sabato 1 marzo 2025

pc 1 marzo - Lo sciopero alla Stellantis Pomigliano - info solidale Slai cobas per il sindacato di classe


Scioperare senza un obiettivo concreto ha poco senso. Anzi si corre il rischio che tutto si spenga nel calderone dei piani industriali e gli operai dovranno andare a casa con l’elemosina stabilita dall’azienda. O si apre la trattativa per aumentare il premio o gli scioperi devono continuare.

Gli operai di Pomigliano non hanno aspettato nessuno. Difronte ad un premio annuale di 630 euro lordi che è una vera elemosina sono scesi subito in sciopero. La FIOM li ha coperti dichiarando lo sciopero di quattro ore. I sindacati firmatutto piangono e scoprono che l’accordo variabile firmato da loro ha prodotto da parte aziendale queste briciole. Ma ancora una volta tutti fanno il gioco delle tre carte: nei comunicati degli uffici stampa di queste organizzazioni la critica non manca tanto non costa niente. Quello che manca è il coraggio di chiedere una revisione immediata del premio per portarla per tutti almeno ai duemila euro dell’anno scorso. Scioperare senza un obiettivo concreto ha poco senso. Anzi si corre il rischio che tutto si spenga nel calderone dei piani industriali e gli operai dovranno andare a casa con l’elemosina stabilita dall’azienda. O si apre la trattativa per aumentare il premio o gli scioperi devono continuare.
Con una faccia tosta incredibile Elkann ci viene a dire che “questo è stato un periodo difficile, ma io vi voglio ringraziare per il vostro duro lavoro”. E mentre agli azionisti si stabilisce di dare 5.500 milioni di euro di dividendi, agli operai, complessivamente, si promettono 600 milioni, che individualmente sono 630 euro lordi.
I cinque miliardi e mezzo per gli azionisti e i 600 milioni di elemosina per gli operai, vengono tutti dal lavoro degli operai sulle linee. Gli azionisti, Elkann incluso, non producono niente, nessun valore. Agli operai che producono tutto, solo le briciole.
A Pomigliano sono saltati i nervi sulle linee di fronte alla presa in giro. E sono partiti gli

pc 1 marzo - L’aumento dei poveri è reale, i numeri della fascista Meloni falsi, tutta nera propaganda

 

I numeri della Meloni sparati dai suoi video, sempre al riparo, quindi, dalle domande dei giornalisti, sono così fasulli che portano alla presa in giro, per esempio del quotidiano il manifesto di oggi: “«in Italia abbiamo il numero di occupati più alto da quando Garibaldi ha unificato l’Italia» dice la Meloni. “Certo – dice il giornalista - visto e considerato che nel 1860 gli italiani erano poco meno di 26 milioni e oggi ne siamo 59 e rotti…”

Il dato che ha permesso alla Meloni di sparare ancora balle è quello dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico): il tasso di occupazione in Italia nel secondo trimestre dell’anno passato sarebbe salito dal 62% al 62,5% (un incremento, cioè, dello 0,5% rispetto al trimestre precedente), continua il manifesto, che riporta subito dopo i dati dell’Istat e della Caritas: “in Italia, il numero dei «poveri assoluti» (quelli, cioè, che un lavoro non ce l’hanno) sfiora i 6 milioni… ma quello dei «poveri relativi» (coloro che in un modo o nell’altro un lavoro invece ce l’hanno) supera gli 8 milioni e mezzo!”

Un lavoro ce l’hanno ma non arrivano lo stesso ad avere una vita dignitosa. Questi ultimi sono i cosiddetti lavoratori poveri, i working poor che esistevano già ai tempi di Marx ed Engels! per dire che le condizioni del proletariato non possono cambiare fino a quando il potere è nelle mani della borghesia.

Tutta propaganda, quindi, tutto fumo per nascondere la realtà, come abbiamo già detto sulle bollette per l’energia elettrica, che come tanti altri “bonus” si trasformano in inutili elemosine…

pc 1 marzo - Lo sciopero generale come rivolta sociale - l'esempio della Grecia - info 1

GRECIA: sciopero generale e manifestazioni oceaniche contro il governo

GRECIA: sciopero generale e manifestazioni oceaniche contro il governo

Pagine Esteri – Secondo diverse stime circa un milione di persone sono scese in piazza oggi in tutta la Grecia per chiedere giustizia per le 57 vittime – per la maggior parte studenti – del disastro ferroviario di Tempes, avvenuto esattamente due anni fa vicino alla città di Larissa, nella regione della Tessaglia.

Le manifestazioni più partecipate, ognuna delle quali ha riunito varie centinaia di migliaia di partecipanti, si sono svolte in piazza Syntagma ad Atene e nel centro di Salonicco, ma cortei e presidi di massa sono stati organizzati in circa 300 località del paese.

Davanti al parlamento di Atene, al termine dell’enorme corteo, e poi nei quartieri del centro come Omonia ed Exarchia, si sono registrati dei violenti scontri tra alcuni gruppi di manifestanti incappucciati e una parte dei 6 mila agenti schierati in assetto antisommossa dal ministero dell’Interno. Anche a Salonicco, al termine della grande protesta, si sono registrati scontri con la polizia. In totale si conterebbero più di 50 tra feriti e contusi e un centinaio tra fermi e arresti.

La parola d’ordine della giornata di protesta contro il governo, accusato di negligenza e di aver insabbiata o comunque mai perseguito seriamente la punizione dei responsabili della tragedia, è stata “Non ho ossigeno”, richiamando una frase pronunciata da una delle vittime prima di morire a causa dell’incendio che divampò subito dopo lo scontro frontale tra un treno passeggeri e un convoglio merci. Un altro slogan molto utilizzato dai manifestanti è stato “Il loro profitto, le nostre vite”.

A due anni dal disastro non è stato ancora avviato alcun procedimento penale e si ignora se effettivamente il treno merci coinvolto trasportasse un liquido infiammabile la cui presenza a bordo del convoglio non risulta però in nessun documento.

Il governo di centrodestra di Kyriakos Mitsotakis è stato più volte accusato di boicottare le indagini, dopo che a gennaio dello scorso anno i suoi parlamentari, che detengono la maggioranza assoluta, respinsero la richiesta della procura europea di istituire una commissione ufficiale d’inchiesta sulle responsabilità di due ex ministri dei Trasporti.

