Mise à jour : aujourd'hui à 15h56 Petit départ en sauvage, flics partout gaffe à vous!
Début de manif sauvage dans
les rues adjacentes à la place de l’Etoile. 53 interpellations à Paris
pour le moment. Beaucoup de flics mobiles dans le quartier. Tensions
place de l’Etoile, plusieurs blessés et des interpellations. Tentative
de sauvage avenue Friedland en direction de saint-Augustin, ça gaze, les
flics suivent pas loin, police montée boulevard Haussmann, BAC mobile
en voiture, voltigeurs avec LBD sortis. Il reste du monde dans la nasse à
Etoile.
Début de nasse encore assez ouverte place de l’étoile
Les flics laissent rentrer les
gens sur une place de l’Etoile qui ressemble quand même à une grande
nasse... Un point de sortie via Friedland seulement, deux points de
crispation : Hoche et Wagram : ça gaze avenue Wagram, et le canon à eau
commence à se déplacer. Les flics bloquent les médic dans une petite rue
et il y a beaucoup de BAC dans le quartier. L’hélico de la gendarmerie
tourne. Les blindés (4 sur 14 en tout dans Paris) de la gendarmerie sont
au pied de l’arc de triomphe... un dispositif sans doute jugé
proportionné par la pref et le ministère de l’Intérieur pour faire face à
des manifestations déclarées dans l’ensemble... Le message est clair
pas de réformes mais des blindés, pas de thunes pour les chômeurs mais
plus de thune pour la répression et les patrons.
Beaucoup de monde autour de saint-Lazare en direction de la place de l’Etoile, le cortège arrive avenue de Friedland
Autour de Saint-Lazare et des
grands magasins, les flics se font huer. Il y a plus de monde que la
semaine dernière, des gens hétéroclites, on note une présence importante
de la gauche organisée (syndicats, partis) mais sans trop de drapeaux. « Macron démission, Castaner en prison ! »
Gros succès de la manif pour les trois militantes kurdes assassinées, les flics empêchent les convergences
20000 personnes à République pour la mobilisation pour Sakine, Fidan et Leyla.
La manif qui arrivait de place des Fêtes a dû prendre le métro pour
esquiver les keufs et rejoindre la manif partie de Bercy, qui est censée
aller à Saint-Lazare. Les flics suivent la manif de loin avec un canon à
eau sur Rivoli. Une partie de la manif semble décider de remonter par
Sébastopol.
Certains Gilets Jaunes partis
de différents quartiers parisiens et de proche banlieue sont arrivés à
République, d’autres se cherchent encore au milieu de la manifestation
Kurde qui arrive au même endroit et est très très massive !
Des milliers de Gilets Jaunes eux partis de Bercy ce matin viennent de
passer la Bastille et continuent la manifestation rue de Rivoli, tout ce
beau monde va-t-il converger ?
La corte d'Appello di Torino ha accolto per una parte sostanziale il ricorso dei sei ex rider di Foodora, ribaltando la decisione del primo grado.
I giudici hanno sancito il diritto dei rider di avere una retribuzione in base al contratto collettivo della logistica e del trasporto merci. "Perlomeno c'è il riconoscimento che sono lavoratori subordinati, io credo che questo modificherà alcuni meccanismi" ha dichiarato l'avvocato Sergio Bonetto. "Finalmente anche i tribunali hanno deciso che queste aziende devono pagare" aggiunge uno dei ricorrenti. L'Avv. Bonetto è anche legale delle parti civili organizzate dallo Slai cobas sc al Processo Ilva "Ambiente svenduto". Lunedì 7 gennaio era a Taranto alla Corte d'Assise con gli operai Ilva, lavoratori cimiteriali, abitanti dei quartieri a mettere sotto accusa i padroni Riva e i loro complici. Questa sentenza è stata, quindi, accolta con soddisfazione e fiducia anche dai lavoratori di Taranto
(dalla stampa) - Chiedevano il riconoscimento della subordinazione del rapporto di lavoro. Un’istanza che in primo grado, lo scorso giugno, era stata respinta per tutti e 5 i rider della multinazionale tedesca Foodora. Ma ora la decisione è stata ribaltata dai giudici della Corte d’Appello di Torino, che hanno accolto il ricorso per una parte sostanziale e hanno sancito il diritto dei ricorrenti ad avere una somma calcolata sulla retribuzione stabilita per dipendenti del contratto collettivo logistica-trasporto merci. Quindi con tredicesima, ferie e malattie pagate. In aula l’avvocato Sergio Bonetto aveva detto: “Questa azienda è riuscita nell’impresa di costruire un meccanismo tale per cui questi fattorini venivano pagati meno di quello che, all’epoca, era la metà del corrispettivo di un voucher per lavoro occasionale. Una miseria. Sulla carta la gestione dei collaboratori da parte di Foodora era leggerissima e deregolata. Nella pratica era piena di obblighi“.
