

Le politiche messe in atto dai governi nazionali, Conte in primis, segnano la subordinazione servile alle richieste e alle forti pressioni padronali che spingono per misure di tutela dei loro profitti e di socializzazione delle perdite sulle classi subalterne, le quali saranno costrette a pagare le inevitabili ristrutturazioni produttive. Le misure di emergenza sino ad ora messe in campo comporteranno l’aumento del debito (a partire dal Recovery Plan) e pertanto ulteriori stagioni di “sacrifici”, con tagli del welfare, sterilizzazione dei salari e sgretolamento di tutele e diritti acquisiti (tra cui anche il diritto di sciopero e di attività sindacale).

In questo quadro tendono ad inasprirsi il patriarcato e le discriminazioni di genere: l’atomizzazione e la segregazione generata dallo smart-working scaricano il peso del lavoro di cura e riproduttivo ancor più sulle spalle delle donne.

Lo stesso vale per la discriminazione degli e delle immigrate: il razzismo istituzionale che ricatta chi non è cittadino italiano, imponendo la subordinazione ad un documento e criminalizzando chi non ce l’ha, comporta un accesso differenziale alle cure, alla prevenzione e al welfare. La finta ‘sanatoria’ promossa dalla ministra Bellanova e il ritocco di facciata ai decreti Salvini sono la prova di quanto faccia comodo alla classe dominante mantenere gli immigrati in una condizione di subalternità legalizzata.

L’imminente termine della moratoria dei licenziamenti non potrà che aggravare la condizione di impoverimento già approfondita da anni di austerità: una moratoria peraltro più fittizia che reale, in quanto il mancato rinnovo dei contratti a termine, la chiusura totale di attività, i licenziamenti disciplinari fittizi, l’espulsione del lavoro sommerso e in nero, già ne hanno decretato la fine.

In definitiva, il padronato sta approfittando della crisi in atto per continuare la propria guerra di classe e regolare i conti con i lavoratori e i proletari: l’offensiva padronale sul versante dei salari, dei contratti e delle complessive condizioni di lavoro è ormai esplicita e palese a chiunque: l'annuncio di oltre 6000 licenziamenti in tutta Europa di lavoratori da parte di Fedex-TNT ne è la riprova.

La gestione dell’emergenza, anche in questa infinita seconda fase, segnala e conferma l’assoluta assenza di tutela della salute e della vita dei lavoratori e delle lavoratrici, subordinata anch’essa alle deroghe tese a tutelare gli interessi padronali e il profitto.

Questo, e non altri, è il principale motivo per cui l'Italia è il paese europeo col più alto numero di vittime per CoViD-19, alimentate ulteriormente da una gestione fallimentare dell'emergenza e da anni di tagli e di distruzione programmata del sistema sanitario nazionale: un sistema al collasso anche per il pressoché completo abbandono delle politiche di prevenzione e della medicina territoriale e del lavoro. L’inizio a dir poco zoppicante della campagna vaccinale ne è un’ulteriore dimostrazione.

Questo stato di cose richiama la necessità di porre con forza all’attenzione dei lavoratori e degli oppressi la necessità oggettiva del superamento del sistema di sfruttamento capitalistico, stante l’assoluta incompatibilità e contrapposizione degli interessi generali di classe con quelli della borghesia imperialista e dei suoi maggiordomi al governo.

Un’incompatibilità e una contrapposizione oggettiva e storicamente data che necessitano di una mobilitazione a livello di massa, di strumenti di lotta che diano realistiche e praticabili risposte alla materialità dei bisogni di classe immediati, per affrontare concretamente le difficoltà del proletariato soprattutto nell’attuale fase storica.

Ma ciò non è sufficiente: devono essere poste le basi per superare la mera difesa sul piano aziendale o di singola categoria per rispondere agli attacchi che subiscono tutti i proletari e per strutturare un fronte di azione e di lotta di massa, esteso, comprensivo dell’insieme dell’intera classe, superando i mille rivoli e le mille vertenze in cui è tutt’ora scomposta.

Un fronte di classe con un chiaro indirizzo anti-capitalista, che rilanci le parole d’ordine storiche e unificanti del movimento operaio, che sia capace di invertire una volta per tutte la tendenza al riflusso e alla passività, e che restituisca ai proletari quel protagonismo e quella fiducia nei propri mezzi che è il requisito fondamentale per resistere e per vincere.

In continuità con le mobilitazioni del 18 e 19 dicembre il Patto d'Azione anti-capitalista aderisce allo sciopero generale del 29 gennaio convocato dalla partecipata Assemblea dei Lavoratori e delle Lavoratrici Combattivi, ne condivide e ne fa proprie le parole d’ordine: riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, cassaintegrazione al 100% del salario, salario medio garantito a disoccupati e precari, imposizione di una Million tax del 10% sul 10% per far pagare la crisi ai suoi artefici, rispetto e potenziamento dei protocolli sanitari per l’autodifesa della salute sui luoghi di lavoro, regolarizzazione senza condizioni degli immigrati sprovvisti di documenti, e lancia una giornata di mobilitazione nei territori, ove possibile, nella giornata di sabato 30 gennaio per riaffermare la necessità della costruzione di un fronte unico di classe il più ampio possibile.

Facciamo quindi appello a tutte le realtà sociali, sindacali e politiche che condividono questa necessità, e ai singoli proletari stanchi di subire quotidianamente le politiche di sfruttamento e marginalità, a partecipare in massa alle giornate del 29 e 30 gennaio e ai prossimi appuntamenti del Patto d'azione.

Patto d’Azione anticapitalista- Per un fronte unico di classe

segnaliamo il nuovo sito del Patto ancora in definizione :
www.fronteanticapitalista.org/

pc 23 gennaio - Giorno della memoria - riceviamo e pubblichiamo

«Ah, se ci fosse ancora Hitler...»

Il pranzo di nozze era stato allestito con sfarzo. Intorno ai tavoli rotondi iniziavano a sedersi gli invitati, obbedendo alle liste scritte in bella calligrafia e deposte sulle tovaglie ricamate, con curiosi intrecci rossi, in ossequio agli arcani ragionamenti di una sorella della sposa. Si ritrovavano insieme persone che non si conoscevano affatto ed erano certe di non incontrarsi mai più. Uno degli ospiti, con la testa completamente calva, si accomodò strusciando due chiappe magre sul sedile imbottito e subito iniziò a parlare senza neppure presentarsi agli altri commensali:
– È tutta colpa degli ebrei, non trova anche lei, signora? – Poi, sotto lo sguardo stupito di tutti, continuò con un radioso sorriso – Certo, se ci fosse ancora Hitler...

Cosa contava di fare? Voleva animare una cordiale conversazione? Il dottor... ma come si chiamava? da qualche tempo era stato scelto come araldo di un semi sconosciuto ordine cavalleresco e, ritenendo di

pc 23 gennaio - Dopo gli sgomberi a Torino... nulla o progetti speculativi per padroni, immobiliari, ecc.

stralci da la stampa borghese

Cosa succede agli spazi occupati dopo lo sgombero? 

