sabato 26 aprile 2025

pc 26 aprile - 100 mila a Milano alla Manifestazione del 25 aprile - DECINE DI CORTEI IN TUTTA ITALIA CONTRO GUERRA /FASCISMO E GENOCIDIO

pc 26 aprile - BERGAMO LA POLIZIA ATTACCA IL 25 APRILE, SEMPRE CONTRASTATA, ALLA FINE LA PIAZZA SI UNISCE E CACCIA LA POLIZIA

25 aprile, ieri come oggi, contro fascismo e guerra imperialista. Contro il governo fascio/imperialista Meloni, guerrafondaio antioperaio e antipopolare e ogni governo dei padroni.

Come Proletari Comunisti questo abbiamo portato con la nostra partecipazione al 25 aprile di Bergamo, la necessità di una nuova resistenza operaia e popolare, e il nostro lavoro per la costruzione del partito comunista, del fronte unito, della lotta partigiana, con la resistenza del popolo palestinese fino alla vittoria. 
E abbiamo condiviso tutta l’attività della Rete Bergamo per la Palestina in piazza.

Dentro un 25 aprile molto partecipato nelle piazze di tutto il paese, in sintonia con gli attacchi del governo fascista Meloni al 25 aprile ed alla resistenza partigiana aumentati in quest’ultima settimana approfittando del lutto per la morte del papa, a Bergamo la polizia ha attaccato lo spezzone della Rete Palestina Bergamo nella manifestazione del 25 aprile e continuato ad assediare la manifestazione. 

pc 26 aprile - 25 aprile Corteo a Taranto - Ora e sempre Resistenza - con la Palestina nel cuore! La lotta continua più forte!

Un corteo piccolo rispetto alle manifestazioni nelle grandi città, ma grande e molto significativo per Taranto. Un corteo totalmente autonomo da false opposizioni parlamentari, interamente fatto da compagni e compagne attivi nelle lotte, giovani, studenti, da rivoluzionari, comunisti in particolare per coloro che l'hanno organizzato, e che ha unito un fronte vario e largo, su una linea e prospettiva chiara.

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200 compagni, compagne, tanti giovani hanno dato vita a un 25 aprile a Taranto: ora e sempre resistenza - quella vera, e non quella istituzionale insignificante e complice, - contro guerra e riarmo - con la Palestina nel cuore - Taranto non è città di guerra via le basi Nato dalla nostra terra - No alla repressione e Stato di polizia.

Un lungo corteo che ha attraversato tutto il centro città, con soste in vari punti per onorare la Resistenza e parlare alla popolazione; una prolungata sosta vi è stata vicino all'Ammiragliato e al ponte, per denunciare i passi concreti - quasi ogni settimana passano sotto il ponte navi militari - nel fare di Taranto città strategica per la guerra. 

Infine la deposizione della corona al canto di bella ciao vicino la targa alla discesa Vasto che ricorda la distruzione del quartiere da parte della dittatura fascista; e l’impegno a continuare la lotta unitaria e dal basso a Taranto, in Puglia, a livello nazionale.

Affollato il pranzo sociale preparato dalle compagne e compagni della Casa del popolo - buonissima la "pasta antifascista" - in un clima di unità allegria impegno solidale , che ci incoraggia.

Ora è sempre Resistenza - Palestina libera - Non è che l’inizio la lotta continua!

DI SEGUITO RIPORTIAMO VARIE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE, INSIEME AI TANTI INTERVENTI - che è utile sentirli tutti, perchè danno il senso di una manifestazione combattiva, unitaria, chiara nei suoi contenuti attuali e futuri, e che indicano la continuità della mobilitazione a Taranto


pc 26 aprile - 25 aprile a Porta San Paolo Roma - info

Grazie ad un lavoro di coinvolgimento di alcune forze dell'antifascismo più coraggioso e militante si è riusciti a presidiare la piazza storica dell'antifascismo romano e nazionale, piazza che l'Anpi, pressata dal PD, aveva ceduto ai sionisti, non organizzando la tradizionale parata dell'antifascismo istituzionale.

In pochi, questi sionisti, si sono radunati protetti da uno schieramento enorme di polizia per legittimare il genocidio, accreditandosi come eredi dell'antifascismo. Sono venuti in piazza con la bandiera del genocidio, c'era anche qualche bandiera dell'Ucraina. I loro rappresentanti hanno parlato di rinascita dell'antisemitismo in riferimento alle mobilitazioni pro Palestina. Alla fine hanno deposto una corona che a dopo la celebrazione hanno portato via.

