A Taranto i lavoratori dell'ex Ilva, rimarrebbero soltanto duemila.
Uno
scenario delineato da Il Sole 24Ore, il giornale di Confindustria, e
che - secondo quanto scrive Paolo Bricco, sarebbe contenuto nel piano
del fondo americano Bedrock Industries, in corsa per l'acquisizione di
tutti gli asset di AdI: l'unica altra offerta per il gruppo nella sua
interezza viene dall'altro fondo statunitense, Flacks Group.
A
quanto risulta a Il Sole 24 Ore, che ha consultato più fonti
convergenti, la proposta di Bedrock Industries per l’ex Ilva
prevederebbe la conservazione di duemila addetti a Taranto e di altri
mille addetti nel resto dell’Italia, fra gli stabilimenti di Novi Ligure
e di Cornigliano e i servizi logistici e commerciali sparsi nella
penisola, antica vestigia di quella che fu il secondo gruppo siderurgico
a ciclo integrale europeo".
Complessivamente, "gli addetti che
dovranno uscire definitivamente dal perimetro sono compresi fra i
settemila e i settemila e cinquecento". "L’unica cosa sicura è che sarà
una apocalisse occupazionale".
Da tanto tempo lo Slai cobas ha
denunciato la prospettiva di forti esuberi. Ma su questa drammatica
certezza nessuno dei sindacati di Acciaieria ha organizzato una
mobilitazione seria e prolungata: alle "forti" parole è corrisposto solo
uno sciopero l'anno scorso, ma soprattutto incontri e richieste al
governo.
Ora con questa ultima (?) prospettiva si uniscono
tragedia e farsa. E' una mega svendita agli Usa di Trump. Una decisione,
se confermata, che sarebbe in linea della politica della Meloni di
serva dei servi del pazzo Trump.
Contro questo schiaffo in faccia
agli operai, presa per il culo ci vorrebbe realmente una rivolta, una
lotta prolungata che impedisca questa cancellazione della più grande
classe operaia in Italia.
Pensare che basti una minaccia di
sciopero - come ora dicono i sindacati confederali - è accompagnare la
tragedia/farsa. Così come chiedere a questo governo "di fare scelte
coraggiose e restituire serenità a 18mila lavoratori (diretti, appalto e
Ilva in Amministrazione Straordinaria) e relative famiglie" - come
scrive l'Usb - è propagandare una stupida illusione; il governo
Meloni/Urso ha già fatto da tempo la sua "scelta" e ha detto fermamente
NO alla nazionalizzazione. Per cui anche per una rivendicazione, anche
inevitabilmente necessario in questo momenti di "nazionalizzazione" non
bastano certo richieste e incontri. Ma lotta, lotta contro!
4
operai morti e altri feriti per un incidente con il pulmino mentre
ritornavano dal lavoro, supersfruttato per condizioni di lavoro,
abitazione e trasporti - Immediata denuncia e azione dello Slai cobas
Taranto che copre Puglia e Basilicata e che si occupa anche di India e
stringe legami tra i lavoratori indiani sfruttati nel nostro paese e
masse indiane che fuggono dall'India del fascista Modi e masse e
proletari che lottano in India.
Già
il 1° luglio in occasione dell’assassinio del lavoratore indiano Satham
Singh abbiamo tenuto una giornata nazionale e internazionale di lotta -
così come lo Slai Cobas di Bergamo organizza la lotta di operai indiani
nelle fabbriche dell’area Bergamo-Brescia-Milano - ora nella zona
dell’ultima strage di lavoratori di Scanzano riparte da qui la
mobilitazione sin da domani.
Rinunciamo a un giorno di libertà per Gaza e la Flotilla”
Questa mattina hanno scioperato per Gaza e la Flotilla anche i detenuti-lavoratori dipendenti della società FI meccanica, nel carcere di Dozza: “Rinunciamo a un giorno di libertà e al nostro stipendio”.
Per noi reclusi andare a lavorare è un momento di libertà dal contesto carcerario in cui viviamo - scrivono i detenuti che lavorano per la Fid, un'azienda meccanica che coinvolge le persone in carcere -. Nonostante ciò rinunciamo a un giorno di libertà e al nostro stipendio".
Questa decisione, aggiungono i detenuti, "è stata presa per manifestare tutta la nostra indignazione per il genocidio tuttora in atto e per supportare le persone della Flotilla arrestate con l'unica colpa di essere ambasciatori di umanità. Questo è il minimo che possiamo per poter ringraziare tutti quei cittadini che ogni giorno si battono per i diritti dei detenuti", concludono i carcerati.