The International Committee to Support People's War in India calls up for an International Week of Action from 21st to 27th of January.
In this week all democratic, revolutionary and anti-imperialistic initiatives are called to make actions to support People's War in India: Against Operation Green Hunt, to support all political prisoners and to free G. N. Saibaba!
Una battaglia, non scontata, necessaria delle donne,
lavoratrici nel movimento sindacale e nei sindacati di base. Parte del protagonismo in tutti gli ambiti
soprattutto delle donne proletarie.
Il MFPR ha posto da subito questa battaglia; l'hanno presa in mano in particolare le lavoratrici dello Slai cobas per il sindacato di classe che hanno affermato, e reso pratica viva, che il ruolo delle donne e delle
lavoratrici nel sindacato non è una quota, non è un aggiungere
le questioni delle lavoratrici in una piattaforma, ma è un principio costitutivo e costante di un sindacato di classe in cui le donne sono protagoniste e dirigenti, una
ricchezza, una doppia ragione di lotta che corrisponde a un doppio
sfruttamento, una doppia oppressione - questo ha portato al fatto che lo Slai cobas sc fin dal 2013 ha proclamato e contribuito attivamente allo sciopero delle donne.
Una battaglia che ha visto lotte anche tra i lavoratori contro maschilismo, sessismo, come verso i sindacati di base contro atteggiamenti di sottovalutazione o di "paternalismo" (a volte presenti anche tra le stesse lavoratrici).
Per questo, siamo molto contente che ora questa battaglia si apra anche nel Si.cobas.
MFPR
Diamo un resoconto della recente importante esperienza delle compagne lavoratrici del Si.cobas - che noi invitiamo a generalizzare da parte di tutte le compagne, le lavoratrici in tutti i sindacati di base.
*****
Già nel coordinamento nazionale del Si.Cobas a Bologna tenutosi a dicembre, le donne non si sono accontentate del riferimento nella relazione alla condizione delle donne, per cui in base alla situazione politica attuale "non è possibile ignorare il movimento delle donne e quindi il Si Cobas farà la sua parte e proclamerà lo sciopero per l'8 marzo", ma hanno preteso di più, un cambiamento.
Le operaie dell'Italpizza, che hanno raccontato un modo diverso di lottare rispetto ai modi normali del Si.cobas, hanno preteso che i compagni che le sostenevano davanti ai cancelli durante la lotta non fischiassero e si rivolgessero con rispetto verso le donne che entravano, quasi tutte musulmane. E'
L’Aquila 25 gennaio 2019: riprende il processo nei confronti
di 3 donne.
L’”accusa” è diffamazione
dell’avvocato Antonio Valentini, la “colpa” è la solidarietà
femminista.
Il 25 gennaio a L’Aquila, tre
femministe saranno processate per aver difeso uno spazio di
donne dall’ingresso di Antonio
Valentini, difensore di Francesco Tuccia, ex militare
stupratore e quasi assassino di “Rosa”.
Nel
Novembre 2015, l’associazione “Ilaria Rambaldi
Onlus” invita a partecipare l’Avvocato Antonio Valentini ad un convegno su Commissione Grandi
Rischi, organizzato presso la Casa Internazionale delle
Donne di Roma, un luogo simbolico per
la libertà delle donne. Molte donne si mobilitano e alla fine
la Casa delle donne di Roma segnala all’organizzazione del
convegno che Valentini non può varcare quella soglia, perché
indesiderato.
Ma l’avvocato non ci sta e
querela, manu militari, 3 donne, colpevoli di aver diffuso la
lettera di una compagna del MFPR dell’Aquila, in cui si
denunciava: il securitarismo emergenziale con cui lo Stato
La lotta è esplosa contro i salari al di sotto del minimo vitale, le fabbriche nocive e senza sicurezza, la repressione brutale con arresti, sequestri, torture. Sulla loro pelle fanno i loro profitti i grandi marchi europei e USA del tessile, dall'abbigliamento alle scarpe, da Benetton ad HM
Ieri, nella città industriale di Savar, nel distretto di Dacca, la polizia ha usato idranti e bastoni per disperdere 10 mila operai tessili in sciopero, gran parte delle quali donne, che hanno bloccato per ore un importante snodo autostradale, dopo che in 50 mila avevano abbandonato i posti di lavoro in mattinata. Martedì un operaio è stato ucciso e 50 sono stati i feriti: la polizia ha iniziato a sparare proiettili di gomma e usare gas lacrimogeni per reprimere la protesta di 5 mila operai, a Dacca e nei sobborghi della capitale. Alcune testimonianze affermano che i padroni hanno assunto un servizio d’ordine per impedire a lavoratrici e lavoratori di altre fabbriche di unirsi alla protesta.