Indubbiamente lo stato di abbandono in cui versa il sistema ferroviario ellenico, in buona parte privatizzato, ha avuto un ruolo importante nell’incidente; secondo una commissione tecnica formata dai familiari delle vittime, inoltre, l’altissimo numero delle vittime è stata la conseguenza di forti ritardi nei soccorsi e della disorganizzazione delle autorità preposte.

Gli esperti dell’Accident Investigation Organization hanno affermato che informazioni vitali sono

pc 1 marzo - Verso l'8 Marzo: l'Assemblea delle donne/lavoratrici

 

La prossima settimana sarà l’8 Marzo, la giornata internazionale delle donne, ci sarà lo sciopero delle donne. Ci avviamo quindi verso una settimana importante di mobilitazione e di lotta, delle donne per le donne, del movimento delle donne, non solo in questo paese ma anche a livello internazionale.

Una giornata in cui sarà rilanciato e riaffermato lo sciopero delle donne, in cui impugneremo di nuovo l'arma dello sciopero delle donne come nuova sfida, come nuova lotta, innanzitutto contro l'attacco generale che ancor più in questa fase viene sferrato da governo, dai padroni e dall'intero sistema sociale, all’intera condizione di vita della maggioranza delle donne in questo paese, collegandoci naturalmente a tutte le donne che sono in lotta nel mondo, che subiscono ogni forma di sfruttamento e di oppressione.

Sarà quindi una settimana ricca di azioni e anche di mobilitazioni anche prima dell'8 Marzo e verso l'8 Marzo, proprio all'interno delle iniziative che si faranno e che faremo, abbiamo lanciato nella giornata del 4 Marzo una Assemblea telematica nazionale, di pomeriggio, a partire dalle ore 17:30 a cui invitiamo a partecipare le lavoratrici, le operaie, le precarie, le donne in lotta, le compagne.

Innanzitutto questa Assemblea vuole essere un momento per unirci verso l'8 Marzo impugnando l'arma dello sciopero delle donne contro ogni attacco che i padroni e questo governo Meloni sferrano ogni

pc 1 marzo - La pace e la guerra - alcuni numeri

La corsa al riarmo dell’Europa. Come stanno gli eserciti e i piani di ammodernamento (e ricostruzione) degli arsenali. 

La Polonia davanti a tutti: 200mila militari, spese arrivate al 4% del Pil, sta acquisendo caccia Stealth F-35, i sistemi missilistici Patriot e i carri armati Abrams. Il punto su Francia, Germania, Italia e Regno Unito: il confront

Roma, 28 febbraio 2025 – Armiamoci e (forse) partiamo. La guerra in Ucraina ha cambiato lo scenario mondiale e l'imperativo categorico per l'Europa è aumentare la spesa degli armamenti con l'occhio vigile verso la Russia mentre gli Stati Uniti sono orientati a staccare la spina diminuendo progressivamente il loro impegno nel teatro europeo. I 27 paesi della Ue dopo anni di tentennamenti sono ormai avviati verso l'allestimento di una difesa comune, compito non facile ma nemmeno impossibile e comunque da mettere in cantiere seriamente. Ognuno di essi, ma alcuni più di altri, sta modernizzando gli arsenali. Ovviamente la Polonia e gli Stati baltici sono fortemente favorevoli alla presenza di più forze Nato nei loro territori e la stessa Polonia sta lavorando in modo aggressivo per rendere proprio esercito il più forte d’Europa. Forze armate molto solide e attrezzate sono anche quelle di Francia, Regno Unito, Germania e Italia

La Polonia davanti a tutti

Varsavia sta aumentando progressivamente la propria forza militare, acquisendo i più recenti sistemi

pc 1 marzo - Nazisti sulla terra 1 - Trump

I trumpiani non marciano per le strade in camicia bruna, ciò non toglie che si stiano avvicinando sempre di più ai partiti fascisti degli anni Trenta.

Ancora un saluto nazista nella corrente trumpiana. Perfino Jordan Bardella – sincera repulsione o riflesso politico? – ha pensato che si era andati troppo oltre. Steve Bannon, ideologo del nazional-populismo, al termine del suo discorso davanti ai “conservatori” americani, ha allungato il braccio alla maniera dei seguaci del Führer, come aveva fatto prima di lui Elon Musk.

L’uso di questo saluto – seguito come di rito da una ipocrita negazione – è diventato un segno di riconoscimento tra i populisti di estrema destra, una provocazione di cui si divertono mentre anticipano, come dicono su CNews, “l’indignazione dei benpensanti”. Vale a dire dei sostenitori della democrazia, per i quali non provano altro che disprezzo.

Siamo davvero così sicuri che si tratti di una provocazione? Finora, abbiamo evitato ogni accostamento dei populisti ai fascisti. Ma alla lunga finiamo per porci questa domanda. Certo i trumpiani non

pc 1 marzo - Ocalan: la capitolazione, neanche più "affascinante"


Ocalan ha fatto un appello al suo movimento ad abbandonare le armi e a sciogliere il PKK. 

Lo ha fatto in un momento in cui la Turchia non sta affatto abbandonando la lotta contro il popolo curdo, continuando a bombardare strutture militari e civili e a sostenere le milizie islamiste in Siria del Syrian national army. "Gli ultimi morti risalgono appena a mercoledì scorso quando 12 persone tra cui sei civili e sei soldati sono stati colpiti dai bombardamenti aerei a sud della città di Hasakah" (Il Manifesto 28/2); lo ha fatto senza che vi sia stata una contropartita da parte di Erdogan, neanche a parole; e con alle spalle i negoziati falliti del 2013 e 2015 per niente rispettati dalla Turchia e pagati pesantemente dal popolo curdo con la perdita di tante vite umane. 

Noi pensiamo che anche questa volta non si aprirà affatto una fase di reali accordi, di "democrazia". Siamo tra l'altro in una fase in cui anche l'imperialismo Usa, oggi con Trump, Israele vogliono mano libera nell'area e l'abbandono della lotta armata da parte del Pkk, toglie ai macellai, ai genocidi dei popoli un grosso problema. Su questo effettivamente, come ha detto Ocalan, il capo del Pkk si assume una "responsabilità storica" per le drammatiche conseguenze che potrà subire il popolo curdo e per l'abbandono definitivo della lotta per un Kurdistan libero. 

