sabato 14 novembre 2015

pc 14 novembre - Sugli attentati di Parigi - la voce dei maoisti francesi

Sur les attaques en région parisienne

Gli attacchi nella regione parigina 

(traduzione ufficiosa - sotto in francese)

Nuovi attacchi hanno toccato la regione parigina, questa volta di un'ampiezza impressionante, con un coordinamento e dei modi operativi multipli, andando fino all'attentato suicida, gli obiettivi sono stati anche multipli, contrariamente all'attacco contro Charlie Hebdo e l'Hypercacher di gennaio. Gli obiettivi sono stati meno simbolici più generali e hanno voluto colpire l'insieme della popolazione, con l'eccezione dello Stade de France dove l'obiettivo avrebbe potuto essere Francois Hollande. L'attacco è rivendicato da Daech.
Noi condanniamo questi attacchi, come abbiamo condannato gli attacchi di gennaio, ma non grideremo più con i lupi più di quanto l'abbiamo fatto a gennaio. Noi ci poniamo ancora una volta dal lato del popolo, vittima di attacchi i cui responsabili sono innanzitutto gli imperialisti.

Le differenti potenze imperialiste rapinano il mondo, seminano la miseria, provocano i conflitti tra i popoli, utilizzando le differenze etniche, religiose, culturali, ecc. tra i popoli. Esse intervengono militarmente direttamente o indirettamente, apertamente o segretamente. Questo lo fanno per la rapina delle materie prime, lo sfruttamento della manodopera a buon mercato, la messa in piedi di cani da guardia locali e il controllo di zone strategiche.
Da qualche anno lo stato francese fa parte degli imperialisti molto aggressivi, con parecchi interventi esteri di differente natura, Afghanistan, Iraq, Mali (trasformata in operazione militare che va dal Chad alla Mauritania nella regione del Sahel), Costa D'Avorio, centro Africa, Libia, Siria.
E' la Francia che ha armato i peggiori reazionari che si rifanno all'islam in Siria! Non dimentichiamo la propaganda di Stato condotta dal Partito socialista contro Assad, borghesia compradora al soldo degli imperialisti russi e cinesi. La Francia ha armato l'Armata Siriana Libera per rovesciarlo.
L'ALS è un vivaio dei peggiori reazionari, come quelli del Fronte Al Nosra, uno dei peggiori del popolo della Siria.
Queste armi sono finite nella mani di Daech insieme a quelle recuperate in Iraq, principalmente fornite dagli Stati Uniti, e in Libia, dalla Francia!
D'altra parte gli imperialisti si arricchiscono attraverso importanti vendite di armi nel mondo, armi che finiscono per ritrovarsi nelle mani dei gruppi, quali Daech, nei paesi che gli imperialisti hanno destabilizzato.
Questi interventi vengono fatti tutti in nome della “democrazia”, dei “diritti umani”, ecc., ma ogni volta è soprattutto per difendere gli interessi dell'imperialismo francese.
Questi interventi hanno armato direttamente o indirettamente i gruppi jihadisti, affiliati ad Al-Qaeda o Daech (più recentemente), e inoltre la destabilizzazione provocata dall'ingerenza e dagli interventi imperialisti serve essa stessa come pretesto per altre ingerenze e interventi.
Gli imperialisti sono dei pompieri piromani! Essi si bruciano le dita con l'incendio che essi stessi hanno acceso! E come sempre sono i popoli del mondo che pagano il costo.
Sono loro i responsabili di questi attacchi! Daech e gli altri gruppi reazionari non esisterebbero se gli imperialisti non seminassero il caos in tutto il pianeta!

Ora Hollande ha dichiarato lo stato d'urgenza e ha fatto appello all'esercito come rinforzo. La Francia è in guerra – dice. Sì, la Francia è in guerra e non c'è niente di nuovo! Tanti popoli in tutto il mondo lo sanno a loro spese.
I nostri timori in seguito a questi attacchi sono molti. Innanzitutto noi temiamo che il clima antimmigrati e in particolare anti musulmani e anti rifugiati si rafforzi. I fascisti di ogni tipo si appoggiano su una semplificazione estrema della realtà e nascondendo l'oppressione e lo sfruttamento imperialista vogliono spingere più lontano la loro propaganda e i loro attacchi. La divisione in seno al proletariato e alle masse popolari rischia di rafforzarsi.
Ciò rafforza le possibilità di mobilitazione reazionaria di massa, avendo come obiettivo una parte della popolazione.
Inoltre noi temiamo che lo stato d'emergenza permetta allo Stato di restringere durevolmente le libertà democratiche, il diritto di riunione e di manifestazione. E' già ora questo il caso nella regione parigina.
Noi temiamo inoltre un rafforzamento dello Stato di polizia sotto la veste “per la vostra sicurezza”.
Infine, in conseguenza, noi temiamo che questi fenomeni facilitino l'accesso al potere di una Francia ancora più reazionaria, di stampo fascista della borghesia. E' questa una possibilità molto più pericolosa che quella di nuovi attacchi.
Noi dobbiamo vedere chiaro le dinamiche che si sviluppano dietro questo attacchi. Noi dobbiamo indicare gli imperialisti che cercano di ripartirsi il mondo come i responsabili di questi attacchi.
La sola risposta che noi dobbiamo sviluppare è quella della lotta rivoluzionaria per abbattere questo sistema che semina la miseria, la guerra, la barbarie, la morte in tutto il pianeta.

Come nel gennaio scorso, noi affermiamo:
NO all'”unione nazionale” dietro la repubblica dei borghesi fautori di guerra e di miseria; non cediamo alla propaganda fascista che strumentalizza la barbarie per fare gli interessi dei padroni.
Denunciamo i reazionari religiosi criminali che servono ad indebolire le nostre lotte, a dividere il popolo e a propagandare le idee feudali pericolose tra le masse popolari.
Solidarietà con le masse popolari musulmane che vanno di nuovo a subire un'ondata islamofoba dopo questi attacchi.
Serriamo le fila intorno alla classe operaia, ultimo baluardo contro il fascismo!

Block Rouge (unificazione dei maoisti)

*****

De nouvelles attaques ont touché la région parisienne. Cette fois-ci d'une ampleur impressionnante, avec une coordination et des modes opératoires multiples, allant jusqu'à l'attentat suicide.

Les cibles étaient elles aussi multiples. Contrairement à l'attaque contre Charlie Hebdo et l'Hypercacher de janvier, les cibles étaient moins symboliques, plus générales et voulaient frapper l'ensemble de la population, à l'exception du Stade de France où la cible aurait pu être François Hollande.

L'attaque est revendiquée par Daech.

Nous condamnons ces attaques, comme nous avions condamné les attaques de janvier.

Mais nous ne crierons pas non plus avec les loups, pas plus que nous l'avions fait en janvier.

Nous nous plaçons encore une fois du côté du peuple, victime d'attaques dont les responsables sont avant tout les impérialistes.

Les différentes puissances impérialistes pillent le monde, sèment la misère, provoquent les conflits entre les peuples en utilisant les différences ethniques, religieuses, culturelles, etc. entre les peuples.  Elles interviennent militairement, directement ou indirectement, ouvertement et secrètement. Tout cela, elles le font pour le pillage des ressources premières, l'exploitation de la main d’œuvre « bon marché », la mise en place de chiens de gardes locaux et le contrôle de zones stratégiques.

