sabato 16 agosto 2025
venerdì 15 agosto 2025
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giovedì 14 agosto 2025
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mercoledì 13 agosto 2025
Estate dei ricchi e estate dei poveri... e estate di chi si credeva ricco e si ritrova mezzopovero
PENSAVANO DI ESSERE RICCHI, SI SCOPRONO MEZZI POVERI
La parte benestante del ceto medio pensava che la propria capacità di spesa non avrebbe potuto essere ridimensionata. I salari potevano scendere, gli operai cadere in miseria, ma questo non li riguardava. Oggi che la corsa dei padroni ai profitti richiede sacrifici anche a loro, come reagiranno?
Caro Operai Contro, non bastasse il
salario sotto di oltre 7 punti al carovita, per molti c’è la cassa
integrazione, il dubbio se l’azienda riaprirà dopo le ferie, lo spettro
del licenziamento, a volte senza un’adeguata risposta di lotta. Anche
una breve vacanza per gli operai sempre più spesso resta al palo. Già
erano pochi giorni per quanti riuscivano ad andarci.
Quest’anno gli
“imbonitori” dell’informazione, non potendo nascondere che il mese di
luglio ha visto un calo di vacanzieri agiati, lasciare le spiagge a
pagamento semideserte, sorvolano su operai e disoccupati che continuano a
vedere le vacanze col binocolo, perché con il caro prezzi diventa un
problema il costo del soggiorno anche per una vacanza sulle spiagge
libere.
Preferiscono, i media, stare sul generico, accattivarsi le
simpatie di quegli strati sociali sopra gli operai,
Ilva - Dalla tragedia alla farsa... - Seconda parte
La prima parte è stata pubblicata ieri martedì 12/8:
https://tarantocontro.blogspot.com/2025/08/ilva-la-2-tempesta-perfetta-dalla.html
*****
II PARTE
I due giorni di blocchi e rivolta del 26/27 luglio.
La rivolta, pur mantenendo l’ambiguità dei contenuti e “infiltrazioni”
nella sua organizzazione, questa volta è molto sentita da parte della
massa operaia e mostra di fatto la forza e il peso degli operai
dell’Ilva che hanno o che potrebbero avere molto di più se guidati da
una linea di classe.
Gli operai che poi faranno il ‘Comitato liberi e
pensanti’, tendono, invece, a giudicare questa rivolta alla stessa
stregua del 30 marzo. Ma questo è vero solo in parte. C’è sicuramente il
tentativo dei capi di orientare la rivolta in senso aziendalista ma, a
differenza del 30 marzo, gli operai non vi partecipano solo perchè
ricattati dall’azienda, ma perchè sinceramente preoccupati.
Il
secondo giorno già emerge la posizione di questi operai del futuro
Comitato – in particolare di Massimo Battista e Aldo Ranieri - che poi
si radicalizzerà, che punta a fermare i blocchi in nome del “rispetto
della città”...
Si arriva al 2 agosto. La manifestazione
indetta dai sindacati confederali è fatta per mettere fine alla rivolta e
sovrapporvi il cappello delle segreterie sindacali nazionali sia dei
metalmeccanici che di cisl, uil, cgil.
La posizione dello Slai cobas è
che la rivolta deve continuare su giuste parole d’ordini, e
l’indicazione che porta alla fabbrica è di non partecipare alla
manifestazione-passeggiata dei sindacati confederali. Per questo la
contestazione ai dirigenti sindacali è vista dallo Slai cobas come
fatto secondario.
Il 2 agosto vi è la novità del ‘Comitato liberi e
pensanti’. Dietro l’Apecar si coalizzano un centinaio di operai, alcuni
di questi sono lì non come operai Ilva che partecipano allo sciopero ma
come ultrà che seguono la loro fazione e agiscono come “apparato
militante”. La conquista del palco con l’irruzione in piazza dell’Apecar
è un’azione spettacolare che ottiene il consenso di un largo settore di
operai critici verso il sindacato e dell’area mista degli ambientalisti
che finalmente ha trovato una base sociale che prima non aveva.
