sabato 1 febbraio 2014

pc 1 febbraio - Las ricas abortan. Las pobres mueren - a milano con l'mfpr per difendere il diritto d'aborto in spagna come in Italia

Chicas apaleadas y detenidas anoche en Madrid: Las primeras víctimas de la ley del aborto


 La policía detuvo ayer a tres mujeres en una concentración ante el Ministerio de Justicia en Madrid contra la ley del aborto. Los agentes cargaron con violencia, y con una actitud histérica en algunos momentos, contra un grupo de personas a última hora de la tarde. Las tres jóvenes detenidas están acusadas de desobediencia y resistencia a la autoridad y atentado a agente de la autoridad.




Las ricas abortan. Las pobres mueren. HIPÓCRITAS

La nueva Ley del Aborto es ante todo una ley profundamente clasista, burguesa y reaccionaria. Una Ley que va a repercutir sobre las mujeres trabajadoras y de clases sociales humildes, pues las mujeres de clases altas podrán seguir abortando simplemente desplazándose a otros países, pero las mujeres pobres no tienen dichos medios. Además una Ley basada en la hipócrita y cinica moral católica.
Gracias a los reaccionarios que gobiernan este Estado regresamos a los días tristes e hipócritas donde las mujeres ricas abortan y las mujeres pobres mueren.
Todas la mujeres, incluidas las que están gestando un hijo con una malformación incompatible con la vida o las que han sufrido una violación, necesitarán una autorización de un médico para poder abortar dentro del Estado Español, pero en ningún caso será vinculante.
Las vidas de las mujeres pobres que necesitan abortar dependerán de la moral o la falta de la misma de un doctor que, en ningún caso, podrá ponerse en su lugar porque sencillamente nadie puede meterse en la piel de dichas mujeres. A lo sumo puede intentar ser asertivo con alguien que está sufriendo y hacer el esfuerzo de comprender su situación.
Esta Ley como siempre penaliza a las mujeres de determinadas clases sociales.
¡ MALDITOS BURGUESES CINICOS E HIPÓCRITAS!
¡MALDITA IGLESIA CATÓLICA Y SU MORAL HIPÓCRITA QUE NIEGA EL DERECHO A LA MUJER TRABAJADORA A DECIDIR SOBRE SU PROPIO CUERPO MIENTRAS MIRA PARA OTRO LADO CUANDO LA BURGUESÍA ASESINA Y OPRIME A MILLONES DE PERSONAS EN EL MUNDO!
¡DEFENDER EL DERECHO DE LA MUJER TRABAJADORA A DECIDIR SOBRE SU PROPIO CUERPO!
ODC.

pc 1 febbraio - Straordinario... la rivista del PCIm in lingua hindi dedica la prima pagina alla giornata internazionale del 25 gennaio e in copertina foto Italia

la rivista 44 pagine è disponibile per diffusione in italia tra i migranti indiani e lingua hindi

richiedere a

csgpindia@gmail.com

pc 1 febbraio - basta CIE - manifestazione roma 15 febbraio - manifesto nazionale di Proletari Comunisti - PCm Italia


pc 1 febbraio - L'MFPR DI MILANO AL PRESIDIO AL CONSOLATO SPAGNOLO: LA LOTTA PER IL DIRITTO D'ABORTO E' BATTAGLIA CENTRALE


LE LAVORATRICI ADERENTI AL MFPR DI MILANO PARTECIPANO OGGI AL PRESIDIO DAVANTI AL CONSOLATO SPAGNOLO - ore 14,30 in via Fatebenefratelli 26

(dal volantino distribuito oggi)
"...La gravità dell’attacco al diritto d’aborto, sferrato in maniera frontale in Spagna, non è isolato, è in atto anche negli USA e via via questa politica si estenderà negli altri paesi in Europa, per questo è anche nostro interesse essere oggi al fianco delle donne spagnole in lotta.

Lo vediamo anche in Italia, dove la messa in discussione del diritto d’aborto, pur se oggi non avviene in maniera frontale, è di fatto in atto, a macchia di leopardo, su singoli aspetti, con attacchi ideologici e pratici: il seppellimento dei feti (ultimo in ordine di tempo il Comune di Girenze di Renzi) la crescente obiezione di coscienza che rende ormai impossibile in diverse regioni il ricorso all’IVG, la difficoltà di poter ricorrere alla pillola del giorno dopo e alla RU486, il riconoscimento giuridico dell’embrione nella L.40; si costringono, nei fatti, le donne al pendolarismo per poter interrompere una gravidanza indesiderata e\o ritorno al “prezzemolo e cucchiaio”, come avverrà inevitabilmente in Spagna. 
Non è sicuramente un caso che recentemente Bergoglio che ha definito orrore l’aborto, indicando nei fatti la prossima agenda politica ai governi, in primis all'Italia.

La messa in discussione del diritto d’aborto è per questo sistema capitalista un attacco a ciò che esso simbolicamente rappresenta: la libertà di scelta delle donne in ogni ambito della propria vita, doppiamente per le giovani, le proletarie, le immigrate che subiranno una discriminazione di classe; la messa in discussione dei “diritti superiori della nazione”, la ribellione ad una ideologia di subordinazione, “conservazione”, necessaria per la borghesia soprattutto in una fase di crisi.
Per questo per noi donne, ma per l'insieme del movimento proletario, è centrale la lotta per la difesa del diritto d'aborto...".

pc 1 febbraio - oggi manifestazione a bologna per la granarolo e non solo

No alla repressione della lotta degli operai della logistica alla Granarolo, come a Vignate, come ovunque !
Unità e coordinamento per vincere!


L'attacco di padroni/governo/partiti parlamentari/stato di polizia/sgherri del padrone non è riuscita a fermare la lotta in corso degli operai della logistica alla Granarolo
anzi ha alimentato la solidarietà nazionale
A tutte le lotte che si sviluppano in questo importante settore del proletariato
padroni e Stato dei padroni rispondono con campagne di criminalizzazione e isolamento, licenziamenti per rappresaglia, arresti e violenze poliziesche, e perfino pestaggio padronal-mafioso di un compagno del SI COBAS. Tutto questo avviene con l'appoggio e il silenzio assenso dei sindacati confederali , che collaborano e cogestiscono il sistema di sfruttamento e schiavismo delle cooperative
Il vice presidente di Unindustria Bologna, Kerkoc, ha fatto appello alla violenza dello Stato: "Purtroppo Bologna è soltanto una delle numerose piazze italiane dove l'azione di un gruppo di manifestanti del settore del facchinaggio sta mettendo a repentaglio l'attività di intere imprese attraverso azioni violente e di sabotaggio che non possono essere tollerate oltre e che non fanno parte della cultura del nostro territorio basata su relazioni sindacali responsabili e costruite negli anni attraverso il dialogo, che non significa confusione dei ruoli".
Ma la lotta va avanti con determinazione e deve unire sempre più i lavoratori e rafforzare i legami con tutto il movimento proletario e di lotta.
In questi giorni non c'è solo la lotta della Granarolo, ma una battaglia prolungata è in atto alla LDD di Vignate-Capriate organizzata dallo Slai cobas per il sindacato di classe fatta di scioperi, blocchi, assedio alla prefettura di Milano, una lotta che in tutte le maniere si vuole bloccare e impedire che rafforzi il sindacalismo di classe e di massa. Qui l'unità degli operai ha finora impedito che intervenga violentemente la polizia, ma le veci della polizia la fa la CGIL che in tutti i modi cerca di spezzare la lotta e portarla nel vicolo cieco della divisione e delle briciole.
Dobbiamo coordinare tutte le lotte degli operai della logistica su basi di classe per vincere in ogni singola lotta e su scala nazionale per mettere fine al sistema schiavistico delle cooperative nella grande distribuzione e strappare risultati vantaggiosi per tutti i lavoratori. Per questo serve il sindacato di classe autorganizzato e di massa, ma serve anche l'autonomia politica di classe, del Partito
di classe che finalizzi la lotta alla lotta per il
per il potere in mano agli operai. Lavoriamo insieme per questo.

circolo proletari comunisti-Ravenna
tel. 347/9662978 e/mail: ravros@libero.it

Blog: proletaricomunisti.blogspot.com

venerdì 31 gennaio 2014

pc 31 gennaio - Termini Imerese, operai Fiat e indotto bloccano traffico a Roma

Comunicato stampa

31/01/2014

Gli operai Fiat in presidio alla Regione Piazza Indipendenza da 12 giorni consecutivi stanno seguendo gli eventi in corso a Roma relativamente all'incontro al MISE sulla vertenza di Termini Imerese.

