sabato 13 dicembre 2025

pc 13 dicembre - Su imperialismo/Trump/Europa/Meloni e lotte proletarie ora

da ORE 12 Controinformazione rossoperaia  del 11.12.25

È fondamentale per gli operai, i lavoratori, i giovani, gli attivisti, i movimenti nel nostro Paese comprendere ciò che sta avvenendo a livello internazionale e nazionale, perché conoscere e avere un'opinione sia pure di massima su quello che sta avvenendo è fondamentale per valutare come questo si rifletta sia nelle condizioni di vita e di lavoro dei proletari e delle masse popolari, sia nelle prospettive di lotta contro tutto quello che sta succedendo.

Sul piano internazionale, Trump, cioè l'imperialismo americano, che in questo momento è incarnato da Trump che vuole “prima di tutto l'America”, un fascista che vuole una sorta di dittatura personale all'interno, un razzista sul piano internazionale in nome degli interessi dell'America, interviene - altro che isolazionista! - in ogni scenario del mondo per imporre gli interessi dell'America, in un mondo che non è più nelle mani dell'America e che richiede una ripartizione nuova del bottino generale del profitto e dell'intero sistema imperialista mondiale.

Il documento americano è fondato in questa occasione su un attacco esplicito ai governi, agli Stati e alle borghesie imperialiste europee. Attenzione, questo attacco non è tanto per rompere i rapporti con le borghesie imperialiste europee ma per favorire all'interno dei diversi paesi una classe dirigente di tipo fascista e imperialista alla “Trump maniera” che, schierandosi con Trump, operi all'interno dei governi degli stati imperialisti europei affinché si consolidi un'alleanza che rispetti la ripartizione mondiale che l'imperialismo americano vuole, parlando di pace e operando per la guerra.

Parlando di pace, lavora per un accordo tra i banditi, Russia e imperialismo americano, per la ripartizione dell'Ucraina. E proprio il fatto che i governi, gli stati e le borghesie imperialiste europee non vogliono essere escluse da questa ripartizione, si è sviluppata una contraddizione acuta tra l'imperialismo americano e i governi imperialisti europei rispetto alla ripartizione dell'Ucraina, nel portare al compimento questa guerra in quello che effettivamente è stata, una guerra per interposta persona che ha visto nel regime di Zenesky il servo privilegiato, la prima linea dell'imperialismo in generale e dell'imperialismo Usa ed europeo in particolare.

È chiaro quindi che l'attacco dell'imperialismo americano all'imperialismo europeo con il documento Trump spinge le potenze imperialiste europee a cercare un punto di incontro, innanzitutto tra di loro, per muoversi come blocco e in secondo luogo un punto di incontro con l'imperialismo americano che tuteli anche i loro interessi nella situazione economica, politica, geostrategica, mondiale.

Dal punto di vista dei proletari e delle masse popolari questa “guerra” di Trump all'Europa,

pc 14 dicembre - Gaza: come si pianifica un genocidio - un contributo

Jonathan Cook: Israel’s Biggest Con

“Non è solo che siamo rimasti impantanati in controversie senza fine sull’affidabilità delle autorità sanitarie di Gaza o su quanti di quei morti siano combattenti di Hamas (nonostante le campagne di disinformazione israeliane, l’esercito israeliano stesso ritiene che oltre l’80% dei morti siano civili); o che questi ‘dibattiti’ ignorino sempre il fatto che, fin dall’inizio, Israele ha distrutto la capacità di Gaza di contare i propri morti, distruggendo gli uffici governativi e gli ospedali dell’enclave, da cui discende che la cifra di 70.000 morti è probabilmente una drastica sottostima”.


“No, il trucco più grande è che Israele è riuscito a trascinarci tutti in un ‘dibattito’ completamente scollegato dalla realtà, che riguarda solo quelli che sono stati uccisi direttamente dalle sue bombe e dai colpi d’arma da fuoco. La verità è che un numero molto, molto più grande di persone di Gaza è stato ucciso volutamente da Israele non attraverso mezzi diretti, ma attraverso quelli che gli statistici chiamano mezzi ‘indiretti'”.

“Tutte queste persone sono state uccise da Israele, che ha distrutto le loro case e le ha lasciate senza riparo. Da Israele, che ha distrutto le loro risorse idriche, le infrastrutture elettriche e i sistemi igienico-sanitari. Da Israele, che ha raso al suolo i loro oospedali. Da Israele, che li ha fatti morire di fame. Da Israele, che ha creato le condizioni perfette per la diffusione delle malattie. L’elenco dei modi in cui Israele sta uccidendo le persone a Gaza è infinito”.

“Immaginate le vostre società devastate come Gaza. Per quanto tempo sopravviverebbero i vostri genitori anziani in questo inferno? Come se la caverebbe il tuo bambino diabetico o tua sorella con l’asma o tuo fratello con il cancro? Quanto facilmente ti ammaleresti di polmonite o di raffreddore se avessi consumato solo un pasto frugale al giorno per mesi e mesi? Come affronterebbe tua moglie un parto difficile se non ci fossero anestetici né un ospedale nelle vicinanze, o vi fosse un ospedale a malapena funzionante e sovraffollato dalle vittime dell’ultimo bombardamento israeliano?”

“E quali sarebbero le probabilità che tuo bambino sopravviva se sua madre non riuscisse a produrre latte a causa delle restrizioni alimentari che l’hanno ridotta alla fame? E se non potessi dargli il latte artificiale perché Israele ne blocca l’ingresso nell’enclave? E se, anche arrivasse, l’acqua inquinata non potesse essere mescolata al latte artificiale?”.

“Nessuna di queste tipologie di decessi è ricompresa nella cifra di 70.000. E tutti i precedenti riguardo le guerre dimostrano che sono molte più le persone che vengono uccise attraverso questi mezzi indiretti rispetto a quelle uccise da ferite mortali causate direttamente da bombe e proiettili”.

“Secondo una lettera inviata a The Lancet da esperti del settore, studi su altre guerre, la maggior parte delle quali molto meno distruttive di quella condotta da Israele nella piccola enclave, indicano che le vittime indirette delle guerre superano tra le tre e le quindici volte le vittime dirette”.

“Secondo gli autori dello studio, un calcolo prudenziale medio indica che le vittime indirette sono quattro volte superiori alle vittime dirette. Ciò significherebbe che, come minimo, 350.000 palestinesi sono stati uccisi a Gaza a causa delle azioni di Israele. Ma la realtà è probabilmente ancora peggiore. E questo evitando di menzionare le centinaia di migliaia di palestinesi che hanno riportato ferite orribili e traumi psicologici”.

