La sua richiesta, fatta
all’amministrazione comunale, di apporre una lapide con la scritta
“ai
combattenti venariesi della Repubblica Sociale Italiana, fucilati nel
1945 durante la Guerra Civile” viene rigettata dal sindaco.
Per una volta, un primo cittadino
grillonzo – tale Roberto Falcone – si dimostra rispettoso delle leggi
italiane in tema di fascismo, e risponde per le rime: “Assolutamente no.
Non mi pare che alcun presidente della Repubblica italiana abbia
dedicato una festa nazionale al fascismo o a chi ha perso la vita per
difendere quegli ideali”.
Il topo di fogna – che risponde al nome
di Gaetano Cuttaia, ha cinquantasette anni, ed è attivista della latrina
fascista chiamata Casapound, oltre ad essere il coordinatore locale del
Comitato Onoranze Continuità Ideale – decide di rimediare ponendo, al
cimitero, un mazzo di fiori con un nastro tricolore con scritto: “ai
martiri venariesi della Rsi”.
Il presidente della sezione cittadina
dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Annibale Pitta –
dichiara che si tratta di “un fatto gravissimo che non deve passare
inosservato”, mentre il borgomastro rincara: “i valori di chi ha
sacrificato la propria vita per la Resistenza devono essere
salvaguardati e trasmessi”.
Si tratta di un bell’esempio di
antifascismo da parte delle istituzioni borghesi: peccato solo che si
tratti di un caso isolato; in ossequio alla Costituzione, che vieta la
ricostruzione sotto qualsiasi forma del defunto partito fascista, ed
alle Leggi vigenti, che sanzionano certi comportamenti come ‘apologia di
reato’, dovrebbe essere la prassi, non l’eccezione.
Bosio (Al), 03 novembre 2016
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
Nessun commento:
Posta un commento