Da
questa mistura nasce il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e
Pensanti che ottiene molto rapidamente un consenso diffuso in città,
militante, quasi da crociata. Le assemblee popolari che si tengono
diventano un momento generale di denuncia, in cui i familiari denunciano
le morti di genitori, figli, parenti. Questo tipo di interventi viene
teorizzato quasi come requisito: chi interviene a queste assemblee è
tenuto a dire di essere cittadino di Taranto, di aver avuto i propri
lutti a causa dell’Ilva, altrimenti è messo in discussione il diritto a
prendere la parola.
Ma questo movimento assume anche connotati
ambigui perché all’interno di una battaglia giusta agita temi di destra.
La stessa contestazione delle segreterie sindacali avviene al grido: “i
sindacati sono la
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martedì 12 agosto 2025
Vertice Trump/Putin
Si parla di colloqui di pace sulla guerra Ucraina-Russia.
Trump è partito che l'avrebbe chiusa in mezza giornata, successivamente ha attaccato frontalmente Zelensky ed è sembrato in piena sintonia con la Russia, trovando un'opposizione negli altri paesi imperialisti occidentali, in particolare in quelli europei. Successivamente ha fatto un accordo con l'Ucraina, che è già un accordo di spartizione, riguardante le cosiddette “terre rare” e ora dovrebbero esserci dei colloqui diretti tra Ucraina e Russia nei prossimi giorni. La sostanza è questa: la Russia vuole che ciò che si è conquistato sul campo di battaglia venga riconfermato all'interno della spartizione, ed è obiettivamente una spartizione dell'Ucraina.
L'imperialismo americano in testa vuole portare a casa il risultato: scaricare sull'Ucraina - e indirettamente sui governi europei - il sostegno che ha dato alla guerra. L'imperialismo americano vuole la pace per affermare il suo primato come potenza imperialista nei confronti degli altri potenze imperialiste e in particolare nei confronti dell'Europa imperialista.
I proletari e i popoli, a partire da quelli dell'Ucraina, non hanno nulla da guadagnare da tutto questo, hanno pagato un altissimo costo di vite a una guerra reazionaria, reazionaria perché frutto di un'invasione imperialista - quella dell'imperialismo russo - ma reazionaria anche perché l'Ucraina è guidata da un regime ultra reazionario e di stampo nazista - con i nazisti che hanno fatto una parte rilevante delle cosiddette “truppe ucraine” - , una guerra come pedina dell'imperialismo USA ed europeo.
Trump con il suo intervento ha messo in luce il carattere di questa guerra.
Quindi è evidente che le masse proletarie ucraine come hanno avuto tutto da perdere in questa guerra non hanno nulla da guadagnare realmente in un eventuale accordo di pace.
L'imperialismo europeo e i suoi governi divisi al loro interno puntano a partecipare alla spartizione e all'equilibrio strategico militare che si viene a creare in caso di accordo di pace sull'Ucraina.
Sono tutte potenze guerrafondaie, parlano di pace ma vogliono la guerra, la fanno e portano a casa i risultati che sono i profitti di guerra e i profitti della ricostruzione.
Noi, come siamo stati contro la guerra per interposta persona, saremo contro ogni accordo di pace che le potenze imperialiste possano fare.
La strada è sempre una: ribellarsi all'imperialismo, ai suoi piani di guerra, in tutti i paesi, nei paesi imperialisti come nei paesi coinvolti dalle guerre imperialiste.
Donne braccianti in India. L’orrore che rimane nascosto dietro la barbarie del lavoro da schiavi . dal blog femminismorivoluzionario
Di fronte all’orrore di migliaia di donne costrette a farsi togliere l’utero per poter fare un lavoro da schiavi, va in frantumi ogni illusione sul capitalismo come miglior mondo possibile.
