In corso campagna internazionalista di emergenza in solidarietà con la via della guerra di popolare in India e il PCI(maoista) - info adesioni contatti materiali diretti csgpindia@gmail.com
The
funeral of Adivasi leader Madvi Hidma in his native village of Puvarti
in Bastar amidst hundreds of Adivasi mourners watched by India’s CRPF.
It makes sure there will be o
legend of Hidma that will live in the jungles of Bastar .. a commentary
Thousands gather in Puvarthi for funeral of slain Maoist leader Hidma
Kothagudem: Despite restrictions by police, a large number of adivasis turned up for the funeral ceremony of top Maoist Commander Madivi Hidma at his native village Puvarthi in Sukma district of Chhattisgarh on Thursday.
Funeral Of Top Maoist Commander Hidma, Wife Sees Large Gathering
The
encounters in the Maredumilli forests of Andhra are considered one of
the most significant anti-Maoist actions in recent years in the
Andhra–Chhattisgarh border region.
Family members lament Madvi Hidma's (inset) death in Poorvati village of Chhattishgarh
Le commandant maoïste Madivi Hidma, tué par les forces de l’ordre en Andhra Pradesh en début de semaine avec son épouse Raje (),
a été inhumé dans son village natal de Puvarthi, dans le district de
Sukma, au Chhattisgarh. Malgré les restrictions policières, des milliers
d’Adivasis (peuple autochtone) ont assisté aux obsèques. Hidma et son épouse Raje ont été tués mardi dans les forêts de Maredumilli.Leurs corps ont été remis à la famille de Hidma mercredi soir après l’autopsie à l’hôpital de Rampachodavaram. Compte
tenu de la position d’Hidma au sein de la structure maoïste et de sa
popularité auprès des Adivasis, sa dépouille a été transférée au
Chhattisgarh sous haute sécurité. Un important dispositif policier a été
déployé au village jeudi afin de prévenir tout incident.Les
funérailles ont été célébrées selon les traditions adivasi. Madivi
Hidma, alias Santosh, est né en 1981 dans le village de Puvarthi.Il a rejoint le PCI (maoïste) à la fin des années 1990 et a rapidement démontrés ses compétences opérationnelles.
Il est finalement devenu commandant du bataillon n° 1 de la PLGA,
l’unité d’élite de la guérilla maoïste dans la région de Dandakaranya,
qui s’étend sur le Chhattisgarh, l’Andhra Pradesh, l’Odisha, le
Telangana et le Maharashtra. Hidma était le plus jeune membre et le seul représentant tribal de Bastar au sein du comité central maoïste.
La Cisgiordania sull'orlo di una terza intifada... e la rabbia accumulata dei palestinesi esploderà come lava contro l'occupazione
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina afferma che un'esplosione è imminente nella Cisgiordania occupata, e che lo scoppio di una terza intifada complessiva è più vicino che mai. Sottolinea che il crimine dell'esecuzione del ragazzo Amro Al-Marbouh e del bambino Sami Mashayekh a Kafr Aqab nelle prime ore di venerdì mattina, insieme al sangue versato dei palestinesi e al rilascio di bande di coloni per uccidere e distruggere in tutta la Cisgiordania, è la scintilla che brucerà ciò che resta delle illusioni di calma, e che la rabbia accumulata dei palestinesi esploderà come lava contro l'occupazione.
Il Fronte chiarisce che il nostro popolo si trova di fronte a un'entità distorta guidata da un sistema criminale che mescola megalomania con sadica sete di sangue; le pratiche di bruciare, distruggere e
Sempre più necessario trasformare la Sicilia da zona di guerra dell'imperialismo USA/Nato/Italia in zona di ribellione lotta guerra di classe all'imperialismo, al suo Stato e al suo governo
proletari comunisti/PC m Italia
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Sorgerà a Messina l’Hub di Guerra della Marina Militare italiana
A Messina, nella più totale
disattenzione delle istituzioni, dell’amministrazione comunale e delle forze politiche,
sociali e sindacali, il ministero della Difesa sta per portare a termine un
programma multimilionario che rafforzerà i processi di militarizzazione del
territorio devastando irrimediabilmente la Zona Falcata, area di immenso valore
paesaggistico e storico-architettonico.
Il Segretariato
generale della difesa e Direziona Nazionale degli Armamenti - Direzione degli
Armamenti Navali (NAVARM) dello Stato maggiore della Difesa ha infatti avviato
l’iter per l’avvio dei “Lavori di adeguamento infrastrutturale della
Base Navale di Messina per garantire l’ormeggio di nuove unità navali tipo PPX”.