Le prime notizie che arrivano direttamente da alcuni operai in protesta a Roma risultano negative circa il possibile rilancio dello stabilimento da parte di Fiat.

Gli operai continueranno a seguire anche fino in tarda serata l'evoluzione dell'incontro e nel frattempo stanno organizzando una prima assemblea per domani pomeriggio al presidio/gazebo... l'intenzione è di non mollare e di continuare la lotta. 

Slai Cobas s.c. Palermo

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Crisi

Termini Imerese, operai bloccano traffico a Roma

Mentre era in corso la riunione al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza dello stabilimento siciliano, alcuni lavoratori hanno fermato l'accesso di autobus e pullman in via Veneto. Insoddisfatti i sindacati dopo l'incontro, chiedono che la questione venga affrontata da palazzo Chigi 


Termini Imerese (foto archivio)

 
RomaSindacati insoddisfatti e operai che bloccano il traffico a Roma. Si è conclusa così la lunga giornata dei lavoratori della Fiat di Termini Imerese (stabilimento chiuso dal 2011), circa 200, che oggi si sono ritrovati davanti al ministero dello Sviluppo economico dove era in programma una riunione dedicata alla loro vertenza.
Un incontro iniziato nel primo pomeriggio e aperto dal sottosegretario Claudio De Vincenti. Egli ha assicurato i rappresentanti sindacali che la presidenza del Consiglio segua la vicenda e che sono rientrati i timori espressi dalla regione Sicilia sul pagamento della cassa Integrazione. "Il governo non mollerà finché non avrà raggiunto l'obiettivo della reindustrializzazione del sito. Mi sono consultato con Letta e questa è la linea che il governo si è dato", ha sottolineato De Vicenti che non ha però nascosto quanto "la situazione sia difficile perché vogliamo dare delle risposte di prospettiva. Il ministero dello Sviluppo economico riconvocherà il tavolo su Termini Imerese tra un paio di settimane".

Al tavolo erano presenti rappresentanti della Fiat, i segretari nazionali di Cgil Cisl e Uil e responsabili di settore della Fiom. I lavoratori giunti dalla Sicilia avevano invece cominciato un presidio sotto al ministero, sparando un petardo e qualche fumogeno.

Mentre la riunione era ancora in corso, il clima fuori si è fatto teso e i lavoratori hanno bloccato via Veneto, per poi spostarsi e permettere ai pullman turistici e agli autobus di passare. Una situazione che si è ripetuta pochi minuti dopo ma anche questa volta gli operai siciliani sono tornati poi a sostare sui marciapiedi, in attesa che si concludesse la riunione al ministero.

Riunione che poi i sindacati hanno però definito "fallimentare" perché neanche oggi sono venute certezze sulle riassunzioni dei lavoratori dello stabilimento Fiat e dell'indotto. I sindacati hanno chiesto quindi che il tavolo venisse spostato a palazzo Chigi, minacciando in caso contrario l’occupazione del ministero.

La condizione dei sindacati è stata respinta da De Vicenti dato che la presidenza del Consiglio ha indicato il ministero dello Sviluppo economico come luogo deputato ad affrontare le crisi aziendali. De Vincenti ha anche spiegato che l'esecutivo sta proseguendo l'analisi delle manifestazioni di interesse per il sito siciliano: oltre alle tre già conosciute (di Mossi e Ghisolfi, Biogen, Alandi) c'è una nuova proposta proveniente da un'azienda del settore auto.

Una risposta, quella del sottosegretario, che ha riscaldato ancora di più gli animi, provocando la reazione di Davide Faraone, il responsabile welfare del Pd, siciliano, che avrebbe criticato la rigidità di De Vincenti e dei suoi collaboratori nei confronti dei problemi dei lavoratori siciliani e sarebbe addirittura intenzionato a chiedere le dimissioni del sottosegretario.

E così il tavolo è ripreso e in questo momento è in corso al ministero dello Sviluppo
economico una riunione ristretta tra il sottosegretario De Vincenti e i segretari nazionali di Fim, Fiom, Uilm Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Gianluca Ficco, su Termini Imerese, con le tute blu fuori dalla sede che continuano a dichiarare: "questa volta non lasciamo la sede del ministero se non abbiamo risposte concrete".

- See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Termini-Imerese-operai-bloccano-traffico-a-Roma-0a88fb59-5763-4b03-8d18-24e138c57687.html#sthash.9V6LCKaX.dpuf

pc 31 gennaio- Completamente allagato il Cara di Roma, immigrati in pericolo sui tetti e un addetto resta folgorato. Invece che i soccorsi lo Stato manda più polizia! CIE/CARA devono essere tutti chiusi! Parecipiamo alla manifestazione del 15 febbraio a Roma per la chiusura di Ponte Galeria.

Castelnuovo di Porto: "Il Cara è allagato, migranti lasciati soli salgono sui tetti"
Gli immigrati sono saliti sul tetto per salvarsi mentre il personale che lavora lì è fuggito senza preoccuparsi di mettere in salvo i documenti




Maltempo e allagamenti a Roma nord, in pericolo il Centro per richiedenti asilo che ospita centinaia di extracomunitari e che fu costruito sulla piana alluvionale del Tevere. Un ferito per la scarica elettrica causata dall'allagamento, la denuncia del comitato per la casa e i diritti umani

PIOVE, GOVERNO LADRO E ASSASSINO

Isolati e in pericolo di vita, i richiedenti asilo del CARA di Castelnuovo
cercano scampo sui tetti per sfuggire all’inondazione

«Piove, governo ladro»: è un vecchio modo di dire che, se in passato trovava la sua ragion d’essere nell’abitudine degli esattori delle tasse di determinare l’ammontare delle gabelle pesando il grano dei contadini quando era fradicio di pioggia, oggi è doppiamente giustificato se si tiene conto che i disastri a cui stiamo assistendo impotenti in tutta Italia sono interamente da addebitarsi a: 1) una feroce speculazione edilizia che, devastando il territorio, lo espone a disastri di ogni genere; 2) la corruzione degli amministratori, molto più veloci a intascare mazzette che a provvedere alla messa in sicurezza delle nostre città.
Per questa ragione oggi si può e si deve dire che il governo non soltanto è ladro, ma anche assassino. Tutti i morti che, in questi mesi, sono stati imputati a inondazioni e ad altri fenomeni metereologici, infatti, sono diretta responsabilità di chi, in Parlamento, trova un suo rendiconto nel mancato cambiamento delle cose. Ennesima testimonianza delle colpe istituzionali è la tragedia che, nel silenzio generale, si sta consumando in queste ore tra i cancelli del Centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo (CARA) di Castelnuovo di Porto (Roma). Qui, nella mattinata, mentre la pioggia imperversava e l’acqua saliva, chi abitualmente specula sul dramma dei rifugiati ha abbandonato i richiedenti asilo in balia degli eventi. Minacciati dall’acqua, di ora in ora sempre più alta, gli ospiti del CARA non hanno potuto far altro che salire sui tetti e tutt’ora sono lì, mentre le forze dell’ordine impediscono a chiunque di avvicinare l’area in virtù della pericolosità ma senza fare nulla per mettere in salvo gli uomini, le donne e i bambini del CARA, attualmente in pericolo di vita e, in virtù del disastro, ormai privi anche di quel poco che possedevano, a partire da visti e documenti.
Ci si potrebbe chiedere, visti i milioni di euro che simili strutture inghiottono ogni anno, come è possibile che gli stabili preposti all’accoglienza siano privi di procedure di evacuazione?
Ma la vera domanda è un’altra: come si può tollerare oltre lo scandalo di leggi – dalla legge di Dublino, legata ai richiedenti asilo, fino all’italica Bossi-Fini – che trattano il fenomeno migratorio come un’organizzazione criminale, costruendo veri e propri campi di concentramento (i CIE) in aperta violazione di ogni diritto umano?
Qualunque cosa possa accadere agli uomini, le donne e i bambini del CARA ricadrà su chiunque abbia avvallato – per interesse, razzismo o menefreghismo – un simile stato di cose. Mentre la Roma abituata a lottare per i troppi diritti negati – casa, lavoro, reddito, dignità – rilancia con urgenza lo stato di assedio dei poteri forti, indicendo un corteo che, il 15 febbraio, raggiungerà il CIE di Ponte Galeria per pretendere la l’abrogazione immediata di qualunque legge contraria alla fame e alla sete di giustizia e di libertà.


