Al centro il magistrato francese Philippe Texier che ha letto il dispositivo
Ad Almese la "sentenza", dopo quattro giorni di dibattiti, letta dal magistrato francese Philippe Texier: "Nostri delegati in visita al cantiere sono stati trattati come delinquenti"
Ieri pomeriggio, nella sala del teatro Magnetto di Almese, davanti a una platea di centinaia di fedelissimi della lotta al supertreno, il presidente della Corte ha letto la “sentenza” dopo quattro giorni di dibattiti e di testimonianze, raccolte però solamente dall’accusa perché nessuno degli «imputati» ha accettato di partecipare al processo. «Il Tribunale permanente dei popoli dichiara che in Valsusa si sono violati i diritti fondamentali dei cittadini - ha detto Philippe Texier, magistrato onorario della Corte suprema di Cassazione francese, leggendo il dispositivo - attraverso la diffusione di informazioni contenenti falsità riguardo all’utilità dell’opera e dell’impatto ambientale, con l’esclusione dalla partecipazione dei cittadini e la criminalizzazione della protesta attraverso pratiche amministrative, legislative, giudiziarie, di polizia, che includono anche la persecuzione penale e l’uso sproporzionato della forza». Oltre mezz’ora di lettura toccando tutti i temi più cari al movimento: intervallato da scroscianti applausi della platea, Texier ha dichiarato colpevoli la società italo- francese incaricata di realizzare l’opera, Telt; l’ormai dismesso Osservatorio, che è servito per «ingannare le comunità locali» dando l’illusione di essere coinvolte nel processo decisionale; il governo, che ha approvato leggi e disposizioni affinché il Tav fosse finanziato e programmato; e «l’Unione europea che non ha risposto agli appelli della popolazione, ha accettato in maniera acritica la posizione dell’Italia e ha partecipato al finanziamento del tunnel». Texier ha spiegato che membri della delegazione del Tribunale sono stati in visita al cantiere e sono stati trattati «come potenziali delinquenti». «Gli effetti della militarizzazione dell’area sulla vita quotidiana - ha concluso il Tribunale sono stati enormi, come incalcolabile è il danno morale rappresentato dal fatto di dover continuamente esibire i documenti ed essere sottoposti all’arbitrarietà della forza pubblica».
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