“Gli strateghi israeliani che hanno pianificato questa guerra israeliani sanno perfettamente come funziona questo rapporto diretto-indiretto. Ecco perché hanno scelto di distruggere quasi tutte le case di Gaza, di bombardare le infrastrutture elettriche e idriche, i servizi igienici, di radere al suolo gli ospedali e di bloccare gli aiuti mese dopo mese”.

“Sapevano perfettamente che questa sarebbe stata la modalità con cui Israele avrebbe potuto compiere un genocidio, potendo offrire ai suoi alleati – i governi occidentali e il loro esercito di lobbisti – ‘un salvacondotto’ in cambio della loro attiva complicità”.

“Il cosiddetto cessate il fuoco del presidente degli Stati Uniti Donald Trump è solo un ulteriore inganno in questo infinito gioco di specchi e di fumo. L’agenzia delle Nazioni Unite per la protezione dell’infanzia, l’Unicef, ha riferito che meno di un quarto dei camion di aiuti umanitari sta entrando a Gaza superando il persistente blocco israeliano, nonostante gli impegni israeliani concordati nell’ambito del ‘cessate il fuoco’. A quanto pare, ciò non viene registrato come una grave violazione del cessate il fuoco. Passa inosservato”.

“L’Unicef ​​ha aggiunto che, solo nel mese di ottobre, cioè all’inizio del ‘cessate il fuoco’, circa 18.000 neomamme e neonati hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere a causa della malnutrizione acuta”.

“Il genocidio non è finito. Israele potrebbe aver rallentato il ritmo delle uccisioni dirette causate dal bombardamento di Gaza, ma le uccisioni indirette continuano incessanti. E così anche il ‘dibattito’ orchestrato da Israele in Occidente, concepito per oscurare e giustificare l’omicidio di massa della popolazione di Gaza”.Peraltro, le uccisioni dirette continuano (circa 360 i morti, 922 i feriti, di cui, al solito, tanti sono bambini). E alle morti indirette vanno aggiunti i decessi causati dall’alluvione che si è scatenato su Gaza, 16 solo ieri, a causa del freddo e dei crolli delle case lesionate. Certo, non è Israele che ha causato la pioggia, ma le restrizioni imposte ai palestinesi rendono la tempesta un flagello

pc 13 dicembre - I coloni se ne vadano: decolonizzazione, non coesistenza - un contributo

I coloni se ne vadano: decolonizzazione, non coesistenza

Introduzione

Nel suo recente saggio su Mondoweiss, Lara Kilani osserva che quando i liberali occidentali o segmenti della sinistra internazionale promuovono una “soluzione a Stato unico“, spesso immaginano un futuro in cui palestinesi e israeliani diventano co-cittadini, condividendo istituzioni, diritti civili e un’armonia a cui aspirano.

Ma per molti palestinesi, soprattutto coloro che vivono in prima persona l’assedio, lo sfollamento, i bombardamenti, la confisca delle terre e la continua frammentazione del loro mondo sociale e politico, questo invito all’integrazione si legge meno come una liberazione e più come una richiesta di neutralizzare il significato politico della loro sofferenza.

La critica di Kilani è incisiva. Sostiene in modo convincente la necessità di porre al centro le prospettive e le realtà materiali palestinesi, piuttosto che proiettarvi sopra soluzioni ideologiche concepite esternamente: qualsiasi visione di un unico Stato che non affronti le strutture del Colonialismo di Insediamento rischia di normalizzarne gli esiti. Il suo intervento mette in luce la superficialità concettuale delle fantasie liberali che confondono la coesistenza con la giustizia.

Tuttavia, per trasformare la sua intuizione in un intervento politico più ampio, dobbiamo ampliare il quadro che lascia sottosviluppato: cosa intendono realmente i palestinesi con “uno Stato democratico”, le versioni decoloniali più forti di quella visione, la morte strutturale del modello dei Due Stati e, cosa più difficile, come può manifestarsi la Liberazione quando la società dei coloni si rifiuta di andarsene.

I. Cosa significa realmente “uno stato democratico” per i palestinesi

Kilani osserva, correttamente, che le preferenze palestinesi non sono monolitiche e che il sostegno a uno

pc 13 dicembre - La normalizzazione del fascismo in Italia: da Atreju all’esaltazione della guerra

Si può trattare con il fascismo e, quindi, con i fascisti? A mio avviso, la risposta è no. Per chi ascolta questo podcast, questa è un'opinione ormai fin troppo consolidata, un filo rosso che porto avanti all'interno delle puntate. Eppure, continuo a chiedermelo. Se siamo ancora qui a ragionare su come fermare la normalizzazione del fascismo, è evidente che qualche problema c'è. E su questo bisogna riflettere.

Lo sto facendo perché è in corso Atreju, il festival annuale di Fratelli d'Italia. Parliamo del primo partito a maggioranza relativa che, ormai da anni, ha lasciato la politica, o meglio: continua a portarla avanti in minima parte, essendosi buttato anima e corpo sul "nazional-popolare".

Atreju: Dalla politica alla sagra pop

Guardando gli ospiti, a parte qualche momento di amarcord — come il confronto tra Gianfranco Fini e Francesco Rutelli, candidati sindaci dei due opposti schieramenti a metà degli anni '90 — o qualche

venerdì 12 dicembre 2025

pc 12 dicembre - India - Perché il nome di Hidma riecheggia nella protesta India Gate di Delhi per l'aria pulita dalle foreste del Bastar?

dal blog del Comitato Internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in India - Italia

https://guerrapopolare-india.blogspot.com/


Cari compagni,

condividiamo con voi una dichiarazione popolare sugli arresti di massa nella capitale indiana, Delhi, di studenti-attivisti che protestavano contro l'aria tossica della città, rovinata dagli interessi borghesi burocratici imperialisti e compradori. Il clamore mediatico creato intorno alle proteste è dovuto al fatto che questi studenti vedevano la loro lotta come una continuazione di quella guidata da persone come il compagno Madvi Hidma, recentemente ucciso in un falso scontro. Condividiamo uno scritto sull'argomento nella speranza che aumenti la consapevolezza e presenti una controvisione alla narrazione dominante dello stato su una cospirazione "naxalita urbana" che si sta svolgendo in città. 

Saluti rossi

Perché il nome di Hidma riecheggia alla protesta India Gate di Delhi per l'aria pulita dalle foreste del Bastar?

