sabato 4 ottobre 2025

pc 4 ottobre - All'ex Ilva di Taranto vogliono far fuori 6 mila operai per svendere l'Ilva agli Usa di Trump

A Taranto i lavoratori dell'ex Ilva, rimarrebbero soltanto duemila. 

Uno scenario delineato da Il Sole 24Ore, il giornale di Confindustria, e che - secondo quanto scrive Paolo Bricco, sarebbe contenuto nel piano del fondo americano Bedrock Industries, in corsa per l'acquisizione di tutti gli asset di AdI: l'unica altra offerta per il gruppo nella sua interezza viene dall'altro fondo statunitense, Flacks Group.

A quanto risulta a Il Sole 24 Ore, che ha consultato più fonti convergenti, la proposta di Bedrock Industries per l’ex Ilva prevederebbe la conservazione di duemila addetti a Taranto e di altri mille addetti nel resto dell’Italia, fra gli stabilimenti di Novi Ligure e di Cornigliano e i servizi logistici e commerciali sparsi nella penisola, antica vestigia di quella che fu il secondo gruppo siderurgico a ciclo integrale europeo".

Complessivamente, "gli addetti che dovranno uscire definitivamente dal perimetro sono compresi fra i settemila e i settemila e cinquecento". "L’unica cosa sicura è che sarà una apocalisse occupazionale".

Da tanto tempo lo Slai cobas ha denunciato la prospettiva di forti esuberi. Ma su questa drammatica certezza nessuno dei sindacati di Acciaieria ha organizzato una mobilitazione seria e prolungata: alle "forti" parole è corrisposto solo uno sciopero l'anno scorso, ma soprattutto incontri e richieste al governo.

Ora con questa ultima (?) prospettiva si uniscono tragedia e farsa. E' una mega svendita agli Usa di Trump. Una decisione, se confermata, che sarebbe in linea della politica della Meloni di serva dei servi del pazzo Trump.

Contro questo schiaffo in faccia agli operai, presa per il culo ci vorrebbe realmente una rivolta, una lotta prolungata che impedisca questa cancellazione della più grande classe operaia in Italia.

Pensare che basti una minaccia di sciopero - come ora dicono i sindacati confederali - è accompagnare la tragedia/farsa. Così come chiedere a questo governo "di fare scelte coraggiose e restituire serenità a 18mila lavoratori (diretti, appalto e Ilva in Amministrazione Straordinaria) e relative famiglie" - come scrive l'Usb - è propagandare una stupida illusione; il governo Meloni/Urso ha già fatto da tempo la sua "scelta" e ha detto fermamente NO alla nazionalizzazione. Per cui anche per una rivendicazione, anche inevitabilmente necessario in questo momenti di "nazionalizzazione" non bastano certo richieste e incontri. Ma lotta, lotta contro!

pc 4 ottobre - Strage di braccianti indiani nella zona di Scanzano (Matera)

4 operai morti e altri feriti per un incidente con il pulmino mentre ritornavano dal lavoro, supersfruttato per condizioni di lavoro, abitazione e trasporti - Immediata denuncia e azione dello Slai cobas Taranto che copre Puglia e Basilicata e che si occupa anche di India e stringe legami tra i lavoratori indiani sfruttati nel nostro paese e masse indiane che fuggono dall'India del fascista Modi e masse e proletari che lottano in India. 

Già il 1° luglio in occasione dell’assassinio del lavoratore indiano Satham Singh abbiamo tenuto una giornata nazionale e internazionale di lotta - così come lo Slai Cobas di Bergamo organizza la lotta di operai indiani nelle fabbriche dell’area Bergamo-Brescia-Milano - ora nella zona dell’ultima strage di lavoratori di Scanzano riparte da qui la mobilitazione sin da domani.

Slai cobas Taranto

pc 3 ottobre - Scioperano per Gaza/Palestina anche i detenuti - Bologna


 Rinunciamo a un giorno di libertà per Gaza e la Flotilla”

Questa mattina hanno scioperato per Gaza e la Flotilla anche i detenuti-lavoratori dipendenti della società FI meccanica, nel carcere di Dozza: “Rinunciamo a un giorno di libertà e al nostro stipendio”. 

Per noi reclusi andare a lavorare è un momento di libertà dal contesto carcerario in cui viviamo - scrivono i detenuti che lavorano per la Fid, un'azienda meccanica che coinvolge le persone in carcere -. Nonostante ciò rinunciamo a un giorno di libertà e al nostro stipendio".

