sabato 5 novembre 2016

pc 5 novembre - SCONTRI A FIRENZE DOVE NONOSTANTE IL DIVIETO MIGLIAIA SONO SCESI IN PIAZZA CONTRO RENZI

Scontri e feriti alla manifestazione per il No al referendum organizzata a Firenze. "Lo abbiamo già detto ieri e lo ribadiamo ora non accettiamo il divieto imposto dal questore ed è nostra intenzione arrivare alla Leopolda". Le cariche sono partite alle 16 in piazza San Marco







Poco dopo il concentramento in piazza San Marco i manifestanti sono partiti al grido di "Renzi stiamo arrivando, Firenze dice no". "Non accettiamo divieti, vogliamo arrivare alla Leopolda, l'abbiamo detto nei giorni scorsi lo ribadiamo oggi: non accetteremo il divieto imposto dal questore, anzi dal Governo e da Renzi che sta raccontando un paese che non esiste". 
Gli scontri sono subito partiti all'angolo tra via Cavour e piazza San Marco, a Firenze. Lancio di bottiglie, fumogeni, bombe carta e la carica delle forze dell'ordine alla manifestazione organizzata contro il governo Renzi, il referendum e la Leopolda. Un migliaio di persone si sono ritrovate in piazza, nonostante il divieto della questura che aveva proibito il corteo verso la Leopolda, e autorizzato solo un presidio. Ma i manifestanti avevano reagito:" Vogliamo arrivare alla kermesse, non accettiamo divieti".

Così alle 16 sono scoppiati gli scontri, le cariche e i lanci di oggetti con contusi tra le forze dell'ordine e i manifestanti che hanno divelto interamente il cantiere in piazza San Marco e si sono asserragliati tra piazza San Marco e la vicina piazza Santissima Annunziata. Secondo le prima informazioni ci sarebbero contusi tra le forze dell'ordine. Un agente è rimasto ferito, sembra leggermente,
forse dallo scoppio di una bomba carta o di un grosso petardo.

Il corteo è formato da antagonisti, centri sociali, dal "Comitato Firenze dice no". Secondo gli organizzatori della manifestazione "il presidente del consiglio continua con la sua idea folle verso questa città e verso il Paese che considera il cortile di casa sua". Alla manifestazione sono presenti anche rappresentanti arrivati da Venezia (il comitato No alle grandi navi), dalle Marche, 
dalla Campania: "Siamo qui per rappresentare una realtà sociale che alla Leopolda non è rappresentata quella dei giovani che lavorano con i voucher, della persone sotto sfratto, la nostra è una piazza aperta", hanno concluso gli organizzatori della manifestazione.

Nell'ala più dura del corteo, composto da centri sociali provenienti da tutta Italia, sventolano bandiere con falce e martello, dei NoTav e striscioni contro Renzi. Dopo gli scontri i manifestanti si sono ricompattati dietro uno striscione che recita "No alla Leopolda del Si, no al mostro di Firenze". Il corteo sta tentando di sfondare i cordoni di polizia per avvicinarsi alla Leopolda, sono in corso scontri con la polizia. Alcuni militanti sono travisati con sciarpe, caschi e felpe.

pc 5 novembre - NUOVA ONDATA DI ARRESTI IN TURCHIA - L'EUROPA E' FINO IN FONDO RESPONSABILE, PERMETTE AL FASCISTA ERDOGAN DI FARE QUELLO CHE VUOLE - ERDOGAN E ISIS DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA CONTRO I CURDI

(Da Tavolo 4) - Figen Yüksekdağ, co-presidente del Partito Democratico dei Popoli (HDP), che è l'unico organismo politico del sistema di co-presidenziale in Turchia con pari rappresentanza di donne, ha inviato un messaggio alle donne dopo il suo arresto.
La Co-presidente dell' HDP Figen Yüksekdağ è stata formalmente arrestata ad Amed dopo che è stata presa durante un raid nella sua casa ad Ankara la scorsa notte.
"Mi rifiuto di essere parte nello spettacolo messo in scena dalla magistratura e da Erdogan con la sua politica . Non voglio rispondere alle vostre domande e non ho nessuna fiducia nel vostro sistema giudiziario. Non ho nè richieste nè aspettative da voi. Solo il mio popolo, che mi ha eletta, mi può giudicare per le mie attività politiche ", ha detto nella sua dichiarazione al tribunale oggi.
Yüksekdağ, co-presidente del Partito Democratico dei Popoli (HDP), che è l'unico organismo politico che mette in pratica il sistema co-presidenziale in Turchia con pari rappresentanza delle donne, ha inviato un messaggio alle donne dopo il suo arresto.
Yüksekdağ ha inviato i suoi saluti a tutte le donne e ha invitato tutte a continuare ad essere gioiose e resilienti. In questi momenti viene trasferita da Amed in un carcere che non si conosce.

(dall'Ansa) - La polizia turca ha respinto con la forza gruppi di manifestanti a Istanbul, nella capitale Ankara e a Diyarbakir, principale città curda nel sud-est del Paese, che protestavano contro gli arresti

pc 5 novembre - TORTURE ALL'HOTSPOT DI TARANTO - LO SLAI COBAS SC DENUNCIA ALLA MAGISTRATURA IL QUESTORE, IL PREFETTO, IL DIRIGENTE DELLA STRUTTURA, IL SINDACO STEFANO, IL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE "NOI E VOI" CHE GESTISCE L'HOTSPOT

Tutti questi sono responsabili delle violenze e torture verso i migranti denunciate nel lungo rapporto di Amnesty International.
Tutti o sono complici diretti, vedi il Questore e il Prefetto che comandano  la polizia e le forze dell'ordine; o non potevano non sapere.

Hotspot di Taranto
L'hotspot va chiuso!
Vogliamo entrare per rompere questa "zona franca", in cui possono avvenire nel silenzio abusi e violenze;
ma non vogliamo "aggiustare" una struttura che strutturalmente è volta ad imporre, "anche con la forza" (come aveva detto esplicitamente la Comunità europea e il Min. Alfano) l'identificazione, ad espellere migranti senza il rispetto neanche dei minimi diritti di informazione, di assistenza legale, di traduttori; una struttura che proprio per questa sua funzione è gestita dalle forze militari (polizia, guardia di finanza, carabinieri).

Nella manifestazione nazionale dei migranti del 12 novembre a Roma, lo Slai cobas sc proporrà a tutte le forze di organizzare una manifestazione all'hotspot di Taranto, per porre fine a questa vergogna dell'umanità! 

pc 5 novembre - LA CAMPAGNA DI PROLETARI COMUNISTI-PCM, NEL 50° DELLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE PROLETARIA


Presentazione del libro a Milano. Potete trovarla su youtube:
https://youtu.be/KB0aOv9JvB0

L'intervento di proletari comunisti-PCm Italia alla Celebrazione del 50° anniversario della Grcp in Brasile - Rio ottobre 2016:
http://proletaricomunisti.blogspot.it/2016/11/pc-2-novembre-speciale-grcp-2.html

pc 5 novembre - Almaviva Palermo: bloccati, per ora, i trasferimenti, ovvero i lavoratori ancora sotto la doccia scozzese!