Siamo fiduciosi che il popolo curdo, i combattenti curdi, le donne combattenti che hanno dato un esempio al mondo con Rojava, non potranno accettare questa resa.

Ma dobbiamo anche dire che questa capitolazione l'avevamo indicata/denunciata già nel 2015, quando tutto il movimento in Italia, in Europa esaltava le idee, posizioni "innovative" di Ocalan, in particolare sul ruolo delle donne/combattenti curde e sull'esperienza del confederalismo democratico in corso a Rojava - parlammo allora di "capitolazione affascinante". Oggi purtroppo dobbiamo anche togliere l'aggettivo "affascinante"

Facemmo su questo un opuscolo - di cui riprendiamo la presentazione e che è disponibile in italiano e in inglese:

"PRESENTAZIONE

Di seguito abbiamo riportato degli stralci di due degli interventi fatti al Convegno dell’11 ottobre a Roma delle donne curde, di Havin Guneser, giornalista e portavoce dell’Iniziativa Internazionale ‘Libertà per Abdullah Öcalan – Pace in Kurdistan’ e di Dilar Dirik (Ricercatrice Università di Cambridge).

Sono interventi importanti che spiegano bene quali analisi, quale politica, quali principi vi

pc 1 marzo - vannacci/rizzo due porci in servizio permanente effettivo

 

Torino, il generale Vannacci, l'asse con Marco Rizzo e l'ipotesi partito personale. Critiche al Papa: «Chiede comprensione per i carcerati, la chiederei per le vittime»

Roberto Vannacci prende posto nella sala in sottofondo risuona la Cavalcata delle Valchirie: «Un mio partito personale? Solo perché non ho la spilletta?»

«Grande Trump! Grande Trump!». Ammirano il neo presidente degli Stati Uniti. E, forse, c’è chi, tra loro, vedrebbe nel generale Roberto Vannacci l’emulo italiano del tycoon. La cosa certa, almeno per ora, è che l’europarlamentare eletto nelle file della Lega si schermisce: «Un mio partito personale? Solo perché non ho la spilletta con Alberto da Giussano? Ma no, io sono qui come eletto leghista». 

Nella sala dell’hotel Fortino si sono radunate per sentirlo, questa sera, 26 febbraio, su invito del sindacato di polizia Siulp, quasi 400 persone. In sottofondo risuonano le note della Cavalcata delle Valchirie. Come se fosse arrivato il momento di una riscossa.
Con Vannacci, sul palco, c’è l’ex comunista Marco Rizzo, ora coordinatore di Democrazia Sovrana e Popolare. «Siamo in sintonia su molti argomenti», assicura. Il tema ufficiale: la sicurezza. Di fatto, il copione è trito e ritrito: gli immigrati che rubano la ricchezza al Paese, l’Unione europea madre di tutti i mali e in mano ai poteri forti, l’orrore per il «Woke» che, a sentire il generale e l’ex paladino della falce e martello, imperversa anche in Italia. Il pubblico applaude. Non sembra essere abituato ai grandi comizi. Alcuni riprendono con lo smartphone per poi rilanciare i video degli interventi sui gruppi social. 

«Io sono qui perché Vannacci mi piace e volevo sentirlo — mette le mani avanti una signora sui 50 anni —. La politica? Ma no, non la seguo. Io ho saputo di questo incontro dai social».
La sicurezza è la madre di tutte le battaglie, il destriero da cavalcare se si vuole captare consenso dal fiume carsico dell’impoverimento del ceto medio. E poco importa che al governo c’è la destra, da oltre due anni. 

Le lamentele sono quelle di sempre: le forze dell’ordine aggredite, le periferie insicure, gli immigrati. E i centri sociali come Askatasuna, spesso al centro dei discorsi dei securitari? Vannacci resta sul vago. Va sgomberato? «Io credo che si debba far rispettare le regole, sempre». Ma chi deve farle rispettare: il ministero dell’Interno Matteo Piantedosi? «Si dà sempre la colpa al livello centrale, io non entro nel merito della questione che non conosco nel dettaglio — precisa Vannacci —. Ma partiamo anche dai livelli locali… c’è un prefetto, un questore… c’è anche un sindaco a Torino». 

Insomma: meglio non dire che se c’è qualcuno che potrebbe sgomberare Askatasuna, quel qualcuno è proprio il ministro espressione del partito con cui Vannacci ha ottenuto uno scranno a Bruxelles. Meglio fare dichiarazioni sui grandi principi: «La sicurezza è un bene irrinunciabile, non è né di destra né di sinistra. Ed è un bene a tutela dei più deboli». Tutto giustissimo. E quindi? Di chi è la responsabilità politica attuale? Silenzio.
La colpa, semmai, è di Papa Francesco. Certo, ammette Vannacci, «mi dispiace per il momento che sta attraversando, ma ci si mette anche lui quando chiede comprensione per i carcerati… Io prima chiederei comprensione per le vittime». Amen.



venerdì 28 febbraio 2025

pc 28 febbraio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Giustizia/Meloni - contro il modello Orban

 

pc 28 febbraio - Stellantis in crisi… che pagano solo gli operai perché i profitti corrono ancora!

 

Secondo i dati riportati dall’agenzia Reuters del 26 febbraio, “il 2024 si è rivelato un anno nero per Stellantis con un calo significativo delle principali voci finanziarie.”

Questi titoli sono allarmanti ma ingannevoli perché nonostante l’anno nero Stellantis ha fatto un “utile netto” di 5,5 miliardi di euro, registrando una contrazione del 70%. Anche l’utile operativo rettificato (AOI) ha subito un calo considerevole, fermandosi a 8,6 miliardi di euro, ossia il 64% in meno rispetto all’anno precedente, con un margine operativo del 5,5%.”

Ma subito dopo si deve ammettere che di soldi in cassa ce ne sono e tanti, e si distribuiscono pure agli azionisti: “Nonostante le difficoltà operative, il gruppo ha mantenuto una liquidità disponibile industriale pari a 49,5 miliardi di euro, con una posizione finanziaria netta industriale di 15,1 miliardi di euro. Inoltre, è stato proposto un dividendo agli azionisti di 0,68 euro per azione, pari a un rendimento del 5%, in attesa dell’approvazione.”