Questa decisione, aggiungono i detenuti, "è stata presa per manifestare tutta la nostra indignazione per il genocidio tuttora in atto e per supportare le persone della Flotilla arrestate con l'unica colpa di essere ambasciatori di umanità. Questo è il minimo che possiamo per poter ringraziare tutti quei cittadini che ogni giorno si battono per i diritti dei detenuti", concludono i carcerati.

https://www.bolognatoday.it/cronaca/sciopero-detenuti-carcere-dozza-lettera.html

pc 3 ottobre - Sciopero generale per la Palestina, oltre 30 mila a Palermo

Anche a Palermo, in unità e collegamento con le altre città, un grandissimo corteo di oltre 30 mila manifestanti per lo sciopero generale indetto dai sindacati di base e da Cgil, in piazza anche uno spezzone di delegati Fiom, che dalla stazione centrale si è snodato in città all' insegna di "Blocchiamo tutto", per dire ancora con più forza: Stop genocidio, con la Flotilla, contro l'entità nazisionista di Israele terrorista, contro il governo Meloni/Tajani/Salvini fascista e pienamente complice del genocidio del popolo palestinese. 

 

Strade e piazze bloccate, ancora tantissimi studenti, lavoratori soprattutto scuola sanità università/ricercatori, un corteo salutato dai balconi da cittadini solidali così dai negozi. 




Abbiamo sfilato insieme agli studenti universitari con cui si è creata una bella sintonia anche nel fare gli slogan insieme: Il genocidio si può fermare sciopero sciopero generale! Palestina Libera dal fiume al mare! Meloni fascista complice sionista!


venerdì 3 ottobre 2025

pc 3 ottobre - Bergamo 2 e 3 ottobre la "colonna sonora delle mobilitazioni" per la Palestina e contro la Meloni

Due giorni di mobilitazione popolari e di massa 


Venerdì durante lo sciopero il presidio indetto dalla CGIL davanti al comune si trasforma subito in un corteo per le vie del centro con al centro la grande partecipazione studentesca mentre rimane ancora piccola la presenza dei lavoratori e in particolare dalle fabbriche, inevitabile la conclusione separata quando lo spezzone della CGIL ritorna verso il punto iniziale e la parte più grossa delle scuole, con delegazioni dei sindacati di base, ma con ampia partecipazione popolare dalle famiglie ai cosiddetti maranza giovanissimi della periferia, si dirigono verso la stazione entrando nei binari per più di 1 ora






Giovedì un fiume di manifestanti bloccata la tangenziale 
su entrambe le carreggiate e il casello autostradale






Nello spezzone dei giovani in cui eravamo oltre gli slogan per la Palestina la questione principale toccava sempre la Meloni, Salvini Tajani ...ossia il governo individuato come controparte. Così come tanti cartelli fai da te a dimostrazione della partecipazione spontanea non organizzata ma determinata a fare tutto quello che serviva fare e convinta...

Intervento al presidio del 24 settembre a Bergamo: sugli scioperi per la Palestina e sull'assedio alla stazione centrale di Milano nella manifestazione del 22 settembre

pc 3 ottobre - Migliaia di persone al corteo all'Aquila nel giorno dello sciopero generale


Oltre 2000 persone oggi a L'Aquila hanno animato un corteo partito dalla periferia est del capoluogo, nell'area di Colle Sapone, diretto verso la Villa comunale. Lungo il percorso il corteo ha fatto tappa davanti alla Questura, alla Fontana Luminosa e davanti la prefettura. Nel corteo, indetto da CGIL e UDU, la voce più combattiva è venuta dai giovani che anche ieri si sono radunati spontaneamente in un presidio a Piazza Regina Margherita per denuciare la complicità del governo e delle istituzioni accademiche nel genocidio.

Come ieri, anche oggi abbiamo portato la nostra solidarietà agli attivisti della flottilla arrestati dallo stato sionista, ma soprattutto abbiamo espresso piena solidarietà alla resistenza del popolo palestinese. Quella resistenza che tante

pc 3 ottobre - A Ravenna un corteo di 10 mila persone ha bloccato la città fino al pomeriggio

In piazza si era diffusa la notizia del transito della nave Zim israeliana intorno alle 18 dal porto di Ravenna. E' stato precisato successivamente l'orario: dovrebbe essere all'1 di domenica e si sta organizzando per quell'ora un presidio-blocco al porto.

 La manifestazione a Ravenna ha avuto una partecipazione maggiore rispetto al 22. 

In piazza i lavoratori, dai portuali ai lavoratori della scuola uniti agli studenti medi hanno animato un grande corteo partito dal centro città che ha bloccato il ponte Teodorico che passa sopra la stazione perché il passaggio verso di essa è stato impedito dalla polizia. Il corteo aveva raggiunto la Darsena, luogo ormai divenuto centrale nelle mobilitazioni a sostegno del popolo palestinese per via del porto e, quindi, dei traffici verso lo stato nazisionista di Israele, e qui si sono tenuti gli interventi dei sindacati di base e dei portuali e della Cgil che hanno impedito il transito di armi il 18 settembre facendo rispettare la legge 185/90 e l'art. 11 della Costituzione. Inoltre è stato ribadito che esercitare il diritto di sciopero attaccato dall'ignobile ministro Salvini, amico di Israele, è stata la giusta risposta al governo.

