Cariche al funerale della democrazia
Stamani il coordinamento regionale ha organizzato una nuova iniziativa sotto la regione campania, dopo la tre giorni di “assedio sociale” di metà febbraio. Un momento di passaggio verso la nuova acampada che si sta preparando per aprile. Un funerale metaforico della democrazia reale, dovuto alla politica di divieti e di tagli sociali, un funerale del diritto alla salute, al trasporto, al lavoro e al welfare.
Ancor più dopo l’autoritarismo che vediamo dispiegarsi in Valsusa contro il movimento che si batte per i beni comuni.
Sulla bara erano indicati con vari cartelli i diritti di cui si commemorava la scomparsa, distrutti dall’arroganza con cui la regione campania rifiuta il confronto sociale e continua solo a tagliare, dagli effetti delle scelte politiche nella crisi e della speculazione delle banche.
A portarla in spalla un nutrito gruppo di almeno duecento manifestanti, tra precari delle partecipate, dei bros e degli operatori sociali, alcuni collettivi studenteschi, comitati ambientalisti come i “cittadini campani per un altro piano rifiuti”, realtà di movimento, i sindacati di base.
Evidentemente però la Questura di Napoli non ha voluto far mancare il proprio contributo al funerale della democrazia, con un atteggiamento arrogante e aggressivo che utilizzando i divieti e l’autismo di Caldoro, già sotto palazzo Santa lucia ha vietato e aggredito il pacifico corteo con la celere in assetto antisommossa , spintonamenti e qualche manganellata…
A quel punto i manifestanti si sono spostati, una parte ha fatto il giro di alcuni media in piazza dei Martiri e da li il corteo funebre è riuscito a tenersi nella via Chiaia dello shopping. Questo evidentemente non dev’essere stato digerito, perchè appena arrivati infine sotto palazzo San Giacomo per ricongiungersi ai precari Bros che sono li in presidio permanente, c’è stata una surreale ma violentissima carica contro quel che restava del corteo, con alcuni precari seriamente pestati (vedi foto)!
E’ stata un’iniziativa puramente gratuita e sostanzialmente vigliacca, contro un’iniziativa pacifica, pura frustrazione violenta per il fatto che il corteo si era tenuto lo stesso. Una rappresaglia insomma da parte di chi, evidentemente, seguendo l’esempio della repressione in Valsusa, sul “funerale della democrazia” ci scommette fino in fondo!
Ma è anche grave che sia avvenuto proprio sotto palazzo San Giacomo e che subito dopo la militarizzazione si è rivolta contro i precari in presidio permanente alimentando la tensione! Dall’amministrazione comunale è arrivata infine la proposta di un incontro col Sindaco a parte che i dimostranti se ne andassero e rinunciassero ad essere socialmente visibili: è questa la diversità sbandierata due settimane fà da De Magistris rispetto al “metodo Caldoro”!?
Nel pomeriggio dopo aver portato solidarietà all’iniziativa degli operatori dello spettacolo della Balena che stanno occupando il palazzo del forum delle culture, si sta tenendo l’assemblea per organizzare la nuova tappa dell’assedio sociale.
Coordinamento regionale dell’opposizione sociale
sabato 3 marzo 2012
pc 3 marzo - generalizzare le forme di lotta ..Taranto piazza, firme, organizzazione
a taranto, dopo il corteo improvvisato di circa 80 persone nel centro città di giovedì, ieri sera per 3 ore nella piazza centrale della città, bandiere, pannelli informativi comizi raccolta di firme
di sostegno al movimento
molto presente il rapporto tra situazioni della val susa e la devastazione ambientale a taranto
imparare dal movimento no tav come organizzare la lotta popolare è stato detto in piazza
forte denuncia di Napolitano, monti, caselli, manganelli
nuove iniziative di lotta saranno decise lunedì alle 18
appuntamento sede slai cobas via rintone22
proletari comunisti taranto
di sostegno al movimento
molto presente il rapporto tra situazioni della val susa e la devastazione ambientale a taranto
imparare dal movimento no tav come organizzare la lotta popolare è stato detto in piazza
forte denuncia di Napolitano, monti, caselli, manganelli
nuove iniziative di lotta saranno decise lunedì alle 18
appuntamento sede slai cobas via rintone22
proletari comunisti taranto
pc 3 marzo - generalizzare le forme di lotta NO TAV - Roma blitz a Repubblica
ROMA - Blitz del popolo No tav a Repubblica. Una quarantina di attivisti hanno manifestato stamattina davanti alla sede del nostro quotidiano in solidarietà con le proteste in Val di Susa. Un'azione fatta alla vigilia del corteo che partirà questo pomeriggio alle 15, da piazzale Tiburtino.
Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal vicedirettore Dario Cresto Dina e successivamente c'è stato un incontro a Repubblica.it, "Un giornale come il vostro che ha fatto una battaglia come quella contro la "legge bavaglio" - spiegano i tre ragazzi - sta mettendo il bavaglio ad alcune questioni sui lavori in Val di Susa". Chiedono, in sintesi, che venga dato spazio anche alle voci di chi è schierato contro l'opera. "L'unica posizione che si sente è quella del governo nazionale, mentre chi è realmente interessato all'opera non viene ascoltato perché le sue posizioni sono silenziate" dice Emiliano. Contestano, i ragazzi e le ragazze che fanno parte dell'assemblea che ha promosso il corteo odierno, il fatto che la loro voce non trovi spazio, ma non solo. Entrano nel merito e lo fanno cifre alla mano. In un blog 1, infatti, hanno raccolto le ricerche di molti professori che documento il no ad un'opera "non solo inutile ma dannosa".
"Non si vuole entrare nel merito - continua Fabio, ricercatore precario - Noi vogliamo parlare di numeri per svelare, cifre alla mano, perché la Tav non sta in piedi. Se stanno ai numeri, il governo un ministro delle Infrastrutture lo trova più facilmente in Val di Susa che a Roma". "Quest'opera nasce come un mezzo di trasporto per le persone, poi siccome si sono resi conto con non c'erano le basi l'hanno trasformata in un'opera di trasporto merci" puntualizza Emiliano. Mentre Fabio, anche lui ricercatore precario, nega che la lotta riguardi solo la Val di Susa: "Tocca tutti noi perché i soldi per farla sono pubblici". Qualche esempio? " quattro centimetri di Tav costano come un anno di pensione. Un chilomentro di Tav basta per pagare un anno di tasse universitarie per 250mila studenti, oppure 55 nuovi treni pendolari".
Pesa, sulla lotta, quel video in cui un militante no Tav dava della "pecorella" ad un carabiniere. Un video che ha fatto scalpore riversando sul movimento una pubblicità negativa di cui avrebbe fatto volentiere a meno. "Se avessero fatto vedere l'intero video il giudizio finale sarebbe stato diverso, comunque quelle parole erano sarcastiche e provocatorie e quel ragazzo, a volte scoperto, si è preso le sue responsabilità. Definirlo squadrista è stato un errore" rispondono all'unisono. Anche sui blocchi autostradali c'è una risposta: "Molte delle conquiste sociali di queste Paese sono state ottenute anche con azioni del genere. Una volta c'erano i picchetti degli operai davanti alle fabbriche, adesso ci sono i blocchi autostradali".
Il dialogo prosegue con la richiesta, che torna più volte, di trovare spazio per le loro tesi. "Vogliamo che si parli, e che Repubblica ne parli, della reale utilità dell'opera, dei rischi per la salute e l'ambiente, dei costi. Vi manca un pezzo, quello che parla di una valle che ha il coraggio di difendere da quasi 20 anni il territorio, quello delle cariche della polizia che colpiscono a caso, quello di un'invasione militare che non si ferma neanche davanti al pericolo di morte corso da Luca Abbà". Chiedono ascolto, insomma, per una lotta e una valle che, assicurano, "non è la culla dell'antagonismo". Semmai, conclude Emiliano, "movimenti come il nostro sono una risposta alla crisi della rappresentanza politica che vede i partiti ai minimi storici".
"E' stato un blitz molto pacifico, chiedevano solo di parlare e di essere ascoltati - spiega Cresto-Dina - Sono venuti a spiegare la loro posizione, sostenendo che non è sufficientemente presente nell'informazione di tutta la stampa, di tutti i grandi giornali sulle vicende della Val di Susa". Quando Cresto-Dina è sceso, "una ventina di attivisti aveva già scavalcato tornelli ed era salita, diretta verso Repubblica.it. Ho chiesto loro di richiamare indietro i compagni, cosa che è avvenuta nel giro di pochi minuti. Il dialogo è stato molto tranquillo e i ragazzi hanno scelto tre rappresentanti che ho accompagnato nella redazione di Repubblica.it". L'incursione, sottolinea ancora Cresto-Dina, è stata assolutamente "pacifica, senza atti intimidatori, nè danni, nè insulti".
Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal vicedirettore Dario Cresto Dina e successivamente c'è stato un incontro a Repubblica.it, "Un giornale come il vostro che ha fatto una battaglia come quella contro la "legge bavaglio" - spiegano i tre ragazzi - sta mettendo il bavaglio ad alcune questioni sui lavori in Val di Susa". Chiedono, in sintesi, che venga dato spazio anche alle voci di chi è schierato contro l'opera. "L'unica posizione che si sente è quella del governo nazionale, mentre chi è realmente interessato all'opera non viene ascoltato perché le sue posizioni sono silenziate" dice Emiliano. Contestano, i ragazzi e le ragazze che fanno parte dell'assemblea che ha promosso il corteo odierno, il fatto che la loro voce non trovi spazio, ma non solo. Entrano nel merito e lo fanno cifre alla mano. In un blog 1, infatti, hanno raccolto le ricerche di molti professori che documento il no ad un'opera "non solo inutile ma dannosa".
"Non si vuole entrare nel merito - continua Fabio, ricercatore precario - Noi vogliamo parlare di numeri per svelare, cifre alla mano, perché la Tav non sta in piedi. Se stanno ai numeri, il governo un ministro delle Infrastrutture lo trova più facilmente in Val di Susa che a Roma". "Quest'opera nasce come un mezzo di trasporto per le persone, poi siccome si sono resi conto con non c'erano le basi l'hanno trasformata in un'opera di trasporto merci" puntualizza Emiliano. Mentre Fabio, anche lui ricercatore precario, nega che la lotta riguardi solo la Val di Susa: "Tocca tutti noi perché i soldi per farla sono pubblici". Qualche esempio? " quattro centimetri di Tav costano come un anno di pensione. Un chilomentro di Tav basta per pagare un anno di tasse universitarie per 250mila studenti, oppure 55 nuovi treni pendolari".
Pesa, sulla lotta, quel video in cui un militante no Tav dava della "pecorella" ad un carabiniere. Un video che ha fatto scalpore riversando sul movimento una pubblicità negativa di cui avrebbe fatto volentiere a meno. "Se avessero fatto vedere l'intero video il giudizio finale sarebbe stato diverso, comunque quelle parole erano sarcastiche e provocatorie e quel ragazzo, a volte scoperto, si è preso le sue responsabilità. Definirlo squadrista è stato un errore" rispondono all'unisono. Anche sui blocchi autostradali c'è una risposta: "Molte delle conquiste sociali di queste Paese sono state ottenute anche con azioni del genere. Una volta c'erano i picchetti degli operai davanti alle fabbriche, adesso ci sono i blocchi autostradali".
Il dialogo prosegue con la richiesta, che torna più volte, di trovare spazio per le loro tesi. "Vogliamo che si parli, e che Repubblica ne parli, della reale utilità dell'opera, dei rischi per la salute e l'ambiente, dei costi. Vi manca un pezzo, quello che parla di una valle che ha il coraggio di difendere da quasi 20 anni il territorio, quello delle cariche della polizia che colpiscono a caso, quello di un'invasione militare che non si ferma neanche davanti al pericolo di morte corso da Luca Abbà". Chiedono ascolto, insomma, per una lotta e una valle che, assicurano, "non è la culla dell'antagonismo". Semmai, conclude Emiliano, "movimenti come il nostro sono una risposta alla crisi della rappresentanza politica che vede i partiti ai minimi storici".
"E' stato un blitz molto pacifico, chiedevano solo di parlare e di essere ascoltati - spiega Cresto-Dina - Sono venuti a spiegare la loro posizione, sostenendo che non è sufficientemente presente nell'informazione di tutta la stampa, di tutti i grandi giornali sulle vicende della Val di Susa". Quando Cresto-Dina è sceso, "una ventina di attivisti aveva già scavalcato tornelli ed era salita, diretta verso Repubblica.it. Ho chiesto loro di richiamare indietro i compagni, cosa che è avvenuta nel giro di pochi minuti. Il dialogo è stato molto tranquillo e i ragazzi hanno scelto tre rappresentanti che ho accompagnato nella redazione di Repubblica.it". L'incursione, sottolinea ancora Cresto-Dina, è stata assolutamente "pacifica, senza atti intimidatori, nè danni, nè insulti".
pc 3 marzo - grande assemblea - la lotta continua - allo sciopero generale del 23 marzo NO pasaran
top — 3 marzo 2012 01:20 REPORT ASSEMBLEA POPOLARE NO TAV… ECCO IL NOSTRO PROGRAMMA DI LOTTA
Una partecipata e determinata assemblea popolare ha così deciso di rispondere alla vergognosa conferenza stampa del capo del governo. Mario Monti è riuscito a ripetere venti anni di falsità che hanno permesso al progetto tav Torino Lione di arrivare in questa delirante situazione di conflitto. “Rimarremo tagliati fuori dall’Europa… non ci saranno danni all’ambiente… porterà lavoro e poi ancora…andremo avanti con determinazione”. A tutto questo il movimento ha risposto con il proprio programma, di lotta e di resistenza. Poche chiacchiere e tanti appuntamenti
- Tutti i giorni da lunedì 5 marzo ore 18.00 Bussoleno piazza mercato appuntamento di lotta e discussione
- Sabato 3 marzo ore 16.00 Bussoleno piazza del mercato appuntamento di lotta
- Domenica 4 marzo ore 12.00 Giaglione campo sportivo polentata ore 14.00 passeggiata verso la val Clarea
- Martedì 6 marzo Torino delegazione no tav chiede incontro con Napolitano
- Giovedì 8 Marzo donne no tav in movimento
- Venerdì 9 marzo Roma delegazione no tav allo sciopero Fiom
- Domenica 11 Marzo presidi presso le carceri dove sono detenuti i notav e presidio presso il Cto di Torino dove è ricoverato Luca
E poi ha preso corpo l’idea dello sciopero generale di valle. I sindacati di base sono pronti da tempo a farlo e in campo c’è anche la Fiom. Data possibile il 23 marzo, un venerdì. Intanto oggi la protesta si sposta anche a Roma. E’ previsto un corteo nel pomeriggio e il prefetto Giuseppe Pecoraro ha spiegato: «C'è un'attenzione scrupolosa , ma senza allarmi».
È trascorsa senza incidenti la quinta notte di «mobilitazione permanente» dei No Tav in Val di Susa, dopo l’assemblea del Movimento che si è svolta a Bussoleno (Torino). Alla fine dell’assemblea, che si è conclusa nel cuore della notte, non vi sono stati cortei o manifestazioni o blocchi stradali, iniziative che sono state invece decise per le giornate di oggi e di domani. Gli attivisti che si oppongono alla Tav Torino-Lione hanno risposto al Governo di Mario Monti e, con il loro leader storico, Alberto Perino, hanno invitato il premier a «evitare prove di forza». I No Tav si sono dati appuntamento alle 16 di oggi, sempre a Bussoleno, per una nuova iniziativa della quale non sono stati definiti i particolari. Altro appuntamento è fissato per la giornata di domani in Valle Clarea, la zona inglobata lunedì scorso dall’ allargamento dell’area del futuro cantiere del Tav. Nella valletta ci sono anche i piccoli appezzamenti di terreno acquistati da centinaia di simpatizzanti No Tav. L’iniziativa - è stato detto - è per una polentata No Tav, alla quale dovrebbero partecipare anche famiglie, bambini, gli abitanti della valle, attivisti e simpatizzanti del Movimento.
Oggi è il giorno della manifestazione in tutta Italia. Una mobilitazione nazionale che avrà il suo centro con un corteo a Roma, in concomitanza con varie iniziative nelle altre città italiane, in sostegno del movimento No Tav. Ad annunciare la manifestazione è l’ ’Assemblea No Tav di Roma', che ha organizzato per domani un corteo autorizzato nella Capitale previsto dalle 15. I manifestanti, tra cui studenti, esponenti dei centri sociali, attivisti No Tav e associazioni, partiranno da piazzale Tiburtino per raggiungere Porta Maggiore. «Al corteo contiamo l’adesione di migliaia di persone. È importante far sentire la nostra voce di sostegno e solidarietà ai No Tav proprio in questo momento», hanno spiegato gli organizzatori. Tra i sostenitori del movimento No Tav ci sono anche diversi studenti dei collettivi della Sapienza i quali hanno annunciato «un’adesione di massa» per domani. All’iniziativa aderiranno anche i movimenti della galassia antagonista romana, tra cui i ’Blocchi precari metropolitani' e i ’Movimenti di lotta per diritto all’abitare'. Tutti sfileranno dietro lo striscione dell’ ’Assemblea No Tav di Roma'.
Una partecipata e determinata assemblea popolare ha così deciso di rispondere alla vergognosa conferenza stampa del capo del governo. Mario Monti è riuscito a ripetere venti anni di falsità che hanno permesso al progetto tav Torino Lione di arrivare in questa delirante situazione di conflitto. “Rimarremo tagliati fuori dall’Europa… non ci saranno danni all’ambiente… porterà lavoro e poi ancora…andremo avanti con determinazione”. A tutto questo il movimento ha risposto con il proprio programma, di lotta e di resistenza. Poche chiacchiere e tanti appuntamenti
- Tutti i giorni da lunedì 5 marzo ore 18.00 Bussoleno piazza mercato appuntamento di lotta e discussione
- Sabato 3 marzo ore 16.00 Bussoleno piazza del mercato appuntamento di lotta
- Domenica 4 marzo ore 12.00 Giaglione campo sportivo polentata ore 14.00 passeggiata verso la val Clarea
- Martedì 6 marzo Torino delegazione no tav chiede incontro con Napolitano
- Giovedì 8 Marzo donne no tav in movimento
- Venerdì 9 marzo Roma delegazione no tav allo sciopero Fiom
- Domenica 11 Marzo presidi presso le carceri dove sono detenuti i notav e presidio presso il Cto di Torino dove è ricoverato Luca
E poi ha preso corpo l’idea dello sciopero generale di valle. I sindacati di base sono pronti da tempo a farlo e in campo c’è anche la Fiom. Data possibile il 23 marzo, un venerdì. Intanto oggi la protesta si sposta anche a Roma. E’ previsto un corteo nel pomeriggio e il prefetto Giuseppe Pecoraro ha spiegato: «C'è un'attenzione scrupolosa , ma senza allarmi».
È trascorsa senza incidenti la quinta notte di «mobilitazione permanente» dei No Tav in Val di Susa, dopo l’assemblea del Movimento che si è svolta a Bussoleno (Torino). Alla fine dell’assemblea, che si è conclusa nel cuore della notte, non vi sono stati cortei o manifestazioni o blocchi stradali, iniziative che sono state invece decise per le giornate di oggi e di domani. Gli attivisti che si oppongono alla Tav Torino-Lione hanno risposto al Governo di Mario Monti e, con il loro leader storico, Alberto Perino, hanno invitato il premier a «evitare prove di forza». I No Tav si sono dati appuntamento alle 16 di oggi, sempre a Bussoleno, per una nuova iniziativa della quale non sono stati definiti i particolari. Altro appuntamento è fissato per la giornata di domani in Valle Clarea, la zona inglobata lunedì scorso dall’ allargamento dell’area del futuro cantiere del Tav. Nella valletta ci sono anche i piccoli appezzamenti di terreno acquistati da centinaia di simpatizzanti No Tav. L’iniziativa - è stato detto - è per una polentata No Tav, alla quale dovrebbero partecipare anche famiglie, bambini, gli abitanti della valle, attivisti e simpatizzanti del Movimento.