Ma le notizie positive per Stellantis e i suoi padroni non finiscono qui perché l’azienda sta riducendo le scorte, cioè le auto invendute: “al 31 dicembre 2024, le giacenze totali di veicoli sono scese del 18%,

pc 28 febbraio - Eternit Bis, chiesto l’ergastolo per Stephan Schmidheiny nel processo infinito contro i padroni assassini

E’ accusato di 392 omicidi

TORINO – La Procura Generale di Torino ha chiesto l’ergastolo per Stephan Schmidheiny, accusato di 392 omicidi, commessi sia in danno di lavoratori dello stabilimento Eternit di Casale Monferrato che della popolazione delle aree limitrofe.

La seduta odierna del processo “Eternit Bis” è iniziata con una richiesta al professor Corrado Magnani da parte della presidente della Corte d’Assise d’Appello di Torino, Cristina Domaneschi, di approfondimenti sulla relazione del 17 febbraio 2025 in merito alla correlazione tra principio dose/risposta ed effetto acceleratore.

«La frequenza di insorgenza del mesotelioma – ha affermato Corrado Magnani – è maggiore in persone

pc 28 febbraio - La capitolazione di Ocalan - info

Il leader curdo Abdullah Ocalan annuncia lo scioglimento del PKK: “Non c’è alternativa alla democrazia nel perseguimento e nella realizzazione di un sistema politico. Il consenso democratico è la via fondamentale” ha sostenuto il fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan nello storico messaggio dalla prigione turca dove è rinchiuso ormai dal 1999.

Lo storico leader del PKK Abdullah Öcalan ha annunciato lo scioglimento del movimento armato curdo che per decenni ha combattuto contro le forze turche per l'indipendenza del Kurdistan. L'annuncio è stato letto oggi in un video registrato dal 75enne alla presenza di una delegazione di parlamentari del partito filo-curdo Dem, che gli hanno fatto visita in mattinata nella prigione turca dove è rinchiuso ormai dal 1999 dopo l'arresto dei servizi segreti di Ankara.

"Tutti i gruppi armati devono deporre le armi e il PKK deve sciogliersi"
, ha affermato Öcalan nella storica dichiarazione che lo stesso leader curdo ha letto e in cui chiede anche agli attuali vertici del PKK di convocare un congresso per definire lo scioglimento del gruppo da lui fondato nel 1978.

"... il fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan dal suo arresto ha significativamente mutato la sua ideologia ma non era mai arrivato a chiedere lo scioglimento del suo gruppo prima di oggi..."

Nel suo messaggio, intitolato "Un appello per la pace e per una società democratica", Ocalan cita l'invito per un nuovo processo di pace lanciato dal partito del leader della destra nazionalista Mhp, Devlet Bahceli, che in ottobre aveva chiesto al leader del Pkk di sciogliere il suo gruppo in cambio di concessioni sul suo regime di isolamento carcerario nella prigione sull'isola di Imrali, dove si trova dal 1999.

"L'appello fatto dal signor Devlet Bahceli, insieme alla volontà espressa dal signor presidente Erdogan e alle risposte positive degli altri partiti politici verso il noto appello, hanno creato un'atmosfera in cui chiedo di deporre le armi e mi assumo la responsabilità storica di questo appello", ha affermato infatti Ocalan.

pc 27 febbraio - Anan, Ali e Mansour, prima udienza del processo fissata al 2 aprile. Intanto pubblichiamo stralci della dichiarazione di Anan all'udienza preliminare

Un articolo di cronaca abruzzese di oggi, che merita di essere manipolato con cautela in quanto velina di polizia e Procura, mescola cose vere e cose false, come fa un manipolatore dell'informazione degno di tale fama.

Iniziamo dalle cose vere, poste in un trafiletto sotto il grosso dell'articolo, che contiene stralci della lunga e articolata dichiarazione di Anan, e le dichiarazioni della difesa all'esito dell'udienza.

Anan:

“Sono un uomo della resistenza, lo Stato italiano lo sa ed è per questo che ha accettato la richiesta di asilo. Il mio è un arresto illegittimo, in Italia non ho commesso alcun reato.

Per noi la resistenza è un dovere, voi siete amici di Israele. Non accettate e non rispettate tutto ciò che è il diritto internazionale, ma guardate solo alle relazioni diplomatiche, solo perché Israele è amico dell'Italia. Mi vergogno di dovermi discolpare dall'essere un resistente, mi ritengo parte di un popolo aggredito ed è mio diritto difendermi. Noi non riconosciamo l'occupazione. Mi vergogno di essere qui in carcere, al caldo quando bambini in Palestina vengono uccisi. Mi vergogno delle cure che ricevo, quando tutti i ragazzi che si trovano nelle carceri di Israele vengono torturati. La terra di Palestina non ha nessuno che la difende. Sono anni che l'esercito israeliano bombarda senza distinzione i civili, ammazza donne e bambini, arresta tutti. Il mio corpo ha 11 pallottole e 40 schegge, non c'è osso del mio corpo che non si sia fratturato. Sono stato rianimato due volte a causa delle torture. Amiamo la vita più di altri, ma per dignità preferiamo morire piuttosto che sottostare agli occupanti."

La difesa:

“Con estremo disappunto della difesa, prosegue la decisione dell'autorità giudiziaria di perseguire tre palestinesi residenti in Italia, rei, secondo la Procura, di aver contribuito a realizzare fatti di Resistenza in Cisgiordania. Evidentemente si è deciso, nel nostro Paese, che ai palestinesi non si applichi il diritto all'autodeterminazione dei popoli, il diritto alla resistenza e all'indipendenza, riconosciuti e pacificamente ammessi dalle convenzioni internazionali sottoscritte anche dall'Italia. Si tende così ad affermare il principio secondo cui i palestinesi non solo devono subire il tentativo di genocidio attualmente in corso, reato ritenuto plausibile dalla Corte Internazionale di Giustizia, o i crimini di guerra e contro l'umanità, come ritenuto dalla Corte Penale Internazionale, ma devono farlo senza neppure provare a difendersi. Contro questa impostazione politica e giuridica, la difesa farà ricorso al diritto internazionale.

