sabato 4 maggio 2024

pc 4 maggio - Un operaio muore d’infarto alla Stellantis Europe di Atessa - Ad aprile gli operai e le operaie avevano lottato proprio sulle condizioni di sicurezza e salute

Massimo Di Florio, 56 anni, si è improvvisamente accasciato su un carrello colpito da un infarto alle 23,30 di ieri

04 Maggio 2024 alle 12:40

Un uomo di Lanciano è morto la notte scorsa al reparto montaggio dello stabilimento Stellantis Europe di Atessa (Chieti), ex Sevel: erano passate le 23.30 di ieri sera, al terzo turno notturno, quando Massimo Di Florio, 56 anni, si è improvvisamente accasciato su un carrello colpito da un infarto. A seguito dell'accaduto il restante turno di lavoro è stato annullato in comune accordo tra l'azienda e la Rsa di Fim, Uilm e Fismic nei reparti Montaggi e Logistica.


Ad aprile vi era stato uno sciopero e sit in Atessa Stellantis organizzato da Slai cobas e Usb, proprio per rivendicare migliori condizioni di lavoro nello stabilimento Stellantis di Atessa. 

Nel loro comunicato avevano scritto: "Il percorso di rivendicazione ci ha portato nella mattina di venerdì 12 aprile 2024 a promuovere un sit-in di protesta sotto gli uffici dello SPSAL di Chieti (ente di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro).

Una delegazione USB/Slai cobas ha avuto un'incontro con dirigenti dello Spsal per esplicitate le ragioni di tale iniziativa e consegnare un esposto contenente le richieste delle due organizzazioni: controlli su alcune specifiche postazioni di lavoro, l’attivazione di controlli periodici su postazioni a campione in tutte le officine e verifica della correttezza dei DVR (documenti valutazione rischi), verifica delle modalità di gestione della sorveglianza sanitaria e l’istituzione di un tavolo tecnico permanente.

Nelle quasi due ore di colloquio - informò la delegazione - il direttore dello SPSAL ci ha confermato,

pc 4 maggio - Stellantis, "cresce il malcontento degli operai" - Verso uno sciopero in tutti gli stabilimenti? Lo Slai cobas lo ha proposto

Da Il fatto quotidiano 

Timori per la fuga e il governo silente: la Uilm ‘chiama’ lo sciopero nazionale del settore auto

di Andrea Tundo | 2 Maggio 2024

Torino ha tracciato la strada: uno sciopero nazionale dell’auto non è più un tabù. La ritrovata unità sindacale attorno ai tagli di Stellantis e alle balbuzie del governo Meloni nel fronteggiare i segnali di disimpegno del duo Elkann-Tavares potrebbero presto trovare una forma, replicando su larga scala l’astensione dal lavoro del comparto piemontese, lo scorso 12 aprile, per chiedere un rilancio di Mirafiori.

Le mosse dell’ex Fiat nelle settimane successive sono state un segnale che ha surriscaldato il clima: cassa integrazione prolungata, contratto di solidarietà fino ad agosto, produzione ferma per tutto il mese di maggio, hanno fatto crescere il malcontento e i timori in tutti gli stabilimenti, da Pomigliano a Melfi passando per Cassino.

La Uilm: Trascorsi ormai tre mesi dalla richiesta avanzata con Fiom e Fim alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché convochi l’ad di Stellantis Carlos Tavares, il coordinamento nazionale del sindacato dentro Stellantis ha reiterato l’appello alla premier: “Bisogna dare un seguito concreto al tavolo automotive aperto al ministero delle Imprese e del Made in Italy che finora non ha dato nessuna risposta e i vertici aziendali devono fare completa chiarezza sui programmi produttivi per il nostro Paese, indicando investimenti e tempistiche”. Senza una risposta urgente, ecco la proposta: “Proporremo lo sciopero nazionale del settore automotive alle organizzazioni sindacali con cui ci siamo già mobilitati unitariamente”.

Al di là della crisi di Mirafiori dettata dagli ordinativi ai minimi della 500 elettrica, Stellantis non ha ancora fornito dettagli sui cinque modelli elettrici annunciati a Melfi mentre Cassino regge le proprie fortune sulla produzione di Stelvio e Giulia, mentre si assemblano – spiegano fonti sindacali – appena sei Grecale elettrica al giorno. I timori riguardano anche l’indotto, strettamente connesso alle commesse di Stellantis, in particolare a Melfi.

“Anche l’arrivo di un eventuale secondo produttore – evidenziano i metalmeccanici della Uil – potrebbe essere positivo solo qualora si aggiungesse a un consolidamento e a un rilancio di Stellantis e non certo se arrivasse in sua sostituzione totale o parziale, come sembra adombrare lo stesso governo”.

VOLANTINO DELLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE diffuso a

pc 4 maggio - Il governo Meloni-Crosetto è tutto impegnato per la guerra, per i profitti dei padroni e dei mercanti di morte

da Controinformazione rossoperaia del 3/04

Vogliamo sottoporre all’attenzione dei lavoratori, dei compagni, le notizie dei giornali dei padroni che riguardano la guerra imperialista. Vediamo che la stampa borghese non usa i nostri termini per definire questa fase bellica in atto, perché chiamarla “imperialista” oppure “inter-imperialista” significa rilevare l’unica verità che c’è dietro le guerre di quest’epoca che Lenin analizzò come “imperialista”: la spartizione del mondo delle potenze a capitalismo avanzato, i profitti che i padroni realizzano sulla pelle dei popoli e dei proletari e la via necessaria per impedire l’ennesimo macello mondiale che è il rovesciamento del proprio imperialismo e dello Stato che ne rappresenta gli interessi.

Sono i passaggi concreti dell’imperialismo italiano che ci devono interessare, sono le azioni del governo attuale, il governo Meloni, la sua composizione e la sua natura contro cui bisogna lottare se si vogliono effettivamente contrastare i piani di guerra, il protagonismo bellico, la corsa agli armamenti, l’economia di guerra, il fascismo e la reazione, scaricati tutti sui lavoratori, sui proletari e sulle masse. 