Oggi è il giorno della manifestazione in tutta Italia. Una mobilitazione nazionale che avrà il suo centro con un corteo a Roma, in concomitanza con varie iniziative nelle altre città italiane, in sostegno del movimento No Tav. Ad annunciare la manifestazione è l’ ’Assemblea No Tav di Roma', che ha organizzato per domani un corteo autorizzato nella Capitale previsto dalle 15. I manifestanti, tra cui studenti, esponenti dei centri sociali, attivisti No Tav e associazioni, partiranno da piazzale Tiburtino per raggiungere Porta Maggiore. «Al corteo contiamo l’adesione di migliaia di persone. È importante far sentire la nostra voce di sostegno e solidarietà ai No Tav proprio in questo momento», hanno spiegato gli organizzatori. Tra i sostenitori del movimento No Tav ci sono anche diversi studenti dei collettivi della Sapienza i quali hanno annunciato «un’adesione di massa» per domani. All’iniziativa aderiranno anche i movimenti della galassia antagonista romana, tra cui i ’Blocchi precari metropolitani' e i ’Movimenti di lotta per diritto all’abitare'. Tutti sfileranno dietro lo striscione dell’ ’Assemblea No Tav di Roma'.
pc 3 marzo - Il governo fascista di monti PD e lega nord vogliono repressione, divisione e guerra civile
Una marcia come quella dei Quarantamila che nel 1980 pose fine alla protesta operaia della Fiat. È una delle ipotesi che il presidente del Piemonte, Roberto Cota, metterà sul tavolo nell’incontro con un gruppo di sindaci valsusini stufi delle proteste No Tav che stanno paralizzando la valle. «Decideremo insieme - spiega - ma quel che è certo è che è arrivata l’ora di dare voce all’indignazione crescente della maggioranza della popolazione che è stufa di vedere la Valsusa rappresentata come un territorio in rivolta impegnato nel costruire barricate e roghi notturni». Cota annuncia la decisione di dar voce «ad una valle che non riesce a farsi sentire» a conclusione di una conferenza stampa dove i parlamentari piemontesi di ogni schieramento annunciato il via libera definitivo della Camera all’utilizzo sul territorio olimpico del «tesoretto» dell’Agenzia 2006. Il presidente racconta di aver sentito al telefono diversi sindaci che «non ne possono più». E io credo che «questa indignazione pacifica e democratica deve uscire ed è giusto che questi sindaci che non sono d’accordo con chi protesta, alzino la testa. Ed è anche giusto che la gente alzi la testa e alzi la voce, manifestando tutta la propria indignazione, ovviamente in modo assolutamente pacifico e non violento».
Risponde il presidente della Comunità montana, Sandro Plano: «Abbiamo sempre detto, e lo ripeto anche questa volta, che la nostra opposizione al Tav è sempre stata, e sempre sarà, pacifica e legale. Per questo abbiamo chiesto e invitato i manifestanti ad attuare forme di protesta che non danneggino l’economia della valle». Detto questo, però, Plano aggiunge: «Qui si continua a girare intorno al problema. Non credo sia una buona mossa cercare il confronto con chi è già d’accordo ignorando chi democraticamente chiede di verificare l’utilità e l’opportunità di realizzare un’opera che il territorio non vuole».
Risponde il presidente della Comunità montana, Sandro Plano: «Abbiamo sempre detto, e lo ripeto anche questa volta, che la nostra opposizione al Tav è sempre stata, e sempre sarà, pacifica e legale. Per questo abbiamo chiesto e invitato i manifestanti ad attuare forme di protesta che non danneggino l’economia della valle». Detto questo, però, Plano aggiunge: «Qui si continua a girare intorno al problema. Non credo sia una buona mossa cercare il confronto con chi è già d’accordo ignorando chi democraticamente chiede di verificare l’utilità e l’opportunità di realizzare un’opera che il territorio non vuole».
pc 3 marzo - operai jabil di cassina dei pecchicon i no TAV
Siamo gli operai e i lavoratori licenziati dalla Jabil di Cassina de'
Pecchi.
Non possiamo essere fisicamente al vostro fianco, perchè
occupiamo la fabbrica da
quasi 3 mesi, mantenendo attiva un minimo di
produzione, in attesa di un acquirente.
In più presidiamo giorno e
notte i cancelli da 8 mesi.
Solidarizziamo con voi che resistete alla
violenta repressione delle forze
dell'ordine.
Le istituzioni calpestano
la volontà popolare che non vuole la TAV!
Monti interpellato in merito
dall'Europa, per la guerriglia scatenata dalle forze
dell'ordine in più
città, ha dichiarato che non farà un passo indietro e
proseguiranno i
lavori per la TAV.
Il governo per conto dei padroni e del magna magna
di 20 miliardi (iniziali) che, la
TAV sciorinerebbe, è pronto a
violenze ancora più brutali.
Come operai in lotta non possiamo che
sostenere pienamente la resistenza NO TAV,
contro la cancellazione e
l'usurpazione della volontà popolare.
Anche noi stiamo lottando per la
rimessa in moto della fabbrica, contro l'assurda
pretesa di
delocalizzare il lavoro, chiudendo così il sito produttivo Nokia-Jabil
(160 mila mq) e lasciandolo in mano alla congregazione del cemento e
del mattone.
Ribadiamo la solidarietà alla vostra lotta, riaffermando
che il movimento di
occupazione delle fabbriche insieme al presidio
delle valli, è una forma di reale
resistenza alle decisioni
unilaterali di governi, padroni e multinazionali.
RSU FIOM Jabil e i
lavoratori del Presidio
Cassina de' Pecchi 02\03\2012
Pecchi.
Non possiamo essere fisicamente al vostro fianco, perchè
occupiamo la fabbrica da
quasi 3 mesi, mantenendo attiva un minimo di
produzione, in attesa di un acquirente.
In più presidiamo giorno e
notte i cancelli da 8 mesi.
Solidarizziamo con voi che resistete alla
violenta repressione delle forze
dell'ordine.
Le istituzioni calpestano
la volontà popolare che non vuole la TAV!
Monti interpellato in merito
dall'Europa, per la guerriglia scatenata dalle forze
dell'ordine in più
città, ha dichiarato che non farà un passo indietro e
proseguiranno i
lavori per la TAV.
Il governo per conto dei padroni e del magna magna
di 20 miliardi (iniziali) che, la
TAV sciorinerebbe, è pronto a
violenze ancora più brutali.
Come operai in lotta non possiamo che
sostenere pienamente la resistenza NO TAV,
contro la cancellazione e
l'usurpazione della volontà popolare.
Anche noi stiamo lottando per la
rimessa in moto della fabbrica, contro l'assurda
pretesa di
delocalizzare il lavoro, chiudendo così il sito produttivo Nokia-Jabil
(160 mila mq) e lasciandolo in mano alla congregazione del cemento e
del mattone.
Ribadiamo la solidarietà alla vostra lotta, riaffermando
che il movimento di
occupazione delle fabbriche insieme al presidio
delle valli, è una forma di reale
resistenza alle decisioni
unilaterali di governi, padroni e multinazionali.
RSU FIOM Jabil e i
lavoratori del Presidio
Cassina de' Pecchi 02\03\2012
pc 3 marzo - l'assemblea degli operai ilva taranto con i notav
riuscita assemblea questa mattina alla sede slai cobas per il sindacato di classe degli operai Ilva taranto approvata una mozione di solidarietà
..MOZIONE DEI LAVORATORI
Noi operai ilva taranto esprimiamo la nostra solidarietà a Luca Abbà e al movimento No Tav.
La mobilitazione contro la devastazione ambientale che mette a rischio la vita di tanta gente, è giusta e ci unisce, dalla Val Susa, a Taranto.
In Val Susa si sta imponendo un opera miliardaria e inutile contro la volontà della popolazione e degli stessi sindaci, a Taranto invece stanno tagliando i treni necessari alla gente.
In un paese come il nostro in cui vi sono sempre più devastazioni di città, di intere zone del paese per lo stato dei territori, la speculazione ambientale e la mancanza di opere pubbliche, noi non possiamo accettare che si spendano soldi per gli interessi di pochi, mentre si tagliano spese per il risanamento ambientale e per servizi vitali come sanità, scuole, trasporti, ecc.
I lavori della No Tav devono essere bloccati;
i soldi devono essere utilizzati per risanare l’ambiente e per i servizi sociali;
Il movimento NO TAV deve vincere per tutti noi.
..MOZIONE DEI LAVORATORI
Noi operai ilva taranto esprimiamo la nostra solidarietà a Luca Abbà e al movimento No Tav.
La mobilitazione contro la devastazione ambientale che mette a rischio la vita di tanta gente, è giusta e ci unisce, dalla Val Susa, a Taranto.
In Val Susa si sta imponendo un opera miliardaria e inutile contro la volontà della popolazione e degli stessi sindaci, a Taranto invece stanno tagliando i treni necessari alla gente.
In un paese come il nostro in cui vi sono sempre più devastazioni di città, di intere zone del paese per lo stato dei territori, la speculazione ambientale e la mancanza di opere pubbliche, noi non possiamo accettare che si spendano soldi per gli interessi di pochi, mentre si tagliano spese per il risanamento ambientale e per servizi vitali come sanità, scuole, trasporti, ecc.
I lavori della No Tav devono essere bloccati;
i soldi devono essere utilizzati per risanare l’ambiente e per i servizi sociali;
Il movimento NO TAV deve vincere per tutti noi.
pc 3 marzo - ora e sempre NO TAV -un intervento
Sicurezza nei cantieri Tav? Ci passiamo sopra
Ho avuto notizia che una
persona umana, Luca Abbà, di 37 anni, trovatosi all’interno di un
terreno trasformatosi – dopo che lui era entrato – in un cantiere, è
rimasto vittima di un grave incidente: arrampicatosi su un traliccio
dell’alta tensione che si trovava all’interno del cantiere, sorgente d’
altra parte su un terreno che era in parte anche di sua proprietà – è
rimasto folgorato, è caduto da un’altezza di circa 15 metri, e si trova
ora in coma farmacologico presso l’Ospedale CTO di Torino, in
condizioni gravi anche se pare non in pericolo immediato di vita.
Dato
che mi trovo ad aver insegnato per oltre un decennio la materia
“Sicurezza e Analisi di Rischio” presso la mia Università, vorrei
provare in questo pezzo a prendere la questione sotto un aspetto un po’
differente, dato che molto è già stato detto in questi giorni sotto gli
altri punti di vista, e credo che la mia opinione sull’Alta Velocità e
la mia solidarietà a Luca Abbà siano ben note.
Prendiamo allora per
buono quanto ci dicono i sostenitori dell’Alta Velocità: quello sorto
in queste ore intorno alla “Baita Clarea”, sopra Chiomonte, Valle di
Susa, è un cantiere, e non un fortino militare. Molto bene. Se è un
cantiere, deve sottostare alle norme di sicurezza sui cantieri. In
particolare, queste sono dettate da una normativa italiana ben precisa:
se la Valsusa è in Italia, e non in Afghanistan, si applica la legge,
come a gran voce invocano tutti coloro che vogliono che in Valsusa
“ritorni la legalità”.
Il Testo unico in materia di salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro (TUSL), è l’insieme di norme contenute nel Decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81 che ha riformato, riunito e
armonizzato, abrogandole, le disposizioni dettate da numerose
precedenti normative in materia di sicurezza e salute nei luoghi di
lavoro succedutesi nell’arco di quasi sessant’anni. Il nuovo Testo
unico ha previsto l’abrogazione (con differenti modalità temporali) di
molte normative, quali il D.lgs. 19 settembre 1994, n. 626, il D.lgs.
14 agosto 1996, n. 494 e il D.lgs. 19 agosto 2005, n. 187.
La legge
prima individua i soggetti responsabili e poi descrive le misure
gestionali e gli adeguamenti tecnici necessari per ridurre i rischi
lavorativi. Alla fine di ciascun titolo sono indicate le sanzioni in
caso di inadempienza. Vorrei in particolare concentrarmi sugli aspetti
che riguardano la sospensione dell’attività.
Secondo le disposizioni
del TUSL gli ispettori possono disporre, in caso di gravi violazioni
delle norme antinfortunistiche, la sospensione dell’attività (art. 14).
In particolare questo provvedimento scatterà nel seguente caso, fra gli
altri:
gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute
e della sicurezza, individuate con DM del Ministero del Lavoro e della
Previdenza Sociale, sentita la conferenza Stato Regione.
In attesa di
decreto, le gravi violazioni che possono portare, in caso di
reiterazione, alla sospensione dell’attività, sono quelle indicate nell’
allegato I al TUSL.
Nell’Allegato I vengono elencate le “Gravi
violazioni ai fini dell’adozione del provvedimento di sospensione dell’
attività imprenditoriale”. Troviamo in particolare:
Violazioni che
espongono al rischio di caduta dall’alto
• Mancato utilizzo della
cintura di sicurezza;
• Mancanza di protezioni verso il vuoto.
Violazioni che espongono al rischio di elettrocuzione:
• Lavori in
prossimità di linee elettriche;
• Presenza di conduttori nudi in
tensione;
• Mancanza protezione contro i contatti diretti ed
indiretti (impianto di terra, interruttore magnetotermico, interruttore
differenziale). Non mi voglio dilungare oltre, ma mi si permetta di
concludere questo:
• In un cantiere, se fosse un cantiere, in presenza
di macchine movimento terra, le condutture ad alta tensione si
staccano. Chi non l’ha fatto, ne è responsabile.
• In un cantiere, se
fosse un cantiere, se succede un incidente, i lavori si fermano, la
magistratura pone il cantiere sotto sequestro, si apre un’inchiesta, e
si accertano le responsabilità. Nulla di tutto ciò è successo. Luca
Abbà era a terra, le ruspe continuavano a lavorare.
• In un cantiere,
se fosse un cantiere, non si iniziano i lavori in presenza di estranei.
Vedo però che il mio ragionamento ha alcune pecche, che debbo infine io
stesso mettere in evidenza:
• Quello di cui parliamo non è un cantiere,
ma un fortino militare. Nessuna reale opera civile vi viene messa in
atto.
• Luca Abbà non era un estraneo. Vive in Valsusa. Ed è
proprietario di un pezzetto di quel terreno.
Non mi pare sia un buon
inizio, per il tanto sbandierato progresso, un cantiere nel quale
avviene tutto questo. Auguri Luca. Tieni duro e rimettiti presto.
Ho avuto notizia che una
persona umana, Luca Abbà, di 37 anni, trovatosi all’interno di un
terreno trasformatosi – dopo che lui era entrato – in un cantiere, è
rimasto vittima di un grave incidente: arrampicatosi su un traliccio
dell’alta tensione che si trovava all’interno del cantiere, sorgente d’
altra parte su un terreno che era in parte anche di sua proprietà – è
rimasto folgorato, è caduto da un’altezza di circa 15 metri, e si trova
ora in coma farmacologico presso l’Ospedale CTO di Torino, in
condizioni gravi anche se pare non in pericolo immediato di vita.
Dato
che mi trovo ad aver insegnato per oltre un decennio la materia
“Sicurezza e Analisi di Rischio” presso la mia Università, vorrei
provare in questo pezzo a prendere la questione sotto un aspetto un po’
differente, dato che molto è già stato detto in questi giorni sotto gli
altri punti di vista, e credo che la mia opinione sull’Alta Velocità e
la mia solidarietà a Luca Abbà siano ben note.
Prendiamo allora per
buono quanto ci dicono i sostenitori dell’Alta Velocità: quello sorto
in queste ore intorno alla “Baita Clarea”, sopra Chiomonte, Valle di
Susa, è un cantiere, e non un fortino militare. Molto bene. Se è un
cantiere, deve sottostare alle norme di sicurezza sui cantieri. In
particolare, queste sono dettate da una normativa italiana ben precisa:
se la Valsusa è in Italia, e non in Afghanistan, si applica la legge,
come a gran voce invocano tutti coloro che vogliono che in Valsusa
“ritorni la legalità”.
Il Testo unico in materia di salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro (TUSL), è l’insieme di norme contenute nel Decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81 che ha riformato, riunito e
armonizzato, abrogandole, le disposizioni dettate da numerose
precedenti normative in materia di sicurezza e salute nei luoghi di
lavoro succedutesi nell’arco di quasi sessant’anni. Il nuovo Testo
unico ha previsto l’abrogazione (con differenti modalità temporali) di
molte normative, quali il D.lgs. 19 settembre 1994, n. 626, il D.lgs.
14 agosto 1996, n. 494 e il D.lgs. 19 agosto 2005, n. 187.
La legge
prima individua i soggetti responsabili e poi descrive le misure
gestionali e gli adeguamenti tecnici necessari per ridurre i rischi
lavorativi. Alla fine di ciascun titolo sono indicate le sanzioni in
caso di inadempienza. Vorrei in particolare concentrarmi sugli aspetti
che riguardano la sospensione dell’attività.
Secondo le disposizioni
del TUSL gli ispettori possono disporre, in caso di gravi violazioni
delle norme antinfortunistiche, la sospensione dell’attività (art. 14).
In particolare questo provvedimento scatterà nel seguente caso, fra gli
altri:
gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute
e della sicurezza, individuate con DM del Ministero del Lavoro e della
Previdenza Sociale, sentita la conferenza Stato Regione.
In attesa di
decreto, le gravi violazioni che possono portare, in caso di
reiterazione, alla sospensione dell’attività, sono quelle indicate nell’
allegato I al TUSL.
Nell’Allegato I vengono elencate le “Gravi
violazioni ai fini dell’adozione del provvedimento di sospensione dell’
attività imprenditoriale”. Troviamo in particolare:
Violazioni che
espongono al rischio di caduta dall’alto
• Mancato utilizzo della
cintura di sicurezza;
• Mancanza di protezioni verso il vuoto.
Violazioni che espongono al rischio di elettrocuzione:
• Lavori in
prossimità di linee elettriche;
• Presenza di conduttori nudi in
tensione;
• Mancanza protezione contro i contatti diretti ed
indiretti (impianto di terra, interruttore magnetotermico, interruttore
differenziale). Non mi voglio dilungare oltre, ma mi si permetta di
concludere questo:
• In un cantiere, se fosse un cantiere, in presenza
di macchine movimento terra, le condutture ad alta tensione si
staccano. Chi non l’ha fatto, ne è responsabile.
• In un cantiere, se
fosse un cantiere, se succede un incidente, i lavori si fermano, la
magistratura pone il cantiere sotto sequestro, si apre un’inchiesta, e
si accertano le responsabilità. Nulla di tutto ciò è successo. Luca
Abbà era a terra, le ruspe continuavano a lavorare.
• In un cantiere,
se fosse un cantiere, non si iniziano i lavori in presenza di estranei.
Vedo però che il mio ragionamento ha alcune pecche, che debbo infine io
stesso mettere in evidenza:
• Quello di cui parliamo non è un cantiere,
ma un fortino militare. Nessuna reale opera civile vi viene messa in
atto.
• Luca Abbà non era un estraneo. Vive in Valsusa. Ed è
proprietario di un pezzetto di quel terreno.
Non mi pare sia un buon
inizio, per il tanto sbandierato progresso, un cantiere nel quale
avviene tutto questo. Auguri Luca. Tieni duro e rimettiti presto.
venerdì 2 marzo 2012
pc 2 marzo - sabato manifestazione no tav a roma
oggi venerdì mobilitazione a taranto in piazza della vittoria con comizi volanti,pannelli, bandiera, raccolte molte decine di firme di solidarietà
Una mobilitazione nazionale che sabato avrà il suo centro con un corteo a Roma, in concomitanza con varie iniziative nelle altre città italiane, in sostegno del movimento No Tav. Ad annunciare la manifestazione è l’ ’Assemblea No Tav di Romà, che ha organizzato per domani un corteo autorizzato nella Capitale previsto dalle 15.