È stata un'importante giornata di riaffermazione della vera natura dell'antifascismo. La polizia ha dovuto farci passare quando i sionisti sono andati via (9.30). Ci siamo presentati in piazza alle 7:30. Insieme ai

pc 26 aprile - Napoli, 25 aprile - 2 aspetti - Info

... Il 25 aprile 1945, l’Italia insorgeva. Il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamava l’insurrezione generale... Napoli, però, aveva già scritto la sua pagina di libertà. Due anni prima, nel settembre 1943, mentre l’esercito tedesco occupava la città in seguito all’armistizio tra Italia e Alleati, fu la popolazione stessa a insorgere. Dal 27 al 30 settembre, per quattro lunghi giorni, senza comandi centrali e con pochi mezzi, i napoletani combatterono contro i nazisti strada per strada. Migliaia di persone, tra cui donne, bambini, operai e militari sbandati, parteciparono a quella che sarebbe passata alla storia come le Quattro Giornate di Napoli. Il 1° ottobre, le truppe tedesche furono costrette alla ritirata. Napoli diventava la prima grande città europea a liberarsi da sola.

Nel 2025, questa eredità è ancora viva... Un corteo colorato e determinato è partito da Piazza Garibaldi, attraversando il centro storico fino al Maschio Angioino. Lungo il percorso, letture dedicate alla Resistenza meridionale e alla Costituzione hanno scandito il passo, coinvolgendo cittadini di ogni età...

Oggi, più che mai, ricordare il 25 aprile è un atto di resistenza culturale e civile... In tempi di rigurgiti autoritari, in cui si censura la storia o la si relativizza, il 25 aprile resta una bussola morale... E la memoria non è un peso del passato: è il fondamento del nostro futuro.

Per questo, ora e sempre, Resistenza.

IL 25 APRILE DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER IL LAVORO

Dal Movimento di lotta per il lavoro 7 novembre di Napoli, ancora una presa di posizione che si demarca nettamente non solo dall’insopportabile retorica di regime (con il duo Meloni-Mattarella che

pc 26 aprile - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Speciale morte del papa, una valutazione proletaria e comunista


 

pc 26 aprile - 25 aprile corteo da Palermo

In migliaia in corteo, con un grosso spezzone centrale  aperto dalla comunità palestinese e costituito da tante realtà sociali, politiche, di attivisti, studenti e studentesse, di movimenti, che si è nettamente distinto e ha oscurato di fatto la presenza alla coda del corteo, dopo lo spezzone Cgil, di  sparute presenze filo istituzionali.

Al fianco della Palestina contro genocidio e deportazione, contro l'entità di Israele nazisionista sostenuta dall'imperialiasmo 
Contro la guerra imperialista e i piani di riarmo
Contro repressione e leggi da Stato di polizia come il dl 1660
Contro il fascismo moderno rappresentato oggi da governi come quello Meloni, cosi come anche detto da un rappresentante della comunità palestinese in un intervento nella piazza conclusiva del corteo.




Abbiamo partecipato portando uno striscione che denunciasse anche in modo netto il fascio-imperialismo del governo Meloni, dei padroni e la guerra, insieme ad un cartello molto condiviso e fotografato da tante donne di denuncia dell'attacco alla maggioranza delle donne del governo Meloni che vuole avanzare nell'imporre il moderno medioevo, la necessità oggettiva e soggettiva di una nuova Resistenza

venerdì 25 aprile 2025

pc 25 aprile - Il 25 aprile a L'Aquila questa mattina


Piazza 9 martiri, dove ogni 25 aprile a L’Aquila si tiene un presidio/colazione resistente, oggi era particolarmente affollata da giovani, famiglie con bambini, organizzati anche da alcune insegnanti delle scuole. In un clima di interesse e popolare, solo in un primo momento infastidito dalla vista di macchine di polizia e carabinieri che appena hanno visto le prime gocce di pioggia se ne sono andati, pensando che oramai ci avrebbe pensato il tempo a guastarci il “pic-nic”, abbiamo preso la parola per ricordare che oggi, essere antifascista vuol dire sostenere la rivoluzione palestinese e la resistenza di tutti i popoli oppressi, dalla Palestina, al Rojava, alla guerra popolare in India in corso da più di 20 anni e di cui poco si sa e si parla. Abbiamo chiarito la vera natura del sionismo, avamposto dell’imperialismo europeo e USA in medioriente, arma del nazismo e del fascismo contro il diritto all’autodeterminazione degli ebrei ieri e degli arabi palestinesi oggi, espressione autoritaria e militare di questo putrido sistema sociale capitalista, esattamente come il nazismo e il fascismo. Abbiamo ribadito in più interventi la necessità di lottare per il diritto alla R-esistenza del popolo palestinese, contro il genocidio e la violenza coloniale sionista, contro il piano di riarmo europeo, contro il DDL ex 1660, contro tutte le misure di chiaro stampo fascista di questo governo da abbattere.

Ma soprattutto abbiamo dato voce ai partigiani e ai martiri palestinesi.