Anche a Palermo, in unità e collegamento con le altre città, un grandissimo corteo di oltre 30 mila manifestanti per lo sciopero generale indetto dai sindacati di base e da Cgil, in piazza anche uno spezzone di delegati Fiom, che dalla stazione centrale si è snodato in città all' insegna di "Blocchiamo tutto", per dire ancora con più forza: Stop genocidio, con la Flotilla, contro l'entità nazisionista di Israele terrorista, contro il governo Meloni/Tajani/Salvini fascista e pienamente complice del genocidio del popolo palestinese.
Strade e piazze bloccate, ancora tantissimi studenti, lavoratori soprattutto scuola sanità università/ricercatori, un corteo salutato dai balconi da cittadini solidali così dai negozi.
Abbiamo sfilato insieme agli studenti universitari con cui si è creata una bella sintonia anche nel fare gli slogan insieme: Il genocidio si può fermare sciopero sciopero generale! Palestina Libera dal fiume al mare! Meloni fascista complice sionista!
Venerdì durante lo sciopero il presidio indetto dalla CGIL davanti al comune si trasforma subito in un corteo per le vie del centro con al centro la grande partecipazione studentesca mentre rimane ancora piccola la presenza dei lavoratori e in particolare dalle fabbriche, inevitabile la conclusione separata quando lo spezzone della CGIL ritorna verso il punto iniziale e la parte più grossa delle scuole, con delegazioni dei sindacati di base, ma con ampia partecipazione popolare dalle famiglie ai cosiddetti maranza giovanissimi della periferia, si dirigono verso la stazione entrando nei binari per più di 1 ora
Giovedì un fiume di manifestanti bloccata la tangenziale
su entrambe le carreggiate e il casello autostradale
Nello spezzone dei giovani in cui eravamo oltre gli slogan per la Palestina la questione principale toccava sempre la Meloni, Salvini Tajani ...ossia il governo individuato come controparte. Così come tanti cartelli fai da te a dimostrazione della partecipazione spontanea non organizzata ma determinata a fare tutto quello che serviva fare e convinta...
Oltre 2000 persone oggi a L'Aquila hanno animato un corteo partito dalla periferia est del capoluogo, nell'area di Colle Sapone, diretto verso la Villa comunale. Lungo il percorso il corteo ha fatto tappa davanti alla Questura, alla Fontana Luminosa e davanti la prefettura. Nel corteo, indetto da CGIL e UDU, la voce più combattiva è venuta dai giovani che anche ieri si sono radunati spontaneamente in un presidio a Piazza Regina Margherita per denuciare la complicità del governo e delle istituzioni accademiche nel genocidio.
Come ieri, anche oggi abbiamo portato la nostra solidarietà agli attivisti della flottilla arrestati dallo stato sionista, ma soprattutto abbiamo espresso piena solidarietà alla resistenza del popolo palestinese. Quella resistenza che tante
In piazza si era diffusa la notizia del transito della nave Zim israeliana intorno alle 18 dal porto di Ravenna. E' stato precisato successivamente l'orario: dovrebbe essere all'1 di domenica e si sta organizzando per quell'ora un presidio-blocco al porto.
La manifestazione a Ravenna ha avuto una partecipazione
maggiore rispetto al 22.
In piazza i lavoratori, dai portuali ai lavoratori
della scuola uniti agli studenti medi hanno animato un grande corteo partito
dal centro città che ha bloccato il ponte Teodorico che passa sopra la stazione
perché il passaggio verso di essa è stato impedito dalla polizia. Il corteo
aveva raggiunto la Darsena, luogo ormai divenuto centrale nelle mobilitazioni a
sostegno del popolo palestinese per via del porto e, quindi, dei traffici verso
lo stato nazisionista di Israele, e qui si sono tenuti gli interventi dei
sindacati di base e dei portuali e della Cgil che hanno impedito il transito di armi il 18 settembre facendo rispettare la legge 185/90 e l'art. 11 della Costituzione. Inoltre è stato ribadito che esercitare il diritto di sciopero attaccato dall'ignobile ministro Salvini, amico di Israele, è stata la giusta risposta al governo.