Più che scozzese si tratta di doccia ghiacciata! E in questo senso la contentezza del viceministro Bellanova sembra proprio fuori luogo, visto che l’eventuale accordo non risolve i problemi più urgenti e in senso definitivo dei lavoratori, cioè quello del trasferimento, “volontario” o non volontario!
Che cosa garantisce realmente a questo punto il mantenimento dell’articolo 18, e comunque in “sede di contrattazione individuale”, di cui si vantano i sindacati confederali a fronte del sottoinquadramento e della perdita degli scatti di anzianità?
Certo Exprivia (come riporta il Gds del 3 nov.), la società che si è aggiudicata la commessa Enel, disposta ad assumere 295 su 398 operatori, sarebbe pronta a ripartire una quota economica (240 mila euro) tra i lavoratori da assumere.
Non è con questa elemosina, e nemmeno con accordi che invece di risolvere aggravano i problemi, che i lavoratori possono rinunciare ai propri diritti…

pc 5 novembre - INDIA: Fermare il genocidio messo in atto dal govenro fascista/indù di Modi con l'Operazione Green Hunt

Contro i massacri delle popolazioni indigene, degli attivisti rivoluzionari, dei combattenti maoisti, con la scusa degli scontri, riportiamo un comunicato stampa dell'Organizzazione indiana "Unione Popolare per la difesa delle Libertà Civili"

Comunicato stampa
Condannare gli scontri di Malkangiri! Fermare la guerra contro i propri cittadini!

Il PUCL [People’s Union for Civil Liberties – Unione Popolare per le Libertà Civili] esprime il più forte senso di indignazione e condanna per le uccisioni di circa 39 membri del PCI(Maoista) e altri Adivasi nei pressi del bacino di Balimela nel distretto di Malkangiri dell’Odisha vicino al confine con l’AP [Andra Pradesh]  il 24 ottobre 2016. Sebbene la polizia dica che le uccisioni sono state il risultato di uno scontro improvviso e della conseguente sparatoria, tutte le informazioni circostanziali a disposizione indicano che c’è motivo sufficiente per smentire la storia raccontata dalla polizia e dal Governo. Tutto ciò che è stato detto racconta di un falso scontro assassino e dà peso alla supposizione che molti dei leader maoisti uccisi erano già stati catturati in precedenza, uccisi a sangue freddo e poi è stato costruito l’episodio del falso scontro per spiegare l’uccisione di tutte queste persone che si dice fossero coinvolte. Si dice che ci siano anche segni di tortura sui corpi degli uccisi.
Questo incidente solleva ancora una volta tendenze concrete molto preoccupanti che si notano nelle riposte delle forze di sicurezza nelle aree di conflitto:
1.       Politica di annientamento, cattura di persone non militanti: Sovversione del Sistema Giudiziario Penale
Un dato da sottolineare di questi scontri a morte, come in molte altre uccisioni recenti, è che le forze

pc 5 novembre - RIVOLUZIONE D'OTTOBRE: LUNEDI' A TARANTO, MILANO, PALERMO, ROMA


pc 5 novembre - NELL'AVVICINARCI ALL'ANNIVERSARIO DEL 7 NOV: MAO TSE TUNG SULLA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE

Da un articolo della redazione del Quotidiano del popolo su una riunione allargata dell'Ufficio politico del Comitato centrale del Partito Comunista cinese - (29 dicembre 1956)


"...Nel 1917, il proletariato russo guidato da Lenin e dal Partito Comunista dell'Unione Sovietica ha condotto la rivoluzione proletaria alla vittoria e instaurato la dittatura del proletariato; in seguito è riuscito a costruire una società socialista. Il socialismo scientifico, che fino a quel momento non era stato che una teoria e un ideale, era diventato una realtà vivente. Così la Rivoluzione dell'ottobre 1917 in Russia ha aperto una nuova era, non soltanto nella storia del movimento comunista ma anche

pc 5 novembre - A FIRENZE DIVIETO DI MANIFESTARE CONTRO LA LEOPOLDA DI RENZI

Firenze, divieto di manifestare contro Renzi e la Leopolda. 

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Ma gli organizzatori fanno sapere che non rinunceranno al diritto di manifestare e invitano tutta la città a scendere comunque in piazza. L’appuntamento oggi pomeriggio è a piazza San Marco alle ore 15.00. In una conferenza stampa hanno annunciato l’intenzione di non seguire le prescrizioni e di voler sfilare lo stesso per le vie del centro e fin sotto la Leopolda. Ignorando, di fatto, il provvedimento.

(Da infoaut) - E' arrivata nella giornata di ieri la comunicazione della Questura rispetto alla manifestazione lanciata per domani, sabato 5 novembre, da "Firenze dice No", contenitore trasversale della città mobilitatosi contro la Leopolda del PD, la kermesse patinata di Renzi e dei suoi ministri, e contro la riforma costituzionale propagandata dal premier.
La manifestazione, organizzata da diverse settimane, ha ricevuto il diniego sia ad occupare Piazza San Marco, sia a sfilare per le strade della città.
Stando a quanto scritto nel dispositivo della Questura, infatti, la presenza di Renzi e di numerosi ministri del governo sarebbe un motivo valido per vietare ogni tipo di manifestazione. Parole inascoltabili che si tramutano in una palese violazione del diritto a

venerdì 4 novembre 2016

pc 4 novembre - Dall'India al Brasile... Internazionalismo ora! MAOISTROAD

  November (31)
  • Germany Redspark-Buchpräsentation in Berlin-Kreuzb...
  • India - Release RK and adivasis:Varavara Rao
  • Malkangiri fake encounter: No any response by the ...
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  • red spark Imperialist States Italy Proletari Comun...
  • Chile 12 novembre - conmemorar los 50 años de la G...
  • Chile - ESTE 4 DE NOVIEMBRE: ¡PARO NACIONAL CONTRA...
  • INDIA: Stop fake encounter killings under the garb...
  • A Report of Protest Demonstration at Jantar Mantar...
  • ILPS condemns torture and murder of Indian Maoists...
  • Índia – Convocação para campanha internacional pel...
  • Brasil - Fora Temer e sua quadrilha - AND
  • Brasil - Estudantes do CEFET-RJ mobilizados em ...
  • india - song of revolution
  • support women's mouvement in all parties of the wo...
  • support antifascist and antimperialist mouvement i...
  • RED SALUTE COMRADES ! LAL SALAAM ! - against MODI'...
  • Chamamento do Comité Internacional de Apoio a Guer...
  • support migrants' struggle in all parties of the w...
  • for debate - A Nova Democracia por la celebracion ...
  • International Committee to Support the People's Wa...
  • comitè de soutien a la guerre populaire en Indie -...
  • Speech of redaction of proletarian communists - n...
  • intervencion del MFPR italy a la Celebracion del 5...
  • INTERVENCIÓN de la redaccion de 'proletarios comu...
  • Comunicado del Comité Internacional de Apoyo a la ...
  • Resolución de Solidaridad Clasista con el Partido ...
  • Italy national demostration for migrants - info PC...
  • India - Condemn Malkangiri encounters! Halt the wa...
  • intevention of proletari comunisti - newspaper of ...