Una mobilitazione nazionale che sabato avrà il suo centro con un corteo a Roma, in concomitanza con varie iniziative nelle altre città italiane, in sostegno del movimento No Tav. Ad annunciare la manifestazione è l’ ’Assemblea No Tav di Romà, che ha organizzato per domani un corteo autorizzato nella Capitale previsto dalle 15.
pc 2 marzo - la stampa o è al servizio della polizia o non va bene
media, top — 2 marzo 2012 15:32 (VIDEO) Giornalista: “C’è il diritto di Cronaca”. Poliziotto:”Per adesso no”
Siccome fanno molto rumore i rapporti tesi in moemnti di tensione attribuiti ai notav pubblichiamo questo video e speriamo che i molti che si sono scandalizzati nei giorni scorsi, dicano qualcosa di così rumoroso anche in questo caso
Nel video un giornalista del Fatto Quotidiano e un operatore di La7, tentano di documentrare lo sgombero dell’autostrada
Giornalista: “C’è il diritto di Cronaca”. Poliziotto:”Per adesso no”
Siccome fanno molto rumore i rapporti tesi in moemnti di tensione attribuiti ai notav pubblichiamo questo video e speriamo che i molti che si sono scandalizzati nei giorni scorsi, dicano qualcosa di così rumoroso anche in questo caso
Nel video un giornalista del Fatto Quotidiano e un operatore di La7, tentano di documentrare lo sgombero dell’autostrada
Giornalista: “C’è il diritto di Cronaca”. Poliziotto:”Per adesso no”
pc 2 marzo - le minacce di Monti alla Val susa troveranno in val susa e ovunque le risposte che si merita
ROMA - "I benefici economici della Tav sono rilevanti, i tempi di percorrenza tra Milano e Parigi si riducono drasticamente a 4 ore, si crea occupazione sul territorio e non solo. Alla luce di tutto ciò il governo ha deciso di confermare con convinzione il proprio impegno per la realizzazione tempestiva dell'opera". Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti parlando della Tav al termine della riunione di tre ore sul dossier. Il governo sceglie dunque la linea della fermezza, e con riferimento ai disordini degli ultimi giorni in Valsusa ammonisce: "Non tollereremo illegalità".
A stretto giro è arrivata la replica di Alberto Perino, leader dei No Tav: "Monti ha detto un sacco di cose roboanti e ha mostrato i muscoli", ha detto nel corso di un'assemblea a Bussoleno. "Gli vogliamo bene. Ma eviti le prove di forza con noi. Non servono. E si sprecano soldi. Pensaci bene - ha aggiunto Perino rivolgendosi al premier - prima di buttare soldi dalla finestra per il Tav. Se vuoi farci fare ginnastica su e giù per la Valle - ha aggiunto - noi siamo pronti".
Le parole di Monti arrivano al termine di un'altra giornata di tensione, non solo in Piemonte. Un ultimo appello, firmato da don Luigi Ciotti, chiedeva al premier di ricevere i sindaci della valle prima di prendere qualunque decisione. Una moratoria era stata chiesta anche dal leader Idv Antonio Di Pietro, mentre migliorano le condizioni di Luca Abbà il manifestante caduto da un traliccio sul quale si era arrampicato per protestare, dichiarato ufficialmente fuori pericolo.
Monti: "La Tav si farà". "Ci siamo posti in particolare tre interrogativi - ha affermato il premier - C'è stato nel corso dell'anno un sufficiente ascolto delle opinioni delle popolazioni della Val di Susa; si è tenuto conto di quelle preoccupazioni; l'opera è giustificabile economicamente e soprattutto è sostenibile dal punto ambientale?". Le risposte secondo Monti sono naturalmente tutte positive: "C'è stato nel corso degli anni un sufficiente ascolto delle opinioni e delle preoccupazioni delle popolazioni della val di Susa, si è tenuto conto di quelle preoccupazioni. L'opera è sostenibile dal punto di vista ambientale". "Il progetto iniziale - ha insistito - è stato profondamente e radicalmente cambiato per tenere conto della fase di ascolto mentre è stata approfondita l'analisi di costi-benefici che verrà resa pubblica presto".
Quanto alla convenienza economica "il nostro governo è impegnato in tutti i campi a superare i blocchi che vengono da categorie particolari in nome dell'interesse generale per creare sviluppo" ed è "anche il caso della Tav", ha proseguito il presidente del Consiglio.
"Ci sono state forme di violenza - ha poi detto il premier - la libertà di espressione del pensiero è bene fondamentale che lo Stato è impegnato a tutelare" ma "non saranno consentite forme di illegalità e sarà contrastata ogni forma di violenza". Poi, tornando sulle ragioni che spingono l'esecutivo ad andare avanti, Monti ha affermato che "il nostro paese avverte un crescente disagio sociale, soprattutto tra i giovani è così difficile trovare lavoro, e questo è il risultato di un paese che si stava progressivamente staccando dall'Europa, con una decrescente competitività, con una difficoltà sempre maggiore di trovare spazio nell'economia internazionale, e di creare posti di lavoro per i giovani. Vogliamo noi lasciare andare dolcemente alla deriva, staccandosi dall'Europa, questa nostra penisola, rendendosi così sempre più difficile per l'economia italiana risalire, essere competitiva, creare posti di lavoro, consentire una maggiore equità, un maggior benessere sociale ed economico?".
La linea della fermezza è stata ribadita anche dal ministro dell'Interno Cancellieri, che esprime preoccupazioni per il valore simbolico assunto dalla Tav in determinati ambienti: "E' diventata un simbolo dell'antagonismo", rileva. "Questo potrebbe avere riflessi anche altrove, per questo la situazione è delicata. Ma non c'è nessun dubbio che l'opera debba andare avanti.
A stretto giro è arrivata la replica di Alberto Perino, leader dei No Tav: "Monti ha detto un sacco di cose roboanti e ha mostrato i muscoli", ha detto nel corso di un'assemblea a Bussoleno. "Gli vogliamo bene. Ma eviti le prove di forza con noi. Non servono. E si sprecano soldi. Pensaci bene - ha aggiunto Perino rivolgendosi al premier - prima di buttare soldi dalla finestra per il Tav. Se vuoi farci fare ginnastica su e giù per la Valle - ha aggiunto - noi siamo pronti".
Le parole di Monti arrivano al termine di un'altra giornata di tensione, non solo in Piemonte. Un ultimo appello, firmato da don Luigi Ciotti, chiedeva al premier di ricevere i sindaci della valle prima di prendere qualunque decisione. Una moratoria era stata chiesta anche dal leader Idv Antonio Di Pietro, mentre migliorano le condizioni di Luca Abbà il manifestante caduto da un traliccio sul quale si era arrampicato per protestare, dichiarato ufficialmente fuori pericolo.
Monti: "La Tav si farà". "Ci siamo posti in particolare tre interrogativi - ha affermato il premier - C'è stato nel corso dell'anno un sufficiente ascolto delle opinioni delle popolazioni della Val di Susa; si è tenuto conto di quelle preoccupazioni; l'opera è giustificabile economicamente e soprattutto è sostenibile dal punto ambientale?". Le risposte secondo Monti sono naturalmente tutte positive: "C'è stato nel corso degli anni un sufficiente ascolto delle opinioni e delle preoccupazioni delle popolazioni della val di Susa, si è tenuto conto di quelle preoccupazioni. L'opera è sostenibile dal punto di vista ambientale". "Il progetto iniziale - ha insistito - è stato profondamente e radicalmente cambiato per tenere conto della fase di ascolto mentre è stata approfondita l'analisi di costi-benefici che verrà resa pubblica presto".
Quanto alla convenienza economica "il nostro governo è impegnato in tutti i campi a superare i blocchi che vengono da categorie particolari in nome dell'interesse generale per creare sviluppo" ed è "anche il caso della Tav", ha proseguito il presidente del Consiglio.
"Ci sono state forme di violenza - ha poi detto il premier - la libertà di espressione del pensiero è bene fondamentale che lo Stato è impegnato a tutelare" ma "non saranno consentite forme di illegalità e sarà contrastata ogni forma di violenza". Poi, tornando sulle ragioni che spingono l'esecutivo ad andare avanti, Monti ha affermato che "il nostro paese avverte un crescente disagio sociale, soprattutto tra i giovani è così difficile trovare lavoro, e questo è il risultato di un paese che si stava progressivamente staccando dall'Europa, con una decrescente competitività, con una difficoltà sempre maggiore di trovare spazio nell'economia internazionale, e di creare posti di lavoro per i giovani. Vogliamo noi lasciare andare dolcemente alla deriva, staccandosi dall'Europa, questa nostra penisola, rendendosi così sempre più difficile per l'economia italiana risalire, essere competitiva, creare posti di lavoro, consentire una maggiore equità, un maggior benessere sociale ed economico?".
La linea della fermezza è stata ribadita anche dal ministro dell'Interno Cancellieri, che esprime preoccupazioni per il valore simbolico assunto dalla Tav in determinati ambienti: "E' diventata un simbolo dell'antagonismo", rileva. "Questo potrebbe avere riflessi anche altrove, per questo la situazione è delicata. Ma non c'è nessun dubbio che l'opera debba andare avanti.
pc 2 marzo - luca fuori pericolo ! la val susa non si arresta !
Abbà fuori pericolo. Sono buone invece le noltizie che rigaurda Luca Abbà, 2 il militante No Tav caduto da un traliccio. Il ragazzo è fuori pericolo" dice Maurizio Berardino, primario del reparto di anestesia e rianimazione dell'ospedale Cto di Torino. Secondo quanto riferito da Berardino, vi potranno essere problemi motori almeno all'inizio e il lavoro sui nervi comincerà a partire dal secondo o terzo mese dall'incidente.
Per questa sera è stata annunciata un'assemblea a Bussoleno. "Per la Valle Susa - dicono i promotori - oggi è un giorno importante. E' il quinto giorno di mobilitazione continuo ed è il giorno in cui il Governo si pronuncerà in un tavolo straordinario. Per noi è il momento di ripartire da una discussione collettiva che rilanci iniziative capaci di andare oltre l'immediato delle risposte quotidiane".
Per questa sera è stata annunciata un'assemblea a Bussoleno. "Per la Valle Susa - dicono i promotori - oggi è un giorno importante. E' il quinto giorno di mobilitazione continuo ed è il giorno in cui il Governo si pronuncerà in un tavolo straordinario. Per noi è il momento di ripartire da una discussione collettiva che rilanci iniziative capaci di andare oltre l'immediato delle risposte quotidiane".
pc 2 marzo - contro un governo di dittatura tecnica, da stato di polizia moderno fascista tutti in piazza
Sulla Tav il governo va avanti e conferma la linea dura. Per il pomeriggio di oggi, a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha convocato una riunione straordinaria sui lavori della Torino-Lione per "verificarne lo stato di avanzamento nelle necessarie misure di sicurezza". "Sull'Alta velocità la linea resta la stessa", ha ripetuto il premier Mario Monti, al vertice europeo di Bruxelles. Alla riunione parteciperanno il ministro degli interni, Cancellieri, il ministro dello sviluppo economico, trasporti e infrastrutture, Passera, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Catricalà, e il commissario straordinario di governo Virano.
Per il ministro la Tav "è diventata quasi un simbolo di non so cosa, un simbolo dell'antagonismo, comunque. Questo potrebbe avere riflessi anche altrove, per questo la situazione è delicata. Ma non c'è nessun dubbio che l'opera debba andare avanti. Io purtroppo il film degli anni di piombo l'ho visto e vissuto già da funzionario. Il nostro impegno è questo: tutto tutto quello che dobbiamo fare lo faremo affinchè quel film non si ripeta"
il governo invece di aprire un dialogo con le popolazioni di val susa e il movimento
notav e rispondere alla forza degli argomenti tecnici e di ogni genere esposti dall'insieme del movimento, ribaditi nelle trasmissioni televisive di ieri
decide solo misure di repressione e ordine pubblico, che rendono sempre più questo paese uno stato di polizia di stampo fascista
un governo peraltro privo di ogni legittimità democratica in quanto non eletto da nessuno, un governo rappresentante di padroni e banchieri, un govrno quasi da colpo di stato in giacca e cravatta imposto al paese pretende di avere la legittimità dell'uso della forza contro una intera valle e una intero movimento
ogni misura di repressione va respinta con tutti i mezzi
se seminano vento devono raccogliere tempesta
giù le mani dalla val susa
siamo tutti notav
la repressione alimenta la ribellione
ora e sempre resistenza
proletari comunisti -PCm Italia
2 marzo 2012
Per il ministro la Tav "è diventata quasi un simbolo di non so cosa, un simbolo dell'antagonismo, comunque. Questo potrebbe avere riflessi anche altrove, per questo la situazione è delicata. Ma non c'è nessun dubbio che l'opera debba andare avanti. Io purtroppo il film degli anni di piombo l'ho visto e vissuto già da funzionario. Il nostro impegno è questo: tutto tutto quello che dobbiamo fare lo faremo affinchè quel film non si ripeta"
il governo invece di aprire un dialogo con le popolazioni di val susa e il movimento
notav e rispondere alla forza degli argomenti tecnici e di ogni genere esposti dall'insieme del movimento, ribaditi nelle trasmissioni televisive di ieri
decide solo misure di repressione e ordine pubblico, che rendono sempre più questo paese uno stato di polizia di stampo fascista
un governo peraltro privo di ogni legittimità democratica in quanto non eletto da nessuno, un governo rappresentante di padroni e banchieri, un govrno quasi da colpo di stato in giacca e cravatta imposto al paese pretende di avere la legittimità dell'uso della forza contro una intera valle e una intero movimento
ogni misura di repressione va respinta con tutti i mezzi
se seminano vento devono raccogliere tempesta
giù le mani dalla val susa
siamo tutti notav
la repressione alimenta la ribellione
ora e sempre resistenza
proletari comunisti -PCm Italia
2 marzo 2012
pc 2 marzo - Ex Carabiniere denuncia le torture come pratica abituale
E' andata in onda alle iene un intervista doppia a Giuseppe Gullotta, un uomo condannato per la straga di Alcamo in cui, in circostanze ancora da chiarire furono uccisi due carabinieri all'interno della caserma nella quale prestavano servizio, Giuseppe Gullotta, ha trascorso 22 anni in prigione da INNOCENTE, la revisione del suo processo, che ha poi portato alla sua scarcerazione è avvenuta unicamente perchè un ex brigadiere dei Carabinieri, Renato Olino, presente all'interrogatorio 22 anni prima, preso dal rimorso ha deciso di rompere il muro di omerta che abitualmente vige nelle caserme quando si tratta di fatti che coinvolgono colleghi, come egli stesso ammette, decide qundi di denunciare le torture subite da Gullotta per estorcergli la confessione, parlando di waterboarding, pratica di soffocamento con acqua e sale fatta bere forzatamente all'interrogato con un imbuto privandolo della capacità di respirare, corrente elettrica sui genitali botte da orbi e minaccie di morte con pistola puntata alla testa e denuncia le stesse come pratiche abituali nelle caserme e se ne dissocia, anche se con molto ritardo, dichiarando di non aver mai partecipato attivamente ma di aver visto in decenni di carriera applicare metodi d'interrogatorio simili più e più volte e giustificandosi per non aver denunciato prima in quanto, testuali parole: "ho impiegato un po' a liberarmi del lavaggio del cervello che si subisce quando si entra nell'arma, di seguito il link al video dell'intervista originale andata in onda ieri:
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/287710/golia-innocente-a...
Ovviamente, dal mio modesto punto di vista, questo dovrebbe spingere ad un paio di considerazioni sull'abituale operato dei nostri tutori del disordine nel buoio delle loro caserme e ad aprire gli occhi a coloro i quali considereano quanto avvennuto in casi eclatanti come Bolzaneto, la Diaz, caso Cucchi, caso Aldrovandi e moltissimi altri ancora, non più come le farneticanti dichiarazioni di sottrattori dello stato e criminali incalliti che cercano di ritrattare le loro confessioni definendole estorte con la violenza per puro comodo e qundi aprire uno spiraglio di luce su quanti sono, ad oggi detenuti ingiustamente e senza speranza di una svolta nelle nostre patrie galere e che non saranno altrettanto fortunati da poter ricordare un pentimento di coloro i quali furono presenti o parteciparono ai loro interrogatori e si spera apra anche gli occhi, anche se la speranza è decisamente fievole a tutti quei carabinieri e poliziotti che si rendono tutt'oggi strumento delle ingustizie dello stato, mettendole in pratica come in Val Susa e che inizino a liberarsi del lavaggio del cervello subito, capendo che non sempre ciò che gli viene ordinato è giusto e che è loro dovere ammutinarsi e dissociarsi denunciando determinati accadimenti per mantenere quell'orgoglio e quella dignità umana che dovrebbe caratterizzare la loro vita dedicata al servizio dello stato che troppe volte si mistifica, facendogli dimenticare che lo stato è composto dalla gente che si trovano di fronte e non è un entità astratta incarnata dai colletti bianchi che gli impartiscono ordini, prendendo inoltre coscienza del fatto che coloro che si trovano di fronte potrebbero essere i loro padri, madri, e di fatti sono loro concittadini e pertanto fratelli e prima di levare contro di loro la mano dovrebbero invece pensare se i 7 euro l'ora che gli danno giustificano la perdità della loro dignità umana macchiandola di quelli che sono a tutti gli effetti crimini ben peggiori di quelli che vengono mandati a reprimere, sempre se tali possono essere considerati e se in realtà le loro vite non sono più simili a quelle delle persone che manganellano per le strade invece che a quelle di quei signori che li comandano, dissociandosi quindi dall'essere lo strumento della guerra tra poveri che vengono spinti a mettere in atto.
.Comments
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/287710/golia-innocente-a...
Ovviamente, dal mio modesto punto di vista, questo dovrebbe spingere ad un paio di considerazioni sull'abituale operato dei nostri tutori del disordine nel buoio delle loro caserme e ad aprire gli occhi a coloro i quali considereano quanto avvennuto in casi eclatanti come Bolzaneto, la Diaz, caso Cucchi, caso Aldrovandi e moltissimi altri ancora, non più come le farneticanti dichiarazioni di sottrattori dello stato e criminali incalliti che cercano di ritrattare le loro confessioni definendole estorte con la violenza per puro comodo e qundi aprire uno spiraglio di luce su quanti sono, ad oggi detenuti ingiustamente e senza speranza di una svolta nelle nostre patrie galere e che non saranno altrettanto fortunati da poter ricordare un pentimento di coloro i quali furono presenti o parteciparono ai loro interrogatori e si spera apra anche gli occhi, anche se la speranza è decisamente fievole a tutti quei carabinieri e poliziotti che si rendono tutt'oggi strumento delle ingustizie dello stato, mettendole in pratica come in Val Susa e che inizino a liberarsi del lavaggio del cervello subito, capendo che non sempre ciò che gli viene ordinato è giusto e che è loro dovere ammutinarsi e dissociarsi denunciando determinati accadimenti per mantenere quell'orgoglio e quella dignità umana che dovrebbe caratterizzare la loro vita dedicata al servizio dello stato che troppe volte si mistifica, facendogli dimenticare che lo stato è composto dalla gente che si trovano di fronte e non è un entità astratta incarnata dai colletti bianchi che gli impartiscono ordini, prendendo inoltre coscienza del fatto che coloro che si trovano di fronte potrebbero essere i loro padri, madri, e di fatti sono loro concittadini e pertanto fratelli e prima di levare contro di loro la mano dovrebbero invece pensare se i 7 euro l'ora che gli danno giustificano la perdità della loro dignità umana macchiandola di quelli che sono a tutti gli effetti crimini ben peggiori di quelli che vengono mandati a reprimere, sempre se tali possono essere considerati e se in realtà le loro vite non sono più simili a quelle delle persone che manganellano per le strade invece che a quelle di quei signori che li comandano, dissociandosi quindi dall'essere lo strumento della guerra tra poveri che vengono spinti a mettere in atto.
.Comments
pc 2 marzo - ancora no tav .. da genova
DOVERE DI DISOBBEDIENZA
Giovedì primo marzo, ore 20:00, stazione di Genova Brignole: un nutrito gruppo di attivisti NO TAV occupa i binari uno e due dello scalo genovese, in solidarietà con i resistenti della Val di Susa, e bloccano la circolazione ferroviaria per circa mezz'ora.
Poco più di un'ora dopo va in onda la trasmissione Servizio pubblico, condotta da Michele Santoro; tra gli ospiti della serata vi sono: l'economista Irene Tenagli - che rappresenta l'estrema destra filogovernativa - il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ed il segretario nazionale del partito sedicente democratico, Fra' Pierluigi da Bettola.
Il tema della serata sono le infrastrutture, con particolare riguardo al TAV Torino-Lyon e le battaglie di questi giorni: in collegamento da Bussoleno c'è Sandro Ruotolo che dà voce al movimento, facendo intervenire, tra gli altri, Marco (l'attivista la cui faccia ha fatto il giro del mondo mentre dialoga con un carabiniere definendolo "pecorella"), lo storico leader Alberto Perino - al quale le 'forze dell'ordine' hanno spaccato un gomito - e la primo cittadino di San Didero, Loredana Bellone, una sindaco da sempre in prima linea nella resistenza valligiana.