Subito dopo si è formato un
corteo diretto alla stazione ma bloccato dalla polizia che ha fatto calare le
sbarre del passaggio a livello per impedire il transito ma che ha fatto sì che
si bloccasse la viabilità. Il corteo ha detto chiaro che il governo Meloni si deve dimettere per la sua complicità con Israele genocida. Dopo il blocco del traffico una parte si è diretta
al ponte mobile per dare vita ad un altro blocco.
Lo Slai Cobas è stato l'unico sindacato che è intervenuto alla Marcegaglia con un volantinaggio al primo turno portando l'appello dello sciopero di oggi e la partecipazione alla manifestazione cittadina.
Al termine dell' intervento alla Darsena di città abbiamo lanciato l' appello alla partecipazione della manifestazione a Roma di domani, 4 ottobre.
Alcune foto e il nostro intervento a microfono aperto alla Darsena
100.000? Molti di più e questo è stato chiaro sin dalle 8,30 (il concentramento era alle nove) e già era difficile collocarsi coi propri gruppi di appartenenza, con le strade attorno a Porta Venezia che erano un continuo arrivare di studenti, scolaresche, lavoratori (tantissimi della scuola e sanità), gruppi organizzati e associazioni. Tante le bandiere CGIL e alcune della FIOM; USB-CUB, centri sociali, Giovani Palestinesi e API, famiglie e molto altro. Tenere gli spezzoni compatti era molto difficile, perchè è stato un flusso continuo e ininterrotto, e chi si ritrovava e si compattava non riusciva a muoversi in corteo, tanto che a un certo momento qualcuno ha chiesto perché non ci muovessimo e un compagno che era arrivato da poco dice che la testa del corteo era già a Piazzale Dateo (che per chi non è di Milano significano circa 4 km) e il flusso di chi arrivava non si fermava.
Con un colpo d'occhio di bambini accompagnati da insegnanti e genitori coi loro striscioni molto incisivi con slogan FREE Palestine e Stop Genocide. E da subito si è compreso la voglia diffusa nella stragrande maggioranza di occupare tutte le strade, di non fermarsi al solo corteo ma di andare oltre. Una manifestazione, ma che è stata una vera e propria festa popolare della solidarietà, dove si percepiva la sensazione che ci si conoscesse tutti ed era bello ritrovarsi per manifestare insieme. Una contaminazione generazionale e interloquire e voglia di condividere un percorso comune. Chiunque prendesse il nostro volantino/posizione di proletari comunisti, appena leggeva contro il governo Meloni lo prendeva, sorrideva e ci
Nella giornata di oggi, sono
stati bloccati i porti di Genova, Livorno, Salerno e Trieste, mentre in
serata i manifestanti hanno bloccato l’hub logistico di Pioltello, alle
porte di Milano. Invaso anche il terminal intermodale dell’interporto
di Padova.
Ore 17.10 – CGIL: 2 milioni di persone
Arriva un primo bilancio delle partecipazioni di oggi. La CGIL ha
rilasciato una nota in cui sostiene che oggi sarebbero scese in piazza 2
milioni di persone in tutta Italia in oltre 100 città, di cui 300.000
solo a Roma. “Secondo i dati pervenuti finora”, si legge nella nota,
“l’adesione media nazionale allo sciopero generale si attesta intorno al
60%”.
Ore 16.57 – Trump dà un ultimatum ad Hamas
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha pubblicato un post
sulla propria piattaforma social Truth in cui dà un ultimatum ad Hamas
per accettare il proprio piano di pace. Trump ha detto che Hamas ha
tempo fino alle 18 di domenica (le 12 italiane) per fornire la propria
risposta, altrimenti “tutto l’inferno, come mai nessuno lo ha visto
prima, sarà scatenato contro Hamas”.
La situazione a Gaza, intanto, si aggrava. Le aggressioni su Gaza
City si stanno intensificando, e dall’alba di oggi Israele ha ucciso
almeno 31 persone nella sola capitale. In totale, nella Striscia le IDF
hanno ucciso almeno 49 persone.
Ore 16.35 – Padova: due persone fermate
Due persone sono state fermate di rientro al blocco dell’interporto
di Padova e sono state portate in questura. I gruppi di attivisti stanno
formando un presidio sotto la questura per chiederne il rilascio.