Precisiamo sempre che il governo Meloni è l’ennesimo governo dei padroni, è in continuità con il governo precedente di Draghi che gli ha aperto la strada, ma è un governo della parte più reazionaria,

pc 4 maggio-La repressione nelle università USA accende la ribellione e il contagio della solidarietà al popolo palestinese

 da Controinformazione rossoperaia del 3/04


Le proteste a favore del popolo palestinese stanno dilagando in tutto il mondo, dai giovani studenti in prima fila che in Italia stanno dando dimostrazione di una straordinaria e incessante solidarietà al popolo palestinese occupato, bombardato e massacrato, agli studenti in tutto il mondo e lo stanno facendo nelle scuole, nelle università e nelle piazze sia con la protesta sia con le azioni dirette contro i legami economici, accademici, militari dei paesi imperialisti con lo stato nazisionista israeliano e contro il genocidio in corso.

Proteste che sono nate all’interno del “ventre della bestia” imperialista – come si dice – che arma, appoggia e sostiene Israele, dall’imperialismo USA al governo Meloni in Italia. Proteste che polarizzano il sostegno: i popoli con la Palestina e i governi imperialisti con Israele.

Proteste che hanno ricevuto non certo l’attenzione dei governi ma da questi solo la brutale repressione con le cariche poliziesche come è successo in Italia, una repressione che però non piega le proteste studentesche ma che, anzi, le alimenta e fa divampare l’incendio che è arrivato fino agli USA.

Le proteste in questi giorni sono cominciate alla Columbia University di New York e si sono estese ad altri atenei con gli studenti che hanno allestito accampamenti all’interno dei campus universitari e tenuto manifestazioni contro il genocidio israeliano a Gaza e in solidarietà con gli studenti della Columbia, accampamenti che si sono diffusi nei campus non solo degli Stati Uniti, ma anche in Australia, Francia e in altri paesi ancora.

Oggi con la Palestina come ieri con il Vietnam, un movimento mondiale che ha appoggiato la resistenza e la guerra di popolo in Vietnam e ha contribuito non solo alla sua vittoria ma anche ad alimentare l’internazionalismo proletario e lo scontro di classe, antimperialista. Perchè la Palestina sia veramente il nuovo Vietnam dobbiamo organizzare comitati e, parafrasando una canzone degli anni ‘70 di Della Mea, dal titolo “creare uno-due-tre molti Vietnam”, potremmo dire

è nella tua fabbrica la tua Palestina/nel tuo padrone la tua Palestina/nella tua scuola la tua Palestina/nella carica della polizia la tua Palestina”.

La lotta solidale con la Palestina preoccupa il governo imperialista USA che manda la polizia a compiere un violento sgombero alla Columbia University. Ci sono stati diversi arresti e feriti tra gli studenti solidali con Gaza e, nell’irruzione, la polizia ha preso a calci gli studenti, li ha immobilizzati a terra e gettati giù per le scale, ci sono stati 300 arresti e le loro tende smantellate dai vigliacchi in divisa.

Osservatori e giornalisti non sono potuti entrare nella Hamilton Hall, ribattezzata Hind’s Hall in onore di Hind Rajab, una bambina palestinese di 6 anni uccisa dall’esercito israeliano a Gaza, che è diventata l’epicentro del movimento studentesco pro-Palestina negli USA.

Questa università ha una lunga storia di lotte: nell'aprile del 1968 Hamilton Hall fu il primo di cinque edifici ad essere occupato dagli studenti che protestavano contro la guerra del Vietnam e nel 1985 è stata il centro delle proteste contro l’apartheid in Sud Africa.

Ora il "normale svolgimento delle attività universitarie" è la protesta continua, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, gli studenti hanno organizzato un luogo libero e liberato in cui anche il movimento più in generale può partecipare direttamente, imparare e discutere le questioni del giorno.

Ma prima di tutto c’è la popolazione di Gaza: oltre all’ampia richiesta di un cessate il fuoco e della fine dell’assalto genocida di Israele a Gaza, queste proteste chiedono alle università di recidere qualsiasi legame finanziario o accademico con Israele, rivelare i loro collegamenti finanziari e ritirare accuse o azioni disciplinari contro gli studenti.

Uno studente ha detto: “non penso che le preoccupazioni sulla nostra sicurezza personale siano in prima linea nelle nostre menti in questo momento. Penso che in prima linea nelle nostre menti ci sia la violenza che i palestinesi subiscono ogni giorno per mano dello Stato israeliano in questi ultimi sei mesi e che dura, ancora una volta, da quasi 80 anni. Quello che stiamo mettendo in gioco ha un rischio davvero minimo rispetto a quello che stanno attraversando gli abitanti di Gaza… Questo è il minimo che possiamo fare, come giovani in una situazione privilegiata, per assumerci la responsabilità della situazione”.

Una studentessa ha affermato: “non posso e non potrei sopportare di essere complice del continuo sostegno della nostra università alla campagna genocida di Israele. Non sono rimaste università a Gaza, quindi abbiamo scelto di rivendicare la nostra università per il popolo palestinese”.

Il 22 aprile, il presidente Biden ha calunniato e minacciato gli studenti, dichiarando: “Condanno le proteste antisemite”. Il presidente della Camera Mike Johnson e un gruppo di funzionari repubblicani fascisti hanno tenuto una conferenza stampa a Low Steps nel cuore del campus della Columbia. Johnson ha denunciato quella che ha definito “la preoccupante ascesa dell’antisemitismo virulento nei campus universitari americani” e ha avvertito che “agitatori e radicali senza legge” stanno “prendendo il sopravvento”. Gli studenti dell'accampamento di protesta dall'altra parte della piazza lo hanno fischiato sonoramente quando ha finito.

Gli studenti in tutto il mondo hanno chiaro cosa significa genocidio in Palestina e la solidarietà al popolo e alla sua resistenza, mettono in gioco sé stessi e speriamo siano l’incendio che divampi nei luoghi di lavoro perché gli operai e i lavoratori sono ancora molto indietro e dove manca l’organizzazione che forma le coscienze non sono ancora in grado di essere indipendenti, autonomi, critici rispetto alla propaganda di stampa e tv che sono nelle mani di chi li sfrutta, di chi li ha trascinati in una guerra per i profitti e che oggi li vuole complici del genocidio nazisionista.

pc 4 maggio - MESSAGGIO AGLI STUDENTI UNIVERSITARI DI TUTTO IL MONDO DI SAMAH JABR: La solidarietà in azione - guarire la nostra umanità ferita attraverso una mobilitazione globale

 

di Samah Jabr

A tutte e tutti i coraggiosi manifestanti, offro queste parole di lode e di incoraggiamento: Sappiate che il popolo della Palestina vi guarda, legge i vostri striscioni e ascolta i vostri slogan!