Abbiamo dato voce ad Anan Yaeesh, arrestato e sottoposto, insieme ad Ali e Mansour, ad un

pc 25 aprile - Le associazioni palestinesi e il 25 aprile a Roma

Il 25 aprile non si svende. Porta San Paolo è dei partigiani, non dei complici del genocidio – le associazioni palestinesi

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25 APRILE  –  PORTA SAN PAOLO  ORE 8

 A 80 anni esatti dalla Liberazione dal nazifascismo, che fu salvifica per tutte e tutti noi, oggi più che mai è urgente costruire una nuova Resistenza.

Fu solo l’unità popolare che riuscì a spezzare le catene del nazifascismo, le cui barbarie e orrore annichilirono l’Europa e il mondo intero. Anche oggi dobbiamo unirci per combattere nuove forme di oppressione. Essere antifascisti, oggi, significa essere anche antisionisti.

Il sionismo, come il fascismo, si fonda sul suprematismo, sul mito della superiorità etnica, e continua col costruire muri, con il proprio progetto di pulizia etnica, alimentando l’apartheid, attuando un genocidio nel silenzio complice della comunità internazionale.

Non accettiamo che l’accusa strumentale di antisemitismo venga usata per silenziare chi si oppone al genocidio in Palestina. Non permetteremo che la piazza del 25 Aprile venga strumentalizzata per

pc 25 aprile - Il 25 aprile di lotta è già cominciato - Torino

notizie stampa

Scontri in piazza Castello a Torino, questa sera, al termine della fiaccolata organizzata dalla Città per il 25 Aprile. A cerimonia ultimata i componenti dello spezzone 'antagonista' del corteo, composto da autonomi, attivisti dei centri sociali e di movimenti filo palestinesi, sono saliti sul palco dopo avere rimosso le transenne. In un punto i dimostranti sono giunti a contatto con il cordone delle forze dell'ordine che ha caricato

I manifestanti dello spezzone 'antagonista' durante il corteo avevano esposto uno striscione con la scritta 'Resistenza contro guerra, riarmo e genocidio' e avevano anche contestato il sindaco di Torino, Stefano

pc 25 aprile - Il 25 aprile di lotta è già cominciato - Genova

 

25 aprile Genova Antifascista ricorda l’insurrezione, studenti contro il riarmocorteo 25 aprile genova antifascista studenti

Ricordare l’insurrezione di Genova del 24 aprile 1945, per commemorare la lotta partigiana al nazifascismo e “attualizzare” il conflitto ai giorni nostri contrapponendosi alla cultura del riarmo, allo sfruttamento degli oppressi e alla guerra sui popoli. Questi sono in sintesi i temi alla base dei due cortei che questo pomeriggio hanno sfilato per le strade di Genova.

Il primo, partito da piazza Marsala alle 16, è stato organizzato dai movimenti studenteschi Osa e

pc 25 aprile - Elenco piazze delle manifestazioni di oggi




 

giovedì 24 aprile 2025

pc 24 aprile - Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina e il 25 aprile

“Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina sottolinea la necessità di un'ampia partecipazione internazionale il 25 aprile, Day of the Rage, per assediare le ambasciate assassine complici del genocidio. 
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina afferma il suo pieno appoggio illimitato all'appello lanciato dai comitati di solidarietà, dalle reti, dalle associazioni popolari, da gruppi e reti di solidarietà in tutto il mondo. 
Invita le masse del nostro popolo e le persone libere del mondo a partecipare attivamente e massicciamente per trasformare il 25 aprile 2025 in una giornata globale di rabbia, assediando le ambasciate e gli interessi americani in tutte le aree, denunciando i crimini dell'aggressione e dei suoi sostenitori, guidati dagli Stati Uniti d'America, principale e diretto sponsor della guerra di genocidio a Gaza e in Palestina…” 

pc 24 aprile - 25 aprile corteo a Taranto - Ora e sempre Resistenza!

Domattina alle 10 dal ple Arsenale un corteo unitario promosso dalle antifasciste e antifascisti di Taranto, a cui partecipa il Tavolo regionale per la Palestina, contro guerra e riarmi, contro il governo Meloni.

Questo corteo è indispensabile ora più che mai per difendere e affermare: ora e sempre Resistenza - combattere riarmo e guerra - solidarietà alla resistenza palestinese.

Questo 25 aprile, 80° dalla Liberazione, è inserito nella situazione nazionale e internazionale che vede avanzare le guerre imperialiste, i governi e Stati di stampo fascista da Stato di polizia - da Trump al governo Meloni, il razzismo anti immigrati, il genocidio e la deportazione del popolo palestinese che resiste eroicamente - la corsa al riarmo con miliardi per le guerre e profitti per le grandi multinazionali, Leonardo in testa, mentre vengono tagliati i fondi per il lavoro, la sanità, l’ambiente, la scuola.

