Precari. Sentenza choc della Cassazione: “Il contratto a
termine è illegittimo, il lavoratore va risarcito”
A cura di Adriana Costanzo
Ancora non è finita. Ma in attesa della sentenza della Corte di Giustizia Ue, prevista tra luglio e settembre 2014, un principio è stato assodato, il contratto a termine non è legittimo e il lavoratore precario va risarcito. “Finalmente una disposizione che ripristina la legalità” afferma il Segretario Generale di Federistruzone, Antonio Scarpellino a Retenews24. E’ recente, infatti, la sentenza della Corte di Cassazione, (n. 26951 del 2 dicembre 2013), che cancella le due precedenti (392/2012 e 10127/2012), riconoscendo ai precari ai sensi dell’art.36 del dlgs 165/2001 il diritto al risarcimento del danno per illegittimità e abuso dei contratti a termine. Questa sentenza della Suprema Corte dovrebbe anticipare di qualche mese quella della Corte di Giustizia europea sul medesimo tema. La Cassazione sembrerebbe accogliere, quindi, le disposizioni della Commissione europea nei confronti dell’Italia per “utilizzo abusivo del personale precario”, inizialmente intrapresa solo per il personale non docente della scuola, poi nel 2012 estesa anche al personale docente e il 26 agosto 2013, in seguito a numerosissime denunce, a tutto il pubblico impiego. L’Italia ha, ormai, solo due mesi di tempo per indicare quali iniziative porterà avanti per arginare il precariato. Qualora le scelte indicate dall’Italia non soddisfino Bruxelles si rischierebbe il deferimento alla Corte di giustizia, con relativa erogazione di multe salatissime fino a 8 milioni di euro. Le piogge di risarcimento danni che potrebbero riversarsi sullo Stato italiano da parte dei precari, quindi, spingono verso una sola via da intraprendere, e, cioè, l’attivazione di procedure di conciliazione presso i tribunali con stabilizzazione del posto di lavoro, al fine di non gravare sulle già instabili casse dello Stato.
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A cura di Adriana Costanzo
Ancora non è finita. Ma in attesa della sentenza della Corte di Giustizia Ue, prevista tra luglio e settembre 2014, un principio è stato assodato, il contratto a termine non è legittimo e il lavoratore precario va risarcito. “Finalmente una disposizione che ripristina la legalità” afferma il Segretario Generale di Federistruzone, Antonio Scarpellino a Retenews24. E’ recente, infatti, la sentenza della Corte di Cassazione, (n. 26951 del 2 dicembre 2013), che cancella le due precedenti (392/2012 e 10127/2012), riconoscendo ai precari ai sensi dell’art.36 del dlgs 165/2001 il diritto al risarcimento del danno per illegittimità e abuso dei contratti a termine. Questa sentenza della Suprema Corte dovrebbe anticipare di qualche mese quella della Corte di Giustizia europea sul medesimo tema. La Cassazione sembrerebbe accogliere, quindi, le disposizioni della Commissione europea nei confronti dell’Italia per “utilizzo abusivo del personale precario”, inizialmente intrapresa solo per il personale non docente della scuola, poi nel 2012 estesa anche al personale docente e il 26 agosto 2013, in seguito a numerosissime denunce, a tutto il pubblico impiego. L’Italia ha, ormai, solo due mesi di tempo per indicare quali iniziative porterà avanti per arginare il precariato. Qualora le scelte indicate dall’Italia non soddisfino Bruxelles si rischierebbe il deferimento alla Corte di giustizia, con relativa erogazione di multe salatissime fino a 8 milioni di euro. Le piogge di risarcimento danni che potrebbero riversarsi sullo Stato italiano da parte dei precari, quindi, spingono verso una sola via da intraprendere, e, cioè, l’attivazione di procedure di conciliazione presso i tribunali con stabilizzazione del posto di lavoro, al fine di non gravare sulle già instabili casse dello Stato.
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