Commossi dalla vostra solidarietà, troviamo conforto e forza nel vostro sostegno. Le vostre azioni contribuiscono a rigenerare i nostri legami di comune umanità ferita dai regimi egemonici che perpetuano l’ingiustizia sulla Terra.

Come psichiatra palestinese, testimone della recente ondata di militanza studentesca nelle università degli Stati Uniti in solidarietà con la Palestina e osservando allo stesso tempo la reazione locale dei palestinesi, sono colpita dal profondo potenziale terapeutico insito in questi movimenti.

Mentre il popolo palestinese continua a sopportare le brutali realtà dell’occupazione, dell’apartheid e della violenza inflitta dallo Stato israeliano, il sostegno inflessibile dei giovani militanti del mondo intero è un soffio di vita che allevia il nostro strangolamento sotto un’oppressione israeliana senza precedenti.

La censura delle critiche contro il sionismo e lo Stato israeliano gestita come misura di sicurezza all’interno delle università americane è una manifestazione inquietante del silenziamento sistemico delle voci pro-giustizia e pro-palestinesi.

Di fronte a questa repressione, le azioni coraggiose degli studenti e delle studentesse della Columbia che hanno eretto delle tende nel campus e chiesto il disinvestimento dalle imprese che beneficiano delle attività israeliane sono degli atti audaci di sfida. Malgrado gli arresti e le misure di repressione prese dagli amministratori dell’università, la loro resilienza ha innescato manifestazioni simili in tutto il Paese e all’estero, dove i governi si allineano alle politiche israeliane.

In questo contesto, la solidarietà degli studenti degli Stati Uniti verso i palestinesi non è soltanto una posizione politica, ma un imperativo morale, etico.

Si tratta di un rifiuto importante della complicità storica dei governi e dei media americani nel loro sostegno all’occupazione israeliana e alla sua violenza contro il popolo palestinese.

L’ingenuità, la passività, l’apatia e l’insensibilità dei comuni cittadini hanno da sempre contribuito alla nostra tragedia nazionale allo stesso modo della malvagità e perversità dei leader dei regimi colonialisti.

Ma solidarizzando con i palestinesi questi studenti e queste studentesse sfidano la narrazione dell’oppressore e propongono una contro-narrazione fatta di empatia, di giustizia e di umanità.

Grazie alle loro energie, il loro idealismo, la loro empatia e la loro sete di giustizia, questi studenti e studentesse, i giovani in generale, hanno il potenziale per costituire una bussola morale per qualsiasi nazione.

Il loro attivismo per la Palestina riflette un impegno per i valori universali dei diritti dell’uomo, della dignità e dell’uguaglianza. Inoltre, la loro volontà di sfidare le strutture di potere esistenti testimonia una profonda comprensione dell’interconnessione delle lotte globali contro l’ingiustizia.

Non si insisterà mai abbastanza sugli effetti terapeutici della solidarietà internazionale per i palestinesi. Per un popolo che ha sopportato decenni di sfollamento forzato, espropriazione e violenza, la consapevolezza di non essere solo nella sua lotta è fonte di conforto e di incoraggiamento.

Questo riafferma la nostra umanità di fronte alla disumanizzazione e offre un barlume di speranza per un futuro libero dall’oppressione.

Come psichiatra, io credo nel potere curativo della solidarietà. I suoi benefici sono reciproci, arricchendo sia chi dà sia chi riceve.

Solidarizzando con i palestinesi gli studenti e le studentesse universitari e gli attivisti non soltanto difendono la giustizia, ma si impegnano allo stesso tempo in una guarigione collettiva dal senso di colpa e dall’impotenza legate al trauma vicario [inteso come esposizione indiretta a un evento traumatico che colpisce altri].

Le loro azioni incarnano i principi di empatia, di compassione e di riconoscimento che sono essenziali per la costruzione di un mondo più giusto e pacifico.

Spero che la loro solidarietà continui a svilupparsi, al di là delle frontiere e delle barriere, fino al giorno in cui la Palestina sarà libera e la giustizia sarà realizzata per tutti.

 * 30 aprile 2024, pubblicato su www.chroniquepalestine.com in inglese e in francese.   Trad. it. dal fr. di Maria Rita Prette (Sensibili alle foglie).


pc 4 maggio - L'Italia sempre più interna nella guerra interimperialista in corso in Ucraina - Lottare contro la guerra significa rovesciare il governo imperialista italiano

Storm Shadow, i nuovi missili che cambiano il ruolo dell’Italia nella guerra in Ucraina

Storm Shadow, i nuovi missili che cambiano il ruolo dell’Italia nella guerra in Ucraina

La svolta del governo Meloni con la consegna a Kiev. I documenti della nostra Difesa li definiscono “armi strategiche in grado di modificare le sorti di un conflitto con attacchi in profondità”. Colpiscono a 500 chilometri dal fronte, con quasi mezza tonnellata di esplosivo

3 minuti di lettura

La consegna dei missili “Storm Shadow” all’Ucraina segna un momento di svolta nel contributo italiano alla guerra. Si tratta infatti di armi che per raggio d’azione, tipo d’impiego e carica distruttiva sono addirittura superiori a quelle fornite dagli statunitensi.

pc 4 maggio - Primo Maggio a Tunisi




pc 4 maggio - L'internazionalismo reazionario di Lotta Comunista/l'aristocrazia operaia fatta di dirigenti e burocrati sindacali dei paesi imperialisti contro la lotta dei popoli oppressi - oggi contro il popolo palestinese

Come negli anni 70 contro il popolo vietnamita, il razzismo travestito di rosso dell'integrazione

La pioggia non ferma il primo maggio di Lotta comunista: “L’internazionalismo unica arma contro guerra e razzismo”

Niente corteo causa meteo ma pienone nella tensostruttura al Porto antico. Bandiere rosse, tanti stranieri e militanti di ogni età: "Oggi è una giornata di lotta"

Genova. Non basta certo la pioggia a fermare il tradizionale primo maggio di Lotta comunista a Genova. Il corteo, che doveva attraversare il centro città fino in piazza De Ferrari, è stato annullato a causa del maltempo, ma la macchina organizzativa si è mossa per tempo trasferendo nel giro di 24 ore la manifestazione sotto la tensostruttura del Porto antico.