In questo 25 aprile chiamiamo tutti/e a unirsi, partecipare, lottare anche per dire forte e chiaro nella nostra città, dove hanno celebrato la pasqua della nave Vespucci, che Taranto

pc 24 aprile - Nelle fabbriche bisogna scioperare! Sciopero alla Stellantis di Pomigliano: otto ore di stop per il 24 aprile


Sciopero alla Stellantis di Pomigliano: la Fiom proclama otto ore di stop per il 24 aprile

Pomigliano d’Arco oggi 24 aprile, lo stabilimento Stellantis di Pomigliano si fermerà per uno sciopero di otto ore su tutti i turni. A proclamare la mobilitazione è la Fiom di Napoli, in risposta alla mancata volontà dell’azienda di rinnovare la parte economica del contratto specifico applicato ai lavoratori di Stellantis.

La protesta è stata decisa dalla Rappresentanza Sindacale Aziendale della Fiom e condivisa a livello territoriale e nazionale. A comunicarlo sono Mauro Cristiani, segretario generale della Fiom Napoli, e Mario Di Costanzo, responsabile del settore automotive della Fiom Napoli: «La decisione rappresenta una risposta ferma e decisa all’atteggiamento dell’azienda, che continua a ignorare le richieste sindacali. La Fiom non ha mai condiviso i contenuti di quel contratto, firmato anni fa da tutte

pc 24 aprile - Sabato 26 aprile a ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - speciale 'la morte del papa'

nel contesto dell'attuale situazione internazionale e nazionale, dal punto di vista proletario e comunista

 

pc 24 aprile - Domani tutti in corteo e in piazza - NUOVA RESISTENZA!

pc 24 aprile - Leggi il blog internazionalista maoistroad - da tutto il mondo in lingua originale

 ultimi post

mercoledì 23 aprile 2025

pc 23 aprile - 1° Maggio proletario e internazionalista

Verso una Dichiarazione internazionale e internazionalista congiunta dei comunisti marxisti-leninisti-maoisti nel mondo - nei prossimi giorni. 

pc 23 aprile - A ruota libera Netanyhau e i sionisti contro Papa Francesco - Una ennesima dimostrazione con che razza di bestie abbiamo a che fare

Netanyahu ha scelto il silenzio e il suo ministero degli Esteri ha fatto cancellare i post di condoglianze per la morte di Papa Francesco. La scelta del ministero degli Esteri israeliano, di far cancellare i post di condoglianze dalle pagine delle ambasciate israeliane in tutto il mondo, ha scatenato un po’ ovunque le reazioni diplomatiche degli ambasciatori israeliani, soprattutto di quelli in missione nei paesi cattolici.

Rafi Schutz, un ex ambasciatore di Israele in Vaticano, ha scritto di papa Francesco come “il papa che ha avvicinato il mondo a lui e ha deluso Israele”.

La posizione del papa su Israele dopo l’inizio della guerra merita “aspre critiche”, ha continuato Schutz, aggiungendo che ha segnato un “colpo significativo” alle relazioni israelo-vaticane.

Il giornale di destra Israel Hayom ha detto che il pontefice sarà ricordato in Israele “principalmente per

pc 23 aprile - Lutto nazionale e 25 aprile

Il lutto nazionale per la morte di papa Bergoglio ci sta il giorno del funerale; ma il governo lo ha esteso al 25 aprile per cancellare, oscurare, ostacolare questa importante giornata, perché è un governo di stampo reazionario, revisionista storico, moderno fascista. Ma questo non ci sta!
E non deve passare, costi quel che costi, in particolare in questo che è un 80° anniversario e sappiamo bene che oggi esso è contro guerra e riarmo, stato di polizia e solidale con la Palestina - battaglie irrinunciabile per noi, per il proletariato e le masse popolari italiane.
 
proletari comunisti PCm - Italia

pc 23 aprile - VERSO L'80° DELLA LIBERAZIONE. Partigiani: ci chiamavano ribelli

pc 23 aprile - “Nazista, vai via”: la vice di Milei, Victoria Villaruel, contestata all’uscita dalla messa di suffragio per il Papa. UNA SACROSANTA CONTESTAZIONE

 

La contestazione a Buenos Aires. "Nazista" ha urlato la folla alla vicepresidente, Victoria Villaruel, dopo la messa per Papa Francesco