Che sia in “affitto” o sia “rimosso”, l’utero delle donne, dopo e nonostante una lunga e proficua stagione di lotte femministe, “può” e “dovrà” essere gestito a seconda delle esigenze del capitale, e della condizione socio-economica (la povertà), che si trovano ad affrontare le singole donne. La società di mercato impone le leggi su cui si fonda, quelle della mercificazione e del valore di scambio, rimuovendo il confine tra ciò che è merce e ciò che non può esserlo, Marx lo aveva detto “TUTTO DIVENTA MERCE” (Miseria della filosofia 1847), Quindi non più “l’utero è mio e me lo gestisco io”, ma è mio e lo “affitto” a chi voglio (come la libertà di vendere la propria forza lavoro dell’operaio!). Da qui il mercato della maternità surrogata, un’ipocrita definizione, per giustificare la mercificazione del corpo delle donne. Ma non tutte le donne sono così “fortunate” da “potersi gestire l’utero”. Facciamo un salto in India e precisamente nelle piantagioni di canna da zucchero del Maharashtra. Ogni anno in questa zona arrivano migliaia di lavoratori stagionali. Che affrontano viaggi lunghi anche centinaia di
Crisi alla Opel - una info dai compagni in Germania
Krise bei Opel
Im Autobau in Deutschland ist die Lage weiter kritisch. Das bekommen nun erneut die Arbeiter des Rüsselsheimer Autobauers Opel, der seit geraumer Zeit zum Stellantis-Monopol gehört, zu spüren. Bei Opel sollen nun noch schneller als ohnehin geplant Arbeiter raus geworfen werden.
In einem internen Schreiben an die Werktätigen bei Opel heißt es, dass es „ab sofort verbesserte Konditionen“ des ohnehin bestehenden Freiwilligenprogrammes gebe: Die maximale Abfindungssumme wurde um sechs Bruttomonatsgehälter erhöht, um „freiwillige“ Austritte zu befördern.
Diese Regelung gilt ab sofort für Arbeiter an den Standorten Rüsselsheim, Kaiserslautern, Dudenhofen
Avraham Burg: «Ebrei, ribellatevi: trascinate Israele all’Aja» - Sostegno a tutte le voci che si oppongono al piano di Occupazione di Gaza del boia sionista Netanyahu
Strage di giornalisti a Gaza: Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea assassinati da Israele

Questa notte i giornalisti Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea sono stati assassinati da Israele in un attacco con drone che ha colpito una tenda di giornalisti davanti all’ospedale Al-Shifa nella città di Gaza.
Il bilancio dei morti è salito intanto a sei, tra cui i cameramen Ibrahim Zaher, Mohammed Noufal e Moamen Aliwa.
Per mesi, Israele ha diffamato Anas Al-Sharif a causa della sua incessante copertura del genocidio e dei crimini a Gaza. Anas ha condiviso pubblicamente il suo testamento dopo aver precedentemente riferito che le forze israeliane avevano minacciato di ucciderlo se non avesse smesso di fare reportage. Ora, Israele ha assassinato Anas insieme al restante team di Al Jazeera a Gaza.
Dal 7 ottobre sono almeno 242 i giornalisti palestinesi uccisi a Gaza. Molti di loro sono morti a causa di operazioni mirate da parte dell’IDF. Israele non solo nega l’accesso ai giornalisti internazionali nella Striscia, ma cerca di eliminare scientificamente ogni voce che racconta il genocidio.
Molte testate occidentali negli scorsi giorni ed anche dopo la sua morte si sono impegnati a diffamare Anas su dettato Israeliano. Di seguito riportiamo un articolo di Palestine Chronicle che ricorda Anas e la traduzione del suo testamento.
Ilva - La 2° tempesta perfetta - Dalla tragedia alla farsa... - Prima parte
"Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi avvenimenti e i grandi personaggi della storia universale si presentano, per così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa" - Marx "Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte".
Sembra - con i dovuti distingui dai grandi fatti storici descritti da Marx - quello che sta avvenendo per l'ex Ilva. Sia come avvenimenti (la prima volta si presenta con la "tragedia" dell'esplosione della questione della nocività ambientale, dell'azione e poi processo "Ambiente svenduto" della magistratura, della guerra di classe con tutte le sue contraddizioni; la seconda volta si presenta con la "farsa" del "gioco dell'oca" infinito del governo Urso/Meloni); sia, potremmo dire, come personaggi (la prima volta si presenta con la "tragedia" di padron Riva"; la seconda volta con la "farsa" dei possibili compratori della fabbrica che vogliono l'Ilva praticamente gratis, come il Fondo Bedrock americano che la vuole per 1euro, e con almeno il 50% degli operai in meno.