Subito dopo si è formato un corteo diretto alla stazione ma bloccato dalla polizia che ha fatto calare le sbarre del passaggio a livello per impedire il transito ma che ha fatto sì che si bloccasse la viabilità. Il corteo ha detto chiaro che il governo Meloni si deve dimettere per la sua complicità con Israele genocida. Dopo il blocco del traffico una parte si è diretta al ponte mobile per dare vita ad un altro blocco.

Lo Slai Cobas è stato l'unico sindacato che è intervenuto alla Marcegaglia con un volantinaggio al primo turno portando l'appello dello sciopero di oggi e la partecipazione alla manifestazione cittadina. 

Al termine dell' intervento alla Darsena di città abbiamo lanciato l' appello alla partecipazione della manifestazione a Roma di domani, 4 ottobre.

Alcune foto e il nostro intervento a microfono aperto alla Darsena

blocco al ponte mobile


pc 3 ottobre - COL CUORE A GAZA OGGI UNA MAREA UMANA HA INVASO LE STRADE DI MILANO E BLOCCATO LA TANGENZIALE

100.000? Molti di più e questo è stato chiaro sin dalle 8,30 (il concentramento era alle nove) e già era difficile collocarsi coi propri gruppi di appartenenza, con le strade attorno a Porta Venezia che erano un continuo arrivare di studenti, scolaresche, lavoratori (tantissimi della scuola e sanità), gruppi organizzati e associazioni. Tante le bandiere CGIL e alcune della FIOM; USB-CUB, centri sociali, Giovani Palestinesi e API, famiglie e molto altro. Tenere gli spezzoni compatti era molto difficile, perchè è stato un flusso continuo e ininterrotto, e chi si ritrovava e si compattava non riusciva a muoversi in corteo, tanto che a un certo momento qualcuno ha chiesto perché non ci muovessimo e un compagno che era arrivato da poco dice che la testa del corteo era già a Piazzale Dateo (che per chi non è di Milano significano circa 4 km) e il flusso di chi arrivava non si fermava.

Con un colpo d'occhio di bambini accompagnati da insegnanti e genitori coi loro striscioni molto incisivi con slogan FREE Palestine e Stop Genocide. E da subito si è compreso la voglia diffusa nella stragrande maggioranza di occupare tutte le strade, di non fermarsi al solo corteo ma di andare oltre. Una manifestazione, ma che è stata una vera e propria festa popolare della solidarietà, dove si percepiva la sensazione che ci si conoscesse tutti ed era bello ritrovarsi per manifestare insieme. Una contaminazione generazionale e interloquire e voglia di condividere un percorso comune. Chiunque prendesse il nostro volantino/posizione di proletari comunisti, appena leggeva contro il governo Meloni lo prendeva, sorrideva e ci

pc 3 ottobre - Bologna


pc 3 ottobre - Torino


pc 3 ottobre – Sciopero generale per Gaza: 2milioni di partecipanti - Grandi manifestazioni - scontri a Bologna, Milano e Torino... A Pisa invaso l’aeroporto - Info ora per ora

Ore 17.27 – Il punto della situazione: i porti

 Nella giornata di oggi, sono stati bloccati i porti di Genova, Livorno, Salerno e Trieste, mentre in serata i manifestanti hanno bloccato l’hub logistico di Pioltello, alle porte di Milano. Invaso anche il terminal intermodale dell’interporto di Padova.

Arriva un primo bilancio delle partecipazioni di oggi. La CGIL ha rilasciato una nota in cui sostiene che oggi sarebbero scese in piazza 2 milioni di persone in tutta Italia in oltre 100 città, di cui 300.000 solo a Roma. “Secondo i dati pervenuti finora”, si legge nella nota, “l’adesione media nazionale allo sciopero generale si attesta intorno al 60%”.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha pubblicato un post sulla propria piattaforma social Truth in cui dà un ultimatum ad Hamas per accettare il proprio piano di pace. Trump ha detto che Hamas ha tempo fino alle 18 di domenica (le 12 italiane) per fornire la propria risposta, altrimenti “tutto l’inferno, come mai nessuno lo ha visto prima, sarà scatenato contro Hamas”.

La situazione a Gaza, intanto, si aggrava. Le aggressioni su Gaza City si stanno intensificando, e dall’alba di oggi Israele ha ucciso almeno 31 persone nella sola capitale. In totale, nella Striscia le IDF hanno ucciso almeno 49 persone.