Madvi Hidma, membro del comitato centrale del PCI (Maoista) e ex comandante del Primo Battaglione dell'Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione, è stato ucciso in un falso scontro il 18 novembre 2025, dopo che un informatore lo ha denunciato allo Stato indiano. Dimenticando le formalità della legge borghese, che propone di garantire il diritto di tutti gli imputati a un processo equo, ciò che ha attirato l'attenzione di tutti i media reazionari è che gli studenti che si erano radunati per protestare presso il sito turistico India Gate di Delhi per chiedere aria pulita il 23 novembre 2025 portavano anche alcuni manifesti con il volto di Madvi Hidma. L'immagine, un'opera d'arte disegnata a mano di un uomo che lo stato stesso non aveva mai visto fino alla fine dello scorso anno, è stata sollevata con sfida con lo slogan provocatorio "Da Birsa Munda a Madvi Hidma, la lotta per le nostre foreste e l'ambiente continua."

La protesta, tenutasi sotto la bandiera del Delhi Coordination Committee for Clean Air (Comitato di

pc 12 dicembre - Ripreso il ciclo di Formazione marxista - Dalla presentazione delle nuove lezioni

E' in corso la trascrizione della 6° lezione

Il nuovo giro di lezioni su Il Capitale di Marx è ripartito dopo una pausa prolungata tanto che abbiamo dovuto fare un riepilogo telematico il 28 ottobre. Ora siamo ripartiti dalle tre sedi dove stiamo svolgendo questo lavoro in maniera sistematica questo primo ciclo che prevede 9 lezioni. Sono lezioni particolari perché fatte con un livello alto garantitoci dalla presenza del professor Di Marco, perché indipendentemente da chi noi vorremmo fosse presente, innanzitutto operai e giovani, esse sono fondate sul principio che non bisogna dare le pappette agli operai e ai giovani ma bisogna fornire gli strumenti il più alto possibile, scientifici, perché come Marx stesso dice: “...presuppongo naturalmente lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo e quindi vogliano anche pensare da sé”; tenendo conto che questo della crescita delle avanguardie operai e giovani, dei militanti è diventato il vero problema che abbiamo di fronte nella realtà generale del movimento operaio e nella realtà generale del movimento di massa. Non sarà possibile far avanzare i movimenti di massa fino a risultati concreti non sarà possibile ricostruire la prospettiva della rivoluzione, del partito della rivoluzione, senza che un'avanguardia negli anni si formi alla scuola del marxismo e alla pratica della lotta di classe.

Quindi si tratta di un lavoro di prospettiva. Ci può volere poco o molto ma è un aspetto decisivo per contrastare quello che realmente è avvenuto nel nostro paese come nella maggior parte dei paesi imperialisti, dopo il ciclo virtuoso della rivoluzione mancata, del biennio rosso del 68-69 che mise davvero in pericolo gli assetti sociali e politici di questo paese e aprì la prospettiva della rivoluzione proletaria e socialista. 

Evidentemente il lungo periodo di riflusso, quello che chiamiamo “il lungo inverno” non è ancora finito;

pc 12 dicembre - Manifestazione a Torino contro la falsa pace. Libertà per Sahin - info

 

pc 12 dicembre - Roma per la libertà dei prigionieri politici palestinesi -info


pc 12 dicembre - 12 dicembre 1969/12 dicembre 2025

12 dicembre 1969 fascisti stragisti al servizio dei padroni 

12 dicembre 2025 il  governo di stampo fascista erede degli stragisti è il comitato di affari dell'imperialismo guerrafondaio, dello Stato di polizia, del revisionismo storico volto a rivalutare il fascismo, dello stato neocorporativo, del neocolonialismo in Palestina e nel mediterraneo, della marcia verso un regime moderno fascista

pc 12 dicembre - Melfi 13 dicembre - Manifestazione per ANAN - info Soccorso rosso proletario

Sabato 13 DICEMBRE scenderemo in piazza a MELFI al fianco di Anan e della Resistenza Palestinese, al fianco di chi si oppone alla guerra e al genocidio.

Noi sappiamo da che parte stare.
"Complici" e solidali al fianco di chi lotta.

LIBERTA PER ANAN, ALI E MANSOUR!
LA RESISTENZA NON SI ARRESTA!
LA RESISTENZA NON SI PROCESSA!
PALESTINA LIBERA!

CONCENTRAMENTO IN VIA DELLA CITTADINANZA ATTIVA E CORTEO FINO AL CARCERE IN VIA LECCE DOVE SI TERRÀ IL PRESIDIO PER ANAN.

Verso l’udienza finale del processo alla resistenza palestinese

Il 19 dicembre, presso il Tribunale penale de L’Aquila, potrebbe chiudersi con una condanna, il processo farsa sul prigioniero politico Anan Yaeesh, e su due palestinesi suoi amici, Ali e Mansour, che rischiano rispettivamente 12, 9 e 7 anni di carcere: molti di più rispetto a quelli che Anan ha scontato nelle carceri sioniste dopo essere stato condannato per fatti relativi alla seconda Intifada.

In questo clima di terrore generalizzato, dove l’intero sistema politico ed economico è complice attivo del genocidio e dell’occupazione sionista, dove il DDL Gasparri che equipara antisionismo ad antisemitismo prende sempre più forma, dove esporsi a favore della Palestina significa essere sbattuti in carcere o in un CPR, è NECESSARIO continuare a mobilitarci in modo determinato e collettivo contro un sistema che prova a delegittimare ogni giorno le nostre lotte, che prova ad intimidire chi dissente con arresti arbitrari, deportazioni e fogli di via e che processa la Resistenza.

Mentre i media di regime legittimano guerra e repressione, questo processo di evidente natura politica rischia di creare un pericoloso precedente per chiunque sia solidale con la causa Palestinese e per chiunque si opponga alle politiche guerrafondaie del governo Italiano, NATO e UE.

pc 12 dicembre - ORE 12 Controinformazione rossoperaia - Atreju: sul carro della Meloni per avanzare verso un regime moderno fascista in tutti i campi

 

pc 12 dicembre - Seguite la Formazione rivoluzionaria delle donne - la FRD di oggi

FRD di oggi - Tendenze nel movimento femminista in Italia, oggi - Nudm - 2° parte

https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/2025/12/formazione-rivoluzionaria-delle-donne_12.html






Da aprile '25 abbiamo avviato sul blog femminismorivoluzionario una formazione rivoluzionaria delle donne a scadenza settimanale.

Stiamo pubblicando parti importanti di nostri opuscoli, dossier, così come interventi, contributi di comuniste/rivoluzionarie di altri paesi; e testi tratti dalla scienza del marxismo-leninismo-maoismo che affrontano e ci forniscono un

pc 12 dicembre - La nostra opinione sullo sciopero della Cgil

L'opinione nostra come Slai Cobas per il sindacato di classe era - ed è - la necessità di uno sciopero generale di tutti gli oppositori reali di questo governo, uno sciopero che unisca i lavoratori all'interno della battaglia più generale per difendere le condizioni di vita e di lavoro, per opporsi al riarmo imperialista e all'intera politica sociale del governo Meloni.