Depuis quelques années, l’État français fait partie des impérialistes très agressifs, avec plusieurs interventions extérieures de différentes nature : Afghanistan, Irak, Mali (transformée en opération militaire allant du Tchad à la Mauritanie dans la région du Sahel), Côte d'Ivoire, Centrafrique, Libye, Syrie,…

C'est la France qui a armé les pires réactionnaires se revendiquant de l'Islam en Syrie ! N'oublions pas la propagande d'Etat menée par le Parti Socialiste contre Bachar Al Assad, bourgeois compradore à la solde des impérialistes russes et chinois. La France a armé l'Armée Syrienne Libre pour le renverser. L'ALS était un vivier des pires réactionnaires religieux, notamment du Front Al Nosra, un des pires bourreau des peuples de Syrie. Ces armes ont fini entre les mains de Daech avec celles récupérées en Irak principalement fournies par les États-Unis et en Libye par la France ! D'autre part, les impérialistes s'enrichissent à travers d'importantes ventes d'armes à travers le monde, armes qui finissent par se retrouver entre les mains de groupes tels que Daech dans les pays que les impérialistes ont déstabilisé.

Ces interventions se font toutes au nom de la « démocratie », des « droits de l'Homme », etc. Mais à chaque fois, c'est surtout pour défendre les intérêts de l'impérialisme français.

Ces interventions ont armé, directement ou indirectement, des groupes djihadistes affiliés à Al-Qaida ou Daech (plus récemment). Et ensuite, la déstabilisation provoquée par l'ingérence et les interventions impérialistes servent elles-mêmes comme prétexte à d'autres ingérences et interventions.

Les impérialistes sont des pompiers pyromanes ! Ils se brûlent les doigts avec l'incendie qu'ils ont eux-mêmes allumé ! Et comme toujours, ce sont les peuples du monde qui paient la facture.

Ce sont eux les responsables de ces attaques ! Daech et les autres groupes réactionnaires n'existeraient pas si les impérialistes ne semaient pas le chaos à travers la planète !

Maintenant, Hollande a déclaré l’État d'Urgence et a appelé l'armée en renfort. La France est en guerre, entend-on. Oui, la France est en guerre, et ce n'est pas nouveau ! Trop de peuples à travers le monde le savent à leurs dépens.

Nos craintes suite à ces attaques sont plusieurs.

Tout d'abord, nous craignons que le climat anti-immigrés et particulièrement anti-musulmans et anti-réfugiés ne se renforce. Les fascistes de tous bords s'appuyant sur une simplification extrême de la réalité et cachant l'oppression et l'exploitation impérialiste vont encore pousser plus loin leur propagande et leurs attaques. La division au sein du prolétariat et des masses populaires risque de se renforcer. Cela renforce les possibilités de mobilisations de masse réactionnaires, ciblant une partie de la population comme boucs-émissaires.

Ensuite, nous craignons que l’État d'Urgence permette à l’État de restreindre durablement les libertés démocratiques, telles que le droit de rassemblement et de manifestation. C'est d'ailleurs déjà le cas en région parisienne. Nous craignons ainsi un renforcement de l’État policier, sous la rengaine « C'est pour votre sécurité ».

Enfin, en conséquence, nous craignons que ces phénomènes facilitent l'accès au pouvoir d'une frange encore plus réactionnaire, voire fasciste, de la bourgeoisie. C'est une possibilité beaucoup  plus dangereuse que celle de nouvelles attaques.

Nous devons voir clair les dynamiques qui se déroulent derrière ces attaques. Nous devons désigner les impérialistes qui cherchent à se repartager le monde comme étant les responsables de ces attaques.

La seule réponse que nous devons développer est celle de la lutte révolutionnaire pour abattre ce système qui sème la misère, la guerre, la barbarie, la mort tout autour de la planète !

Comme en janvier dernier, nous affirmons :

Pas d'union nationale derrière la république des bourgeois fauteurs de guerres et de misère !

Ne cédons pas à la propagande fasciste qui instrumentalise la barbarie pour faire le compte du patronat !

Dénonçons les réactionnaires religieux criminels qui servent à affaiblir nos luttes, à diviser le peuple et à propager des idées féodales dangereuses dans les masses populaires !

Solidarité avec les masses populaires musulmanes qui vont de nouveau subir une vague islamophobe après ces attaques !

Serrons les rangs autour de la classe ouvrière, dernier rempart contre le fascisme !

Bloc Rouge (Unification des maoïstes)

pc 14 novembre - Proletari comunisti-PCm-Italy [Rush translation edited for clarity by Signalfire]

PCm-Italy [Rush translation edited for clarity by Signalfire]

ON THE ATTACKS IN FRANCE

Imperialism, including French imperialism playing a major role, has sown the wind in the world and now reaps the whirlwind, it has sown war and terror and now the war is coming back home. The imperialists have created and supported ISIS against the people and against those who interposed an obstacle to their interests in profits, oil and geopolitical control of strategic areas of the world and now ISIS directs itself against them with barbaric massacre attacks.
Imperialism now French imperialism, answer the terrorist attacks in the worst possible way, with a state of emergency, the open political-military-police dictatorship striking proletarians and masses first of all and attacking democratic freedoms in the country on behalf of the bosses and reaction. French imperialism closes borders, stirring up xenophobia and racism against immigrants. Imperialism claims in fact the banlieus, that is the popular neighborhoods, the poorer sections of Paris, are the home of ‘terrorists’, but on the contrary the proletarians and the poor are those always subjected to repression, poverty, marginalization, social oppression, religious discrimination and national chauvinism and racism.
Imperialism and the corrupt and unpopular Hollande government call for national unity to defend the interests of the French imperialist bourgeoisie, around the system and the national economy, to suppress the class struggle,which is a necessity for the workers, the exploited and the masses, who must carry it out and intensify it to defend their living and working conditions, their freedom and hopes for a better future.
The genuine communists, the Marxist-Leninist-Maoist communist, the revolutionaries, the vanguard proletarians, the democratic opposition, anti-fascist, anti-racist and anti-imperialist organizations and organisms of the working class and people’s struggle,express their solidarity and pain over the death of many innocent people.
They must state clearly:
No to imperialist and inter-imperialist war,
No to reactionary wars in Syria in Libya, in Kurdistan, in Iraq and throughout the Middle East
No support to reactionary regimes from Israel and Egypt to Erdogan’s Turkey, or the monarchies of the Gulf, to all the reactionary governments in the Arab world and the Middle East, No to reactionary feudal and pro-imperialist forces such as Isis and others.
YES to support of the struggling masses from Palestine to Kurdistan, from Turkey to Libya, from Iraq to the Maghreb and the anti-feudal and anti-imperialist forces throughout the middle east, who are really fighting Isis on the field and are the only ones able to defeat it.
YES to the path of authentic liberation of peoples, manifested by anti-imperialist people’s war, to create new states and societies of new democracy in the whole region.
NO to the state of emergency, No to the anti-people and anti-Islamic witch hunt. No to the closure of borders, no to xenophobia, Yes to welcome and freedom of movement for the masses of immigrants fleeing war and poverty.
NO to National Unity around the ruling classes, the bosses and big capital who offload the crisis on the workers and the people, or around the rich and privileged strata of the imperialist metropolises, for proletarian and popular unity against the governments of the bosses, for a political and social change in favor of the masses.