Bandiere rosse, coccarde, militanti di ogni età e di ogni provenienza sociale e geografica, le filarmoniche di Cornigliano e di Sampierdarena a intonare L’Internazionale e Bandiera Rossa, l’entusiasmo dei più giovani e lo sguardo fiero di dirigenti e sostenitori dai capelli grigi che ritrovano

venerdì 3 maggio 2024

pc 3 maggio - Uno sciopero alla Volkswagen Usa

 in via di traduzione

On the 19th of April the workers at the Volkswagen automotive assembly plant in Chattanooga, Tennessee, owned by the German automotive monopoly Porsche, voted to unionize. Of the 4,300 workers at the plant, 84% participated in the vote, of which 73% voted to unionize. The plant was reportedly the only Volkswagen facility in the world without any form of unionizing.

The unionizing of the workers at the Volkswagen plant in Tennessee is part of a campaign by the automotive union to organize more of the 150,000 non-unionized automotive workers, mostly in the southern States of the USA. The campaign is building on the momentum of the six week strike against the US automotive monopolies General Motors, Ford and Stellantis, last year which achieved an 11% wage increase. As the monopolies with non-unionized workers increased wages hoping to prevent unionizing, also the non-unionized workers experienced the importance of striking.

Last year saw a significant increase in strikes in the USA, with the largest number of “work stoppages”

pc 3 maggio - La Corte Penale Internazionale è a Gaza per indagare sui crimini di guerra. Panico nel governo israeliano

La Corte Penale Internazionale è a Gaza per indagare sui crimini di guerra. Panico nel governo israeliano

I procuratori della Corte Penale Internazionale (Cpi) hanno cominciato a interrogare come testimoni il personale dei due maggiori ospedali di Gaza. E’ quanto hanno riferito due fonti a Reuters, in quella che è la prima conferma che gli inquirenti della Corte hanno parlato con i medici di possibili crimini nella Striscia di Gaza.

Secondo le fonti gli inquirenti della Cpi hanno raccolto testimonianze dal personale che ha lavorato nell’ospedale principale di Gaza, nel nord dell’enclave, Al Shifa, e nell’ospedale principale di Khan Younis, nel sud, Nasser.

Le fonti non hanno voluto fornire ulteriori dettagli, dimostrandosi preoccupate per la sicurezza dei potenziali testimoni.

Il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan ha dichiarato lunedì di essere profondamente preoccupato per le notizie di bombardamenti e potenziali incursioni a terra da parte delle forze israeliane nella città meridionale di Gaza, Rafah.
Khan ha postato su X dopo gli attacchi aerei nella città che è l’ultimo rifugio di circa un milione di civili sfollati.
Il procuratore ha dichiarato che il tribunale sta “indagando attivamente su qualsiasi crimine presumibilmente commesso” a Gaza e che “coloro che violano la legge saranno chiamati a risponderne”.

Le parole e le azioni avviate dalla CPI stanno seminando il panico nel vertice di governo israeliano per la paura di essere incriminati per crimini di guerra.

Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ha dato istruzione alle delegazioni diplomatiche all’estero di “prepararsi a una grave ondata di manifestazioni antisemite, antiebraiche e anti-israeliane a livello globale” nel caso che la Corte Penale Internazionale emetta nei prossimi giorni dei mandati d’arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore Herzi Halevi.

Katz ha esortato la Corte Penale Internazionale a non emettere tali mandati e a respingere le false premesse su cui si baserebbero.

Se verranno emessi, quei mandati colpiranno i comandanti e i soldati delle Forze di Difesa israeliane impegnati nella difesa del paese e sproneranno ulteriormente l’organizzazione terroristica Hamas e l’asse islamista estremista capeggiato dall’Iran contro il quale stiamo combattendo. Israele – ha proseguito il ministro israeliano– opera nel pieno rispetto di tutte le leggi di guerra, accompagnato da

pc 3 maggio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - La solidarietà alla resistenza palestinese - La guerra imperialista

 

pc 3 maggio - Gb, la polizia preleva i migranti destinati in Ruanda dalle loro case - Video diffuso proprio il 1° Maggio

Presi, anche ammanettati come se fossero criminali, messi in camion-gabbie, per poi essere spediti in Ruanda. Una pratica "schiavista" che anche altri Stati vogliono seguire

 

Il ministero degli Interni britannico ha pubblicato un video che mostra il personale delle forze di polizia che si occupano dell'immigrazione che preleva i migranti dai loro luoghi di residenza nel Regno Unito prima della loro deportazione in Ruanda. Il parlamento britannico ha approvato una legislazione che costringe i migranti che non superano la procedura di asilo a lasciare il Paese ed essere trasportati forzatamente in Ruanda. Il ministero degli Interni afferma che i voli dovrebbero iniziare "nelle prossime nove-undici settimane". La politica ha lo scopo di dissuadere i migranti dall'attraversare la Manica per raggiungere la Gran Bretagna dalla costa francese su piccole imbarcazioni.

giovedì 2 maggio 2024

pc 2 maggio - Formazione operaia - "Non abbiate paura, signori!" - Lenin "Che fare?"


Una volta chiarito da parte di Lenin che i compagni che servono per l'organizzazione dei rivoluzionari devono essere differenti da un attivista sindacale e anche da un dirigente di un organismo sindacale, sia pure di classe, nel senso buono in cui lo intendiamo noi, resta il problema principale di come conquistare gli operai all'organizzazione rivoluzionaria, questione strategica e tattica fondamentale sia agli inizi della costruzione dell'organizzazione che nel suo consolidarsi e svilupparsi.

I compagni che dirigono o aspirano a dirigere l'organizzazione rivoluzionaria nella maggior parte dei casi e per ragioni già spiegate, o largamente intuibili, non sono operai, anche se operai nell'organizzazione rivoluzionaria ci sono e tendono costantemente ad avvicinarsi, non in grande quantità, e spesso si tratta di singoli operai d'avanguardia.