Ore 16.19 – Il punto della situazione: strade e stazioni
Tra i punti più colpiti, vi sono autostrade e tangenziali, centrali
nel traffico delle merci. Oggi, circa 150mila manifestanti hanno invaso
la tangenziale di Milano salendo dall’uscita di Lambrate, per poi
dividersi in due blocchi: uno ha continuato in direzione Cascina Gobba,
l’altro è tornato verso il centro. Anche a Brescia, Modena e Trento è
stata bloccata la tangenziale. A Bologna i manifestanti hanno prima
occupato la tangenziale e poi invaso l’autostrada. L’autostrada è stata
bloccata anche a Pisa, dove i manifestanti sono poi riusciti a invadere
l’aeroporto, bloccando i voli. A Venezia, invece, i manifestanti hanno
occupato il Ponte della Libertà, che connette l’isola principale con la
terraferma. Come le strade le stazioni: oggi i manifestanti hanno
occupato i binari a Firenze, Genova, Massa e Treviso.
Ore 15.55 – Pisa: i manifestanti invadono l’aeroporto
Dopo avere percorso l’autostrada, i manifestanti del corteo pisano
hanno raggiunto l’aeroporto Galileo Galilei. Qui sono riusciti a forzare
il blocco delle forze dell’ordine e a invadere la pista e i piazzali
dove si trovano gli aerei, sfilando con tamburi e bandiere I voli sono
stati momentaneamente sospesi. Le prese di stazioni del trasporto
pubblico continuano in tutta Italia. A Genova nel frattempo è stata
occupata la stazione di Principe
Ore 15.34 – Flotilla: 4 italiani attivisti italiani sono stati rimpatriati
Il ministero degli Esteri israeliano ha rilasciato un post sul social
X, ex Twitter, in cui annuncia che le operazioni per i rimpatri degli
attivisti sono in corso, aggiungendo che 4 cittadini italiani sono già
stati rimandati in patria.
Procedures
are under way to wrap up the Hamas-Sumud provocation and to finalize
the deportation of the participants in this sham.
Already 4
Italian citizens have been deported. The rest are in the process of
being deported. Israel is keen to end this procedure as quickly as… pic.twitter.com/LeM1R25jTP
Ore 15.24 – Torino: i manifestanti vanno verso Leonardo
A Torino i manifestanti si sono diretti verso la sede di Leonardo,
dove le forze dell’ordine hanno reindirizzando decine di camionette.
Sulla via per lo stabilimento, le forze dell’ordine hanno lanciato
lacrimogeni sui dimostranti, facendo disperdere parte del corteo. Altri,
tuttavia, sono andati avanti compatti, e pare che siano riusciti a
sfondare un cancello.
Leonardo è la principale azienda bellica italiana, tra le prime a
finire sotto la lente delle manifestazioni per la Palestina a causa dei
suoi rapporti con lo Stato di Israele. La multinazionale è infatti
attiva in diversi progetti di scambio con lo Stato ebraico, uno dei
quali rinnovato lo scorso aprile dal governo, ed è proprietaria di
aziende di tecnologia bellica israeliana quali Rada Systems.
Ore 15.10 – Milano e Bologna: lacrimogeni sui manifestanti
I manifestanti di Milano si sono divisi a metà: un blocco è tornato
verso il centro, mentre un altro ha proseguito sulla tangenziale in
direzione Cascina Gobba ed è stato attaccato dalle forze dell’ordine con
i lacrimogeni. In questo momento, tutte le uscite della tangenziale est
della città sono state bloccate o risultano congestionate. Analoga
situazione anche a Bologna, dove i manifestanti, dopo avere invaso la
tangenziale hanno imboccato l’autostrada. Anche qui, come a Milano, il
corteo è stato attaccato con le forze dell’ordine con i lacrimogeni.
Ore 14.59 – Il punto della situazione: il numero di partecipanti
L’estensione delle manifestazioni è vastissima. In generale, tutte le
piazze stanno raccogliendo sull’ordine delle migliaia e delle decine di
migliaia di persone. Complessivamente tra le sole Roma, Milano, Bologna
e Torino, le prime stime parlano di un totale di un numero di persone
tra le 600 e le 700mila. Tra Brescia, Firenze, Padova, Palermo, Treviso e
Venezia si sarebbero invece radunate almeno 200mila persone. Contando
anche i centri minori, il numero di manifestanti dovrebbe contare oltre
un milione di partecipanti. Lo sciopero è infatti arrivato anche in
centri che non si è soliti vedere associati alle manifestazioni. In
queste ore sono state organizzate piazze anche ad Aosta, Cesena,
Cosenza, Forlì, Massa, Modena e Pescara.