Proletari comunisti – PCm Italy 14th november 2015

pc 14 novembre - Sugli attentati stragisti in Francia

L''imperialismo, e quello francese con un ruolo di prima fila, ha seminato vento nel mondo e ora raccoglie tempesta, ha seminato la guerra e il terrore e ora la guerra torna a casa. 

Gli imperialisti hanno creato e sostenuto l'ISIS contro i popoli e contro chi si frapponeva in ostacolo ai loro interessi, profitti, petrolio, controllo geopolitico delle aree strategiche del mondo, e ora l'ISIS gli si rivolge contro, con barbari attentati stragisti.
L'imperialismo, e ora quello francese, agli attacchi terroristici risponde nel peggior dei modi, con lo stato di emergenza, la dittatura politico-militar-poliziesca aperta che colpisce proletari e masse innanzitutto e le libertà democratiche nel paese per conto dei padroni e della reazione,
L'imperialismo francese chiude le frontiere, scatenando la xenofobia e il razzismo antimmigrati,
l'imperialismo indica di fatto nelle banlieues, cioè nei quartieri popolari, negli strati poveri di Parigi, il luogo 'dei terroristi', quando sono i proletari e i poveri che sono sottoposti da sempre alla repressione, povertà, emarginazione, oppressione sociale, dicriminazione religiosa e allo sciovinismo e razzismo nazionalista.
L'imperialismo e il governo ignobile corrotto e antipopolare di Hollande chiama all'unità nazionale
a difesa degli interessi della borghesia imperialista francese, intorno al sistema e all'economia nazionale, per sopprimere e soffocare la lotta di classe, che invece i proletari, gli sfruttati e le masse popolari hanno necessità di fare e intensificare per difendere le loro condizioni di vita e di lavoro, le loro libertà e speranze di un futuro migliore.

I comunisti autentici, i comunisti marxisti-leninisti-maoisti, i rivoluzionari, i proletari d'avanguardia, le realtà della opposizione democratica, antifascista, antirazzista e antimperialista, gli organismi della lotta operaia e popolare, nell'esprimere il proprio dolore solidale per la morte di tanti innocenti,
non possono non schierarsi chiaramente  per dire:

NO alla guerra imperialista e interimperialista, No alle guerre reazionarie in Siria come in Libia, in Kurdistan come in Irak e in tutto il Medioriente
No al sostegno ai regimi reazionari, da Israele all'Egitto, dalla Turchia di Erdogan, alle monarchie del golfo, a tutti i governi reazionari nel mondo arabo e Medioriente
No alle forze della reazione feudale filoimperialista di ISIS, ecc

SI al sostegno alle masse in lotta, dalla Palestina al Kurdistan, dalla Turchia alla Libia, dall'Irak al Maghreb e alle forze antimperialiste e antifeudali in tutto il Medio Oriente, che combattono realmente l'Isis sul campo e sono gli unici in grado di sconfiggerlo.
SI alla via dell'autentica liberazione dei popoli, espressa dalla guerra di popolo antimperialista, per nuovi Stati e società di Nuova democrazia in tutta l'area.

NO allo stato d'emergenza, No alla caccia alla caccia alle streghe antipopolare e antislamica,
No alla chiusura delle frontiere, No alla xenofobia, Si all'accoglienza e libertà di circolazione per le masse di migranti che fuggono dalla guerra e dalla miseria
NO all'"Unità nazionale" intorno alle classi dominanti, ai padroni e grande finanza che scaricano la crisi sui proletari e i popoli, intorno ai ricchi e strati privilegiati delle metropoli imperialiste, per l'unità proletaria e popolare contro i governi dei padroni, per il cambiamento sociale e politico in favore delle masse popolari.

Proletari comunisti - PCm Italia
14 novembre 2015

venerdì 13 novembre 2015

pc 13 novembre - Napoli le cariche poliziesche contro la manifestazione studentesca

pc 13 novembre - Napoli CARICHE, FERMI E FERITI al corteo studentesco. Je sò pazzo

Una piccola ricostruzione video della giornata di oggi su jesopazzo
"Domani mattina alle ore 10 si terrà una conferenza stampa per ricostruire inseme quanto accaduto il 13 Novembre, giornata che ha visto 10mila studenti e docenti scendere in piazza con l'obiettivo comune di contrastare la riforma della scuola e il governo Renzi!
A Napoli la risposta da parte di chi si schiera a protezione di questo governo e di Confindustria è stata ancora una volta brutale, la polizia ha scelto di caricare a freddo gli studenti, aprendo teste e spaccando denti!
Abbiamo il dovere di raccontare la gravità di quanto accaduto

pc 13 dicembre - Lo sciopero generale in Grecia contro il governo Tsipras, acceso da mille fuochi

12 ΝΟΕΜΒΡΗ: Μαζικά στην απεργία! Δεν θα σκύψουμε το κεφάλι! Κάτω τα χέρια από την ασφάλιση και τα εργασιακά δικαιώματα!


pc 13 novembre - Lo stato nazisionista d'Israele è uno stato che pratica il terrore antipalestinese come sistema

Terrorismo Sionista - Incursión de agentes israelíes disfrazados en un hospital en Hebrón


pc 13 novembre - Immagini della manifestazione di Londra contro la visita di MODI



 

pc 13 novembre - VERTICE UE A MALTA - SOLDI AI REGIMI IN CAMBIO DI VITA E DI DIRITTI UMANI

Così l'Europa imperialista si difende i suoi confini e si compra, con pochi spiccioli reali (poco più di 81 milioni) e future promesse di più soldi (1,8 miliardi), la collaborazione di regimi reazionari.

Nel Vertice, su guerra, povertà, clima, i governanti europei hanno speso solo poche parole generiche, senza impegno, perchè la vera discussione e le decisioni erano e sono state su bloccare l'immigrazione dai paesi dell'Africa all'Europa e sulla collaborazione dei paesi africani ad impedire le partenze dai loro paesi, a bloccare i migranti che arrivano in Africa dall'Asia, dal Medio Oriente, e ad identificare, fare azione di polizia verso i migranti già arrivati in Europa, destinandoli quindi a sicura repressione o morte da parte di regimi come l'Eritrea, la Nigeria, il Sudan, la Libia, ecc.   

In Africa verrebbero creati nuovi centri - campi di concentramento - nei quali identificare e smistare i migranti; questo avverrà anche in Turchia dove già la precedente visita della Merkel aveva posto le basi.
Si tratterà di lager, in cui i migranti, donne, bambini, verranno imprigionati, trattati come bestie, in attesa di tornare a rischiare la vita nei loro paesi.

Quindi, non c'è alcuna differenza tra un Renzi e i razzisti fascisti Matteo Salvini, Casa Pound, e il nuovo razzista Grillo; come non c'è differenza tra i governanti a doppio petto "democratici" dei paesi europei e i vari Le Pen e forze neonaziste degli altri paesi europei.

