Una finanziaria nel nome dell’economia di guerra: un bastimento di spese militari

di Federico Giusti

La manovra economica non porta soldi al welfare, a sanità e istruzione, che diventano invece le vittime sacrificali per l’aumento delle spese militari. Eppure, ne avremmo grande bisogno visto che spendiamo meno della media europea. Milioni di cittadini e cittadine ormai rinunciano alle cure e molti altri ammettono di indebitarsi per sottoporsi a visite private in tempi accettabili vista la lunga lista di attesa nel pubblico.

Da una prima e rapida lettura del Documento programmatico di Finanza pubblica si evince che il solo capitolo di spesa ad essere incrementato (e in maniera sensibile) è proprio quello militare. Al contempo scorrendo la stringata nota tecnica dell’Ufficio parlamentare di Bilancio gli elementi di criticità evidenziati vanno dalle prossime scadenze del PNRR ad autentiche minacce incombenti sulla UE (il protezionismo, le guerre e i piani di riarmo, fonti primarie di incertezza con effetti sull’economia di difficile quantificazione).

Andiamo alle spese militari, sapendo che molti capitoli di bilancio afferenti ad altri ministeri non