giovedì 27 agosto 2020

pc 26-27 agosto - Il fascio populismo italiano dentro il quadro imperialista USA

Ogni sovranismo nei paesi imperialisti e capitalisti di destra o di 'sinistra' è sempre fascismo e /o socialfascismo

Le nere impronte lasciate da Steve Bannon in Italia



Nel suo peregrinare non certo innocente, Steve Bannon ha avuto la possibilità di incontrare, discutere e suggerire strategie utili per gestire un “comando e dominio” in diversi territori, nazioni e “mercati da sfruttare a proprio profitto, uso e consumo”!
Nel suo tour europeo avvenuto nel 2018, Bannon non era capitato per caso fortuito, bensì ha seguito la sua indole “eversiva”, indole già espressa nella campagna elettorale che permise nel 2016 l’elezione alla presidenza USA di Donald Trump, noto in precedenza sopratutto per i suoi scandali sia economici sia “gossippari” con modelle, starlette televisive e programmi Tv all’insegna del peggior “trash”.
Il suo tour europeo, dopo aver incontrato i leader della destra francese e ungherese, si è incentrato soprattutto sulle figure della destra italiana di maggior spicco (parlare di prestigio sarebbe offensivo), con l’obiettivo politico dichiarato di “sparigliare” il campo
politico immaginando e perseguendo un possibile allineamento – se non alleanza – tra schieramenti apparentemente diversi o disomogenei come Lega (Salvini); Fratelli d’Italia (Meloni) e il M5S di Di Maio.
Nascono così alcuni incontri privati con personaggi di spicco della politica “arruffona” italica (Siri; Arata senior e junior, Salvini) o in incontri pubblici come con la Meloni nel suo storico appuntamento di Atreju (la festa annuale di Fratelli d’Italia). Tutti momenti nei quali ha potuto illustrare la sua strategia sia politica sia comunicativa.
Su quest’ultima, in particolare, ha suggerito un uso sistemico dello strumento dei social, contribuendo alla nascita de “la Bestia” (gestito da un specifico team nel quale era inserito il figlio dell’attuale presidente Rai Marcello Foa).
Nel 2018, Giorgia Meloni non risparmiò certo i sorrisi per accoglierlo e in quella festa del partito, si parlò anche del come realizzare una grande rete sovranista internazionale onorandosi di avere l’appoggio di uno come Bannon.
 
E proprio il palco di Fratelli D’Italia fu usato da Bannon per il lancio di The Movement la nuova coalizione che avrebbe unito in una linea comune e invincibile i sovranisti d’Europa e del mondo.
Tra le sue “potenti frasi” si ricorda quella rivolta a Lega e M5S secondo cui«Dal vostro governo partirà la rivoluzione», evidenziando però la sua diffidenza nei confronti del M5S (a quell’epoca al governo con La Lega).
Le due forze di governo venivano indicate come i perseguitori della politica trumpiana e della Brexit per indebolire il rafforzamento di una Unione Europea considerata troppo concorrenziale contro le politiche statunitensi USA. “Farete quello che Farage e Ukip sono riusciti a fare nel Regno Unito; quello che Trump e il Tea Party hanno iniziato a eseguire negli Stati Uniti. Ora la torcia è stata passata a voi” ha detto Bannonconcludendo il suo intervento alla festa di Atreju suscitando l’ovazione e l’entusiasmo dei partecipanti (Meloni compresa).
Non è affatto da sottovalutare la strategia comunicativa di Bannon che si avvale dell’attività di Mischaël Modrikamen, il quale da Bruxelles coordina le attività di The Movement, e del britannico Benjamin Harnwell, direttore dell’ong cattolica Dignitatis humanae institute (Dhi). Quella che ha rilevato la Certosa di Trisulti in Ciociaria per farne il proprio centro studi.
Nel suo tour europeo – ma fortemente interessato alle vicende politiche italiane – Bannon ha avuto modo di incontrarsi anche con Casaleggio (Una fonte vicina a (Steve) Bannon ha confermato a Wired che quando era a Roma, a giugno 2018, Bannon ha incontrato Davide Casaleggio»).
Dincontri Bannon ne ha avuti diversi anche con altri protagonisti delle “zone grigie” della scena politica italiana come Paolo Arata Armando Siri.
Bannon, come è noto, è stato arrestato alcuni giorni fa per frode, accusa in concorso con altre tre persone, nell’ambito della campagna online di raccolta fondi We Build The Wall per la costruzione di un muro al confine tra Usa e Messico. Ha pagato una cauzione milionaria ed subito uscito di prigione.

Nessun commento:

Posta un commento