La vicepresidente argentina, Victoria Villaruel, è stata contestata dalla folla al termine della messa di suffragio per Papa Francesco a Buenosa Aires. “Nazista, vai via” hanno urlato decine di persone fuori dalla chiesa. La vice di Milei è stata accompagnata alla macchina dalla scorta

questo il link del video

 https://youtube.com/shorts/eapHjZCkQpc?si=GrreFxgMn43S2iBn




martedì 22 aprile 2025

pc 22 aprile - Sulla morte di papa Bergoglio

La morte del papa è un evento tragico in questa situazione; su guerra/corsa agli armamenti/migranti/ e in misura minore su Palestina, la sua posizione era in contrasto e in critica con l’imperialismo dominante i suoi Stati, i suoi governi, i suoi servi e complici, quindi la sua morte lascia loro più campo libero. Questo è un fatto negativo - la sua, peraltro, non è una chiesa "strutturata" e quindi la sua influenza sul popolo è relativa - anche se la sua morte può influire sulla loro coscienza; possiamo dire che il suo ‘popolo’ è più indietro di Bergoglio. E nelle file del proletariato e del popolo il nostro lavoro è quello che stiamo facendo. 

pc


pc 22 aprile – L’Italia imperialista e l’India del fascista indù di Modi stringono accordi per nuovi progetti militari

 

La crisi dell’imperialismo, approfondita ulteriormente dalla guerra dei dazi scatenata da Trump il 2 aprile scorso, ha portato il governo italiano della fascista Meloni, ma non solo, alla necessità di trovare una via d’uscita e cioè altri mercati di sbocco per le proprie merci: e il ministro forzitaliota Tajani in una intervista si è riferito esplicitamente ai mercati dell’Asia, Africa e America Latina; l’India, in particolare, è uno di questi mercati, tanto che Tajani vi è stato mandato di corsa, in “missione” insieme ai rappresentanti dei padroni riuniti in Confindustria e i vertici della agenzie statali italiane che sostengono i padroni in Italia e nel mondo, e cioè l’Ice, la Sace e Simest, oltre, riporta il sole 24 Ore del 12 aprile “ai rappresentanti di centinaia di imprese in cerca di nuovi sbocchi per export e investimenti.” Tra le multinazionali più importanti c’erano quelle più importanti dell’industria militare Leonardo, Fincantieri, Iveco, Prysmian, Mapei.

In India c’era già stata la Meloni nel 2023 per elevare i vecchi rapporti a “partenariato strategico” in vista soprattutto della volontà di mettere fine ai rapporti con la Cina, uscendo dal progetto Via della Seta (Belt&Road Initiative). Ma uscire definitivamente dai rapporti con la Cina, sia detto qui per inciso, non

pc 22 aprile - VERSO L'80° DELLA LIBERAZIONE: LE DONNE E LA RESISTENZA

pc 22 aprile - 25 APRILE NON SI SVENDE PORTA SAN PAOLO È DEI PARTIGIANI, NON DEI COMPLICI DEL GENOCIDIO

🗓 25 APRILE 
📍 PORTA SAN PAOLO 
🕒 ORE 8:00

A 80 anni esatti dalla Liberazione dal nazifascismo, che fu salvifica per tutte e tutti noi, oggi più che mai è urgente costruire una nuova Resistenza.

Fu solo l’unità popolare che riuscì a spezzare le catene del nazifascismo, le cui barbarie e orrore annichilirono l’Europa e il mondo intero. Anche oggi dobbiamo unirci per combattere nuove forme di oppressione. Essere antifascisti, oggi, significa essere anche antisionisti.

Il sionismo, come il fascismo, si fonda sul suprematismo, sul mito della superiorità etnica, e continua col costruire muri, con il proprio progetto di pulizia etnica, alimentando l’apartheid, attuando un genocidio nel silenzio complice della comunità internazionale.

Non accettiamo che l’accusa strumentale di antisemitismo venga usata per silenziare chi si oppone al genocidio in Palestina. Non permetteremo che la piazza del 25 Aprile venga strumentalizzata per legittimare l’occupazione israeliana e i suoi crimini. Proprio come si lottava ieri contro il genocidio nazifascista, è nostro dovere lottare oggi contro quello perpetrato da Israele.

Denunciamo la grave responsabilità politica dell’ANPI Nazionale nell’aver abbandonato la difesa di Porta San Paolo, lasciando che un luogo simbolo venisse usurpato da chi oggi rappresenta un nuovo fascismo. In quella piazza non accetteremo simboli sionisti.

La “Brigata Ebraica”, che oggi si identifica pienamente con lo Stato di Israele e le sue pratiche di occupazione e colonizzazione, non può e non deve rappresentare la Resistenza. Quella piazza appartiene ai Partigiani di ieri e di oggi. E oggi, i Partigiani sono in Palestina, a combattere con il sangue per la propria terra, per l'autodeterminazione e per gli oppressi di tutto il mondo.

Per questo uniamo la nostra voce a tutte le realtà antifasciste, collettivi, reti e individui che continuano a riconoscersi nei valori della Resistenza, e che hanno deciso di convergere il 25 aprile, alle ore 8.00, a Porta San Paolo. Oggi più che mai dobbiamo ribadire che antifascismo vuol dire antisionismo.

Che quella piazza risuoni delle voci di chi lotta, non di chi giustifica l’oppressione.