Ma chiaramente di fronte alle elemosine della UE Gli Stati africani pretendono di più.
Per non parlare della Turchia del fascista Erdogan che pretende non solo i soldi (3 miliardi) ma anche l'entrata in Europa, e che intanto da dicembre metterà 10mila soldati lungo il confine siriano, con l'obiettivo non è certo della guerra all'Isis (i cui uomini e armi sono sempre passati tranquillamente dalla Turchia), ma della guerra di sterminio ai curdi e di mettere le mani dentro il territorio siriano,

Ma intanto che si fanno gli incontri al vertice, si rafforza l'azione militare di Frontex.
Il governo Renzi, mentre non vuole spendere qualche centinaio di migliaia di euro per accogliere i migranti, spende centinaia di milioni per comprare dagli Usa le bombe per usare i droni non solo per azioni di controllo, ma di bombardamento verso i barconi dei migranti - per cui si parla di "scafisti", ma si uccideranno migranti, donne, bambini, registrati poi come "danni collaterali".

Mussei Zerai, direttore dell'agenzia Habeshia, sacerdote candidato al Nobel per la pace ha detto che questi "aiuti" europei "finiranno nelle tasche di chi sta al potere. E serviranno solo a rafforzare i regimi che provocano la fuga dei propri cittadini".
"Si parla solo di accordi di riammissione, ma non di prevenzione delle partenze o di protezione dei migranti, tanto meno dei loro diritti. Unico chiodo fisso è impedire che queste persone arrivino".

pc 13 novembre - Appello urgente alla solidarietà internazionale: Togliete l’assedio di Silvan

Il governo turco ha abbandonato il processo di pace che aveva condotto ad almeno due anni durante i quali quasi nessuno è morto in scontri con le forze di sicurezza - Vedi sotto, nostro commento.

Dopo una campagna per le elezioni generali di giugno, caratterizzata da 170 attacchi violenti agli uffici del HDP e bombardamenti degli uffici di Mersin e di Adana dell’HDP, 4 persone sono state uccise e molte ferite da una bomba alla manifestazione finale dell’HDP a Diyarbakır. Dopo che le elezioni hanno impedito la costituzione della maggioranza del partito AK in Parlamento la violenza è cresciuta moltissimo. 33 giovani in missione umanitaria a Kobane sono stati uccisi da una bomba a Suruc. Con l’aumento delle vittime alcune autorità locali in aree curde hanno dichiarato la “autonomia” per proteggere i propri abitanti. La risposta del governo turco è stata una serie di attacchi delle forze di sicurezza in queste aree. Sono state dichiarate 24 ore di coprifuoco e soldati e squadre di forze speciali hanno attaccato quartieri, mettendo cecchini sui tetti e sparando a chiunque apparisse in strada. Molti civili, incluse donne, bambini e anziani, sono stati uccisi.
L’ultimo di questi attacchi è a Silvan.
Dal 2 novembre i quartieri di Tekel, Mescit e Konak nella città di Silvan nella provincia di Diyarbakır nel sud est della Turchia sono stati sotto occupazione da parte delle forze speciali di polizia e dall’esercito turco. Coprifuoco di 24 ore. I civili non possono lasciare le loro case per necessità essenziali e neanche prendere I feriti per cure mediche o seppellire I morti. Le persone si nascondono nelle cantine mentra carri armati percorrono le strade rivolgendo il fuoco dei cannoni contro gli edifici. Carri armati hanno circondato le alture e stanno sparando contro questi quartieri residenziali. E sono stati usati elicotteri per far fuoco su quest’ area. Non si riesce a sapere esattamenti il numero dei morti e feriti, ma si ritiene che tra loro ci siano anche donne, vecchi, bambini.
Ziya Pir, un deputato del HDP (partito democratico del popolo) eletto in quest’area, riferisce che ha cercato di intervenire presso un funzionario del Ministero degli interni e si è sentito dire: “Cancelleremo questi tre quartieri dalla mappa.”
Ziya Pir riferisce quanto segue: “Sparano in modo indiscriminato dappertutto. Soldati, polizia e persone assolutamente non registrate, che posso solo chiamare “cacciatori di teste”, stanno distruggendo gli edifici da cima a fondo con i cannoni. Carri armati sono stati posizionati per controllare queste zone. Noi non vi possiamo entrare.
“Secondo le informazioni che abbiamo dall’interno le persone a gruppi di 10-15 si nascondono nelle cantine. Nessuno può uscire perché ci sono cecchini appostati sui tetti. Se vedono anche un’ombra dentro una casa o qualsiasi segno di vita aprono il fuoco. In operazioni precedenti solitamente c’era una interruzione di una due ore. Adesso si spara 24 ore su 24 senza interruzione.”
Il 15-16 November la conferenza del G20 sarà ospitata dal Governo turco in Antalya. Nello stesso tempo in cui il governo è impegnato in massacri indiscriminati dei propri civili. Questi attacchi hanno avuto luogo nel corso della campagna per le recenti elezioni e continuano anche dopo. Sono prese di mira tutte le aree dove c’è stato un alto numero di voti per l’HDP.
L’incontro del G20 è per il governo turco un fatto di grande prestigio e purtroppo i governi europei sono adesso piuttosto morbidi nel criticare le violazioni dei diritti umani in Turchia, con la speranza che il Governo turco metta un limite al flusso dei profughi verso l’Europa. Il vostro intervento può fare la differenza.
Vi preghiamo di esprimere la vostra preoccupazione relativamente ai recenti avvenimenti in Turchia.
Per salvare vite umane, bisogna che le forze di sicurezza cessino le operazioni contro la popolazione civile e consentano l’accesso a queste aree a parlamentari e osservatori internazionali indipendenti.
Mandate i vostri messaggi a:
Feridun Hadi Sinirlioğlu
Dr. Sadık Ahmet Cad. No:8 Balgat
Ankara,Turkey
Phone: (90-312) 10 00
Web site: www.mfa.gov.tr
http://www.mfa.gov.tr/contact-us.en.mfa
e inviate copia dei vostri messaggi a:
E Mail:barisbloku@gmail.com
Twitter:@barisbloku
Facebook:/barisbloku

1) il governo turco non ha mai perseguito il processo di pace - non bisognava seminare illusioni su questo;
2) il vertice G20 sancirà l'appoggio imperialista al regime fascista
turco - nessuna illusione andava seminata su questo - c'è nel testo un purtroppo.. NO! La politica imperialista è solo questa e inevitabilmente questa, la lotta contro ISIS- regime di Erdogan- e imperialismo è una lotta sola, non si può vincere senza guerra di popolo contro tutti e tre questi mostri;
3) solo rovesciando i governi imperialisti qualunque essi siano è possibile sostenere, aiutare realmente il movimento di liberazione in Kurdistan

pc 13 novembre - Studenti e lavoratori della scuola oggi in sciopero e in protesta contro la scellerata riforma della "buona scuola" del governo Renzi, caricati dalla polizia da Milano a Napoli...

Questo stato al servizio del capitale risponde alle giuste istanze di studenti e lavoratori con la repressione. Ma la lotta più che legittima non si ferma! Il governo Renzi va cacciato! 

Denunciamo le cariche della polizia contro il cordone dei lavoratori e degli studenti che alla fine del corteo sono stati bloccati vicino agli uffici dell'Usr. Esprimiamo piena solidarietà al docente del "3 ottobre" ferito, che ha riportato una brutta ferita alla testa a causa di una manganellata ricevuta durante una violenta carica a freddo.
Coordinamento lavoratori della scuola "3 ottobre"

Scuola in piazza, tensioni e feriti a Milano e Napoli. Due studenti sottoposti a fermo


Sono stati entrambi sottoposti a fermo di polizia giudiziaria i due giovani condotti in Questura per accertamenti, dopo gli scontri durante il corteo degli studenti a Napoli. Uno è stato accompagnato con un'ambulanza nell'ospedale Vecchio Pellegrini dove viene sottoposto a cure mediche.