Qui Lenin è chiaro sul compito da svolgere: "Il nostro primo e più urgente dovere è quello di contribuire alla formazione di rivoluzionari operai che, per quello che riguarda l'attività di partito, stiano allo stesso livello dei rivoluzionari intellettuali (sottolineiamo le parole, per quel che riguarda l'attività di partito, perchè negli altri riguardi per gli operai non è così facile, nè così urgente, benchè sua necessario raggiungere un tale livello) - quanto è importante questa parentesi, diciamo noi - Perciò si deve rivolgere l'attenzione principale al lavoro per innalzare gli operai ai rivoluzionari e non dobbiamo affatto abbassarci noi a livello della "massa operaia", come vogliono gli economisti, a livello degli "operai medi""

Nella maggior parte dei casi anche nell'organizzazione rivoluzionaria, anche in quei compagni pronti a criticare l'economismo, a non voler essere economisti, il comportamento e l'azione è esattamente il contrario di quella indicata da Lenin. E facendo il contrario si diventa sempre più "sindacalisti" e

pc 2 maggio - Dalle manifestazioni del 1° Maggio Milano e Bergamo

 Intervento proletari comunisti e alcune foto Milano 




intervento studente Bergamo e alcune foto


pc 2 maggio - Voci del 1° Maggio di lavoratori e lavoratrici di Palermo

Messaggio da una lavoratrice di Palermo

Buon 1 Maggio a noi lavoratori e lavoratrici 

A chi difende il proprio posto di lavoro con coraggio e tenacia, a chi lo cerca ,a chi lo ha perso ingiustamente, a chi non è stato difeso, nel cuore chi è morto per il lavoro sfruttato senza ritegno dai padroni, a tutti i lavoratori del mondo 

A noi lavoratori e lavoratrici persone straordinarie nella "normalità " quotidiana chiamati a lottare per una società senza più sfruttamento e oppressione da parte di un pugno di padroni .

Messaggio di un precario Slai Cobas sc

Cari lavoratori buon primo maggio a tutti i lavoratori e lavoratrici e un pensiero a tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro ingiustamente, a chi è oppresso dal padrone con turni massacranti e senza nessun diritto , a chi lavora in condizioni economiche sottopagate, a chi è morto sul lavoro e alle Donne lavoratrici che spesso vengono prese di mira sul posto di lavoro anche con atti sessisti disgustevoli. Che

pc 2 maggio - Cronache dalle proteste nelle università USA - ultim'ora sgombero alla Columbia

Usa, violento sgombero alla Columbia University. Arresti e feriti tra gli studenti solidali con Gaza

www.kulturjam.it è un quotidiano online indipendente

Columbia University, irruzione della polizia: studenti presi a calci, immobilizzati a terra e gettati giù per le scale, 300 gli arresti. Osservatori e giornalisti non hanno potuto entrare nella Hind’s Hall.

Violento sgombero alla Columbia University. Oltre 120 università nel mondo occupate per Gaza*

Martedì notte la polizia in tenuta antisommossa ha fatto irruzione nei campus della Columbia University e del City College of New York, arrestando oltre 300 studenti per smantellare gli accampamenti di solidarietà con Gaza.

Gli agenti sono entrati da una finestra della Hamilton Hall, ribattezzata Hind’s Hall in onore di Hind Rajab, una bambina palestinese di 6 anni uccisa dall’esercito israeliano a Gaza, usando una scala fissata a un veicolo della polizia.

 in via di traduzione

Encampments and Demonstrations Against Israel’s U.S.-Backed Genocide in Gaza Spread to 100 Campuses Across U.S. 

Tent city at Columbia University in support of Palestine, as arrests begin on Thursday, April 18.             

This past week, a wave of protest encampments and demonstrations has rapidly spread across the U.S. The encampment set up by Columbia University students on April 17 in the middle of campus, the

pc 2 maggio - Napoli in piazza per il 1° Maggio

cronaca stampa

Una manifestazione per dire no agli incidenti sul lavoro e alla guerra si è svolta oggi a Napoli.

Un corteo è partito da piazza del Gesù e dopo aver attraversato le vie della città, affollate dai turisti, ha raggiunto piazza dei Martiri,  dove ha sede l'associazione degli industriali già presidiata dalla polizia.

Al corteo, lungo la strada, si sono aggiunti anche studenti, disoccupati e rappresentanti dei centri sociali che hanno urlato slogan contro la guerra in Medioriente.
In piazza dei Martiri, alcuni manifestanti che erano a distanza dalle forze dell'ordine, hanno lanciato dei palloncini contenti vernice rossa verso il portone di ingresso dell'associazione degli industriali. 

"Contro il Governo della guerra" si legge sulla striscione che guida il corteo. Altri striscioni, tenuti dalle organizzazioni studentesche, chiedono invece che le università vengano "liberate dalla guerra" e che gli studenti si uniscano per supportare la Palestina. Il corteo ha preso le mosse dal centro storico e, dopo aver attraversato piazza del Plebiscito, è arrivato fino alla sede di Confindustria, in zona Chiaia, protetta da un cordone di agenti in assetto antisommossa. I manifestanti hanno lanciato vernice rossa contro l'edificio, ma non si sono registrate tensioni con le forze dell'ordine.




Comunicato unitario delle realtà promotrici del corteo di Napoli.

1 MAGGIO OPERAIO, PROLETARIO, COMBATTIVO
La pioggia battente di stamattina non ha fermato la rabbia e la determinazione di migliaia tra lavoratori e lavoratrici, disoccupati/e, studenti e studentesse scesə in piazza contro il governo Meloni e le sue politiche antiproletarie e guerrafondaie.
Subito dopo la partenza, gli studenti e le studentesse hanno aperto uno striscione che sottolineava la

pc 2 maggio - Torino 'resistente' si prende il 1° Maggio - info

 Il passaggio dello spezzone sociale e, la sua entrata in piazza San Carlo, è stato accompagnato dall’approvazione e dal consenso nei confronti dei giovani che trovano il coraggio e la forza di mobilitarsi in questo panorama grigio.

Contro la vostra “pace” e il vostro “lavoro” la lotta è solo all’inizio

Primo maggio a Torino: con la resistenza palestinese, contro il governo della crisi sociale.

Sotto una pioggia battente questa mattina in piazza Vittorio a Torino viene espressa la parte viva e attiva di questa città. Dopo dieci giornate di mobilitazione contro il summit del G7 Ambiente e Energia un’altra giornata partecipata, eterogenea e determinata ha attraversato le strade di questa città. La nostra città è stata trattata dalle forze dell’ordine come un territorio straniero da occupare in forze. Elicotteri, blindati, idranti, forze speciali hanno bivaccato per giorni nelle vie di Torino a dimostrare l’inimicizia delle élites mondiali per la gente comune. Il potere ha fatto la sua dimostrazione muscolare, ma dal basso la mobilitazione ha saputo mettere in difficoltà la controparte: dalla valle fino alla città la nostra terra non si piega. I giornali hanno tentato di oscurare l’eterogeneità delle iniziative, ma la realtà oltrepassa questi pennivendoli proni al potere.