Coordinamento Cittadino
di Lotta per la Casa di Roma

I rifugiati del CARA di Castelnuovo di Porto, uomini, donne e bambini, sono ancora rinchiusi all'interno della struttura (4 famiglie all'ultimo piano e tutti gli altri sul tetto). Da questa mattina l'unica forma di assistenza che hanno ricevuto è una bottiglietta di acqua, un panino ed una mela ciascuno ed i soccorsi ad una persona ferita dalla corrente elettrica che è stata portata via per ricevere le cure del caso. Da ore non viene data loro nessuna notizia, nessuna ulteriore assistenza, nessun soccorso.
Proprio sulla macchina dei soccorsi e sull'atteggiamento delle autorità si fanno sempre più forti i sospetti di una voluta segregazione e controllo. All'esterno della struttura stazionano, infatti, diverse macchina delle forze dell'ordine ed altri operatori che impediscono l'accesso ed allontanano chi come noi si è avvicinato per chiedere informazioni. Ci domandiamo non solo perchè non venga fornita loro nessuna assistenza, ma anche perchè sono stati evaquati gli operatori della struttura e perchè sia stato consentito il transito agli operatori che hanno fornito questa flebile assistenza ed invece non vengano fatte evaquare tutte le persone presenti, per accoglierle più degnamente in altro luogo.
Chiediamo al sindaco ed al prefetto di Roma una spiegazione credibile per quello che sta accadendo, non sarebbe, infatti tollerabile che anche difronte a questa emergenza, i rifugiati ed i migranti vengano trattati ancora una volta come cittadini di serie B, privati dei propri diritti e delle propria dignità.

Movimenti per il Diritto all'Abitare

pc 31 gennaio - Le attività in Germania per la Giornata Internazionale di Solidarietà e lotta coi Prigionieri Politici in India, 25 gennaio 2014



In Germania si sono tenute diverse iniziative riguardanti la Giornata Internazionale di azione in solidarietà con la guerra popolare in India, realizzate da diverse organizzazioni antimperialiste.

Ad Amburgo, le azioni sono state realizzate dalla Lega contro l’Aggressione Imperialista (BGIA). Sono stati diffusi duemila volantini col testo dell’appello del Comitato Internazionale e un appello per la mobilitazione ad Amburgo. Centinaia i manifesti sono stati affissi, specialmente nei quartieri operai e presso le sedi politiche militanti
Il 22 gennaio c’è stata la proiezione del film Chakravyuh con la partecipazione di compagni prevalentamente già informati sulle questioni. Nel dibattito, seguito al film, è stato chiarito che si tratta comunque di un film reazionario. Tra l’altro, è stato criticato come sono presentati i compagni e i reazionari. Questo tipo di film ammette l’esistenza di problemi nella società ma allo stesso propagandano la pace e riconciliazione col il vecchio sistema.
Il 25 gennaio, nonostante una temperatura di 10 sottozero, una trentina di manifestanti hanno partecipato al presidio indetto dal BGIA. Ci cono stati interventi di ATIK, della Rete per la liberazione di tutti i prigionieri politici, del Comitato Donne Rosse di Amburgo e di SoL.
Gli organizzatori hanno chiarito la situazione attuale di Amburgo dichiarata dai reazionari 'zona di pericolo'(“Gefahrengebiete”) hanno sottolineato l’importanza della guerra popolare anche per la lotta in questo paese.
Siamo particolarmente contenti delle attività dei giovani rivoluzionari di Lipsia, che hanno realizzato importanti azioni: uno striscione è stato affisso alla stazione metropolitana Sellerhausen e una scritta è stata dipinta nel parco del quartiere di Rabet.
Inoltre, nella giornata di azione lAntifa Offensive Leipzig (AOL) si è mobilitata con la sua propaganda che ha sottolineato i legami tra la lotta dei compagni indiani e quella in questo paese.
A Berlino la Rote Jugend Berlin (RJB) ha diffuso centinaia di volantini di solidarietà e organizzato una serata di musica rivoluzionaria con gruppi culturali sostenitori del PCIm. Era presente l’appello per la Giornata Internazionale ed altra propaganda internazionalista e antimperialista.
A Berlino-Neukölln giovani writers rivoluzionari hanno dipinto slogan come “Libertà per i prigionieri politici in India!”
A Colonia I compagni hanno scritto “Stop Green Hunt!” dentro la stazione ferroviaria Köln-Mülheim.
In generale, le attività per questa giornata internazionale sono state al livello delle precedenti giornate di azioni.. Gli sforzi dei compagni di Lipsia, che sono uniti al lavoro di solidarietà sono davvero importanti perché portano nuove idee e nuovi stimoli al lavoro

Libertà incondizionata di tutti i prigionieri politici in India!
Vittoria per la Guerra Popolare in India!
Proletari di tutti e paesi e popoli del mondo, unitevi!

BGIA Lega contro l'aggressione imperialista
Amburgo, Gennaio 2014

pc 31 gennaio - GLI OPERAI LOGISTICA DI VIGNATE IMPONGONO IL TAVOLO IN PREFETTURA

Si è svolto ieri 30/01/2014 alle 18.30, l'incontro presso la Prefettura a Milano, richiesto dallo Slai Cobas per il sindacato di classe e ottenuto grazie alle mobilitazioni-blocchi dei camion  messi in atto nei giorni scorsi dai 150 lavoratori delle logistiche ex-Lombardini di Vignate e Capriate, per chiedere garanzie occupazionali a fronte dell’accorpamento dei due magazzini in un’unica nuova sede a Trezzo d’Adda.

Era presente, in rappresentanza della LDD-Lillo, società che opera in ben 6 magazzini sul territorio nazionale e che da poco ha avviato quello di Trezzo, il dott. Dell'Anna, che nel corso dell’incontro, ha comunicato che la società, lo scorso lunedì (27/01), avrebbe affidato l'appalto della movimentazione merci, ad una società che a sua volta gestirà l'attività attraverso delle cooperative.

La dott.ssa Anna Pavone (Vice Capo di Gabinetto), in vece del Prefetto, preso atto della situazione, pur tenendo conto della libera scelta imprenditoriale, ha sollecitato l'LDD-Lillo ad interagire con la società di gestione del nuovo magazzino, perchè venga garantito il rispetto del CCNL trasporto merci logistica e nella fattispecie, degli art.42 e 42bis che regolamentano i cambi appalto, poiché, ha specificato, è compito dell'azienda appaltatrice esigere che ciò avvenga.

Dopo la discussione, la dott.ssa Pavone si è impegnata a convocare un nuovo incontro in Prefettura entro la prossima settimana. Il confronto proseguirà alla presenza della LDD e delle cooperative coinvolte, tra cui la Logicservice, ex gestore del magazzino di Vignate. Con questi interlocutori verrà verificata la sussistenza delle condizioni necessarie per la tutela di tutti i posti di lavoro.

LO SLAI COBAS per il sindacato di classe RIBADISCE CHE LA MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI NON SI FERMERÀ FINO A CHE NON SARÀ GARANTITO IL LAVORO PER TUTTI.

A DIMOSTRAZIONE DI QUESTA DETERMINAZIONE, LA PRESENZA DI DECINE DI OPERAI CHE IERI, SOTTO UNA PIOGGIA INCESSANTE, HANNO PRESIDIATO LA PREFETTURA PER DIVERSE ORE.