pc 4 novembre - 25/26 NOVEMBRE: IL FEMMINISMO PROLETARIO RIVOLUZIONARIO DEVE DISTINGUERSI DAL FEMMINISMO BORGHESE

Comunicato inviato al sito di "nonunadimeno" e distinzione

Il 25 novembre lavoratrici, precarie, disoccupate, migranti, braccianti, dal sud al nord, saranno a Roma in piazza Montecitorio dalle ore 9,30,
per assediare i Palazzi del potere, il parlamento, il Ministero del lavoro, per lottare contro tutte le violenze dei padroni, dello Stato, del governo, degli uomini che odiano le donne; perchè la violenza contro noi donne è sistemica ed è questo sistema capitalista che va rovesciato, dalla terra al cielo, perchè come donne dobbiamo rompere non una ma mille catene e tutta la nostra vita deve cambiare.

INVITIAMO TUTTE AD ESSERCI IL 25 IN PIAZZA MONTECITORIO, ogni realtà delle donne porti le sue "bandiere", i suoi simboli, la sua esperienza e realtà, perchè l'unità delle lavoratrici è una forza poderosa. Noi non vogliamo solo le bandiere nere, grigie, sporche delle donne istituzionali, dei partiti che nel governo e in parlamento sono responsabili della nostra condizione di sfruttate e oppresse.

Il 26 novembre le lavoratrici, rappresentanze delle donne proletarie saranno alla manifestazione "nonunadimeno" per portare questa battaglia: "Non ci avete fermato e non ci fermerete"- "Noi donne non vogliamo avere paura. La lotta delle donne deve far paura".

MFPR


Ma diciamo qualcos'altro.
Le promotrici della manifestazione del 26 novembre parlano solo di manifestazione contro la violenza maschile sulle donne e scrivono che essa "può essere affrontata solo con un cambiamento culturale radicale, come ci hanno insegnato l’esperienza  e la pratica del movimento delle donne e dei Centri Antiviolenza".
Questo è vedere l'albero e non la foresta. Sappiamo bene, sulla nostra pelle, che la violenza maschile è interna, frutto e solo parte di una violenza generale, che quindi non può essere "affrontata" ma solo combattuta, combattendo questo sistema borghese che ogni giorno la genera.
Secondo, le promotrici di "nonunadimeno" nascondono la verità: tutti questi anni hanno dimostrato il contrario di quello che affermano: i centri antiviolenza, un movimento, purtroppo una tantum, delle donne che si limita a chiedere agli stessi responsabili delle nostre morti (governi, parlamento, ecc.) riforme, interventi, non ha cambiato di un ette la situazione; anzi essa è nettamente peggiorata, e gli "interventi" si sono fatti beffe anche dei centri che si occupano delle donne.
"Nonunadimeno" citano le donne in sciopero della Polonia, dell'Argentina, e ora anche le lavoratrici del nord Europa, ma non vogliono imparare niente da queste: è lo sciopero delle donne - che l'mfpr in Italia per prima ha lanciato e praticato per ben due volte a livello nazionale - che fa paura a padroni, governi, uomini. E' la ribellione contro l'intero sistema, la costruzione nella lotta di una forza poderosa per la rivoluzione che può essere pericolosa per questo Stato borghese, e  che, come effetto, può anche strappare dei risultati immediati. 
Le promotrici della manifestazione del 26 novembre dicono che "non saranno accettati all’interno del corteo bandiere, slogan, striscioni istituzionali di organizzazioni di partito e sindacali". Ma non devono esserci neanche donne istituzionali, parlamentari, sindacaliste che "senza bandiera" si infiltrano nella manifestazione.
Non vogliamo una Reggio Calabria (con la Boldrini, Boschi, Lorenzin...). Vogliamo invece lo spirito e la pratica della grande manifestazione delle donne del 2007 che cacciò dal corteo e dal palco queste infiltrate.
Per tutto questo le donne proletarie, le lavoratrici, le precarie non possono semplicemente accodarsi alle posizioni, concezioni perdenti del femminismo piccolo e medio borghese.
Le donne proletarie devono in maniera autonoma, costruendo nella lotta la loro forza, portare avanti la battaglia generale. Questo lo abbiamo fatto negli scioperi delle donne, questo lo faremo il 25 novembre. 

Il 26 un contingente delle lavoratrici sarà nella manifestazione contro la violenza sessuale per portare a tutte le donne la necessità di una prolungata lotta di classe e come donne per rovesciare l'intero sistema.
MFPR

pc 4 novembre - Poveretti, “cocainomani”, “Addams”... un partito borghese normale, composto da normali politicanti corrotti in tutti i sensi - spazziamoli via tutti, con la sola strada possibile: elezioni NO! rivoluzione SI!

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Il partitino di centro si spacca definitivamente sul referendum: il segretario è per il No, l'ex ministro per il Sì. L'ultima goccia è stata una frase di quest'ultimo: "Il partito è morto". E dopo il deferimento ai probiviri insiste: "Inebriante essere puniti dal nulla"


Almeno una vittima il referendum costituzionale l’ha fatta. Si tratta dell’Udc, che nonostante il suo peso elettorale e politico è riuscita a dividersi tra sostenitori del Sì e del No fino ai vertici, in particolare in una scissione tra Roma e Palermo. Il segretario Lorenzo Cesa che è contrario alla riforma costituzionale del governo Renzi che secondo lui rischierebbe di trasformare il sistema

pc 4 novembre - Fare la baby sitter a Napoli: una testimonianza che domanda organizzazione e lotta autonoma delle donne lavoratrici ovunque siano - a Roma il 25 nov. portiamone la voce e le istanze - mfprnaz@g.mail.com

Fare la baby sitter a Napoli. Storie di ordinario sfruttamento
Allo sportello legale della Camera popolare del Lavoro veniamo a contatto con lavoratrici e lavoratori diversi per età, per impiego e mansioni svolte: una una grande varietà che ci permette di saggiare a livelli differenti quale sia la condizione della classe oggi nei luoghi di lavoro.
A partire delle singole situazioni che i lavoratori ci presentano allo sportello, ci dobbiamo confrontare con diverse tipologie di padroni e padroncini, e individuare, di volta in volta, lo strumento più adatto per risolvere il problema specifico. Non sempre si tratta di una lotta gloriosa, ma tutte le volte è una sfida, una battaglia individuale combattuta per il riconoscimento dei propri diritti (giusta retribuzione, tfr, uscita dal nero…), che si trasforma man mano nella presa di coscienza, nel desiderio condiviso di rivendicare dignità e migliori condizioni.