Ma sia "tragedia" che "farsa" nel sistema borghese vengono scaricati sugli operai e le masse popolari.
I PARTE
Nel 2012 “scoppia” l’inchiesta della Magistratura nei confronti di Riva. Essa si fonda su una perizia estremamente accurata che mette sul tappeto il fatto che questa fabbrica sta provocando disastri ambientali, migliaia di morti di tumore, in particolare nel quartiere Tamburi, e che pone un aut-aut: così non può più continuare. L’inchiesta punta così direttamente a fermare gli impianti dell’Ilva perché considerati causa di morte sul territorio.
In questa inchiesta, però la fabbrica vera non c’è. La fabbrica è vista come un blocco compatto di operai, azienda, capi, quadri, tecnici, ecc., mentre dall’altra parte c’è la città violentata dall’attività dell’Ilva. La Magistratura di Taranto ha avuto il merito di inchiodare la natura omicida del sistema Riva, del suo sistema di comando, che hanno portato al degrado una situazione già preesistente (da 35 anni quando la fabbrica era a partecipazione statale) e, per l’aspetto dei morti e malati operai, anche peggiore.
Ma anche per la magistratura gli operai sono fantasmi, si parla di impianti e non di operai. Vi è un primitivismo giuridico che fa diventare via via i problemi irrisolvibili e contribuisce ad acutizzare una contraddizione tra cittadini e lavoratori che hanno pagato il costo più alto in termini di salute.
La magistratura a Taranto negli anni passati in parte non aveva risposto alle denunce e alle mobilitazioni che ci sono state. Aveva fatto precedenti inchieste che potevano provocare altrettanti azioni dirompenti, per esempio l’inchiesta sui parchi minerali, sull’amianto che aveva abbracciato l’intero ciclo dell’Ilva chiamando in correità tutti i dirigenti dell’Ilva per 30 anni, ma queste inchieste non avevano trovato intensità, chi si è costituito parte civile è rimasto deluso, la magistratura aveva sollevato dei macigni e poi nulla.
Questa impostazione della magistratura, creando di fatto un conflitto tra l’esistenza stessa di questa fabbrica e il resto, è immediatamente sposata dagli ambientalisti locali impegnati su questo terreno, alcuni conosciuti e apprezzabili, in particolare Marescotti di Peace Link e Alta Marea che aveva già negli ultimi anni mobilitato i cittadini contro i danni dell’inquinamento. A loro si uniscono i Verdi di Bonelli che si candida a sindaco di Taranto, e viene a fare campagna elettorale dicendo che c’è un’emergenza ambientale e che l’Ilva va chiusa.
D’altra parte, nella fine a Taranto delle organizzazioni di tipo antagonista già prima degli ultimi avvenimenti, vi era stata una svolta di tipo ambientalista legata alle battaglie ambientaliste combattute a
Un testo di Engels - Molto in sintonia con la Formazione marxista che stiamo facendo e con la critica alla piccola borghesia nostrana che guarda "bramosamente indietro"
Engels su Proudhon tratto dal testo "La questione delle abitazioni".
"...E
il troglodita con la sua caverna, l'australiano con la sua capanna
d'argilla, l'indiano con il suo proprio focolare avrebbero mai potuto
compiere una sommossa di giugno e una Comune di Parigi?
