mercoledì 2 novembre 2016

pc 2 novembre - In parlamento opposizione di destra e Renzi marciano uniti nell'attacco alla sicurezza e salute sul lavoro

DISEGNO DI LEGGE SACCONI: UNA LEGGE PER FAVORIRE L’INSICUREZZA SUL LAVORO

Da: Lavoro e Salute
Settembre 2016

Riparte l’attacco ai diritti sulla sicurezza sul lavoro: pronto UN Disegno di Legge che sottrae responsabilità agli imprenditori e ai manager pubblici.

L’onorevole Sacconi, per conto del Governo, ha presentato un Disegno di Legge denominato “disposizioni per il miglioramento sostanziale della salute e sicurezza dei lavoratori” in cui riscrive da capo la normativa esistente, nello specifico il D.Lgs. 81/08.

Questa proposta governativa ha questi dichiarati scopi:
-         eliminazione della valutazione dei rischi e della definizione delle misure di prevenzione e
protezione e sostituzione con una “certificazione” redatta da un professionista (tecnico della prevenzione e/o medico del lavoro) pagato dal datore di lavoro;
-         deresponsabilizzazione del datore di lavoro in relazione a infortuni e a malattie professionali, se avrà dimostrato, tramite la “certificazione”, di avere adempiuto agli obblighi di legge;
-         sostanziale eliminazione dell’obbligo di vigilanza a capo del datore di lavoro e trasferimento della responsabilità a dirigenti, preposti e lavoratori stessi;
-         sgravi fiscali per le aziende “virtuose”, sempre sulla base della semplice “certificazione” del professionista;
-         riduzione delle sanzioni, con l’introduzione, in caso di violazioni, di “disposizioni esecutive”: le sanzioni ci saranno solo in caso di mancato rispetto di queste ultime.

Il Governo quindi lancia, tramite un ex ministro del governo berlusconi e noto forcaiolo antioperaio, l’ennesimo attacco alla condizione di chi lavora, con una motivazione tutta di parte, imprenditoriale e aziendale, che non nasconde affatto: la tutela della salute dei lavoratori è un costo da abbattere per le aziende.
Nulla di nuovo in questo sistema produttivo assassino basato sull’insicurezza sul lavoro che trova i suoi consapevoli complici in questo sistema politico con decenni di governi amici degli imprenditori, coperti e coccolati con miliardi di finanziamento statale.

Le morti e gli infortuni sul lavoro sono di nuovo in crescita, così come le malattie professionali. E’ scritto sul rapporto 2015 dell’INAIL: più di 600.000 denunce di infortuni, più di 1.200 quelle di morte (694 quelle accertate). Si tratta però di stime al ribasso, visto che non tengono conto né di lavoratori indipendenti (partite IVA, liberi professionisti...), né di lavoratori in nero che, va da sé, non sono assicurati INAIL (e quindi non risultano nei loro conti) e sono particolarmente presenti nei due settori a più alto rischio di incidente e con la quota più alta di vittime mortali: agricoltura ed edilizia.
Ogni giorno in Italia muoiono in media 3 lavoratori per infortuni sul luogo di lavoro. Il fenomeno dei morti sul lavoro e delle malattie professionali sconta un’informazione ufficiale che ne sottostima volutamente l’impatto sociale e umano.
Da gennaio a luglio 2016 sono 562 le persone che hanno perso la vita sul lavoro in Italia. Un numero drammatico, comunque per difetto, che si traduce in una tragica media di 77 vittime al mese, ossia 19 alla settimana. da luglio a oggi, inizi settembre, i dati ancora incompleti parlano di mortalità senza soluzione di continuità. Eppure, il Governo non ha nessuna vergogna a proporre la sua legge d’impunità per i responsabili.

Per dirla con Karl Marx: “al padrone non interessa nulla della vita e della salute dell’operaio, se non ci sono le leggi che glielo impongono”.

Ad oggi una legge che glielo imponga non c’è, la stessa “626 del 1994” e la modifica “81 del 2008” hanno lasciato ampi margini di inapplicabilità, tanto è vero che gli infortuni, i morti e le malattie professionali non hanno mai avuto una flessione. Se non si costruiscono rapporti di forza sociali e contrattuali fatta la legge tutto rimane sulla carta.

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