Le catene transnazionali della produzione passano per le mani di queste donne che confezionano tessuti e vestiti per i colossi come H&M, in condizioni di sicurezza infime e per il corrispettivo di poche decine di euro al mese. L’insubordinazione delle operaie tessili segna il passo di un movimento dello sciopero che scuote il mondo dall’Oceano Indiano al Pacifico, che ancora una volta si mostra globale e inarrestabile.
Le manifestazioni sono il primo banco di prova per la premier Sheikh Hasina, appena rieletta per il quarto mandato alla guida del Paese. In Bangladesh il settore tessile, e in particolare la produzione destinata al confezionamento di capi da esportazione, rappresenta un cardine per l’economia. Il Paese è il secondo al mondo per esportazioni di vestiario, dopo la Cina. Sul territorio esistono almeno 4.500 industrie che muovono un giro d’affari di 30 miliardi di dollari (26,2 miliardi di euro). Qui si trovano le fabbriche di grandi marchi occidentali – sia del lusso che “low-cost” – del calibro di H&M, Zara, Walmart, Tesco, Kappa, Tommy Hilfiger e Calvin Klein. Il settore impiega soprattutto donne ed è scarsamente regolato da norme. Sono frequenti gli incidenti sul lavoro. Il disastro più grave è avvenuto nel 2013 con il crollo del complesso del Rana Plaza a Savar, nel quale sono rimaste uccise oltre 1.300 persone.
L'emozionante salvataggio avvenuto ieri a Torre di Melissa nel crotonese di 51 migranti di nazionalità curda, tra cui 4 bambini e un neonato, fatto da normali persone che si sono buttate fra le onde gelide e non hanno esitato un istante a mettersi in mare con il barchino di un hotel pur di raggiungerli e salvandoli da una probabile morte, dimostra ancora una volta l'umanità delle masse; che non è vero che la maggioranza della gente è razzista; che il razzismo oggi è fomentato dal governo Salvini/Di Maio.
Dimostra che questo governo fascio-populista, questo potere, questo sistema sociale è il cancro, di cui occorre liberarsi per affermare la civiltà e impedire la barbarie.
(da Repubblica) - "...Le loro urla disperate, i pianti e le richieste di aiuto hanno svegliato gli abitanti del paese, che con il sindaco Gino Murgi in testa, non hanno esitato un momento a riversarsi sulla spiaggia e ad intervenire ancor prima dell'arrivo dei soccorsi. "Le condizioni del mare erano pessime, la barca rischiava di spezzarsi, per questo ci siamo lanciati in acqua senza neanche attendere l'arrivo dei soccorsi", dice uno degli abitanti di Melissa che questa notte era sulla spiaggia. Con la piccola imbarcazione messa a disposizione da un hotel della zona, un gruppo di soccorritori si è avvicinato alla barca a vela ed ha trasbordato sei donne e diversi bambini. Nel frattempo, sulla spiaggia sono arrivati Capitaneria di porto, Croce rossa, Vigili del fuoco, e forze dell'ordine, che hanno supportato le operazioni di sbarco. Sono stati accolti nel vicino hotel, che ha messo a disposizione le proprie stanze per dare ristoro ai naufraghi e per permettere loro di asciugarsi e cambiarsi, usando stufe, phon e coperte".
Sanremo, Baglioni sotto attacco social. Direttrice Rai1: "Solito comizio". Insulti per il cantautore dopo le parole pro-migranti pronunciate ieri durante la presentazione del Festival di Sanremo.
Claudio Baglioni al centro dei riflettori, tra accuse e difese, dopo le sue dichiarazioni sui migranti e sulla vicenda Sea Watch e Sea Eye ieri durante la conferenza stampa di Sanremo 2019. La sua analisi 'artistico-umanitaria' sulla crescente intolleranza anti migranti fomentata e cavalcata dal ministro dell'Interno leghista ("...stiamo ricostruendo i muri, non li abbiamo mai abbattuti. Non credo che questo faccia la felicità degli esseri umani"...), non è piaciuta al fronte politico gialloverde. Già ieri Salvini ha replicato, "Baglioni mi piace quando canta, non quando parla di immigrazione. I cantanti cantano, i ministri parlano".
Intanto per il cantautore è diluvio di insulti sui social.