La causa palestinese non riguarda solo i palestinesi: è la lotta di tutti i lavoratori, degli sfruttati, di chiunque si ribelli all’oppressione, ovunque essa si manifesti. È la lotta del nostro tempo, ed oggi è il cuore pulsante dell’antifascismo.

Non lasceremo quella piazza a chi giustifica l’occupazione, a chi plaude ai bombardamenti, a chi ha scelto di servire nell’esercito israeliano.
Quella piazza è nostra: di chi resiste, di chi si solleva, di chi non si piega.

Non faremo un passo indietro! 
Da madre in figlio, libereremo ogni miglio!

PALESTINA LIBERA! 
INTIFADA FINO ALLA VITTORIA!

Le realtà palestinesi

-Movimento Studenti palestinesi in Italia
-Unione Democratica arabo/palestinese -UDAP
-Associazione dei palestinesi in Italia-API
-Giovani palestinesi di Roma


Inviato da iPhone

pc 22 aprile - Le forze yemenite colpiscono obiettivi vitali israeliani e navi da guerra statunitensi. SEMPRE AL FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE

infopal

Sana’a – Press TV. Le forze armate yemenite hanno condotto una serie di operazioni di rappresaglia per le continue aggressioni statunitensi nel Paese arabo, colpendo obiettivi vitali nel profondo dei territori occupati da Israele e navi da guerra statunitensi nel Mar Rosso settentrionale e nel Mar Arabico.

Il generale di brigata Yahya Saree, portavoce delle forze armate yemenite, ha dichiarato lunedì mattina che le forze yemenite hanno effettuato un attacco di rappresaglia contro una posizione strategica nella città di Ashkelon, nella parte meridionale dei territori occupati, utilizzando un drone da combattimento Yaffa di produzione nazionale.

Hanno anche colpito un obiettivo militare israeliano nella città portuale di Eilat con un drone Sammad-1 (Invincible-1) di produzione nazionale.

Saree ha osservato che le operazioni di rappresaglia sono state intraprese anche in solidarietà con i palestinesi nella Striscia di Gaza assediata, nel contesto dell’incessante guerra genocida israeliana sul territorio.

Inoltre, unità navali e droni yemeniti hanno lanciato un attacco contro la portaerei USS Harry S. Truman e le sue navi di scorta nel Mar Rosso come rappresaglia per la continua aggressione statunitense contro il Paese arabo, la morte e il ferimento di decine di civili e la distruzione di infrastrutture vitali.

Il portavoce dell’esercito yemenita ha affermato che le forze hanno colpito le navi da guerra statunitensi, utilizzando due missili da crociera antinave nazionali e due droni d’attacco.

Le forze navali, missilistiche e i droni yemeniti hanno anche preso di mira la superportaerei USS Carl Vinson e le sue navi di scorta nel Mar Arabico con tre missili da crociera e quattro droni.

Saree ha sottolineato che le operazioni militari potrebbero raggiungere con successo gli obiettivi desiderati.

“Le Forze Armate yemenite condurranno le loro operazioni di ritorsione contro l’entità sionista nel profondo dei territori palestinesi occupati a un ritmo crescente, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

“Continueranno anche i loro attacchi nel Mar Rosso e nel Mar Arabico, prendendo di mira tutte le forze ostili. Decine di attacchi aerei statunitensi non impediranno alle forze yemenite di abbandonare il loro sostegno ai palestinesi oppressi nella Striscia di Gaza finché l’aggressione in corso non cesserà e il rigido blocco non sarà completamente revocato”, ha sottolineato.

Gli yemeniti hanno colpito obiettivi israeliani e statunitensi a sostegno dei palestinesi a Gaza da quando il regime ha lanciato la sua devastante guerra contro Gaza, il 7 ottobre 2023, e in risposta all’aggressione anglo-statunitense contro la loro patria.

Le operazioni hanno di fatto bloccato il porto di Eilat a sud dei territori occupati, causando significative difficoltà economiche per gli israeliani.

Le forze armate yemenite hanno dichiarato che non cesseranno i loro attacchi finché non saranno terminate le offensive terrestri e aeree di Israele a Gaza.


lunedì 21 aprile 2025

pc 21 aprile - Il 25 aprile della partigiana Luciana Romoli: "Mi sono ribellata al fasc...

pc 21 aprile - Amerigo Vespucci: propaganda militare per pratiche illegali

UNA PRATICA AL SERVIZIO DELLE DEPORTAZIONI DEI MIGRANTI

Prosegue il tour Mediterraneo della nave-scuola “Amerigo Vespucci” che, non curante della riconfigurazione mondiale del commercio internazionale, la cui sveglia è stata attivata dal presidente Trump e dai suoi dazi, torna da un tour mondiale all’insegna del “Villaggio Italia” per propagandare il Made in Italy e una potenza commerciale “occidentale” di cartapesta ormai al tramonto.