Nelle intenzioni dei
Primo, non si può parlare della Palestina per poi via via "buttarla" a
Taranto sulla questione ambientale. Si scrive "Obiettivi del corteo
sono la denuncia della violenza ambientale «che colpisce tanto la
Palestina quanto il Sud Italia»"; ma questo vuol dire come minimo non
avere il senso della realtà, e classificare un genocidio "violenza
ambientale"; come massimo alla fine pensare solo o principalmente a sè
stessi. E' una logica della piccola borghesia di sinistra, che guarda i
popoli da un punto di vista del proprio paese imperialista;
secondo, non si può andare fare una marcia dall'Ilva all'Eni e:
-
non sostenere le lotte degli operai; giovedì ci sono stati grandi e
lunghi blocchi operai dalla mattina alle 6 fino alla sera alle 21, ma
dov'erano gli ambientalisti? Su questo, non si può far finta di niente: o
si sta con gli operai (che sono i primi ad ammalarsi e a morire in
fabbrica, che vogliono eccome le bonifiche, l'ambientalizzazione della
città); o si sta col governo/Urso che marcia verso la chiusura oggettiva
della fabbrica (al massimo forte ridimensionamento) che peserà
tantissimo non solo sugli operai e le loro famiglie, ma anche
sull'ambiente.
Addirittura
qualche associazione, i Genitori tarantini, scrive: “Non si può
manifestare occupando le strade" - quindi nessuna solidarietà ma invece
attacco alla protesta degli operai, e colpevolizzazione dei lavoratori
perchè col loro lavoro fanno "ammalare anche chi con quell’attività non c’entra nulla” - dicendo, quindi, che gli operai sono complici.
Si
tratta di un ambientalismo antioperaio, che non serve ed è esso
"inquinante", dato che oggettivamente serve gli interessi di padroni,
governo, sindacati complici;
- così, andare alle fabbriche,
Eni, poi sarà la volta della Leonardo, il sabato, quando gli operai non
ci sono, per tenersi ben lontani dagli operai, che invece, vedi alla
Leonardo, si stanno ponendo dalla parte della Palestina e denunciano il
ruolo complice della Leonardo, anche questa logica non ha niente a che
fare con un'attività che punta all'unità di classe tra operai e realtà
solidali. Costoro non vanno alle fabbriche in giorni feriali perchè
anche qui gli operai vengono considerati complici - e chiaramente
potrebbero aspettarsi reazioni da parte dei lavoratori...
A proposito: guardate che gli operai dell'Eni e della Leonardo hanno espresso solidarietà alla lotta degli operai Ilva.
Il piano Trump e la
risoluzione americana prevede l'occupazione permanente, oltre che
dello Stato sionista di Israele, delle truppe imperialiste, di Gaza e
Palestina, a servizio dei piani strategici del sionismo e come
continuità del genocidio in corso dopo il 7 ottobre.
Oggi
però bisogna denunciare la convergenza dell'imperialismo russo e
cinese con i piani di Trump.
L'astensione
russa e cinese, dopo aver presentato risoluzioni di piccole
modifiche, dà una copertura definitiva al piano Trump e si pone
obiettivamente contro gli interessi del popolo palestinese e della
sua Resistenza, di cui si auspica il disarmo.
Russa
e Cina, che nulla hanno fatto per il popolo palestinese nell'arco di
questi decenni per fermare la mano genocida dell'imperialismo
americano, ora convergono con l'imperialismo americano per i loro
interessi sono a partecipare al controllo della spartizione.
In
questo periodo vi è un cumulo di scadenze. Vi è stata la
mobilitazione degli studenti il 14 nov., un passaggio importante
nella dinamica più generale della lotta di classe e dell'opposizione
contro il governo; c’è
la
manifestazione nazionale delle donne del 22 e le manifestazioni
locali nella giornata del 25 che vedono in generale una massiccia
partecipazione. C'è sempre la mobilitazione solidale con la
Palestina al cui interno vi sono politiche importanti come quella per
i prigionieri politici palestinesi, per Anan nel carcere di Melfi che
ha
visto ieri
una manifestazione nazionale a L’Aquila in occasione di un’udienza
del processo, in cui in maniera provocatoria era
chiamato
a testimoniare l’ambasciatore di Israele. Tutto questo si aggiunge
alla mobilitazione per lo sciopero generale contro la finanziaria di
guerra del 28 indetto dai sindacati di base, con una manifestazione a
Roma il giorno dopo, a cui farà seguito l’indizione di sciopero
nazionale indetto dalla Cgil per il 12 dicembre.
Il
cumulo di queste scadenze, siccome le masse non sono un esercito in
movimento compatto e continuo, obiettivamente crea dei problemi,
perché al di là di quanto si dice non si può pensare che
confluiscano in una unica mobilitazione.