...la neodirettrice dell'ammiraglia Rai, Teresa De Santis: (Sanremo) "Sono solo canzonette, o almeno dovrebbero esserlo, una settimana di grande cerimonia di svago e spettacolo nazionale. Invece, e non solo per responsabilità di Claudio Baglioni, sono state trasformate nel solito comizio".
Interviene nella polemica l'amministratore delegato Rai, Fabrizio Salini, che in un tweet definisce il festival di Sanremo "patrimonio degli italiani"...
...Ora il direttore artistico si trova trascinato dentro le polemiche, la 'colpa' è aver risposto a una domanda in conferenza stampa, mettendo in chiaro la sua posizione sull'emergenza migranti, vicenda che da sempre segue con attenzione anche con l'iniziativa 'O' Scià' a Lampedusa. "Non si può
I ragazzi rischiano il processo per danneggiamento, occupazione e interruzione di servizio
Le prime telefonate sono partite mercoledì: "È pregato di presentarsi in commissariato, con un genitore se minorenne". E così via fino a ieri pomeriggio. Uno dopo l'altro i 74 che a fine ottobre avevano occupato il Virgilio, uno tra i più noti licei del centro storico della capitale (indirizzo classico, scientifico e linguistico), sono stati chiamati a rapporto dalla polizia. Dagli stessi agenti che il 4 novembre, una domenica, alle sei del mattino sgomberarono le aule dell'istituto di via Giulia.
Per la chiusura delle basi. Per le bonifiche. Per la restituzione delle terre.
Domenica 13 gennaio si terrà a Nuoro, in via Romano Ruju 24, una nuova assemblea generale di A Foras, durante la quale si parlerà proprio del nuovo anno di mobilitazioni.
La riconsegna di Porto Tramatzu? L’ennesimo specchietto per le allodole
Regione Sardegna e governo italiano celebrano con grande risonanza la riconsegna della spiaggia di Porto Tramatzu ai sardi ma, al di là delle altisonanti dichiarazioni del presidente Pigliaru e del ministro Trenta, la realtà è ben diversa. La firma del protocollo d’intesa arriva proprio nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione sul sito dell’Esercito di foto e resoconti delle ultime esercitazioni di carri armati a Teulada, dove si vede, chiaramente, qual è il risultato di decenni di devastazione.
La firma del protocollo d’intesa non rappresenta alcun passo in avanti per quanto riguarda la liberazione della Sardegna dal peso dell’occupazione militare, ma una sceneggiata utile solo alla
Sa'adat è il segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina-FPLP, arrestato e imprigionato dal 2002 dall'autorità palestinese e poi rapito dalle forze israeliane e condannato a 30 anni di prigione
Samidoun organizza un meeting il 13 a Berlino
«Le peuple palestinien est déterminé à poursuivre l’intifada pour
tous les droits nationaux de notre peuple. Cette position est
naturellement compatible avec la lutte de toutes les forces mondiales
progressistes confrontées à l’arrogance impérialiste mondiale et luttant
pour l’indépendance, l’autodétermination et la libération, pour la
justice sociale, l’égalité et le socialisme, fondées sur une répartition
équitable de la richesse et des principes humains de la paix, du rejet
de la guerre, de l’impérialisme et de toutes les formes d’oppression et
d’exploitation… » Ahmad Sa’adat
Tutte le forze che sostengono queste posizioni a sinistra, comunque travestite, sono al minimo opportuniste di destra e hanno la loro base sociale o virtuale nell'aristocrazia operaia e/o nella piccola borghesia.
Esse sono, coscientemente o no, puntello del proprio imperialismo e motivo di divisione e confusione nelle file del movimento operaio e comunista.
Sono di questa natura la coalizione Eurostop e la presenza di queste posizioni in Potere al Popolo.
Sul piano sindacale sono di questa natura, oltre che naturalmente il sindacalismo confederale, la USB e la presenza di queste posizione nella CUB/FMLU e altre.
I Carc/nPCI sono passati con "l'appoggio critico" al M5Stelle e al governo fascio-populista Di Maio/Salvini nel campo avverso al proletariato, alla sinistra di classe, ai comunisti. Questa formazione va denunciata e isolata.
Naturalmente sappiamo bene che nelle formazioni politiche e sindacali suddette, ci sono tanti compagni che rispettiamo e che vogliamo conquistare e la nostra azione, come quella dei comunisti rivoluzionari comunque collocati, deve essere quella di distinguere e incessantemente seguire il sistema di unità-lotta-trasformazione.
I comunisti e la sinistra proletaria nel nostro paese devono criticare e combattere queste posizioni, delimitandosi da esse nella lotta e nella battaglia politica e sindacale.
E' anche su questa base che le forze rivoluzionarie devono costruire un indispensabile Fronte unito.