I lavoratori che più di frequente si rivolgano a noi provengono dal settore della ristorazione e dei lavori “di cura”, in particolare oggi vogliamo raccontarvi cosa significa fare la baby sitter a Napoli.

Distacchiamoci dall'immaginario che ci riportano film e telefilm americani: le baby sitter non sono teen agers che guardano la tv mentre i bambini dormono e i loro genitori sorridenti sono andati ad

pc 4 novembre - Dalla Corea a tutte le donne in lotta - Il 25 novembre Roma siano le proletarie, le più sfruttare a prendere un posto di prima fila nella lotta contro ogni tipo di violenza contro le donne - mfpr.naz@gmail.com

Dalla Corea arriva la solidarietà alle donne di tutto il mondo; non siamo sole, la nostra lotta non si ferma! Insieme possiamo abbattere il maschilismo e il sessismo di questa società patriarcale, senza aspettare concessioni!

pc 4 novembre - Roma, ora e sempre antifascismo militante!

Roma. Gli antifascisti del Tiburtino respingono CasaPound


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Tiburtino III gli in corteo per il quartiere mentre Casapound in presidio difesa dalla polizia: la parola d'ordine e "Basta razzismo nei nostri quartieri!"
Il gruppuscolo fascista aveva promosso un presidio per impedire l'apertura di un centro d'accoglienza in via del Frantoio, al Tibutino Terzo. Apena una trentina di picchiatori – quasi tutti provenienti da altri quartieri – hanno inscenato la loro provocazione sotto lo sguardo attento e protettivo della polizia.
Sulla falsariga insomma di quanto avvenuto a Gorino. Che si tratti di una "linea" scelta a livello nazionale pare ormai indubbio, visto che lo stesso titpo di iniziativa – in combutta con la Lega di Salvini – era stata indetta anche a Milano
Schermata del 2016-11-01 13:00:46
 

pc 4 novembre - La battaglia degli studenti di Bologna è e deve essere la battaglia di tutto il movimento studentesco a livello nazionale

  • da infoaut
mensa3 copyNuova giornata di lotta in zona universitaria a Bologna, contro la mensa più cara d'Italia e la vergognosa gestione militare della Questura della vertenza studentesca che da più di due anni va avanti in città.
Anche oggi, nella totale assenza di presa di parola politica da parte dell'Università, ad andare in scena è stata una nuova violentissima giornata di cariche contro gli studenti e le studentesse, con annesso inseguimento per le strade limitrofe a piazza Puntoni fino in via Irnerio.
Cariche e inseguimenti che non hanno impedito che la partecipazione fosse alta, come e più delle giornate di lotta della settimana scorsa, con gli studenti che continuano a chiedere una contrattazione vera di fronte al silenzio di Università, Ergo e Elior, la società che gestisce la mensa, facendo quotidianamente milioni di euro di profitto sulla testa degli iscritti all'Alma Mater.



Sette i fermi effettuati, con cinque compagni successivamente tradotti in arresto e due invece liberati; il resto dei manifestanti, diverse centinaia di persone che in tutto hanno subito tre violente cariche, effettuate anche nei confronti di chi rimaneva a terra, si è poi ricompattato e ha raggiunto unito piazza Scaravilli, in prossimità della sede del Rettorato.

Immediatamente tanti e tante si sono iniziati a radunare per chiedere ad alta voce la liberazione dei compagni ancora nelle grinfie della Questura, segnalando le responsabilità politiche dell'ateneo; dopo una veloce assemblea si è consumato un pranzo offerto dalla rete Eat The Rich, anche in questo caso solidale con la lotta in corso.

Il dato politico da sottolineare è ancora una volta l'incredibile prova di forza della celere, la quale è ormai l'unico attore politico rimasto in città e che si abbatte, nel silenzio complice delle istituzioni, su legittime lotte studentesche sul terreno del welfare! mensa5

Tace completamente un'amministrazione universitaria che sembra vivere su un altro pianeta, per non parlare delle istituzioni politiche cittadine che ormai hanno delegato alla Questura l'unica e ultima voce in qualsiasi caso emergano tensioni sociali. Rimane in città ad occuparsi delle questioni dell'impoverimento e dei diritti solamente chi si oppone alla situazione attuale come gli studenti e le studentesse scese in piazza oggi con grande determinazione!

pc 4 novembre - NOTAV - con Nicoletta Dosio sempre!

Nicoletta Dosio fermata al presidio in solidarietà agli imputati del maxi processo

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Nicoletta Dosio è ormai da mesi sottoposta a misure cautelari ingiuste e che come tali ha da subito scelto di non rispettare. E così dall’obbligo di firma quotidiano si trova  agli arresti domiciliari che ha deciso di evadere sin dal primo momento, ed è ora più di un mese che si trova alla Credenza sostenuta dal movimento tutto.
Una scelta fatta con cuore e testa, portata avanti grazie al sostegno di tutto il movimento che con lei condivide una lotta che va avanti da 25 anni, un passo indispensabile per far tornare al centro dell’attenzione del governo e dei media una situazione che rasenta l’assurdo, quella che tutti i giorni viviamo in Val di Susa e in tutto il Paese.
Ci troviamo infatti in un momento in cui è sempre più evidente la necessità delle messa in sicurezza di tutti quei territori colpiti da calamità naturali e quelli che sono a rischio, in cui è sempre più chiara a tutti l’emergenza sociale in cui l’intera popolazione è costretta a vivere, e come risposta ci troviamo soltanto ridicole soluzioni proposte dai soliti politici dall’alto delle loro calde poltrone.
Questa mattina abbiamo accompagnato Nicoletta all’udienza del maxi processo, dove era in programma un presidio in solidarietà agli imputati. Dopo aver letto un comunicato, ha provato ad entrare in tribunale per assistere all’udienza, ma in quel momento è stata intercettata dalla digos di Torino e trasferita in questura per il reato di evasione.
Anche dall’aula 6 del palazzo di giustizia torinese si enunciano comunicati di solidarietà per Nicoletta da parte degli imputati che fanno mettere agli atti e che in segno di protesta, si alzano ed escono dal tribunale.
Nicoletta non è stata trasferita in carcere, ma le sono stati dati nuovamente gli arresti domiciliari presso la sua abitazione a Bussoleno. E’ palese la difficoltà in cui versano tribunale e procura nella gestione di questa situazione, e questo non può che essere una soddisfazione per noi, perchè dimostra ancora una volta che siamo dalla parte giusta.
La lotta prosegue, e per questo questa sera ci si è dati appuntamento alla Credenza alle ore 18 per discutere sui prossimi passi da fare.
Nicoletta Libera! Liberi Tutti!
Avanti No Tav!