LUNEDÌ PROSSIMO 03/02, I LAVORATORI SI RIUNIRANNO IN ASSEMBLEA PER VALUTARE INSIEME QUANTO SCATURITO DALL'INCONTRO E DI CONSEGUENZA DECIDERE LE PROSSIME INIZIATIVE

pc 31 gennaio - Che cosa succede oggi a Roma sulla vertenza Fiat di Termini Imerese? Gli operai si preparano...

Oggi alle 15,30 ci sarà a Roma la prevista riunione al Ministero dello sviluppo economico con la presenza dei rappresentanti delle istituzioni, dei lavoratori e dell'azienda. Sarà presente in piazza anche un gruppo di operai di Termini partito ieri sera con i pullman per seguire da vicino l'incontro.
Sempre ieri a Termini Imerese si è svolta un'assemblea organizzata da Fim, Fiom Uilm alla quale hanno partecipato un centinaio di operai. I sindacalisti confederali, corresponsabili dell'attuale disastrosa situazione attuale perché negli anni hanno fatto ogni tipo di concessione al padrone in fatto di diritti degli operai, provano a correre ai ripari, ripercorrendo però esattamente la strada degli anni passati fatta di appelli alle istituzioni, passerelle di politici che "prendono impegni" e di preti che pregano per le famiglie. In questo caso un senatore del Pd, Lumia, che per anni si è presentato davanti ai cancelli a chiedere voti, è stato vivamente contestato da un operaio, come riporta il sole 24 ore di oggi:  "Ma il politico è stato contestato dai presenti: "mi fa rabbia sentirla – ha urlato un lavoratore -. Quello che proponete adesso perché non lo avete fatto quattro anni fa? Invece lo stabilimento è stato chiuso". Mentre l'operato della stessa Fiom è stato contestato da un'operaia dell'Irisbus, altro stabilimento chiuso.
Nel frattempo gli operai, organizzati al di fuori dei confederali, in presidio davanti alla presidenza della Regione hanno fatto il punto sulle "novità" in casa Fiat, adesso FCA, in particolare commentando due articoli pubblicati ieri dal quotidiano la Repubblica che dicono chiaramente come stanno le cose e indicano quali possono essere i risvolti futuri. Si tratta di due interviste: una a Pierre Carniti ex segretario nazionale Cisl, e l'altra al Professore della Bocconi, Berta. Le sottolineature sono nostre.

Il vecchio Carniti, oramai in pensione e convinto di non dover più pagare pegno per le sue malefatte passate, compresa l'abolizione della cosiddetta scala mobile, dice adesso chiaramente quello che sa e pensa: che l'operazione Chrysler significa che l'Italia è oggi "la periferia e vale solo il 10%..." e i numeri lo dicono chiaro: "… Dei 4 milioni e mezzo di auto che il gruppo produce, solo 400 mila si fanno in Italia. Il 10 per cento. Quindi l'Italia vale il 10 per cento. Siamo la periferia. Marginali. E anche negli investimenti e nelle linee di strategia varremo il 10 per cento."
Il giornalista domanda a questo punto se "poteva esserci un'alternativa a diventare il 10 per cento" e la riposta è: "Questo è un processo partito quindici, vent'anni fa. Ancora con l'Avvocato. Quando ha visto che le cose non andavano più bene ha fatto l'accordo con Gm… accordo poi saltato… Marchionne ha concluso il tutto, anni dopo, a modo suo,… nell'interesse degli azionisti di Fiat, non certo dei lavoratori in Italia." E ancora: "La radice del problema sta nel fatto che la Fiat era un'azienda sussidiata dallo Stato con soldi pubblici. Quando non si è potuto più fare, i sussidi non sono stati sostituiti con una politica industriale, ma con nulla. La politica in Italia ha preferito occuparsi d'altro". Ma al giornalista, infatti, come si dice, la domanda viene spontanea: "Questa è responsabilità della politica. Il sindacato non ha responsabilità?" La risposta prova a salvare la faccia: "[Il sindacato] Ha adottato una logica solo difensiva con l'obiettivo di salvare i posti di lavoro. Politica attuata anche un po' malamente, senza produrre risultati, visto che i posti si sono persi e Termini Imerese ha chiuso". Questa da sempre è la politica del sindacato confederale!!! Anche sugli investimenti promessi Carniti hai suoi dubbi e in particolare a proposito della fine che potrebbe fare Torino dice: "Spero di sbagliarmi, ma credo che Torino, lentamente, seguirà la parabola che ha caratterizzato Genova dopo la chiusura dell'Ansaldo…. D'altronde la vicenda Electrolux rappresenta l'inizio del declino del vivace Nord-Est. L'Italia per contrastare questa situazione deve mettere in campo strategie, programmi e risorse, anche pubbliche." Ancora una volta si chiedono risorse pubbliche da regalare ai padroni!!!

Il professore Berta, esperto di economia e industria, a sua volta non ha peli sulla lingua, a dispetto di tutti coloro, a cominciare da Letta e Saccomanni, che provano ad ingannare tutti quanti sul futuro della Fiat in Italia. Infatti alla domanda: "Professore Berta, l'Italia ha perso la Fiat?" risponde secco "Non c'è dubbio." E sul futuro dell'industria dell'auto che si sposta sulle auto di lusso, dice: "Ci vorrà meno occupazione… Certo i numeri sono destinati a diventare più modesti… Insomma, sta nascendo un gruppo che non ha più la vocazione alla produzione di massa. Di più: un gruppo che nega la produzione di massa e punta a diventare un atelier".

È chiaro dalla storia di questi ultimi anni e anche da queste battute di due "esperti" della borghesia, che gli operai di tutti gli stabilimenti Fiat, senza una lotta durissima non avranno la possibilità di salvare i posti di lavoro!

Intanto oggi pomeriggio gli operai dello stabilimento di Termini Imerese si stanno preparando ad agire secondo necessità in caso di risposta negativa dal "tavolo" di Roma.

pc 31 gennaio - ILVA Taranto: nonostante 12 delegati USB, gli operai si rivolgono allo slai cobas per il sindacato di classe - COME MAI?

Gli operai Ilva denunciano: l'Ilva ha trasferito lo scarico di ghisa bollente in altra zona - RLS sempre assenti o complici


Il 15 e il 16 gennaio lo Slai cobas per il sindacato di classe aveva denunciato e chiesto 
un immediato intervento nei confronti dell'Ilva per uno scarico di ghisa bollente 
granulata nella zona del rep.Ome Mua. Questa denuncia aveva poi ottenuto 
l'accertamento dell'Arpa e dello Spesal, e il risultato che l'azienda lo stesso 
giorno 16 aveva dovuto rimuovere in fretta e furia la ghisa. (su questo e 
l'atteggiamento ambiguo degli organi ispettivi vedi altro post).
Pensavamo, quindi, che la situazione di rischio per gli operai fosse stata eliminata 
definitivamente.

Invece due giorni fa, altre telefonate di alcuni operai dalla fabbrica, che ci hanno detto 
che dal 16 gennaio la ghisa spostata dalla zona dell' ome-mua veniva scaricata nella 
zona del reparto ex BRA2 - deposito bramme - vicino la mensa nuova, e che lo scarico viene 
fatto dentro dei capannoni sprovvisti di tetto.

Anche in questo caso gli operai hanno denunciato un odore nauseabondo e l'emissione 
di fumo dalla ghisa. 

Per questo lo slai cobas ha fatto una nuova forte denuncia agli organi ispettivi e alla 
Procura-Giud. Todisco pretendendo che l'accertamento non finisca fino a quando
 l'Ilva non rimuova definitivamente e in sicurezza la ghisa.

MA ANCORA UNA VOLTA VIENE FUORI IL SILENZIO O PEGGIO LA 
COMPLICITA' DEGLI RLS.
Gli operai hanno riferito che avevano denunciato la cosa all'Rls della Uilm dell'area
- che fino ad allora si era ben guardato di dire e fare qualcosa - ma che frutto di 
questa segnalazione era stato solo che gli operai potevano andare a mangiare in una 
mensa più lontana dalla zona dell'ex BRA2. 
A CHE SERVONO QUESTI RLS SE FANNO SOLO DA PORTAVOCE DEI 
CAPI AZIENDALI!