Crediamo
che non si può fare un paragone con le giornate “magiche” che
hanno visto con l'innesco del
Tribunale blindato, ma anche massicciamente presidiato oggi, da circa 200 persone, una parte delle quali ha riempito l'aula in cui si è tenuta l'udienza che avrebbe dovuto audire la testimonianza dell'ambasciatore israeliano in Italia.
La difesa ha chiesto che venisse ascoltato per primo Anan, e ha aggiunto che il teste della difesa, il professor Chiodelli, docente di geografia economico-politica all'Università di Torino, non poteva intervenire per l'impossibilità, quest'oggi, di essere fisicamente presente, quindi ha chiesto che venisse ascoltato il 28 novembre.
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Dichiarazione di Anan del 21/11/2025
Nell’udienza precedente il Pubblico Ministero ha chiesto di
togliere la bandiera palestinese
Io
chiedo che sia tolta la bandiera israeliana (il giudice dice che non
c’è nessuna bandiera, ma poi lascerà deporre la rappresentante
dell’ambasciata israeliana a Parigi davanti a una bandiera
israeliana, mentre toccava una pallina antistress dai colori della
bandiera israeliana)
È
successo in passato che mi sono trovato di fronte a testimoni
israeliani, ma era in un tribunale militare israeliano. C’erano i
soldati a testimoniare contro di me ed io ero di fronte alla
giustizia militare dell’occupazione. Io non riconosco questo
tribunale.
Ma oggi
che sono in Italia, nelle mani di una giustizia vera, che opera
attraverso la legge, l'equità e le prove, non mi aspettavo, né
attendevo, di dovermi trovare ancora una volta ad ascoltare la
testimonianza dello stato israeliano che occupa la nostra terra e che
pratica la pulizia etnica contro il popolo palestinese.
Come
potete permettere a chi ci ha oppressi, ha ucciso il mio popolo, ha
invaso la nostra terra, ha torturato me personalmente e ucciso tanti
membri della mia famiglia, di testimoniare contro di me oggi in
questo tribunale?
Come
potete permettete ad un governo che è stato condannato per crimini
di guerra di testimoniare contro di me in un tribunale italiano e sul
suolo italiano?
Come
potete permettete che questi criminali vengano in un tribunale in
Italia a testimoniare contro di me?
Il
pubblico ministero ha violato tutte le leggi internazionali e non le
ha nemmeno riconosciute.
Avnei Hefetz è
stata costruita sul terreno di Ṭūlkarm, che sta sotto l’autorità
palestinese.
Perché non sono
stati chiamati testimoni del governo palestinese?
Nonostante tutta la
causa sia incentrata su fatti che dovrebbero essere accaduti sul
territorio palestinese, il Pubblico Ministero non ha fatto alcuna
richiesta alle autorità palestinesi, perché tutti i testimoni e
tutte le domande vengono da Israele.
Non so più se mi
trovo in un tribunale militare israeliano e se vengo processato in
base alla legge militare israeliana
Se sono davanti a un Pubblico Ministero israeliano che lavora dentro
il Mossad.
Chiedo se Israele ha davvero tutto questo potere in Italia
Avnei Hefetz non è
solo una postazione militare. Dentro c’è la stanza delle
operazioni speciali, la sala in cui vengono decise e gestite tutte le operazioni di eliminazione dei resistenti
palestinesi.
Dentro la città di
Ṭūlkarm gli agenti coordinati da Avnei Hefetz sono sempre in
borghese
E la loro operazione
più famosa è l’assassinio del martire Amir Abu Khadijeh
Viva la
Palestina!
Viva il
popolo palestinese!
Viva la
Resistenza palestinese fino alla libertà!
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Dopo la dichiarazione di Anan, abbiamo appreso dell'assenza del teste dell'accusa e del videocollegamento con un’addetta diplomatica dell’ambasciata israeliana a Parigi, Zaharira Bar Yehuda Etzion. Nonostante le eccezioni di nullità sollevate dalla difesa, il Presidente della Corte ha deciso di procedere, per non meglio precisati motivi di "urgenza". Prima che costei iniziasse a parlare, con alle spalle una bandiera israeliana, sono passati almeno 3 quarti d'ora per risolvere problemi di audio, altrettanti ci sono voluti per identificare chi dovesse identificare chi, dato che nella stanza dell'ambasciata erano presenti, oltre alla diplomatica, altri 2 soggetti israeliani.
Alla fine, come sempre, Israele si è autocertificato, e il teste che avrebbe dovuto riferire sull’ubicazione, natura, struttura e caratteristiche dell’insediamento della colonia di Avnei Hefetz, non ha saputo dire altro che Avnei Hefetz è un insediamento civile, "precisando" che si trova in Cisgiordania e citando come fonte l’ufficio statistico del governo israeliano. A tutte le domande della difesa rispondeva non so, cercando di trovare le risposte probabilmente su internet, mentre stringeva tra le mani una pallina antistress bianca con due strisce azzurre.