Complessi dal passato industriale che diventano rifugio dei poveri, vecchie palazzine pubbliche trasformate in centri di organizzazione e lotta sociale, case popolari occupate da interi nuclei familiari che non ne hanno e che non si possono permettere di pagare fitti esorbitanti. In particolare nella zona Nord della città, fra i quartieri di Aurora e Barriera di Milano, sono stati diversi gli interventi di sgombero Per tutti questi edifici si è detto che ci sarebbero progetti ma sono cose che hanno lo scopo  di impedire nuove occupazioni 
L'ex Asilo di via Alessandria, che fin dal lontano ’95 era diventata la casa di compagni anarchici e

pc 23 gennaio - Sulla situazione nelle carceri - comunicato dello Slai cobas per il sindacato di classe

L'inchiesta di Report  di lunedì 18 ha mostrato e disvelato quello che è avvenuto nelle carceri in occasione della rivolta generale della primavera scorsa, che è quello che avviene spesso e volentieri anche in questo autunno-inverno, come diversi blog e organi di stampa denunciano.

I lavoratori autorganizzati nello Slai cobas per il sindacato di classe sono molto sensibili a queste denunce e alla condizione generale delle carceri, per questo sono una delle organizzazioni che aderisce e sostiene Soccorso Rosso Proletario e ne condivide in generale denunce e iniziative, portando ai lavoratori informazioni e sensibilizzazione.

Siamo parte del Patto d'azione che ha inserito nella sua piattaforma nazionale la domanda urgente di 'amnistia e indulto' e di un generale miglioramento della condizione dei detenuti nelle carceri.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe è tenuto a fare tutto quello che è possibile per impedire che pestaggi, torture e morti avvengano nelle carceri, per denunciarne i responsabili e pretendere che vengano perseguiti. Tutte le organizzazioni classiste e combattive sono tenute a farlo, nessuno può dire quando riceve queste denunce: "io non sapevo", così come per ogni associazione proletaria, democratica vale sempre la frase di De Andrè: "anche se vi ritenete assolti, siete tutti coinvolti".

Noi vogliamo inchieste sui responsabili di crimini nelle carceri ai danni dei detenuti e non inchieste verso chi denuncia queste cose.

Lo affermiamo nettamente e chiaramente e non permetteremo abusi su questo verso qualsiasi organizzazione, sindacale, solidale e politica - oggi più che mai davanti alla drammatica condizione che si vive nelle carceri, anche a fronte della pandemia COVID.

Slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale 

23-1-2021

Sull’inchiesta di Report sulle carceri e il massacro dei detenuti dopo la rivolta 

La puntata di Report:

L’inchiesta di Iovene trasmessa su Report di lunedì scorso merita di esser vista perché ha mostrato, con testimonianze vive e concrete di detenuti e familiari, uno spaccato reale della situazione nelle carceri italiane per troppo tempo censurato o giustificato dai media, per non parlare della raiTV.

venerdì 22 gennaio 2021

pc 22 gennaio - Due appuntamenti importanti e riusciti su Biden/Usa e sul Centenario del PCd'I, meritano una forte continuità di discussione e approfondimento

Stiamo selezionando registrazioni e trascrizioni per consegnare nelle mani dei compagni e dei proletari d'avanguardia in generale i contenuti di analisi teorico/politica/piano perchè si trasformino in combattimento su tutti i fronti e azione aperta, 'nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con la classe e le masse'.

proletari comunisti/PCm Italia

22 gennaio 2021

pcro.red@gmail.com

pc 22 gennaio - Vasta eco sulla stampa della straordinaria mobilitazione proletaria e internazionalista a sostegno della grande lotta dei contadini indiani


pc 22 gennaio - Moltiplicare manifesti - volantini - appelli - assemblee/presidi verso lo sciopero del 29 gennaio

pc 22 gennaio - VERSO LO SCIOPERO DEL 29 GEN - TARANTO iniziativa all'ArcelorMittal/Appalto


pc 22 gennaio - Verso lo sciopero generale del 29 gennaio - Messina

LAVORO, SALARIO E SALUTE GARANTITI

pc 22 gennaio - Lavoratori del pubblico impiego verso lo sciopero del 29 gennaio

PUBBLICOIMPIEGO - Appello alle lavoratrici ed ai lavoratori: il 29 gennaio sciopero generale, uniti e organizzati per difenderci dalla crisi

APPELLO ALLE LAVORATRICI ED AI LAVORATORI DEL PUBBLICO IMPIEGO: PARTECIPIAMO ALLO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI TUTTI I SETTORI PUBBLICI E PRIVATI DI 24H INDETTO PER IL 29 GENNAIO 2021!

DIFENDIAMOCI DALLA GRAVE CRISI SOCIALE ED ECONOMICA, DETERMINATA DALL’EMERGENZA SANITARIA COLLEGATA ALLA PANDEMIA DEL CORONAVIRUS, CHE IN MODO SEMPRE PIU’ PESANTE COLPIRA’ IL PUBBLICO IMPIEGO COME TUTTA LA CLASSE LAVORATRICE.

Per difenderci non abbiamo altra arma se non quella della reazione e della mobilitazione opponendoci ad un sistema padronale che con i loro governi sono disposti a sacrificare tutta la classe lavoratrice sull’altare del profitto.

pc 22 gennaio - Tutti uniti verso lo sciopero generale del 29 gennaio - Torino

pc 22 gennaio - Assolti anche in appello i dirigenti Breda/Ansaldo: per gli operai uccisi dall’amianto nessuna giustizia

Gennaio 20, 20210

ASSOLTI ANCHE IN APPELLO I DIRIGENTI BREDA/ANSALDO.

PER GLI OPERAI UCCISI DALL’AMIANTO NESSUNA GIUSTIZIA.

OLTRE IL DANNO LA BEFFA: LE ASSOCIAZIONI PARTI CIVILI NEL PROCESSO CONDANNATE A PAGARE LE SPESE PROCESSUALI.

IN ITALIA PER GLI OPERAI E LA CLASSE LAVORATRICE NON C’E’ GIUSTIZIA.

PER I PADRONI NON RISPETTARE LE NORME DÌ SICUREZZA E UCCIDERE GLI OPERAI PER IL PROFITTO NON E’ REATO.

Dopo poco più di un’ora e mezzo di Camera di Consiglio la Corte d’Appello della V Sezione Penale,

giovedì 21 gennaio 2021

pc 21 gennaio - dalle Tesi di Lione PCd'I 1926 - stralci

24. La organizzazione della avanguardia operaia in Partito comunista è la parte essenziale della nostra attività organizzativa. Gli operai italiani hanno appreso dalla loro esperienza (1919-20) che ove manchi la guida di un partito comunista costruito come partito della classe operaia e come partito della rivoluzione, non è possibile un esito vittorioso della lotta per l'abbattimento del regime capitalistico. La costruzione di un Partito comunista che sia di fatto il partito della classe operaia e il partito della rivoluzione - che sia cioè, un partito "bolscevico" - è in connessione diretta con i seguenti punti fondamentali:

1) la ideologia del partito;
2) la forma della organizzazione, e la sua compattezza;
3) la capacità di funzionare a contatto con la massa;
4) la capacità strategica e tattica. Ognuno di questi punti è collegato strettamente con gli altri e non potrebbe, a rigore di logica, esserne separato.
Ognuno di essi infatti indica e comprende una serie di problemi le cui soluzioni interferiscono e si sovrappongono. L'esame separato di essi sarà utile soltanto quando si tenga presente che nessuno può venire risolto senza che tutti siano impostati e condotti di pari passo ad una soluzione.