E passiamo ai falsi, o meglio, a ciò che trapela da questo articolo:

Si scrive che "UNO DEGLI IMPUTATI SI E' PRESENTATO CON I QUATTRO FIGLI IN TENERA ETA' CHE GIOCAVANO NELL'ATRIO", specificando nel corpo dell'articolo che Mansour era "accompagnato dalla moglie e dal suoi quattro figli in tenera età, i quali, giocando nell'atrio fuori dalla stessa aula di udienza, hanno richiamato l'attenzione del Gup, che, meravigliata, ha chiesto spiegazioni"

Ciò che trapela in questa precisazione è il fastidio che il giornalista, e probabilmente anche il Gup, hanno provato alla vista di 3 bambini palestinesi (e non 4), che con la loro vivacità rompevano la "solennità" di un'udienza in realtà rituale, dove tutto era già deciso. Dove però non si poteva mostrificare, deumanizzare fino in fondo, i resistenti palestinesi. Ma oltre al fastidio, ciò che trapela è il disprezzo delle vite, delle relazioni e dei sentimenti dei palestinesi, in quanto tali e in quanto proletari. L'indifferenza alla loro sofferenza quando Mansour era in carcere e il fastidio nel vederli uniti e apparentemente sereni.

Poi si potrebbe disquisire a lungo anche sui motivi della conta sbagliata - perché quattro e non tre figli se le differenze tra i 3 bambini sono talmente evidenti? - Ciò che trapela allora è anche razzismo, è il fare appello alla pancia degli "itagliani", come pure quando si scrive: "DAL CARCERE DI TERNI L'ATTACCO ALL'ITALIA: "NON RISPETTATE IL DIRITTO INTERNAZIONALE""

Ciò che non emerge invece dall'articolo è l’intima complicità e vicinanza tra Italia e Israele, che a livello giudiziario si dimostra non solo nella rogatoria passiva che è stata richiesta dall'Italia ad Israele, ovvero la trasmissione di documenti e interrogatori compiuti sotto tortura in Israele nei confronti di alcuni palestinesi arrestati a Tulkarem, ma anche in quella attiva, ossia nella trasmissione ad Israele di tutte le informazioni contenute nel materiale informatico sequestrato in Italia. Ed è facile immaginare che dei tantissimi omicidi compiuti nell'arco di questo ultimo anno, di giovani e giovanissimi militanti palestinesi, una parte sia stata possibile anche grazie a queste informazioni.

Queste rogatorie pertanto sarebbero inutilizzabili nel rispetto del diritto internazionale, ma questo governo fascista, oltre a calpestare la Costituzione della repubblica italiana nata dalla Resistenza, se ne frega altamente del diritto internazionale.

Di qui la necessità di allargare il più possibile la campagna, investendo in essa anche giuristi democratici, oltre, naturalmente, le organizzazioni per i diritti umani.

Per aderire alla campagna inviare mail a comitatofreeanan@gmail.com

giovedì 27 febbraio 2025

pc 27 febbraio - Formazione operaia - Concludiamo questa FO su "Stato e rivoluzione" di Lenin - ma continuiamo a studiarlo e ad intervenire

 



pc 27 febbraio - ORE 12 settimanale Speciale Guerra Imperialista - per leggerlo e stamparlo


clic per leggerlo e stamparlo 

pc 27 febbraio - TORINO - I PROBLEMI DELLA QUESTURA IMMIGRAZIONE DI TORINO SONO SPARITI, MA SOLO DAI GIORNALI!


Giovedì 27, H.16
Presidio alla Prefettura di Torino

Dopo i tantissimi articoli di giornale, la grande attivazione solidale, l’attenzione di tante e tanti e le proteste, che fine hanno fatto i problemi dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino?

La recente riorganizzazione sembra, a prima vista, aver risolto un problema evidente: le file notturne di immigrati costretti per giorni e notti e notti e notti, al freddo per tentare di accedere in corso Verona sono state in qualche modo “sistemate”. Tuttavia, nonostante l’attenzione e le proteste abbiamo costretto la Questura a correre ai ripari e ad accelerare alcuni cambiamenti, si è visto agire solo sulle problematiche più evidenti, senza nemmeno risolverle davvero e con meri interventi di facciata.

Per essere chiari, non possiamo che esser contenti se una diversa organizzazione e l’inaugurazione (molto lacunosa) della prenotazione online siano state messe in campo – malvolentieri – da parte delle Questura. Ma pur eliminando il disagio più visibile (o per meglio dire, più vistoso), sono state lasciate intatte le criticità di fondo.

I meccanismi di abuso e le richieste illegittime della Questura continuano a persistere, così come il

pc 27 febbraio - La proposta di legge della Cisl corporativa/a difesa dei padroni passa alla Camera coi voti della destra, dei fascisti, ma anche con l'astensione del PD

Per la ministra del Lavoro Marina Calderone il sì della Camera è «una bellissima notizia».

La Camera dà il via libera con 163 sì, 40 no e 57 astenuti alla proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese, nata da un’iniziativa di legge popolare della Cisl.

«Una legge contro la contrattazione collettiva, perché mortifica il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori, riducendoli a puri spettatori delle decisioni dell’impresa», attacca Landini. Contraria anche la Uil.

No di M5S e Avs, I deputati di Avs hanno mostrato dei cartelli con l’articolo 46 della Costituzione. «Avremmo votato contro anche se il testo fosse stato esattamente quello della Cisl. Ma questo è peggiore, è una legge contro la contrattazione, regressiva», ha detto Franco Mari.

Il PD si astiene, la chiama "astensione critica, di cortesia verso la Cisl", ponendosi a sostegno degli interessi del capitale e del suo governo attuale.
Le motivazioni di questa astensione sono anche peggio, esplicitamente di destra, di appoggio alle modifiche peggiorative della proposta di legge: «avrebbero favorito sindacati non rappresentativi che, molto spesso, agiscono come “sindacati pirata”, facendo concorrenza sleale ai sindacati realmente rappresentativi su salari e tutele». Si tratta di fatto un attacco ai sindacati di base, che in tante realtà lavorative, di lotta (vedi nella logistica, nei trasporti, nei servizi, e anche in alcune grandi fabbriche, Stellantis Pomigliano, Appalto Acciaierie Taranto), sono i sindacati che organizzano la maggioranza dei lavoratori, lavoratrici, lav. immigrati e gli unici che realmente difendono "salari e tutele", svendute invece proprio dai sindacati confederali. 