Prima della conclusione dell'udienza, la PM D’Avolio ha chiesto che venissero messe agli atti immagini satellitari scaricate da Google Earth, che evidenzierebbero l’assenza di avamposti militari nell’area.
Cercando invece su software open-source, emerge invece tutta un'altra realtà, quello sotto è uno screenshot scattato su MapCarta.
Alla fine di questo osceno processo, violativo non solo del diritto internazionale, ma anche di quello italiano, il presidente della corte ha dato appuntamento al 28 novembre per ascoltare il teste della difesa e per la requisitoria dell'accusa, ordinando di non fare "cori".
Dopo aver commentato per tutta l'udienza l'atteggiamento arrogante israeliano e quello indulgente verso di esso della corte, che minacciava invece di cacciare il pubblico fuori dall'aula, un silenzio assordante, che sembrava infinito, ha seguito quell'ordine. Vedere Anan nello schermo, rimasto solo con la corte, ha come paralizzato il pubblico, che si avviava in silenzio verso l'uscita.
E' bastato un grido, quello del Soccorso rosso proletario, ad accendere la miccia e a riscaldare il cuore ad Anan.Non avevano spento i microfoni: "Anan Libero" è risuonato sempre più forte nell'aula sollevando le braccia di Anan in segno di saluto e affetto.
All’esterno del tribunale, in contemporanea, si è svolto un presidio con numerose realtà e delegazioni, provenienti, oltre che dall'Abruzzo, da tutta Italia. Puglia, Basilicata, Umbria, Toscana, Lazio, Napoli, Roma, Bologna, Trento, Treviso, solo per citarne alcune.
Tra i tanti striscioni anche uno per Tarek Dridi, condannato a 4 anni e 8 mesi per aver difeso la piazza del 5 ottobre per la Palestina dalla violenza delle F.O.
Oggi si sarebbe dovuta tenere a Roma l'udienza di appello per Tarek, ma è stata rinviata al 5 dicembre perché la sua richiesta di essere presente in aula non è stata rispettata. Inoltre, mancando la corrente nel carcere di Pescara, dove è detenuto, non è stato possibile fare il collegamento in videoconferenza.
Anche a Roma comunque si è tenuto un presidio di solidarietà, e nono stati fatti collegamenti tra i due presidi tramite Radio Onda Rossa.
La mobilitazione tuttavia non è ancora, come dovrebbe essere, di massa, rispetto alle mobilitazioni che ci sono state a settembre-ottobre. Uno spunto di riflessione su questo lo fornisce questo interessante articolo di Laila Hassan
Oggi all'ex Ilva - lotta sospesa - Slai Cobas questa mattina con
locandina affissa a tutte le portinerie - capannelli con gruppi di
operai alla portineria Acciaieria A - discussione con delegati Uilm alla
portineria ditte d'appalto.
La corsa al riarmo e la conversione alla guerra della produzione:
intervista ai lavoratori della Leonardo promotori della petizione “Non
in mio nome, non col mio lavoro”
da ordine nuovo
ON: Parlaci della genesi di
questa iniziativa intrapresa da voi lavoratori della Leonardo. La vostra
presa di posizione è stata improvvisa e “non preannunciata”, oppure è
frutto di un percorso che come lavoratori avete intrapreso da tempo?
Avete provato a coinvolgere i lavoratori degli altri stabilimenti della
Leonardo?
Io personalmente sono sempre stato
vicino alla causa palestinese, ho manifestato anche quando eravamo in 20
persone, ho sempre frequentato i centri sociali e gli ambienti
antagonisti. Per me la petizione è stata una scelta obbligata,
per come è fatta la mia coscienza, per voler provare a fare qualcosa.
Voglio anche chiarire una cosa: noi nel sito Leonardo di Grottaglie
abbiamo sempre fatto produzione ad uso civile, come aerei e fusoliere.
Il sito è nato nel 2006 prettamente per il civile ed è ancora tale. Il
rischio è che si militarizzi anche Grottaglie, quindi la nostra
battaglia sta andando anche in questo senso.
Tornando alla petizione, con il rapporto
di Francesca Albanese sono venute fuori tante cose sulla Leonardo che
neanche io sapevo: lavoriamo molto a compartimenti stagni, come aziende
separate, specialmente noi a Grottaglie che ci occupiamo solo di
produzione civile e siamo fuori da tutti i discorsi del militare. Da quando abbiamo appreso i fatti venuti fuori dal rapporto, abbiamo capito che non potevamo far finta di niente:
anche se non siamo direttamente coinvolti nella produzione bellica,
lavoriamo comunque per un’azienda che sta facendo delle cose che non
possiamo accettare per niente. Ho pensato quindi di buttare giù la
petizione, ho poi coinvolto altri colleghi che sapevo essere sensibili
all’argomento, purtroppo pochi.