Il Fronte unito, aiuta il dibattito e la lotta di posizione e di linea per la costruzione del Partito Comunista, indispensabile strumento della classe operaia e delle masse popolari.
Solo la guerra di popolo guidata dai maoisti è in grado di trasformare il movimento delle donne in forza poderosa della rivoluzione
Nel quadro delle iniziative per il prossimo 8 marzo - giornata dello sciopero delle donne - il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario realizzerà nel maggior numero di città italiane,
la presentazione del libro che raccoglie gli scritti tradotti in italiano di Anuradha Gandhy, leader riconosciuta del movimento rivoluzionario e maoista delle donne indiane - parte di essi sono dedicati alla analisi critica dei movimenti femministi nei paesi imperialisti
info mfpr.naz@gmail.com
Non un muro, ma una fortezza di oltre 5 milioni e mezzo di donne
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
01/01/2019 Il muro delle donne si è fatto fortezza attraverso tutti i distretti in cui la catena si è sviluppata il primo giorno del 2019: una fortezza di umanità, uguaglianza e unità. Vi erano riunite tutte le rappresentanze femminili: contadine, insegnanti, infermiere, donne appartenenti al Kudumbashree, operaie produttrici di cocco e anacardi, studentesse e scrittrici di spicco, artiste, attrici. Anche un gran numero di donne delle comunità musulmane e cristiane hanno partecipato e hanno formato il muro. Mentre oltre 55 lakh di donne [lakh = unità di misura pari a 100.000, ndt] si sono radunate sul lato ovest della National Highway, quasi un numero pari di uomini si è riunito dall'altra parte della strada.
Le donne si sono riunite per costruire il muro contro le forze che stanno cercando di riportare la società del Kerala in un'era oscurantista, medievale. Il muro organizzato da Navotdhana Samrakshana Samithi (Renaissance Protection Committee - Comitato di tutela e per la rinascita) ha lanciato tre slogan: non permetteremo che il Kerala torni nel caos, protezione dei valori del rinascimento e garantire l'uguaglianza. Tre agenzie, Universal Records Forum, American Book of Records e Official Book of Records hanno annunciato che questo muro è un record mondiale. Tutte e tre le agenzie hanno valutato che oltre 5 milioni di donne hanno partecipato a questo muro.
Le donne si sono radunate lungo 620 chilometri da Kasargode [distretto più a nord del Kerala, ndt] a Vellayambalam [area congiunta alla capitale del Kerala, Trivandrum e situata nel punto più meridionale del Kerala, ndt] verso le 15:30. Le prove sono iniziate alle 15:45 e l'impegno è stato preso esattamente alle 16:00. Il muro è continuato fino alle 16:15.
Date e luoghi delle presentazioni saranno pianificati entro gennaio. Tutti i compagni e compagne, organizzazioni, centri, comitati interessati alle presentazioni e al lavoro comune per il 50° -possono scrivere a info pcro.red@gmail.com
La riunione nazionale di Palermo decide 3 giovedì di studio di 'Lotte di classe in Francia' sulla base dei testi apparsi nei giovedì dello scorso anno con partecipazione compatta di operai, lavoratori, donne, prima di riprendere i giovedì della Formazione operaia online ancora su 'Lotte di classe in Francia' per concluderne lo studio.
La stessa riunione nazionale lancia una diffusione militante del libro di formazione on-line su "Il capitale" - uscito a dicembre.
Essa è a base della creazione dei nuovi CIRCOLI OPERAI nelle fabbriche, nei posti di lavoro e nei quartieri popolari
Sono arrivate 26 denunce per la fiera giornata di mobilitazione antifascista a Tiburtino III
nel settembre del 2017, quando centinaia di attivisti e abitanti della
Tiburtina assediarono i fascisti di Casa Pound (protetti della polizia)
dentro il centro anziani di Tiburtino III dove era stato convocato –
proprio su richiesta dei fascisti – un consiglio municipale contro il
centro di accoglienza dei migranti in via del Frantoio.
Non era la prima mobilitazione dentro il popolare quartiere della
Tiburtina. Da tempo i fascisti avevano preso di mira il centro di
accoglienza ed avevano potuto contare in questa operazione sulla
una lettera che smaschera il vero volto del fascio/razzismo di Salvini: essere al servizio dell'oppressione imperialista e della rapina delle materie prime, Eni e Agip in testa
“Lo
conosce il Delta del Niger? Non credo. Eppure ogni volta che lei sale
in macchina può farlo grazie a noi”.