L'ideologia del partito

25. Unità ideologica completa è necessaria al Partito comunista per poter adempiere in ogni momento la sua funzione di guida della classe operaia. L'unità ideologica è elemento della forza del partito e della sua capacità politica, essa è indispensabile per farlo diventare un partito bolscevico. Base della unità ideologica è la dottrina del marxismo e del leninismo, inteso quest'ultimo come la dottrina marxista adeguata ai problemi del periodo dell'imperialismo e dell'inizio della rivoluzione proletaria (Tesi sulla bolscevizzazione dell'Esecutivo allargato dell'aprile 1925, nn. IV e VI).
Il Partito comunista d'Italia ha formato la sua ideologia nella lotta contro la socialdemocrazia (riformisti) e contro il centrismo politico rappresentato dal Partito massimalista. Esso non trova però nella storia del movimento operaio italiano una vigorosa e continua corrente di pensiero marxista cui richiamarsi. Manca inoltre nelle sue file una profonda e diffusa conoscenza delle teorie del marxismo e del leninismo. Sono quindi possibili le deviazioni.
L'innalzamento del livello ideologico del partito deve essere ottenuto con una sistematica attività interna la quale si proponga di portare tutti i membri ad avere una completa consapevolezza dei fini immediati del movimento rivoluzionario, una certa capacità di analisi marxista delle situazioni e una correlativa capacità di orientamento politico (scuola di partito).
È da respingere una concezione la quale affermi che i fattori di coscienza e di maturità rivoluzionaria, i quali costituiscono la ideologia, si possano realizzare nel partito senza che siansi realizzati in un vasto numero di singoli che lo compongono.

26. Nonostante le origini da una lotta contro degenerazioni di destra e centriste del movimento operaio, il pericolo di deviazioni di destra è presente nel Partito comunista d'Italia. Nel campo teorico esso è

pc 21 gennaio - Il programma politico su cui si forma il PCd'I nel 1921

 I dieci punti su cui si formò il programma politico del partito sono i seguenti:

«Il Partito Comunista d’Italia (Sezione dell'Internazionale comunista) è costituito sulla base dei seguenti principii:

1. Nell'attuale regime sociale capitalistico si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le forze produttive ed i rapporti di produzione, dando origine all’antitesi ed alla lotta di classe tra il proletariato e la borghesia dominante.

2. Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello Stato borghese, che, fondato sul sistema rappresentativo della democrazia, costituisce l'organo per la difesa degli interessi della classe capitalistica.

3. Il proletariato non può infrangere né modificare il sistema dei rapporti capitalistici di produzione, da cui deriva il suo sfruttamento, senza l’abbattimento violento del potere borghese.

4. L'organo indispensabile della lotta rivoluzionaria è il partito politico di classe. Il Partito comunista, riunendo in sé la parte più avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli sforzi delle masse lavoratrici, volgendoli dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati contingenti alla lotta per la emancipazione rivoluzionaria del proletariato; esso ha il compito di diffondere nelle masse la coscienza rivoluzionaria, di organizzare i mezzi materiali d’azione e di dirigere nello svolgimento della lotta il proletariato.

5. La guerra mondiale, causata dalle intime insanabili contraddizioni del sistema capitalistico, le quali produssero l'imperialismo moderno, ha aperto la crisi di disgregazione del capitalismo in cui la lotta di classe non può che risolversi in conflitto armato tra le masse lavoratrici ed il potere degli Stati borghesi.

6. Dopo l'abbattimento del potere borghese, il proletariato non può organizzarsi in classe dominante che con la distruzione dell’apparato statale borghese e con la instaurazione dello Stato basato sulla sola classe produttiva ed escludendo da ogni diritto politico la classe borghese.

7. La forma di rappresentanza politica nello Stato proletario è il sistema dei Consigli dei lavoratori (operai e contadini), già in atto nella rivoluzione russa, inizio della rivoluzione proletaria mondiale e prima stabile realizzazione della dittatura proletaria.

8. La necessaria difesa dello Stato proletario, contro tutti i tentativi contro–rivoluzionari, può essere assicurata solo col togliere alla borghesia ed ai partiti avversi alla dittatura proletaria ogni mezzo di agitazione e di propaganda politica, e con l'organizzazione armata del proletariato per respingere gli attacchi interni ed esterni.

9. Solo lo Stato proletario potrà sistematicamente attuare tutte quelle successive misure d'intervento nei rapporti dell'economia sociale con le quali si effettuerà la sostituzione del sistema capitalistico con la gestione collettiva della produzione e della distribuzione.

10. Per effetto di questa trasformazione economica e delle conseguenti trasformazioni di tutte le attività della vita sociale eliminandosi la divisione della società in classi, andrà anche eliminandosi la necessità dello Stato politico, il cui ingranaggio si ridurrà progressivamente a quello della razionale amministrazione delle attività umane.» 

pc 21 gennaio - I 21 punti della Internazionale Comunista su cui nasce il Partito Comunista d'Italia

I 21 punti della Internazionale Comunista

6 agosto 1920

Il secondo congresso dell'Internazionale comunista stabilisce le seguenti condizioni per l'entrata nell'Internazionale comunista:

1) ogni forma di propaganda e di agitazione deve rivestire carattere schiettamente comunista ed essere in conformità con il programma e con le decisioni dell'Internazionale comunista. Tutta la stampa di partito deve essere diretta da comunisti fidati che abbiano dato prova della loro devozione alla causa del proletariato. La dittatura del proletariato non deve essere vista semplicemente come una comune formula appresa per abitudine; ma deve essere propagandata in modo che la sua necessità risulti comprensibile ad ogni comune lavoratore, uomo o donna, ad ogni soldato o contadino, attraverso i fatti della loro vita quotidiana, che deve essere sottolineata sistematicamente dalla nostra stampa ogni giorno.
La stampa periodica e le altre pubblicazioni, le case editrici del partito, debbono essere completamente subordinate al presidium del partito senza tener conto del fatto che il partito nel suo insieme in un dato momento operi apertamente o sia fuori detta legalità. Non si deve permettere alle case editrici di abusare della loro indipendenza e seguire un indirizzo non interamente conforme alla linea del partito.
Sulle colonne dei giornali, nelle riunioni popolari, nei sindacati e nelle cooperative, ovunque gli aderenti all'internazionale comunista abbiano accesso, si deve denunciare, sistematicamente e senza posa, non solo la borghesia ma anche i suoi fiancheggiatori, i riformisti di tutte le sfumature.