Questo di seguito è il testo letto da Nicoletta fuori dal tribunale prima di entrare essere arrestata
Quanto tempo è passato da quando i Padri costituenti, ancora animati dal vento di Liberazione che spazzò via il nazifascismo e accese nuove, ahimè disattese speranze, dichiaravano che
«La resistenza, individuale e collettiva, agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali

pc 4 novembre - Operaie in lotta contro sfruttamento, discriminazioni e violenza padronale - uniamoci per portare il 25 novembre a Roma tutte le rivendicazioni e il protagonismo di operaie, lavoratrici, precarie disoccupate - info mfpr.naz@gmail.com


Le operaie di Stradella si ribellano a H&M


Un giorno ti alzi alle 2 del mattino per arrivare al lavoro alle 4. Altre volte entri alle 6. Non sai ancora se alle 11 ti diranno di andare a casa o se andrai avanti fino al pomeriggio. Il giorno dopo magari fai il turno di notte: entri a mezzanotte per uscire alle sei del mattino, ma forse anche a mezzogiorno.
“Fare dodici ore non è raro. Una volta è capitato per 26 giorni consecutivi, neppure una domenica di riposo. Volevo piangere”, ricorda Simona Carta. “Torni a casa, mangi qualcosa e crolli addormentata. Poi nella notte ti alzi e riparti. E avanti così due, tre, quattro settimane: non è una vita”. “Nulla è sicuro, turni, ore, paga”, aggiunge Serena Frontino. “Se rallenti, ti rimbrottano davanti a tutti. Ti dicono: se non ti sta bene, quella è la porta”.
Le mie interlocutrici sono giovani donne. Lavorano per un’azienda del polo logistico di Stradella,

pc 4 novembre - VIOLENZE E TORTURE NELL'ORRIBILE HOTSPOT DI TARANTO. VA CHIUSO! E I RESPONSABILI DEVONO PAGARE, COMPRESO LE ASSOCIAZIONI CHE IN CAMBIO DI SOLDI E APPALTI SANNO E COPRONO TUTTO QUESTO

Proletari comunisti e Slai cobas sc di Taranto avevano denunciato tutto dall'inizio - avevano proposto a tutti gli antirazzisti una manifestazione regionale per chiudere l'hotspot... Ma nessuna risposta, vergognatevi! 
Avevamo già denunciato mesi fa la deportazione da Ventimiglia e da Como di tanti migranti all'hotspot di Taranto, con il chiaro scopo di ricacciarli dai paesi da dove provengono e dove subiscono violenze, fame e guerre, per cui i principali responsabili sono i nostri stessi paesi imperialisti. Recentemente sono stati deportati anche migranti che lavoravano regolarmente a Milano. 
Avevamo denunciato che nell'hotspot di Taranto vi è aperta dei diritti umani. Un luogo in cui può succedere di tutto e nessuno deve saper niente, perchè nessuno può accedervi, se non i parlamentari, soprattutto PD - che dicono che va tutto bene. Un luogo gestito direttamente da forze militari, con la complicità di un'associazione e del Comune.

Oggi, 4 novembre, nella conferenza stampa annunceremo varie iniziative di azione.

(Dal Rapporto di Amnesty international) 
"Dopo il suo salvataggio, Salih e altri  nuovi arrivati sono stati portati in autobus al così detto «hotspot» di Taranto. L'approccio hotspot, introdotto nel 2015 su raccomandazione della Commissione europea, è un sistema creato per identificare tutti i nuovi arrivati, valutare velocemente i loro bisogni di protezione e incanalarli nelle procedure d'asilo oppure rinviarli nel loro paese d'origine. Il punto cruciale è che questo prevede che l'Italia  identifichi e rilevi le impronte digitali di tutti i nuovi arrivati. Ma persone come Salih, che vogliono chiedere asilo in altri paesi europei dove sono i loro parenti, hanno un forte interesse a evitare che gli vengano prese le impronte digitali dalle autorità italiane. Farlo significherebbe poter essere rimandati in Italia paese di primo ingresso - se tentassero di continuare il viaggio nell'Unione europea.

«Non  volevamo che ci prendessero le impronte digitali ma quattro poliziotti ci hanno trascinati fuori dall'autobus e fino all'ufficio, dove hanno cominciato a picchiarmi» mi ha detto Salih.

«Mi hanno colpito almeno quattro volte con un manganello e poi ho sentito una scossa elettrica sulla  schiena. Sono collassato e ho iniziato a vomitare. Dopo 10 minuti sul pavimento ho accettato di dare le impronte digitali».

Impronte digitali prese con la forza

L'esperienza di Salih non è unica. Quest'estate ho incontrato due dozzine di rifugiati e migranti - uomini, donne e bambini - che mi hanno detto di essere stati picchiati, colpiti  con le scosse dei manganelli elettrici o minacciati dalla polizia  dopo aver rifiutato di farsi prendere le impronte digitali. Un ragazzo di 16 anni e un uomo di 27 hanno descritto come  la polizia  li abbia costretti a spogliarsi e abbia inflitto loro dolore ai genitali. Una donna di 25 anni mi ha detto che è stata trattenuta a Lampedusa per mesi e poi schiaffeggiata ripetutamente per spingerla a dare le impronte digitali.

Matteo de Bellis, ricercatore di Amnesty International

Salih aveva solo 10 anni quando le milizie hanno attaccato il suo villaggio nella regione del Nord Darfur, in Sudan. «Era sera. Sparavano e davano fuoco alle nostre capanne. I miei genitori sono stati

giovedì 3 novembre 2016

pc 3 novembre - FORMAZIONE OPERAIA - LA CRITICA ALL'IMPERIALISMO SPIA DELLA CLASSE SOCIALE DI CUI SI E' ESPRESSIONE - Sul IX cap. de L'Imperialismo di Lenin - 1° parte

Riprendiamo il testo di Lenin, affrontando il IX capitolo "Critica dell'imperialismo"



Lenin segnala che per critica dell'imperialismo si deve intendere in senso ampio come critica all' “atteggiamento delle diverse classi sociali verso la politica dell'imperialismo in connessione con la loro ideologia generale”.
Questo è estremamente importante perchè individua chiaramente come l'atteggiamento verso l'imperialismo, e in particolare verso il proprio imperialismo, dipende o è una spia del tipo di classe sociale di cui si è espressione e si è al servizio, al di là della loro autodefinizione.
Questo vale in generale per i riformisti e i partiti di sinistra parlamentari.
L'imperialismo – continua Lenin – concentra nella proprie mani il potere economico e politico e

pc 3 novembre - Siamo a fianco di tutti coloro che solidarizzano e accolgono i migranti, contro ogni forma di razzismo di Stato e di massa

Il parroco: "Ospito i migranti in canonica". I fedeli su Facebook si oppongono: 4 gatti vigliacchi razzisti travestiti da 'pagine facebook'
Il parroco:
IMPERIA - Il parroco di Imperia propone durante la messa di ospitare alcuni migranti nella canonica e i fedeli rispondono qualche giorno dopo su Facebook con un secco 'no'. E' successo a Imperia: durante una messa particolarmente partecipata, il parroco di Montegrazie don Paul Kerner, ha provato a sondare gli animi dei fedeli proponendo di ospitare famiglie di migranti nella canonica.
Nessuno si è opposto apertamente a questa ipotesi, per la quale non esiste ancora alcun progetto reale, ma qualche giorno dopo, su una delle pagine Facebook di Imperia, è nata una discussione con alcuni fedeli che hanno prontamente preso posizione dando parere contrario a una simile ipotesi.

pc 3 novembre - Azione contro l'Ex-ACNA - una giusta battaglia

"Ex ACNA la più grande discarica di rifiuti tossici d'Europa, lavoratori malati e uccisi devono essere risarciti"







"I risarcimenti devono riguardare tutti coloro che sono stati danneggiati, ma in particolare chi lavorò nella fabbrica del cancro nei cent'anni di veleno, tra la fine dell'800 e il 1999".


