Meena ha messo in affitto il suo utero per la seconda volta in tre anni. Questa donna di 35 anni originaria dello stato del Gujarat, nell’India occidentale, ha lasciato la scuola a dodici anni e ha svolto una serie di lavori umili, l’ultimo dei quali in una fabbrica di prodotti calcarei in cui, racconta, guadagnava tra le 50 e le 60 rupie (meno di un dollaro) al giorno.
Suo marito l’ha lasciata sola con due figli adolescenti. Nel 2017 si è proposta come madre surrogata all’Akanksha hospital & research institute, una clinica della fertilità ad Anand, una cittadina a due ore da Gandhinagar, la capitale dello stato.
La maternità surrogata, che frutta circa 400mila rupie (più o meno 5.300 dollari), è diventata una via di uscita dalla povertà estrema per molte donne nell’India rurale, sebbene non esistano dei dati