MA ANCORA UNA VOLTA CI CHIEDIAMO UN'ALTRA COSA. 
PERCHE' OPERAI DELL'ILVA NON ISCRITTI ALLO SLAI COBAS SI 
RIVOLGONO PERO' SEMPRE ALLO SLAI COBAS, ANCHE ORA CHE 
CI SAREBBERO 12 DELEGATI DELL'USB? 
A che sono servite le elezioni e i decantati - da parte dell 'Usb - risultati 
elettorali se poi l'andazzo brutto in Ilva non cambia mai? 
Le "medaglie personali" possono riempire il petto di qualcuno, ma in Ilva la situazione 
resta come prima e peggio a tutti i livelli (salute, sicurezza, contratti di solidarietà, 
atteggiamento dei capi....).
OCCORRE UN SINDACATO DI CLASSE COL PROTAGONISMO DEGLI 
OPERAI PIU' COSCIENTI CHE SI ORGANIZZANO IN COBAS IN OGNI 
REPARTO, NON I PERSONALISMI! 
Come lo slai cobas ha sempre detto, e ribadito durante le elezioni dei delegati: 
come prima anche ora non abbiamo bisogno di essere nelle Rsu per fare le denunce, 
le battaglie che si devono fare e ottenere anche dei risultati. 
DOPO IL CORAGGIOSO ESEMPIO DEL OME MUA (nonostante le minacce 
dei capi), gli operai del BRA2 hanno seguito le indicazioni dello Slai cobas: GLI 
OPERAI DEVONO DENUNCIARE DIRETTAMENTE E IN OGNI REPARTO I 
PROBLEMI SULLA SICUREZZA.
E' IL CLIMA IN FABBRICA CHE DEVE CAMBIARE e BISOGNA AVERE 
CORAGGIO.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

pc 31 gennaio - la campagna a sostegno dei prigionieri politici indiani continua per tutto il mese di febbraio - verso iniziative a roma e milano -

Dopo la giornata internazionale del 25 gennaio -  Il comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India decide la continuazione della campagna per tutto il mese di febbraio 


Appello a sostenere lo sciopero della fame a oltranza dei detenuti della prigione di Nagpur, inziato il 30 gennaio

Fermiamo la repressione
Libertà per tutti I prigionieri politici

stop_repression_free_all_political_prisonersCari amici,
Il 30 gennaio 2014 i detenuti della Prigione Centrale di Nagpu, Maharashtra hanno inziato uno sciopero della fame a oltranza. Partecipano allo sciopero non meno di 177 prigionieri in attesa di giudizio, tra cui 7 donne, quelli incriminati secondo l’Unlawful Activities Prevention Act (UAPA) [Legge di Prevenzione delle attività illegali, ndt], il Maharashtra Control of Organized Crime Act Legge di Contrasti al Crimine Organizzato, ndt], per omicidio, ecc .
Si tratta di un principio giuridico consolidato ed è anche direttiva della suprema corte di questo paese che “la libertà su cauzione è la regola, e la prigione l’eccezione”.
Eppure, nonostante le ripetute direttive della Suprema Corte a concedere rapidamente la libertà su cauzione e per cui la gravità dell’accusa non deve essere motivo di pregiudizio per considerare la cauzione, nella pratica si applica l’esatto contrario.
La popolazione carceraria cresce a causa del crescente numero di detenuti in attesa di giudizio che languiscono mentre fuori del carcere familiari e amici li attendono invano.
Attraverso il rinvio indeterminato delle decisioni sulla cauzione, il rinvio dei processi e i dibattimenti in videoconferenza, i prigionieri in attesa di processo sono privati del diritto costituzionale alla libertà provvisoria, alla presenza fisica nei tribunali e a un processo equo e rapido.
Il passaggio ai processi a distanza per telecamera tiene lontani i prigionieri dai loro avvocati, dal tribunale, esclude la possibilità presenziare alla loro causa. Serve solo a mantenerli sotto sequestro nelle carceri.
Per queste ragioni, noi detenuti del carcere Nagpur non vediamo altra alternativa che proseguire uno sciopero della fame a oltranza fino a quando le nostre richieste saranno accolte.

Il 20 gennaio 2014, attraverso il Sovrintendente della Prigione Centrale di Nagpur, memorandum contenti le seguenti richieste sono state inviate a all’Onorevole Primo Giudice dell’Alta Corte di Mumbai (sezione Nagpur) ed ad altri:
1. Le direttive della Onorevole Suprema Corte che “la cauzione è la la regola e la prigione l’eccezione” deve essere come un principio in materia di libertà su cauzione e la cauzione deve essere concesso entro un periodo di tempo definito.
2. Una volta registrata l’imputazione, anche agli accusati di presunti gravi reati deve essere concessa la cauzione.
3. Per garantire il diritto a un processo equo e rapido. La sentenza dovrebbe essere data entro un periodo di tempo relativamente certi e ragionevole. Se il casi resta pendente per qualche causa di forza maggiore, deve essere garantita la libertà su cauzione, in particolare a quei detenuti in attesa di giudizio a cui la cauzione è stata rifiutata in precedenza.
4. La prassi del processo per videoconferenza non può garantire il diritto ad un processo, quindi questa non deve essere un’opzione durante il processo e i detenuti processati devo essere fisicamente presenti davanti ai rispettivi giudici durante il processo.

Amici,
ci siamo impegnati a restare in sciopero della fame a tempo indeterminato fino a che le nostre richieste saranno accolte. La vittoria della nostra lotta non si può essere raggiungere senza la vostra solidarietà e il sostegno attivo dall’esterno.
Quindi, con umiltà e fiducia facciamo appello a voler estendere il vostro sostegno a nostro favore.
Vi chiediamo di di inviare lettere e messaggi fax alle seguenti autorità, sollecitandole a soddisfare le nostre giuste ed eque richieste.
Prigione Centrale di Nagpur:
Fax 0712-2420679
Cancelleria, Alta Corte di Mumbai, sezione Nagpur:
Fax 0712-2560280
Email: hcnag.mah @ nic.in
Stato del Maharashtra Commissione dei Diritti Umani:
Tel, e Fax 91 22 22092857
Email: mshrc2000@yahoo.in

Cordialmente:
1] Sudhir Dhawale
2] Diwakar Jha
3] Gautam Pillewan e altri prigionieri in attesa di giudizio di della Prigione Centrale di Nagpu.

pc 31 gennaio - grande mobilitazione in Germania per la giornata internazionale del 25 gennaio di solidarietà e lotta con i prigionieri politici indiani!

in via di traduzione rapporto e materiali


revolutionary greetings
Indien Solidarity (Germany)











  Bündnis gegen imperialistische Aggression
Internationales Zentrum B5  Hamburg




Rede des Roten Frauenkomitee Hamburg



SoL, 25.01.2014


Rote Jugend Berlin – www.rotejugend.blogspot.de

pc 31 gennaio - per il diritto d'aborto, manifestazione al consolato spagnolo a Milano


IL DIRITTO D’ABORTO NON SI TOCCA!
Contro Moderno Medioevo, Chiesa, Stato, Capitale
Giù le mani dal corpo delle donne!

Il governo di centrodestra di Spagna, Mariano Rajoy, segretario del partido Popular, il 20 dicembre 2013, su proposta del ministro di giustizia Gallardòn, ha approvato un disegno di legge che limita fortemente il diritto delle donne di abortire entro 14 settimane.
Con questo disegno di legge si cancella la legge del 2010 sulla interruzione volontaria di gravidanza che aveva depenalizzato l’aborto. La proposta Gallardòn prevede un forte peso del ruolo di medici, giudici, genitori e servizi sociali, facendo tornare le donne spagnole in una condizione di eterna subordinazione. Nello specifico, l’aborto è consentito solo nel caso di violenza sessuale (fino alla 12ma settimana) e di grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna, con rischio permanente o duraturo nel tempo, certificato da due medici (fino alla 22ma settimana). I casi di anomalia del feto incompatibile con la vita o di malformazioni del feto rientrano nella fattispecie della salute psichica della donna e debbono essere certificati; nel caso di rischio per la salute psichica la donna dovrà produrre ben quattro certificati: due di due medici psichiatri, uno d’informazione clinica sui rischi relativi all’aborto e uno dei servizi sociali, soprattutto in merito alle alternative all’aborto: qui siamo al sadismo puro!
Per le giovani tra i 16 e 18 anni si dovrà avere la ratifica dei genitori.
L’obiezione di coscienza è estesa fin dalla fase informativa e non, come attualmente, al personale che interviene direttamente nell’intervento abortivo.