Si riapre la questione Ex Acna, o meglio, non è mai stata chiusa e, se da un lato i comuni

pc 3 novembre - Solidali con i migranti - una protesta giusta e sacrosanta - proletari comunisti-PCm Italia

Molotov contro due Postamat a Genova

Molotov contro due Postamat a Genova

Per contestare l'utilizzo degli aerei della compagnia Mistral per rimpatriare i migranti

Tornano in azione a Genova gli attivisti del movimento No Borders che contestano le Poste per l'utilizzo degli aerei della loro compagnia, la Mistral air, per rimpatriare i migranti che non hanno titolo per restare in Italia. La notte scorsa sono stati danneggiati con un lancio di molotov i postamat di largo San Francesco da Paola e di corso Firenze, ad Oregina e Castelletto. Le fiamme hanno danneggiato i Postamat senza procurare danni all'ufficio postale e ai palazzi.

pc 3 novembre - Taranto: la rivolta dei migranti, litoranea bloccata - lo Slai cobas per il sindacato di classe chiama all'unità e alla mobilitazione generale anche in vista della manifestazione nazionale del 12 novembre a Roma

Gli immigrati protestano per la mancata erogazione del pocket money

Manifestazione di  richiedenti asilo anche sotto la Prefettura








La protesta dei migranti 

Il blocco stradale sulla Litoranea salentina, durato circa un’ora, ad opera di una ventina di ospiti del vicino hotel Bel Sit, la cui gestione è affidata alla Salam.
In contemporanea, la protesta sotto la Prefettura di una quarantina di persone di cui si occupa la Cometa di Palagiano. Scoppia, con due distinte manifestazioni – confluite poi a Palazzo del Governo – la rivolta degli immigrati. Tratto comune della protesta è la mancata erogazione del cosiddetto pocket money, cioè i soldi che i migranti hanno, o dovrebbero avere, a disposizione oltre a vitto ed alloggio. Una protesta clamorosa, quella messa in atto dai due gruppi di immigrati, in buona parte giovanissimi. Sulla Litoranea è intervenuta la Polizia.
“In Prefettura vedremo cosa il Ministero dell’Interno potrà garantire loro” dichiara Simona Fernandez dell’associazione Salam. “Loro vogliono il pocket money, ma noi oggi non possiamo più anticipare queste somme. Gli ultimi soldi arrivati dal ministero risalgono a dicembre 2015. Noi siamo riusciti ad anticipare il denaro sino a giugno di quest’anno. Ora ci è impossibile; riteniamo sia più importante ed urgente garantire un tetto ed i pasti per tutti, come stiamo facendo”.

In queste ore la ‘rivolta del pocket money’ coinvolge anche altre realtà. In Sardegna, ad esempio, oggi è andata in scena la seconda manifestazione in due settimane. Anche a Narcao è stata bloccata la strada, in questo caso quella che porta in paese dalla frazione dove si trova l’albergo, trasformato in centro di accoglienza da centotrenta posti, che ospita i migranti. Lunedì invece un gruppo di immigrati ha manifestato rumorosamente a Potenza, sotto la sede della Prefettura.

pc 3 novembre - NO, A MILANO NON E' ANDATA AFFATTO COME GORO!


La mobilitazione solidale con i migranti promossa a Milano dal Comitato zona 8 - a cui ha partecipato anche proletari comunisti - di fronte alla Caserma Montello dove i migranti sono stati alloggiati, contro i presidi fascio-leghisti che volevano ripetere a Milano le odiose razziste immagini di Goro, ha visto una partecipazione popolare, è stata una festa popolare.
"Qui nessuno è straniero". Durante la manifestazione spettacoli di un'associazione senegalese, banda degli ottoni, e balli popolari peruviani organizzati da Arci caporales, sara' anche offerto cibo e animazione per bambini. Nel primo pomeriggio, ad un certo punto, una ventina di giovani donne e uomini migranti sono usciti dalla struttura scortati dal comitato Zona 8 solidale e hanno raggiunto la manifestazione. La cittadinanza presente ha accolto i migranti con applausi, abbracci e lo striscione trilingue 'Marhaba, benvenuti, welcome'. Eritrei, etiopi e sudanesi, ad accoglierli sono state anche le note della Banda degli ottoni a scoppio e i militanti di centri sociali Cantiere, Lambretta e di altre realtà dei movimenti milanesi.

Diversi residenti passando chiedevano: ma siete pro o contro gli immigrati? Sollevati e contenti quando sentivano che era una festa in solidarietà con gli immigrati.
Si sentiva che da molti era sentita la partecipazione, in particolare dopo Goro. Anche numericamente una partecipazione schiacciante, rispetto al misero presidio già organizzato da Casa Poun dove sono confluiti alcuni leghisti, mentre Matteo Salvini si è guardato bene, dopo le sue sparate, di andare.

Certo i problemi per gli immigrati restano tutti, ma questa è stata una buona giornata.

pc 3 novembre - A VENARIA, NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI

La scena si svolge a Venaria Reale, una città della prima cintura a nord di Torino; qui, un assai poco ‘signore’ decide di rendere omaggio ai maiali fascisti giustiziati durante la Guerra di liberazione dalla dittatura italiana e dall’invasore tedesco.
La sua richiesta, fatta all’amministrazione comunale, di apporre una lapide con la scritta “ai

mercoledì 2 novembre 2016

pc 2 novembre - La rivoluzione d'ottobre a Milano 7 novembre


pc 2 novembre - PESTAGGI NEL CARCERE DI IVREA - CACCIARE LA DIRETTRICE... MA IL PROBLEMA E' QUESTO STATO FASCISTA E RAZZISTA

