“Il governo ha messo sul piatto 30 milioni di euro in più
per gli ammortizzatori sociali del settore dei call center, Almaviva Conctact
continua a fare scelte unilaterali, che non aprono a nuove prospettive né un
nuovo percorso industriale per il settore dei call center […] Con questa
scelta, Almaviva colpisce l’anello più debole della catena: lavoratori a basso
reddito, che a Rende guadagneranno 600-700 euro al mese e per noi è
inaccettabile. Servono investimenti su formazione, ricerca e sviluppo”. Dice un
sindacalista della Cgil come riportato su blogsicilia.it.
A cosa è servito a questo punto l’incontro al Mise del 26
ottobre scorso? Il comunicato rilasciato da Cgil-Cil-Uil nazionali il 28
ottobre era di fatto ottimistico, tra le altre cose diceva: “Per quanto
riguarda l’andamento economico, la prima parte del 2016 – pur non raggiungendo
pienamente gli obiettivi previsti – sembra confermare i risultati del 2015 che
segnavano un miglioramento rispetto all’anno precedente.”; “In questo ambito
l’azienda ha sottolineato le difficoltà dovute all’ammontare delle persone con
anzianità maggiore di 63 anni, ma l’eventuale discussione sul tema dell'ultima
riforma pensionistica e dello strumento dell'APE (che permetterebbe l'uscita
senza penalizzazioni di molti che fino ad oggi sono stati bloccati in
conseguenza della legge Monti-Fornero), in mancanza di elementi certi sui
contenuti del provvedimento, è stata rimandata a dopo l’approvazione della
legge di stabilità.” Concordando, tra l’altro, la data del 12 dicembre per il
prossimo incontro.
Ancora una volta, è chiaro che se lavoratrici e lavoratori
non prendono nelle proprie mani la “vertenza” , contro il padrone e contro i
sindacati confederali, innanzi tutto, che “contrattano in loro nome”, e contro il governo che non può oggettivamente difendere i loro interesse perchè difende quelli dei padroni, continueranno
a veder peggiorata la propria condizione di lavoro e di vita.
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