Ancora una volta è una serata all'insegna del vero servizio pubblico: per la prima volta i valsusini hanno l'occasione di esporre le proprie ragioni, vengono mandati in onda diversi filmati che dimostrano inequivocabilmente chi sono i veri violenti, ed il 'sermone' (non me ne voglia) di Marco Travaglio è solo la ciliegina sulla torta.
In teatro, nel frattempo, il politicante piacentino Bersani appare di minuto in minuto sempre più nervoso - cosa ben visibile grazie ad un tic al labbro superiore - e, non essendo in grado di replicare in alcun modo alle 'bastonate' che gli arrivano da tutte le parti, ripete ossessivamente il concetto che si tratta di "una questione di democrazia".
Il segretario del PD- principale sostenitore del governo Monti e sostenitore acceso della TAV confonde il volere della democrazia con quello del partito sedicente democratico: al primo possiamo in linea teorica anche inchinarci, al secondo abbiamo il diritto ed il dovere di disobbedire.
Genova, 02 marzo 2012
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
Giovedì primo marzo, ore 20:00, stazione di Genova Brignole: un nutrito gruppo di attivisti NO TAV occupa i binari uno e due dello scalo genovese, in solidarietà con i resistenti della Val di Susa, e bloccano la circolazione ferroviaria per circa mezz'ora.
Poco più di un'ora dopo va in onda la trasmissione Servizio pubblico, condotta da Michele Santoro; tra gli ospiti della serata vi sono: l'economista Irene Tenagli - che rappresenta l'estrema destra filogovernativa - il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ed il segretario nazionale del partito sedicente democratico, Fra' Pierluigi da Bettola.
Il tema della serata sono le infrastrutture, con particolare riguardo al TAV Torino-Lyon e le battaglie di questi giorni: in collegamento da Bussoleno c'è Sandro Ruotolo che dà voce al movimento, facendo intervenire, tra gli altri, Marco (l'attivista la cui faccia ha fatto il giro del mondo mentre dialoga con un carabiniere definendolo "pecorella"), lo storico leader Alberto Perino - al quale le 'forze dell'ordine' hanno spaccato un gomito - e la primo cittadino di San Didero, Loredana Bellone, una sindaco da sempre in prima linea nella resistenza valligiana.
Ancora una volta è una serata all'insegna del vero servizio pubblico: per la prima volta i valsusini hanno l'occasione di esporre le proprie ragioni, vengono mandati in onda diversi filmati che dimostrano inequivocabilmente chi sono i veri violenti, ed il 'sermone' (non me ne voglia) di Marco Travaglio è solo la ciliegina sulla torta.
In teatro, nel frattempo, il politicante piacentino Bersani appare di minuto in minuto sempre più nervoso - cosa ben visibile grazie ad un tic al labbro superiore - e, non essendo in grado di replicare in alcun modo alle 'bastonate' che gli arrivano da tutte le parti, ripete ossessivamente il concetto che si tratta di "una questione di democrazia".
Il segretario del PD- principale sostenitore del governo Monti e sostenitore acceso della TAV confonde il volere della democrazia con quello del partito sedicente democratico: al primo possiamo in linea teorica anche inchinarci, al secondo abbiamo il diritto ed il dovere di disobbedire.
Genova, 02 marzo 2012
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
pc 2 marzo - a bari in piazzi i migranti .... NOTAV
Sei in:Repubblica Bari / Cronaca / I No Tav manifestano alla stazione …StampaMailCondividi
FacebookOKNOtizieTechnoratiTwitter LA PROTESTAI No Tav manifestano alla stazione
"Con noi anche i migranti"Anche a Bari l'iniziativa indetta in molte città italiane per solidarietà con i movimenti della Val di Susa. Nel pomeriggio anche il corteo dei migranti nell'ambito dello sciopero degli immigrati
Una doppia manifestazione nel centro di Bari, dove il presidio dei migranti che oggi scendono in piazza per rivendicare diritti e dignità si sposa con quello organizzato dai sostenitori dei No tav, che dopo gli scontri con le Forze dell'ordine durante lo sgombero del presidio allo svincolo di Chianocco sull'autostrada A32 Torino-Bardonecchia, hanno chiamato a raccolta i militanti in tutta Italia per una grande mobilitazione che scatterà alle 18 in contemporanea con quella prevista in Val Susa. Lo slogan: "Blocchiamo tutto!". Grande spiegamento di forze dell'ordine davanti alla stazione di Bari, con la polizia a vegliare sullo svolgimento della manifestazione. Come sempre è il web (siti e social network) a fare da collante e a informare i sostenitori dell'elenco di iniziative che con il passare delle ore si moltiplicano lungo tutta la penisola: per ora, oltre alla stazione di Bari, sono previsti presidi in una quarantina di città da Milano a Catania, passando anche per Lecce, Napoli, Roma, Campobasso, Ferrara, Firenze Brescia, Bergamo, Savona, fino a Trento e Trieste e tante altre. Mentre in Val di Susa l'appuntamento è a Vernetto, località tra Bussoleno e Chianocco.
GUARDA LE IMMAGINI DEL CORTEO
"Insieme alle rivendicazioni dei migranti che oggi scendono in piazza - si legge nella nota che i manifestanti hanno diffuso alla stampa - è necessario unirsi al percorso di generalizzazione delle mobilitazioni diffuse in tutta Italia, dalla ValSusa allo sciopero del 9 marzo, indetto dai metalmeccanici della Fiom per opporsi alla Tav e alla politica del governo Monti relativa alla “riforma” del mercato del lavoro e non solo. La repressione contro il movimento No Tav è ormai parte integrante della strategia di questo governo. E’ evidente che lo 'stato di eccezione' in cui più volte viene inquadrato l’agire del governo Monti comprende in primis l’esercizio senza limiti della repressione dei movimenti e in particolare di un movimento, come quello della No Tav, che sta opponendo una resistenza efficace al progetto di distruzione del proprio territorio e che, soprattutto, gode di un consenso ampio non solo in Val di Susa ma in tutta Italia, come dimostrano i presidi che sono stati fatti ieri in moltissime città. la repressione che si sta attuando in Val di Susa fa parte di una strategia ben precisa di un governo che non tollera nessuna forma di dissenso ed è un chiaro avvertimento per tutti i movimenti e le lotte che hanno nella No Tav un punto di riferimento. Siamo tutti No tav", concludono i manifestanti.
FacebookOKNOtizieTechnoratiTwitter LA PROTESTAI No Tav manifestano alla stazione
"Con noi anche i migranti"Anche a Bari l'iniziativa indetta in molte città italiane per solidarietà con i movimenti della Val di Susa. Nel pomeriggio anche il corteo dei migranti nell'ambito dello sciopero degli immigrati
Una doppia manifestazione nel centro di Bari, dove il presidio dei migranti che oggi scendono in piazza per rivendicare diritti e dignità si sposa con quello organizzato dai sostenitori dei No tav, che dopo gli scontri con le Forze dell'ordine durante lo sgombero del presidio allo svincolo di Chianocco sull'autostrada A32 Torino-Bardonecchia, hanno chiamato a raccolta i militanti in tutta Italia per una grande mobilitazione che scatterà alle 18 in contemporanea con quella prevista in Val Susa. Lo slogan: "Blocchiamo tutto!". Grande spiegamento di forze dell'ordine davanti alla stazione di Bari, con la polizia a vegliare sullo svolgimento della manifestazione. Come sempre è il web (siti e social network) a fare da collante e a informare i sostenitori dell'elenco di iniziative che con il passare delle ore si moltiplicano lungo tutta la penisola: per ora, oltre alla stazione di Bari, sono previsti presidi in una quarantina di città da Milano a Catania, passando anche per Lecce, Napoli, Roma, Campobasso, Ferrara, Firenze Brescia, Bergamo, Savona, fino a Trento e Trieste e tante altre. Mentre in Val di Susa l'appuntamento è a Vernetto, località tra Bussoleno e Chianocco.
GUARDA LE IMMAGINI DEL CORTEO
"Insieme alle rivendicazioni dei migranti che oggi scendono in piazza - si legge nella nota che i manifestanti hanno diffuso alla stampa - è necessario unirsi al percorso di generalizzazione delle mobilitazioni diffuse in tutta Italia, dalla ValSusa allo sciopero del 9 marzo, indetto dai metalmeccanici della Fiom per opporsi alla Tav e alla politica del governo Monti relativa alla “riforma” del mercato del lavoro e non solo. La repressione contro il movimento No Tav è ormai parte integrante della strategia di questo governo. E’ evidente che lo 'stato di eccezione' in cui più volte viene inquadrato l’agire del governo Monti comprende in primis l’esercizio senza limiti della repressione dei movimenti e in particolare di un movimento, come quello della No Tav, che sta opponendo una resistenza efficace al progetto di distruzione del proprio territorio e che, soprattutto, gode di un consenso ampio non solo in Val di Susa ma in tutta Italia, come dimostrano i presidi che sono stati fatti ieri in moltissime città. la repressione che si sta attuando in Val di Susa fa parte di una strategia ben precisa di un governo che non tollera nessuna forma di dissenso ed è un chiaro avvertimento per tutti i movimenti e le lotte che hanno nella No Tav un punto di riferimento. Siamo tutti No tav", concludono i manifestanti.
pc 2 marzo - Non solo Tav... a Taranto un'altra devastazione ambientale provocata da Ilva di padron Riva
AMBIENTE
"Più tumori, infarti e decessi così l'Ilva avvelena Taranto"
una drammatica perizia
I risultati della perizia epidemiologica depositata dai tecnici nel processo ai vertici delle acciaierie: 174 morti in sette anni, oltre a malformazioni e malattie respiratorie. Vanno a sommarsi a quelli ottenuti dai chimici sulla pericolosità delle sostanze sprigionate dallo stabilimento per la salute di lavoratori e cittadini.
A Taranto, per colpa dell'inquinamento, ci si ammala più di tumore di quanto su dovrebbe. Salgono il numero di malattie cardiovascolari per via del benzoapirene, prodotto quasi esclusivamente dall'Ilva. E sono segnalate anche anomalie nei tumori che colpiscono i bambini. Questi i risultati della perizia epidemiologica depositata dai tecnici esperti nominati dal gip di Taranto, Patrizia Todisco, davanti alla quale si è svolto l´incidente probatorio nell´inchiesta per disastro ambientale ai cinque vertici Ilva.
gravi le conclusioni della perizia
L'indagine, affidata a tre specialisti, ha accertato l'esistenza di una possibile connessione tra le malattie, le morti causate da tumori e l'inquinamento prodotto dalle emissioni dagli impianti industriali dell'Ilva, e sarà discussa in camera di consiglio nell'udienza del 30 marzo. E' la seconda parte della maxi-indagine: la prima, svolta dai chimici, ha già accertato la pericolosità delle sostanze inquinanti per la salute di lavoratori e cittadini di Taranto.
"L'esposizione continuata agli inquinanti dell'atmosfera emessi dall'impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di apparati diversi dell'organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte". E' quanto sostengono i periti Annibale Biggeri, docente ordinario all'università di Firenze e direttore del centro per lo studio e la prevenzione oncologica, Maria Triassi, direttore di struttura complessa dell'area funzionale di igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro ed epidemiologia applicata dell'azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli, e Francesco Forastiere, direttore del dipartimento di Epidemiologia dell'Asl di Roma. I periti sono stati incaricati dal gip Todisco nell'ambito dell'incidente probatorio sull'llva chiesto dal procuratore capo Franco Sebastio, dall'aggiunto Pietro Argentino e dal sostituto Mariano Buccoliero. "Nei sette anni considerati, per Taranto nel suo complesso, si stimano 83 decessi attribuibili ai superamenti del limite Oms di 20 microgrammi al metro cubo per la concentrazione annuale media di Pm10. Nei sette anni considerati per i quartieri Borgo e Tamburi - rilevano ancora i periti - si stimano 91 decessi attribuibili ai superamenti Oms di 20 microgrammi al metro cubo per la concentrazione annuale media di PM10". E ancora nei sette anni considerati per Taranto "si stimano - sempre secondo la perizia - 193 ricoveri per malattie cardiache attribuibili ai superamenti del limite Oms di 20 microgrammi al metro cubo per la media annuale delle concentrazioni di Pm10 e 455 ricoveri per malattie respiratorie".
"L'analisi per i quartieri Borgo e Tamburi, che sono particolarmente interessati al fenomeno dell'inquinamento dell'aria e dalle emissioni degli impianti industriali - rilevano sempre i periti incaricati dal gip - mostra che, nonostante la ridotta numerosità, una forte associazione tra inquinamento dell'aria ed eventi sanitari è osservabile e documentabile solo per questa popolazione", invece "le stime per la città di Taranto nel suo complesso sono in generale attenuate".
"Dobbiamo usare il massimo rispetto e la massima delicatezza nel parlare di dati che parlano di salute, cioè di un tema che riguarda prevalentemente storie personali" - ha commentato Adolfo Buffo, responsabile Sicurezza e ambiente dell'Ilva di Taranto a proposito della perizia. "La stessa perizia - ha insistito il responsabile sicurezza e ambiente dell'Ilva - fa riferimento a numeri, stime, statistiche e su queste siamo tutti chiamati a confrontarci parlando anche con un linguaggio tecnico, magari incomprensibile ai più, di incertezze e livelli di probabilità. E, drammaticamente, queste probabilità possono portare a conclusioni molto diverse tra loro e di questo si deve tenere conto prima di emettere facili giudizi". "Ci sono poi - ha proseguito Buffo - alcuni elementi che possiamo da subito evidenziare. Ad esempio non è emerso un eccesso di mortalità per tumori per le persone che hanno lavorato nello stabilimento che, però, sono stati i più esposti. Non sono stati considerati i fattori di rischio individuali. Ma, soprattutto, sono gli stessi periti che ci dicono che si dovrebbe tenere conto, per una corretta interpretazione dei dati, della riduzione negli anni dei livelli emissivi. Quindi fotografare il passato è diverso che fotograre il presente".
Nel procedimento contro l'Ilva risultano indagati Emilio Riva, il patron delle acciaierie, suo figlio Nicola, il direttore dello stabilimento Luigi Caporosso e Angelo Cavallo, responsabile dell'area agglomerato. A loro carico sono ipotizzate le contestazioni di disastro colposoe doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di cose pericolose e inquinamento atmosferico. Dopo i risultati dalla prima perizia chimica che accertavano la pericolosità della sostanze emesse dalla stabilimento per la salute dei lavoratori e dei cittadini, l'analisi epidemiologica rischia di aggravare ancord di più la loro posizione. Da quel responso, inoltre, dipende anche la possibilità di clamorosi provvedimenti, come il sequestro delle acciaierie, che metterebbe a repentaglio la sopravvivenza della fabbrica.
Nel frattempo, non è scesa l'attenzione sull'incidente di martedì. Valori "sensibilmente più alti" di Ipa (gli idrocarburi policiclici aromatici) sono stati rilevati quel giorno al quartiere Tamburi di Taranto, dopo l´incendio che ha riguardato il tubificio Erw dello stabilimento (FOTO). Lo scrive l'Arpa nella relazione inviata a ministero dell'Ambiente, prefetto di Taranto, Regione, sindaco e presidente della Provincia. Il rogo è stato causato da un trasformatore a raffreddamento a olio minerale appena installato, che ha preso fuoco, liberando una nube nera di 10 metri. "A causa dell'assenza di un sistema di raccolta e trattamento delle acque meteoriche - si legge - i liquidi di spegnimento" sono confluiti nella griglia collegata alla fogna, "come accaduto in occasione di altri incidenti". Secondo il direttore Giorgio Assennato, "emerge ancora la necessità che l'azienda si doti di un impianto di trattamento delle acque meteoriche".
(01 marzo 2012)
"Più tumori, infarti e decessi così l'Ilva avvelena Taranto"
una drammatica perizia
I risultati della perizia epidemiologica depositata dai tecnici nel processo ai vertici delle acciaierie: 174 morti in sette anni, oltre a malformazioni e malattie respiratorie. Vanno a sommarsi a quelli ottenuti dai chimici sulla pericolosità delle sostanze sprigionate dallo stabilimento per la salute di lavoratori e cittadini.
A Taranto, per colpa dell'inquinamento, ci si ammala più di tumore di quanto su dovrebbe. Salgono il numero di malattie cardiovascolari per via del benzoapirene, prodotto quasi esclusivamente dall'Ilva. E sono segnalate anche anomalie nei tumori che colpiscono i bambini. Questi i risultati della perizia epidemiologica depositata dai tecnici esperti nominati dal gip di Taranto, Patrizia Todisco, davanti alla quale si è svolto l´incidente probatorio nell´inchiesta per disastro ambientale ai cinque vertici Ilva.
gravi le conclusioni della perizia
L'indagine, affidata a tre specialisti, ha accertato l'esistenza di una possibile connessione tra le malattie, le morti causate da tumori e l'inquinamento prodotto dalle emissioni dagli impianti industriali dell'Ilva, e sarà discussa in camera di consiglio nell'udienza del 30 marzo. E' la seconda parte della maxi-indagine: la prima, svolta dai chimici, ha già accertato la pericolosità delle sostanze inquinanti per la salute di lavoratori e cittadini di Taranto.
"L'esposizione continuata agli inquinanti dell'atmosfera emessi dall'impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di apparati diversi dell'organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte". E' quanto sostengono i periti Annibale Biggeri, docente ordinario all'università di Firenze e direttore del centro per lo studio e la prevenzione oncologica, Maria Triassi, direttore di struttura complessa dell'area funzionale di igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro ed epidemiologia applicata dell'azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli, e Francesco Forastiere, direttore del dipartimento di Epidemiologia dell'Asl di Roma. I periti sono stati incaricati dal gip Todisco nell'ambito dell'incidente probatorio sull'llva chiesto dal procuratore capo Franco Sebastio, dall'aggiunto Pietro Argentino e dal sostituto Mariano Buccoliero. "Nei sette anni considerati, per Taranto nel suo complesso, si stimano 83 decessi attribuibili ai superamenti del limite Oms di 20 microgrammi al metro cubo per la concentrazione annuale media di Pm10. Nei sette anni considerati per i quartieri Borgo e Tamburi - rilevano ancora i periti - si stimano 91 decessi attribuibili ai superamenti Oms di 20 microgrammi al metro cubo per la concentrazione annuale media di PM10". E ancora nei sette anni considerati per Taranto "si stimano - sempre secondo la perizia - 193 ricoveri per malattie cardiache attribuibili ai superamenti del limite Oms di 20 microgrammi al metro cubo per la media annuale delle concentrazioni di Pm10 e 455 ricoveri per malattie respiratorie".
"L'analisi per i quartieri Borgo e Tamburi, che sono particolarmente interessati al fenomeno dell'inquinamento dell'aria e dalle emissioni degli impianti industriali - rilevano sempre i periti incaricati dal gip - mostra che, nonostante la ridotta numerosità, una forte associazione tra inquinamento dell'aria ed eventi sanitari è osservabile e documentabile solo per questa popolazione", invece "le stime per la città di Taranto nel suo complesso sono in generale attenuate".
"Dobbiamo usare il massimo rispetto e la massima delicatezza nel parlare di dati che parlano di salute, cioè di un tema che riguarda prevalentemente storie personali" - ha commentato Adolfo Buffo, responsabile Sicurezza e ambiente dell'Ilva di Taranto a proposito della perizia. "La stessa perizia - ha insistito il responsabile sicurezza e ambiente dell'Ilva - fa riferimento a numeri, stime, statistiche e su queste siamo tutti chiamati a confrontarci parlando anche con un linguaggio tecnico, magari incomprensibile ai più, di incertezze e livelli di probabilità. E, drammaticamente, queste probabilità possono portare a conclusioni molto diverse tra loro e di questo si deve tenere conto prima di emettere facili giudizi". "Ci sono poi - ha proseguito Buffo - alcuni elementi che possiamo da subito evidenziare. Ad esempio non è emerso un eccesso di mortalità per tumori per le persone che hanno lavorato nello stabilimento che, però, sono stati i più esposti. Non sono stati considerati i fattori di rischio individuali. Ma, soprattutto, sono gli stessi periti che ci dicono che si dovrebbe tenere conto, per una corretta interpretazione dei dati, della riduzione negli anni dei livelli emissivi. Quindi fotografare il passato è diverso che fotograre il presente".