Ore 14.35 – Trieste, bloccati i varchi portuali
Il corteo triestino ha bloccato il Varco 4 del porto cittadino; una
parte dei manifestanti si sono poi staccati dal presidio davanti,
dirigendosi verso il Varco 1 e bloccando anche quello.
Ore 14.29 – Bologna : bloccata la tangenziale
Anche a Bologna i manifestanti hanno bloccato la tangenziale con una
partecipazione stimata di circa 100.000 persone.
Bologna bloccano la tangenziale – Foto del collettivo Chrono.
Ore 14.25 – Salerno, scontri al porto
A Salerno la manifestazione ha interessato la zona del porto, dove i
manifestanti hanno cercato di forzare il bocco delle forze dell’ordine
sul varco di Ponente. Ci sono stati scontri e cariche della polizia.
Ore 14.19 – Milano, il corteo invade la tangenziale
Il corteo di manifestanti a Milano è salito in tangenziale e ora si
trova all’altezza dell’uscita di Lambrate. Secondo delle stime
provvisorie, i partecipanti alla manifestazione meneghina sarebbero
oltre 150.000.
I manifestanti sulla tangenziale a Milano.
Ore 13.54 – Torino, corteo verso le OGR, polizia lancia lacrimogeni
A Torino, il corteo di manifestanti si è diretto alle Officine Grandi
Riparazioni per contestare la “Tech Week”, alla presenza di Ursula von
der Leyen e Jeff Bezos, attraverso l’area che ospita campus e incubatori
del Politecnico. I manifestanti hanno tentato di sfondare il blocco
delle forze dell’ordine e lanciato fumogeni, ricevendo in risposta
lacrimogeni. Un centinaio di persone si è staccato dal corteo principale
cercando di superare la recinzione per raggiungere il Politecnico, ma
le cariche di alleggerimento della polizia hanno disperso i dimostranti,
che hanno iniziato a defluire.
Ore 13:24 – Padova, scontri a distanza tra attivisti e polizia
Momenti di tensione a Padova, dove sono in atto scontri a distanza
tra manifestanti e forze dell’ordine. Gli attivisti hanno lanciato
oggetti e fumogeni, i poliziotti hanno usato gli idranti e lacrimogeni
contro la folla. Il corteo è indietreggiato e ora la distanza tra i due
schieramenti è di meno di cento metri.
Ore 12:55 – Catania, occupata la stazione ferroviaria
A Catania, un cordone di persone si è staccato dal corteo principale
ed è arrivato alla stazione allo scopo di occupare i binari. Nonostante
il tentativo della polizia di impedire l’azione, dopo un breve scontro
con le forze dell’ordine i manifestanti sono riusciti a invadere i
binari, che sono attualmente occupati. Nel frattempo, sono state
occupate anche tutte le strade adiacenti e il traffico è bloccato.
Ore 12:38 – Adesioni allo sciopero italiano anche a Madrid, Barcellona e Lisbona
Ad aderire allo sciopero generale per Gaza e in sostegno alla
Flotilla è anche il personale di alcune istituzioni italiane all’estero.
Le adesioni provengono da lavoratori e lavoratrici delle sedi di
Madrid, Barcellona e Lisbona e sono coinvolti dipendenti dell’Ambasciata
e dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, della Scuola Statale
Italiana, del Consolato Generale di Barcellona, oltre che
dell’Ambasciata e dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona.
Ore 12:06 – A Bologna scioperano anche i carcerati
Un particolare che rende l’idea di come lo sciopero odierno stia
mobilitando ampie fasce della popolazione anche al di fuori dei
lavoratori delle categorie solitamente interessate dalle proteste
sindacali. Dal carcere della Dozza, Bologna, ci arriva l’immagine del
volantino con il quale i detenuti che godono del permesso di lavoro come
dipendenti della società Fare impresa in Dozza (FID) annunciano
l’intenzione di rimanere in cella per protestare contro il genocidio in
Palestina e il blocco della Global Sumud Flotilla: «Per noi lavorare è
un atto di libertà. Nonostante ciò, rinunciamo a un giorno di libertà e
al nostro stipendio», hanno scritto i carcerati.
Ore 11.52 – Proseguono le occupazioni di scuole e università
Continuano le occupazioni di scuole e università in tutto il Paese.
Dopo le occupazioni della Facoltà di Lettere e del Rettorato, anche la
Scuola Normale Superiore di Pisa è stata occupata dal movimento
studentesco. Alta tensione anche a Roma, dove gli studenti di Cambiare
Rotta hanno bloccato gli ingressi della facoltà di Lettere della
Sapienza. Da ieri sono occupate anche la Statale di Milano e
l’università di Torino.