Due persone sono state fermate di rientro al blocco dell’interporto di Padova e sono state portate in questura. I gruppi di attivisti stanno formando un presidio sotto la questura per chiederne il rilascio.

Tra i punti più colpiti, vi sono autostrade e tangenziali, centrali nel traffico delle merci. Oggi, circa 150mila manifestanti hanno invaso la tangenziale di Milano salendo dall’uscita di Lambrate, per poi dividersi in due blocchi: uno ha continuato in direzione Cascina Gobba, l’altro è tornato verso il centro. Anche a Brescia, Modena e Trento è stata bloccata la tangenziale. A Bologna i manifestanti hanno prima occupato la tangenziale e poi invaso l’autostrada. L’autostrada è stata bloccata anche a Pisa, dove i manifestanti sono poi riusciti a invadere l’aeroporto, bloccando i voli. A Venezia, invece, i manifestanti hanno occupato il Ponte della Libertà, che connette l’isola principale con la terraferma. Come le strade le stazioni: oggi i manifestanti hanno occupato i binari a Firenze, Genova, Massa e Treviso.

Dopo avere percorso l’autostrada, i manifestanti del corteo pisano hanno raggiunto l’aeroporto Galileo Galilei. Qui sono riusciti a forzare il blocco delle forze dell’ordine e a invadere la pista e i piazzali dove si trovano gli aerei, sfilando con tamburi e bandiere I voli sono stati momentaneamente sospesi. Le prese di stazioni del trasporto pubblico continuano in tutta Italia. A Genova nel frattempo è stata occupata la stazione di Principe

Il ministero degli Esteri israeliano ha rilasciato un post sul social X, ex Twitter, in cui annuncia che le operazioni per i rimpatri degli attivisti sono in corso, aggiungendo che 4 cittadini italiani sono già stati rimandati in patria.

A Torino i manifestanti si sono diretti verso la sede di Leonardo, dove le forze dell’ordine hanno reindirizzando decine di camionette. Sulla via per lo stabilimento, le forze dell’ordine hanno lanciato lacrimogeni sui dimostranti, facendo disperdere parte del corteo. Altri, tuttavia, sono andati avanti compatti, e pare che siano riusciti a sfondare un cancello.

Leonardo è la principale azienda bellica italiana, tra le prime a finire sotto la lente delle manifestazioni per la Palestina a causa dei suoi rapporti con lo Stato di Israele. La multinazionale è infatti attiva in diversi progetti di scambio con lo Stato ebraico, uno dei quali rinnovato lo scorso aprile dal governo, ed è proprietaria di aziende di tecnologia bellica israeliana quali Rada Systems.

I manifestanti di Milano si sono divisi a metà: un blocco è tornato verso il centro, mentre un altro ha proseguito sulla tangenziale in direzione Cascina Gobba ed è stato attaccato dalle forze dell’ordine con i lacrimogeni. In questo momento, tutte le uscite della tangenziale est della città sono state bloccate o risultano congestionate. Analoga situazione anche a Bologna, dove i manifestanti, dopo avere invaso la tangenziale hanno imboccato l’autostrada. Anche qui, come a Milano, il corteo è stato attaccato con le forze dell’ordine con i lacrimogeni.

L’estensione delle manifestazioni è vastissima. In generale, tutte le piazze stanno raccogliendo sull’ordine delle migliaia e delle decine di migliaia di persone. Complessivamente tra le sole Roma, Milano, Bologna e Torino, le prime stime parlano di un totale di un numero di persone tra le 600 e le 700mila. Tra Brescia, Firenze, Padova, Palermo, Treviso e Venezia si sarebbero invece radunate almeno 200mila persone. Contando anche i centri minori, il numero di manifestanti dovrebbe contare oltre un milione di partecipanti. Lo sciopero è infatti arrivato anche in centri che non si è soliti vedere associati alle manifestazioni. In queste ore sono state organizzate piazze anche ad Aosta, Cesena, Cosenza, Forlì, Massa, Modena e Pescara.

Il corteo triestino ha bloccato il Varco 4 del porto cittadino; una parte dei manifestanti si sono poi staccati dal presidio davanti, dirigendosi verso il Varco 1 e bloccando anche quello.

Anche a Bologna i manifestanti hanno bloccato la tangenziale con una partecipazione stimata di circa 100.000 persone. 

Bologna bloccano la tangenziale – Foto del collettivo Chrono.

A Salerno la manifestazione ha interessato la zona del porto, dove i manifestanti hanno cercato di forzare il bocco delle forze dell’ordine sul varco di Ponente. Ci sono stati scontri e cariche della polizia.

Il corteo di manifestanti a Milano è salito in tangenziale e ora si trova all’altezza dell’uscita di Lambrate. Secondo delle stime provvisorie, i partecipanti alla manifestazione meneghina sarebbero oltre 150.000.