La gravità dell’attacco al diritto d’aborto, sferrato in maniera frontale, in Spagna non è isolato, via via questa politica si estenderà negli altri paesi in Europa, per questo è anche nostro interesse essere oggi al fianco delle donne spagnole in lotta.

Lo vediamo anche in Italia, dove la messa in discussione del diritto d’aborto, pur se oggi non avviene in maniera frontale, è di fatto in atto, a macchia di leopardo, su singoli aspetti, con attacchi ideologici e pratici: il seppellimento dei feti (ultimo in ordine di tempo il Comune di Girenze di Renzi) la crescente obiezione di coscienza che rende ormai impossibile in diverse regioni il ricorso all’IVG, la difficoltà di poter ricorrere alla pillola del giorno dopo e alla RU486, il riconoscimento giuridico dell’embrione nella L.40; si costringono, nei fatti, le donne al pendolarismo per poter interrompere una gravidanza indesiderata e\o ritorno al “prezzemolo e cucchiaio”, come avverrà inevitabilmente in Spagna. Non è sicuramente un caso che recentemente Bergoglio che ha definito orrore l’aborto, indicando nei fatti la prossima agenda politica ai governi, in primis all'Italia.

La messa in discussione del diritto d’aborto è per questo sistema capitalista un attacco a ciò che esso simbolicamente rappresenta: la libertà di scelta delle donne in ogni ambito della propria vita, doppiamente per le giovani, le proletarie, le immigrate che subiranno una discriminazione di classe; la messa in discussione dei “diritti superiori della nazione”, la ribellione ad una ideologia di subordinazione, “conservazione”, necessaria per la borghesia soprattutto in una fase di crisi.

Per questo per noi donne è centrale la lotta per la difesa del diritto d'aborto. Oggi la portiamo avanti in continuità con lo sciopero delle donne del 25 novembre contro violenze e femminicidi che rappresentano il frutto più marcio di questa società, ma che mette in discussione le tante forme di violenza e oppressione sessuale, attacco ai diritti che subiamo quotidianamente, di cui questo dell'aborto è centrale.
Dopo lo sciopero delle donne abbiamo detto “indietro non torniamo”. Lo affermiamo con forza oggi anche nella lotta contro l’insieme degli attacchi pratici ed ideologici al diritto d’aborto.

presidio h. 14.30   sabato 1 febbraio davanti al Consolato spagnolo via Fatebenefratelli, 26

Movimento femminista proletario rivoluzionario Milano

pc 31 gennaio - Granarolo Bologna - i partiti parlamentari a fianco dei padroni contro i facchini in lotta! sostegno alla manifestazione proletaria del 1 febbraio



"...A difesa delle "relazioni sindacali responsabili" e degli interessi dei padroni arriva puntuale l'interpellanza parlamentare delle Larghe Intese contro i facchini, in cui 10 senatori, tra PD e centro destra, invocano la
repressione più dura da applicare nei confronti del movimento operaio della logistica. Riportiamo integralmente il lancio di agenzia sull'interrogazione parlamentare che ci è stato fatto pervenire:
"- Il Governo intervenga per porre fine ai blocchi dei facchini che paralizzano i magazzini della
Granarolo a Cadriano di Bologna e la stessa attività del colosso del latte.E' la richiesta bipartisan che arriva da una pattuglia di senatori sotto forma di interrogazione urgente ai ministri dell'Interno, della Giustizia e
delle Politiche sociali. E' stata depositata ieri a Palazzo Madama, anche in vista dell'incontro di oggi tra il prefetto di Bologna, Ennio Mario Sodano, il Si.Cobas la sigla che sostiene le lotte dei facchini assieme a centrisociali e collettivi. I parlamentari chiedono se il Governo abbia un'idea di quel che sta succedendo a Bologna da "10 mesi"; ma soprattutto si chiede ai tre ministeri "se e come intendano procedere, attraverso le strutture preposte dei propri dicasteri, al fine di assicurare la necessaria e adeguata tutela delle imprese e dei lavoratori coinvolti e, in particolare, garantire l'operatività delle sedi di produzione, la libertà di movimento ele inderogabili garanzie di sicurezza per le imprese, i lavoratori e i cittadini coinvolti". La firme in calce sono quelle dei democratici Rita Ghedini, Maria Teresa Bertuzzi, Sergio Lo Giudice, Leana Pignedoli, Giancarlo Sangalli, Francesca Puglisi e Daniele Valentini a cui sono Anna Maria Bernini (Fi), Luigi Marino (Per l'Italia), dell'ex 5stelle Adele Gambaro. I 10 senatori ripercorrono dall'inizio a oggi tutte le
tappe della vertenza Granarolo (l'interrogazione e' lunga cinque pagine) dalla crisi dichiarata nel dicembre 2013 da Sgb all'incontro di oggi: vengono elencati, uno per uno, tutti i blocchi, gli scioperi e i boicottaggi
a danno di Granarolo. "Negli ultimi 10 mesi- si legge nell'interrogazione- Granarolo ha subito innumerevoli blocchi di mezzi e persone. In particolare, il fermo delle consegne dal mattino, causato dai picchetti, ha prodotto un danno che si stima circa pari a 200.000-300.000 euro ogni quattro ore.
Parallelamente, Granarolo e' anche al centro di una diffusa campagna di boicottaggio, con attivita' di subvertising e irruzione nei supermercati, che si e' riprodotta in molte citta', colpendo cosi' pure nell'immagine di questa azienda". Eppure, sottolineano i senatori, Granarolo, oltre ad essere estranea alla crisi di Sgb, "e' certamente fra le aziende che hanno contribuito a contenere la crisi produttiva ed occupazionale sul territorio
nazionale e il sistema cooperativo complessivamente inteso, e rimane uno dei soggetti imprenditoriali maggiormente vocati a contrastare la perdita di posti di lavoro. Conseguentemente, e' evidente che il danno che subisce Granarolo si ripercuote sull'intero sistema Paese". Granarolo, si ricorda, conta in Italia 2.100 addetti, mille allevatori, 60.000 vacche, 'muove' 20.000 quintali di latte al giorno; insomma, ha la "responsabilita' del reddito di circa 10.000 famiglie di lavoratori". E se gli attacchi si concentrano su Granarolo, i senatori puntano il dito contro "il fenomeno del dumping contrattuale, messo in atto da soggetti che abusano della forma cooperativa (cosiddette coop spurie), violando gli accordi contrattuali di lavoro e le norme in materia di lavoro, e abusando delle norme fiscali di settore, con gravi conseguenze per la tutela dei lavoratori e pregiudizio per la competitivita' delle imprese". Segnalati al Governo anche i siti dei centri sociali "pieni di affermazioni gravi, riferite ai dirigenti di Legacoop, Granarolo e Ctl"."

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pc 31 gennaio - oggi a taranto assedio al consiglio comunale - dove i disoccupati organizzati chiedono la parola


LA NOSTRA PIATTAFORMA

RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA – CICLO RIFIUTI
L'ecotassa che premierà i comuni virtuosi e penalizzerà città, come Taranto, che invece stanno ai minimi di raccolta differenziata porta a porta, l'aumento della Tares, pone l'urgenza di avviare subito il piano di raccolta porta a porta, sia migliorando quello in corso a San Vito, Lama, sia soprattutto iniziando il servizio nei tre quartieri Tamburi, Paolo VI, Talsano.
A questo ora devono essere concentrati tutti gli sforzi, per dare una risposta sul piano ambientale nella nostra città e per non penalizzare doppiamente i cittadini di Taranto.
Nello stesso tempo, la raccolta differenziata porta a porta e la realizzazione di un effettivo ciclo dei rifiuti, deve essere una risposta a Taranto all'emergenza occupazionale.
Chiediamo:
- un piano di assunzione di disoccupati e disoccupate già formati o da formare con nuovi corsi di formazione (per cui con la presente sollecitiamo la Regione) sulla raccolta e il ciclo di rifiuti, perchè solo con un rapporto diretto tra operatori formati e cittadini è possibile anche una verifica, stimolo, educazione alla differenziata;
- l'ampliamento dell'organico nella selezione differenziata alla Pasquinelli, con turnazione H24, perchè la raccolta differenziata diventi anche una risorsa economica per la città.

