Corteo Primo Maggio Torino. La partenza sotto la pioggia, gli striscioni e i discorsi. Bandiere palestinesi sul palco, e sul Cavàl 'd Brons compare «Palestina libera»
Al via la Festa dei lavoratori con percorso alternativo. In testa le autorità, in coda gli antagonisti- 9.40 È partito sotto la pioggia il corteo del Primo
maggio a Torino con un percorso totalmente nuovo
rispetto agli scorsi anni. Dopo il ritrovo in piazza
Vittorio Veneto, la manifestazione non attraverserà via
Po, ma passerà da lungo Po Cadorna, corso
San Maurizio per poi risalire in piazza Castello
dai Giardini Reali.
Come sempre il comizio conclusivo si terrà, come di consueto, sul palco di piazza San Carlo.
In testa al corteo, dietro i gonfaloni istituzionali, il sindaco Stefano Lo Russo e le altre istituzioni. Subito dietro i sindacati CGIL, CISL e UI e poi associazioni, partiti e movimenti. In coda le tante anime dello spezzone sociale con antagonisti No TAV
Con i discorsi degli autonomi si è conclusa la manifestazione senza nessun disordine o momento di tensione. Ma gli attivisti hanno dato appuntamento nel centro sociale Askatasuna per «continuare la festa» in corso Regina Margherita 47, lo stabile diventato «bene comune» grazie a un percorso di
compartecipazione con il Comune. «Come spezzone sociale ci siamo ripresi il palco. Siamo contro il governo Meloni e le logiche di guerra. Le stragi sul lavoro devono essere fermate. È arrivato il momento di agire». Nessuna bandiera bruciata ma sul Cavàl 'd Brons il monumento a Emanuele Filiberto è stata lasciata la scritta «Palestina Libera», vergata con la vernice rossa.Gli autonomi sono entrati in piazza Castello lanciando insulti al consigliere radicale Silvio Viale per le sue posizioni filo-israeliane. Subito dopo, gli attivisti sono saliti sul palco srotolando uno striscione pro Palestina
L'ultimo intervento sul palco è di Gianni Cortese, Segretario Generale Uil Torino e Piemonte a nome di tutti i confederali: «Siamo preoccupati per l’aumento della povertà, per il lavoro povero che non garantisce un reddito sufficiente a mantenere un tenore di vita accettabile».
TORINO – Cominciano con momenti di tensione gli interventi dei sindacati alla manifestazione per il Primo Maggio a Torino. Si cobas protesta sotto il palco in piazza San Carlo, dopo 15 minuti dall’inizio degli interventi.
“Chiediamo più salario, un tetto minimo a
300 euro, contratti di lavoro più umani.
Questi sindacati non difendono più chi
lavora.” E poi inizia il coro:
“Salario! Salario! Salario”
Continua Si cobas, con il
sottofondo dei relatori di CGIL E UIL:
“Bisogna dire che oggi i lavoratori sono
ricattati dai padroni e sono costretti ad
accettare lavori di merda. Hanno
fatto il reddito di cittadinanza per
costringerci ad accettare contratti che non
rispettano la minima dignità umana.”
Parla poi il sindacato dei lavoratori Stellantis: “Chi non c’era nella protesta ha dei problemi con le radici di fabbrica di questa città. Qualcuno vuole andare via per non redistribuire i soldi. Occorre dire che questa scelta è immorale. È immorale ridurre la vita a lavora, produci, crepa. Salvo poi toglierci anche il produci.”
E Si Cobas continua: “Basta parole,
dobbiamo organizzarci e scioperare.
Non bisogna arrendersi specialmente a
Torino, che ha dato tanto a queste società, le
fabbriche, i favori, i lavoratori. Ecco perché
gli operai della Fiat devono vendere cara la
pelle, devono chiedere il malloppo estorto
loro con il lavoro in tutti questi anni”.
“Venduti, non rispettate i lavoratori.”
Cobas viene quindi invitato sul palco, ma rifiuta e continua a protestare in piazza.
“Sono solo parole, dobbiamo organizzarci dal basso!”
Alla fine Cobas e Uilm Metalmeccanici si prendono il palco.
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