martedì 10 novembre 2015

pc 10 novembre - MIGRANTI: RESPINGIMENTI, REPRESSIONE, MA ANCHE RIVOLTE

Grecia: respinti 70 pakistani

Non c’erano telecamere e giornalisti ad accompagnare il primo volo di rimpatrio di migranti arrivati in Grecia attraverso l’Egeo: settanta pachistani... sono stati prelevati dal centro di detenzione di Amygdaleza, vicino Atene, e imbarcati nottetempo per Islamabad pochi giorni fa, scortati solo dai funzionari di Frontex e dai poliziotti greci...
...la cernita tra chi potrà entrare e chi no nella fortezza Europa sarà fatta negli Hotspot. Nei documenti preparatori del vertice europeo di mercoledì e giovedì a La Valletta, dove dovrebbe essere messa a punto la strategia di lungo respiro sul tema dell’immigrazione, si evidenzia come sia necessario rispettare i diritti umani... Ma il sistema degli Hotspot ai quali Grecia e Italia sono tenute a uniformarsi in breve tempo ha come priorità l’identificazione dei richiedenti asilo, anche attraverso la schedatura per impronte digitali, e il respingimento degli indesiderati, inclusi i cosiddetti migranti economici in cerca di una vita migliore...
Chi ha proposto questo sistema? Gli stessi che lo gestiranno: i funzionari delle potenti agenzie europee, cioè Frontex e Easo...
Mentre a più lungo termine la Commissione Juncker conta di «potenziare la cooperazione con Stati terzi» da cui i flussi migratori arrivano in Europa, come la Turchia...

Rivolta dei migranti in un centro di detenzione in Australia e la polizia usa i gas lacrimogeni

I migranti rinchiusi in un centro di detenzione sulla Christmas island, in Australia, hanno fatto scoppiare una rivolta e appiccato un fuoco dentro l’edificio. I disordini sono cominciati dopo la morte di un migrante curdo iraniano...
Il migrante curdo iraniano Fazel Chegeni era scappato dal centro il 7 novembre. Il suo corpo è stato
trovato il giorno dopo in fondo a una scogliera, ma non è chiara la dinamica della sua morte...
i migranti, soprattutto quelli iraniani, sono “infuriati” perché non hanno ricevuto risposte sulla morte di Chegeni e si sono scontrati con alcune guardie...
Nel frattempo alcuni detenuti di un’altra struttura vicina, che ospita persone con precedenti penali, stanno cercando di fare irruzione nell’edificio.
La Serco, la multinazionale che gestisce la struttura, ha dichiarato di aver ritirato le guardie per “motivi di sicurezza” e ha lasciato i migranti, che sono armati di mazze e bastoni, senza cibo né acqua...
 La Pacific solution, la politica sull’immigrazione... prevede l’uso della marina militare per respingere le imbarcazioni in arrivo dal sudest asiatico... e dirottarli verso le isole di Nauru e Manu, in Papua Nuova Guinea, e sulla Christmas island. Su queste isole il governo australiano ha costruito centri di detenzione gestiti dalla multinazionale Serco e ospitati dai governi locali in cambio di aiuti allo sviluppo.
Da tempo ci sono proteste contro questi centri per il trattamento riservato ai migranti. L’associazione Human Rights Watch a luglio ha definito la Pacific solution “un disastro”.

Il ministero australiano dell’immigrazione ha confermato che la rivolta si è conclusa, dopo che la polizia ha fatto irruzione usando i gas lacrimogeni...
Il ministro Peter Dutton ha dichiarato che cinque detenuti sono rimasti feriti, ma non ha confermato né smentito l’uso di proiettili di gomma contro i migranti.
Parte della stampa australiana è molto critica nei confronti delle politiche migratorie del governo. “Perché un profugo che in passato ha subito traumi e torture è stato messo in carcere a Christmas island? Questa è la prima delle innumerevoli domande sollevate dalla morte misteriosa e tragica di Fazel Chegeni”, scrive Michael Gordon sul Sydney Morning Herald. “Un’inchiesta dovrebbe far luce sul perché persone vulnerabili come Chegeni, arrivato sull’isola cinque anni fa, sia stato messo in prigione insieme a dei criminali in attesa di estradizione”, aggiunge Gordon.  

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