BONIFICHE – LAVORO AI DISOCCUPATI
Le bonifiche ambientali devono essere una risposta ai gravi problemi di salute e nello stesso tempo una risorsa lavorativa in città in cui essa assume anche un significato di risarcimento sociale.
Per questo, in riferimento all'appalto del progetto esecutivo di bonifica dei suoli nel quartiere Tamburi e all'aggiudicazione dell'appalto per l'esecuzione del piano delle indagini integrative sulla falda sotterranea, lo Slai cobas per il sindacato di classe, i Disoccupati Organizzati, chiedono che il Comune impegni le Ditte vincitrici degli appalti a fare i lavori assumendo disoccupati di Taranto.
Questa realtà richiede, quindi, una clausola sociale negli appalti pubblici dei lavori di bonifica che risponda al dramma di una disoccupazione che ha superato a Taranto il 40%.
Unita a corsi di formazione ad hoc finalizzati all'occupazione in questi lavori - un percorso già sperimentato positivamente nella nostra città.


SALARIO SOCIALE AI DISOCCUPATI IN ATTESA DEL LAVORO
Chiediamo il reddito minimo garantito per i disoccupati o coloro che hanno una difficile ricollocazione lavorativa. Non si tratta di una misura assistenziale, quanto piuttosto di un incanalamento mirato e sostenuto al lavoro.
Questo potrebbe coniugarsi ad un piano di formazione finalizzata al lavoro e di lavori socialmente utili.

FINE DEGLI APPALTI AL MASSIMO RIBASSO PER ORARI E SALARI DIGNITOSI
Chiediamo che negli appalti pubblici, da un lato sia posto un limite al ”massimo ribasso”, dall'altro si ponga l'obbligo per le ditte vincitrici del rispetto dei CCNL.
A Taranto siamo arrivati a ribassi del 40%, con orari di 11 ore settimanali e un salario misero di 250 al mese...(v. Asili)
Gli appalti al massimo ribasso sono illegali, violano contratti, giurisprudenza, e sono in contrasto con l'art.36 della Costituzione.
Gli appalti al massimo ribasso diventano poi una porta spalancata alla criminalità di Ditte affaristiche, col rischio già in essere di far diventare i lavori delle bonifiche, dei servizi essenziali terreni di aperta illegalità e di ritorno alla grande della criminalità a Taranto.

ESENZIONE DA TASSE, IMU, BOLLETTE, EQUITALIA, ECC.
Chiediamo che i disoccupati, le famiglie disagiate siano esentate dal pagamento di tasse, bollette, equitalia.

SLAI COBAS per il sindacato di classe
via Rintone, 22 Taranto (aperta martedì e giovedì dalle 17,30 alle 19,30) – 3475301704 – slaicobasta@gmail.com

giovedì 30 gennaio 2014

pc 30 gennaio - la lurida fascista Boldrini al servizio delle banche, dei padroni se ne deve andare - il parlamento non deve più funzionare

Il giudice Dambruoso magistrato forcaiolo che ha fatto carriera al servizio di Berlusconi e con inchieste razziste 'antiterroriste' ora anche squadrista nei confronti una deputata 5stelle alla camera per difendere la fascista Boldrini, che si blinda nella Camera

Camera, sbarrate le porte blindate della presidenza
Le porte di accesso agli uffici della presidente della Camera Laura Boldrini a Montecitorio sono sbarrate da ieri sera. Le porte a vetri blindati risultano chiuse a chiave: devono essere aperte dall’interno dai commessi dell’anticamera. Non era mai successo.

Il lurido nano berlusconiano e socialfascista Brunetta tutto schierato con la Boldrini
“Quanto sta accadendo è vergognoso, inaccettabile”: lo afferma Renato Brunetta, capogruppo di Fi a Montecitorio
Boldrini - : “Ieri episodi gravissimi”
“Ieri abbiamo assistito in quest’Aula a comportamenti e episodi gravissimi, del tutto estranei a ogni cultura istituzionale ed a ogni prassi democratica”.
Ma l'unico comportamento gravissimo è la legge della "ghigliottina" che la servetta targata SEL ha usato!

Vendola cane da guardia della Boldrini e Napolitano
16.12 – Messa in stato d’accusa a Napolitano, Vendola: “M5S irresponsabile”
“E’ l’espressione di un atteggiamento di assoluta irresponsabilità. Cercare di colpire le istituzioni di garanzia e il Presidente della Repubblica, che incarna un ruolo e un valore indispensabile , tanto più in un Paese a rischio come l’Italia. Attaccare chi difende i valori della Costituzione e rappresenta l’unità del Paese è un atto puramente propagandistico.Così Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà.

Il populismo necessario della fascista dell'ultima ora al servizio delle Banche
17.05 – Boldrini: “Ghigliottina necessaria per rigidità contrapposte”
“Ieri mi sono assunta unaresponsabilità derivante da comportamenti altrui, da rigidità contrapposte di diverso segno che hanno scaricato l’onere di una decisione assai difficile sulla Presidenza della Camera”. Lo dice Laura Boldrini riferendosi alla sua decisione di applicare la ghigliottina sul dl Imu-Bankitalia.

La Boldrini supera ogni limite della decenza di inganna-popolo da quattro soldi
17.08 – Boldrini: “Ho voluto impedire che le famiglie dovessero pagare Imu”
“Ho voluto impedire – spiega Boldrini in una dichiarazione – che oggi le famiglie italiane dovessero preoccuparsi di tornare a pagare la seconda rata dell’Imu, come sarebbe successo se non fosse stato votato per tempo un dl che pure conteneva materie tra loro diverse. Per questo – aggiunge la presidente della Camera – ho dovuto far ricorso ad uno strumento fin qui non usato nei lavori della Camera – mai usato – ribadisce – perché in passato le opposizioni, attraverso l’ostruzionismo, avevano conseguito i loro obiettivi rispetto alle decisioni del governo oppure avevano responsabilmente posto fine all’ostruzionismo. Uno strumento, peraltro, quello della cosiddetta ‘tagliola’ che al Senato viene talvolta adottato senza che ciò sollevi scandalo”. “Ora che il complesso passaggio del dl Imu-Bankitalia è stato superato, e mentre altre questioni di grande rilevanza sono all’ordine del giorno delle commissioni e dell’Aula, torno a chiedere alle forze politiche e al governo di avere, ciascuno per la sua parte di responsabilità, il rispetto dovuto alla Camera e ai suoi percorsi decisionali. Che sono, per tutti, garanzia democratica”, conclude Boldrini.

La Boldrini vuole un parlamento del silenzio e della dittatura
20.15 – Boldrini: “M5S usa violenza e minacce, presto sanzioni”
Il M5s “non sa utilizzare gli strumenti che ci sono per svolgere il suo ruolo e allora ricorre ad altri mezzi: la violenza, le minacce, il turpiloquio. Tutte cose inaccettabili”. Lo dice Laura Boldrini al Tg1. La presidente annuncia sanzioni rapide “l’ufficio di presidenza ha avviato i lavori quanto prima arriveranno i risultati”.


proletari comunisti-PCm Italia
30 maggio 2014

pc 30 gennaio - assediata la Prefettura di milano dagli operai LDD vignate

pc 30 gennaio - a palermo continua il presidio degli operai di Termini imerese appoggiato da altri lavoratori



In piazza ieri 29 gennaio - 10° giorno di presidio a Piazza indipendenza -  a sostegno degli operai Fiat e indotto e in lotta anche  altri lavoratori e precari dello Slai cobas per il sindacto di classe( assistenti ai disabili scuole superiori, ex pulizieri policlinico...).
In sostegno e solidarietà attiva in piazza anche i compagni del circolo di proletari comunisti.