Nel procedimento contro l'Ilva risultano indagati Emilio Riva, il patron delle acciaierie, suo figlio Nicola, il direttore dello stabilimento Luigi Caporosso e Angelo Cavallo, responsabile dell'area agglomerato. A loro carico sono ipotizzate le contestazioni di disastro colposoe doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di cose pericolose e inquinamento atmosferico. Dopo i risultati dalla prima perizia chimica che accertavano la pericolosità della sostanze emesse dalla stabilimento per la salute dei lavoratori e dei cittadini, l'analisi epidemiologica rischia di aggravare ancord di più la loro posizione. Da quel responso, inoltre, dipende anche la possibilità di clamorosi provvedimenti, come il sequestro delle acciaierie, che metterebbe a repentaglio la sopravvivenza della fabbrica.
Nel frattempo, non è scesa l'attenzione sull'incidente di martedì. Valori "sensibilmente più alti" di Ipa (gli idrocarburi policiclici aromatici) sono stati rilevati quel giorno al quartiere Tamburi di Taranto, dopo l´incendio che ha riguardato il tubificio Erw dello stabilimento (FOTO). Lo scrive l'Arpa nella relazione inviata a ministero dell'Ambiente, prefetto di Taranto, Regione, sindaco e presidente della Provincia. Il rogo è stato causato da un trasformatore a raffreddamento a olio minerale appena installato, che ha preso fuoco, liberando una nube nera di 10 metri. "A causa dell'assenza di un sistema di raccolta e trattamento delle acque meteoriche - si legge - i liquidi di spegnimento" sono confluiti nella griglia collegata alla fogna, "come accaduto in occasione di altri incidenti". Secondo il direttore Giorgio Assennato, "emerge ancora la necessità che l'azienda si doti di un impianto di trattamento delle acque meteoriche".
(01 marzo 2012)
pc 2 marzo - la lotta no tav in tribunale - chiudete il cantiere .. è illegale
Si combatte anche nelle aule giudiziarie la battaglia contro l’Alta Velocità. Stamattina è stato discusso, di fronte il tribunale amministrativo di Torino, il ricorso presentato dall’avvocato Vincenzo Enriches a nome della Comunità montana Valle Susa e Val Sangone e di alcuni residenti. Il legale ha chiesto al Tar di conoscere i progetti dell’opera, ribadendo che al momento «non risulta l’esistenza di alcun progetto esecutivo, né, tanto meno, ancor prima, nessun affidamento dei lavori di cantiere alla impresa realizzatrice dell’opera, di cui non si conosce neppure l’identità». E spiega l’avvocato: «Il fatto che non ci sia un progetto esecutivo significa che non c’è un cantiere. E gli avvocati di Ltf lo hanno confermato in aula. È tutto verbalizzato. Il progetto esecutivo non c’è, per tanto ho chiesto di produrre tutti gli atti e i documenti che autorizzano gli eventuali lavori preliminari già in corso, posto che anch’essi dovrebbero essere previsti da un progetto».
LTf si è presentata al Tar con un pool di legali di primo piano, determinati a dare battaglia. Si tratta degli avvocati: Piero D’Amelio, Riccardo Ludogoroff, Vilma Aliberti, Mario Sandretto. «Il cantiere non esiste - afferma l’avvocato D’Amelio - O meglio, in realtà esiste un cantiere nel senso della delimitazione territoriale. Non esiste un cantiere attrezzato e operativo». E aggiunge: «Il progetto esecutivo non c’è perché non può ancora esistere, fino a quando non saranno disponibili gli studi geologici. E per farli servono le prospezioni sulle aree, necessarie per sapere come è fatta la roccia. Di questo passo, però, rischiamo di pagare ingenti danni ai francesi per i nostri ritardi». L’udienza del Tar è stata rinviata al 28 giugno.
LTf si è presentata al Tar con un pool di legali di primo piano, determinati a dare battaglia. Si tratta degli avvocati: Piero D’Amelio, Riccardo Ludogoroff, Vilma Aliberti, Mario Sandretto. «Il cantiere non esiste - afferma l’avvocato D’Amelio - O meglio, in realtà esiste un cantiere nel senso della delimitazione territoriale. Non esiste un cantiere attrezzato e operativo». E aggiunge: «Il progetto esecutivo non c’è perché non può ancora esistere, fino a quando non saranno disponibili gli studi geologici. E per farli servono le prospezioni sulle aree, necessarie per sapere come è fatta la roccia. Di questo passo, però, rischiamo di pagare ingenti danni ai francesi per i nostri ritardi». L’udienza del Tar è stata rinviata al 28 giugno.
pc 2 marzo - e torniamo alla cronaca della giornata infinita
LA CRONACANotte di blocchi ad auto e treni
"Sciopero generale in Valle"Ripartono i blocchi con l'assemblea di Bussoleno dalla quale viene rilanciata la proposta di uno sciopero generali in Valle. Presìdi in tangenziale, sulla A32 e a Porta Nuova
E' una lunga notte di protesta No Tav. Dopo blocchi sulla tangenziale a Rivoli, blocchi davanti alla sede Rai e per il centro della città fino a Porta Nuova, qualche centinaio di manifestanti, conclusa l'assemblea a Bussoleno, è riuscito nuovamente a insediarsi sull'autostrada Torino-Bardonecchia all’altezza della galleria “Prapontin”. In entrambe le direzioni è stato interrotto il passaggio di auto e camion.
Secondo la Questura si tratta di settecento manifestanti. Un piccolo gruppo è arrivato in auto sul posto e ha "inaugurato" il blocco. Gli altri sono arrivati in corteo poco dopo e, scavalcando il guard rail, hanno occupato la carreggiata. Una volta conquistata la postazione hanno iniziato a "fabbricare" sbarramenti e barricate utilizzando tronchi, cartelli stradali, pezzi di cemento. Anche gli idranti dell'antincendio sono stati manomessi. Il blocco è avvenuto vicino alla galleria più' lunga (oltre 4 km) della A-32 qualche chilometro più a monte rispetto all'occupazione terminata ieri sera con lo sgombero. Dal tunnel sono usciti tutti i Tir prima fermi. Alcuni automobilisti sono tornati verso Susa in contromano.e in Valle di Susa per bloccare ogni attività. Due cortei si sono diretti a bloccare strada statale e autostrada Torino-Bardonecchia mentre a Torino si sono organizzati blocchi in tangenziale a Rivoli e alla stazione
di Porta Nuova. Gli hacker di Anonymous violano i siti di Regione, Comune e Provincia di Torino.
Intanto a Torino un altro gruppo di No Tav ha bloccato per una mezz'ora i treni in partenza dalla stazione di Porta Nuova, che hanno lasciato per dirigersi attraverso altre strade del centro. In nessuno dei presìdi le forze dell'ordine sono intervenute. "Bisogna resistere, li dobbiamo far impazzire tutti - ha detto all'assemblea No Tav il leader Alberto Perino con il braccio ingessato dopo gli scontri di mercoledì - in questo momento ci sono blocchi in 70 città italiane". "La Cancellieri - ha aggiunto - ha detto 'Tutti a casa, la Tav si fa e questa è la trattativa'. Noi le compensazioni le abbiamo rifiutate già 20 anni fa, forse lei questo non lo sa".
A conclusione, dell'assemblea alla quale hanno partecipato più di cinquecento attivisti, si è rilanciata la proposta di uno sciopero generale in Valle, che blocchi ogni attività, da organizzare per la prossima settimana in accordo con i sindacati locali. In tutti gli interventidell'assemblea di Bussoleno è stata ribadito l'invito alla mobilitazione continua. "Ieri - ha detto Lele Rizzo del centro sociale Askatasuna di Torino - ci hanno spiegato che non ce n'è, provano a spaventarci. Ma noi abbiamo grosse chances: siamo forti, fortissimi. E a Cota (governatore del Piemonte, ndr) che vuol sapere chi si sostiene economicamente, rispondo che a noi non ci paga nessuno E l'obiettivo vero è di fare nascere tante Val di Susa".
Anche gli hacker Anonymous hanno lavorato in serata per sostenere la battaglia No Tav oscurando i siti istituzionali locali. Dopo aver bloccato nei giorni scorsi i siti di carabinieri e polizia, oggi gli hacker hanno reso impossibile collegarsi ai siti di Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino. L'azione è stata rilanciata da militanti No Tav e sostenitori su twitter e altri social network.
23.20 - Blocchi in smantellamento sull'A32
I blocchi sull’A32 Torino-Bardonecchia non proseguiranno nella nottata. È quanto deciso in un’assemblea improvvisata sull’autostrada stessa dagli attivisti che l’avevano occupata. Il blocco di Venaus è già stato sciolto. A Bussoleno alcuni manifestanti hanno già cominciato a incamminarsi verso la piazza del mercato, luogo di partenza. Il tutto si è svolto senza incidenti e con la partecipazione di qualche camionista, che si è prestato a sostenere la lotta dei valsusini anche muovendo il mezzo di traverso. Sono attese nuove azioni, anche lampo, nelle giornate che seguiranno se i lavori al cantiere della Maddalena non saranno sospesi, come chiesto anche dalla Comunità montana Valli Susa e Val Sangone.
22.20 - Bloccata la galleria di Giaglione
I manifestanti No Tav hanno bloccato anche la galleria di Giaglione sull'autostrada A 32 in Val Susa.
21.51 - Ancora blocchi e un caterpillar a Chianocco
I manifestanti sono riusciti a far arrivare in autostrada un "bobcat", un piccolo caterpillar che probabilmente intendono usare per rimuovere qualche barriera. Hanno tagliato alcune manichette dell'acqua e qualche rete. Poi hanno acesso un fuoco all'interno della galleria.
21.17 Concluso il blocco alla stazione di Torino
Si è concluso dopo meno di un’ora, a Torino, il blocco dei binari alla stazione ferroviaria di Porta Nuova. Fra i dimostranti è scoppiata una discussione perchè qualcuno ha tracciato con lo spray lo slogan "No Tav" sulla fiancata del Frecciarossa che, fermo al binario 17, attendeva di partire per il deposito. Oltre a chi si è detto contrario all’atto vandalico, c’è stato chi ha protestato perchè la scritta era accompagnata da una stella a cinque punte che ricordava il simbolo delle Brigate Rosse.
Due militanti si sono messi a cancellare il logo e ci sono riusciti con l’aiuto di due inservienti della stazione; lo slogan "No Tav", comunque, non è stato toccato
la protesta dilaga da Trieste a Bologna, da Paola a Genova, da Bergamo a Roma, da Napoli a Milano. Manifestanti e simpatizzanti No Tav bloccano treni e stazioni (a Torino, Genova, Ancona e Paola), occupano strade (a Trieste e Torino) e tangenziali (a Torino e Bologna), invadono uffici e sedi di partito (quella del Pd a Roma), fanno decine di presidi, assemblee e cortei. Le bandiere con il ''treno crociato'', simbolo della lotta No Tav, fra tensioni e blocchi, spuntano in tutta la penisola
pc 2 marzo - dai paesi baschi .. la lotta NO TAV non ha frontiere
Inviamo di seguito il Comunicato dell'Organizzazione Internazionalista Basca Askapena sui fatti di Chiomonte; e a seguire il comunicato di indizione di un presidio solidale a Donostia, Paese Basco, questo sabato 3 marzo.
-----
Nè TAV nè repressione ! Rispettate la volontà popolare !
Davanti alle gravissime conseguenze dell’operazione poliziesca di Lunedì scorso alla Maddalena di Chiomonte in Val Susa, e alla repressione che negli ultimi messi si è inasprita mei confronti del movimento popolare e massiccio che si oppone al treno ad alta velocità in Val Susa, Askapena, movimento internazionalista basco, vuole riconoscere e appoggiare il lavoro militante svolto dalle persone arrestate e, in maniera speciale, esprimere la sua solidarietà nei confronti del compagno Luca Abbà gravemente ferito durante l’operazione di recinzione dei lavori della TAV.
Il Treno ad Alta Velocità è l’esempio più chiaro del vero volto degli stati europei: Stati che stornano milioni di euro publici nelle mani dei grossi imprenditori dell’ingegneria civile, per finanziare un macroproggetto di nullo interese sociale e discutibile fattibilità economica che, in più, si dimostra fallimentare per riattivare l’economia. Tutto ciò mentre vengono tagliati i fondi dei settori pubblici che, oltre a generare lavoro, offrono servizi alla società. Questo progetto dimostra la sottomissione dei poteri publici agli interessi dei poteri economici.
Tutto ciò si fa con l’opposizione frontale di ampi settori della società e, in maniera speciale, delle popolazioni che abitano nei territori coinvolti dai lavori. Questo dimostra il carattere assolutamente antidemocratico delle misure e decisioni prese.
Si mantiene un silenzio totale sull’impatto, necessità e costo dell’opera, dimostrando il coinvolgimento e la complicità dei grandi gruppi mediatici, controllati in gran parte anche dagli stessi imprenditori. Si nega, in questo modo, il diritto che la popolazione ha di sapere quali saranno le conseguenze di un lavoro con queste caratteristiche.
Il progetto condanna popolazioni e territori rurali e di città minori a dovere subire le conseguenze dei grandi lavori di infrastruttura, senza che ne vedano alcuna conseguenza positiva. Solo cemento e distruzione del territorio, e deviazione di fondi publici verso il privato.
Criminalizza il movimento contro la TAV, che negli ultimi anni è riuscito a coinvolgere ampi settori sociali che sono stati capaci di valutare le gravi conseguenze che un’opera del genere può avere nel loro territorio e nell’economia pubblica.
Infine reprime gli esponenti del movimento contro la TAV, fisicamente, con arresti, multe, denuncie gravissime, applicazione di pene massime...
Euskal Herria e la Val Susa sono uniti da anni nella lotta contro questo assurdo e distruttivo proggetto, e hanno dovuto subire repressione e criminalizzazione da parte degli stati coinvolti in queste grandi opere.
Noi continueremo in avanti, rivendicando la ragione dell’interesse publico, dell’interesse ambientale, dell’interesse della popolazione, davanti agli interessi del capitale rappresentati dal treno ad Alta Velocità che distrugge il territorio, svuota i fondi pubblici e non risolve nessuno dei problemi di comunicazione che oggi ci sono in Europa.
È ora che l’Unione Europea e gli stati coinvolti fermino i lavori e sentano la voce di una gran parte della società che dice, sempre in maniera più forte: NO TAV!
Askapena
28 febbraio 2012
www.askapena.org
-----
DONOSTIA – Presidio solidale con la lotta NO TAV e con Luca
Sabato 3 marzo Presidio solidale NO TAV, ore 11 di fronte alla stazione di Renfe a Donostia, Paseo de Francia 22
Il popolo NO TAV sta lottando da più di 20 anni contro la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Una resistenza, nata in una piccola valle alpina, che è diventata un simbolo di forza e determinazione contro i perversi poteri del mercato.
Sabotaggi, azioni dirette, assemblee popolari e controllo diretto del territorio sono alcune delle strategie di resistenza del movimento, che è riuscito a restare unito nonostante tutti i tentativi di separazione e criminalizzazione che il sistema ha provato ad imbastire nei suoi confronti.
Le donne e gli uomini NO TAV hanno risposto ogni volta con più forza a tutti gli attacchi che lo Stato italiano ha effettuato per appropriarsi della loro terra, senza retrocedere di un solo passo dopo lo sgombero del campeggio resistente, noto come “Libera Repubblica della Maddalena”, o dopo l’ondata repressiva che ha sbattuto 25 compagni e compagne in carcere per aver cercato di frenare la costruzione di un’opera inutile e dannosa che obbedisce solo alla logia del profitto economico.
Il compagno Luca Abbá della Val Susa è gravemente ferito dopo esser caduto da un traliccio. Mentre un poliziotto cercava di farlo scendere con la forza, Luca ha ricevuto una scarica elettrica. Il suo stato di salute è grave per la scarica e la caduta, da circa 10 metri di altezza, e per il ritardo di oltre mezz’ora dei primi soccorsi. Il tutto è avvenuto all’interno delle proteste contro nuovi espropri in valle, nella mattinata del 27 febbraio.
LA LOTTA NO TAV NON HA FRONTIERE!
http://culmine.noblogs.org/2012/02/29/es-it-donostia-concentracion-solidaria-con-la-lucha-no-tav-y-con-luca/
-----
-----
Nè TAV nè repressione ! Rispettate la volontà popolare !
Davanti alle gravissime conseguenze dell’operazione poliziesca di Lunedì scorso alla Maddalena di Chiomonte in Val Susa, e alla repressione che negli ultimi messi si è inasprita mei confronti del movimento popolare e massiccio che si oppone al treno ad alta velocità in Val Susa, Askapena, movimento internazionalista basco, vuole riconoscere e appoggiare il lavoro militante svolto dalle persone arrestate e, in maniera speciale, esprimere la sua solidarietà nei confronti del compagno Luca Abbà gravemente ferito durante l’operazione di recinzione dei lavori della TAV.
Il Treno ad Alta Velocità è l’esempio più chiaro del vero volto degli stati europei: Stati che stornano milioni di euro publici nelle mani dei grossi imprenditori dell’ingegneria civile, per finanziare un macroproggetto di nullo interese sociale e discutibile fattibilità economica che, in più, si dimostra fallimentare per riattivare l’economia. Tutto ciò mentre vengono tagliati i fondi dei settori pubblici che, oltre a generare lavoro, offrono servizi alla società. Questo progetto dimostra la sottomissione dei poteri publici agli interessi dei poteri economici.
Tutto ciò si fa con l’opposizione frontale di ampi settori della società e, in maniera speciale, delle popolazioni che abitano nei territori coinvolti dai lavori. Questo dimostra il carattere assolutamente antidemocratico delle misure e decisioni prese.
Si mantiene un silenzio totale sull’impatto, necessità e costo dell’opera, dimostrando il coinvolgimento e la complicità dei grandi gruppi mediatici, controllati in gran parte anche dagli stessi imprenditori. Si nega, in questo modo, il diritto che la popolazione ha di sapere quali saranno le conseguenze di un lavoro con queste caratteristiche.
Il progetto condanna popolazioni e territori rurali e di città minori a dovere subire le conseguenze dei grandi lavori di infrastruttura, senza che ne vedano alcuna conseguenza positiva. Solo cemento e distruzione del territorio, e deviazione di fondi publici verso il privato.
Criminalizza il movimento contro la TAV, che negli ultimi anni è riuscito a coinvolgere ampi settori sociali che sono stati capaci di valutare le gravi conseguenze che un’opera del genere può avere nel loro territorio e nell’economia pubblica.
Infine reprime gli esponenti del movimento contro la TAV, fisicamente, con arresti, multe, denuncie gravissime, applicazione di pene massime...
Euskal Herria e la Val Susa sono uniti da anni nella lotta contro questo assurdo e distruttivo proggetto, e hanno dovuto subire repressione e criminalizzazione da parte degli stati coinvolti in queste grandi opere.
Noi continueremo in avanti, rivendicando la ragione dell’interesse publico, dell’interesse ambientale, dell’interesse della popolazione, davanti agli interessi del capitale rappresentati dal treno ad Alta Velocità che distrugge il territorio, svuota i fondi pubblici e non risolve nessuno dei problemi di comunicazione che oggi ci sono in Europa.
È ora che l’Unione Europea e gli stati coinvolti fermino i lavori e sentano la voce di una gran parte della società che dice, sempre in maniera più forte: NO TAV!
Askapena
28 febbraio 2012
www.askapena.org
-----
DONOSTIA – Presidio solidale con la lotta NO TAV e con Luca
Sabato 3 marzo Presidio solidale NO TAV, ore 11 di fronte alla stazione di Renfe a Donostia, Paseo de Francia 22
Il popolo NO TAV sta lottando da più di 20 anni contro la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Una resistenza, nata in una piccola valle alpina, che è diventata un simbolo di forza e determinazione contro i perversi poteri del mercato.
Sabotaggi, azioni dirette, assemblee popolari e controllo diretto del territorio sono alcune delle strategie di resistenza del movimento, che è riuscito a restare unito nonostante tutti i tentativi di separazione e criminalizzazione che il sistema ha provato ad imbastire nei suoi confronti.