L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha più volte stigmatizzato il ruolo di questa nave, così affascinante, in campo educativo e propagandistico per ragazzi e ragazze delle varie scolaresche che in alcune tappe hanno avuto anche l’occasione di visitare una vera e propria nave da guerra operativa come il fiore all’occhiello della Marina, la nave d’assalto multiruolo “Trieste”.

Tuttavia, dietro il paravento del Made in Italy e del fascino indiscusso del veliero si nasconde un altro intento propagandistico, forse ancora più strategico, in appoggio alle politiche in questo caso illegali del governo: tra l’8 e il 11 aprile infatti l’Amerigo Vespucci ha stazionato nel porto di Durazzo ed ha fatto

pc 21 aprile - 3° lezione su "Il Capitale" a Taranto

 Per info e partecipazione: WA 3519575628


Orme resistenti - Gina Galeotti Bianchi "Lia"

pc 21 aprile - Un podcast e un opuscolo INDISPENSABILE per formazione, dibattito, guida all'azione - info

pc 21 aprile - ORE 12 stampato propaganda e agitazione nelle file operaie e lavoratori - info pcro.red@gmail.com

 

clic per leggerlo e scaricarlo

pc 21 aprile - ALT un foglio di intervento teorico militante pronto a fare il suo cammino

Per richiederlo: alt.rivista@gmail.com o WA 3407701971

Silvano Sarti: "Firenze l'abbiamo liberata noi. Cantando per le partigiane"

pc 21 aprile - 105 manifestazioni in 58 città marocchine per sostenere i palestinesi di Gaza

SOLIDARIETÀ DI POPOLO CONTRO IL REGIME COMPLICE DEL GENOCIDIO NAZI/SIONISTA

infopal

Rabat. Si sono svolte 105 manifestazioni in 58 città marocchine per sostenere i palestinesi di Gaza, condannare il genocidio israeliano in corso e rifiutare l’accoglienza da parte del Marocco di navi dirette verso l’occupazione israeliana.

pc 22 aprile - VERSO L'80° DELLA LIBERAZIONE, PILLOLE DI MEMORIA: La liberazione di Torino

domenica 20 aprile 2025

pc 20 aprile - Gli imperialisti Usa attaccano lo Yemen per la sua solidarietà al popolo palestinese - Noi siamo dalla parte dei 'ribelli Houthi'

attacchi aerei statunitensi contro il porto petrolifero di Ras Isa nello Yemen. E’ salito infatti a 74 morti e 171 feriti, secondo quanto ha riferito il movimento Ansarallah. Si tratta dell’attacco più sanguinoso della nuova campagna militare statunitense sullo Yemen. In risposta all’attacco statunitense dallo Yemen sono stati lanciati alcuni missili.

Yahya Saree il portavoce militare del movimento yemenita Ansarallah (più conosciuto come “gli Houthi”, ndr) ha dichiarato che: “A sostegno del popolo palestinese oppresso e dei suoi mujaheddin e in risposta alla guerra di genocidio in corso contro il nostro popolo a Gaza. La forza missilistica delle Forze Armate yemenite ha condotto un’operazione militare contro un obiettivo militare nelle vicinanze dell’aeroporto Ben Gurion, nella regione occupata di Giaffa, con un missile balistico Zolfaghar e condotto una duplice operazione militare contro le portaerei statunitensi Truman e Vinson, nonché contro le loro navi da guerra nel Mar Rosso e nel Mar Arabico, con diversi missili da crociera e droni”.

Inoltre il portavoce di Ansarallah ha dichiarato che è stato abbattuto un drone statunitense MQ-9 Reaper. “Questo è il secondo drone del suo genere che le nostre difese aeree sono riuscite ad abbattere in 24 ore e il sesto ad aprile”, ha detto Yahya Saree. Gli Houti hanno diffuso un video con il drone Usa abbattuto.

pc 20 aprile - La Meloni e il suo governo al servizio di Trump,del l'economia imperialista USA e dei padroni italiani che ci stanno

 info stampa

La cantieristica al centro dell’accordo Italia-USA per rilanciare l’industria navale americana

L’intesa tra Italia e Stati Uniti sulla cantieristica navale segna molto più di un accordo di settore: è il simbolo di una sfida strategica per l’autonomia industriale dell’Occidente. Dopo l’incontro tra la premier Giorgia Meloni e il presidente Donald Trump, la Casa Bianca ha diffuso un comunicato che parla chiaro: rafforzamento delle catene di approvvigionamento, rilancio delle basi industriali e collaborazioni strutturate tra due Paesi che intendono tornare protagonisti della manifattura globale.

