DISEGNO
DI LEGGE SACCONI: UNA LEGGE PER FAVORIRE L’INSICUREZZA SUL
LAVORO
Da: Lavoro e
Salute
Settembre
2016
Riparte l’attacco ai diritti sulla
sicurezza sul lavoro: pronto UN Disegno di Legge che sottrae responsabilità agli
imprenditori e ai manager pubblici.
L’onorevole Sacconi, per conto del
Governo, ha presentato un Disegno di Legge denominato “disposizioni per il
miglioramento sostanziale della salute e sicurezza dei lavoratori” in cui
riscrive da capo la normativa esistente, nello specifico il D.Lgs. 81/08.
Questa
proposta governativa ha questi dichiarati scopi:
-
eliminazione della valutazione dei
rischi e della definizione delle misure di prevenzione e
protezione e sostituzione con una “certificazione” redatta da un professionista (tecnico della prevenzione e/o medico del lavoro) pagato dal datore di lavoro;
protezione e sostituzione con una “certificazione” redatta da un professionista (tecnico della prevenzione e/o medico del lavoro) pagato dal datore di lavoro;
-
deresponsabilizzazione del datore
di lavoro in relazione a infortuni e a malattie professionali, se avrà
dimostrato, tramite la “certificazione”, di avere adempiuto agli obblighi di
legge;
-
sostanziale eliminazione
dell’obbligo di vigilanza a capo del datore di lavoro e trasferimento della
responsabilità a dirigenti, preposti e lavoratori stessi;
-
sgravi
fiscali per le aziende “virtuose”, sempre sulla base della semplice
“certificazione” del professionista;
-
riduzione delle sanzioni, con
l’introduzione, in caso di violazioni, di “disposizioni esecutive”: le sanzioni
ci saranno solo in caso di mancato rispetto di queste
ultime.
Il Governo quindi lancia, tramite
un ex ministro del governo berlusconi e noto forcaiolo antioperaio, l’ennesimo attacco alla condizione di chi lavora, con una
motivazione tutta di parte, imprenditoriale e aziendale, che non nasconde
affatto: la tutela della salute dei lavoratori è un costo da abbattere per le
aziende.
Nulla di nuovo in questo sistema
produttivo assassino basato sull’insicurezza sul lavoro che trova i suoi
consapevoli complici in questo sistema politico con decenni di governi amici
degli imprenditori, coperti e coccolati con miliardi di finanziamento
statale.
Le morti e gli infortuni sul
lavoro sono di nuovo in crescita, così come le malattie professionali. E’
scritto sul rapporto 2015 dell’INAIL: più di 600.000 denunce di infortuni, più
di 1.200 quelle di morte (694 quelle accertate). Si tratta però di stime al
ribasso, visto che non tengono conto né di lavoratori indipendenti (partite IVA,
liberi professionisti...), né di lavoratori in nero che, va da sé, non sono
assicurati INAIL (e quindi non risultano nei loro conti) e sono particolarmente
presenti nei due settori a più alto rischio di incidente e con la quota più alta
di vittime mortali: agricoltura ed edilizia.
Ogni giorno in Italia muoiono in
media 3 lavoratori per infortuni sul luogo di lavoro. Il fenomeno dei morti sul
lavoro e delle malattie professionali sconta un’informazione ufficiale che ne
sottostima volutamente l’impatto sociale e umano.
Da gennaio a luglio 2016 sono 562
le persone che hanno perso la vita sul lavoro in Italia. Un numero drammatico,
comunque per difetto, che si traduce in una tragica media di 77 vittime al mese,
ossia 19 alla settimana. da luglio a oggi, inizi settembre, i dati ancora
incompleti parlano di mortalità senza soluzione di continuità. Eppure, il
Governo non ha nessuna vergogna a proporre la sua legge d’impunità per i
responsabili.
Per dirla con Karl Marx: “al
padrone non interessa nulla della vita e della salute dell’operaio, se non ci
sono le leggi che glielo impongono”.
Ad oggi una legge che glielo
imponga non c’è, la stessa “626 del 1994” e la modifica “81 del
2008”
hanno lasciato ampi margini di inapplicabilità, tanto è vero che gli infortuni,
i morti e le malattie professionali non hanno mai avuto una flessione. Se non si
costruiscono rapporti di forza sociali e contrattuali fatta la legge tutto
rimane sulla carta.
Nessun commento:
Posta un commento