I manifestanti sulla tangenziale a Milano.

A Torino, il corteo di manifestanti si è diretto alle Officine Grandi Riparazioni per contestare la “Tech Week”, alla presenza di Ursula von der Leyen e Jeff Bezos, attraverso l’area che ospita campus e incubatori del Politecnico. I manifestanti hanno tentato di sfondare il blocco delle forze dell’ordine e lanciato fumogeni, ricevendo in risposta lacrimogeni. Un centinaio di persone si è staccato dal corteo principale cercando di superare la recinzione per raggiungere il Politecnico, ma le cariche di alleggerimento della polizia hanno disperso i dimostranti, che hanno iniziato a defluire.

Momenti di tensione a Padova, dove sono in atto scontri a distanza tra manifestanti e forze dell’ordine. Gli attivisti hanno lanciato oggetti e fumogeni, i poliziotti hanno usato gli idranti e lacrimogeni contro la folla. Il corteo è indietreggiato e ora la distanza tra i due schieramenti è di meno di cento metri.

A Catania, un cordone di persone si è staccato dal corteo principale ed è arrivato alla stazione allo scopo di occupare i binari. Nonostante il tentativo della polizia di impedire l’azione, dopo un breve scontro con le forze dell’ordine i manifestanti sono riusciti a invadere i binari, che sono attualmente occupati. Nel frattempo, sono state occupate anche tutte le strade adiacenti e il traffico è bloccato.

Ad aderire allo sciopero generale per Gaza e in sostegno alla Flotilla è anche il personale di alcune istituzioni italiane all’estero. Le adesioni provengono da lavoratori e lavoratrici delle sedi di Madrid, Barcellona e Lisbona e sono coinvolti dipendenti dell’Ambasciata e dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, della Scuola Statale Italiana, del Consolato Generale di Barcellona, oltre che dell’Ambasciata e dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona.

Un particolare che rende l’idea di come lo sciopero odierno stia mobilitando ampie fasce della popolazione anche al di fuori dei lavoratori delle categorie solitamente interessate dalle proteste sindacali. Dal carcere della Dozza, Bologna, ci arriva l’immagine del volantino con il quale i detenuti che godono del permesso di lavoro come dipendenti della società Fare impresa in Dozza (FID) annunciano l’intenzione di rimanere in cella per protestare contro il genocidio in Palestina e il blocco della Global Sumud Flotilla: «Per noi lavorare è un atto di libertà. Nonostante ciò, rinunciamo a un giorno di libertà e al nostro stipendio», hanno scritto i carcerati.

Continuano le occupazioni di scuole e università in tutto il Paese. Dopo le occupazioni della Facoltà di Lettere e del Rettorato, anche la Scuola Normale Superiore di Pisa è stata occupata dal movimento studentesco. Alta tensione anche a Roma, dove gli studenti di Cambiare Rotta hanno bloccato gli ingressi della facoltà di Lettere della Sapienza. Da ieri sono occupate anche la Statale di Milano e l’università di Torino.

Oltre cento piazze in tutta Italia si stanno mobilitando da stamane per lo sciopero promosso dai sindacati in solidarietà al popolo palestinese e ai membri della Global Sumud Flotilla. Un’ondata di persone è scesa per le strade delle rispettive città, dalla Val d’Aosta fino alla Sicilia. A Milano, decine di migliaia di manifestanti sono partiti da Porta Venezia. A Roma, gli organizzatori puntano a sfondare le 100mila unità. A Palermo, sono circa 30mila le persone attualmente riunite in corteo, mentre a Napoli se ne contano oltre 15mila.

A Venezia lo sciopero indetto da Cgil e Cobas, unito alle manifestazioni a sostegno di Gaza e della Flotilla, ha paralizzato i collegamenti da e per il centro storico. Il corteo, partito da Campo Santa Margherita, è diretto a piazzale Roma, stamani completamente deserto. Alcuni attivisti sono saliti sul tetto del Garage comunale, esponendo uno striscione con la scritta “Free Gaza”. Gravi i disagi anche sul fronte ferroviario: dalle 10 sono state registrate cancellazioni della quasi totalità dei treni sia alla stazione di Venezia Santa Lucia sia a quella di Mestre.

Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ospite a Mattino Cinque, ha definito l’odierno sciopero «illegittimo non perché non lo vuole Salvini, ma perché la Commissione tecnica di garanzia lo ha dichiarato tale», affermando che «chi oggi sciopera sa che va contro la legge e rischia sanzioni sia a livello personale che come organizzazioni sindacali». Il leader della Lega ha poi aggiunto: «Lo organizza Landini? Lo paghi Landini». Quanto alla scelta di non precettare lo sciopero, Salvini ha spiegato di averlo fatto «per dare una chance, un segnale di dialogo in un momento delicato e provare ad abbassare i toni e chiedere il rispetto del lavoro.