Il comunicato ufficiale parla di “rafforzamento delle catene di approvvigionamento” e di “rilancio delle basi industriali” attraverso iniziative comuni. L’Italia contribuirà alla ripartenza dello shipbuilding americano, mentre gli Stati Uniti guarderanno con interesse agli investimenti nel nostro Paese, anche grazie alla nuova Zona Economica Speciale. Dietro i toni istituzionali, c’è un messaggio politico chiaro: servono alleanze forti per contrastare la dipendenza da un modello industriale che, negli ultimi trent’anni, ha spostato il baricentro produttivo globale sempre più a Oriente.

Il ritorno dello shipbuilding è uno dei punti forti dell’agenda Trump 2.0. Durante il recente Discorso sullo Stato dell’Unione, l’ex presidente ha rilanciato con forza il tema: “We used to make so many ships. We don’t make them anymore very much. We will bring shipbuilding back", ovvero: "Una volta facevamo tante navi. Ora non ne produciamo più molte. Riporteremo la cantieristica navale". Pochi giorni dopo, ha annunciato la creazione di un “White House Shipbuilding Office”, con l’obiettivo di riportare la produzione navale americana a un livello strategico.

Ma a sorprendere non è tanto il ritorno dell’industria pesante nelle agende politiche, quanto la chiara volontà di allearsi con l’Italia, che entra in gioco con una delle sue eccellenze industriali: Fincantieri. Il gruppo italiano è presente negli Stati Uniti da oltre 15 anni, con quattro cantieri operativi e oltre 3.000 dipendenti, in gran parte coinvolti in programmi della Marina militare statunitense. In totale, Fincantieri ha investito quasi 800 milioni di dollari sul suolo americano, diventando un attore credibile nella ridefinizione dell’equilibrio industriale globale.

L’accordo tra Roma e Washington arriva in un momento chiave per il settore navale. Negli ultimi trent’anni, la cantieristica ha subito un processo di delocalizzazione aggressiva: oggi oltre il 50% della produzione mondiale è concentrato in Cina, mentre l’Europa è crollata a un misero 5%. Solo le costruzioni navali ad alta complessità, navi militari, da crociera, piattaforme offshore, restano appannaggio dell’Occidente.

È proprio su questa fascia high-tech, basata su innovazione, sostenibilità e digitalizzazione, che punta il nuovo asse Roma-Washington. Fincantieri, forte di un modello integrato che unisce competenze ingegneristiche e tecnologie avanzate, si posiziona come partner ideale per affrontare questa sfida. L’obiettivo è non competere sul costo, ma sulla qualità e sul valore aggiunto.

A favorire l’intesa anche il recente varo della Zona Economica Speciale italiana, che promette di attrarre investimenti esteri offrendo un contesto favorevole allo sviluppo industriale. Gli Stati Uniti, dal canto loro, guardano con interesse al modello italiano come punto di riferimento per una reindustrializzazione intelligente e sostenibile.

La cantieristica diventa così cartina di tornasole della trasformazione industriale globale. Una partita che si gioca tra transizione energetica, digitalizzazione e tensioni geopolitiche. E in cui l’Italia, con la sua tradizione manifatturiera e i suoi asset strategici, può tornare ad avere un ruolo di primo piano.

L’alternativa è chiara: inseguire la Cina sulla quantità o rispondere con la qualità. L’alleanza tra Italia e Stati Uniti, se strutturata e coerente, potrebbe diventare il modello per un nuovo ciclo di reindustrializzazione occidentale, fondato non sulla nostalgia, ma sulla visione.

pc 20 aprile - Un giovane operaio marocchino muore in fabbrica a 17 anni mentre lavorava in nero - Padroni/governo/capitale assassini!

 Appena entrato in fabbrica è stato ucciso da un incidente sul lavoro, soli 17 anni.

Il ragazzo di origine marocchina, impiegato in nero in un'azienda della provincia di Salerno, era ai primissimi giorni di lavoro, forse addirittura al primo. Ma aveva ricevuto una formazione adeguata per svolgere quell'attività vicino a un macchinario industriale? Sapeva dei rischi cui andava incontro? Sono questi alcuni dei punti interrogativi aperti dalla morte dell'operaio minorenne vittima dell'infortunio verificatosi nei giorni scorsi in una fabbrica di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno.

Non prima di 90 giorni si avranno i risultati dell'autopsia ma l'inchiesta avviata dalla Procura di Nocera procede: ci sono quattro indagati tra i responsabili dell'azienda, come atto dovuto per consentire proprio l'effettuazione dell'esame autoptico. Da quanto tempo fosse al lavoro in fabbrica è uno degli elementi da accertare. E, comunque, secondo quanto riferito da fonti investigative, era impiegato in nero, senza un

pc 20 aprile - Corrispondenza dall'Ungheria in lotta contro il regime reazionario di Orban, complice di Netanyahu - fate circolare

 UNGHERIA

Le info sono un po' alla rinfusa ma rendono bene quello che sta succedendo - in seguito un commento e un approfondimento

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