“Ho
visto la sua faccia ieri al telegiornale. Dipinta dei colori della
rabbia. La sua voce, poi, aveva il sapore amarissimo del fiele. Ha
detto che per noi che siamo qui nella vostra terra è finita la
pacchia. Ci ha accusati di vivere nel lusso, rubando il pane alla
gente del suo paese. Ancora una volta ho provato i morsi atroci della
paura… Chi sono? Non le dirò il mio nome. I nomi, per lei, contano
poco. Niente. Sono una di quelli che lei chiama con disprezzo
“clandestini”.
Vengo
da un paese, la Nigeria, dove ben pochi fanno la pacchia e sono tutti
amici vostri. Lo dico subito. Non sono una vittima del terrorismo di
Boko Haram. Nella mia regione, il Delta del Niger non
...Piperno contro Negri. Il Partito come necessità e guida del processo rivoluzionario, contro gli illusionisti, di ieri e oggi, che il movimento è tutto
Dopo
la fine della vertenza contrattuale, che aveva accompagnato le lotte
autunnali e che aveva visto una sostanziale vittoria del sindacato,
si aprì all'interno del gruppo di Potere Operaio una discussione
interna su come proseguire il percorso di lotte, visto il venir meno
del terreno su cui il gruppo era cresciuto. Già da qualche mese si
era aperto un dibattito interno sulla necessità di dotarsi di
un'organizzazione e di una struttura più rigide, in grado di
permettere il superamento delle fasi di stanca delle lotte, quale
quella che si stava attraversando. Proprio questa questione sarà
alla base e il sostanziale motivo della convocazione del primo
congresso nazionale di organizzazione di Potere operaio, che ne
rappresenta sostanzialmente la creazione. Dal 9 all'11 Gennaio 1970
si tenne a
Don
Alberto Zanier, vicario parrocchiale a Resia (Udine), in alcuni
volantini distribuiti tra i fedeli della Val Resia, aveva richiamato
all'ordine alcune giovani per il loro abbigliamento definito una
"grave mancanza di rispetto verso il corpo della donna", e
aveva paragonato le cosce che sbucano dalla gonne ai prosciutti.
"Non
mi sento offesa per la critica - prosegue la giovane, che prima di
avere affidato al quotidiano locale le sue parole aveva pubblicato un
post su Facebook in cui si sfogava - anche se, nella foto, non vedo
queste cosce scandalose tanto chiacchierate. Mi sono offesa perché
sono stata incolpata di essere donna. Sono stata umiliata insieme
alle mie compagne, alle loro mamme e alla mia mamma di fronte a tutta
la comunità. Perché se gli uomini si eccitano, se commettono
violenze o addirittura omicidi è colpa nostra e delle nostre gambe".
...alla faccia di chi dice che la classe non c'è e nasconde il suo carattere intenazionalista e incoraggia tutti i lavoratori del mondo
Storica
mobilitazione contro le politiche di Modi.
I
due giorni di sciopero generale nazionale in tutto il paese (Bharat
Bandh) chiamato dalle 10 principali sigle sindacali avrebbero
coinvolto 200 milioni di lavoratori. Al centro delle proteste le
disoccupazione dilagante, l’aumento dei prezzi e, più in generale,
le politiche neo-liberali portate avanti dagli ultimi governi con
privatizzazione dei servizi pubblici, subappalti, concessioni
minerarie a prezzi ridicoli alle multinazionali e compressione del
potere d’acquisto.
I
sindacati attaccano anche la riforma del lavoro che smantella nei
fatti il Trade Union Act del 1926, il riconoscimento dei sindacati
diventa a discrezione del governo rendendo quindi impossibile una
vera contrattazione salariale. Tutti i settori sono stati coinvolti
con una particolare presenza di minatori, insegnanti, personale
sanitario, autisti ma anche bancari e impiegati. In piazza, anche se
per ora in maniera piuttosto timida, anche le associazioni degli
agricoltori che, in 50.000, avevano già invaso le strade di Delhi un
anno fa denunciano la depressione economica delle campagne e il peso
del debito che sta portando a un’ondata di suicidi senza precedenti
tra i contadini. Incidenti nell’ovest del Bengala con sassi tirati
sugli autobus del governo per costringerli a fermarsi. Situazione
tesissima nel Kerala dove il blocco dei commerci è stato totale e i
manifestanti hanno bloccato in migliaia il passaggio dei treni.