Invece, abbiamo due scioperi generali, quello organizzato dai sindacati di base il 28 novembre, - su cui abbiamo già parlato - e quello indetto dalla Cgil per oggi.

Noi abbiamo fin dall'inizio detto che era ed è necessario "bloccare effettivamente tutto", fabbriche, posti di lavoro, bloccare le città, le strade, ecc. Ma occorreva e occorre mobilitare le forze effettive della classe operaia, dei proletari e delle masse popolari. Questo non si può realizzare senza unire tutte le forze possibili contro il governo Meloni e i padroni, che permetta realmente di aprire uno scontro frontale con padroni e il governo nella prospettiva della sua caduta, perché la caduta del governo è una condizione necessaria per realizzare le rivendicazioni dei lavoratori. Tutti i lavoratori, vogliono uno sciopero unitario tutti insieme, proprio perché questo sciopero unitario abbia la capacità di essere più forte.

Su questo evidentemente le responsabilità del mancato sciopero generale unitario ricadono essenzialmente sulla CGIL che invece ha scelto di smarcarsi dallo sciopero del 28/11, di contrapporsi, perché obiettivamente si è contrapposta avendo indicando nel 12 dicembre la data dello sciopero, rispondendo più a logiche interne che all'interesse dei lavoratori, della loro unità e di rendere più forte la

pc 12 dicembre - Oggi vari settori di lavoratori lavoratrici scenderanno in sciopero indetto dalla Cgil contro la legge di bilancio - Che dice questa finanziaria?

La legge di bilancio è pienamente addomesticata agli interessi del "ceto medio", e a dare ancora benefici economici ai padroni. 

Ma chiaramente non basta. Non basta ai padroni che, per bocca del presidente della Confindustria, chiedono molto di più; non basta agli stessi partiti di governo che ora si azzuffano come polli - Lega contro Forza Italia, entrambi contro FdI - perchè devono accontentare il loro elettorato. 

Si sono azzuffati per gli "affitti brevi", sulle case di villeggiatura - ma poi questo punto è stato cassato - ma sono uniti invece quando famiglie, bambini, pure in regola con gli affitti, vengono buttati fuori dalle loro case (perchè il proprietario deve trasformare le case in bed&brekfast per farci molti più soldi), da squadre esagerate della polizia in tenuta antisommossa. con picconi per rompere i muri e sempre più con stile blitz all'americana. Mentre la legge di bilancio, ad usum del ceto medio, vuole cancellare la prima casa dal calcolo dell'Isee.

La querelle sulla tassazione sui cosiddetti "extra profitti", è un imbriglio. In realtà si tratta di una leggera, ma molto ipotetica tassazione extra sui mega profitti fatti dalle banche; che comunque deve essere "volontaria"... Ma alle Banche. che in questi anni hanno fatto super profitti, non sta bene neanche questo mini prelievo. già in forse.

Ciò che unisce realmente è il fatto che non si sono "buttati" soldi per i lavoratori, per le masse popolari

giovedì 11 dicembre 2025

pc 11 dicembre - La presentazione del DOSSIER LEONARDO a Montecitorio

da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 10.12.25

Riportiamo la trascrizione degli interventi di Rossana De Simone, autrice del dossier, e Stefania Maurizi, giornalista di inchiesta, estratti della conferenza stampa di presentazione del dossier nella sala stampa di Montecitorio

 

Rossana De Simone, autrice del dossier

Voglio sviluppare velocemente tre punti che sono quelli che ritengo fondamentali per capire il senso di questo dossier. Il primo riguarda il linguaggio usato dal governo, dalle forze armate e dall'industria della difesa e sicurezza che dicono che viviamo in un periodo di guerra, legato non soltanto alle crisi ambientali, energetiche, ma legato anche alle minacce ibride, cioè questo è un periodo - che tutti datano all'inizio della guerra fra la Russia e l'Ucraina - che sarebbero quelle legate all'aspetto cognitivo, cioè le fake news, tutto ciò che riguarda, ad esempio, i video sviluppati con l'intelligenza artificiale che riescono a modificare la percezione della realtà, oppure tutto quello che ha a che fare con la cybersicurezza, la cosiddetta guerra di rete, l’attacco alle reti informatiche, idriche, ferroviarie, ai porti, ma anche alle banche, ai vari ministeri, tutto ciò che rappresenta le istituzioni civili ma anche le aziende.

Che cosa dice Leonardo? Prenderò sempre Cingolani come punto di riferimento che dice che siamo in un periodo in “no pace” - dice proprio “no pace”! - per cui bisogna passare dalla dottrina tradizionale della difesa a quella di global security. Vuol dire che bisogna mettere in sicurezza non soltanto le strutture nazionali, ma anche tutto ciò che ha a che fare con quelle che sono le reti soprattutto civili, quindi Leonardo, dal suo punto di vista, deve occuparsi sia dell'aspetto militare, sia di quello civile, deve coordinare e mettere in sicurezza, mentre sempre Cingolani dice che la governance politica deve mettere in sicurezza le politiche interne ed esterne - questo è importantissimo, il discorso interno/esterno è fondamentale perché si parla proprio di guerra infinita, sia interna che esterna, sia civile che militare.

Come si fa a connettere tutto questo apparato? attraverso la tecnologia digitale e attraverso la connessione con le applicazioni spaziali, cioè con i satelliti. Infatti Leonardo sta cercando di ristrutturare tutte le sue divisioni perché la tecnologia digitale deve entrare non soltanto a livello del processo produttivo interno, ma anche ai livelli di sistemi d'arma, anche inclusa la sfera sociale. Quindi vuol dire che ad esempio la “Cupola di Michelangelo” di cui si parla tanto adesso - lo scudo antimissile che Leonardo vorrebbe comprare, che pare che Crosetto abbia già pensato di mettere in finanza - sarebbe uno scudo, una piattaforma che mette in collegamento l'allerta preventiva, i radar, il GCAP che è il nuovo caccia e il SAMP/T 2 che sono le batterie antimissile.

pc 11 dicembre - Verso la mobilitazione per la liberazione di Anan: L'Aquila 19 dicembre - Iniziativa a Roma - info per il dibattito

 estratti

Roma, 13 dicembre: Carcere e guerra. Incontro con Mansoor Adayfi

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Riceviamo e diffondiamo:

Carcere e guerra, incontro con Mansoor Adayfi

SABATO 13.12 H 19 PARCO DELLE ENERGIE – VIA PRENESTINA 175 – ROMA

Mansoor Adyfi è un ex prigioniero del campo di concentramento di Guantánamo, dove è stato detenuto per oltre 14 anni senza che fosse mai formulata nei suoi confronti nessuna accusa.