2) Ogni organizzazione che desideri entrare nell'Internazionale comunista, deve, in modo sistematico e pianificato, rimuovere i riformisti ed i centristi da ogni posizione di responsabilità in seno al movimento operaio (organizzazioni di partito, istituti editoriali, sindacati, gruppi parlamentari, cooperative, enti di governo locali) e sostituirli con semplici operai.

3) Praticamente in ogni paese d'Europa e d'America la lotta di classe sta entrando nella fase della guerra

pc 21 gennaio - Viva il Centenario della Fondazione del Partito Comunista d'Italia!

per problemi tecnici tel a 3355442610

pc 21 gennaio - "NON SI PUO' SVILUPPARE LA LOTTA DI CLASSE SENZA ROMPERE CON LA LINEA DI CGIL-CISL-UIL" - Importante intervento dell'operaio dello Slai cobas della Tenaris Dalmine all'assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi

"E' importante questa assemblea dei lavoratori perchè sono poi quelli che concretamente devono portare nei posti di lavoro la battaglia per lo sciopero, Si tratta di una battaglia in cui dobbiamo dire, e mettere in campo, che c’è un’alternativa a subire la ristrutturazione capitalistica che comunque c’era prima della pandemia e che adesso da un lato è più agevolata da parte dei padroni, ma dall’altro apre anche delle altre contraddizioni. Quindi, in questo senso è bene cercare di fare uno sforzo collettivo. Io cercherò di fare la mia parte, e invito anche gli altri compagni, tutti i partecipanti, le realtà di fabbrica e tutti  lavoratori, lavoratrici di questa assemblea a mettere in campo un passo più operativo per cercare di fare un programma per lo sciopero del 29, di capire quali interventi fare, in quali fabbriche, in quali realtà.

Alcune sono già in campo da tempo, tipo quelle della logistica, però per tutti i partecipanti a questa assemblea la discriminante è che deve dire esattamente cosa concretamente fa, dove porta e come lo sostiene, perchè lo sciopero abbia un risultato, sia propagandato; esso deve essere anche frutto di una battaglia perchè lo sciopero ci deve essere.

Se non si fa questo passo non si potrà mai costruire un movimento più ampio, perchè la forza per potere far pagare la crisi ai padroni arriva dagli operai e in particolare dalle fabbriche. 

Noi ci troviamo ad operare alla Tenaris Dalmine dove è in atto una feroce ristrutturazione e dove si è già iniziato a licenziare 180 lavoratori tramite un’accordo sindacale che, dietro il discorso dei "volontari", che poi volontari non sono perchè sono scelti dall’azienda tra quelli che devono andare in pensione o che all’azienda non vanno più bene, punta a intercambiare lavoratori in forza da anni con "carne giovane e fresca" per continuare a sfruttare.

Quindi, noi dobbiamo porre all’interno di questa fabbrica, come di tante altre, uno scontro. Anche

pc 21 gennaio - SULL'INIZIATIVA SUI "VACCINI"/INCONTRO DEL 13 GEN CON F. CHIODO RICERCATORE A CUBA DEL VACCINO ANTI COVID - l'intervento di Chiodo e dello Slai cobas per il sindacato di classe e

 

INTERVENTO DI FABRIZIO CHIODO

https://drive.google.com/file/d/153ECOl4qMhhKfxqiIilq9IIncvIqffuX/view?usp=sharing

INTERVENTO DELLO SLAI COBAS SC

Innanzitutto ringrazio Fabrizio perché lavoro che svolge è molto importante in questa fase, non solo sul piano tecnico ma proprio sul piano del contributo che dà, di cui c'è bisogno, nella lotta che i lavoratori, i disoccupati, i precari, le masse in generale in questo paese devono fare; perché non possiamo che partire dal dato che la sanità, l’organizzazione della sanità, l'organizzazione della vita nei paesi capitalisti come il nostro ha trasformato la pandemia in strage, cosa che non era un “fenomeno naturale”.
Quando Fabrizio indica il numero dei contagiati e dei morti a Cuba, ci dice sostanzialmente che una diversa organizzazione sociale, oltre che una diversa gestione della sanità, ci avrebbero evitato di

mercoledì 20 gennaio 2021

pc 20 gennaio - Operai senza sicurezza e senza giustizia

 Piemonte

Operaio morto cadendo da un ponteggio. I sindacati: “Più sicurezza nei cantieri”

Un’altra «morte bianca» in un cantiere astigiano. Un dramma, quello avvenuto lunedì pomeriggio 18 gennanio  a Castagnole Monferrato, che ha destato vasto cordoglio e sta sollevando interrogativi e polemica per la sicurezza sul lavoro.

La vittima, Silvano Risso, operaio di 50 anni, abitava in frazione Sessant,alla periferia del capoluogo. Lascia la moglie Daniela: era dipendente di una ditta astigiana che sta svolgendo lavori nel cantiere di una casa in ristrutturazione a Castagnole Monferrato, vicino alla farmacia del paese. Secondo i primi e ancora sommari accertamenti degli addetti Spresal (Servizio prevenzione sicurezza ambienti lavoro) e dei carabinieri di Montemagno, Risso era su un ponteggio mobile, a quattro metri di altezza, insieme ad un collega. Stavano facendo dei lavori su una veranda: improvvisamente l’operaio ha perso l’equilibrio ed è caduto nel vuoto. I primi a soccorrerlo sono stati i colleghi, poi l’immediato intervento di medici e infermieri del 118. Ma tutto è stato inutile. Risso è morto. Gli investigatori hanno inviato un rapporto in procura. ,,, Nel settore edile in Piemonte muoiono in media undici addetti all'anno. «Si tratta di padri di famiglia, figli o fratelli che sono usciti di casa per guadagnarsi da vivere, senza più farne ritorno. Un dramma familiare e sociale che devasta chi lo vive in prima persona», aggiungono. Parole amare anche da parte dagli esponenti di Fillea Cgil. «Da anni chiediamo maggiori controlli per far rispettare le misure di sicurezza nei cantieri. E chiediamo da tempo anche di introdurre nell’ordinamento il reato di omicidio sul lavoro nei confronti di chi per noncuranza delle norme causa queste tragedie». Vengono sollecitati maggiori controlli e più rispetto delle misure di sicurezza, ma anche la valorizzazione della figura dei rappresentanti dei lavoratori, oltre ad una formazione specifica sui rischi nei cantieri e di tutti i luoghi di lavoro. 


LA STAMPA CUNEO

Operaio di Boves colpito alla testa da un cassonetto ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Cuneo

Un operaio trentenne di Boves è stato travolto da un cassonetto oggi (martedì18 gennaio) alla Omars di Cuneo, in via Genova, azienda che allestisce mezzi di soccorso stradale. L’uomo sarebbe stato colpito alla testa ed è stato trasportato in gravi condizioni all'ospedale di Cuneo.L'allarme è scattato in tarda mattinata: sono intervenuti ambulanza, carabinieri e Spreasl dell'Asl Cn1.