A Brandizzo, nel Torinese, attivisti pro Palestina e il sindacato Si Cobas hanno bloccato il centro di distribuzione Amazon, impedendo dalle 7.30 l’uscita dei furgoni destinati alle consegne. Nelle Officine grandi riparazioni, in occasione dell’Italian Tech Week, è previsto il talk con Jeff Bezos, fondatore di Amazon, con John Elkann e la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen. Le OGR, presidiate dalle forze dell’ordine, sono obiettivo del corteo dei manifestati torinesi.

Lo sciopero generale sta causato gravi disagi al trasporto pubblico in tutta Italia. A Napoli la Stazione Centrale registra ritardi e cancellazioni, la linea 1 della metro è ferma, bus e tram operano a servizio ridotto e molti treni Eav sono soppressi. A Milano Centrale i ritardi vanno da 20 minuti a oltre 5 ore, mentre a Garibaldi e Rogoredo si registrano cancellazioni e ritardi fino a tre ore. Anche a Roma Termini numerosi treni sono stati cancellati o ritardati fino a 80 minuti. Disagi previsti fino alle 21.

I lavoratori e le lavoratrici in sciopero stanno bloccando Logtainer, l’hub logistico ferroviario di Pioltello (Milano), definito dai Giovani palestinesi Milano che si sono uniti alla protesta «uno dei principali snodi della logistica di guerra del nord Italia». Il polo, alle porte di Milano e collegato ai porti di Genova, La Spezia e Livorno, è infatti strategico per il transito di merci legate alla filiera bellica e commerciale dirette a Israele. Logtainer movimenta carichi per conto di Maersk, oggetto di una campagna di boicottaggio per il trasporto di armi verso Israele.

Dalle 6 del mattino un presidio di manifestanti pro-Pal,  ha bloccato completamente il traffico commerciale nella zona nord del porto di Livorno. L’azione, svolta davanti al varco Zara, ha causato lunghe code di Tir e mezzi pesanti intrappolati tra ponte Genova e via Leonardo da Vinci, paralizzando anche l’accesso dei passeggeri ai traghetti. I manifestanti hanno invaso le carreggiate, posizionato transenne e acceso fuochi per impedire il transito. La protesta ha generato tensioni, con camionisti e automobilisti bloccati che lamentano l’impossibilità di circolare in quell’area della città.

pc 3 ottobre - La Palestina invade lo sciopero e le piazze in tutta Italia, che trasbordano... - Siamo dentro ovunque siamo presenti... Cronache e immagini appena possibile


pc 3 ottobre - Il gigantesco movimento per la Palestina - Immagini da Milano e Bergamo

 Milano



Bergamo

giovedì 2 ottobre 2025

pc 2 ottobre - Un gigantesco movimento per la Palestina - Manifestazioni in tutta Italia per la Flotilla - Venerdi 3 sciopero generale - 4 ottobre manifestazione nazionale a Roma

Bologna

Torino


pc 2 ottobre - Il ministro della guerra Crosetto risponde ai militanti di Palermo che manifestano per la Palestina!

 

Il Ministro della guerra, il guerrafondaio Crosetto, ha avuto la faccia tosta di rispondere agli attivisti che hanno protestato ieri sera a Palermo contro l’assalto alla Global Sumud Flotilla e contemporaneamente contro il “Villaggio dell’Esercito”, una specie di fiera delle armi, che sta infangando il centro città. È stato piuttosto incauto, il ministro, visto che si è lasciato andare alla retorica fascio-guerresca mentre diceva di parlare di pace…

Dopo aver accusato i manifestanti perché hanno affermato di “sentirsi ‘offesi’ dal solo fatto di vedere

pc 2 ottobre - PALESTINA LIBERA DAL FIUME FINO AL MARE - CON LA GLOBAL SUMUD FLOTILLA - CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA E TUTTI I SUOI APPARATI ASSASSINI - DA PALERMO

Palermo ieri sera 

Corteo per la Flotilla, tensione tra manifestanti e polizia in centro: ferita una ragazza

Iniziative di protesta in tutta Italia subito dopo l'abbordaggio di Israele. 
Studenti, associazioni e cittadini si sono radunati a Palermo in piazza Sant’Anna al grido di “Palestina libera”. 
Poi il corteo si è diretto verso piazza Politeama dove è in allestimento il Villaggio dell’Esercito. 
Alcuni partecipanti hanno tentato di superare il cordone delle forze dell’ordine che hanno risposto coi manganelli. 