Che, da
quando la produzione capitalistica ha cominciato a svolgersi su larga
scala, la condizione degli operai sia divenuta in complesso peggiore dal
punto di vista materiale, non lo mette in dubbio solo il borghese. Ma per questo forse dobbiamo guardare bramosamente indietro
alle (peraltro assai magre) pentole d'Egitto, cioè alla piccola
industria rurale, che produceva solo anime di schiavi, oppure ai
"selvaggi"? Al contrario. Soltanto il proletariato creato dall'industria
moderna, liberato da tutte le catene ereditarie, anche da quelle che lo
inchiodano alla terra, solo il proletariato pigiato nelle grandi città è
in grado di compiere la grande trasformazione sociale che metterà fine
ad ogni sfruttamento di classe e ad ogni dominio di classe. I
tessitori campagnoli di un tempo, con casa e focolare, non sarebbero mai
stati in grado di farlo, non avrebbero potuto concepirne nemmeno il
pensiero, e ancor meno attuarlo.
lunedì 11 agosto 2025
domenica 10 agosto 2025
Alla repressione e al terrorismo mediatico si risponde rilanciando la lotta su tutti i fronti - Comunicato Stampa dello Slai Cobas s.c. L'Aquila
Il 25 aprile di quest’anno in molte città italiane l’80° anniversario della liberazione dal giogo nazifascista è stato celebrato con le bandiere della Palestina, per significare che oggi non ci si può definire antifascisti e voltarsi dall’altra parte di fronte al genocidio del popolo palestinese, né che si possa celebrare la resistenza in Italia, senza riconoscere la legittimità della resistenza palestinese all’oppressione sionista genocida.
A L’Aquila il disposto del governo per un carattere delle celebrazioni “più sobrio e rispettoso del contesto del lutto nazionale” per la morte di Papa Bergoglio, forse lo abbiamo tenuto proprio noi, quel “gruppo di circa 20-25 individui” o “4 scappati di casa”, o “scalmanati” o “incoscienti/estremisti” ecc., che con un flash mob silenzioso, partito in maniera del tutto spontanea da piazza IX Martiri, è entrato nel Carrefour dei IV Cantoni simulando un corteo funebre. Non ci sono stati da parte nostra, lo ribadiamo, atti di violenza né insulti, solo bandiere palestinesi, sudari sporchi di sangue e un cartello con su scritto ‘Stop al genocidio’. E la voce della sottoscritta, pacata ma ferma, per far emergere la complicità della multinazionale francese nel genocidio in corso in Palestina.
Per tale semplice atto di espressione di solidarietà con la popolazione palestinese sotto assedio, è stato aperto un procedimento penale dalla Procura della
Immagini della settimana dei martiri della rivoluzione indiana nella regione di Odisha - dal blog maoistroad
Il Programma della settimana nel documento appello del PCI (Maoista)
Programma per la settimana commemorativa dei martiri
3. Dobbiamo consegnare il messaggio di condoglianze, le storie di vita, le foto e i segni in memoria dei martiri ai loro familiari. Dobbiamo condividere il loro dolore ed estendere il nostro sostegno in varie forme. Dobbiamo sostenerli con forza dalla parte del movimento rivoluzionario.
4. Dobbiamo pubblicare le storie di vita dei martiri nelle rispettive Aree Speciali/Zone Speciali/Stati, Zone/Divisioni/Distretti e Aree. Dobbiamo distribuire opuscoli, poster, brochure e striscioni che sostengano i sacrifici, gli ideali e le buone abitudini dei martiri. Dobbiamo scrivere, pubblicare e diffondere ampiamente poesie, racconti e opere teatrali. Dobbiamo utilizzare la stampa, i media
elettronici e i social media con le necessarie precauzioni. Dobbiamo costruire e inaugurare colonne in memoria dei martiri.
5. Le organizzazioni culturali rivoluzionarie devono preparare canti, canti di gruppo, danze di gruppo, rappresentazioni teatrali e altre forme d’arte simili sulla storia dei martiri e metterle in scena. Dobbiamo anche diffonderle attraverso i media digitali.
6. Dobbiamo adottare il programma con metodi e forme diversi, in base alle condizioni concrete delle rispettive aree. A differenza del passato, le nostre forze devono muoversi e operare in modo specifico, in base alle mutevoli condizioni, con metodi segreti, spostandosi rapidamente nelle aree di guerriglia.
Dobbiamo celebrare la settimana dei martiri come una campagna politica di propaganda e agitazione, che elevi la coscienza popolare, in modo da contribuire a contrastare i massacri più crudeli e disumani contro il popolo, a contrastare le atrocità contro le donne, a fomentare l’odio di classe contro il nemico e a far fallire la guerra “Kagaar” nello spirito dei nostri amati martiri.