Noi in questo blog abbiamo già ampiamente denunciato questa proposta di legge dall'esplicito contenuto corporativo/fascista, di inganno verso i lavoratori che vengono chiamati anche a mettere i loro soldi nelle aziende.
E abbiamo fatto appello agli operai, a tutti i lavoratori, lavoratrici a cacciare dalle loro fila questo "sindacato" padronal/governativo:

pc 27 febbraio - L'Italia imperialista nell'Europa imperialista, in tempi di Trump - problemi per il riarmo

Questo articolo è equivoco e come li definiamo noi 'rossobruno' - ci serve per conoscere meglio le cose

LaPresse

Per anni l’Europa si è illusa che la storia fosse finita e la guerra fosse un termine tossico, un problema di vicini più poveri e lontani, o degli Stati Uniti. Quella illusione non è svanita nel 2008 quando Vladimir Putin invase la Georgia, né nel 2014 quando la Russia occupò militarmente la Crimea e invase il Donbas, e neppure il 24 febbraio 2022 quando sempre la Russia, e sempre Putin, invasero l’Ucraina in una operazione speciale che sarebbe dovuta durare tre giorni e invece prosegue da tre anni grazie all’eroica resistenza ucraina. In questi decenni gli Stati europei hanno eliminato la coscrizione obbligatoria, ridotto i loro eserciti e disinvestito nella difesa sperando che l’economia avrebbe annacquato la geopolitica, non capendo che la prima è la conseguenza della seconda. E ora che Putin e Trump hanno deciso di negoziare da soli, l’Europa ha scoperto di essere militarmente irrilevante e impreparata a un’eventuale invasione.

Ma l’attualità della guerra costringerà gli europei a riarmarsi rapidamente, anzi lo sta già facendo. E l’Italia può avere un ruolo di primo piano in questo processo. Lo spiega a Linkiesta Thomas Theiner,

mercoledì 26 febbraio 2025

pc 26 febbraio - Seconda lezione su Il Capitale di Marx - 27 febbraio Palermo

pc 26 febbraio - L'intervento dello Slai Cobas sc Taranto a una intervista sulla svendita ex-ilva di Radio Blackout

pc 26 febbraio - Corteo a Prato e lotte nel distretto tessile - info solidale

Dopo le esplosioni e i pacchi incendiari nei magazzini della logistica tessile di sabato scorso, Prato è scesa in piazza per ribadire che nessunx lavoratorx deve più rischiare la propria vita per guerre e faide che non gli appartengono.

Dalle parole del sindacato Suddcobas: “Per troppi anni la violenza mafiosa si è potuta consumare nell’invisibilità. Ed era soprattutto l’invisibilità di chi si trovava a subirla.

La novità oggi non è la violenza mafiosa, come non lo era sei anni fa il supersfruttamento nel distretto. La novità è che i senza voce oggi hanno voce. Perché insieme abbiamo imparato a fare coro. E lo abbiamo imparato nello stesso momento in cui abbiamo imparato a stringere i nostri corpi davanti ai cancelli delle fabbriche e dei magazzini di questo distretto.

La lotta per il lavoro degno e sicuro è lotta antimafia. La lotta antimafia è lotta per il lavoro degno e sicuro, oppure non è.”

info

...sabato 22 febbraio hanno manifestato per le strade del distretto, dimostrando di non farsi intimidire

pc 26 febbraio - Uscito nuovo numero ORE 12 Controinformazione Rossoperaia stampato e diffuso innanzitutto alle fabbriche

pc 26 febbraio - Anan, Ali e Mansour rinviati tutti e 3 a giudizio. Allargare il più possibile la campagna in vista della prima udienza, che è stata fissata per il 2 aprile

Il Tribunale de L’Aquila ha deciso, nel corso dell’udienza preliminare, di rinviare a giudizio non solo Anan Yaeesh, ma anche Ali Irar e Mansour Doghmosh, gli altri due palestinesi coinvolti nel caso. Questa decisione arriva nonostante la Corte di Cassazione e il Tribunale della Libertà avessero già ordinato la loro scarcerazione lo scorso anno, ritenendo insufficienti gli elementi a sostegno delle misure cautelari. 

Nelle prossime settimane organizzeremo momenti di informazione e mobilitazione in vista della prima udienza, per tenere alta l’attenzione sul caso e per riaffermare la solidarietà al popolo palestinese e al suo diritto a resistere.

A breve aggiornamenti  dettagliati.

Comitato Free Anan

Per aderire alla campagna inviare mail a comitatofreeanan@gmail.com

Intanto all'Aquila si è svolto un presidio a cui hanno partecipato compagn dall'Abruzzo e da Roma, qui alcune foto e rassegna stampa:





https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/02/26/nuovo-sit-in-al-tribunale-dellaquila-anan-yaeesh-libero_cb2551e1-0257-411c-8702-11e835526361.html

https://www.rainews.it/tgr/abruzzo/video/2025/02/abruzzo-laquila-gup-palestinesi-accusati-di-terrorismo-02a8a567-490e-45ce-b116-57eb4b050423.html

pc 26 febbraio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - L’assemblea delle donne proletarie verso un 8 marzo di sciopero e di lotta

 

pc 26 febbraio - Napoli, come sempre alle lotte si risponde con la repressione - E quindi noi rispondiamo con la solidarietà!

Condannato questa volta Eddy a 6 mesi di reclusione in Primo grado per l’iniziativa sindacale che coinvolgeva i lavoratori inoccupati e disoccupati in attesa di formazione per l’inserimento al lavoro, poi effettivamente svolta negli anni successivi. Assoluzione per gli altri 3 imputati.

Durante l’iniziativa di 5 anni fa, una rappresentanza dei Movimento di lotta ” Disoccupati 7 novembre” partecipò al Consiglio Comunale di Via Verdi in attesa di un incontro già stabilito in precedenza. Durante il Consiglio, chi doveva curare il controllo degli ingressi, ha sostenuto di essere stato aggredito dai presenti dopo aver vietato loro l’accesso.

