Il 22 gennaio scorso la Fiat ha acquistato definitivamente il
100% della Chrysler (pagata di fatto con i soldi del governo e soprattutto degli
operai americani) e Marchionne sta già
pensando a come continuare non solo a fare risparmiare soldi agli
Agnelli/Elkann, ma anche a fargliene guadagnare ancora di più. Altro che
Italia! Alla faccia di ogni promessa fatta in passato, alle quali vogliono
abboccare solo politici e sindacalisti compiacenti, la Gran Bretagna sarà la sede
fiscale e la borsa di Wall Street a New York quella della quotazione.
E si tratta, infatti, della procedura già utilizzata per la
Cnh Industrial che continua ad essere un problema per gli operai costretti a subire
condizioni peggiori e cassa integrazione.
È questa la proposta che l'amministratore delegato di Fiat-Chrysler,
Sergio Marchionne, presenterà il 29 prossimo al consiglio di amministrazione. Semplicemente,
il nuovo domicilio consentirebbe di pagare meno tasse sui dividendi, mentre la
quotazione alla borsa di New York rifletterebbe un maggiore e più facile
accesso al mercato dei capitali. Quindi più soldi, più profitti.
"Gli analisti – riportano i quotidiani - stimano per
Fiat e Chrysler un utile netto combinato in lieve aumento a 400 milioni di euro
per il quarto trimestre e una flessione del 24% a 1,07 miliardi di dollari per
il 2013."
Sempre gli analisti "prevedono che sarà raccolto almeno
un miliardo di euro [in borsa] perché né Fiat né Chrysler producono abbastanza
cash per finanziarsi da sole." E far partire, quindi i famosi
investimenti! Nonostante tutte le chiacchiere di Marchionne gli analisti
conoscono bene la vera situazione dell'azienda, infatti ammettono che: "Fiat
e Chrysler si trovano in una posizione più debole rispetto alle rivali perché hanno
un portafoglio prodotti più limitato e quote inferiori nei mercati tradizionali.
Inoltre sono state anche più lente a espandersi nei mercati emergenti come
la Cina."
Questo tanto per ricordare quanto sia stato
"abile" Marchionne dal punto di vista industriale nel mondo dell'auto!
Ma tutti questi soldi non sono però per gli 80 mila
lavoratori del gruppo in Italia che sono in attesa della parte economica del
contratto (quella "normativa" che toglie altri diritti agli operai è
stata già firmata!). Così l'azienda ha risposto alla richiesta di Fim, Uilm, Fismic,
Ugl e Quadri di un aumento di 90 euro nel biennio 2014-2015. La Fiat ha detto
che c'è la crisi e che nemmeno grandi gruppi come Renault, Psa e Opel, nonostante
operino in condizioni di mercato migliori, hanno concesso aumenti salariali. (Il
paragone è per gli allocchi perché tutti sanno che dal punto di vista economico
gli opera di questi gruppi stanno storicamente meglio di quelli Fiat). E i sindacalisti
certo comprendono! E sono molto vicini al padrone in questo momento di
difficoltà! Ci riproveranno comunque al tavolo del 5 febbraio prossimo perché
appunto "Pur comprendendo la situazione di difficoltà descritta
dal'azienda, per noi la risposta salariale è indispensabile". "Indispensabile"
per provare a salvare la faccia (continuando a prendere in giro gli operai che
stanno subendo il contratto specifico voluto da Marchionne) dato che in
generale i metalmeccanici hanno ottenuto un aumento contrattuale di circa 130
euro lordi in tre rate! Mentre gli operai Fiat solo 40!
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