Ore 11:25 – Oltre cento piazze mobilitate per lo sciopero, in decine di migliaia in corteo in tutta Italia
Oltre cento piazze in tutta Italia si stanno mobilitando da stamane
per lo sciopero promosso dai sindacati in solidarietà al popolo
palestinese e ai membri della Global Sumud Flotilla. Un’ondata di
persone è scesa per le strade delle rispettive città, dalla Val d’Aosta
fino alla Sicilia. A Milano, decine di migliaia di manifestanti sono
partiti da Porta Venezia. A Roma, gli organizzatori puntano a sfondare
le 100mila unità. A Palermo, sono circa 30mila le persone attualmente
riunite in corteo, mentre a Napoli se ne contano oltre 15mila.
Lo sciopero generale a BolognaLo sciopero generale all’Aquila in AbruzzoLo sciopero generale a TorinoLo sciopero generale a PalermoLo sciopero generale a RomaLo sciopero generale a NapoliLo sciopero generale a Milano
Ore 10:46 – Venezia paralizzata dallo sciopero e dal corteo per Gaza
A Venezia lo sciopero indetto da Cgil e Cobas, unito alle
manifestazioni a sostegno di Gaza e della Flotilla, ha paralizzato i
collegamenti da e per il centro storico. Il corteo, partito da Campo
Santa Margherita, è diretto a piazzale Roma, stamani completamente
deserto. Alcuni attivisti sono saliti sul tetto del Garage comunale,
esponendo uno striscione con la scritta “Free Gaza”. Gravi i disagi
anche sul fronte ferroviario: dalle 10 sono state registrate
cancellazioni della quasi totalità dei treni sia alla stazione di
Venezia Santa Lucia sia a quella di Mestre.
Ore 10:30 – Salvini: “Landini paghi per lo sciopero, è illegittimo”
Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ospite a Mattino Cinque,
ha definito l’odierno sciopero «illegittimo non perché non lo vuole
Salvini, ma perché la Commissione tecnica di garanzia lo ha dichiarato
tale», affermando che «chi oggi sciopera sa che va contro la legge e
rischia sanzioni sia a livello personale che come organizzazioni
sindacali». Il leader della Lega ha poi aggiunto: «Lo organizza Landini?
Lo paghi Landini». Quanto alla scelta di non precettare lo sciopero,
Salvini ha spiegato di averlo fatto «per dare una chance, un segnale di
dialogo in un momento delicato e provare ad abbassare i toni e chiedere
il rispetto del lavoro.
Ore 10:10 – Torino, bloccato centro distribuzione Amazon di Brandizzo, corteo verso le OGR
A Brandizzo, nel Torinese, attivisti pro Palestina e il sindacato Si
Cobas hanno bloccato il centro di distribuzione Amazon, impedendo dalle
7.30 l’uscita dei furgoni destinati alle consegne. Nelle Officine grandi
riparazioni, in occasione dell’Italian Tech Week, è previsto il talk
con Jeff Bezos, fondatore di Amazon, con John Elkann e la presidente
della Commissione UE Ursula von der Leyen. Le OGR, presidiate dalle
forze dell’ordine, sono obiettivo del corteo dei manifestati torinesi.
Ore 9:55 – treni
Lo sciopero generale sta causato gravi disagi al trasporto pubblico
in tutta Italia. A Napoli la Stazione Centrale registra ritardi e
cancellazioni, la linea 1 della metro è ferma, bus e tram operano a
servizio ridotto e molti treni Eav sono soppressi. A Milano Centrale i
ritardi vanno da 20 minuti a oltre 5 ore, mentre a Garibaldi e Rogoredo
si registrano cancellazioni e ritardi fino a tre ore. Anche a Roma
Termini numerosi treni sono stati cancellati o ritardati fino a 80
minuti. Disagi previsti fino alle 21.
Ore 9:41 – Bloccato l’hub logistico ferroviario di Pioltello
I lavoratori e le lavoratrici in sciopero stanno bloccando Logtainer,
l’hub logistico ferroviario di Pioltello (Milano), definito dai Giovani
palestinesi Milano che si sono uniti alla protesta «uno dei principali
snodi della logistica di guerra del nord Italia». Il polo, alle porte di
Milano e collegato ai porti di Genova, La Spezia e Livorno, è infatti
strategico per il transito di merci legate alla filiera bellica e
commerciale dirette a Israele. Logtainer movimenta carichi per conto di
Maersk, oggetto di una campagna di boicottaggio per il trasporto di armi
verso Israele.