LA STAMPA NOVARA

Operai morti per amianto: a processo nove dirigenti del polo chimico di Novara

I decessi per mesotelioma avvennero nel 2012 e 2013

NOVARA. Erano due operai specializzati. Saldatore-tubista il primo, manutentore meccanico il secondo. Negli Anni 70 e 80, da dipendenti di Montecatini o di società controllate o comunque della zona del polo chimico di Novara (Ausind e Idrosol), Marco Pitton e Ampelio Felisatti erano esposti di continuo a polveri di amianto. Sono morti al centro lungodegenti di Galliate: il mesotelioma pleurico aveva colpito entrambi.                      

pc 20 gennaio - OGGI, IN CONTEMPORANEA CON L'INSEDIAMENTO DI BIDEN ALLA PRESIDENZA USA - streaming

che significa per i proletari, le masse popolari, gli immigrati, i giovani...

pc 20 gennaio - AVANTI VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 29 GENNAIO - Report della terza assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi


Quasi duecento lavoratori collegati su zoom: circa cinquanta interventi; oltre 7 ore di dibattito serrato: questi semplici numeri danno il senso della piena riuscita della terza assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi, convocata in vista dello sciopero generale del prossimo 29 gennaio.
Pur con differenti toni e sfumature, l'assemblea è stata praticamente unanime nel giudicare l'appuntamento del 29 gennaio come una tappa importante per lo sviluppo e il rilancio del movimento di classe e del sindacalismo conflittuale nei mesi a venire.
Il sostegno convinto allo sciopero anche da quei lavoratori che il 29 novemnre, pur sostenendone con forza la necessità ma preoccupati della sua riuscita avevano proposto di individuare una data diversa, è la prova tangibile che al di là delle diverse valutazioni tattiche, l'insieme dell'assemblea è concorde sulla necessità di lanciare, nonostante tutte le difficoltà, un primo, forte segnale a governo e padroni, con la consapevolezza della necessità che questo percorso di lotta sia quanto più possibile ampio e partecipato dalle lavoratrici e dai lavoratori, da organizzazioni e militanti sindacali, compresi coloro che, a nostro giudizio danneggiando il bisogno e la neccessità di convergenza e di unità della classe lavoratrice,  hanno scelto finora di non farne o di chiamarsi fuori. 
Al contrario, l'assemblea di ieri ha mostrato come la chiarezza del confronto alla luce del sole, lungi dal depotenziare il percorso, lo ha nei fatti rafforzato.
Sabato scorso il dibattito si è arricchito grazie al contributo attivo e propositivo di numerose esperienze e realtà di lotta: dal coordinamento operaio FCA che proprio in queste ore è impegnato nella denuncia degli effetti nefasti della fusione con PSA e della nascita del colosso Stellantis ai compagni impegnati all'Ilva di Taranto nella denuncia degli effetti nefasti degli accordi tra Arcelor Mittal e sindacati complici, dal comitato per la difesa della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro di Sesto San Giovanni protagonista di ampie e partecipate manifestazioni contro l'uso capitalistico della pandemia ai lavoratori del pubblico impiego che in queste settimane stanno denunciando l'assurdo licenziamento di Mauro Gennari da parte dell'Inps, fino ad arrivare agli studenti medi, i quali hanno lanciato una mobilitazione nazionale per il 29 gennaio a sostegno dei lavoratori in sciopero.
Se è vero che i tempi non sono ancora maturi per una mobilitazione davvero generale e di massa sui luoghi di lavoro, è altrettanto vero che quelle migliaia di proletari che in questi mesi si sono avvicinati al percorso dell'assemblea hanno il dovere di indicare la strada al resto della classe, contrastando nella pratica quella tendenza alla stasi e alla passività che negli ultimi mesi domina il panorama dello stesso sindacalismo di base e combattivo.
L'ampia introduzione ha evidenziato come la crisi pandemica, nel rendere oramai permanente lo stato di emergenza sanitaria con annessi divieti e/o forti limitazioni agli spostamenti, impedisce di fatto lo svolgimento della manifestazione nazionale a Roma così com'era stata annunciata dalla seconda assemblea lo scorso 29 novembre.
Alla luce di quanto stato di cose, l'assemblea è stata concorde nel recepire la proposta della presidenza di concentrare tutte le forze sullo sciopero del 29, e di rinviare la manifestazione a Roma (Covid permettendo) al prossimo 17 aprile.
Se da un lato non è prevedibile quale sarà lo scenario e la curva pandemica ad aprile, alcune realtà (Sesto San Giovanni e disoccupati 7 novembre, ma anche SI Cobas e Slai Cobas per il sindacato di classe) hanno posto l'accento sull'urgenza di un appuntamento di piazza nazionale che individui nel governo la controparte effettiva delle nostre rivendicazioni. Lo slogan principale veicolato in questi mesi dalle realtà aderenti al percorso comune è stato: "se dobbiamo lavorare, possiamo anche scioperare"; ora si tratta di declinare quello slogan in una forma nuova: " se dobbiamo lavorare possiamo anche manifestare".
Sia l'introduzione che numerosi interventi (lavoratori della logistica, della scuola, dello spettacolo, metalmeccanici, telecomunicazioni, ecc.) si sono soffermati sulla crisi istituzionale e di governo esplosa nelle ultime ore, rispetto alla quale da un lato sono evidenti i tentativi e le manovre per imporre un ennesimo governo tecnico, dall'altro è altrettanto evidente il sostegno a Conte da parte di una fetta consistente della grande borghesia, verso a quale l'attuale esecutivo ha rappresentato un garante senza eguali della pace sociale durante la fase pandemica: a differenza di altre aggregazioni sociali e della quasi totalità del sindacalismo (confederale e non) l'assemblea ha ribadito la sua totale autonomia da ogni partito e schieramento dell’arco istituzionale borghese, e la ferma opposizione alle misure finora adottate dal governo Conte, sia in relazione al mancato contenimento della pandemia, sia riguardo alle politiche sul lavoro e sui salari, prone agli interessi di Confindustria e del grande padronato. In quest'ottica, lo sciopero del 29 gennaio rappresenterà un banco di prova fondamentale per rilanciare la lotta per strappare dei protocolli davvero vincolanti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, per porre con forza il tema delle tutele salariali e dei rinnovi dei CCNL scaduti, della riduzione d'orario a parità di salario al fine di arginare l'ondata di licenziamenti e rilanciare la rivendicazione di una patrimoniale del 10% sul 10% affinché la crisi sia pagata dai padroni.
Le lotte in corso nella logistica, foriere di accordi a livello aziendale sulla sicurezza e di una trattativa tuttora in corso con alcune associazioni datoriali per strappare migliori condizioni salariali, dimostrano che anche su questi temi è possibile agire e ottenere risultati concreti solo attraverso il protagonismo e la mobilitazione reale dei lavoratori.
In questi mesi, di pari passo con lo sviluppo delle iniziative nazionali, abbiamo assistito alla  costituzione in alcune città (su tutte Roma) delle assemblee provinciali dei lavoratori combattivi, capaci di interfacciarsi a 360 gradi con le vertenze e le mobilitazioni locali: si tratta di un segnale positivo nella direzione di un reale radicamento del percorso sui territori e nei luoghi di lavoro, che va sostenuto e incoraggiato.
L'assemblea, nel rinnovare l'invito a concentrare tutte le sue forze per la riuscita dello sciopero del 29 gennaio, ha indicato un primo calendario di iniziative nazionali successive a quella data:
- 8 marzo, partecipazione alle mobilitazioni per la giornata di lotta internazionale della donna;
- 17 aprile: assemblea nazionale tematica sui temi della salute e della sicurezza dei lavoratori, coinvolgendo esperti in materia sanitaria e medicina del lavoro.
- 1 maggio, giornata di lotta internazionale dei lavoratori.
Sì è infine lanciata la proposta di dar vita, nella giornata del 2 maggio, ad un iniziativa tesa a costruire collegamenti su scala internazionale, coinvolgendo esperienze di lotta e sindacali di altri paesi.
Nelle settimane successive allo sciopero del 29 l'assemblea sarà riconvocata al fine di definire e organizzare in maniera dettagliata questo calendario di lotta per la primavera.