Le donne e gli uomini NO TAV hanno risposto ogni volta con più forza a tutti gli attacchi che lo Stato italiano ha effettuato per appropriarsi della loro terra, senza retrocedere di un solo passo dopo lo sgombero del campeggio resistente, noto come “Libera Repubblica della Maddalena”, o dopo l’ondata repressiva che ha sbattuto 25 compagni e compagne in carcere per aver cercato di frenare la costruzione di un’opera inutile e dannosa che obbedisce solo alla logia del profitto economico.
Il compagno Luca Abbá della Val Susa è gravemente ferito dopo esser caduto da un traliccio. Mentre un poliziotto cercava di farlo scendere con la forza, Luca ha ricevuto una scarica elettrica. Il suo stato di salute è grave per la scarica e la caduta, da circa 10 metri di altezza, e per il ritardo di oltre mezz’ora dei primi soccorsi. Il tutto è avvenuto all’interno delle proteste contro nuovi espropri in valle, nella mattinata del 27 febbraio.
LA LOTTA NO TAV NON HA FRONTIERE!
http://culmine.noblogs.org/2012/02/29/es-it-donostia-concentracion-solidaria-con-la-lucha-no-tav-y-con-luca/
-----
pc 2 marzo - siamo tutti no tav -.. da Antimafie, Peacelink puglia, abruzzo
SIAMO TUTT* NO-TAV
PeaceLink Abruzzo e l'Ass. Antimafie Rita Atria esprimono la loro
solidarietà e vicinanza alla lotta del movimento NO-TAV e aderiscono
al presidio di solidarietà che si terrà a Pescara venerdì 2 marzo.
Quanto sta accadendo in questi giorni in Val Susa, dove la lotta
contro la distruzione della Valle è in corso da vent'anni, è l'emblema
della drammatica situazione in cui versa la democrazia in Italia. Un
paese nel quale in questi mesi si sta cercando, nel silenzio dei
grandi media e nella connivenza e partecipazione degli stessi politici
che oggi attaccano il movimento NO-TAV, di calpestare il voto
democraticamente espresso da milioni e milioni di Italiane e Italiani
nel giugno scorso.
Il Movimento No-TAV è tra i movimenti più trasparenti e democratici di
questi anni. Qualsiasi decisione viene presa in assemblee pubbliche e
aperte a tutti, dove ognuno esprime il suo pensiero e si confronta
esponendosi in prima persona. Le azioni portate avanti dal movimento
sono parte integrante della storia e delle pratiche nonviolente da
Gandhi a Martin Luther King, da Danilo Dolci ad Aldo Capitini.
Definire insurrezionalista, violenta, questa storia dimostra quale
democrazia perseguono alcuni: addomesticata alle grandi lobby, dove i
cittadini sono ridotti a puri yes-men di decisioni prese altrove, dove
devono subire soltanto e non hanno alcuna possibilità di incidere nei
processi decisionali. I manganelli, le cariche indiscriminate, i
pestaggi, la militarizzazione, l'avvelenamento quotidiano con gas, il
furto di case e terreni agricoli con la cacciata di chi vi vive, la
distruzione e devastazione di un territorio fanno invece parte delle
più tristi, violente e peggiori pagine della storia d'Italia e
mondiale.
La TAV Torino-Lione è l'emblema delle "cattedrali nel deserto", delle
mega opere inutili che non arrecheranno alcun beneficio reale al
Paese, gonfieranno gli affari di alcune cricche e lasceranno alle
generazioni future soltanto immensi danni ambientali distruggendo
territori interi. I 35 milioni che lo Stato Italiano dovrà spendere
per la costruzione della TAV sono "uno spreco ingiustificato",
documenta e denuncia il prof. Marco Ponti (docente di Economia dei
Trasporti al Politecnico di Milano) che conclude in una recente
intervista definendola "una stupidità fenomenale". E, mentre si
vogliono spendere queste cifre per quest'opera inutile e dannosa, come
già viene sottolineato nell'appello a partecipare al presidio, i
pendolari italiani vengono abbandonati alle difficoltà e alle
avventure di un trasporto ferroviario locale che sempre più viene
sopraffatto dall'inefficienza e dallo scarsissimo ammodernamento di
mezzi e linee. Rilanciamo, a proposito, quanto già documentato e
riportato nel 2005 e 2006
lists.peacelink.it/news/2006/03/msg00041.html
lists.peacelink.it/news/2006/12/msg00023.html
lists.peacelink.it/news/2006/10/msg00045.html
lists.peacelink.it/news/2005/12/msg00069.html
Il movimento NO-TAV viene accusato di violenza. Oggi in Italia le
peggiori violenze hanno due nomi ben precisi: mafie e devastazioni
ambientali. Il giudice Ferdinando Imposimato da anni denuncia e
documenta le infiltrazioni mafiose nella costruzione della TAV
Torino-Lione. Non un estremista "anarco-insurrezionalista" ma un
magistrato con decenni di carriera alle spalle. Non viene minimamente
ascoltato e preso in considerazione, né da chi deve decidere sul
destino della Val Susa né dai grandi media. Le mafie oggi penetrano in
moltissime regioni, si spartiscono appalti, affari nel ciclo del
cemento e dei rifiuti e segnano il presente e il futuro dei territori.
Ma questa terribile violenza, dalla Sicilia all'Abruzzo, dalla
Campania alla Lombardia, dalla Liguria alla stessa Val Susa avviene
nel silenzio e nelle connivenze. I giornali e le TV, tranne rare
eccezioni, tacciono e chi opera nelle "stanze dei bottoni" spesso non
soltanto non resiste ma le agevola.
Non si può tacere, poi, di fronte al saccheggio e alla distruzione
sistematica dell'ambiente. In questi giorni è in corso l'ennesimo
allarme ambientale a Taranto: un incendio ha investito un impianto
dell'ILVA. L'ILVA che ha prodotto in passato oltre il 90% della
diossina industriale in Italia, l'ILVA accusata da anni di inquinare
una città e la salute dei cittadini, l'ILVA i cui proprietari
(omaggiati e sostenuti in questi anni dagli amministratori tarantini e
pugliesi) stanno oggi subendo un procedimento penale con l'ipotesi di
reato di disastro ambientale. L'ILVA su cui, tranne rare eccezioni,
non vediamo i riflettori della cronaca nazionale o le condanne della
classe politica. Questa disparità di trattamento tra le "violenze" dei
manifestanti in Val Susa e quanto accade a Taranto (che non può che
essere definita una "violenza" sui cittadini e sull'ambiente) è
inammissibile.
Ass. Antimafie Rita Atria
Alessandro Marescotti, Presidente PeaceLink
Alessio Di Florio, Referente Abruzzo
PeaceLink Abruzzo e l'Ass. Antimafie Rita Atria esprimono la loro
solidarietà e vicinanza alla lotta del movimento NO-TAV e aderiscono
al presidio di solidarietà che si terrà a Pescara venerdì 2 marzo.
Quanto sta accadendo in questi giorni in Val Susa, dove la lotta
contro la distruzione della Valle è in corso da vent'anni, è l'emblema
della drammatica situazione in cui versa la democrazia in Italia. Un
paese nel quale in questi mesi si sta cercando, nel silenzio dei
grandi media e nella connivenza e partecipazione degli stessi politici
che oggi attaccano il movimento NO-TAV, di calpestare il voto
democraticamente espresso da milioni e milioni di Italiane e Italiani
nel giugno scorso.
Il Movimento No-TAV è tra i movimenti più trasparenti e democratici di
questi anni. Qualsiasi decisione viene presa in assemblee pubbliche e
aperte a tutti, dove ognuno esprime il suo pensiero e si confronta
esponendosi in prima persona. Le azioni portate avanti dal movimento
sono parte integrante della storia e delle pratiche nonviolente da
Gandhi a Martin Luther King, da Danilo Dolci ad Aldo Capitini.
Definire insurrezionalista, violenta, questa storia dimostra quale
democrazia perseguono alcuni: addomesticata alle grandi lobby, dove i
cittadini sono ridotti a puri yes-men di decisioni prese altrove, dove
devono subire soltanto e non hanno alcuna possibilità di incidere nei
processi decisionali. I manganelli, le cariche indiscriminate, i
pestaggi, la militarizzazione, l'avvelenamento quotidiano con gas, il
furto di case e terreni agricoli con la cacciata di chi vi vive, la
distruzione e devastazione di un territorio fanno invece parte delle
più tristi, violente e peggiori pagine della storia d'Italia e
mondiale.
La TAV Torino-Lione è l'emblema delle "cattedrali nel deserto", delle
mega opere inutili che non arrecheranno alcun beneficio reale al
Paese, gonfieranno gli affari di alcune cricche e lasceranno alle
generazioni future soltanto immensi danni ambientali distruggendo
territori interi. I 35 milioni che lo Stato Italiano dovrà spendere
per la costruzione della TAV sono "uno spreco ingiustificato",
documenta e denuncia il prof. Marco Ponti (docente di Economia dei
Trasporti al Politecnico di Milano) che conclude in una recente
intervista definendola "una stupidità fenomenale". E, mentre si
vogliono spendere queste cifre per quest'opera inutile e dannosa, come
già viene sottolineato nell'appello a partecipare al presidio, i
pendolari italiani vengono abbandonati alle difficoltà e alle
avventure di un trasporto ferroviario locale che sempre più viene
sopraffatto dall'inefficienza e dallo scarsissimo ammodernamento di
mezzi e linee. Rilanciamo, a proposito, quanto già documentato e
riportato nel 2005 e 2006
lists.peacelink.it/news/2006/03/msg00041.html
lists.peacelink.it/news/2006/12/msg00023.html
lists.peacelink.it/news/2006/10/msg00045.html
lists.peacelink.it/news/2005/12/msg00069.html
Il movimento NO-TAV viene accusato di violenza. Oggi in Italia le
peggiori violenze hanno due nomi ben precisi: mafie e devastazioni
ambientali. Il giudice Ferdinando Imposimato da anni denuncia e
documenta le infiltrazioni mafiose nella costruzione della TAV
Torino-Lione. Non un estremista "anarco-insurrezionalista" ma un
magistrato con decenni di carriera alle spalle. Non viene minimamente
ascoltato e preso in considerazione, né da chi deve decidere sul
destino della Val Susa né dai grandi media. Le mafie oggi penetrano in
moltissime regioni, si spartiscono appalti, affari nel ciclo del
cemento e dei rifiuti e segnano il presente e il futuro dei territori.
Ma questa terribile violenza, dalla Sicilia all'Abruzzo, dalla
Campania alla Lombardia, dalla Liguria alla stessa Val Susa avviene
nel silenzio e nelle connivenze. I giornali e le TV, tranne rare
eccezioni, tacciono e chi opera nelle "stanze dei bottoni" spesso non
soltanto non resiste ma le agevola.
Non si può tacere, poi, di fronte al saccheggio e alla distruzione
sistematica dell'ambiente. In questi giorni è in corso l'ennesimo
allarme ambientale a Taranto: un incendio ha investito un impianto
dell'ILVA. L'ILVA che ha prodotto in passato oltre il 90% della
diossina industriale in Italia, l'ILVA accusata da anni di inquinare
una città e la salute dei cittadini, l'ILVA i cui proprietari
(omaggiati e sostenuti in questi anni dagli amministratori tarantini e
pugliesi) stanno oggi subendo un procedimento penale con l'ipotesi di
reato di disastro ambientale. L'ILVA su cui, tranne rare eccezioni,
non vediamo i riflettori della cronaca nazionale o le condanne della
classe politica. Questa disparità di trattamento tra le "violenze" dei
manifestanti in Val Susa e quanto accade a Taranto (che non può che
essere definita una "violenza" sui cittadini e sull'ambiente) è
inammissibile.
Ass. Antimafie Rita Atria
Alessandro Marescotti, Presidente PeaceLink
Alessio Di Florio, Referente Abruzzo
pc 2 marzo - la valsusa non si arresta.. la val susa è ovunque.. Milano
Milano non eravamo in 200 ma più di 400 e per oltre 2 ore il corteo
uscito dalla stazione ha raggiunto Piazzale Loreto e bloccato di fatto
una delle arterie principali. La tensione era già tesa in stazione dove
erano già schierati un numero ingente di digos-ros- celerini e caramba,
che di fatto avevano accerchiato i compagni. Ma questo schieramento non
ha per nulla intimidito nessuno, e con megafoni, volantini e cartelli,
tutti quelli che dovevano prendere i treni sono stati informati sullo
stato di polizia che dalla Val Susa questo governo sta cercando di
consolidare. Vista l’impossibilità di occupare i binari si è ottenuto
il corteo e si è respinto il tentativo di carica appena fuori la
stazione. Della serie “non siamo noi ad essere accerchiati, ma voi, e
soprattutto non ci fate paura”. Lungo il percorso il corteo ha raccolto
gli applausi degli abitanti di alcuni palazzi. Dopo una lunga sosta a
Loreto il corteo ha imboccato via Padova per sciogliersi in via
Leocavallo. La mobilitazione continua e sabato la parola d’ordine
“siamo tutti valsusini e Luca resisti” sarà al corteo “Tanti Popoli, un’
unica lotta”, sempre che non vi siano novità dalla Valle. Da segnalare
che il previsto convegno con Caselli è saltato, poverino lo contestano
sempre!
proletari comunisti milano
Paladini dell'informazione o maestri della mistificazione?
E se quello che i media ti hanno raccontato sulla manifestazione NoTav
di sabato non fosse vero?
http://www.youtube.com/watch?v=jaqVr1TRY30&context=C3c339a2ADOEgsToPDskKeFw5
kBq_GDt0dJi-YcONi
condividi, twitta, diffondi, inoltra...
comunica virale!
Forza Luca!
trenixtutti@inventati.org
uscito dalla stazione ha raggiunto Piazzale Loreto e bloccato di fatto
una delle arterie principali. La tensione era già tesa in stazione dove
erano già schierati un numero ingente di digos-ros- celerini e caramba,
che di fatto avevano accerchiato i compagni. Ma questo schieramento non
ha per nulla intimidito nessuno, e con megafoni, volantini e cartelli,
tutti quelli che dovevano prendere i treni sono stati informati sullo
stato di polizia che dalla Val Susa questo governo sta cercando di
consolidare. Vista l’impossibilità di occupare i binari si è ottenuto
il corteo e si è respinto il tentativo di carica appena fuori la
stazione. Della serie “non siamo noi ad essere accerchiati, ma voi, e
soprattutto non ci fate paura”. Lungo il percorso il corteo ha raccolto
gli applausi degli abitanti di alcuni palazzi. Dopo una lunga sosta a
Loreto il corteo ha imboccato via Padova per sciogliersi in via
Leocavallo. La mobilitazione continua e sabato la parola d’ordine
“siamo tutti valsusini e Luca resisti” sarà al corteo “Tanti Popoli, un’
unica lotta”, sempre che non vi siano novità dalla Valle. Da segnalare
che il previsto convegno con Caselli è saltato, poverino lo contestano
sempre!
proletari comunisti milano
Paladini dell'informazione o maestri della mistificazione?
E se quello che i media ti hanno raccontato sulla manifestazione NoTav
di sabato non fosse vero?
http://www.youtube.com/watch?v=jaqVr1TRY30&context=C3c339a2ADOEgsToPDskKeFw5
kBq_GDt0dJi-YcONi
condividi, twitta, diffondi, inoltra...
comunica virale!
Forza Luca!
trenixtutti@inventati.org
giovedì 1 marzo 2012
pc 1 marzo - straordinaria mobilitazione in tutto il paese, cortei, blocchi
la mobilitazione a torino
LA DIRETTA
20.32 - Bloccata l'autostrada A 32 in Valsusa
Il corteo dei manifestanti No Tav ha deviato il suo percorso tornando a bloccare l'A 32. La polizia, che presidiava lo svincolo di Chianocco, è stata fatta risalire sull'autostrada per controllare la nuova iniziativa dei manifestanti
20.27 La stazione di Porta Nuova è stata raggiunta dal resto del corteo, che conta circa trecento attivisti. Il grosso dei dimostranti ha occupato il binario 17, dove è prevista la partenza di un Eurostar
20.20 Un piccolo gruppo di No Tav, alla testa del corteo che si è snodato per le vie del centro di Torino, ha raggiunto la stazione ferroviaria di Porta Nuova e dopo una corsa per le banchine è riuscito a piazzarsi sui binari bloccando la partenza di un treno che si era già messo in movimento.
20.18 I manifestanti hanno raggiunto Porta Nuova che non è presidiata dalle forse dell'ordine.
20.12 A Bussoleno si stanno muovendo due gruppi. Uno, con famiglie e bambini, percorrerà in corteo il paese di Bussoleno. Il secondo dovrebbe bloccare un punto di una strada.
20.10 "Bisogna resistere, li dobbiamo far impazzire tutti". Lo ha detto all'assemblea No Tav il leader Alberto Perino, ricordando che "in questo momento ci sono blocchi in 70 città italiane". "La Cancellieri - ha aggiunto - ha detto 'Tutti a casa, la Tav si fa e questa è la trattativa'. Noi le compensazioni le abbiamo rifiutate già 20 anni fa, forse lei questo non lo sa".
20.05 In tutti gli interventidell'assemblea di Bussoleno è stata ribadito l'invito alla mobilitazione continua. "Ieri - ha detto Lele Rizzo del centro sociale Askatasuna di Torino - ci hanno spiegato che non ce n'è, provano a spaventarci. Ma noi abbiamo grosse chances: siamo forti, fortissimi. E a Cota (governatore del Piemonte, ndr) che vuol sapere chi si sostiene economicamente, rispondo che a noi non ci paga nessuno E l'obiettivo vero è di fare nascere tante Val di Susa".
19.39 Nuovo attacco degli hacker di Anonymous in sostegno del movimento No Tav. Dopo aver bloccato nei giorni scorsi i siti di carabinieri e polizia, oggi gli hacker hanno reso impossibile collegarsi ai siti di Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino. L'azione è stata rilanciata da militanti No Tav e sostenitori su twitter e altri social network.
19.38 Dopo aver bloccato, a intervalli di 5 minuti, le corsie di ingresso e di uscita dello svincolo della tangenziale per oltre un'ora, i manifestanti hanno iniziato a bloccare corso Francia, la principale strada che collega Torino a Rivoli, in entrambe le direzioni di marcia. Gli attivisti sono stati duramente contestati dagli automobilisti, che hanno risposto ai blocchi suonando il clacson e gridando insulti.
19.29 Duecento No Tav sono diretti alla stazione di Porta Nuova. L'intenzione dei manifestanti potrebbe essere quella di compiere un'azione sui binari.
19.20 Un gruppo di una cinquantina di No Tav prosegue il blocco della tangenziale di Torino all'altezza dell'ingresso della frazione Cascine Vica di Rivoli, in fondo a corso Francia. "Facciamo blocchi all'ingresso e all'uscita della tangenziale", racconta una manifestante. "Spieghiamo agli automobilisti che possono perdere dieci minuti per capire le nostre ragioni. Qualcuno suona, qualcuno si ferma e qualcuno ci insulta".
19.05 E' iniziata la manifestazione a Bussoleno con circa cinquecento attivisti del movimento. I comitati hanno deciso di parlare in piazza e non nel centro polivalente come si era organizzato.
18.58 Gli attivisti No Tav che si sono riuniti davanti alla sede della Rai in via Verdi hanno bloccato il traffico delle vie intorno e adesso si stanno dirigendo verso piazza Vittorio bloccando anche via Po.
18.47 'Il governo parla tanto di confronto ma finora sono arrivati solo diktat. E' il commento di Nilo Durbiano, sindaco di Venaus agli esiti dell'incontro di oggi a Roma. "Se proprio vogliono tener fede alle parole - aggiunge - oggi avrebbe dovuto invitare alla riunione la Comunità montana e sindaci della valle. Da tre anni la Comunità montana e gli amministratori non sono più' stati invitati in alcuna sede politica-istituzionale. E l'Osservatorio ministeriale è un organismo tecnico che da alcuni anni svolge un ruolo politico che non gli appartiene".
18.32 Un centinaio di persone si sono raccolte in via Verdi davanti alla sede Rai di Torino. Al momento stanno bloccando il traffico in via Rossini e in via Verdi con i cassonetti. Sventolano le bandiere No Tav e le bandiere di Sinistra Critica e Rifondazione Comunista. Il presidio era stato annunciato già da questa mattina.