Tensione, cariche, scontri e alcuni feriti a Napoli e a Milano durante le manifestazioni contro la riforma della 'buona scuola' di Matteo Renzi. "Siamo in 7mila", dicono gli organizzatori del corteo di Roma, la principale delle manifestazioni, dove studenti e prof si sono dati appuntamento per dire no alla 'distruzione della scuola pubblica'. Dopo aver manifestato sfilando in corteo per le vie della Capitale ora studenti e docenti stanno protestando davanti Montecitorio.
NAPOLI - Due giovani e quattro poliziotti sono rimasti feriti durante l'azione di alleggerimento che le forze dell'ordine hanno eseguito quando il corteo degli studenti in corso a Napoli si stava avvicinando a piazza Trieste e Trento per dirigersi verso la sede di Confindustria.  Due giovani sono stati portati in Questura. Al momento la Polizia sta valutando la loro posizione anche visionando le immagini dei sistemi di video sorverglianza della zona. I due ragazzi feriti avrebbero rifiutato le cure per poi allontanarsi.
MILANO - Durante una carica di alleggerimento avvenuta attorno alle 11.40 in via Pola, a Milano, un professore di 50 anni e una ragazza di 18 sono stati colpiti alla testa riportando un taglio. "Sono stato colpito da una manganellata della polizia - ha raccontato all'ANSA il docente che lavora in un istituto professionale milanese -, ero a volto scoperto". La ferita non sarebbe grave e per ora è stata tamponata con un sacchetto col ghiaccio. Lo stesso vale per la studentessa. Entrambi sono stati medicati sul posto.
ROMA - Tra i cartelli e gli striscioni esposti davanti al Miur 'No all'applicazione della legge 107, al preside-padrone che valuta assume e licenzia', 'Quota 96 scuola ancora ai lavori forzati ed i precari disoccupati', 'Pensionare i prof? Solo a 100 anni se scompagnati dai genitori'. Tante le bandiere rosse dei Cobas. I prof sfileranno poi nella Capitale in corteo fino a Montecitorio.
TORINO - Alcune centinaia di studenti delle scuole superiori manifestano in corteo, nel centro di Torino, contro 'La buona scuola'. I manifestanti, tra cui alcuni insegnanti aderenti alla Cub, hanno acceso alcuni fumogeni. Imbrattati i muri di una banca.
ansa.it

pc 13 novembre - Solidarietà con i compagni di ATIK arrestati, anche in Italia

pc 13 novembre - A Parigi il 21 novembre, a 10 anni dalla rivolta delle banlieues, per discuterne con i compagni di diversi paesi europei e trarne le lezioni valide oggi

Dalla rivolta delle banlieues alla rivoluzione proletaria!

Sono passati dieci anni da quando Bouna e Zied, due giovani di 17 e 15 anni, trovavano la morte dentro un trasformatore elettrico, mentre la polizia dava loro la caccia. 10 anni fa le banlieues si infiammavano alla notizia di questo nuovo omicidio della polizia. In tutta la Francia, nei quartieri popolari, i giovani si sono ribellati per quasi un mese e mezzo contro la polizia e lo Stato borghese.
Un nuovo spettro è apparso per la borghesia e il suo stato e per tutte le borghesie imperialiste europee che hanno visto nuove rivolte, da Stoccolma a Londra e anche a Ferguson per la borghesia imperialista degli Stati Uniti.
Di fronte a questa rivolta, la borghesia ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza, che non era stato dichiarato dalla guerra in Algeria. Da destra a sinistra e fino all'estrema sinistra, sin sono accumulate condanne contro questa giusta rabbia e una mobilitazione di questa portata. I cosiddetti 'rivoluzionari' hanno mostrato il loro vero volto schierandosi con la borghesia e non con le masse popolari in lotta.
Dall'inizio della rivolta, i maoisti hanno affermato che questa era pienamente legittima e che il ruolo dei rivoluzionari era quello di essere al fianco dei ribelli contro la polizia. "E' giusto ribellarsi!" ecco quello che abbiamo martellato di fronte a tutte e tutti coloro che hanno trovato ogni pretesto possibile e immaginabile per screditare la giusta lotta dei giovani dei quartieri popolari. I maoisti sono stati tra le uniche forze politiche ad essere in campo al centro stesso dei luoghi della rivolta per sostenerla.
10 anni dopo la situazione non ha fatto altro che peggiorare. La borghesia scarica la crisi economica sulle spalle dei proletari, e ciò si riflette ancor più nelle zone popolari dove vivono quasi esclusivamente proletari. La disoccupazione è 2,5 volte più alta rispetto al resto del territorio, raggiungendo il 45% tra i giovani; la percentuale dei contratti di lavoro precari è maggiore; il tasso di povertà è tre volte superiore; gli immigrati o persone di origine immigrata sono più numerosi, subendo l'oppressione aggiuntiva del razzismo; ci sono più famiglie monoparentali, il che significa più donne (il 90% delle famiglie monoparentali) in situazioni difficili (disoccupate al 50%); le condizioni abitative sono più difficili che altrove.
In una situazione in cui il razzismo di Stato è evidente, dove la disoccupazione è in aumento e le condizioni di lavoro stanno diventando più dure, i quartieri popolari sono in prima linea nell'offensiva della borghesia contro la classe operaia.
E la polizia continua a mutilare, non si contano più gli occhi persi a causa dei proiettili di gomma sparati, e uccidere, da Wissam El-Yamni a Amine Bentousi la lista è lunga, ogni anno la polizia fa più di dieci morti nei nostri quartieri... e vediamo la stessa cosa in tutti i paesi imperialisti.
La rivolta delle banlieues è la prova che la gioventù proletaria non si lascia sopraffare ed è in grado di reagire in Francia come in tutti i paesi imperialisti. Ancora oggi, continuiamo a dire che è giusto ribellarsi! Oggi bisogna affermare che è giusto rispondere alla violenza dello Stato borghese con la violenza rivoluzionaria. Come è giusto sostenere tutte le lotte che si sviluppano al di fuori delle regole dello Stato borghese - come alla Air France, etc.
Il Bloc Rouge (unificazione dei maoisti) e il Partito comunista maoista – Italia, organizzano un incontro internazionale per i10 anni della rivolta delle banlieues, come abbiamo fatto nel 2006.
Perché è necessario - prima come ora - riflettere e trovare una guida per l'azione affinché le rivolte divengano parte della marcia della rivoluzione proletaria nei paesi imperialisti.
Invitiamo tutte le forze comuniste, rivoluzionarie e progressiste internazionali a partecipare a questo incontro e a dare il proprio contributo in tutte le forme possibili.
Dove c'è oppressione, c'è resistenza!
Contro la borghesia imperialista e tutti i reazionari, è giusto ribellarsi!
Osare lottare, osare vincere!
Bloc Rouge (unificazione dei maoisti) – Francia blocrouge@gmail.com
Partito Comunista maoista – Italia pcro.red@gmail.com