Palermotoday

video https://www.palermotoday.it/cronaca/flotilla-palermo-scontri-manifestanti-polizia-ferita.html?fbclid=IwY2xjawNLgEJleHRuA2FlbQIxMQABHmatFb_i4PtEQq36U-a6hAGHgX7NiV8FJoHK4ZyB_m9SppLiOZdJDgiI5GOy_aem_J5lC7_t2G--_5KLZia_-Gw

pc 2 ottobre - Slai cobas sc aderisce allo sciopero generale nazionale del 3/10

Lo Slai cobas per il sindacato di classe aderisce allo sciopero generale nazionale del 3 ottobre e alle iniziative della giornata

Intervento alle fabbriche e partecipazione agli appuntamenti decisi dal movimento pro Palestina 

- Libertà subito per gli attivisti della flottilla 

- no al piano colonial/sionista Trump-Netanyahu 

- cessate il fuoco - stop genocidio/deportazione

- via le truppe israeliane da tutti i territori occupati

- senza giustizia nessuna pace / palestina libera 

- solidarietà alla resistenza fino in fondo 

- basta complicità del governo Meloni con lo stato d’Israele /stop rapporti militari/economici diplomatici con Israele

- riconoscimento dello stato di Palestina 

Tutti a Roma il 4 ottobre - Per partecipare a Roma info #iostoconlapalestina WA 3519575628

SLAI COBAS per il sindacato di classe

mercoledì 1 ottobre 2025

pc 1 ottobre - I militari italiani hanno avuto un ruolo tra gli incursori di Israele alla Flottilla


la denuncia da Antonio Mazzeo: 

Chi sta per assaltare e sequestrare le imbarcazioni della Global #Sumud #Flotilla. C'è pure un pezzo d'Italia tra gli incursori di #Israele... “#Shayetet 13” (13^ Flottiglia), il corpo d’élite della Marina impiegato di norma in missioni antiterrorismo

da pagineesteri:

Shayetet 13 vanta una vecchia e consolidata partnership con le forze armate italiane. Come ricordano gli storici militari, alla sua costituzione, formazione e addestramento alle “tattiche di combattimento e sabotaggio” hanno concorso tra il 1944 e il 1948 due ufficiali della Decima Flottiglia Mas della Marina Militare. L’allora servizio segreto del SIS si incaricò della consegna allo Stato sionista dei primi mezzi subacquei. In tempi più recenti si sono svolte alcune esercitazioni congiunte tra i militari di Shayetet 13 e quelli in forza ai reparti d’assalto della Marina Militare italiana. A metà dicembre 2022, il Comando della Brigata Marina “San Marco” con quartier generale a Brindisi, ha ospitato i vertici delle forze navali d’assalto di Israele, tra cui il generale Itai Veruv. “Durante la visita il Generale ha potuto assistere ad alcune peculiari attività addestrative della Brigata, tra cui la discesa in barbettone (Fast Rope) e in

pc 1 ottobre - Da tarantocontro: l’appello per la manifestazione di Roma del 4 ottobre - nell'assemblea di piazza di ieri l’appello forte e chiaro di #iostoconlapalestina

 

pc 1 ottobre - Con la Flotilla che resiste - contro il governo Meloni/Crosetto

Con la Flotilla che resiste, contro il governo Meloni/Crosetto che fiancheggia su tutti i piani -anche militari- le truppe sioniste/imperialiste.

Contro la complicità del PD, che vuole che la Flotilla si fermi, in piazza con distinzione e chiarezza se ci sono attacchi omicidi o arresti.

#iostoconlapalestina  a Roma il 4 ottobre contro il piano Trump/Netanyahu che "porta a termine il lavoro".

Con la Resistenza palestinese, denunciamo tutte le potenze imperialiste che appoggiano il piano, come la Ue, o colludono, come Russia-Cina, contro il popolo palestinese.

Lottiamo contro il governo Meloni, che vuole partecipare politicamente, economicamente e militarmente all‘infame piano e la falsa opposizione parlamentare che non vede l’ora di "salire sul carro dei vincitori" fascio imperialisti genocidi.

Con la resistenza, guerra di popolo fino alla vittoria!

Palestina libera!

proletari comunisti

pc 1 ottobre - La Global Sumud Flotilla continua la sua corsa... a 120 miglia marine da GAZA

AGGIORNAMENTI, in tempo reale, delle 6:53 

Attualmente le navi ed i droni israeliani si sono allontanati e la missione della GLOBAL SUMUD FLOTILLA continua.

Sono a 120 miglia marine da GAZA.

PROSEGUIAMO  LA MASSISMA ALLERTA. 

AGGIORNAMENTO GSF

6:07 – 01 Ottobre

Scrive Thiago Avila su X: “Una nave militare israeliana si è appena imbattuta nelle nostre imbarcazioni, intimidendoci, danneggiando i nostri sistemi di comunicazione ed effettuando manovre molto pericolose, aggirando le nostre imbarcazioni di testa ALMA e SIRIUS!