pc 20 gennaio - Editoriale - Fallisce per ora l'attacco di Renzi per conto della destra e dei fasciopopulisti a Conte - ma il governo si indebolisce - Per i proletari e le masse popolari è ora di farsi sentire

Al Senato ieri è fallito quasi in extremis l'assalto di Renzi in sintonia con il centrodestra a traino Salvini/Meloni per far cadere il governo e aprire la strada al governo d'emergenza DRAGHI o al governo Salvini come esito di eventuali elezioni anticipate.

Cosa sarebbe questo governo nuovo lo hanno chiarito non Conte ma Salvini/Meloni e alleati con interventi all'insegna del fascismo, razzismo e volgari attacchi populisti, che vorrebbero cavalcare la tigre del malcontento popolare per un governo dei 'pieni poteri' al servizio dei padroni e della marcia verso la dittatura aperta, con il passaggio presidenziale e presidenzialista della fine del mandato di Mattarella.

Ma certamente Conte appare indebolito e ancora più ricattabile dalla non maggioranza al Senato e quindi comunque la sua continuazione è segnata da uno spostamento 'oggettivo' a destra.

Sono i padroni, la Confindustria di Bonomi in primis ora a cercare di capitalizzare la debolezza del Governo spingendolo in nome della tenuta economica verso una politica ancora più padronale in termini  di uso del Recovery Plan e MES a loro favore e rimozione di ostacoli a sfruttamento/precarietà/licenziamenti per il loro profitto e nella guerra commerciale nel mercato mondiale - attraversato da crisi economica generale alimentata dalla pandemia dilagante.

Ma la debolezza del governo si presta all'iniziativa e alla lotta proletaria e popolare, che qui e ora deve ripartire e intensificarsi intorno alle rivendicazioni proletarie: - cassaintegrazione pari al 100% del salario, nessun licenziamento e nessuna chiusura di fabbriche, riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga - tassa patrimoniale sui padroni e grandi ricchezze - estendo la lotta sempre più alle fabbriche, a tutti i luoghi di lavoro ancora fermi e succubi della politica di collaborazione dei sindacati confederali, alla scuola rilanciando l'unità studenti/lavoratori, alla sanità - che non ha avuto nonostante la gravità una lotta generale vera, al territorio con le rivendicazioni di salario e lavoro per disoccupati e precari e non ristori e mance a padroni, padroncini, commercianti ecc.

Come netta e dura deve essere l'iniziativa proletaria e popolare a fronte della pandemia

protocolli rafforzati sulla salute e sicurezza sui posti di lavoro, massicce e urgenti assunzioni di medici,  infermieri, personale sanitario con potenziamento di macchinari necessari antiCovid; tamponi e vaccini per tutti, postazioni ispettivo sanitarie sui posti di lavoro, aree industriali, quartieri popolari e territorio.

Lo sciopero del 29 è una prima e chiara iniziativa per aprire una fase di continuità, estensione e intensificazione della lotta.

Ma è necessario che in ogni lotta venga posta una chiara discriminante contro fascio populismo e negazionismo - che si cela anche dietro l'eterna demagogia su 'teatrino politico', 'poltrone e politici' 'antiparlamentarismo demagogico', 'dittatura sanitaria', 'antilockdown', 'dittatura di Conte' - tutte frasi qualunquiste/reazionarie al servizio della destra anche estrema, parole d'ordini che vengono cavalcate anche da 'rossobrunisti' e 'sovranisti tinti di 'rosso'.

Sviluppiamo la lotta e l'organizzazione politica proletaria, il fronte unico di classe, la lotta sindacale e sociale in forme di guerra di classe - respingendo divieti di sciopero- manifestazioni e repressione antiproletaria e anti popolare

Costruire la polarizzazione tra padroni/governo/stato del capitale da un lato, operai, lavoratori, studenti e giovani, masse popolari dall'altro è necessario, è possibile ed è l'unica strada per l'alternativa rivoluzionaria di governo, stato, società

proletari comunisti/PCm Italia 

20 gennaio 2021

pc 20 gennaio - SULL'INCHIESTA DI REPORT SULLE CARCERI E IL MASSACRO DEI DETENUTI DOPO LA RIVOLTA - Una nota di SRP

La puntata di Report:



L'inchiesta di Iovene trasmessa su Report di lunedì scorso merita di esser vista perché ha mostrato, con testimonianze vive e concrete di detenuti e familiari, uno spaccato reale della situazione nelle carceri italiane per troppo tempo censurato o giustificato dai media, per non parlare della raiTV.

Rispetto a quanto emerso sinora dalle denunce e dalle indagini in corso ha aggiunto poco, ma quel poco che ha aggiunto è da vedere e da sentire: il sangue dei detenuti di Modena schizzato sulla polizia penitenziaria, l'attesa delle familiari dei detenuti fuori dal carcere nella vana speranza che venissero soccorsi, 6 ore di urla, di agenti imbrattati di sangue che affermavano, davanti alle parenti, che non si erano mai divertiti tanto nel picchiare i ragazzi. E poi i carri funebri che uscivano dal carcere e poi niente. Per mesi più niente. Detenuti che non avevano partecipato alla rivolta ugualmente pestati a sangue e trasferiti, picchiati anche durante e dopo il trasferimento, ogni giorno per 3 mesi. Per mesi non hanno potuto neanche telefonare a un avvocato, per mesi tenuti senza potersi lavare, senza coperte e senza potersi cambiare i vestiti, picchiati ogni giorno, 3 volte al giorno, le guardie carcerarie entravano nelle celle con secchiate di acqua fredda e giù botte ecc.

Di nuovo ha aggiunto la risposta imbarazzata del magistrato di sorveglianza di S.M.Capua Vetere, che di fronte alla domanda di Iovene sulla violenza delle guardie nel carcere di S.M.C.V. ha detto: "è inquietante, così come è inquietante il fatto che rischierei un provvedimento disciplinare se rispondessi alle vostre domande"

Purtroppo le conclusioni del servizio e le pessime chiose di Ranucci hanno sporcato un'inchiesta onesta e ben fatta.