Per maggiori informazioni e per informare del vostro arrivo contattare blocrouge@gmail.com.

giovedì 12 novembre 2015

pc 12 novembre - Messico, l'orrore senza fine contro studenti e oppositori del regime borghese narcoterrorista al servizio dell'imperialismo continua

Ayotzinapa, nuovo assalto della polizia contro gli studenti: feriti, arresti e desaparecidos
  • Andrea Spotti
Ayotzinapa, nuovo assalto della polizia contro gli studenti: feriti, arresti e desaparecidos
Gli studenti di Ayotzinapa sono nuovamente vittime di un’aggressione poliziesca. È successo nel pomeriggio di ieri, attorno alle 17, quando una carovana di otto autobus su cui viaggiavano circa 250 alunni della Normale Isidro Burgos è stata violentemente assaltata da diverse forze di polizia. Il bilancio provvisorio è di 13 studenti arrestati, 20 feriti e una ventina di giovani di cui si sono perse le tracce.
Secondo le prime ricostruzioni, gli studenti sono stati aggrediti in tre occasioni lungo la statale Chilpancingo-Tixla. Il tutto è iniziato nella zona chiamata Tierra Prieta, dove diverse camionette della polizia statale e di quella federale hanno iniziato a inseguire gli studenti sparando lacrimogeni all’interno degli autobus e distruggendo i vetri a manganellate.Un secondo assalto si è  avuto a circa metà del cammino. Infine, nei pressi del casello di Tixla, città in cui ha sede la Normale, circa seicento poliziotti in tenuta antisommossa che aspettavano la carovana hanno dato il via alla repressione cercando di fermare quanti più normalisti fosse possibile. Una volta scesi dagli autobus, questi ultimi hanno cercato di difendersi con bastoni e pietre. Molti di loro sono riusciti a fuggire cercando rifugio nei boschi circostanti. I due autobus colpiti dalla furia poliziesca, letteralmente vandalizzati dagli agenti, sono stati abbandonati lungo la strada.
I testimoni che sono riusciti a rientrare ad Ayotzinapa sarebbero circa 80 secondo quanto dichiarato da una attivista dell’ Assemblea Popolare Municipale di Tixla all’emittente antagonista Regeneración Radio. Alcuni di loro parlano di una repressione brutale da parte delle forze dell’ordine e di come queste abbiano cercato di impedire alle ambulanze di raggiungere i feriti dopo l’aggressione. Inoltre, dichiarano di aver visto sul campo elementi dell’esercito, i quali però non avrebbero partecipato direttamente alle violenze.
In serata, abitanti della zona, membri del comitato dei genitori di Ayotzinapa, maestri e persone solidali hanno organizzato delle brigate per andare alla ricerca dei giovani fuggiti sul monte Tepoltzin, molti dei quali, stando alle parole dei testimoni, potrebbero essere seriamente feriti.

pc 12 novembre - Erri De Luca scrive per la rivista dei servizi segreti e sposa il regime nazisionista israeliano - Lì il sabotaggio è terrorismo anche per De Luca




Erri De Luca, addio

 Erri De Luca, addio

  • Redazione di Contropiano
Questo è un addio, è un addio a Erri De Luca. Lo scrittore che abbiamo difeso quando è finito sotto processo a Torino per le sue dichiarazioni a sostegno della lotta contro la Tav in Val di Susa, con il quale si sono incrociate le piazze quando era un dirigente di Lotta Continua, o quando ha preso parola contro la criminalizzazione dei movimenti negli anni '70.
Erri De Luca, anche lui e non solo lui, non è riuscito a sottrarsi a una “maledizione” da cui sembrava immune, quella che ha colpito i dirigenti di Lotta Continua e li ha visti uno dopo l'altro arruolarsi dentro gli apparati ideologici di Stato, dal rampante Psi degli anni Ottanta fino ai giorni nostri.

pc 12 novembre - Dieci arresti per il 1° Maggio NoExpo - il comunicato dei compagni di Autonomia diffusa MILANO

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EXPO NON E’ FINITO, SOLIDARIETA’ CON I COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE.

La festa è finita, dopo 6 mesi il grande evento è arrivato al capolinea, ma i festeggiamenti tra applausi, abbracci e complimenti a quanto sembra non sono ancora finiti. Impresse rimarranno le immagini dei giovani volontari  sfruttati a fare festa tra i padiglioni vuoti dopo mesi di duro volontariato. Champagne e musica, il mix giusto per fuggire dalla realtà e il  futuro che li aspetta, un riconoscimento dovuto a chi ha fatto risparmiare un sacco di soldi ai signori di Expo.
Quanto ci mancheranno gli articoli di giornale pro- Expo, le lunghe code, i gossip sul padiglione del Giappone e quella stessa frase che si sentiva in metro, ai bar, ai parchi, in università, al lavoro: “Non sono riuscito a vedere niente, ma le luci erano stupende e poi c’era tanta gente, ne valeva la pena!”
E ora arriva anche il conto da pagare per chi quel Primo Maggio decise di non seguire l’orchestra e di ribellarsi rovinando la festa ad Expo. Gli occhi del mondo erano puntati sulla capitale economica italiana e ciò che doveva essere la massima espressione del modello Renzi venne oscurato dalla rabbia e dagli scontri che quel giorno sconvolsero Milano.
Dieci persone tra Milano e Grecia sono stati arrestati con le pesanti accuse di devastazione e saccheggio, resistenza a pubblico ufficiale aggravata e travisamento. Altre cinque persone sono indagate a piede libero.

 pc 26 giugno - Libertà per i compagni arrestati NO-EXPO a Milano

C’e chi si  è indignato spacciandosi per sociologo della rivolta, chi ha marciato il giorno dopo munito di spugnette sdegnato da mura di palazzi signorili deturpate da scritte e risentito in difesa della proprietà: per la vetrina di una banca venuta giù o le fiamme di un’auto di lusso. Noi, invece, ci

pc 12 novembre - MA COME SI PERMETTE UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI FARE GLI ELOGI A DEI MARO' ASSASSINI

Quanto si sta facendo e quanto si sta dicendo da parte del governo e delle massime istituzioni statali, a parte ogni cosa, è totalmente illegale e grave.
Ora ci mancava il Presidente della Repubblica, Mattarella, che non perde occasione per fare elogi solenni a questi due marò, che comunque hanno ucciso due pescatori innocenti.
Lo ha fatto anche ieri nella sua visita in Oman:
«Il mio pensiero va alla missione di Girone e Latorre, allora impegnati anch'essi a difesa della sicurezza delle nostre navi mercantili. A loro rinnovo il sostegno del Paese. Sarò davvero lieto quando potrò incontrarli insieme in Italia». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella dalla fregata «Carabiniere» in missione in Oman. «La guardia va tenuta alta, come sempre. Ma l'obiettivo della restituzione di questi mari alla legalità e alla libertà di navigazione ora è più vicino, anche grazie a voi», ha detto ancora Mattarella, «È con piacere che esprimo a tutti Voi e a coloro che hanno operato su questi mari per lunghi anni, il mio apprezzamento e la riconoscenza del Paese».