18.30 Una trentina di attivisti del movimento No Tav ha bloccato lo svincolo di Corso Francia della tangenziale di Torino, nel Comune di Rivoli. I manifestanti stanno distribuendo volantini agli automobilisti.
L'iniziativa si ripete per il terzo giorno consecutivo.
18.26 "Plaudo alla decisione, assunta nel corso del vertice svoltosi al Viminale fra il ministro Cancellieri e le istituzioni locali, di ribadire che la realizzazione dell'opera non è in discussione, cos' come non può essere oggetto di patteggiamento il blocco dei lavori": è quel che dice Giuseppe Gherzi, direttore dell'Unione Industriale di Torino, che aggiunge: "Quella che si è venuta a creare è una situazione intollerabile di conclamata illegalità, che va risolta al più presto e resa stabile nel tempo". Gherzi rileva poi come "la tensione di questi giorni stia creando molto allarme fra le imprese, non solo piemontesi: sono innumerevoli le richieste di aiuto pervenuteci da parte di imprenditori in difficoltà.
18.07 E' già molto altra l'affluenza di attivisti No Tav all'assemblea organizzata al centro polifunzionale di Bussoleno. Sono almeno seicento le persone sono radunate in attesa di inziare a discutere delle prossime mobilitazioni. La notte scorsa in una analoga assemblea cui hanno partecipato almeno duemila No Tav si è discusso di possibili blocchi in tutta Italia e di una grande manifestazione per sabato. Dopo giorni di blocchi autostradali e alla circolazione del traffico in valle al momento lo svincolo autostradale di Chianocco è presidiato dalle forse dell'ordine e apparentemente inespugnabile.
post — 1 marzo 2012 15:32 Occupata la sede del PD a Roma. DAJE NOTAV!
No Tav romani occupano la sede del Partito Democratico a Roma, in risposta alle ultime dichiarazioni apparse sui giornali, per dimostrare che i manifestanti della Val di Susa non sono soli, ed in segno di protesta anche nei confronti del Pd. daje raga’!
corteo e invasione della stazione centrale a milano
Carica di alleggerimento delle forze dell'ordine all'uscita della stazione Centrale di Milano contro i manifestanti No Tav. I manifestanti, oltre 200, erano usciti dalla Centrale gridando "corteo, corteo". Arrivati in piazza Luigi di Savoia c'è stata una carica di alleggerimento della polizia e alcuni manifestanti hanno tirato alcuni oggetti tra cui un sellino di una bicicletta che era parcheggiata nel piazzale. La situazione è poi tornata alla normalità.
No Tav in strada anche a Bergamo. Un corteo non autorizzato di circa 40 persone ha sfilato dalla circonvallazione fino al centro città, rallentando il traffico. A Porta Nuova i manifestanti si sono uniti ad altre 50 persone che manifestavano sempre contro la Tav in piazza Vittorio Veneto. Per circa 15 minuti i manifestanti hanno bloccato il traffico nel centro di Bergamo. La protesta è comunque sempre rimasta pacifica.
20.16 Corteo improvvisato a Roma
Un gruppo di attivisti ha bloccato il traffico a Roma sfilando in corteo. I No Tav, circa un centinaio, hanno sfilato partendo da Porta Maggiore e lungo via Prenestina. Durante il loro passaggio è stato bruciato qualche cassonetto. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco
BLITZ NO TAV IN SEDE PD ROMA, AL VAGLIO IMMAGINI POLIZIA - Sono state tutte riprese dalla polizia scientifica e sono ora al vaglio degli investigatori le immagini dei manifestanti usciti dalla sede del Pd a Roma, dove una trentina di giovani avevano fatto irruzione all'interno dei locali del partito esponendo uno striscione con la scritta "No Tav" e un altro con la scritta "Pd, profitti democratici". La protesta era durata circa un'ora, poi i manifestanti erano partiti in corteo per il centro di Roma fino a raggiungere la metro Spagna, diretti all'università Sapienza.
20.13 Momenti di tensione a Genova, Brignole chiusa
Tensione a Genova tra forze dell'ordine e No Tav: la stazione di Brignole è stata chiusa dopo che un gruppo di una trentina di attivisti è riuscito a occupare un binario, dove è in sosta un treno. Inferociti i passeggeri. Tra forze dell'ordine e No Tav vi sono stati brevi scontri. Il traffico ferroviario è bloccato.
20.10 - I No Tav bloccano il traffico a Firenze
Per circa un'ora hanno bloccato il traffico nei pressi della zona occupata dal cantiere Tav a Firenze, non lontano dalla stazione ferroviaria di Campo di Marte: protagonisti dell'iniziativa circa 200 manifestanti appartenenti alle sigle fiorentine contrarie alla realizzazione del tunnel per il sottoattraversamento della linea ferroviaria alta velocità. Gli attivisti avevano annunciato un presidio contro l'infrastruttura e la manifestazione si è però trasformata in un blocco per le auto. La polizia municipale è al lavoro per ripristinare la circolazione, dopo che lunghe code si sono formate nella zona: il 'nodò si sta tuttavia sciogliendo e la manifestazione si è conclusa.
. 19.55 - Manifestanti bloccano un treno a Brescia
Un gruppo di No Tav ha bloccato il treno regionale delle 19.39 in partenza dal secondo binario della stazione di Brescia. Circa trenta persone stanno occupando le rotaie.
19.39 - Napoli
UA Napoli un centinaio di attivisti si è messo a camminare lungo i binari ferroviari della linea Alta Velocità tra piazza Garibaldi e Gianturco. Per circa trenta minuti, secondo quanto conferma Ferrovie dello Stato, la circolazione dei treni, in arrivo e in partenza alla stazione di Napoli, è stata bloccata
19.35 Blocchi in centro a Trieste
Un gruppo di No Tav sta bloccando in queste ore il traffico nel centro della città. Dopo aver manifestato in piazza Unità d'Italia, i No Tav stanno sfilando in un breve corteo non autorizzato bloccando di tanto in tanto una strada o una piazza, creando così grande disagio alla circolazione stradale. Dopo aver occupato corso Italia il gruppo si è spostato nella vicina piazza Goldoni. La polizia municipale devia il traffico a seconda delle esigenze.
19.05 Blocchi a Genova e Bologna
Circa 150 attivisti No Tav hanno bloccato la circolazione in via Roma, di fronte alla Prefettura, nel centro di Genova. Ritmando la protesta con alcuni tamburi, hanno lanciato numerosi slogan contro il progetto di treno ad alta velocità. Tra i manifestanti c'è anche Giuliano Giuliani, padre di Carlo, ucciso durante il G8 di Genova nel 2001: «Assurdo pensare di premiare un carabiniere che ha fatto il suo dovere», ha detto in merito all'encomio assegnato al militare che non ha replicato alle provocazioni verbali di un No Tav sulla A32.
Una trentina di militanti hanno invece occupato il punto informativo di Rete Ferroviaria Italiana allestito a Bologna in via Carracci, a ridosso dell'ingresso posteriore della stazione ferroviaria, accesso attualmente chiuso per i lavori della alta velocità. I militanti sono in parte entrati nella struttura prefabbricata (che da anni fornisce informazioni ai residenti sullo stato di avanzamento dei lavori) e sul tetto. Hanno esposto striscioni.
17. 16 - Blocchi in Calabria
Un gruppo di manifestanti No Tav ha occupato i binari della stazione ferroviaria di Paola in provincia di Cosenza bloccando la circolazione dei treni. La protesta, attuata come forma di solidarietà al movimento No Tav che sta manifestando in Piemonte, sta impedendo la partenza di un treno Intercity per Roma. I manifestanti stanno urlando slogan e innalzando striscioni contro la realizzazione dell'opera.
Ore 15,04 - Manifestanti occupano sede del Pd a Roma
Una ventina di manifestanti 'No-Tav' sta manifestando all'ingresso della sede del Pd a Roma. Secondo quanto viene riferito, i contestatori sono adesso nello spazio della portineria del palazzo, dove sono scesi anche alcuni dirigenti del partito per ascoltare le ragioni della protesta. Dopo circa due ore i manifestanti se ne sono andati diretti verso piazza di Spagna.
A Novara l'appuntamento è davanti al piazzale della stazione stazione ferroviaria, a Trento in piazza Duomo, a Trieste sotto il palazzo del Comune, a Bologna nella Facoltà di scienze politiche occupata. Altri raduni si dovrebbero tenere a Pistoia, Salerno, Catania e Brindisi.
TARANTO - presidio in prefettura e poi corteo improvvisato per le vie del centro, bloccato per oltre un'ora il traffico cittadino, e di un quarto d'ora il ponte girevole. Siamo tutti no tav... "assassini! La repressione alimenta la ribellione"...
PROTESTA A NAPOLI; FS, RIPRESA CIRCOLAZIONE TRENI - E' ripresa la circolazione dei treni ala stazione ferroviaria di Napoli dove attivisti No Tav avevano bloccato alcuni binari: lo conferma Ferrovie dello Stato. Al momento continua comunque la protesta dei manifestanti ma all'esterno, lungo Corso Novara.
MANIFESTANTI BLOCCANO TRENO IN STAZIONE A BRESCIA - Un gruppo di No Tav ha bloccato il treno regionale delle 19.39 in partenza dal secondo binario della stazione di Brescia. Circa trenta persone stanno occupando le rotaie. "Venti miliardi di euro sono stati sottratti alle risorse pubbliche. Risorse che andrebbero usate per i bisogni della collettività, non per arricchire una lobby di costruttori" dicono i manifestanti.
NO TAV BLOCCANO TRAFFICO VICINO CANTIERE FIRENZE - Per circa un'ora hanno bloccato il traffico nei pressi della zona occupata dal cantiere Tav a Firenze, non lontano dalla stazione ferroviaria di Campo di Marte: protagonisti dell'iniziativa circa 200 manifestanti appartenenti alle sigle fiorentine contrarie alla realizzazione del tunnel per il sottoattraversamento della linea ferroviaria alta velocità. Gli attivisti avevano annunciato un presidio contro l'infrastruttura e la manifestazione si è però trasformata in un blocco per le auto. La polizia municipale è al lavoro per ripristinare la circolazione, dopo che lunghe code si sono formate nella zona: il 'nodo' si sta tuttavia sciogliendo e la manifestazione si è conclusa.
CORTEO A PADOVA A SOSTEGNO PROTESTA VAL DI SUSA - I Centri sociali del nordest hanno organizzato una manifestazione con corteo davanti alla stazione ferroviaria di Padova contro la Tav in Val di Susa. A darsi appuntamento - secondo la Digos - circa 400 giovani che si sono ritrovati nel capoluogo euganeo nel tardo pomeriggio. I manifestanti hanno esposto striscioni contro la realizzazione dell'opera, lo sperpero di denaro e la devastazione del territorio, chiedendo alle ferrovie un servizio adeguato e meno costoso per pendolari e studenti. La manifestazione ha provocato rallentamenti del traffico urbano e qualche disagio ma non sono stati segnalati problemi di ordine pubblico.
TRENI BLOCCATI IN CALABRIA, ANCHE UN EUROSTAR - Il secondo treno rimasto bloccato alla stazione di Paola, a causa della manifestazione indetta in segno di solidarietà con la protesta dei No Tav in Val di Susa, era l'Eurostar 9375 proveniente da Roma Termini e diretto a Reggio Calabria. Il convoglio, a causa dell'occupazione dei binari da parte dei manifestanti, ha sostato per poco meno di un'ora prima di ripartire per Reggio e non per la Sicilia, come si era appreso in un primo momento.
MANIFESTANTI NO TAV BLOCCANO TRAFFICO CENTRO TRIESTE - Un gruppo di No Tav sta bloccando in queste ore il traffico nel centro della città. Dopo aver manifestato in piazza Unità d'Italia, i No Tav, pur senza autorizzazione, stanno sfilando in un breve corteo non autorizzato bloccando di tanto in tanto una strada o una piazza creando così grande disagio alla circolazione stradale. Dopo aver occupato corso Italia il gruppo si è spostato nella vicina piazza Goldoni. La polizia municipale devia il traffico a seconda delle esigenze.
ATTIVISTI BLOCCANO SVINCOLO AUTOSTRADA PA-CT - Un gruppo di attivisti No-Tav, 200 secondo gli organizzatori, sta bloccando l'autostrada Palermo-Catania, in direzione della città etnea, all'altezza della rotonda di via Oreto, nel capoluogo siciliano. Sul posto sono intervenuti agenti di polizia e carabinieri.
LA DIRETTA
20.32 - Bloccata l'autostrada A 32 in Valsusa
Il corteo dei manifestanti No Tav ha deviato il suo percorso tornando a bloccare l'A 32. La polizia, che presidiava lo svincolo di Chianocco, è stata fatta risalire sull'autostrada per controllare la nuova iniziativa dei manifestanti
20.27 La stazione di Porta Nuova è stata raggiunta dal resto del corteo, che conta circa trecento attivisti. Il grosso dei dimostranti ha occupato il binario 17, dove è prevista la partenza di un Eurostar
20.20 Un piccolo gruppo di No Tav, alla testa del corteo che si è snodato per le vie del centro di Torino, ha raggiunto la stazione ferroviaria di Porta Nuova e dopo una corsa per le banchine è riuscito a piazzarsi sui binari bloccando la partenza di un treno che si era già messo in movimento.
20.18 I manifestanti hanno raggiunto Porta Nuova che non è presidiata dalle forse dell'ordine.
20.12 A Bussoleno si stanno muovendo due gruppi. Uno, con famiglie e bambini, percorrerà in corteo il paese di Bussoleno. Il secondo dovrebbe bloccare un punto di una strada.
20.10 "Bisogna resistere, li dobbiamo far impazzire tutti". Lo ha detto all'assemblea No Tav il leader Alberto Perino, ricordando che "in questo momento ci sono blocchi in 70 città italiane". "La Cancellieri - ha aggiunto - ha detto 'Tutti a casa, la Tav si fa e questa è la trattativa'. Noi le compensazioni le abbiamo rifiutate già 20 anni fa, forse lei questo non lo sa".
20.05 In tutti gli interventidell'assemblea di Bussoleno è stata ribadito l'invito alla mobilitazione continua. "Ieri - ha detto Lele Rizzo del centro sociale Askatasuna di Torino - ci hanno spiegato che non ce n'è, provano a spaventarci. Ma noi abbiamo grosse chances: siamo forti, fortissimi. E a Cota (governatore del Piemonte, ndr) che vuol sapere chi si sostiene economicamente, rispondo che a noi non ci paga nessuno E l'obiettivo vero è di fare nascere tante Val di Susa".
19.39 Nuovo attacco degli hacker di Anonymous in sostegno del movimento No Tav. Dopo aver bloccato nei giorni scorsi i siti di carabinieri e polizia, oggi gli hacker hanno reso impossibile collegarsi ai siti di Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino. L'azione è stata rilanciata da militanti No Tav e sostenitori su twitter e altri social network.
19.38 Dopo aver bloccato, a intervalli di 5 minuti, le corsie di ingresso e di uscita dello svincolo della tangenziale per oltre un'ora, i manifestanti hanno iniziato a bloccare corso Francia, la principale strada che collega Torino a Rivoli, in entrambe le direzioni di marcia. Gli attivisti sono stati duramente contestati dagli automobilisti, che hanno risposto ai blocchi suonando il clacson e gridando insulti.
19.29 Duecento No Tav sono diretti alla stazione di Porta Nuova. L'intenzione dei manifestanti potrebbe essere quella di compiere un'azione sui binari.
19.20 Un gruppo di una cinquantina di No Tav prosegue il blocco della tangenziale di Torino all'altezza dell'ingresso della frazione Cascine Vica di Rivoli, in fondo a corso Francia. "Facciamo blocchi all'ingresso e all'uscita della tangenziale", racconta una manifestante. "Spieghiamo agli automobilisti che possono perdere dieci minuti per capire le nostre ragioni. Qualcuno suona, qualcuno si ferma e qualcuno ci insulta".
19.05 E' iniziata la manifestazione a Bussoleno con circa cinquecento attivisti del movimento. I comitati hanno deciso di parlare in piazza e non nel centro polivalente come si era organizzato.
18.58 Gli attivisti No Tav che si sono riuniti davanti alla sede della Rai in via Verdi hanno bloccato il traffico delle vie intorno e adesso si stanno dirigendo verso piazza Vittorio bloccando anche via Po.
18.47 'Il governo parla tanto di confronto ma finora sono arrivati solo diktat. E' il commento di Nilo Durbiano, sindaco di Venaus agli esiti dell'incontro di oggi a Roma. "Se proprio vogliono tener fede alle parole - aggiunge - oggi avrebbe dovuto invitare alla riunione la Comunità montana e sindaci della valle. Da tre anni la Comunità montana e gli amministratori non sono più' stati invitati in alcuna sede politica-istituzionale. E l'Osservatorio ministeriale è un organismo tecnico che da alcuni anni svolge un ruolo politico che non gli appartiene".
18.32 Un centinaio di persone si sono raccolte in via Verdi davanti alla sede Rai di Torino. Al momento stanno bloccando il traffico in via Rossini e in via Verdi con i cassonetti. Sventolano le bandiere No Tav e le bandiere di Sinistra Critica e Rifondazione Comunista. Il presidio era stato annunciato già da questa mattina.
18.30 Una trentina di attivisti del movimento No Tav ha bloccato lo svincolo di Corso Francia della tangenziale di Torino, nel Comune di Rivoli. I manifestanti stanno distribuendo volantini agli automobilisti.
L'iniziativa si ripete per il terzo giorno consecutivo.
18.26 "Plaudo alla decisione, assunta nel corso del vertice svoltosi al Viminale fra il ministro Cancellieri e le istituzioni locali, di ribadire che la realizzazione dell'opera non è in discussione, cos' come non può essere oggetto di patteggiamento il blocco dei lavori": è quel che dice Giuseppe Gherzi, direttore dell'Unione Industriale di Torino, che aggiunge: "Quella che si è venuta a creare è una situazione intollerabile di conclamata illegalità, che va risolta al più presto e resa stabile nel tempo". Gherzi rileva poi come "la tensione di questi giorni stia creando molto allarme fra le imprese, non solo piemontesi: sono innumerevoli le richieste di aiuto pervenuteci da parte di imprenditori in difficoltà.
18.07 E' già molto altra l'affluenza di attivisti No Tav all'assemblea organizzata al centro polifunzionale di Bussoleno. Sono almeno seicento le persone sono radunate in attesa di inziare a discutere delle prossime mobilitazioni. La notte scorsa in una analoga assemblea cui hanno partecipato almeno duemila No Tav si è discusso di possibili blocchi in tutta Italia e di una grande manifestazione per sabato. Dopo giorni di blocchi autostradali e alla circolazione del traffico in valle al momento lo svincolo autostradale di Chianocco è presidiato dalle forse dell'ordine e apparentemente inespugnabile.
post — 1 marzo 2012 15:32 Occupata la sede del PD a Roma. DAJE NOTAV!
No Tav romani occupano la sede del Partito Democratico a Roma, in risposta alle ultime dichiarazioni apparse sui giornali, per dimostrare che i manifestanti della Val di Susa non sono soli, ed in segno di protesta anche nei confronti del Pd. daje raga’!
corteo e invasione della stazione centrale a milano
Carica di alleggerimento delle forze dell'ordine all'uscita della stazione Centrale di Milano contro i manifestanti No Tav. I manifestanti, oltre 200, erano usciti dalla Centrale gridando "corteo, corteo". Arrivati in piazza Luigi di Savoia c'è stata una carica di alleggerimento della polizia e alcuni manifestanti hanno tirato alcuni oggetti tra cui un sellino di una bicicletta che era parcheggiata nel piazzale. La situazione è poi tornata alla normalità.
No Tav in strada anche a Bergamo. Un corteo non autorizzato di circa 40 persone ha sfilato dalla circonvallazione fino al centro città, rallentando il traffico. A Porta Nuova i manifestanti si sono uniti ad altre 50 persone che manifestavano sempre contro la Tav in piazza Vittorio Veneto. Per circa 15 minuti i manifestanti hanno bloccato il traffico nel centro di Bergamo. La protesta è comunque sempre rimasta pacifica.