Guantánamo è un carcere di guerra statunitense attivo dal 2002, per la lotta al cosiddetto terrorismo, dove vige un perenne stato di eccezione, si opera in condizioni di extra territorialità ed extra legalità, ed i detenuti subiscono torture, privazioni, e una detenzione arbitraria.

Nel 2016 Mansoor Adyfi è stato consegnato alla Serbia e ha iniziato una lotta per costruirsi una nuova vita e per liberarsi dalla classificazione di sospetto terrorista.

Oggi è uno scrittore ed avvocato ed è l’autore del libro don’t forget us here, lost and found at Guantánamo. A partire dalla sua esperienza di prigioniero a Guantánamo ha pubblicato

pc 11 dicembre - Pechino brinda alla strategia di Trump - Una nota che conferma quanto stiamo affermando nelle ultime settimane e che influisce su Palestina/Ucraina/riarmo ecc

pc 11 dicembre - ORE 12 Controinformazione rossoperaia - Punti su imperialismo/Trump/Europa/Meloni e lotte proletarie ora

 

mercoledì 10 dicembre 2025

pc 10 dicembre - Sardegna CORTEO CONTRO L’AMPLIAMENTO DELLA RWM | REGIONE, DA CHE PARTE STAI?

MANIFESTADA CONTRA S’AMMANNIADA DE SA RWM | REGIONE, DAE CALE PARTE ISTAS?*

*Domenica 14 dicembre ore 10.30

Stazione Villamassargia 

Il vergognoso ultimatum imposto dal TAR alla Regione Sardegna riguardo all’ampliamento abusivo della RWM, sta volgendo al termine e nulla sembra trapelare dal palazzo del potere. Potrebbe sembrare un buon segnale, eppure la realtà è più cruda. 

Se la Regione non si pronuncia, lo Stato metterà una pezza con il commissariamento. E questo significa sacrificare ulteriormente la nostra terra sull’altare dello sfruttamento e della produzione bellica.   

Un giochino politico sottile, che vuole portare la decisione a Roma, lontano dai sardi e dalle sarde. E noi

pc 10 dicembre - ORE 12 Controinformazione rossoperaia - DOSSIER LEONARDO A MONTECITORIO

Dossier Leonardo in Parlamento il 9 dicembre sulle complicità di Leonardo S.p.A. nei crimini di guerra commessi in Palestina

Riportiamo gli interventi di Rossana De Simone, autrice del dossier, e Stefania Maurizi, giornalista di inchiesta, estratti della conferenza stampa di presentazione del dossier nella sala stampa di Montecitorio

pc 10 dicembre - L’incredibile macchina del fango contro una sola persona: Francesca Albanese

leggi allegato Massima solidarietà a Francesca Albanese - Da Controinformazione rossoperaia ORE 12 del 2 dicembre

Giusto pochi giorni fa scrivevo “Perché tanto odio nei confronti di Francesca Albanese?“, oggi il quotidiano “Il Tempo“, pessimo, davvero uno dei peggiori, scarica la bomba, un’altra, per screditare Francesca Albanese. Lei non ha bisogno di difensori d’ufficio, ma toccare lei significa toccare anche tutto il movimento che io definirò NoProGen. Veniamo ai fatti.

Premetto che, in ogni caso, piaccia o meno, Hamas ha vinto le elezioni e governa a Gaza. Quindi chiunque abbia rapporti con la Palestina deve necessariamente avere rapporti con i funzionari di Hamas. Questo sia chiaro!

L’articolo di Giulia Sorrentino

Giulia Sorrentino, giornalista de Il Tempo, apre il suo attacco dichiarando che «Oramai le frequentazioni di Francesca Albanese sono più che note» e subito dopo si chiede «cosa ci facesse lì il nuovo idolo dei ProPal Francesca Albanese».

L’insinuazione è chiara: la presenza della relatrice ONU a una conferenza del 2022 insieme a esponenti di Hamas basterebbe a macchiarla di collusione col terrorismo. Il metodo è la colpevolezza per associazione, un sillogismo capzioso che ignora ogni tipo di fatto.

In realtà l’evento incriminato, intitolato “16 Years of Siege on Gaza: Impact and Prospects”, era un incontro pubblico sul blocco di Gaza; Albanese vi intervenne, da remoto, in qualità di esperta di diritto internazionale, senza alcun controllo sugli altri partecipanti. Non rappresentava Hamas né tantomeno ne condivideva la linea politica. Eppure Sorrentino liquida come una “scusa” la spiegazione fornita dalla stessa Albanese («Collegandomi, io come gli altri ospiti internazionali, non avevo alcuna idea di o controllo su chi fosse in sala» e preferisce suggerire torbide complicità: forse, insinua con malizia, per essere invitati bisogna «essere nelle grazie di chi quei circoli li presiede».

Siamo alla diffamazione ovviamente. Si tratta di un’accusa priva di prove, che pretende di trasformare un convegno sulla crisi umanitaria a Gaza in un rito di affiliazione terroristica. La logica, questa sconosciuta!

La stessa malizia riemerge quando Sorrentino rievoca un precedente incontro di Albanese con Mohammed Hannoun, attivista filopalestinese vicino a Hamas. In quell’occasione Albanese riconobbe pubblicamente l’errore di non essersi informata sul profilo del co-relatore. Ma per la penna di Il Tempo ciò non conta: «siccome… Albanese ci sembra una persona che tutto ha fuorché deficit mnemonici, sarebbe il minimo che chiarisse il suo più totale distacco da tagliagola come quelli di Hamas».

pc 10 dicembre - Il Nemico

I discorsi di Cingolani su giornali tv se non fossero una cosa seria  sarebbero farseschi - speriamo che Crozza se ne occupi 

E' importante che questa spudorata campagna Cingolani/Crosetto e compagnia di giro venga analizzata denunciata/irrisa. E quindi attaccata in tutte le forme necessarie.

Che la festa cominci

proletari comunisti - 10/12/25 

di Miguel Martinez (ripreso da kelebeklerblog.com)

Qualcuno vuole lo sterminio degli italiani.

Non lo dico io, lo dice un ex-ministro, un consigliere del governo attuale, un laureato in fisica figlio di un docente di fisica.

Innumerevoli anni fa, restai fulminato leggendo un editoriale di Furio Colombo su La Stampa. Dove raccontava di una chiacchierata in taxi a New York con il conducente, pakistano, che gli faceva allegramente la lista dei Suoi Nemici – gli indiani e gli induisti in generale, gli afghani, gli iraniani e non mi ricordo chi altro.