A
Goa fermi autobus e taxi, mentre nella regione meridionale di Tamil
Nadu come in altre città banche e assicurazioni sono rimaste
chiuse. A Mumbay i 32'000 dipendenti dell’azienda di trasporto
locale sono in sciopero illimitato da martedi per chiedere maggiori
salari, a Bangalore alcuni manifestanti hanno fatto irruzione nei
depositi degli autobus danneggiandoli e impedendo quindi la
circolazione. Nella regione centrale di Madhya Pradesh, 20 distretti
hanno visto un blocco totale di attività e trasporti. È una
mobilitazione storica che arriva a pochi mesi dalle elezioni generali
e che pone una pesante ipoteca sull’operato del presidente Modi che
negli ultimi anni ha tentato una “modernizzazione” del paese
tutto incentrata sugli interessi dei grandi capitali, comprimendo i
salari e rifiutando il confronto coi sindacati.
L'Ugl di Taranto e i suoi rappresentanti tra i lavoratori ex
Pasquinelli, Basile Cira e Di Giorgio Enzo, invece di impegnarsi perchè
finalmente i lavoratori, tutti, abbiano un vero futuro di lavoro stabile con
riconoscimento della loro esperienza e professionalità nel ciclo di raccolta
differenziata, in questo periodo hanno ripreso a fare un'attività meschina e
squallida di divisione dei lavoratori, attaccando in particolare i lavoratori
dello Slai cobas per il sindacato di classe che da sempre si battono per un
lavoro dignitoso e duraturo. Per un misero lavoro "a spot" per sè,
spacciando come "conquista" pure un mese di proroga, questi personaggi, che non
sono degni neanche di chiamarsi lavoratori ma lecchini delle istituzioni e dei
padroni, cercano di calpestare l'unità e i diritti dei lavoratori che si possono
ottenere solo con una lotta vera e compatta. Spacciano Tavoli di contrattazione
mai avvenuti e rapporti privilegiati con il Comune e assessori per gettare
confusione tra i lavoratori. Usano per questo lo stesso linguaggio di Salvini:
"La pacchia è finita...". Lo Slai cobas per il sindacato di classe da sempre ha
indicato la natura fascista dell'UGL,
Muore d’amianto anche Mario Giovanni Perin di Vito Totire (*) Morte prematura: un altro operaio è deceduto a 69 anni. La strage dell’OGR chiede giustizia. Occorre:
Ricostruire l’intera storia di tutta
la coorte dei lavoratori e risarcire TUTTE LE VITTIME DELL’AMIANTO E
DELLA NOCIVITA’ COMPRESE QUELLE DISCONOSCIUTE O ADDRITTURA NON SEGNALATE
all’Inail, alla Ausl e alla Procura della Repubblica;
Incaricare un commissario ad acta
che acceda agli archivi esistenti e contatti tutte le persone informate
sui fatti; occorre una indagine epidemiologica più approfondita che
rifocalizzi gli eccessi che pure erano comparsi anche di malattie da
amianto
Una grande giornata e una nuova prospettiva, mentre la prossima settimana alla sbarra saranno gli imputati responsabili di morti, tumori e disastro ambientale Martedi 15 gennaio assemblea pubblica dalle 17.30 con presenza della stampa alla sede nuova dello Slai cobas per il sindacato di classe via Livio Andronico 47 info 3475301704
LOTTARE IN OGNI FORMA PER CACCIARE IL GOVERNO SALVINI-DI MAIO FASCIO-RAZZISTA-POPULISTA!
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Sea Watch, l’annuncio dello sbarco ai migranti: grida di esultanza e lacrime
L’annuncio viene accolto con un boato: i migranti, dopo una lunga odissea, finalmente possono sfogare la loro gioia e festeggiare. Immagini che testimoniano la sofferenza provata da queste persone, la lunga attesa per un porto sicuro dove poter approdare, e l’estenuante attesa che si sbloccasse il negoziato tra i paesi europei.
I migranti saranno redistribuiti in otto paesi europei, tra cui l’Italia. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha però dichiarato di non essere stato consultato sulla redistribuzione dei migranti e ha anche affermato che non ha intenzione di “autorizzare niente”
...Si tratta del recentissimo Accordo Interconfederale in materia di salute e sicurezza sul lavoro, denominato anche “Patto per la fabbrica”.
Rappresenta una spinta ulteriore verso il “monopolio confederale” e sancisce la “concertazione sindacale”, con una visione quasi proprietaria ed esclusivista della rappresentanza, anche sui temi della tutela della salute e della sicurezza del lavoro, ambiti di rilevanza costituzionale che erano rimasti fino ad oggi parzialmente immuni da questo accentramento di ruoli. Il documento è molto complesso e necessita quindi di accurati approfondimenti. Temo tuttavia che, oltre le buone intenzioni e le frasi ad effetto, l’azzeramento delle differenze di punti di vista e l’occultamento del sano e fisiologico “contrasto di interessi” tra il lavoro e l’impresa, rappresenti un elemento di sostanziale arretramento delle tutele.