Ore 9:28 – Bloccato l’accesso al porto di Livorno
Dalle 6 del mattino un presidio di manifestanti pro-Pal, ha bloccato completamente il traffico commerciale nella zona nord
del porto di Livorno. L’azione, svolta davanti al varco Zara, ha causato
lunghe code di Tir e mezzi pesanti intrappolati tra ponte Genova e via
Leonardo da Vinci, paralizzando anche l’accesso dei passeggeri ai
traghetti. I manifestanti hanno invaso le carreggiate, posizionato
transenne e acceso fuochi per impedire il transito. La protesta ha
generato tensioni, con camionisti e automobilisti bloccati che lamentano
l’impossibilità di circolare in quell’area della città.
Il Ministro della guerra, il guerrafondaio Crosetto, ha
avuto la faccia tosta di rispondere agli attivisti che hanno protestato ieri sera
a Palermo contro l’assalto alla Global Sumud Flotilla e contemporaneamente
contro il “Villaggio dell’Esercito”, una specie di fiera delle armi, che sta
infangando il centro città. È stato piuttosto incauto, il ministro, visto che
si è lasciato andare alla retorica fascio-guerresca mentre diceva di parlare di pace…
Dopo aver accusato i manifestanti perché hanno affermato di “sentirsi
‘offesi’ dal solo fatto di vedere
Chi sta per assaltare e sequestrare le imbarcazioni della Global #Sumud #Flotilla. C'è pure un pezzo d'Italia tra gli incursori di #Israele... “#Shayetet 13” (13^ Flottiglia), il corpo d’élite della Marina impiegato di norma in missioni antiterrorismo
da pagineesteri:
Shayetet 13 vanta una vecchia e consolidata partnership con le forze armate italiane. Come ricordano gli storici militari, alla sua costituzione, formazione e addestramento alle “tattiche di combattimento e sabotaggio” hanno concorso tra il 1944 e il 1948 due ufficiali della Decima Flottiglia Mas della Marina Militare. L’allora servizio segreto del SIS si incaricò della consegna allo Stato sionista dei primi mezzi subacquei. In tempi più recenti si sono svolte alcune esercitazioni congiunte tra i militari di Shayetet 13 e quelli in forza ai reparti d’assalto della Marina Militare italiana. A metà dicembre 2022, il Comando della Brigata Marina “San Marco” con quartier generale a Brindisi, ha ospitato i vertici delle forze navali d’assalto di Israele, tra cui il generale Itai Veruv. “Durante la visita il Generale ha potuto assistere ad alcune peculiari attività addestrative della Brigata, tra cui la discesa in barbettone (Fast Rope) e in
Con la Flotilla che resiste, contro il governo Meloni/Crosetto che fiancheggia su tutti i piani -anche militari- le truppe sioniste/imperialiste.
Contro la complicità del PD, che vuole che la Flotilla si fermi, in piazza con distinzione e chiarezza se ci sono attacchi omicidi o arresti.
#iostoconlapalestina a Roma il 4 ottobre contro il piano Trump/Netanyahu che "porta a termine il lavoro".
Con la Resistenza palestinese, denunciamo tutte le potenze imperialiste che appoggiano il piano, come la Ue, o colludono, come Russia-Cina, contro il popolo palestinese.
Lottiamo contro il governo Meloni, che vuole partecipare politicamente, economicamente e militarmente all‘infame piano e la falsa opposizione parlamentare che non vede l’ora di "salire sul carro dei vincitori" fascio imperialisti genocidi.
Con la resistenza, guerra di popolo fino alla vittoria!
Attualmente le navi ed i droni israeliani si sono allontanati e la missione della GLOBAL SUMUD FLOTILLA continua.
Sono a 120 miglia marine da GAZA.
PROSEGUIAMO LA MASSISMA ALLERTA.
AGGIORNAMENTO GSF
6:07 – 01 Ottobre
Scrive Thiago Avila su X: “Una nave militare israeliana si è appena imbattuta nelle nostre imbarcazioni, intimidendoci, danneggiando i nostri sistemi di comunicazione ed effettuando manovre molto pericolose, aggirando le nostre imbarcazioni di testa ALMA e SIRIUS!