LA REPUBBLICA PIEMONTE - TORINO

"Pestaggi nel carcere di Ivrea": la procura indaga

"Pestaggi nel carcere di Ivrea": la procura indaga

La direttrice: "Indignata, c'è chi strumentalizza". Ma il garante per i detenuti: "Segnalazioni purtroppo frequenti"
Un pestaggio oltre le sbarre. Denuncia grave, gravissima. Quasi incredibile. Ma supportata da una denuncia, da una lettera pubblica, firmata con nome e cognome da uno dei detenuti. Purtroppo non un caso isolato. "Le segnalazioni di episodi di violenza in questo carcere sono purtroppo frequenti", dice Armando Michelizza, garante dei detenuti del comune di Ivrea. La Procura della repubblica conferma di avere «diversi fascicoli» aperti su episodi di violenza. L’indagine è in corso. "Solo nell’ultimo anno - conferma Michelizza - le denunce di detenuti su episodi di sopraffazione oltre il cancello del carcere sono tre".
L’ultimo però è clamoroso. In una lettera pubblicata lunedì sul sito «Infoaut», il detenuto M.P. racconta che la notte del 25 ottobre scorso «le guardie hanno usato violenza indiscriminata... Chiamata la squadra di supporto da Vercelli e riuniti in forza armati di idranti e manganelli hanno distrutto dei compagni detenuti riducendone due quasi in fin di vita». Segue l’elenco dei detenuti picchiati, anche qui con nomi e cognomi. Che il pestaggio ci sia stato lo conferma, pur con tutta la prudenza del caso, lo stesso garante eporediese: "Sono stato in carcere nei giorni successivi e ho incontrato uno dei due detenuti che denunciano di essere stati malmenati. Effettivamente ho visto lividi e ferite al naso".
Ma che qualche cosa di grave sia accaduto quella notte lo ammette la stessa direttrice dell’istituto di pena, Assuntina Di Rienzo: "Già il 14 ottobre un gruppo di detenuti aveva incendiato carta e rotto suppellettili nelle celle per protestare contro le condizioni di vita avanzando diverse richieste. Ho esaminato il filmato e ho deciso alcuni trasferimenti di piano come provvedimento disciplinare. La notte del 25 ottobre la tensione è tornata a salire. Il comandante degli agenti è intervenuto insieme ad altro personale e ha riportato la situazione sotto controllo. Ci sono stati tre agenti feriti". Ma i detenuti picchiati? "Sono indignata per la versione che si legge sulla lettera firmata dal detenuto. Gli agenti sono intervenuti con i normali strumenti e lo hanno fatto anche per evitare conseguenze agli altri carcerati". In ogni caso, conclude la direttrice, "ci saranno le inchieste dell’ispettorato a chiarire le responsabilità di quel che accaduto".
Non c’è solo l’indagine dell’ispettorato. Ci sono anche i fascicoli aperti dalla Procura. "Certo - dice la direttrice - ma l’inchiesta tuttora aperta in Procura nasce dalla denuncia di un detenuto e siamo stati noi a girare la documentazione ai magistrati". La situazione è comunque molto delicata. Nei mesi scorsi un sindacato degli agenti penitenziari si erano spinto a chiedere esplicitamente la sostituzione della direttrice perché non avrebbe tenuto conto dei rapporti disciplinari scritti dagli agenti contro i detenuti. Ora la tegola delle inchieste che sembrerebbero scaturire non da un polso debole ma, semmai, da un pugno troppo duro. "La situazione di Ivrea emerge in questo periodo come una delle più delicate», dice Bruno Mellano, garante dei detenuti del Piemonte. Più in generale, osserva Mellano, "la situazione nelle carceri italiane è tornata tesa perché non si intravedono a breve provvedimenti in grado di migliorare la condizione dei detenuti. I progetti di riforma sono da tempo fermi al Senato. In Piemonte è salito recentemente il numero dei detenuti stranieri, oggi il 43 per cento della popolazione rispetto a una media nazionale del 33. Un particolare che ha aumentato le tensioni".

pc 2 novembre - Almaviva Palermo: l’azienda non tiene conto degli accordi e decide lo spostamento a Rende dei lavoratori dall’8 novembre. “I trasferimenti sono licenziamenti” dicono i lavoratori…

“Scattano dall’8 novembre i primi trasferimenti da Palermo a Rende di lavoratori di Almaviva contact, impiegati nella commessa Enel in scadenza a dicembre. L’ha comunicato ieri l’azienda ai sindacati. I trasferimenti erano stati congelati da Almaviva in attesa dell’esito delle trattative al Ministero dello sviluppo economico tra Exprivia, la società che si è aggiudicata la commessa Enel, e i sindacati. La scorsa settimana al Mise, la riunione sul nodo dei trasferimenti si è conclusa con un nulla di fatto, dopo un lungo braccio di ferro tra la società e le organizzazioni dei lavoratori, che hanno bocciato la proposta di Exprivia di assumere con il Jobs Act (senza le tutele dell’articolo 18) 395 operatori su 398 dipendenti impiegati nella commessa Enel in dismissione, inquadrandoli al terzo livello e azzerando gli scatti di anzianità.” (GdS 1/11/16)


“Il governo ha messo sul piatto 30 milioni di euro in più per gli ammortizzatori sociali del settore dei call center, Almaviva Conctact continua a fare scelte unilaterali, che non aprono a nuove prospettive né un nuovo percorso industriale per il settore dei call center […] Con questa scelta, Almaviva colpisce l’anello più debole della catena: lavoratori a basso reddito, che a Rende guadagneranno 600-700 euro al mese e per noi è inaccettabile. Servono investimenti su formazione, ricerca e sviluppo”. Dice un sindacalista della Cgil come riportato su blogsicilia.it.

A cosa è servito a questo punto l’incontro al Mise del 26 ottobre scorso? Il comunicato rilasciato da Cgil-Cil-Uil nazionali il 28 ottobre era di fatto ottimistico, tra le altre cose diceva: “Per quanto riguarda l’andamento economico, la prima parte del 2016 – pur non raggiungendo pienamente gli obiettivi previsti – sembra confermare i risultati del 2015 che segnavano un miglioramento rispetto all’anno precedente.”; “In questo ambito l’azienda ha sottolineato le difficoltà dovute all’ammontare delle persone con anzianità maggiore di 63 anni, ma l’eventuale discussione sul tema dell'ultima riforma pensionistica e dello strumento dell'APE (che permetterebbe l'uscita senza penalizzazioni di molti che fino ad oggi sono stati bloccati in conseguenza della legge Monti-Fornero), in mancanza di elementi certi sui contenuti del provvedimento, è stata rimandata a dopo l’approvazione della legge di stabilità.” Concordando, tra l’altro, la data del 12 dicembre per il prossimo incontro.

Ancora una volta, è chiaro che se lavoratrici e lavoratori non prendono nelle proprie mani la “vertenza” , contro il padrone e contro i sindacati confederali, innanzi tutto, che “contrattano in loro nome”, e contro il governo che non può oggettivamente difendere i loro interesse perchè difende quelli dei padroni, continueranno a veder peggiorata la propria condizione di lavoro e di vita.

pc 2 novembre - Contro la "buona scuola" di Renzi al servizio dello sfruttamento delle multinazionali: OGGI COME IERI RIBELLARSI E' GIUSTO!