20.16 Corteo improvvisato a Roma
Un gruppo di attivisti ha bloccato il traffico a Roma sfilando in corteo. I No Tav, circa un centinaio, hanno sfilato partendo da Porta Maggiore e lungo via Prenestina. Durante il loro passaggio è stato bruciato qualche cassonetto. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco
BLITZ NO TAV IN SEDE PD ROMA, AL VAGLIO IMMAGINI POLIZIA - Sono state tutte riprese dalla polizia scientifica e sono ora al vaglio degli investigatori le immagini dei manifestanti usciti dalla sede del Pd a Roma, dove una trentina di giovani avevano fatto irruzione all'interno dei locali del partito esponendo uno striscione con la scritta "No Tav" e un altro con la scritta "Pd, profitti democratici". La protesta era durata circa un'ora, poi i manifestanti erano partiti in corteo per il centro di Roma fino a raggiungere la metro Spagna, diretti all'università Sapienza.
20.13 Momenti di tensione a Genova, Brignole chiusa
Tensione a Genova tra forze dell'ordine e No Tav: la stazione di Brignole è stata chiusa dopo che un gruppo di una trentina di attivisti è riuscito a occupare un binario, dove è in sosta un treno. Inferociti i passeggeri. Tra forze dell'ordine e No Tav vi sono stati brevi scontri. Il traffico ferroviario è bloccato.
20.10 - I No Tav bloccano il traffico a Firenze
Per circa un'ora hanno bloccato il traffico nei pressi della zona occupata dal cantiere Tav a Firenze, non lontano dalla stazione ferroviaria di Campo di Marte: protagonisti dell'iniziativa circa 200 manifestanti appartenenti alle sigle fiorentine contrarie alla realizzazione del tunnel per il sottoattraversamento della linea ferroviaria alta velocità. Gli attivisti avevano annunciato un presidio contro l'infrastruttura e la manifestazione si è però trasformata in un blocco per le auto. La polizia municipale è al lavoro per ripristinare la circolazione, dopo che lunghe code si sono formate nella zona: il 'nodò si sta tuttavia sciogliendo e la manifestazione si è conclusa.
. 19.55 - Manifestanti bloccano un treno a Brescia
Un gruppo di No Tav ha bloccato il treno regionale delle 19.39 in partenza dal secondo binario della stazione di Brescia. Circa trenta persone stanno occupando le rotaie.
19.39 - Napoli
UA Napoli un centinaio di attivisti si è messo a camminare lungo i binari ferroviari della linea Alta Velocità tra piazza Garibaldi e Gianturco. Per circa trenta minuti, secondo quanto conferma Ferrovie dello Stato, la circolazione dei treni, in arrivo e in partenza alla stazione di Napoli, è stata bloccata
19.35 Blocchi in centro a Trieste
Un gruppo di No Tav sta bloccando in queste ore il traffico nel centro della città. Dopo aver manifestato in piazza Unità d'Italia, i No Tav stanno sfilando in un breve corteo non autorizzato bloccando di tanto in tanto una strada o una piazza, creando così grande disagio alla circolazione stradale. Dopo aver occupato corso Italia il gruppo si è spostato nella vicina piazza Goldoni. La polizia municipale devia il traffico a seconda delle esigenze.
19.05 Blocchi a Genova e Bologna
Circa 150 attivisti No Tav hanno bloccato la circolazione in via Roma, di fronte alla Prefettura, nel centro di Genova. Ritmando la protesta con alcuni tamburi, hanno lanciato numerosi slogan contro il progetto di treno ad alta velocità. Tra i manifestanti c'è anche Giuliano Giuliani, padre di Carlo, ucciso durante il G8 di Genova nel 2001: «Assurdo pensare di premiare un carabiniere che ha fatto il suo dovere», ha detto in merito all'encomio assegnato al militare che non ha replicato alle provocazioni verbali di un No Tav sulla A32.
Una trentina di militanti hanno invece occupato il punto informativo di Rete Ferroviaria Italiana allestito a Bologna in via Carracci, a ridosso dell'ingresso posteriore della stazione ferroviaria, accesso attualmente chiuso per i lavori della alta velocità. I militanti sono in parte entrati nella struttura prefabbricata (che da anni fornisce informazioni ai residenti sullo stato di avanzamento dei lavori) e sul tetto. Hanno esposto striscioni.
17. 16 - Blocchi in Calabria
Un gruppo di manifestanti No Tav ha occupato i binari della stazione ferroviaria di Paola in provincia di Cosenza bloccando la circolazione dei treni. La protesta, attuata come forma di solidarietà al movimento No Tav che sta manifestando in Piemonte, sta impedendo la partenza di un treno Intercity per Roma. I manifestanti stanno urlando slogan e innalzando striscioni contro la realizzazione dell'opera.
Ore 15,04 - Manifestanti occupano sede del Pd a Roma
Una ventina di manifestanti 'No-Tav' sta manifestando all'ingresso della sede del Pd a Roma. Secondo quanto viene riferito, i contestatori sono adesso nello spazio della portineria del palazzo, dove sono scesi anche alcuni dirigenti del partito per ascoltare le ragioni della protesta. Dopo circa due ore i manifestanti se ne sono andati diretti verso piazza di Spagna.
A Novara l'appuntamento è davanti al piazzale della stazione stazione ferroviaria, a Trento in piazza Duomo, a Trieste sotto il palazzo del Comune, a Bologna nella Facoltà di scienze politiche occupata. Altri raduni si dovrebbero tenere a Pistoia, Salerno, Catania e Brindisi.
TARANTO - presidio in prefettura e poi corteo improvvisato per le vie del centro, bloccato per oltre un'ora il traffico cittadino, e di un quarto d'ora il ponte girevole. Siamo tutti no tav... "assassini! La repressione alimenta la ribellione"...
PROTESTA A NAPOLI; FS, RIPRESA CIRCOLAZIONE TRENI - E' ripresa la circolazione dei treni ala stazione ferroviaria di Napoli dove attivisti No Tav avevano bloccato alcuni binari: lo conferma Ferrovie dello Stato. Al momento continua comunque la protesta dei manifestanti ma all'esterno, lungo Corso Novara.
MANIFESTANTI BLOCCANO TRENO IN STAZIONE A BRESCIA - Un gruppo di No Tav ha bloccato il treno regionale delle 19.39 in partenza dal secondo binario della stazione di Brescia. Circa trenta persone stanno occupando le rotaie. "Venti miliardi di euro sono stati sottratti alle risorse pubbliche. Risorse che andrebbero usate per i bisogni della collettività, non per arricchire una lobby di costruttori" dicono i manifestanti.
NO TAV BLOCCANO TRAFFICO VICINO CANTIERE FIRENZE - Per circa un'ora hanno bloccato il traffico nei pressi della zona occupata dal cantiere Tav a Firenze, non lontano dalla stazione ferroviaria di Campo di Marte: protagonisti dell'iniziativa circa 200 manifestanti appartenenti alle sigle fiorentine contrarie alla realizzazione del tunnel per il sottoattraversamento della linea ferroviaria alta velocità. Gli attivisti avevano annunciato un presidio contro l'infrastruttura e la manifestazione si è però trasformata in un blocco per le auto. La polizia municipale è al lavoro per ripristinare la circolazione, dopo che lunghe code si sono formate nella zona: il 'nodo' si sta tuttavia sciogliendo e la manifestazione si è conclusa.
CORTEO A PADOVA A SOSTEGNO PROTESTA VAL DI SUSA - I Centri sociali del nordest hanno organizzato una manifestazione con corteo davanti alla stazione ferroviaria di Padova contro la Tav in Val di Susa. A darsi appuntamento - secondo la Digos - circa 400 giovani che si sono ritrovati nel capoluogo euganeo nel tardo pomeriggio. I manifestanti hanno esposto striscioni contro la realizzazione dell'opera, lo sperpero di denaro e la devastazione del territorio, chiedendo alle ferrovie un servizio adeguato e meno costoso per pendolari e studenti. La manifestazione ha provocato rallentamenti del traffico urbano e qualche disagio ma non sono stati segnalati problemi di ordine pubblico.
TRENI BLOCCATI IN CALABRIA, ANCHE UN EUROSTAR - Il secondo treno rimasto bloccato alla stazione di Paola, a causa della manifestazione indetta in segno di solidarietà con la protesta dei No Tav in Val di Susa, era l'Eurostar 9375 proveniente da Roma Termini e diretto a Reggio Calabria. Il convoglio, a causa dell'occupazione dei binari da parte dei manifestanti, ha sostato per poco meno di un'ora prima di ripartire per Reggio e non per la Sicilia, come si era appreso in un primo momento.
MANIFESTANTI NO TAV BLOCCANO TRAFFICO CENTRO TRIESTE - Un gruppo di No Tav sta bloccando in queste ore il traffico nel centro della città. Dopo aver manifestato in piazza Unità d'Italia, i No Tav, pur senza autorizzazione, stanno sfilando in un breve corteo non autorizzato bloccando di tanto in tanto una strada o una piazza creando così grande disagio alla circolazione stradale. Dopo aver occupato corso Italia il gruppo si è spostato nella vicina piazza Goldoni. La polizia municipale devia il traffico a seconda delle esigenze.
ATTIVISTI BLOCCANO SVINCOLO AUTOSTRADA PA-CT - Un gruppo di attivisti No-Tav, 200 secondo gli organizzatori, sta bloccando l'autostrada Palermo-Catania, in direzione della città etnea, all'altezza della rotonda di via Oreto, nel capoluogo siciliano. Sul posto sono intervenuti agenti di polizia e carabinieri.
pc 1 marzo - grande mobilitazione per oggi contro repressione e arresti
CHIANOCCO - "Blocchiamo tutto, dappertutto, alle 18". Si prepara un'altra giornata di fuoco in Val Susa: il passaparola che i No Tav hanno cominciato a far girare nella notte, prevede nuovi stop a sorpresa nel pomeriggio. La mobilitazione è stata decisa in un'assemblea con centinaia di persone, nel salone del centro polivalente di Bussoleno. Questi i primi raduni previsti per oggi alle 18 in tutta Italia.
Gli appuntamenti sono in Valle di Susa a Bussoleno (Torino), poi a Milano alla stazione centrale, a Brindisi, a Bologna e a Brescia, in piazza della Loggia.
La questura di Torino fa sapere che delle cinque persone fermate ieri sera al termine dei disordini, una, un uomo di 32 anni è stato arrestato per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, mentre le altre quattro sono state identificate e rilasciate. E il movimento accusa le forze dell'ordine: "Cariche violentissime, caccia all'uomo, vetrate dei bar distrutti (il video) per un rastrellamento di antica memoria, macchine parcheggiate vandalizzate e altro". Da un sito No Tav all'altro la polemica è feroce.
Dopo un'assemblea nella notte, il movimento No Tav si è dato appuntamento per questa sera alle 18 con una parola d'ordine, così come si legge sui siti, 'alle 18 blocchiamo tutto, dappertutto'. L'idea, ha spiegato uno dei leader, Alberto Perino, è quella di bloccare nuovamente lo svincolo di Chianocco dell'autostrada Torino-Bardonecchia, attualmente ancora presidiato da decine di blindati e agenti in tenuta antisommossa, ma anche di mettere in atto una serie di "azioni a livello nazionale" coinvolgendo il maggior numero possibile di città italiane alla stessa ora.
(01 marzo 2012)
pc 1 marzo - infamie di stato, governo, partiti parlamentari, sindacalisti di merda, stampa embedded contro il movimento NOTAV
i pennivendoli scrivono
..E adesso qualsiasi cosa scriveremo sarà ritenuta scorretta per definizione, «infame» o peggio, al servizio di qualche potere forte o della nostra cattiva coscienza. Perché questo ha decretato il giorno peggiore della storia No Tav. La definitiva impossibilità di essere persone e confrontarsi. Barricate dentro al cuore. Odio. Dopo la battaglia sull’autostrada, restano sulla scena fuochi spenti, bulloni, insulti e categorie. Gli sbirri ignoranti «con i loro stipendi miserabili». «Le pecorelle in divisa che ti attaccano le malattie».
I giornalisti venduti. I giornalisti No Tav. Una grande mafia indistinta che circonda tutto e tutti: «Non la vedete, c...? Sono gli stessi che hanno bruciato le nostre auto. Siete dei servi». Ci sono giornate che si annunciano in ogni particolare, come quella di ieri. Per raggiungere le tende del manifestanti e arrivare al centro della protesta, bisogna lasciare la macchina sui prati poco dopo San Giorio, saltare due barricate di tronchi e imboccare a piedi il raccordo autostradale. Dieci minuti di camminata. All’ora di pranzo non c’era molta gente al presidio. Un avamposto di ragazzi giovani vestiti di nero. Ci hanno chiesto di mostrare i documenti, come a una frontiera. Poi li abbiamo osservati allontanarsi per un conciliabolo. Soppesare il nome della testata e della persona. Osservare le nostre scarpe e la giacca. Litigare in disaccordo, fino alla decisione: «Vai. Ma non azzardarti a fare fotografie. Chiaro?». In effetti, poco più avanti, c’era una scena che avrebbe meritato di essere documentata. Ma non ci siamo azzardati. Anche perché erano già stati allontanati a male parole tutti i colleghi con la Reflex al collo. Gli stessi che il giorno prima, invece, erano stati in prima linea - dove sempre stanno i fotografi - fra gli agenti e i manifestanti, quasi a garanzia delle regole di ingaggio. Ma ieri era una giornata diversa. Cupa e tesa.
Quaranta ragazzi hanno circondato un furgone nei prati. Erano convinti che le due persone che armeggiavano lì vicino fossero agenti della Digos, intenti a captare con lunghi microfoni direzionali le loro strategie segrete. Qualche ragione di fraintendimento potevano averla. Avevano notato uno zaino nero all’interno del furgone. Antenne satellitari. Anche una sirena blu, tipica delle forze dell’ordine. Li hanno circondati. Per farsi dare le chiavi, hanno malmenato uno dei due. Poi c’è stato una specie di processo sommario in mezzo ai campi. «Chi siete?». «Cosa c... state facendo?». «Dovete spiegarci questa attrezzatura». «Siete sbirri?». Erano due operatori di un service giornalistico che si chiama H24. Li avevamo visti al lavoro nei giorni scorsi, accettati fra gli altri. I loro servizi in video finivano sul sito del «Corriere della Sera». Ma di colpo si erano trasformati nella personificazione del male assoluto: «il giornalista sbirro». E il fatto che potessero essere due poliziotti, cioè pubblici ufficiali, non era un motivo per andarci più cauti, ma un incentivo alla rabbia. Li hanno lasciati andare dopo trenta minuti, fra insulti, sberleffi e minacce: «Dacci il nastro, altrimenti...». Uno di loro, picchiato e in lacrime, poi ha raccontato: «Mi hanno mostrato un coltello...». Erano solo le tre di pomeriggio.
Per quanto il movimento No Tav detesti le distinzioni al suo interno, a noi sembra il caso di farle. Almeno tre anime grandi diverse vanno messe a fuoco: valsusini, autonomi, anarchici. Ieri dominavano gli ultimi. La componente minoritaria, i ragazzi vestiti di nero. Quelli in guerra con il mondo, quelli che ti guardano con occhi pieni di disprezzo appena scoprono che non sei uguale a loro. Gli stessi che potresti incontrare altrove, su altre barricate. Perché non hanno altro progetto politico che la contestazione «del sistema». Torino li conosce bene. Sono gli stessi che lanciavano le pietre contro il Palazzo di Giustizia nel 1998, dopo il suicidio in carcere degli anarchici Edoardo Massari e Maria Soledad Rosas. Tre anime diverse, dunque. Tre diverse «modalità operative». E il potere di integrarle - e calmierarle - in questi anni è sempre stato affidato ad Alberto Perino fra i valsusini e agli autonomi del centro sociale Askatasuna. Ieri però sono mancati entrambi, nelle prime fasi della giornata. Così ognuno ha deciso per sé. E poi tutti abbiamo sentito il rotore dell’elicottero della polizia, alto dentro a un cielo limpido di primavera. E tutti abbiamo capito quello che stava per accadere. Polizia e carabinieri stavano arrivando in forze per liberare l’autostrada. In quei frangenti spaventosi di distanze che si accorciano, i ragazzi vestiti di nero hanno alzato sciarpe e cappucci sulla testa, hanno ammonticchiato pietre e bulloni. In una fredda attesa di guerra.
Lo schema è stato questo: idranti e lacrimogeni da una parte, pietre e insulti dall’altra, devastazione tutto intorno. Ma senza un solo contatto fisico, almeno all'inizio. Senza una sola manganellata. Fino a quando venti irriducibili si sono stesi sull’autostrada per farsi portare via a forza. Le tre anime del movimento erano ancora rappresentate, con l’aggiunta del sindacalista della Fiom Giorgio Cremaschi. E tutti urlavano e insultavano, scandivano il nome di Luca Abbà e applaudivano se stessi, pronti al sacrificio. «Voi non capite. Voi siete ignoranti. Vi stanno fregando. Voi siete qui per millequattrocento euro. Voi siete al servizio della mafia». Due poliziotti si sono girati stravolti, verso chi gli stava urlando contro: «Magari fossero 1400». È stato l’unico momento in cui si sono guardati negli occhi. Poi è ricominciata la battaglia. Fino a degenerare nel modo peggiore.
un commento
Di infamie contro la lotta no tav in questi giorni ne stiamo leggendo e sentendo tante, troppe. Dagli insulti a Luca Abbà – ancora più infami date le condizioni in cui versa – alla criminalizzazione di donne e uomini che lottano per la difesa della Valsusa contro mafie e nocività.
Ma evidentemente non basta: su tutti i quotidiani di oggi si attribuisce alla lotta No Tav la responsabilità della perdita di una porta da un treno in corsa. Eppure sono anni che i ferrovieri denunciano le "porte assassine" e la mancanza di dispositivi di sicurezza sui treni delle ferrovie italiane. E vengono pure licenziati di conseguenza, come Dante De Angelis.
Bene, per una minima controinformazione in questo paese di pennivendoli, segue una lista di link da far girare.
ciao, Nic
http://www.macchinistisicuri.info/ms/docusicur/archivio/portevetture/segnalazioni.php
http://www.inmarcia.it/notizie-aim/archivio-2007/42-ferrovie-i-delegati-sui-treni-porte-assassine
http://www.macchinistisicuri.info/ms/archinews/2007/
http://www.cub.it/article/?c=convegni-e-manifestazioni&id=3941
http://www.lottaunita.org/index.php?view=article&catid=32%3Acapitalelavoro&id=103%3Atrenitalia-porte-assassine&format=pdf&option=com_content&Itemid=47
pc 1 marzo - viva marco . abbasso le pecorelle vigliacche che con la divisa picchiano, devastano, insultano marco, il movimento no tav, tutti noi
Marco Bruno è su tutte le Tv.
E' il "cattivo ragazzo" che da della "pecorella" al poliziotto armato fino ai denti e con maschera antigas indosso.
Chi è Marco? E' un padre di famiglia di un magnifico bimbo di 2 anni, un lavoratore che non si risparmia e un no tav valsusino da sempre.
Martedì al posto di mangiarsi un panino nella pausa pranzo è corso insieme a tanti a Chianocco per tentare di resistere al migliaio e più di forze dell'ordine che sgomberavano l'autostrada.
La rabbia è tanta ma Marco non perde la testa, non fa gesti inconsulti, scarica solo verso chi in quel momento sta calpestando per l'ennesima volta la dignità di una popolazione, invadendo in modo violento la Valle dove Marco è nato e cresciuto.
E' un attimo, le Tv riprendono e la vittima diventa il poliziotto armato e a volto coperto e il carnefice il manifestante a volto scoperto e disarmato.
Che i meccanismi dei media siano perversi già lo sapevamo, ma non riusciamo ancora ad abituarci a tali livelli di mistificazione e manipolazione.
L'unico spezzone trasmesso è quello della sacrosanta rabbia, poi però Marco parla per dieci minuti con l'uomo armato in modo tranquillo e pacato, fino a quando lo saluta poichè deve tornare a lavoro (a stomaco vuoto) dicendogli "...comununque vi voglio bene lo stesso". Questo però nessuna Tv l'ha fatto vedere.
Cosi finisce Marco la sua "violenta protesta", "vi voglio bene lo stesso".
Credo che non ci siano altri commenti da fare, specie dopo la violenza di questa sera compiuta dagli uomini in divisa.
Che ognuno risponda alla propria coscienza
comitato no tav spinta dal bass - Takuma
Iscriviti a:
Post (Atom)