Nonostante la perdita di dispositivi elettronici, nessuno è rimasto ferito e CONTINUIAMO AD ANDARE AVANTI!
05:49
La Global Sumud Flotilla si trova ora a meno di 145 miglia nautiche da Gaza ed è completamente entrata nella zona ad alto rischio.
05:27
Circa 20 droni sorvolano le navi della Flotilla.
04:39
La Global Sumud Flotilla abbassa temporaneamente il livello di allerta.
Gli equipaggi lasciano i ponti, dove si erano stretti in “stato di massima allerta” entrando nella zona ad alto rischio.
La Reuters scrive: “Navi non identificate si sono avvicinate alla Flotilla, alcune con le luci spente.”
Gli attivisti hanno risposto con i protocolli di emergenza, pronti a un’imminente intercettazione. Poi, inatteso, il ritiro.
L’esercito di Israele «sta arrivando». «Si stanno mettendo in posizione, non so quando potremo riaprire le comunicazioni». È la parlamentare europea Benedetta Scuderi ad annunciare alle 4.33.
04:00
Nessuna nave israeliana ha ancora preso contatto, ma i preparativi d’emergenza sono già stati completati.
Alcune telecamere di bordo risultano spente, sabotate, rese mute.
03:18
La fregata Alpino della Marina Militare italiana annuncia il suo commiato: non seguirà oltre la linea delle 150 miglia da Gaza. Propone passaggi sicuri, recuperi, salvataggi. Ma chi è partito con la Global Sumud resta sulla rotta, resta in mare con Gaza nel cuore.
02:47
La prima avvisaglia della notte: “Siamo in stato di massima allerta. L’attività dei droni è in aumento sulla flottiglia.”
Sono 497 gli attivisti a bordo della GSF in rappresentanza di 46 paesi.
Settimana di
protesta fino all'8 ottobre 2025 e Bandh di il 15 ottobre 2025 in
Bihar-Jharkhand, Nord Chhattisgarh s, Bengala occidentale e Assam contro la
brutale campagna di repressione della polizia fascista e il terrore di stato
della "Operazione Kagar"
Il 15 settembre 2025, il compagno Surendra, alias
Anuj, del Comitato Centrale e regionale, il 7 settembre, il compagno Ramgopal,
alias Guru, e il 4 ottobre, il compagno Ramnath, alias Guru, sono stati
brutalmente assassinati in falsi scontri inscenati dalla polizia dentro la
falsa narrazione della "resa". Il 7 settembre 2025, il compagno Ved
Hansda, alias Amit o Arun, è stato ucciso dalla polizia in un falso scontro. Il
13 agosto 2025, il compagno, Nilesh alias Akhtar, catturato ferito, è stato
sottoposto a brutali torture e ucciso a colpi d'arma da fuoco il 18 agosto
2025. I compagni Jaikant, Guruwarama e Yamini sono stati arrestati e costretti
dalla polizia a falsi accordi per fermare gli eccessi della polizia. L'ufficio
regionale orientale del PCI (maoista) indice una settimana di mobilitazione in
Bihar-Jharkhand, Nord Chhattisgarh, Bengala occidentale e Assam fino all'8
ottobre 2025 e un Bandh nella giornata del 15 ottobre 2025!
Segnaliamo che il 15 settembre 2025 il compagno Surendra
Saheb, del Comitato Centrale e dell'Ufficio Regionale Orientale del nostro
Partito, è stato ucciso dalla polizia in un finto scontro nei pressi di Seriya,
Chaurai, in Bihar-Jharkhand. Il 7 settembre 2025, i compagni Ramgopal, alias
Guru, e Ramnath, alias Guru, sono stati arrestati e il 10 settembre uccisi in
un finto scontro a Gumla, nel Jharkhand. Si tratta dello stesso Ramnath che il
4 agosto 2025, era stato coinvolto in un finto scontro nell'assassinio da parte
della polizia del compagno Amit Hansda, alias Arun, dell'Ufficio Regionale
Orientale. Il 30 agosto, il compagno Amit Hansda, alias Arun, e un altro
compagno erano andati a Kolhan e stavano per tornare a Saranda. Il 4 settembre
2025, il compagno Ramgopal, alias Guru, del Comitato Centrale, è stato
circondato dalla polizia nei pressi di Chauparan, Seriya, in Bihar-Jharkhand.
Ha combattuto coraggiosamente difendendosi fino all'ultimo e inviato un
messaggio per avvisare il