Nonostante la perdita di dispositivi elettronici, nessuno è rimasto ferito e CONTINUIAMO AD ANDARE AVANTI!

05:49

La Global Sumud Flotilla si trova ora a meno di 145 miglia nautiche da Gaza ed è completamente entrata nella zona ad alto rischio.

05:27

Circa 20 droni sorvolano le navi della Flotilla. 

04:39

La Global Sumud Flotilla abbassa temporaneamente il livello di allerta.

Gli equipaggi lasciano i ponti, dove si erano stretti in “stato di massima allerta” entrando nella zona ad alto rischio.

La Reuters scrive: “Navi non identificate si sono avvicinate alla Flotilla, alcune con le luci spente.”

Gli attivisti hanno risposto con i protocolli di emergenza, pronti a un’imminente intercettazione. Poi, inatteso, il ritiro.

L’esercito di Israele «sta arrivando». «Si stanno mettendo in posizione, non so quando potremo riaprire le comunicazioni». È la parlamentare europea Benedetta Scuderi ad annunciare alle 4.33. 

04:00 

Nessuna nave israeliana ha ancora preso contatto, ma i preparativi d’emergenza sono già stati completati.

Alcune telecamere di bordo risultano spente, sabotate, rese mute.

03:18 

La fregata Alpino della Marina Militare italiana annuncia il suo commiato: non seguirà oltre la linea delle 150 miglia da Gaza. Propone passaggi sicuri, recuperi, salvataggi. Ma chi è partito con la Global Sumud resta sulla rotta, resta in mare con Gaza nel cuore.

02:47

La prima avvisaglia della notte: “Siamo in stato di massima allerta. L’attività dei droni è in aumento sulla flottiglia.”

Sono 497 gli attivisti a bordo della GSF in rappresentanza di 46 paesi. 

Alfredo Facchini

pc 1 ottobre - INDIA: un bandh (sciopero) di una settimana contro la brutale campagna di repressione della polizia fascista e il terrore di stato della "Operazione Kagar - PCI (Maoista)

 

Partito Comunista dell’India (maoista)

Ufficio Regionale Orientale 

Comunicato Stampa

27 settembre 2025

 

Settimana di protesta fino all'8 ottobre 2025 e Bandh di il 15 ottobre 2025 in Bihar-Jharkhand, Nord Chhattisgarh s, Bengala occidentale e Assam contro la brutale campagna di repressione della polizia fascista e il terrore di stato della "Operazione Kagar" 

Il 15 settembre 2025, il compagno Surendra, alias Anuj, del Comitato Centrale e regionale, il 7 settembre, il compagno Ramgopal, alias Guru, e il 4 ottobre, il compagno Ramnath, alias Guru, sono stati brutalmente assassinati in falsi scontri inscenati dalla polizia dentro la falsa narrazione della "resa". Il 7 settembre 2025, il compagno Ved Hansda, alias Amit o Arun, è stato ucciso dalla polizia in un falso scontro. Il 13 agosto 2025, il compagno, Nilesh alias Akhtar, catturato ferito, è stato sottoposto a brutali torture e ucciso a colpi d'arma da fuoco il 18 agosto 2025. I compagni Jaikant, Guruwarama e Yamini sono stati arrestati e costretti dalla polizia a falsi accordi per fermare gli eccessi della polizia. L'ufficio regionale orientale del PCI (maoista) indice una settimana di mobilitazione in Bihar-Jharkhand, Nord Chhattisgarh, Bengala occidentale e Assam fino all'8 ottobre 2025 e un Bandh nella giornata del 15 ottobre 2025!

Segnaliamo che il 15 settembre 2025 il compagno Surendra Saheb, del Comitato Centrale e dell'Ufficio Regionale Orientale del nostro Partito, è stato ucciso dalla polizia in un finto scontro nei pressi di Seriya, Chaurai, in Bihar-Jharkhand. Il 7 settembre 2025, i compagni Ramgopal, alias Guru, e Ramnath, alias Guru, sono stati arrestati e il 10 settembre uccisi in un finto scontro a Gumla, nel Jharkhand. Si tratta dello stesso Ramnath che il 4 agosto 2025, era stato coinvolto in un finto scontro nell'assassinio da parte della polizia del compagno Amit Hansda, alias Arun, dell'Ufficio Regionale Orientale. Il 30 agosto, il compagno Amit Hansda, alias Arun, e un altro compagno erano andati a Kolhan e stavano per tornare a Saranda. Il 4 settembre 2025, il compagno Ramgopal, alias Guru, del Comitato Centrale, è stato circondato dalla polizia nei pressi di Chauparan, Seriya, in Bihar-Jharkhand. Ha combattuto coraggiosamente difendendosi fino all'ultimo e inviato un messaggio per avvisare il