L’accordo – assieme ad alcune considerazioni ovvie e condivisibili – contiene affermazioni, dichiarazioni di intenti, ed indirizzi molto meno apprezzabili. Mi pare sbilanciato a favore delle imprese e di quel grigio mondo della cosiddetta “bilateralità”, percepito sempre molto lontano dalla realtà quotidiana di chi lavora. Contiene anche alcuni aspetti poco chiari e quindi insidiosi sulla responsabilità penale in materia di malattie professionali e l’inglobamento del RLS nella RSU e quindi nelle logiche di Organizzazione.
1 – Viene di fatto esteso anche alle questioni della salute l’accordo sulla rappresentanza tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, del 10 gennaio 2014 il quale attribuisce ai soli firmatari le
Oggi il governo ingannapopolo Salvini/Di Maio inizia col Decreto Sicurezza reintroducendo il "reato" di blocco stradale, da 6 a 12 anni, ma poi userà la stessa brutalità del governo Scelba
Modena,
9 gennaio 1950, davanti alle Fonderie Riunite
Poco
dopo le dieci di mattina una decina di lavoratori si trovavano
all’esterno della fabbrica vicino al muro di cinta, cercando di
parlare con i carabinieri schierati. Un carabiniere sparò con la
pistola, a freddo, uccidendo Angelo
Appiani [30
anni, partigiano, metallurgico]
colpito in pieno petto. Immediatamente dal terrazzo della fabbrica
altri carabinieri spararono con la mitragliatrice sulla folla di
lavoratori che si trovava sulla Via
Ciro Menotti oltre
il passaggio a livello chiuso per il transito di un treno.
Arturo
Chiappelli [43
anni, partigiano, spazzino]e
Arturo
Malagoli [21
anni bracciante]
vennero colpiti a morte, molti furono feriti, alcuni gravemente. La
gente scappava, cercava riparo dai colpi della mitraglia che
continuava a sparare, altri cercavano di assistere i feriti con
medicazioni improvvise e li trasportavano al riparo.
Roberto
Rovatti
[36
anni, partigiano, metallurgico]
si trovava in fondo a Via Santa Caterina, vicino alla chiesa, dal
lato opposto e distante 500 metri dai primi caduti, aveva una sciarpa
rossa al collo. Mezz’ora era passata dalla prima sparatoria veniva
circondato da un gruppo di carabinieri
Carige, rivolta della base M5s contro Luigi Di Maio:
"Ci prendete per il c**o"
Roma, 14 novembre 2018 (askanews): "La nostra scelta è semplice e chiara: nessuna tutela per Bankitalia, Consob e banche. Il governo salva solo i risparmiatori. Su questo non si fanno passi indietro, sia chiaro". Dichiarazione Di Maio
08 gennaio 2019 Carige, il decreto Lega-M5S è una «fotocopia» di quello Gentiloni. Garanzie statali fino a 3 miliardi
SOLE 24 ORE–di Gianni Trovati
Garanzie statali sulle obbligazioni Carige, per un massimo di 3 miliardi di euro, attivabili fino al 30 giugno e un fondo pubblico da 1,3 miliardi per coprire gli oneri dei bond e della eventuale sottoscrizione di azioni della banca per un massimo di un miliardo in caso di ricapitalizzazione
Il "reddito di cittadinanza", è un misto di manovra "ingannapopolo" e di politica fascista, persecutoria verso le persone, considerate tout court truffaldine, che quindi devono essere controllate e sanzionate, represse se pensano di usare il Reddito per qualcosa che sia poco diverso dal minimo vitale, di mangiare, curarsi (male). Il diritto al lavoro, al reddito, diventa al massimo un "diritto" ad una misera assistenza ma sotto controllo".
Emerge chiaramente il carattere demagogico fascista di questo provvedimento, alla faccia delle parole della Cgil di Landini che alla fine, invece di lottare contro, fa finta di non capire e ne avalla la sostanza.
Reddito di cittadinanza, Landini: “Controsenso che una parte vada alle imprese che assumono”
Reddito cittadinanza: Cgil, non si capiscono intenzioni governo
"Per giudicare un provvedimento bisognerebbe capire come vogliono farlo, a cosa serve, a chi è destinato. Il problema è che non capisce cosa il governo voglia fare con il reddito di cittadinanza". A dirlo è il segretario confederale della Cgil Maurizio Landini:"Siamo tutti d'accordo sul mettere in campo uno strumento che permetta di combattere la povertà. C'era già il Reddito di inclusione, che poteva essere esteso. Ma la vera precarietà, la povertà, si combattono creando lavoro, e per farlo bisogna partire dagli investimenti". da rassegna sindacale