"No agli stage da Mc Donald’s": la protesta di studenti e sindacati
L’11 novembre corteo contro "chi vuole automi da sfruttare"
di LUCA SALVI

Milano, 2 novembre 2016 - "Lavoro gratis al servizio delle multinazionali" o "occasione per acquisire competenze e aprirsi sbocchi nel mondo occupazionale"? Comunque sia, l’affaire ministero dell’Istruzione-Mc Donald’s sarà uno dei temi principali di questo autunno caldo nelle scuole milanesi. Il Casc Lambrate, il coordinamento autonomo degli studenti e collettivi lo dichiara apertamente. "Confindustria e il Governo Renzi, con l’alternanza scuola-lavoro, stanno organizzando

pc 2 novembre - Palermo: film e iniziativa sulla Rivoluzione d'Ottobre

pc 2 novembre - Comunicato del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India - info csgpindia@gmail.com

Il Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India fa appello al proletariato internazionale, alle organizzazioni rivoluzionarie e democratiche a partecipare attivamente il 24 novembre 2016 alla campagna per la libertà dei compagni Ajith e Kobad Gandhy e di tutti prigionieri politici in India!

Il 24 Novembre 2016 ricorre il 5 ° anniversario vile assassinio del compagno Kishenji. Per questo tutte le forze rivoluzionarie e democratiche hanno il dovere di mostrare al regime fascista e genocida Modi che non restano in silenzio di fornte al trattamento disumano inflitto ai prigionieri politici e al genocidio perpetrato in diversi stati dell'India mascherato sotto i nome di “Operazione Green Hunt”.
Dobbiamo lottare con le unghie e con i denti per la libertà di tutti i prigionieri politici, in particolare ei compagni Kobad Gandhy e Ajith, tra i più importanti intellettuali comunisti dell'India e del mondo.

Questo 24 Novembre 2016, un tuono di lotta e di solidarietà da tutto il mondo deve scuotere dalle fondamenta il regime fascista e genocida Modi, perché senta il fiato sul collo, che la guerra popolare in India non appartiene solo al popolo dell’India, ma a tutto il proletariato mondiale.

Per il 24 novembre 2016, facciamo appello a realizzare azioni presso le ambasciate, i consolati e altre istiruzioni, secondo le condizioni nazionali e locali in ciascun paese, e ogni tipo di azioni che mostrino la nostra solidarietà proletaria con i prigionieri politici e la guerra popolare in India, e la nostra inflessibile opposizione al regime fascista e genocida di Modi.

Libertà per Ajith, Kobad Gandhy e tutti i prigionieri politici in India!
Stop Green Hunt!
Morte al regime fascista e genocida Modi!
Sosteniamo la guerra popolare!

Comitato internazionale per sostenere la guerra popolare in India

ICSPWI

pc 2 novembre - VERSO IL 25 NOV - NELLE UCCISIONI DELLE DONNE OCCORRE SOTTOLINEARE LA CONDIZIONE ODIERNA DELLE DONNE - LE DONNE PROLETARIE DEVONO IMPUGNARE LA LOTTA CONTRO L'INTERO SISTEMA

Nella foto, il biglietto di ringraziamento della coraggiosa famiglia di Federica, uccisa insieme al figlio Andrea dal marito, a Taranto nel giugno scorso.
Questo femminicidio è stato un esempio non solo del perchè oggi gli uomini odiano e uccidono le donne, ma anche del clima fascista di complicità diffusa che spesso accompagna prima e dopo le uccisioni. Ricordiamo brevemente:
- Il funerale del marito Luigi  pluriomicida viene fatto in una delle più centrali, storiche chiese della città, in pompa magna.
- Il parroco fa una omelia per riabilitare l'assassino come marito e padre amorevole.
- L'ANT – in cui presidente era la madre dell'assassino – non spende parole per Federica e Andrea, mentre fa un manifesto funebre in cui è scritto “ci uniamo al dolore che ha colpito la famiglia Alfarano”. Il femminicidio scompare... non sono state due persone distrutte ma la “famiglia” che era di “Alfarano”.
- La madre dell'assassino aggiunge anche la sua “chicca” macabra, e annuncia che donerà al ANT la villa in cui il figlio ha portato e ucciso il bambino Andrea, dopo aver ammazzato Federica, per curare i bambini malati di tumore, “certa che Luigi sarà felice di vedere giocare i bambini amati dai propri cari”.
- Ci sono, infine, gli applausi al feretro dell'assassino, sollecitati dal prete, da parte dei partecipanti.



Finchè le donne subiscono in famiglia senza ribellarsi all'oppressione, alle violenze sessuali, ai maltrattamenti, gli "uomini che odiano le donne" non hanno ragione di uccidere chi gli è subordinata.
Oggi i femminicidi avvengono quando le donne rompono rapporti, vogliono riprendere nelle mani la loro vita, si ribellano all'oppressione, violenza endemica. Le uccisioni sono una reazione di odio, fascista a tutto questo, esse trovano in questo sistema sociale e politico che va verso un

pc 2 novembre - Speciale GRCP - 2 - Intervento di proletari comunisti-PCm Italia alla Celebrazione del 50° anniversario della GRCP in Brasile - Rio Ottobre 2016

Il regime cinese dei nuovi capitalisti e imperialisti ha vietato ogni celebrazione della Grande rivoluzione culturale proletaria e ha cancellato dai musei, dai libri di storia, dalle università, dalle fabbriche, dalle città, ogni segno dei 10 anni della Grcp. Ha condannato a morte i dirigenti maoisti - definendoli criminali - che sotto la guida di Mao Tsetung hanno per 10 anni combattuto contro la restaurazione capitalista.

Il regime cinese, l'imperialismo, il revisionismo, il troskismo e ogni sorta di opportunismo hanno cercato di cancellare dalla storia la terza grande rivoluzione del nostro secolo, dopo la Comune di Parigi, la Rivoluzione d'Ottobre.

La Grcp è il culmine, salto di qualità della lotta sviluppata da Mao Tsetung contro il revisionismo moderno. La Grcp è scatenata da Mao per prevenire la restaurazione capitalista e per sviluppare la teoria e la prassi della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato.
E' con essa che il movimento comunista passa dalla difesa-ripresa del marxismo leninismo

pc 2 novembre - In parlamento opposizione di destra e Renzi marciano uniti nell'attacco alla sicurezza e salute sul lavoro

DISEGNO DI LEGGE SACCONI: UNA LEGGE PER FAVORIRE L’INSICUREZZA SUL LAVORO

Da: Lavoro e Salute
Settembre 2016

Riparte l’attacco ai diritti sulla sicurezza sul lavoro: pronto UN Disegno di Legge che sottrae responsabilità agli imprenditori e ai manager pubblici.

L’onorevole Sacconi, per conto del Governo, ha presentato un Disegno di Legge denominato “disposizioni per il miglioramento sostanziale della salute e sicurezza dei lavoratori” in cui riscrive da capo la normativa esistente, nello specifico il D.Lgs. 81/08.

Questa proposta governativa ha questi dichiarati scopi:
-         eliminazione della valutazione dei rischi e della definizione delle misure di prevenzione e