Abbiamo pensato di coinvolgere in questa battaglia i sindacati: la FIOM ci è stata subito a fianco,
la UILM purtroppo ha temporeggiato per un paio di settimane e alla fine
ci ha detto di non essere interessata; anzi, poi ha approfittato del
comunicato per una polemica strumentale contro la FIOM. La FIM[2],
da cui non ci aspettavamo niente in quanto filo-governativi, hanno
addirittura denunciato pubblicamente la petizione e i lavoratori che
l’hanno lanciata, facendola passare come una petizione per dismettere
l’intero settore militare della Leonardo, cosa che non è negli intenti
di questo appello. Ci siamo infastiditi per la strumentalizzazione della
nostra iniziativa, l’attenzione da parte dei media ad un certo punto è
stata più sulla frattura sindacale che sulla petizione stessa. A parte queste cose, la petizione ha avuto molta risonanza: siamo arrivati a 21.000 firme, abbiamo anche sfruttato la notorietà di qualche influencer per rilanciarla.
Questa petizione vuole essere solo un punto di partenza, volevamo attivare un dibattito, rompere un
...in stile Trump con la "scusa" di spaccio e abusivismo quando la realtà è altra
Famiglia sfrattata a
Milano: “Ci hanno raddoppiato l’affitto, da 770 a 1300 euro per
un bilocale in periferia” Nella regione italiana con
più sfratti, la Lombardia, martedì mattina abbiamo seguito due
famiglie che aspettavano l’esecuzione di uno sfratto: l’emergenza
abitativa si fa sempre più grave a Milano dove i canoni di affitto
continuano a crescere. A cura di Simone Giancristofaro Sospiro
di sollievo per due famiglie che nella giornata di martedì
rischiavano di essere sfrattate a Milano. Entrambe originarie dello
Sri Lanka, aspettavano l'ufficiale giudiziario e la forza pubblica:
gli sfratti sono stati rimandati a gennaio del prossimo anno.
L'emergenza abitativa colpisce sempre più forte a Milano, mentre al
Senato della Repubblica un disegno di legge vorrebbe velocizzare le
procedure di sfratto. 1300 euro per 58 metri quadrati in viale
Monza Il primo caso riguarda una famiglia con tre figlie
minorenni, in viale Monza da più di dieci anni. Al termine del
contratto, la proprietà ha proposto il rinnovo quasi raddoppiando il
canone che sarebbe
Proletari comunisti di Ravenna fa appello a scendere in piazza sabato 22 novembre per contrastare la marcetta dei fascisti del sedicente Comitato Remigrazione e Riconquista organizzata nel pomeriggio. Questa iniziativa razzista, che ha avuto l'autorizzazione della Prefettura, va impedita perché è una manifestazione di odio xenofobo che è un oggettivo sostegno alla politica nazionale antimmigrati di questo governo (memorandum Albania, memorandum Libia, suprematismo, repressione delle Ong...), una iniziativa che è il prodotto di questa politica come del vento nero che parte dalla Germania con i neonazisti di AfD fino all'Ice nell'America di Trump.
Il "Comitato Remigrazione e Riconquista" è formato da Casapound, Veneto Fronte Skinhead, Brescia ai Bresciani e Rete dei Patrioti tutti gruppetti neofascisti presenti al Remigration Summit sostenuto dalla
Il 21 novembre la Corte di Assise dell’Aquila, ospiterà un rappresentante dello stato terrorista di Israele come teste di accusa nei confronti del partigiano palestinese Anan Yaeesh e di due suoi amici, accusati di “terrorismo” per l’appoggio alla resistenza palestinese in Cisgiordania.
FUORI L’AMBASCIATORE ISRAELIANO DALLE AULE DI TRIBUNALE ITALIANE!
IL SUO POSTO È SUL BANCO DEGLI IMPUTATI NELLE AULE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA INTERNAZIONALE!
Si avvia a conclusione il processo ai tre cittadini palestinesi Anan, Ali e Mansour, in corso presso il tribunale de L’Aquila.
Finora non è emerso alcun elemento incriminante a carico degli imputati: il diritto del popolo palestinese alla resistenza anche armata contro l’occupazione militare illegale è riconosciuto daldiritto internazionale purché non vengano coinvolti civili estranei al conflitto, e nel corso del processo non è emerso alcun superamento di questo limite.
