Coronavirus, annullato il festival Alta Felicità in Valsusa
COMUNICATO DEL FESTIVAL ALTA FELICITÀ
VENAUS – Ci abbiamo sperato e provato
fino all’ultimo, ma visto l’attuale innalzamento della curva dei contagi
con il conseguente nuovo decreto governativo di Ferragosto, abbiamo
deciso di sospendere ed annullare l’edizione 2020 dell’Alta Felicità.
Una scelta dettata innanzitutto dal
senso di autotutela e di responsabilità, in un momento molto delicato,
dove accanto alle legittime preoccupazioni per la propria e altrui
incolumità causata da un nemico tanto subdolo quanto invisibile, il
virus, si mischiano altrettanto legittimi sentimenti di rabbia e
disappunto per quelle istituzioni che, invece di garantire la
possibilità di una vita dignitosa, a
cominciare da una sanità efficiente , perpetuano politiche criminogene e distruttive dell’ambiente e delle nostre vite, come il Tav in Valsusa, sperperando ingenti risorse per tutti a beneficio dei profitti per pochi.
cominciare da una sanità efficiente , perpetuano politiche criminogene e distruttive dell’ambiente e delle nostre vite, come il Tav in Valsusa, sperperando ingenti risorse per tutti a beneficio dei profitti per pochi.
Chi ci conosce e vi ha partecipato
nelle edizioni precedenti sa che non è stata una scelta presa a cuor
leggero, per tantissimi motivi, primo tra tutti perché l’Alta Felicità
non è stato e non sarà mai un Festival come gli altri. Fin dalla sua
prima edizione, al centro di tutto, abbiamo messo alcuni valori non
negoziabili, a partire da quelli dall’accoglienza e dall’inclusività,
proponendo una serie infinita di concerti, dibattiti, iniziative, a
titolo gratuito ed accessibili per tutti, giovani e “diversamente”
giovani, ed ospitando decine e decine di migliaia di persone.
Lasciare indietro qualcuno (anzi
tantissimi, viste le adesioni pervenute via social) per mettere in
pratica una versione del Festival “compatibile” con normative adeguate
ai protocolli anti-Covid (prenotazioni, accessi contingentati,
dispositivi di protezione individuali, distanziamento fisico ecc..)
sarebbe stata una scelta troppo dolorosa da prendere. Non tanto per quel
che riguarda le questioni tecnico-organizzative annesse alla messa in
sicurezza degli eventi e degli spazi, cosa che grazie soprattutto alle
capacità collettive, alla partecipazione di centinaia di volontari ed
alla grande disponibilità da parte dei tanti artisti che ci supportano,
saremmo stati in grado di garantire.
L’ostacolo, al momento insormontabile,
che ci troviamo di fronte e che stravolgerebbe radicalmente la natura
stessa dell’evento, è la consapevolezza dell’uso “politico” della
pandemia ed il conseguente rischio calcolato, nel malaugurato caso in
cui si fosse verificato un qualche contagio durante l’evento. Non è
necessaria tanta immaginazione per prefigurare le pagine dei giornali
che avrebbero additato, come d’altronde stanno facendo già da un pezzo, i
giovani e/o gli attivisti come dei pericolosi “untori”.
Come se un padrone di una
multinazionale che continua a tenere aperta la sua impresa, sfruttando
la forza lavoro a discapito della loro incolumità e grazie alla
complicità di governanti supini a Confindustria, possa essere messo
sullo stesso piano di un gruppo di giovani che rivendica il diritto alla
socialità o a quello di una famiglia che, dopo un anno terribile,
vorrebbe concedersi un po’ di svago e serenità su una spiaggia, od
ancora a quello di chi si trova a condurre una battaglia per difendere
il proprio territorio e lo vuole fare insieme a più amici e compagni
possibile.
Questa scelta, per quanto dolorosa, è
necessaria. Lo è perché il Festival non è solo un momento di incontro,
non è soltanto musica, divertimento e cultura, ma è parte di un processo
collettivo più ampio che rappresenta una speranza per la valle in cui
viviamo e per centinaia di migliaia di persone in tutta Italia.
In questa strana estate sospesa tra la
paura e le pressioni delle istituzioni e degli imprenditori per tornare
ad una presunta “normalità” impossibile ed imposta, il movimento No Tav
ha mostrato vitalità e forza, ma soprattutto ha dimostrato che si può
lottare, con intelligenza e buonsenso, anche al tempo della pandemia.
Anzi, che è necessario più che mai farlo proprio in questo momento in
cui tutti i limiti della società in cui viviamo sono resi evidenti dal
virus.
E quindi mentre alcuni politicanti si
spartivano la torta dei fondi destinati alla sanità, mentre gli
imprenditori e le mafie si sfregavano le mani pensando a nuove
speculazioni, cementificazioni, ai nuovi cantieri di grandi opere
inutili e inquinanti che sarebbero stati venduti dai giornali come la
panacea dei mali di questa crisi senza precedenti, mentre tutto questo
accadeva, i No Tav lanciavano ancora una volta un messaggio chiaro:
quello della resistenza.
Questo messaggio si è incarnato
nell’esperienza del Presidio Permanente dei Mulini dove per mesi si è
lottato senza sosta e allo stesso tempo si è messo in pratica un
embrione di forme di vita alternative a quelle che ci stanno portando al
disastro. Un’esperienza dove, nell’incontro tra il movimento No Tav
“storico” e i moltissimi giovani che hanno sviluppato interesse per le
tematiche ambientali e del cambiamento climatico, si è ragionato sulle
traiettorie che dovrebbe avere un futuro più giusto e libero per tutti e
su quali potrebbero essere i modi per metterlo in pratica.
Certo il presidio dei Mulini ha
rappresentato e rappresenta solo una scheggia in un panorama sociale più
ampio e complicato, ma è una scheggia ben conficcata nel fianco delle
lobby della speculazione, dell’inquinamento e della distruzione della
natura. Sappiamo bene che ad attenderci ci saranno giorni non facili,
che l’esperienza dei Mulini è minacciata quotidianamente dalle forze
dell’ordine al servizio di TELT e dal prossimo ulteriore allargamento
del cantiere, ma questa estate di lotta ha permesso che migliaia di
persone conoscessero e vivessero quell’angolo di Val Clarea dove la
resistenza è di casa.
Nei prossimi mesi sarà importante
continuare a partecipare con consapevolezza ed energia a
quell’esperienza, arricchirla di iniziative di lotta, culturali e di
informazione per ampliare il più possibile la prospettiva e la
possibilità di un futuro dignitoso, più giusto, in armonia con la natura
e il pianeta..insomma un futuro ad Alta Felicità!!
Come diciamo dalle nostre parti: si parte e si torna insieme. A presto.
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