Un presidente della Repubblica non lo può fare!
E' una violazione della Istituzione giudiziaria (anche noi siamo perchè il processo finalmente venga fatto! Perchè così la smetteremo di considerarli due povere vittime);
è una incredibile offesa ai pescatori indiani morti, ai loro familiari.
La realtà è che trasuda tutta la protervia di uno Stato imperialista, come l'Italia, che può calpestare bellamente i diritti degli altri popoli e salvare comunque e dovunque i suoi fascisti e assassini militari.

pc 12 novembre - Forza Italia di Berlusconi, alleata con i fascio razzisti e piena di fascisti di suo.. per di più idioti

In Sala Rossa il consigliere di Forza Italia indossa la cravatta firmata Mussolini

Angelo D’Amico: «Sono elegante, non trovate? M’ispiro al Duce, oggi avevo bisogno di forza».




C'era da da fare battaglia e ostruzionismo sulla riforma delle Circoscrizioni, e il consigliere di Forza Italia, Angelo D’Amico, ha pensato bene di farsi ispirare dal suo mentore, dal Duce. «Sono elegante, non trovate?», ha ironizzato. Si è presentato in Consiglio Comunale in camicia e cravatta nera, firmata con la «M» di Mussolini. «L’ho acquistata a Predappio. La metto ad ogni occasione importante - spiega con grande naturalezza e senza battere ciglio d’Amico -. Se mi arrabbio quando mi chiamano fascista? No, anzi ne vado orgoglioso». In Sala Rossa, il primo ad accorgersi dell’abbigliamento nostalgico del nostro periodo più buio è stato il presidente del Consiglio, il giovane Giovanni Porcino, subito a ruota qualche consigliere ha gridato all’apologia del fascismo, che è reato dal ’52.  
«ODORE DI OLIO DI RICINO»
Nella città medaglia d’oro della Resistenza, nessuno ha però cacciato il consigliere dall’aula. «E ci mancherebbe se qualcuno osa fare censura sull’abbigliamento. Io vado fiero delle mie origini, mi ispiro molto all’idea, ai movimenti e ai valori di Mussolini e di quell’epoca che non ho vissuto, ma che guardo con nostalgia, che fa parte della cultura della destra storica», tuona D’Amico, per anni guardia d’onore volontaria al cimitero di San Cassiano, sulla tomba del Duce.
. Per le prossime elezioni amministrative di giugno, D’Amico «Il Camerata» pensa di ricandidarsi in Consiglio comunale a Torino, «di nuovo con Forza Italia». 

pc 12 novembre - PERCHE' NO ALLA NEWCO ALL'ILVA - AVVIATA LA CAMPAGNA DELLO SLAI COBAS ALL'ILVA DI TARANTO

PERCHE’ SIAMO CONTRO LA NEWCO ALL’ILVA
Sottoscrive e raccogliete le firme sulla mozione distribuita dallo Slai cobas

Le notizie che riportiamo sono state decise nell'incontro del 22 ottobre a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico, presenti il ministro Guidi, i commissari dell’Ilva, i sindacalisti nazionali di Fim-Fiom e Uilm - che però non hanno informato gli operai.

Primo. La new.co verrà ancora una volta pagata dallo Stato, cioè dai contribuenti, compresi evidentemente gli stessi lavoratori.
La nuova società sarà costituita da capitali pubblici e privati. Per quanto riguarda i capitali pubblici con la Cassa Depositi e Prestiti che avrà il ruolo di protagonista, con una partecipazione fino al 60%; questo vuol dire che la new.co verrà ancora una volta pagata dallo Stato, cioè dai contribuenti, compresi evidentemente gli stessi lavoratori. Quindi i padroni "vecchi", Riva, si è messo puliti i suoi profitti, fatti sullo sfruttamento e il sangue, in tasca, o meglio nei paradisi fiscali; e i potenziali padroni nuovi si trovano una grande fabbrica a pochi soldi - come fu nel 1995 per Riva.
Per i capitali privati, si parla di banche, industriali dell'acciaio, investitori privati che dovrebbero mettere l’altro 40%; ma le banche si riprenderanno i soldi investiti con tutti gli interessi, mentre per i privati, è tuttora un terno a lotto: o la cosa deve essere per loro molto conveniente, o non possono e/o non vogliono.

Secondo. Perchè il piano di risamento e i fondi non sono credibili.
Si dice che la nuova società amministrerà l’Ilva per 24-36 mesi. Ma in questi due o tre anni l'Ilva dovrebbe: completare il risanamento ambientale, chiudere la partita dei lavori dell’autorizzazione Aia, e quindi riprendere la produzione con un portafogli clienti che ritorni a puntare sull’acciaio italiano, risolvendo il grosso indebitamento che fa perdere oggi 50mln al mese.
Ma per tutto questo i soldi sarebbero sempre e solo i famosi 1,2 miliardi dei Riva che stanno sempre nella cassaforte svizzera. Quindi che in realtà non ci sono. Gli 800 milioni dati dal governo sono solo un prestito, su garanzia dello Stato, ma che poi dovrà restituire. Fermo restando che non bastano assolutamente per fare un'effettiva opera di risanamento che non sia solo di facciata. Mentre, non dimentichiamo, all'Ilva anche le attrezzature di lavoro ordinarie non servono più e mancano anche i più ordinari ricambi.
Così per i 150 milioni trovati per la gestione corrente, compresi i pagamenti degli stipendi agli operai, siamo di fronte ad un gioco da truffa: l'Ilva dovrebbe scontare in anticipo fatture, e per il magazzino l'idea è di aprire una linea di credito dando "in pegno" quanto nello stesso magazzino è presente - cioè niente, di economicamente consistente.
Gli stessi commissari dicono che il pareggio dei conti non potrà arrivare mai comunque prima del 2017 - in una situazione tra l'altro di sovrapproduzione europea, e in cui l’acciaio ha raggiunto i prezzi più bassi del decennio. E sono gli stessi padroni dell'acciaio, per voce del presidente della Federacciai, Gozzi, a non fidarsi: "non c'è un credibile piano industriale" - dicono, e aggiungono "Risanare l'Ilva è una missione difficile. Impossibile per chi non ha competenze di acciaio" - riferendosi chiaramente ai tre commissari che stanno apportando una sciagura nella sciagura.

Terzo. La newco porta esuberi dei lavoratori
La new.co "una volta costituita riceverà in affitto gli impianti industriali con cessione di ramo, per cui il core business sarà pulito dall'indebitamento finanziario".
Questa è la parte più pericolosa per gli operai. Quando si parla della newco si parla contemporaneamente di una Bad company: vale a dire una società in cui accollare tutti i debiti, i risarcimenti, e... gli esuberi di operai, con cifre oscillanti tra i 4000 e i 5000 tagli di posti di lavoro. Questo è già successo nel '95, quando si regalò la fabbrica a Riva.

Quarto. I contratti dei lavoratori della newco ripartiranno da zero
Alla Fiat lo hanno già fatto, e questa è la linea di tutto il padronato e del governo Renzi con il jobs act. I lavoratori che passerebbero nella newco potrebbero perdere tutti i diritti acquisiti, il livello, l'anzianità, e trovarsi, come se fossero alla prima occupazione, con la mannaia del jobs act, del contratto a tutele crescenti e la cancellazione dell'art. 18.