Il conducente chiede a Colombo, “e voi italiani, quali sono i vostri nemici?“ Colombo esita un attimo, poi dice, “ma veramente, noi italiani non abbiamo nemici!“ Il conducente sorride e dice, “ma non faccia il diplomatico, tutti i popoli hanno dei nemici!

Questo dialogo mi è venuto in mente ieri, leggendo del discorso che Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, già ministro della Transizione Ecologica, ha tenuto durante un evento dal fantastico nome di Michelangelo The Security Dome. Cinque secoli fa, l’Europa (intesa

pc 10 dicembre - Verso due cortei a Milano

pc 10 dicembre - Movimento NO TAV a 20 anni - Resiste e rilancia

 

da notav.info

Come allora, la valle ha mostrato che la sua forza sta nel camminare insieme, generazione dopo generazione.

La marcia è partita da Venaus, luogo simbolico della liberazione del 2005, attraversando il paese e le strade in un clima festoso e partecipato. Non una rievocazione, ma un atto presente: camminare da Venaus significa ricordare che quella conquista non è un capitolo chiuso, ma un’eredità che continua a generare pratiche di difesa del territorio.
Tantissime le giovani generazioni presenti, a riprova che il futuro sta nelle mani di chi oggi rischia di vedere la propria vita devoluta al riarmo e alla guerra e che vuole contrapporsi a questo; presenti le amministrazioni locali, a fianco dei comitati che da tutta la Valle hanno marciato ancora una volta insieme; i volti storici del Movimento No Tav hanno ricordato quelle giornate del 2005 con la consapevolezza che la resistenza di un popolo si fa in sintonia al territorio che si abita e si vuole difendere; una importante presa di parola è stata fatta per tessere un collegamento con i popoli che resistono altrove, come in Palestina, e un pensiero é stato rivolto a chi non c’é più e a chi viene colpito da provvedimenti ingiusti come un decreto di espulsione dall’Italia per aver scelto di stare dalla parte di chi lotta.
L’arrivo a San Giuliano ha assunto un significato profondo.

Qui, proprio questa settimana, è nato il nuovo Presidio Permanente, dentro la casa della signora Ines, espropriata da Telt. Una casa strappata alla vita per fare spazio a un progetto inutile, che la comunità No Tav ha deciso di riaprire, riabitare e trasformare in un luogo di incontro, socialità e resistenza. Uno spazio restituito al territorio e alla sua gente.
La marcia di oggi è arrivata al presidio per dargli forza, per riempirlo di voci e di corpi, per trasformare un’espropriazione in un gesto collettivo di riappropriazione.
La giornata dell’8 dicembre non chiude nulla: apre. Il ventennale del 2005 non è solo memoria, è una responsabilità. Significa sapere da dove veniamo per capire dove stiamo andando.

E oggi, arrivati a San Giuliano, il messaggio è stato chiaro: la Valsusa c’è, la lotta continua e lo fa mettendo radici nei luoghi che il potere vorrebbe desertificare.
Il nuovo presidio è una promessa e un impegno. La marcia di oggi lo ha inaugurato nel modo migliore: con la presenza di tutte e tutti, con la forza di una comunità che da più di trent’anni non arretra.
Nel 2005 a Venaus, non c’erano opzioni. La Valle voleva riprendersi la propria terra, rispondere all’ingiustizia e al pestaggio subito dai presidianti la notte prima.
Neanche a dirlo, le reti cadono e tutte e tutti si entra nel cantiere.

Oggi, a conclusione del corteo, i/le No Tav entrano in quello che negli scorsi giorni è diventato un simbolo di resistenza, la casa di Ines, oggi proprietá di Telt.
Il progetto del Tav è tavcentrico. Non esiste altro. Non esistono le persone con le loro case, con i ricordi di una vita.

E allora oggi, il Movimento ha deciso di liberare e di ridare dignità ad un altro pezzo della Valle e di riappropriarsi di una casa, in cui le luci devono rimanere accese.
La Val Susa resiste e continua ad essere un faro per chi decide di non girarsi dall’altra parte.

Ancora. Sempre

martedì 9 dicembre 2025

pc 9 dicembre – I “turisti” nazisionisti di Israele evitano di sbarcare a Palermo per le proteste annunciate

La contestazione ai nazisionisti paga! Dopo che a Brindisi, il 5 dicembre, i manifestanti a sostegno della Palestina e contro il genocidio avevano contestato la presenza dei “soldati travestiti da turisti”, cioè dei nazisionisti israeliani in “gita” per il Mediterraneo, la crociera della Crown Iris, di proprietà della compagnia israeliana Mano Maritime, aveva cominciato a cambiare il suo itinerario.

A Brindisi, riporta la Repubblica del 7 dicembre, gli schifosi “crocieristi” avevano agito con “insulti, minacce di morte, braccia tese da parte dei croceristi israeliani a bordo della nave al porto di Brindisi, che mimano pure strangolamenti e sgozzamenti. Dopo che i passeggeri sono scesi, la tensione non è diminuita, sputi e scontri fisici hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Nelle ultime ore stanno circolando immagini riferite anche ai momenti successivi allo sbarco, in particolare in un video diffuso sui social si vede una turista israeliana scagliarsi contro un gruppo seduto a un bar, a cui seguono insulti omofobi e minacce di morte.”

Ma Brindisi a quanto pare e a differenza di quanto annunciato dalla crociera, è stata «L’unica tappa italiana effettuata finora … spiega l’ “Assemblea solidale con la Palestina” di Palermo - l’itinerario

pc 9 dicembre - Palestina - nessun disarmo senza Stato Palestinese e ritiro totale dell'esercito israeliano da tutti i territori occupati

Il capo negoziatore della fazione palestinese, Khalil al Hayya, ha già fatto sapere che il gruppo deporrà le armi solo nelle mani di uno Stato palestinese sovrano e dopo il ritiro totale dell'esercito israeliano. E ha respinto l'ipotesi che la Forza di pace entri a Gaza con il compito di disarmare i miliziani, nella sua visione dovrà solo monitorare i confini e il cessate il fuoco.

pc 9 dicembre - Ultime notizie da Stellantis Melfi - tra ritorno al turno di notte e licenziamenti nell'indotto - info

Stellantis, Melfi: potrebbe tornare “il turno di notte”.