L’assurdità risiede nel fatto che, nella stessa mattinata, la delegazione fu, come previsto, ricevuta dalla

pc 26 febbraio - Oggi a L'Aquila presidio al tribunale per la liberazione di Anan Yaeesh - info Soccorso Rosso Proletario

Si fa inoltre appello a tutte le realtà solidali con la Palestina e a quanti hanno a cuore i diritti umani, ad aderire alla campagna, inviando un’e-mail al Comitato Free Anan: comitatofreeanan@gmail.com, o scrivendo su Instagram: @free_anan, o su Facebook: Free Anan

martedì 25 febbraio 2025

pc 25 febbraio - "Siamo stati i primi a parlare di moderno fascismo"

(da un intervento dell'avvocata Antonietta Ricci di Taranto)

Li abbiamo capiti subito. Anche dando un'occhiata al tipo di leggi che stavano mettendo in atto. Già dal decreto Caivano si sono tolti la maschera di quello che avevano intenzione di fare, poi le cose sono peggiorate sempre di più.

Il moderno fascismo si nutre anche di strumenti moderni, per esempio il daspo urbano non è altro che un moderno confino.

Questo modo di concepire lo Stato, che è tipico della destra estrema, sta diventando sempre più concreto, ed è questo il pericolo vero, perché la loro furia ideologica sta andando oltretutto anche oltre la Costituzione. Ora, infatti, non paghi di aver fatto un decreto sicurezza che introduce nuove forme di reati aggravanti, introducono ulteriori delle norme palesemente anticostituzionali. Alzano il tiro.

Non hanno avuto remore ad introdurre il concetto dello scudo penale che è qualcosa di aberrante. Si crea una categoria privilegiata rispetto ad altre, che avrà anche spese legali gratuite, dopo che gli è stato consentito di detenere una seconda arma. Questa creazione di una categoria privilegiata è

pc 25 febbraio - Francia, il Consiglio di Stato conferma lo scioglimento del Collectif Palestine Vaincra - da Soccorso Rosso Proletario


Il 20 febbraio 2025, solo poche ore dopo aver rinviato la decisione sul rilascio di Georges Abdallah per fare pressione su di lui affinché pagasse decine di migliaia di euro agli Stati Uniti, il Consiglio di Stato francese ha confermato l’ordine di scioglimento del 2002 del ministro degli Interni Gerald Darmanin contro il Collectif Palestine Vaincra , di fatto mettendo al bando l’organizzazione di solidarietà con la Palestina, con sede a Tolosa.

L’ordinanza, emessa nel 2022, era stata sospesa da un’ordinanza del Consiglio di Stato fino a oggi a causa del suo effetto sulla libertà di espressione. In un’ordinanza scioccante, il Consiglio ha affermato che mentre i post del Collectif che esprimevano solidarietà con il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e denunciavano l’inserimento di Hamas nell’elenco delle organizzazioni “terroristiche” non erano ragioni sufficienti per vietare l’organizzazione, e che l’antisionismo dell’organizzazione e l’impegno per una Palestina libera dal fiume al mare rientravano nei principi della libera espressione, il Collectif può essere bandito a causa di commenti su Facebook presumibilmente “odiosi” (non post!) lasciati da persone non appartenenti al gruppo che non sono state eliminate abbastanza rapidamente, nonostante il fatto che il Collectif sia un piccolo gruppo composto interamente da volontari. Per essere

pc 25 febbraio - ASSEMBLEA A MILANO - Info

pc 25 febbraio - Pozzolo processato... Ma il problema sono Del Mastro/Meloni, una parte del cerchio magico fascio/poliziesco del governo che non si possono toccare

Sparo di Capodanno, inizia il processo a Emanuele Pozzolo. Perché non risponderà del ferimento di Campana, ma di porto illegale di armi e munizioni da guerra

Il processo si aprirà martedì. Lo giudicherà il Tribunale di Biella in composizione monocratica

Il caso Pozzolo arriva in aula. Martedì a Biella si affronterà il caso dello sparo di Capodanno alla Pro Loco di Rosazza, nel biellese, il cui protagonista è Emanuele Pozzolo, parlamentare - al momento ancora sospeso - di Fratelli d’Italia. Martedì Pozzolo, difeso dall’avvocato Andrea Corsaro, andrà a giudizio per porto illegale di arma comune da sparo e porto illegale di munizionamento da guerra. Lo giudicherà il Tribunale di Biella in composizione monocratica. 

L'accusa

Non sarà però processato per il ferimento, su quale è stata pronunciata in udienza preliminare

pc 25 febbraio - Il modello Orban 2 - seguito dalla Meloni/Valditara in Italia - L'ideologia fascista/anticomunista nelle scuole

Oggi in Ungheria nelle classi è obbligatorio seguire questa "cerimonia"

L'avviso ai professori:
"Cari colleghi! Martedì 25 febbraio alle ore 13:00 si terrà una cerimonia commemorativa in occasione della Giornata della Memoria per le Vittime del Comunismo. Tramite la radio della scuola.
Lo spettacolo dura 20 minuti"

E' il tempo della disobbedienza civile!

PS. Per fortuna poi gli studenti e tutti dicono che è una festa inutile e che non la seguono mai. E qualcuno si è spinto a dire che gli ideali del comunismo erano buoni e che il problema sono stati i capi... altri: che allora si stava meglio...

 

pc 25 febbraio - Il modello Orban 1 - seguito dalla Meloni/Nordio in Italia - L'attacco alla magistratura

La manifestazione di sabato a Budapest dei giudici 
per l'indipendenza della magistratura

 

pc 25 febbraio – Politica&Mafia: 27 indagati e 19 arresti tra cui il deputato regionale Castiglione per scambio elettorale e poi estorsione, traffico e spaccio di droga…

 “operazioni” che in varie occasioni toccano tanti partiti tra cui i fascisti 
di Fratelli d’Italia

L’attenzione delle agenzie di stampa e di qualche giornale locale si concentra al momento del “blitz”, poi qualche trafiletto e basta, ma le “operazioni” che portano all’arresto di mafiosi sono tante e quasi quotidiane e di tanto in tanto fa scandalo, come se fosse una novità, il fatto che tra questi ci siano dei politici. Si tende a far "dimenticare" prima possibile proprio il coinvolgimento dei politici, mentre si tratta di una costante fogna a cielo aperto che percorre quasi tutta la marcia borghesia di questo Paese con i relativi partiti politici.

In questo caso “Tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ci sono anche il deputato regionale siciliano, Giuseppe Castiglione, capogruppo del movimento Popolari e autonomisti all'Assemblea regionale siciliana, e il consigliere comunale di Misterbianco (Catania), Matteo Marchese.” (Adnkronos) e il sindaco di Ramacca

Scambio di promesse elettorali, pacchetti di voti in cambio di appalti nei lavori pubblici e la gestione del cimitero… “frequentazioni portate avanti negli anni tra politici ed esponenti del clan Santapaola-Ercolano” (La repubblica). “Per la procura la consapevolezza degli arrestati di trattare con personaggi

pc 25 febbraio - Caro bollette, carovita, con questo governo facciamola finita!