Momenti di tensione alla notizia del mancato incontro con il Capo di Gabinetto della Presidenza Dott. Silvia, previsto per ore 17,30, ma la protesta immediata degli operai, precarie e precari, lavoratrici e lavoartori che si sono riversati verso il portone del palazzo costringendo di fatto la polizia a “difenderlo” ha sbloccato la situazione e l'incontro c'è stato. Come d’incanto  è arrivato il capo di gabinetto e la delegazione che nel contempo per protesta aveva  deciso di andare via è rientrata in sala per l'incontro.
 Al capo di gabinetto Silvia è sttao fatto il puno netto e chiaro delle tre vertenze a cominciare da quella più pressante in questo momento, quella della Fiat di Termini Imerese. A parte l'urgenza determinata dalla cassa in deroga prevista sulla carta fino a giugno 2014 c'è in ballo l'incontro che si tiene oggi 31 gennaio a Roma tra i rappresentanti del governo e dei sindacati confederali, incontro al quale è stata invitata la Fiat, adesso FCA, Fiat Chrysler Automobiles, che non è detto che si presenti. 
Il Dott. Silvia che ha ascoltato con attenzione la delegazione di operai che hanno posto la necessità e urgenza di parlare direttamente con il Presidente Crocetta che "deve ascoltare  gli  operai non organizzati con i confederali" e che intanto seguiranno gli sviluppi odierni a Roma,  ha preso l'impegno di riferire a Crocetta.
 Il presidio/gazebo continua!

Slai Cobas s.c. Palermo
338/7708110 - 340/8429376







pc 30 gennaio - a trezzo alla cooperativa LDD in lotta- grave infortunio! Si capirà ora perchhè gli operai lottano per un lavoro sicuro e decente?

30 gennaio 2014 Incidente sul lavoro: grave un operaio di 36 anni
Ieri mercoledì 29/01/2014 alle ore 11:53 una pattuglia della Polizia Locale di Trezzo sull'Adda, su richiesta del Servizio 118 interveniva in Viale Lombardia al civico n. 80 presso il capannone/deposito della Società LDD SPA per la segnalazione di un infortunio sul lavoro.
Mentre giungeva sul posto atterrava anche l'elisoccorso, che prestava le prime cure all'infortunato, un uomo 36 anni residente ad Aversa e dipendente di una cooperativa sociale operante all'interno del deposito. Le condizioni dell'uomo sono apparse subito gravi ed è stato immediatamente trasportato presso l'ospedale San Raffaele di Milano.
Gli agenti della Polizia Locale coordinati dal Comandante Sara Bosatelli procedevano a effettuare tutti gli accertamenti del caso e a effettuare una prima ricostruzione dell'accaduto.
Sul posto sono state rinvenute prove e tracce utili che contribuiranno a fare chiarezza sulla dinamica.
L'incidente risulta essere avvenuto all'interno del capannone, dove un autocarro - per cause ancora in corso di accertamento - ha investito l'uomo mentre era intento a fornire indicazioni proprio all'autista del mezzo. Il ferito è stato subito soccorso da un collega che accortosi dell'incidente ha assistito l'uomo fino all'arrivo dell'autoambulanza e dell'elicottero del 118.
In luogo giungeva personale della ASL MI2 della sede di Trezzo sull'Adda, che coordinato dal Dr. Mario Modica accertava le condizioni di sicurezza sul luogo dell'infortunio. Congiuntamente all'ASL MI2 venivano effettuati i rilievi fotografici e planimetrici sul teatro dell'incidente.
Le condizioni dell'infortunato al momento sono gravi e la prognosi rimane riservata. Molta l'apprensione tra i colleghi di lavoro che hanno seguito il ferito all'ospedale e stanno attendendo notizie dai sanitari.

pc 30 maggio - la campagna per la giornata internazionale in Italia tocca diverse città italiane, il comitato decide di proseguire la campagna per tutto febbraio!

Roma
una sessantina di manifesti e due vistosi striscioni sono stati affissi dentro e intorno a un ingresso della più grande università italiana e europea, Sapienza a Roma e nel vicino quartiere popolare di S. Lorenzo


Taranto

striscioni sono stati affissi nel quartiere tre carrare, in città vecchia e nei pressi dell'Università - manifesti alle fabbriche, quartieri, scuole

una assemblea di rappresentanti di lavoratori precari disoccupati si è tenuta nella sede dello slai cobas per il sindacato di classe convocata con questo comunicato

A Taranto si parla molto dei marò processati... ma non si parla per niente di quello che avviene al popolo indiano che si ribella ad opera del regime indiano e delle sue forze armate e repressive, tanto che si può parlare dell'India come 'prigione dei movimenti popolari': massacri, torture, stupri nelle prigioni dove ci sono 10000 prigionieri politici, giovani, donne, contadini, operai.
Il 25 gennaio in tutto il mondo vi è stata una giornata di solidarietà e lotta con i prigionieri politici indiani.
Per parlarne e conoscere questa realtà presso la sede slai cobas si proietta un film drammatico e avventuroso, realistico e appassionante non  uscito ancora nelle sale italiane:  "Chakraviuh".

 

Brescia

 un'importante incontro a Brescia degli operai della logistica per riprendere l'iniziativa di lotta per migliori condizioni di lavoro e diritti nelle cooperative che gestiscono gli appalti della grande distribuzione.
I lavoratori indiani hanno poi affrontato i temi della solidarietà e l'internazionalismo proletario, contro la repressione delle lotte e dei movimenti di liberazione dei popoli, come sta succedendo in India, vera e propria prigione dei popoli, ma dove il popolo risponde con la guerra popolare,  e proprio per questo lo stato indiano risponde con la repressione più brutale del popolo,
I lavoratori presenti sono stati partecipi della giornata internazionale di solidarietà a sostegno ai prigionieri politici indiani, come parte della stessa classe oppressa che non ha altra strada che spezzare le catene del sistema di miseria e sfruttamento dei padroni in ogni angolo del mondo...hanno affisso locandine della campagna India e fissato un nuovo appuntamento per un necessario approfondimento attraverso video e materiali informativi del comitato di sostegno internazionale

Bologna e Ravenna



. Sono stati collocati gli striscioni alla Magneti Marelli, alla caserma dismessa in zona bolognina, zona corticella adiacenze crash- iqbal i masiq ed in piazza verdi e  in zona universitaria  Anche a Ravenna son state messe locandine e striscione. 

Palermo


MFPR  HA FATTO UN COMUNICATO NAZIONALE CHE E' ARRIVATO ALLA PARTE PIU'RADICALE E COMBATTIVA DEL MOVIMENTO DELLE DONNE E A TANTE LAVORATRICI

la campagna India a Palermo è partita con un'assemblea pubblica a cui hanno partecipato lavoratori, il circolodi proletari comunisti, giovani del fronte della gioventù comunista e un compagno del comitato no muos "siamo tutti no muos". l'assembleaha organizzato il  volantinaggio all'Università e il volantinaggio tra i lavoratori in lotta dello slaicobas, attacchinaggio della  locandina 150 copie nel centro storico3 scuole significative e zone immigrati (ballarò, via maqueda) in tutta la città


All'università sono stati diffusi oltre 250 volantini attaccate più di 50 locandine in 4 facoltà (lettere, scienze della formazione, architettura, ingegneria) e cittadella universitaria (studentato, mensa, segreteria).
con un secondo attacchinaggio con l'aggiunta di striscioni e scritte  in altre zone della città.
Si è tenuta una cena di autofinanziamento con proiezione film, lavoro di informazione


la cena/proiezione è andata molto bene, presenti comitato "siamo tutti no muos",studenti universitari, lavoratori dello slai cobas ata, lavoratori in generale... Commenti positivi alla fine del film.
Si è tenuto il 25 un sit-in nella piazza centrale di Palermo con diffusione di 350 volantini dati in 2 ore,  e locandine appese nei paraggi.
un gruppo di studentesse medie si è fermato a lungo a parlare ...e abbiamo preso i contatti, altri giovani hanno lasciato i contatti, megafonaggio continuo a cui si sono alternati diversi compagni
Foto: International Day of Solidarity and Struggle with Political Prisoners in India

ITALY
A national-wide campaign of propaganda with leaflets-spreading, posters, banners, graffiti took place om Rome, Palermo, Milan, Bergamo, Taranto, Bologna, Brescia, Ravenna.