Questa mattina il corteo del primo maggio, e in particolare lo spezzone sociale, ha visto la

pc 2 maggio - Manifestazione di Roma per il 1° Maggio

Basta morti sul lavoro”: corteo per le strade di Roma per il Primo Maggio

Una giornata non di festa, ma di lotta, quella del Primo Maggio per chi ha partecipato al Corteo partito da Largo Bartolomeo Perestrello, nella zona Torpignattara a Roma, per finire a Via dei Consoli.

“Noi siamo qui a manifestare in questa data per ribadire la volontà ad invertire questa tendenza, crediamo che il 1° maggio sia un’occasione per rilanciare il conflitto, la solidarietà di classe, l’unità dei lavoratori e le lavoratrici a prescindere dal colore della pelle o dal paese di provenienza.”
 
vedi video

pc 2 maggio - Milano - lavoratori e palestinesi in piazza il 1° Maggio un primo video

 

pc 2 maggio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Voci dal primo maggio - Milano/Bergamo/Palermo/Taranto

 

pc 2 maggio - Report dal presidio dell'Aquila in solidarietà dei partigiani palestinesi


Si è tenuto il 30 aprile, in occasione dell'udienza di merito per l'estradizione di Anan Yaeesh, un nuovo presidio davanti al tribunale dell’Aquila, con la partecipazione di una ventina di compagni e compagne di L’Aquila e Roma.

Questa volta l'udienza è stata preceduta dalla inattesa novità del ritiro della richiesta di estradizione di Anan da parte dell’entità sionista.

Nella nota inviata dalle autorità israeliane al Ministero della giustizia si legge infatti che “Alla luce dell’esistenza di indagini italiane in corso le autorità israeliane desiderano in questa fase di ritirare la domanda di estradizione e si riservano il diritto di ripresentarla in una fase successiva nel caso scelgano di farlo. Vorremmo ringraziare le autorità italiane per il loro impegno e assistenza in questo caso e ribadiamo la nostra disponibilità a una continua collaborazione tra i due paesi”.

La rinuncia, peraltro temporanea, dello stato israeliano all’estradizione di Anan, se da un lato riconosce al governo italiano il ruolo di primo piano nella repressione della resistenza e nella collaborazione al genocidio del popolo palestinese, dall’altro omette di citare, tra le motivazioni con cui la Corte di Appello dell’Aquila ha rigettato la richiesta, le torture inflitte ai prigionieri politici palestinesi che hanno avuto un’eco internazionale, con tanto di timbro di una Corte italiana.

In un momento in cui i vertici del governo Netanyahu rischiano un mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini di guerra, e a fronte di una seconda sentenza negativa da parte di una Corte italiana, relativa questa volta anche al vigente sistema di apartheid che permette ai coloni di essere giudicati da Corti Civili, mentre impone Tribunali Militari ai nativi palestinesi, la procura di Telaviv prende tempo e toglie dall’imbarazzo il governo Meloni, che tramite la procura dell’Aquila tiene in ostaggio Anan, Ali e Mansour sulla base delle accuse mosse da Israele per giustificare la richiesta di estradizione.

Constatato il ritiro di quest’ultima, logica vorrebbe che i tre prigionieri palestinesi fossero prosciolti e scarcerati. Ma siamo in tempi di guerra, con l'Italia schierata con Israele e contro la resistenza palestinese, e alla Corte d'Appello de L'Aquila con è rimasto che chiudere il caso Anan con la formula del “non luogo a provvedere". Di una eventuale libertà se ne potrà riparlare solo dopo l'estate in Cassazione, nell'udienza del ricorso della difesa contro la conferma dell'arresto di Anan, Ali e Mansour, da parte del Tribunale della libertà de L'Aquila.

pc 3 maggio - Ancora sul corteo di Torino del 1° Maggio

Corteo Primo Maggio Torino. La partenza sotto la pioggia, gli striscioni e i discorsi. Bandiere palestinesi sul palco, e sul Cavàl 'd Brons compare «Palestina libera»

Al via la Festa dei lavoratori con percorso alternativo. In testa le autorità, in coda gli antagonisti
  • 9.40 È partito sotto la pioggia il corteo del Primo maggio a Torino con un percorso totalmente nuovo rispetto agli scorsi anni. Dopo il ritrovo in piazza Vittorio Veneto, la manifestazione non attraverserà via Po, ma passerà da lungo Po Cadorna, corso San Maurizio per poi risalire in piazza Castello dai Giardini Reali.

    Come sempre il comizio conclusivo si terrà, come di consueto, sul palco di piazza San Carlo

    In testa al corteo, dietro i gonfaloni istituzionali, il sindaco Stefano Lo Russo e le altre istituzioni. Subito dietro i sindacati CGIL, CISL e UI e poi associazioni, partiti e movimenti. In coda le tante anime dello spezzone sociale con antagonisti No TAV
Una scritta sul Cavàl'd Brons

Con i discorsi degli autonomi si è conclusa la manifestazione senza nessun disordine o momento di tensione. Ma gli attivisti hanno dato appuntamento nel centro sociale Askatasuna per «continuare la festa» in corso Regina Margherita 47, lo stabile diventato «bene comune» grazie a un percorso di

pc 2 maggio - Primo maggio a Istanbul

pc 2 maggio - Una dichiarazione congiunta dei compagni afghani e iraniani - per il dibattito nel movimento comunista

 1o Maggio proletario e internazionalista

Proletari e popoli oppressi di tutto il mondo, unitevi!

Il primo maggio è la giornata mondiale della classe operaia e delle masse oppresse. È il giorno in cui la classe operaia, accanto ai lavoratori e agli oppressi, nei paesi imperialisti e nei paesi oppressi dall’imperialismo, si riunisce nelle strade, esprimendo la propria solidarietà mondiale contro lo sfruttamento imperialista e gli oppressori al potere nei paesi imperialisti. Si riuniscono, marciano e si ribellano in un’azione simultanea contro la tirannia del potere e della ricchezza, combattendo e ribellandosi, perseguendo la loro via verso l’instaurazione del socialismo e del comunismo sulla terra. Il primo maggio è sempre stato un giorno di picco delle lotte di lavoratori e lavoratori contro il sistema capitalista, il dominio imperialista e i regimi burocratico-capitalisti e semi-feudali, per l’instaurazione della nuova democrazia, del socialismo e comunismo.