Il tentativo da parte dell’accusa di far passare come civile un insediamento che
Dopo assemblee molto partecipate - noi presenti questa mattina a quella fortemente partecipata delle ditte dell’appalto, presente anche il nostro gruppo della castiglia appalto Ilva al porto -i lavoratori hanno trasformato le assemblee in prima forma di lotta - passando allo sciopero e riversandosi sulle strade - bloccando ogni accesso alla città- sulla via appia come sulla via per Statte - e infine il più combattivo dei blocchi quello sulla 106 dall’Eni alla via appia dove siamo presenti noi - in tutti questi giorni abbiamo insistito che si passasse alla lotta generale bloccando produzione/ strade e città e oggi è cominciata - è una lotta contro governo padroni e i loro alleati comune regione e la parte dell’ambientalismo antioperaio - oggi è cominciata la nuova decisiva fase di lotta.., manca ancora però la piattaforma operaia/ l’organizzazione autonoma operaia in grado di influenzare e guidare la lotta fino in fondo - ma questa strada può essere percorsa solo nel fuoco della lotta in stretto legame con le masse operaia. e lavoriamo per questo cercando di fare meglio di quanto fatto oggi.
La posizione dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
slaicobasta@gmail.com wa 3519575628 - blog tarantocontro.blogspot.com
Roma
Un incontro disastroso che conferma le peggiori previsioni, il governo Meloni/Urso porta a compimento il lavoro dei precedenti governi dei padroni: svuotare la fabbrica per consegnarla a nuovi padroni gratis con un piano di cassintegrazione selvaggia 6000 dal 1 gennaio che porti a una riduzione di 5000 lavoratori e senza alcun futuro reale -
I sindacati del tavolo romano sono corresponsabili di questo percorso e di questo piano. Respingere il piano, ripartire dalla piattaforma operaia per una lotta generale a oltranza contro padroni governo e i loro servi (sindacalismo collaborazionista e ambientalismo antioperaio).
A proposito della conferenza stampa di cgil-cisl uil
i dirigenti sindacali confederali dopo il disastroso incontro di Roma convocano una conferenza stampa dove dopo la denuncia in parte condivisibile di quello che hanno sentito dal governo, rappresentato all' incontro da Urso Mantovano Calderone ecc. non sono in grado di tirar fuori che la proposta ridicola che la situazione venga presa in mano dalla Meloni.
Come se questo non è già avvenuto! Perché secondo lor signori chi rappresentano Urso e soprattutto Mantovano che altro non è che il portavoce e l'alter ego della Meloni?
Quindi cosa vuole fare la Meloni è esattamente quello che hanno sentito l'11 all'incontro.
Quindi in realtà stanno chiedendo un altro incontro a Roma e stanno legittimando la Meloni come possibile soluzione, invece di scatenare giustamente l'inferno rispetto al piano padroni governo presentato a Roma.
Quindi i sindacati presenti a Roma al di là degli strilli sono diventati non la soluzione ma parte del problema legando al carro del governo, della 'politica' gli interessi dei lavoratori e la lotta necessaria per il lavoro il salario la salute, l'ambiente,
A fronte di questo è giusto ribellarsi !
La parola deve passare davvero ai lavoratori con assemblee generali che siano già una forma di lotta su una piattaforma operaia da sostenere e imporre con una lotta generale prolungata all'insegna di blocchiamo tutto a Taranto qui e ora
NAZIONALIZZAZIONE a condizione che vengono raccolte e salvaguardate realmente le richieste dei lavoratori su lavoro, salario, sicurezza, condizioni di lavoro, ambiente
No agli esuberi, no alla cassa integrazione permanente, i lavoratori, che non possono essere utilizzati nella produzione attualmente, devono e possono essere occupati nei lavori di ambientalizzazione e di bonifiche della fabbrica e della zona industriale.
integrazione salariale per operai delle Acciaierie e operai dell’appalto nei periodi di cassa integrazione.
Siamo naturalmente per tutte le misure che possano alleggerire anche in forma di risarcimento i problemi occupazionali, come ’estensione dei benefici per i lavori usuranti e per l’amianto - Ma soprattutto "25 anni bastano" per andare in pensione in siderurgia
postazione ispettiva dentro la zona industriale che sia di deterrenza e di controllo effettivo di come procede tutta questa riconversione/decarbonizazione.
nelle ditte d'appalto Acciaierie/ Porto no al contratto multiservizi si al contratto unico a tempo indeterminato per tutti con clausola sociale
Basta incontri inutili a ROMA e processioni la trattativa per exILVA TARANTO E PER TARANTO SI FA... MA A TARANTO!