Il documento integrale 20 pagine in inglese e in italiano è richiedibile a
ICSPWI italia csgpindia@gmail.com
LE FORZE DELLA RESISTENZA PALESTINESE E YEMENITA RISPONDONO ALLA DECISIONE DEL NUOVO HITLER NETANYAHU DI OCCUPARE GAZA
9 AGOSTO 2025.
Dichiarazione delle fazioni della Resistenza Palestinese
– Le dichiarazioni e le fughe di notizie di Netanyahu riguardo alla sua intenzione di occupare la Striscia di Gaza e di imporne il controllo rivelano l’incompetenza politica e operativa del nemico, dopo due anni di totale fallimento nel raggiungere i propri obiettivi, nonostante massacri e crimini perpetrati e la dipendenza da un sostegno illimitato.
– La minaccia di una completa occupazione militare di Gaza è una dichiarazione di intenti genocidi e un disperato tentativo di soggiogare il nostro popolo e la sua resistenza. Queste intenzioni non passeranno inosservate e il campo di battaglia sarà il fattore decisivo, come sempre.
– Gaza non è un’area geografica vuota in cerca di qualcuno che la riempia. Piuttosto, è una terra satura del sangue dei martiri e degli sforzi dei mujaheddin. Ogni tentativo di occupazione diretta sarà un nuovo pantano che brucerà chiunque vi si intrufoli, e la resistenza entrerà in una fase di confronto più brutale e dolorosa per questo nemico.
Movimento Hamas
– L’approvazione da parte del governo sionista dei piani per occupare Gaza City ed evacuare i suoi residenti costituisce un nuovo crimine di guerra che l’esercito di occupazione intende commettere contro la città e i suoi quasi un milione di abitanti.
– Affermiamo che i piani approvati dal governo sionista per occupare Gaza City ed evacuare tutti i suoi residenti costituiscono un vero e proprio crimine di guerra, che il governo fascista di occupazione intende attuare in continuità con la sua politica di genocidio e sfollamento.
– La manipolazione delle parole da parte dell’occupazione e la sua sostituzione del termine “occupazione” con “controllo” non è altro che un palese tentativo di eludere la propria responsabilità legale per le conseguenze del suo brutale crimine contro i civili. Allo stesso tempo, rappresenta un’ammissione implicita che il suo piano costituisce una violazione delle Convenzioni di Ginevra e una minaccia diretta alla vita di quasi un milione di palestinesi nella città.
Movimento per la Jihad Islamica
– La decisione del governo di occupazione di occupare l’intera Striscia di Gaza ed estendere il suo controllo di sicurezza su di essa, con il pretesto di disarmare la resistenza, liberare i suoi prigionieri e istituire un’amministrazione ad essa subordinata, rappresenta un nuovo capitolo nella guerra di sterminio contro il nostro popolo, che utilizza il terrorismo nazista e commette ulteriori massacri.
– Avvertiamo che il governo di occupazione si sta preparando a intensificare i suoi massacri contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza e a minacciare la sicurezza dei civili sfollati in rifugi privi anche dei più elementari requisiti di protezione e sicurezza. Riteniamo tutti i governi arabi e occidentali responsabili di frenare questa escalation, che minaccia di scatenare un fiume di sangue.
– Continueremo, insieme a tutte le forze di resistenza, a difendere il nostro popolo e i suoi diritti dall’occupazione con tutta la nostra forza e potenza.
Dallo Yemen
Le Forze Armate yemenite hanno annunciato che: “Alla luce dell’accelerazione degli sviluppi nella Palestina occupata, in particolare nella Striscia di Gaza, compresa la continuazione della guerra di genocidio e il martirio di migliaia di nostri fratelli palestinesi a seguito dell’aggressione e dell’assedio in corso da mesi, e alla luce del vergognoso silenzio arabo, islamico e internazionale, lo Yemen, alla luce della continuazione di questi massacri orribili, brutali e senza precedenti nella nostra storia contemporanea, si trova ad affrontare una responsabilità religiosa, morale e umanitaria nei confronti degli oppressi che sono esposti quotidianamente e 24 ore su 24 a uccisioni e distruzioni da bombardamenti aerei, terrestri e navali, e alla fame e alla sete a causa del soffocante e duro assedio nella salda e orgogliosa Gaza. Questo è qualcosa che nessun essere umano può accettare, figuriamoci arabi e musulmani!”