Stellantis, Melfi: potrebbe tornare “il turno di notte”. Ecco dove

Il rumor, che circola da alcuni giorni, riguarderebbe Lastratura, Verniciatura e Stampaggio. “Abbiamo fermate e stop più lunghi – svela un operaio – servirebbe per allinearci coi tempi del Montaggio. Speriamo, con la notte si guadagna di più”

“Certo, a 50 anni e passa, tornare a fare la notte dopo tanto tempo non sarebbe semplice, ma se è necessario lo faremo, e poi conviene, si guadagna di più”. Sorride e fa gli scongiuri l’operaio della Lastratura con cui abbiamo parlato. La notizia, anzi lo “spiffero”, che si muove già da qualche giorno, è che con la “salita produttiva” legata alla Compass ibrida e ai nuovi modelli, prevista con l’inizio del nuovo anno, qualcosa potrebbe cambiare, in meglio, per diversi addetti. Ci riferiamo ai reparti di Verniciatura, Stampaggio e Lastratura. Del possibile passaggio a 2 turni “a partire da febbraio 2026” avevamo già parlato in precedenza, con una risalita produttiva fino a “280 auto a turno, su due turni quotidiani”.

Nello specifico, però, i rumors parlano di un possibile ritorno del “terzo turno”, cioè quello di notte, tra

pc 9 dicembre - Crosetto/Leonardo Spa e relazioni con Israele - Dossier

pc 9 dicembre - Genova Antifascista in piazza

pc 9 dicembre - Indo Pacifico: il governo Meloni segue Trump e rafforza gli interessi dell'imperialismo italiano nell'area

...una nuova tappa di alleanze interimperialiste in funzione anticinese che vanno in direzione dello scontro militare che è strategico per i governi imperialisti a guida USA di cui l'Italia di Meloni è in prima fila.


Non è certo coincidenza la diffusione pubblica del documento della nuova Strategia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, con l'Indo-Pacifico al centro delle priorità americane -  che ha lo scontro con la Cina come obiettivo e su cui Trump richiede un maggiore coinvolgimento degli alleati - e l’annuncio da parte del governo italiano del prossimo viaggio del Primo Ministro Meloni in Giappone su cui ancora non c’è una data (anche se si parla di gennaio e con una tappa in Corea del Sud) e la missione “imprenditoriale” del Ministro degli Esteri Antonio Tajani in India il 10 e 11 dicembre.

Con Meloni lo Stato imperialista italiano è completamente allineato alla politica estera degli USA, ai diktat USA Meloni risponde con il solito servilismo, del resto i cosiddetti “patrioti”, i “sovranisti”, al potere in Italia sono in realtà degli ingannapopolo perché servono gli interessi dell’imperialismo italiano

lunedì 8 dicembre 2025

pc 8 dicembre - Formazione rivoluzionaria delle Donne - Tendenze nel movimento femminista in Italia, oggi - Nudm - 1° parte

https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/2025/12/formazione-rivoluzionaria-delle-donne.html

Questo testo di analisi critica delle posizioni di Nudm è contenuto sempre in questo opuscolo. Oggi pubblichiamo una prima parte, con le parti più significative di questo lavoro teorico.

La seconda parte sarà pubblicata la prossima settimana.

L'opuscolo "360°" contiene tanti altri importanti testi, che affrontano una serie di altre questioni teorico, ideologiche, politiche che sono attuali nel dibattito e lotta di posizione nel movimento femminista.

Per richiedere l'opuscolo scrivere a: mfpr.naz@gmail.com o WA 3408429376

pc 8 dicembre - MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA IN PIAZZA DELLA LOGGIA A BRESCIA -SABATO 13 DICEMBRE:


Da centro sociale autogestito Magazzino 47, Associazione Diritti per Tutti, Collettivo Onda Studentesca appello per una manifestazione antifascista e antirazzista sabato 13 dicembre in piazza della Loggia, a Brescia:

“BRESCIA SCHIFA I FASCISTI. ORA E SEMPRE!

Annunciano per sabato 13 dicembre una parata razzista a Brescia. Sono i vari gruppuscoli fascisti, che arriveranno in gran parte da altre città per propagandare la “remigrazione”, una parola truccata per far sembrare plausibile ciò che resta inaccettabile: la deportazione di massa delle persone immigrate, da cacciare – dicono – perché inquinano la “razza” e l’“etnia” superiore, quella bianca.

Con chi pensa e dice queste idiozie ripugnanti non c’è niente da discutere: i fascisti vanno isolati. Sono loro che devono remigrare, nelle fogne della storia. Come sempre, i fascisti che si dicono “contro il sistema” sono forti con i deboli e deboli con i forti. Sono al servizio del potere per distogliere l’attenzione dai problemi reali. Mentre rilanciano l’allarme immigrazione per ottenere leggi ancora più discriminatorie contro le persone razzializzate, sono ascoltati e protetti proprio da chi intanto diffonde insicurezza sociale vera: il governo Meloni, che con una finanziaria per il riarmo e la guerra colpisce i redditi da lavoro e acuisce il degrado di sanità e scuola pubbliche.

pc 8 dicembre - torturato Marwan Barghouti - info solidale

Il noto prigioniero politico palestinese Marwan Barghouti è stato aggredito brutalmente dalle guardie carcerarie israeliane, secondo le informazioni trasmesse alla sua famiglia. La famiglia: «Vogliono intimorirci». Il figlio Sharaf: «Gli avvocati hanno chiesto di vederlo. Potrebbero volerci due giorni o dei mesi». L’intimidazione dopo il lancio della campagna globale per il leader palestinese

di Chiara Cruciati, da Osservatorio Repressione

La prigionia assume forme differenti in Palestina: ci sono le botte e ci sono le intimidazioni. Difficile saperne di più quando la vittima è in isolamento totale da oltre due anni. Ieri la famiglia di Marwan Barghouti, il più noto e amato leader palestinese, vertice di Fatah, prigioniero politico dal 2002, condannato a cinque ergastoli, ha lanciato l’ultima di tante denunce dopo aver ricevuto la telefonata – arrivata da un numero israeliano – di un presunto ex detenuto appena rilasciato: Marwan è stato picchiato di nuovo. Il pestaggio più duro che gli avrebbe fatto saltare i denti, rotto le costole e tagliato un orecchio.

LA FAMIGLIA ha subito reso nota la telefonata e avvertito gli alleati politici, a partire da Ofer Cassif, deputato israeliano comunista alla Knesset: «La famiglia spera si tratti solo di un intimidazione – ha detto Cassif – Spero lo sia, un’intimidazione diabolica». Hanno provato a richiamare quel numero, più volte. Nessuna risposta. «La notizia non è verificata – ci dice uno dei figli del leader palestinese, Sharaf Barghouti – Potrebbe trattarsi di una notizia falsa, un modo per intimidirci. Uno “scherzo” da parte israeliana per farci preoccupare».