Riguardo alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza riguardante l'amministrazione, l'identità e la sovranità di Gaza
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - Comando Generale:
La Striscia di Gaza non è una merce di scambio politico, con il suo futuro, la sua sovranità e la sua identità strettamente legati a tutta la Palestina in gioco.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - Comando Generale ritiene che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, presieduto dal Presidente degli Stati Uniti con i suoi poteri meccanici, abbia aggirato la radice del conflitto con l'entità sionista, che rimarrà acceso finché il diritto storico del nostro popolo alla propria terra verrà ignorato.
Il nostro popolo, che è stato sottoposto a massacri e a una guerra di sterminio nazista-sionista per oltre sette decenni, si aspettava una posizione più giusta riguardo ai propri diritti politici, di fronte alla logica di trattarli come semplici gruppi di persone in cerca di sostentamento. Questo è quanto si è manifestato nella risoluzione delle Nazioni Unite, che ha imposto al nostro popolo un incarico politico e di sicurezza fiduciario, in particolare attraverso la formazione della cosiddetta Forza Internazionale di Stabilizzazione, che considererà il suo diritto di resistere all'occupazione come un crimine che giustifica il disarmo. Noi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - Comando Generale siamo al fianco del nostro popolo nel respingere questa decisione ed esprimere tale rifiuto in tutte le forme garantite dal diritto internazionale a qualsiasi popolo che viva sotto occupazione.
Un cessate il fuoco e la fornitura di aiuti umanitari non possono cancellare l'assoluta verità storica che la Striscia di Gaza è parte integrante della Palestina storica, appartenente a un popolo che si sta sacrificando e lottando per la propria libertà. Resisterà a tutti i tentativi di normalizzazione, di sfollamento e di estorsione dei suoi diritti, nonché allo sfruttamento della sua sofferenza in tutte le sue tragiche dimensioni. Questa sofferenza non si sarebbe verificata se non fosse stato per il nazismo dell'occupazione, le realtà arabe e regionali, la frammentazione della posizione e dei ranghi palestinesi e lo squilibrio di potere, come evidenziato dalle posizioni di Russia e Cina, che hanno espresso le loro preoccupazioni e il loro implicito rifiuto dell'ingiusta risoluzione ONU. Gloria alla resistenza sulla via della liberazione della terra e del popolo.
18 novembre 2025
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Gli operai dell’ex Ilva sono in sciopero, da
Genova a Taranto. Da ieri i mezzi di informazione danno notizie che riguardano la
nuova mobilitazione a causa della possibile chiusura cui sta portando la
manovra di questo governo per mano del ministro Urso.
Ma il problema della condizione operaia
nelle acciaierie ex Ilva è solo uno, anche se strategico perché tra i più
importanti per le dimensioni e la produzione dell’acciaio in Italia, di quelli
che toccano la questione più generale dell’industria che fa capo all’imperialismo
italiano che tocca milioni di operai e
da ORE12/Controinformazione rossoperaia del 19.11.25
Dal 19 novembre si stanno facendo assemblee e scioperi all'interno dell'intero gruppo ex ILVA come risposta dei sindacati, tutti, al fallimento dell'ulteriore incontro convocato
dal governo per la giornata del 18/11.
Qui il governo non ha portato nulla di nuovo, se non aver accolto, a suo modo, la richiesta dei sindacati di non estendere la cassa integrazione. Il governo ha detto che i numeri della
cassa integrazione potrebbero rimanere gli stessi fino a febbraio, mentre i soldi risparmiati con l'ulteriore cassa integrazione verrebbero investiti in corsi di riqualificazione di 60 ore.
Chiaramente si tratta di un palliativo, di un rinvio di ciò che doveva cominciare a succedere da oggi a febbraio, e su questo i sindacati tutti presenti al tavolo hanno detto di
NO.
Così come il governo ha cercato ulteriormente di allettare, facendo balenare come sempre l'esistenza di un ulteriore possibile compratore, in questo caso si è passati
dal Qatar agli Emirati Arabi come dicono le indiscrezioni, e di un possibile inserimento nella nuova società risultante da questo passaggio di Arvedi. Naturalmente si tratta pur sempre di voci fondate sull'interlocuzione
che il governo sta procedendo, visto la sostanziale inaccettabilità dei piani presentati dal fondo di investimento americano.
I sindacati hanno fatto la voce grossa in questa occasione, hanno parlato di rottura e hanno indetto 24 ore di sciopero che a Genova cominciano con un'assemblea.
Anche noi siamo d'accordo che si vada allo sciopero generale in tutti gli stabilimenti, siamo d'accordo
Net@ a
scuola si presenta come un progetto di PCTO (da poco Formazione
Scuola-Lavoro) proposto agli studenti: un’opportunità imperdibile
per sviluppare digital
and social skills utili
per la propria crescita umana, professionale e imprenditoriale.