Si dice che c'è il sovraffollamento e si propone di ridurlo costruendo altre carceri, magari più umane, con maggiori sostegni alla polizia penitenziaria; rispetto all'indulto o all'amnistia, richiesti a gran voce da detenuti, parenti e garanti, vengono considerati alla stregua del fallimento dello Stato che non ha saputo adeguare negli anni le carceri a una crescente popolazione detenuta; rispetto a quest'ultima si mette poi in un indistinto calderone criminali, immigrati, uomini maltrattanti, tossicodipendenti e poveri, senza dire che in Italia, dagli anni '70 ad oggi, i reati sono diminuiti a dismisura, e a dismisura sono cresciute le occasioni per delinquere, ossia la povertà e la mancanza di opportunità lavorative.

Ma in queste pessime conclusioni Ranucci offre anche lo spunto per un ulteriore inchiesta, quando parla dei 700 milioni di euro stanziati con il piano Alfano per costruire nuove carceri, sui cui appalti avevano già messo gli occhi addosso certi costruttori (Ligresti e Caltagirone): a chi giova costruire altre carceri?

Soccorso rosso proletario

pc 20 gennaio - Morti amianto Breda, il processo a Milano verso la conclusione

PROCESSO D’APPELLO MORTI AMIANTO BREDA

VERSO LA CONCLUSIONE

il 19 gennaio 2021 ultime arringhe degli avvocati presso la Corte d’Appello di Milano (sezione Quinta), sul banco degli imputati manager e dirigenti di Milano che non hanno mai avuto il coraggio di mostrare le loro facce al processo accusati della morte per amianto (mesotelioma) di 12 lavoratori.

In primo grado gli imputati di omicidio colposo erano stati assolti dal giudice dott. Simone Luerti della 9° Sezione Penale del Tribunale di Milano, con la formula “il fatto non sussiste” e per “non aver commesso il fatto”, nonostante le decine di testimonianze di ex lavoratori e ATS (ex ASL)

pc 20 gennaio - ILPROCESSO ILVA ENTRA NELLA FASE CONCLUSIVA - Importante in questa fase la presenza dei lavoratori, parti civili - Lo Slai cobas darà indicazioni

Dal blog tarantocontro

Con l'udienza di ieri si è chiusa la fase istruttoria e il 1° FEBBRAIO AVRA' INIZIO LA FASE DI DISCUSSIONE.

La Corte d'Assise - dopo aver riascoltato lunedì scorso, il perito delle intercettazioni, nominato a suo tempo dalla Corte d'Assise - ha cancellato l'ascolto dell'ultimo teste della difesa (che ha più volte presentato certificati medici) e ha rigettato con un'ordinanza tutte le richieste di integrazione probatoria avanzate dagli avvocati degli imputati che chiedevano il riascolto di alcuni testi e di confronto tra altri (avvocati che ancora ieri sono intervenuti per contestare l'ordinanza del giudice e per chiedere che la fase dibattimentale iniziasse tra tre mesi - ma ancora una volta tutte le richieste sono state respinte).

La Corte non ha, però, ancora formulato un calendario; importante per gli interventi degli avvocati delle parti civili, tra cui quelli dei lavoratori Ilva/Cimitero. abitanti dei quartieri inquinati, presentati dallo Slai cobas sc.
Dovrebbe farlo nell'udienza del 1° febbraio.

Dopo il 1° febbraio lo Slai cobas organizzerà un'assemblea delle parti civili, aperta a tutti i lavoratori e cittadini di Taranto, con la presenza di avvocati, e la partecipazione al processo in occasione dell'intervento dei nostri avvocati.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

slaicobasta@gmail.com - 3475301704

martedì 19 gennaio 2021

pc 19 gennaio - Per le materie prime si accende lo scontro interimperialista sulla pelle di proletari, masse e popoli oppressi

"I monopoli condussero all’accaparramento intensivo delle principali sorgenti di materie prime, specialmente nell’industria piú importante e piú cartellata della società capitalistica, quella siderurgico-mineraria. Il possesso monopolistico delle piú importanti sorgenti di materia prima ha aumentato immensamente la potenza del grande capitale e acuito l’antagonismo tra l’industria dei cartelli e l’industria libera... il monopolio sorse dalla politica coloniale. Ai numerosi “vecchi” moventi della politica coloniale, il capitale finanziario aggiunse ancora la lotta per le sorgenti di materie prime, quella per l’esportazione di capitali, quella per le “sfere d’influenza”, cioè per le regioni che offrono vantaggiosi affari, concessioni, profitti monopolistici, ecc., e infine la lotta per il territorio economico in generale. Quando, per esempio, le potenze europee occupavano con le loro colonie solo una decima parte dell’Africa, come era il caso ancora nel 1876, la politica coloniale poteva allora svolgersi in forma non monopolistica, nella forma, per cosí dire, di una “libera presa di possesso” di territorio. Ma allorché furono occupati già nove decimi dell’Africa (verso il 1900), allorché fu terminata la divisione del mondo, allora, com’era inevitabile, s’iniziò l’età del possesso monopolistico delle colonie, e quindi anche di una lotta particolarmente intensa per la spartizione e ripartizione del mondo...È noto a tutti quanto il capitale monopolistico abbia acuito tutti gli antagonismi del capitalismo. Basta accennare al rincaro dei prezzi e alla pressione dei cartelli. Questo inasprimento degli antagonismi costituisce la piú potente forza motrice del periodo storico di transizione, iniziatosi con la definitiva vittoria del capitale finanziario mondiale".

Lenin, L’imperialismo, fase suprema del capitalismo 


Ci sarà un nuovo boom delle materie prime? L’analisi del Guardian

di Redazione Start Magazine

I prezzi delle materie prime hanno raggiunto livelli record, e si prevede che saliranno ancora. L’approfondimento del Guardian
L’economia globale potrebbe essere sull’orlo di un nuovo “superciclo” delle materie prime, mentre i

pc 19 gennaio - Esce People's March, la voce della rivoluzione indiana - in italiano - richiedi a csgpindia@gmail.com

pc 19 gennaio - Se ne vanno sempre i "migliori..."