Il portavoce delle Forze Armate yemenite, il Generale di Brigata Yahya Saree, ha annunciato che “le forze yemenite, confidando in Dio e affidandosi a Lui, hanno deciso di intensificare le loro operazioni di supporto militare e di iniziare ad attuare la quarta fase del blocco navale contro il nemico. Questa fase include l’attacco a tutte le navi appartenenti a qualsiasi compagnia che operi nei porti del nemico sionista, indipendentemente dalla nazionalità di tale compagnia, e in qualsiasi luogo alla portata delle forze armate”.
Il Generale di Brigata Saree ha proseguito: “Avvertiamo tutte le compagnie di interrompere i rapporti con i porti nemici sionisti a partire dal momento in cui questa dichiarazione verrà pubblicata. In caso contrario, le loro navi, indipendentemente dalla loro destinazione, saranno prese di mira ovunque possano essere raggiunte o raggiunte dai nostri missili e droni”.
Ha inoltre invitato tutti i paesi, se vogliono evitare questa escalation, a fare pressione sul nemico affinché cessi l’aggressione e tolga l’assedio alla Striscia di Gaza, poiché nessuna persona libera su questa terra può accettare ciò che sta accadendo.
Il generale di brigata Saree ha concluso: “Ciò che stanno facendo le forze armate yemenite esprime il nostro impegno morale e umanitario nei confronti dell’ingiustizia del fratello popolo palestinese e tutte le nostre operazioni militari cesseranno non appena cesserà l’aggressione a Gaza e l’assedio sarà revocato”.
Ex Ilva - Serve una posizione di classe e unitaria - La posizione dello Slai cobas sc
Noi ci battiamo perché ci sia una piattaforma dei lavoratori, e una piattaforma ambientale.
Tutti
i processi di ristrutturazione, vendita, piani A-B vengono di fatto
scaricati sugli operai con licenziamenti, cassintegrazione,
peggioramento delle condizioni di lavoro, mancanza di sicurezza e
scaricati sulle masse popolari, sul territorio.
Gli operai e i
lavoratori non vogliono finire senza lavoro né in una cassintegrazione
senza ritorno, né stare alla mercè di eventuali improbabili piani di
ricollocazione dei lavoratori. Tutti i piani che in questa città sono
falliti con la Belleli, con la Cementir. Quindi il punto fermo è che i
lavoratori devono rimanere operai nella zona industriale, devono essere
parte integrante del processo di eventuale riconversione,
ambientalizzazione, senza diventare, dopo essere state
vittime di sfruttamento, di morti sul lavoro, anche le vittime del
processo di cambiamento della fabbrica.
Noi escludiamo che la chiusura della fabbrica risolva i problemi dei lavoratori, della salute e dell’ambiente in questa città.
Questo sistema capitalista è nocivo a prescindere, perchè difende solo dei profitti dei padroni e il loro tagli dei costi. E' nocivo quando produce, è nocivo quando riconverte, è nocivo quando chiude una fabbrica e fa le "bonifiche" (Bagnoli non è una propaganda è un fatto); come è nociva/tossica l'attività agricola e di supersfruttamento per chi vi lavora, l'attività turistica con le mega navi inquinanti del mare che arrivano a Taranto; è nocivo anche lì dove, a fronte di una chiusura dell'ex Ilva si costruisse in quell'area impianti fotovoltaici - come ha proposto un esponente di Giustizia per Taranto il 6/8 - li abbiamo visti gli effetti in altre realtà: distruzione di territori, sfruttamento di tipo schiavista per chi dovrebbe costruirli, con minimi costi, pericolo per la salute per chi vi abita vicino. Chi propone piani avveniristici di diversificazione dell'economia di Taranto che difenderebbero la salute e occuperebbero migliaia di operai ex Ilva (!?) non dice poi che questi ipotetici piani in questo sistema borghese sono sempre nelle mani dei padroni e seguono sempre le loro stesse leggi.