Guardando allo stato attuale del mondo troviamo l’allineamento di due poli fondamentali: capitalismo e socialismo, proprietari dei mezzi di produzione e massa dei produttori privati dei mezzi di produzione, capitalisti e lavoratori, gli uni opposti agli altri nella maggior parte dei paesi .

Capitalismo imperialista - Crisi economica:

Per la maggioranza di operai e dei lavoratori, la situazione nei paesi imperialisti è oggi molto peggiore che negli ultimi dieci anni. Nei paesi imperialisti occidentali, la crisi generale iniziata nel 2008 ha continuato a peggiorare, intensificandosi durante il periodo COVID e esacerbandosi ulteriormente con le guerre reazionarie imperialiste, quella della Russia e dell’imperialismo occidentale in Ucraina, e ora quella dello Stato sionista di Israele contro il popolo palestinese. Questa crisi è ancora peggiore di prima.

Crisi economica e salari operai:

Il peso di queste crisi e guerre ricade pesantemente sulle spalle della classe operaia, dei lavoratori e delle classi medie. Nella maggior parte dei paesi imperialisti si registra un’inflazione dilagante e aumenti dei prezzi, registrabili non più su base annuale, ma mensile e persino settimanale. Nella maggior parte di questi paesi, negli ultimi quindici anni i prezzi dei beni essenziali quali cibo, assistenza sanitaria e alloggio sono anche più che raddoppiati, specie negli ultimi cinque anni e soprattutto negli ultimi due anni. Allo stesso tempo, i salari dei lavoratori non registrano un aumenti corrispondenti da anni. In alcuni paesi imperialisti, il salario minimo è stato fissato a circa 1 dollaro l’ora di lavoro per garantire la redditività dei datori di lavoro. Di conseguenza, il valore reale del lavoro, che include la riproduzione della forza lavoro secondo esigenze di vita standard, compresi un certo livello di istruzione, sanità e svago, è crollato ben al di sotto del 50% dei livelli pre-crisi economica del 2008. Oltre a questo calo dei salari reali, è aumentata la disoccupazione, sia ufficiale che occulta (compreso il part-time). Inoltre, in alcuni paesi imperialisti, le tasse sono aumentate, mentre i servizi sociali, soprattutto nel settore sanitario, sono stati drasticamente tagliati, riducendo le masse operaie e i lavoratori in condizioni economiche insopportabili.

Guerre di frontiera e indebolimento degli imperialisti:

In proposito, oltre il il turbinio di guerre degli ultimi tre decenni, vanno menzionate in particolare la

pc 2 maggio - 1° Maggio delle lavoratrici - "Le prime tra gli ultimi" - Perchè siano le prime nella lotta contro padroni e governo

Alla vigilia del 1° Maggio i provvedimenti annunciati dalla Meloni - interni ad un decreto soprannominato da alcuni giornalisti, appunto, ‘dl Primo maggio', non solo sono una miseria a fronte della condizione di vita, di lavoro o non lavoro di tantissimi lavoratori, senza reddito, ma per le donne, le lavoratrici diventano una grande ipocrisia, di fatto una conferma che comunque prioritario resta sempre il ruolo delle donne di fare figli.  
A gennaio 2025 vi saranno 100 euro una tantum in busta paga per i lavoratori dipendenti con un reddito al di sotto dei 28mila euro, ma solo se hanno il coniuge e almeno un figlio a carico o anche chi non ha coniuge deve avere comunque un figlio a carico - "per comprare un regalo al figlio" ha detto il viceministro all'Economia Maurizio Leo (addirittura siamo costrette a fare un paragone con il bonus Renzi che almeno erano 80 euro al mese e non legato ai figli)
Poi, agevolazioni ai padroni per le assunzioni delle "categorie svantaggiate" - quindi, per le assunzioni delle donne - con "riduzione degli oneri contributivi per i nuovi assunti per due anni"; mentre già è in atto l'esonero del 100% dei contributi a carico delle lavoratrici con due o più figli. 
Questi provvedimenti si legano ad alcuni precedenti: la conferma per il 2023 dell'esonero contributivo per le aziende che abbiano conseguito la certificazione della "parità di genere" (saremmo curiose di conoscere i nomi di queste aziende...); il regalo ai padroni di altri bonus se assumono per un anno disoccupate vittime di maltrattamenti; la misura di 400 euro al mese, per soli 12 mesi, alle donne vittime di violenza sessuale - oscene elemosine, per cui vi è anche una enorme difficoltà ad averle (ldomande presentate all’Inps sono state oltre 6mila, quelle accolte finora solo 2.772) - mentre il governo Meloni ha di fatto cancellato il "reddito di cittadinanza" che perlomeno andava a tutte le donne povere, senza lavoro, reddito. 
Questi provvedimenti vengono presentati come se fossero la soluzione, a fronte del fatto che peggiora sempre di più la dura realtà della maggiorparte delle donne, delle operaie, lavoratrici. Ma si tratta veramente di una miseria, molto al di sotto degli stessi fondi degli altri paesi europei per il lavoro alle donne, per sostegni al reddito, per gli asili, ecc.
Ma la cosa inaccettabile, e che conferma l'humus in più che ci mette questo governo Meloni di profondo distacco, menefreghismo, disprezzo della reale condizione delle donne,

pc 2 maggio - Gli studenti universitari tunisini si uniscono al movimento studentesco universitario americano ed europeo in sostegno alla Palestina

In seguito all'ondata di proteste studentesche negli USA contro il genocidio in atto a Gaza, seguito da proteste simili anche in alcuni paesi europei, l'UGET (Unione Generale degli Studenti Tunisini) aveva chiamato alla mobilitazione gli studenti universitari in Tunisia a partire da lunedi 29 aprile.

Nella capitale gli studenti della storica facoltà di lettere e filosofia di 9 Avril hanno bloccato i corsi e partiti in corteo hanno raggiunto la Casbah dove ha sede il governo (guarda video qui: Facebook e qui: Facebook). Nelle settimane scorse la direzione della facoltà aveva proibito le manifestazioni a favore della Palestina, colpendo con provvedimenti disciplinari gli studenti dell'UGET, in questo nuovo ciclo di manifestazioni studentesche la facoltà ha visto il maggior di numero di partecipanti in reazione alla repressione delle autorità accademiche

Un altro gruppo di studenti provenienti da altre facoltà ha invece marciato per le vie del centro sino all'arteria principale della città, l'Avenue Bourghiba, dove hanno concluso con un sit-in di fronte al Teatro Municipale.