L’immagine che vogliono trasmettere è legata a un approccio
innovativo, interculturale e utile a colmare diseguaglianze digitali
soprattutto nelle zone economicamente e socialmente più
svantaggiate. Lo scopo è diffondere competenze digital high-tech, in
inglese, per studenti delle scuole superiori. Il progetto di durata
pluriennale, spesso si presenta come ‘giovane’ perché, a
differenza delle lezioni curricolari standard, è condotto da
universitari che capiscono gli studenti e, di conseguenza, sono in
grado di proporre un insegnamento molto più efficace rispetto alla
scuola tradizionale.
All’interno
del programma viene insegnato come creare siti web per sponsorizzare
prodotti, avviare
NEL CONTESTO DELLA CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE DEL SISTEMA CAPITALISTA-IMPERIALISTA I PADRONI PER MANTENERE I LORO MARGINI DI PROFITTO VOGLIONO PRENDERE ALTRO TEMPO DI VITA DEGLI OPERAI PER LA PRODUZIONE E ATTACCARE ORARIO SALARIO CONDIZIONI DI LAVORO E DI VITA
MA PER OGNI ORA DI VITA TOLTA AGLI OPERAI AUMENTA INEVITABILE L'ORA DELLA RIBELLIONE A QUESTO SISTEMA CHE CI VUOLE OGNI GIORNO SEMPRE PIU' UNA MACCHINA PER LA PRODUZIONE DI PROFITTO "FISICAMENTE SPEZZATO E SPIRITUALMENTE ABBRUTTITO"
è una legge scientifica o padroni più spremono più avvicinano l'ora della loro fine
NOI LAVORIAMO PER QUESTO
dal blog slai cobas per il sindacato di classe
Sulla trattativa del rinnovo del CCNL dei metalmeccanici: Più soldi solo in cambio di più lavoro. NO GRAZIE!
e bisognerà tornare a Prato con una manifestazione nazionale propletaria e popolare
Prato: operai aggrediti dai padroni della fabbrica perché chiedono il rispetto del contratto
Il sindacato di base Sudd
Cobas ha denunciato una aggressione ai lavoratori in presidio presso la
Euroingro di Prato, il centro di distribuzione all’ingrosso
dell’abbigliamento più grande di Prato. Un gruppo di una trentina di
persone, «tra cui alcuni padroni delle aziende interne alla Euroingro»,
ha attaccato il presidio fuori dal centro di distribuzione presso il
Macrolotto 1, devastando i gazebi. Nell’aggressione sono rimasti feriti
anche due agenti della digos; fermati due aggressori. I lavoratori
Si tratta del 68% in più rispetto ai costi previsti dopo
l'approvazione della seconda fase del programma Nuovo Elicottero da
Esplorazione e Scorta. La Difesa ha presentato alle Camere un nuovo
decreto che prevede altri due step e maggiori finanziamenti
Per rinnovare la propria flotta di elicotteri, l’Italia è pronta a sborsare 4,67 miliardi di euro. Ma ciò che ha attirato l’attenzione di Milex,
l’Osservatorio sulle spese militari, è che questa cifra rappresenta
quasi il 70% in più di quanto deciso nel 2020, quando è stata approvata
la seconda fase del programma NEES (Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta) per la fornitura dei nuovi mezzi da attacco dell’Esercito AW-249 Fenice, destinati a rimpiazzare gli AW-149 Mangusta risalenti agli anni ’90.
Il 19 novembre è il giorno in cui la Commissione Difesa di
Montecitorio dovrà fornire il suo parere
Il
PCHR documenta le testimonianze di stupri sistematici e torture
sessuali durante la detenzione israeliana contro detenuti palestinesi
rilasciati
del Palestinian
Centre for Human Rights (*)
Il
Palestinian Centre for Human Rights (PCHR) documenta uno dei crimini
più efferati che possano essere commessi contro gli esseri umani e
la loro dignità nell’era moderna. Nelle ultime settimane, il
personale del PCHR ha raccolto nuove testimonianze da diversi
detenuti palestinesi della Striscia di Gaza recentemente rilasciati
dalle prigioni e dai campi di detenzione israeliani. Questi racconti
rivelano una pratica organizzata e sistematica della tortura
sessuale, tra cui stupro, denudamenti forzati e filmati, aggressioni
sessuali con oggetti e cani, oltre a umiliazioni psicologiche
deliberate volte a schiacciare la dignità umana e cancellare
completamente l’identità individuale. Il PCHR afferma che le
testimonianze non riflettono episodi isolati, ma costituiscono una
politica sistematica praticata nel contesto del crimine di genocidio
in corso contro oltre due milioni di palestinesi nella Striscia di
Gaza,