 E' morto Andreassi, vice capo polizia al G8 di Genova: unico a collaborare alle indagini, venne rimosso

Il prefetto aveva 80 anni e fu uno dei protagonisti della lotta al terrorismo. Sulla irruzione alla Diaz disse: "Fu una calamità"

A 80 anni, in ospedale a Roma, è morto questa mattina Ansoino Andreassi. E’ stato una delle figure più importanti della lotta al terrorismo fra gli anni '70 e '80 ma il suo nome non è noto al grande pubblico anche per via della sua scarsa propensione al palcoscenico. Se ne scrisse molto di più dopo il G8 del luglio 2001 di Genova. Andreassi era infatti all’epoca vice capo della polizia e nel generale clima di scaricabarile ed omertà dei vertici della polizia sull’irruzione nella scuola Diaz (quella della macelleria messicana), fu l’unico a fornire fin dall’inizio un quadro preciso delle motivazioni e della confusione organizzativa di quella sciagurata irruzione

E forse proprio per questo fu uno dei pochissimi ad essere scaricato e parcheggiato nei servizi segreti

pc 19 gennaio - Regione Lombardia: Moratti in aiuto al sistema Lega sulla pandemia. Solo la lotta può mettere fine a questa gestione criminale

Dov'è la differenza? 



pc 19 gennaio - Intimidazione poliziesca a Roma alla Casa delle Donne Lucha y Siesta, nel silenzio complice di sindaca e Regione Lazio

il comunicato

VIOLENZA, LUCHA Y SIESTA DENUNCIA L’ASSURDA PROCEDURA DI IDENTIFICAZIONE DELLE DONNE OSPITI

Ieri un fatto molto grave ha scosso la comunità della Casa delle Donne Lucha y Siesta: un nutrito gruppo di agenti del Commissariato Tuscolano, approfittando dell’apertura del cancello della casa da parte di un ragazzo che andava a scuola, è entrato, senza preavviso, dentro le stanze della Casa delle Donne Lucha y Siesta. Ha identificato, con una procedura quantomeno atipica, le donne ospiti e i/le minori, senza dare spiegazioni, senza attendere l’ausilio delle avvocate, arrivando fin dentro la casa, stanza per stanza.

Cosa o chi pensavano di trovare?

Le donne ospitate nella Casa, come noto, stanno vivendo percorsi di fuoriuscita dalla violenza, sono seguite dai servizi sociali, sono inviate da strutture che non hanno lo spazio per accogliere, hanno fatto un percorso di ascolto, di screening sanitario regionale, sono in molti casi seguite in collaborazione con altre associazioni che si occupano di contrasto alla violenza di genere e che trovano in Lucha una risorsa preziosa. Le loro identità sono ben note; perché, quindi, identificarle e agire nei loro confronti l’ennesima violenza?

Quale sarebbe il senso di una simile operazione?

Quale poi il ruolo della Procura della Repubblica nel contrasto alla violenza? Per quanto ci riguarda quanto accaduto si inserisce nello stesso solco delle decine di sentenze rivittimizzanti, discriminatorie e ingiuste nei confronti delle donne che denunciano le violenze.

Perché infine tanto accanimento nonostante la Regione Lazio abbia riconfermato, con uno stanziamento di fondi, il proprio impegno per acquistare l’immobile, restituirlo alla cittadinanza e salvaguardare la complessa e preziosa esperienza della Casa?

Sono domande legittime che nascono dalla incongruenza tra quello che le istituzioni vanno sbandierando con le campagne comunicative e la realtà dei comportamenti delle forze dell’ordine che agiscono vittimizzando nuovamente chi cerca una nuova serenità. È inaccettabile.

Lucha y Siesta è bene prezioso per la città, a cui ogni giorno le istituzioni stesse si rivolgono per dare risposte a bisogni che altrimenti non saprebbero affrontare. È così da 12 anni. Qui ogni giorno si lotta per costruire accoglienza, orientamento e supporto. Non tollereremo dunque il modo scomposto e abusante con cui l’identificazione è stata compiuta, non tollereremo l’arroganza con cui si asfaltano percorsi di donne che lottano per uscire dalla violenza, non tollereremo atteggiamenti inopportuni di chi dovrebbe essere formato contro la violenza di genere, ma evidentemente in modo insoddisfacente e inadeguato.

Pretendiamo risposte alle nostre domande. Lo faremo in tutte le sedi possibili. L’intimidazione, se questo fosse stato l’obiettivo, non ci ha mai spaventate. La città reale è con noi, ma evidentemente una politica vuota e disumana non sa guardarsi intorno.

pc 19 gennaio - Nello sciopero generale del 29 portare forte e chiara l'esigenza della lotta politica e della costruzione del Partito

La pandemia continua con una caterva di morti e malati e con la sanità inadeguata che torna a collassare - ma governo e istituzioni hanno a cuore solo gli interessi dei padroni e commercianti.

Mentre in Parlamento dilaga la guerra tra bande di ministri e parlamentari dediti alla salvaguardia delle loro poltrone e della grande mangiatoia dei fondi europei e pubblici - usati fino ad ora come misere mance buttate ai cani per tenere legate a sè le masse.

E’ assolutamente necessario per proletari e masse popolari prendere la parola attraverso la lotta e la ribellione; è assolutamente necessario riempire di contenuti e di forze di lavoratori, masse popolari l’opposizione vera a questo governo, a queste istituzioni, ai padroni che li guidano di fatto, per difendere lavoro, salario, sanità, scuola, salute, sicurezza e vita.

I padroni mentre vogliono tutto per loro i fondi pubblici e fondi UE respingono le richieste contenute nelle piattaforme contrattuali, continuano a chiudere e a licenziare, impongono sui posti di lavoro condizioni sempre peggiori e fanno della cassaintegrazione covid un’arma dello scaricamento della crisi sui lavoratori, un’arma per flessibilità, ristrutturazioni e ricatto occupazionale.

Nelle fabbriche le norme di sicurezza anticovid, i protocolli approvati o non vengono applicati o non sono assolutamente sufficienti a tutelare i lavoratori dal contagio, e il numero di morti e malati tra i lavoratori vengono taciuti e nascosti. Governo e istituzioni nei loro decreti non citano neanche quello che succede nelle fabbriche dando per scontato la linea di ‘produci e crepa’.

Gli operai in tutto questo non hanno voce ne organizzazione adatta a rispondere. Ma questa voce e forza organizzata deve costruirsi ora! Dentro le fabbriche e posti di lavoro deve ripartire forte e chiara la lotta e la guerra di classe! Dal piccolo al grande, da pochi a tanti fino a una marea montante.

Quest’autunno-inverno in cui paghiamo la crisi e la pandemia sulla nostra pelle è frutto di un lungo inverno, dominato dall’affermazione senza limiti del capitalismo e delle leggi della dittatura dei padroni. Un lungo inverno fatto di partiti politici divenuti caste affaristiche e corrotte che si sono ingrassate sulla pelle delle masse sfruttate; un lungo inverno in cui è stato propagandato il razzismo, sono stati ritirati fuori dalle fogne i fascisti, sono stati cancellati diritti e conquiste in materia di salari, lavoro, sanità pubblica, scuola pubblica, conquistati con la straordinaria stagione del ’68/69, dell’Autunno caldo, proseguita nei primi anni 70 conquistati con una lotta vera in cui gli operai, gli studenti, le masse hanno messo in discussione il sistema, hanno visto all’orizzonte un altro potere, un’altra società, un altro modo di vivere.

Questa straordinaria stagione è stata schiacciata dal tallone di ferro del capitale e del suo Stato dimostrando la verità storica di Marx-Engels-Lenin: “...lo Stato moderno, qualunque ne sia la forma, è una macchina essenzialmente capitalistica, uno Stato dei capitalisti, il capitalista collettivo ideale... nella lotta politica di classe contro classe, l'organizzazione è l'arma più importante...”

Questa organizzazione, la principale delle organizzazioni è il Partito Comunista, che dobbiamo ricostruire nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con la classe e le masse, oggi a 100 anni dalla fondazione del PC in Italia 

proletaricomunisti/Pcm Italia

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