L'Istituto Superiore della Stampa e di Scienze dell'Informazione (Università di Manouba) è stato occupato dagli studenti

Anche nel sud nella città di Tozeur gli studenti hanno organizzato un sit-in di protesta

mercoledì 1 maggio 2024

pc 1 maggio - Primo Maggio - Un video dall'India

 

pc 1 maggio - ORE 12 settimanale n. 17 - per leggerlo e stamparlo


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pc 1 maggio - La dichiarazione del Partito Comunista dell'India (Maoista) per il 1° Maggio - sostenuta e diffusa in tutto il mondo dal Comitato internazionale di sostegno alla Guerra popolare in India

 

PARTITO COMUNISTA DELL’INDIA (MAOISTA)

COMITATO CENTRALE

Lavoratori di tutti i paesi, unitevi!

Viva la giornata del proletariato internazionale

In questo Primo Maggio, impegniamoci a intensificare
la guerra rivoluzionaria contro
il capitalismo-imperialismo, la grande borghesia e il feudalesimo interni,
per porre fine alla guerra imperialista contro i popoli del mondo!

Quest’anno il proletariato mondiale celebrerà il Primo Maggio in una situazione di crescente pericolo di una nuova guerra mondiale/guerra nucleare. L’imperialismo sta sprofondando nel pantano della crisi generale e tutti i tentativi di superarla sono falliti. Perciò i principali paesi imperialisti lottano per una nuova divisione del mondo nel tentativo di conquistare il controllo sulle materie prime e i mercati in tutti i paesi del mondo. Questo è l'anno del 100° anniversario della morte del grande maestro marxista compagno Lenin. Lenin affermo: “Il moderno capitalismo monopolistico su scala mondiale: le guerre imperialiste sono assolutamente inevitabili in tale sistema economico fino a quando esisterà la proprietà privata dei mezzi di produzione" in "L'imperialismo, fase suprema del capitalismo".

In questo Primo Maggio i partiti e le organizzazioni del proletariato di tutti i paesi esprimono in diverse forme l'internazionalismo proletario. Le celebrazioni del Primo Maggio dimostrano ancora una volta con forza che esiste “Un mondo da conquistare”.

Il capitale monopolistico, come una sanguisuga, sfrutta sempre più la forza lavoro in modi e forme diverse e senza precedenti. L’accumulazione di capitale e intensiva. Ciò sta portando ad acuire le contraddizioni fondamentali a livello internazionale: 1. La contraddizione tra imperialismo e nazionalità e popoli oppressi 2. La contraddizione tra borghesia e proletariato nei paesi capitalisti e imperialisti 3. Le contraddizioni tra paesi imperialisti e tra gruppi capitalisti monopolistici.

Le disuguaglianze tra ricchi e poveri nel mondo crescono sempre di più. I miliardari si apprestano a diventare trilionari. La povertà si aggrava quanto più si aggrava la crisi economica mondiale. In tutto il mondo, l’avidità di profitto degli imperialisti sta portando a catastrofi sociali e ambientali. Al popolo viene il benché minimo spazio sociale a per il razzismo, fascismo e le guerre causate dagli imperialisti capitalisti e dalle classi dominanti sfruttatrici. Inondazioni o carestie sono diventate una avvenimenti ordinari in ogni paese. Il riscaldamento globale ha raggiunto e superato il limite. Battendo il record del 2023, che fino ad oggi si diceva fosse stato l'anno più caldo, già nei primi due mesi il 2024 ha registrato la temperatura più alta della storia.

Le cosiddette Terza e Quarta rivoluzioni industriali non portano innovazione per lo sviluppo del genere umano ma connivenze per accumulare sempre più capitale attraverso il capitale finanziario monopolistico. In tutti i settori lo sviluppo tecnologico sta portando a disoccupazione su larga scala e distrugge lo sviluppo delle forze produttive. Ciò colpisce duramente la popolazione mondiale, che ora ha raggiunto gli 8 miliardi e si stima inoltre che aumenti da 85 a 90 milioni ogni anno. L’intelligenza artificiale scalza il lavoro umano, senza il quale il mondo non sarebbe quello che è. I lavoratori sono per lo più occupati con salari bassissimi.

Nonostante tutti i tentativi, il sistema capitalista-imperialista mondiale non è in grado di superare la crisi. I fatti mostrano che nel 2023 il tasso di crescita del PIL negli Stati Uniti è stato del 2,9%. 5.2% in Cina. 0,6% in Francia, -0,3% in Germania e 5,5% in Russia. Negli Stati Uniti l’inflazione era al 3,4%. -0,3% in Cina. 4,1% in Francia, 3,8% in Germania e 7,4% in Russia. Il tasso di disoccupazione è del 3,7% negli Stati Uniti, 5,1% in Cina, 7,3% in Francia, 3,1% in Germania e 2,9% in Russia. Possiamo capire che le economie imperialiste si trovano in una situazione vulnerabile. Ciò spiega anche che la crisi economica mondiale sta diventando sempre più un peso per i popoli del mondo.

A partire dalla guerra Russia-Ucraina, tutti i paesi imperialisti hanno fortemente aumentato la spesa per la difesa e la ricerca ad essa correlata. Nel 2023 gli Stati Uniti hanno stanziato 858 miliardi di dollari. Con una quota del 37%, sono al primo posto nel commercio internazionale di armi. La spesa per la difesa della Cina ammonta a 225 miliardi di dollari. È il quinto maggiore esportatore di armi dopo Stati Uniti. Russia, Francia e Germania. Negli ultimi dieci anni gli Stati Uniti hanno sviluppando un sistema di armi nucleari estremamente pericoloso, il Conventional Prompt Global Strike (CPGS). Continuano a tenere esercitazioni militari con i suoi alleati in diverse parti del mondo.

La situazione di guerra fa emergere sempre più il problema dei rifugiati. La situazione suscita sentimenti razzisti e divide la classe operaia. Le guerre imperialiste stanno creando centinaia di migliaia di profughi nei paesi teatro di guerre imperialiste. Se i rifugiati ucraini non trovano ancora una condizione di vita degna, i rifugiati palestinesi sono in condizioni ancora