Da un intervento nell'assemblea sul 7 novembre/Rivoluzione d'Ottobre del circolo proletari comunisti di Taranto.
I
comunisti non vedono come uno spettro la guerra; nè la possono
analizzare da un punto di vista morale, ma solo da un punto di vista
scientifico, di analisi storico materialistica, e rispetto al ruolo del
proletariato.
La Rivoluzione d'Ottobre si sviluppò nel contesto della
I Guerra Mondiale; la rivoluzione cinese e stessa Resistenza
antifascista italiana avvennero nel corso della II Guerra Mondiale.
Mao aveva detto che "O la guerra provoca la rivoluzione o è la rivoluzione che impedisce la guerra".
Mao
per questo è stato anche accusato di essere una sorta di
"guerrafondaio", come se fosse un indiretto sostenitore delle guerre. Ma
chi affermava questo, in realtà attaccava l'analisi scientifica
dell'imperialismo; che l'imperialismo produce le guerre ma che queste
guerre alimentano i fattori di rivoluzione; e la rivoluzione impedisce o
mette fine alla guerra.
Posizioni, presenti anche oggi, dicono che la rivoluzione non si può fare perchè l'imperialismo è egemone.
I
comunisti, invece, dicono che l'imperialismo genera inevitabili
contraddizioni, anche interimperialiste, e che queste creano le
condizioni per la rivoluzione. E mai come oggi questo si conferma, sia
nello sviluppo delle guerre popolari, sia nelle sollevazioni delle masse
(benchè spesso prive di una direzione comunista) lì dove l'imperialismo
porta i suoi artigli e venti di guerra, ma infognandosi sempre più tra
le sue contraddizioni e le rivolte dei popoli.
Oggi non c'è una guerra in corso in cui non stiano presenti tutti i paesi imperialisti.
Oggi è in corso la più grande esercitazione della Nato, Trident Juncture.
Oggi
stanno aumentando i fattori di guerra, intrecciati al fenomeno
dell'immigrazione, che negli anni passati c'è sempre stato, ma che ora
assume dimensioni epocali.
Dimostra che l'imperialismo arriva
all'ultimo stadio; l'immiserimento del sistema mondiale, l'aumento degli
interventi di guerra in tanti paesi, provocano fughe massicce da questi
paesi.
I comunisti in questo contesto non alzano la "bandiera della pace" ma la bandiera della rivoluzione.
Renzi
è un avventuriero politico, per questo è più pericoloso. Sposa ogni
avventura per esserci, l'importante è che abbia visibilità - tipo
Mussolini. Ci sta trascinando passo dopo passo in tutte le guerre.
Questo da un lato i proletari e le masse popolari devono comprenderlo;
dall'altro noi auspichiamo che questo protagonismo riceva duri colpi dai
popoli.
I comunisti in Italia devono capire e mobilitarsi subito. Occorre rovesciare il governo Renzi.
Oggi, 7 novembre dobbiamo riprendere la straordinaria lezione di Lenin.
Nella
II Internazionale comunista di fronte al fatto che stava scoppiando la I
Guerra Mondiale, molti cambiarono posizione, ponendosi di fatto a
sostegno del propria borghesia. Pochi si opposero, prima tra tutti il
partito di Lenin. Per questo oggi, nell'anniversario della Rivoluzione
d'Ottobre, vogliamo mettere al centro il rapporto tra
imperialismo/guerra - imperialismo/popoli e necessità della rivoluzione
proletaria.
La
rivoluzione dipende dalla forza del proletariato, ma anche dal fatto
che il nemico è debole, non è più in grado di bloccare le lotte delle
masse.
E oggi per entrambe queste cose dobbiamo lavorare.
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