Solo il potere in mano ai proletari potrà far sì che le fabbriche - tutte le fabbriche, tutte le attività lavorative - non siano nocive.
Dobbiamo
opporre alla produzione per il massimo profitto e allo scarico sui
lavoratori e cittadini della crisi e ristrutturazione, la lotta dei lavoratori in coordinamento, unità con la lotta delle masse popolari della città.
Palazzo San Gervasio - Importante: proteste contro il CPR - dal blog tarantcontro
Palazzo S. Gervasio, protesta fuori e dentro le mura del CPR
https://tarantocontro.blogspot.com/2025/08/palazzo-s-gervasio-protesta-fuori-e.html
Palazzo San Gervasio - Rappresaglia per la protesta - Migranti, arresti in differita: applicato per la prima volta il decreto sicurezza - 8 poi scarcerati
Proteste al Cpr, scarcerati e riportati nella struttura otto dei nove trattenuti
https://tarantocontro.blogspot.com/2025/08/palazzo-san-gervasio-rappresaglia-per.html
Manifestazione NO Ponte - 10.000 in corteo




MESSINA. Da piazza Cairoli a piazza Municipio, passando per via Tommaso Cannizzaro, via Centonze, via Geraci, via Cesare Battisti, via Primo Settembre e il Duomo, con oltre ottanta di sigle (tra comitati, collettivi, partiti, sindacati e associazioni) che, insieme ai vari cittadini, hanno protestato contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto dopo l’ok del Cipess, il comitato interministeriale di programmazione economica, al progetto definitivo dell’opera, e all’annuncio dell’apertura dei cantieri “entro l’estate”, come già annunciato più volte in precedenza, dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
«In 10.000 al corteo No Ponte. Sapevamo che sarebbe stato un corteo imponente. Non immaginavamo tanto – scrive Assemblea No Ponte – Lo diciamo senza infingimenti. Le dimensioni di questo corteo ci autorizzano a dire due cose: questo territorio (Messina, la Sicilia, la Calabria) è contrario al ponte e qualunque azione che vada verso la sua costruzione non può essere percepita che come un’aggressione; le dimensioni di questo corteo ci autorizzano a dire che possiamo avere l’ambizione di fermare i
Appello all'ONU: "I governi e gli eserciti di Israele hanno finito per indossare le stesse divise brune dei carnefici che condussero l’Olocausto"
pubblichiamo questo appello perchè tutto quello che si muove per fermare la mano genocida serve
non abbiamo la stessa opinione e fiducia nell'ONU nè siamo d'accordo oggi come oggi con la presenza dei caschi blu..
APPELLO ALL’ONU PER LA PALESTINA
Un grande fronte di massa e di popolo a fianco del popolo palestinese! Fermiamo dalle piazze e con la lotta il genocidio di Israele!
La Nakba, l’Esodo, la Catastrofe del popolo palestinese sotto i fucili sionisti è proseguita ogni giorno sino ad ora, senza interruzioni: a Gaza, in Cisgiordania, in ogni Territorio palestinese gli eserciti sionisti sostenuti dagli USA e, da tempo, dall’Unione Europea, hanno versato tutto il sangue palestinese possibile, hanno portato ad ogni palestinese, ad ogni famiglia, ad ogni uomo, donna, bambino della Palestina sofferenze indicibili, che raramente i popoli del mondo hanno subito così a lungo, per decenni e decenni. Quasi gli interi territori palestinesi sono stati occupati dalla barbarie sionista. E l’attuale genocidio di Gaza altro non è che il prolungamento del Terrore che sin dagli anni ’40 Tel Aviv ha imposto sulla Palestina.
Attraverso i fiumi di sangue palestinese versato, i governi e gli eserciti di Israele hanno finito per indossare le stesse divise brune dei carnefici che condussero l’Olocausto.






