La famiglia ha subito dato mandato agli avvocati di verificare. I legali – come fanno da anni – hanno chiesto a Tel Aviv conferme e di poterlo vedere: «È molto difficile fargli visita, gli avvocati stanno aspettando il via libera – continua Sharaf – Potrebbero volerci due giorni come dei mesi. Possiamo solo sperare». Di Marwan Barghouti, dei suoi due ultimi anni di galera e isolamento, si sa pochissimo.

Almeno cinque pestaggi subiti dal 7 ottobre e innumerevoli intimidazioni, dall’ultima guardia carceraria al più alto in grado, il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. Lo scorso agosto, in uno dei suoi vergognosi tour nelle carceri palestinesi, si è fatto riprendere in video mentre minacciava Barghouti, in piedi di fronte a lui con le mani legate.

Visibilmente dimagrito, spossato, è apparso un gigante davanti a un ministro che lo minacciava di morte. È stata la sua prima immagine pubblica da anni. E, a oggi, l’ultima.

Che la telefonata di ieri sia stata una denuncia reale o una falsità che riaccende un dolore mai sopito, resta intatto l’obiettivo: intimorire i Barghouti e chi, insieme a loro, ha rilanciato a livello globale la campagna per la sua liberazione. In Italia, con decine di migliaia di firme e l’impegno di associazioni storiche, dall’Arci all’Anpi, da Assopace a Pax Christi fino al Global Movement for Gaza e a Gaza Freestyle.

E fuori, con l’appello di centinaia di artisti e intellettuali: Annie Ernaux, Margaret Atwood, Brian Eno, Arundhati Roy, Massive Attack, Pedro Almodóvar, Sally Rooney, tra gli altri, lo hanno fatto inviando una lettera all’Onu e chiedendo di fare quanto fu fatto per il Sudafrica dell’apartheid. Una rinnovata campagna globale che segue a settimane di speranze tradite, quelle dell’ultima fase del negoziato tra Israele e Hamas, che aveva inserito Barghouti nella lista dei detenuti da liberare. Tutto annegato nel piano trumpiano, frutto di nessun negoziato ma di un’imposizione unilaterale di Israele e Stati uniti.

IL DESTINO DI BARGHOUTI è condiviso, collettivo. Le sue condizioni di prigionia assomigliano a quelle di 21mila palestinesi della Cisgiordania e migliaia di gazawi arrestati e detenuti dopo il 7 ottobre. Fame, umiliazioni, pestaggi e abusi sessuali, corpi contenuti in tre metri quadri senza materassi né coperte, una quotidianità denunciata dallo stesso ufficio della difesa pubblica di Israele, appena due giorni fa, in un rapporto che definisce le torture strutturali e sistematiche. Sono almeno cento i palestinesi morti in custodia in 26 mesi, ma il numero è dato da molti osservatori come gravemente sottostimato.

Le carceri sono luoghi di morte e tortura, buchi neri che ingoiano decine di migliaia di vite, specchio della disumanizzazione dei palestinesi come politica di Stato. E gli arresti di massa non si fermano, 570 in Cisgiordania solo nel mese di novembre, una media di venti al giorno, che si accompagna a operazioni militari (ieri un altro palestinese, il 38enne Bahaa Rashid, ucciso vicino Nablus mentre usciva da una moschea) e violenze dei coloni. Senza contare Gaza che anche ieri piangeva altri ammazzati dai droni oltre la linea gialla.

In un video della campagna FreeMarwan, la voce di uno dei figli accompagna il volo di un drone sopra la gigantografia realizzata nel villaggio di origine di Barghouti, Kobar: «Per tanti è un leader. Per me è semplicemente mio padre. Non lo abbraccio da 24 anni…È in isolamento da due anni, picchiato, ferito, minacciato pubblicamente non perché sia pericoloso ma perché rappresenta unità e speranza. E la speranza è sempre stata la peggiore minaccia per l’oppressore».

Liberate subito Barghouti, liberate tutti i e le prigionieri/e palestinesi!

pc 8 dicembre – La Strategia degli Stati Uniti conferma di avere al centro lo scontro con la Cina - info - seguirà analisi di proletari comunisti

 

Il documento Strategia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti d’America pubblicato in questi giorni dal governo USA è importante perché mette in chiaro, senza peli sulla lingua e senza riguardo per nessuno, quali sono gli interessi dell’imperialismo Usa nel mondo in questo momento storico.

La paginetta di “presentazione” è dello stesso Trump, che potremmo chiamare uno sfacciato delirio di onnipotenza scritto da un megalomane, se non fosse che questo megalomane fascio-imperialista non fosse appunto il presidente degli USA!

Sulle importantissime implicazioni politiche dei diversi punti tracciati, di cui si stanno occupando tutti i mezzi di informazione e i governi a cominciare da quelli dei paesi imperialisti dell’Europa, torneremo in seguito, qui riportiamo un “riassunto”, che è quasi una traduzione fedele, del punto sulla strategia che riguarda la Cina e l’Indopacifico, tratto da Formiche.net, che conferma, al contrario di ciò che ha potuto far pensare la postura di “allentamento della tensione” a livello mondiale di Trump.

Il titolo dell’articolo è “Confronto sistemico. La strategia degli Usa guarda all’Indo-Pacifico”

07/12/2025

L’Indo-Pacifico è ormai il baricentro della competizione globale. La National Security Strategy 2025 degli Stati Uniti lo afferma senza ambiguità: è qui che si decide il futuro degli equilibri economici,

domenica 7 dicembre 2025

pc 7 novembre - Dossier Leonardo in Parlamento il 9 dicembre - Diretta streaming sulla Web TV della Camera dei Deputati.

Dossier Leonardo in Parlamento il 9 dicembre

9 dicembre 2025 conferenza stampa alla Camera dei Deputati per la presentazione del dossier su Leonardo S.p:A.: piovono euro sull’industria “necessaria” di Crosetto e Leonardo S.p.A.

Martedì 9 dicembre, su invito della deputata Stefania Ascari (M5S, Presidente dell’Intergruppo per la Pace tra la Palestina e Israele), BDS ITALIA presenterà un dossier sulle complicità di Leonardo S.p.A. nei crimini di guerra commessi in Palestina.

Interverranno: Stefania Ascari (Deputata M5S), Arnaldo Lomuti (Commissione Difesa), Anthony Aguilar (ex contractor Gaza Humanitaria Foundation), Stefania Maurizi (giornalista d’inchiesta), Michela Arricale (avvocata), Rossana De Simone (attivista Peacelink), Raffaele Spiga (attivista BDS Italia).

Diretta streaming sulla Web TV della Camera dei Deputati.

Negli ultimi decenni l’Italia è diventata uno dei partner europei più fedeli a Israele. Con Leonardo in

pc 7 dicembre - Dal blog internazionalista marxista-leninista-maoista - da tutto il mondo in lingua originale in tempo reale

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