E’ diventato sempre più difficile pagare tutte le bollette, da quelle della luce a quelle del gas, tutte in generale che mensilmente arrivano a operai, ai lavoratori e alle grandi masse. Poi c'è l'aumento della benzina, dei trasporti in generale.

La stessa borghesia nei suoi commenti sui giornali riporta per esempio la dichiarazione di Nomisma Energia che dice che ci sarà una crescita della spesa per le bollette dell'11%, con 231 € in più nel 2025 rispetto all'anno scorso, per un totale di 2.311 € a utenza.

Nel dettaglio: gli aumenti del 23% per la bolletta elettrica +148 € all'anno per una famiglia media e del 6% per quella del gas, +83 € all'anno a famiglia oltre quello che già si paga che è abbastanza caro.

E questo lo dicono in tanti, soprattutto per gli effetti dell'aumento perché, come si sa, l'aumento dell’energia, visto che tocca anche i padroni delle fabbriche, si ripercuote su tutto il resto dei prezzi, compreso il famoso “carrello della spesa”.

E chi si ricorda più della propaganda della moderno fascista Meloni che parlava del “carrello tricolore”? Altro che carrello, qua il carrello della spesa diventa sempre più caro!

Sono gli stessi giornali a riportare quotidianamente notizie sull'aumento delle bollette e sul tentativo del governo di

lunedì 24 febbraio 2025

pc 24 febbraio - 8 marzo - Lo sciopero delle donne e la piattaforma

 Slai Cobas per il sindacato di classe

Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Coord. Amm.vo
Al Dipartimento Funzione Pubblica
Al Ministero del lavoro e delle Politiche sociali
AL MIUR – Ministero Istruzione Università e Ricerca
Al Ministero dei trasporti e delle infrastrutture
Al Ministero della Sanità
Alla Commissione Garanzia Sciopero
Alla Confindustria - Roma 
Alla Confcommercio – Roma 
Alla Confesercenti- Roma 
Alla Confcooperative – Roma 
Alla Lega Cooperative – Roma
Alla Confagricoltura – Roma
A Poste ItalianeA Trenitalia
A Asstel
epc Al Dipartimento per le pari opportunità

OGGETTO: PROCLAMAZIONE SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DELLE DONNE
IN DATA 08 MARZO 2025


Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, comunica con la presente nota la proclamazione dello sciopero generale che si svolgerà a livello nazionale e per l'intera giornata del 08 Marzo 2025 in tutti i settori lavorativi pubblici, privati e cooperativi e riguarderà tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori a sostegno delle lotta delle lavoratrici/donne, con contratti a tempo indeterminato, a tempo determinato, con contratti precari e atipici.
La motivazione dello sciopero che si proclama, in collegamento con la giornata internazionale delle donne dell’8 marzo, riguarda il grave peggioramento della condizione generale di vita delle donne a partire dalla condizione di lavoro ma che investe tutti gli altri ambiti, sociale, familiare, culturale, una condizione di lavoro/non lavoro, mancanza di salute e sicurezza, salario/non salario, scaricamento sempre più pesante del lavoro di cura per la mancanza di servizi pubblici e gratuiti e a causa dei gravi tagli alle risorse per la scuola pubblica, la sanità pubblica, i servizi sociali , di assistenza per le persone disabili, anziane…, una condizione di sempre più tragica violenza sulle donne/femminicidi, di attacco al diritto di libera scelta e di autodeterminazione della maggioranza delle donne in tema di maternità e/o di aborto, contro le reazionarie e repressive politiche del governo che attaccano doppiamente la maggioranza delle donne in questo paese, contro la guerra imperialista che colpisce donne, bambini e intere popolazioni, no all’invio di armi e alle spese militari, a sostegno delle donne Palestinesi e del popolo Palestinese, immediato stop al genocidio in Palestina, a sostegno di tutte le donne sfruttate e oppresse nel mondo.
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, accetta le limitazioni imposte dalle leggi e dai contratti di lavoro. 

Si fa presente che ai sensi dell'art. 28 L. 300/70 nessuna lavoratrice o lavoratore che aderisca allo sciopero deve subire limitazioni o essere oggetto di interventi disciplinari per aver esercitato questo diritto tutelato da leggi e Costituzione e in particolare.

pc 24 febbraio - Torino, occupato il Politecnico per impedire l’ingresso al ministro Tajani: «Complice del genocidio in Palestina»

 

Torino, occupato il Politecnico per impedire l’ingresso al ministro Tajani: «Complice del genocidio in Palestina»


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«Via i signori della guerra dall’università», si legge su uno striscione all’ingresso del Politecnico. Una quarantina di studenti ha trascorso la notte tra giovedì 20 e venerdì 21 all’interno dell’ateneo, proprio alla vigilia dell’inaugurazione dell’anno accademico alla presenza del ministro Antonio Tajani. «Lo contestiamo in quanto rappresentante di un governo che preferisce destinare miliardi alle armi anziché investire nei servizi e nella formazione – si legge in una nota affidata ai social –. La riforma Bernini è un esempio di questa politica: aumenta la precarizzazione della ricerca e taglia notevolmente gli stipendi di lavoratori e lavoratrici universitarie».

Al centro della protesta c’è soprattutto la causa palestinese, che già aveva portato all’occupazione del Politecnico tra maggio e luglio: «Tajani e il governo italiano hanno esplicitato numerose volte la loro complicità al genocidio compiuto dallo stato israeliano. Ora tentano ipocritamente di intestarsi i meriti del raggiunto accordo tra il governo Netanyahu e la resistenza palestinese, vendendosi come i ministri di una finta pace comoda solo ai governi di stampo occidentale».

Il Politecnico aveva ospitato nel tardo pomeriggio una conferenza dedicata proprio alla situazione in Palestina. Dopo un momento di confronto, gli studenti hanno deciso di trascorrere la notte nei corridoi adiacenti l’aula magna: «Occupiamo la sede di corso Duca degli Abruzzi in opposizione all’arrivo del ministro Tajani».