NOI INVECE VOGLIAMO CHE:
- nessun operaio deve andare a casa, salari e diritti non si toccano,
- gli operai dei reparti da risanare devono essere impiegati nella messa a norma di impianti,
- la prima messa a norma è garantire la sicurezza e la salute degli operai, anche istituendo
una postazione fissa ispettiva in fabbrica
- in una fabbrica nociva come l'Ilva 25 anni bastano, con estensione a tutti dei benefici pensionistici.

SLAI COBAS per il sindacato di classe
via Rintone, 22 Taranto (vicino ple Bestat) lun. e mart. ore 17,30/19,30)
tel. 3475301704 - slaicobasta@gmail.com - blog tarantocontro


Le firme raccolte vanno consegnate allo slai cobas alle portinerie o alla sede. E’ possibile richiedere modulo per raccolta e/o mandare nominativo e matricola per email  a slaicobasta@gmail.com

pc 12 novembre - Fincantieri Palermo e operai morti per amianto, altre condanne per ex dirigenti...

Amianto killer, terza condanna per 3 ex dirigenti Fincantieri

Una nuova condanna, ed è la terza, per tre ex dirigenti dello stabilimento Fincantieri: Luciano Lemetti, Antonino Cipponeri e Giuseppe Cortesi sono stati riconosciuti colpevoli della morte di sette operai. Il giudice monocratico Fabrizio La Cascia li ha condannati a sei anni ciascuno per omicidio colposo. La condanna era stata chiesta dai sostituti procuratori Claudia Bevilacqua e Claudia Ferrari.

Secondo la sentenza, Lemetti Cipponeri e Cortesi omisero di adottare le prescrizioni di legge per tutelare la salute dei lavoratori, sete dei quali hanno perso la vita. I tre ex dirigenti della Fincantieri sono stati assolti per prescrizione del reato per l'accusa di lesioni colpose. Ai familiari delle vittime, decedute per asbestosi e mesotelioma pleurico – le malattie provocate dal contatto continuato con la polvere di amianto -, il giudice ha riconosciuto una provvisionale di 400 mila euro; all'Inail una provvisionale di 800 mila euro.

“La sentenza certifica che nello stabilimento della Fincantieri i lavoratori non sono stati messi nelle condizioni di difendersi da un nemico, l'amianto, che ignoravano e quindi non temevano” commenta l'avvocato Fabio Lanfranca, difensore di parte civile per conto della Camera del Lavoro di Palermo.

Il processo di ieri è il terzo che si conclude con una condanna. Il primo processo che ha preso in esame le conseguenze delle malattie per il contatto con l'amianto si è concluso in Cassazione con le condanne per la morte di 33 operai e le lesioni gravissime di altri 29, dieci dei quali morirono durante l'iter processuale. Un secondo processo, aperto dopo che si manifestarono su altri operai gli effetti nefasti dell'amianto, è terminato con altre condanne per 14 omicidi colposi e 8 lesioni gravissime. Tante posizioni di operai deceduti o colpiti da malattia sono state cancellate dalla prescrizione.

Giornale di Sicilia
11 novembre 2015

pc 12 novembre - BRACCIANTI: OLTRE 50MILA "SCHIAVI" IN PUGLIA - MA ANCHE LA CGIL DELLA CAMUSSO NON VA OLTRE LE DENUNCE, LI' DOVE OCCORRE ORGANIZZAZIONE NEI CAMPI E LOTTA

Le condizioni peggiori le vivono gli immigrati e le donne. Ribadiamo, non è una realtà antistorica che si trascina, o a cui mettere fine con appelli e convegni alle "aziende sane"; ma una situazione fino in fondo figlia del capitalismo agrario e commerciale, grandi aziende, che nella crisi punta ad ottenere "maledetti e subito" i profitti col massimo sfruttamento e il minimo salario; in questo, il caporalato, o la sua versione "legale" la Agenzie interinali, è il braccio sporco, violento, anche questo niente affatto residuo del passato ma moderno, assolutamente necessario al capitale per avere i suoi moderni "schiavi e schiave".

Senza colpire le grandi aziende agrarie e commerciali, la condizione dei braccianti non può essere difesa. Senza rovesciare il capitalismo, nelle campagne, come ovunque, non ci possono essere diritti, libertà, dignità dei lavoratori migranti e italiani.

Ma occorre "sporcarsi le mani", girare nelle campagne, nei paesi, parlare con i braccianti e le braccianti, andare nelle loro case, dove vivono e si incontrano, organizzarli, rischiando anche sulla propria pelle - come negli anni passati si è visto qualche importante esempio proprio tra i braccianti immigrati in Puglia - accendere le scintille della lotta, dello sciopero. 
Qui, sì, recuperando e modernizzando anche la storia della Cgil di Di Vittorio.

MA NON E' LA CGIL DELLA CAMUSSO CHE PUO' FARLO.

Alcuni, pochi, responsabili locali della Cgil fanno anche un lavoro generoso, si "rimboccano le maniche", rischiano pure, ma questo lavoro viene inevitabilmente fatto nella logica di consegnare poi il tutto al vertice della Cgil o alle Istituzioni, al governo, non di riprovare a fare il lavoro lungo, difficile di organizzare la lotta dei braccianti.
 
PER QUESTO ANCHE NELLE CAMPAGNE SONO I MIGRANTI, LE BRACCIANTI CHE DEVONO TROVARE LA FORZA DI RIBELLARSI.

Caporalato, la Cgil lancia l'allarme Puglia: "Qui 55 ghetti con oltre 50mila schiavi"

Il sindacato presenta il rapporto al segretario Camusso dopo i quattro morti nei campi: "Un terzo dei braccianti sono immigrati che lavorano in nero e vivono in condizioni disumane"
11 novembre 2015



Ghetti e tendopoli infiltrati dalla criminalità organizzata. Un esercito sempre più grande e sfruttato di lavoratori in nero e un aumento preoccupante delle morti sotto i tendoni per i troppi carichi di lavoro. Nelle campagne pugliesi è emergenza caporalato. A denunciarlo ancora una volta è la Flai Cgil Puglia, che in un incontro a Bari a cui ha preso parte anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha presentato il rapporto Agricoltura e lavoro migrante in Puglia.

Il caporalato è un sistema perverso che in un settore agricolo alle prese con la crisi riesce a produrre utili milionari per le aziende grazie a condizioni lavorative da schiavitù: nel solo periodo della raccolta del pomodoro il giro d'affari in Puglia si aggira dai 21 ai 30 milioni di euro. Cifre drogate dal

pc 12 novembre - Richiedi, leggi e diffondi il nuovo numero di 'proletari comunisti'- info pcro.red@gmail.com

pc 12 novembre - Arresti in corso a Milano per il corteo del 1°maggio NO EXPO - solidarietà e mobilitazione subito - proletari comunisti PCm-Italia

Milano, 12 novembre 2015 - A partire dalle prime ore di questa mattina, la polizia di stato ha eseguito a Milano e all'estero le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di cittadini italiani e stranieri tutti accusati di devastazione e saccheggio, resistenza a pubblico ufficiale aggravata e travisamento, reati commessi durante i gravi episodi di violenza verificatisi nel corso della manifestazione 'MayDayParade No-Expo', a Milano il 1° maggio scorso. Altre persone sono indagate a piede libero per i medesimi titoli di reato

1 / 74 Guerriglia urbana dei NoExpo a Milano

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