Le donne sono oppresse nella società del capitale, ma della società del capitale le donne della borghesia fanno pienamente parte. Chi lo nega sono le donne della media e piccola borghesia. Per questo il femminismo proletario deve essere libero dai condizionamenti ed egemonia delle donne della media e piccola borghesia. Pillole comuniste - 2 - 10.10.2013
Nella lotta alla guerra imperialista bisogna sfruttare tutte le contraddizioni per ostacolarla, denunciare, mobilitare il popolo contro di essa.
Pillole comuniste - 2
27.9.2013
Non si può essere "teneri" verso il nemico - I suoi errori sono le nostre vittorie. Ogni suo passo indietro è una nostra conquista. La sua lotta interna per il potere è una strada spianata verso la rivoluzione e la sua repressione aumenta la ribellione delle masse.
E' come in una partita a scacchi . . . gli errori dell'avversario costruiscono la tua vittoria!
Ironia
della sorte, anche il suo nome gioca a suo sfavore, assessore
Catania.
Che
Rifondazione Comunista fosse una componente elitaria da buon salotto, nessuno lo metteva in dubbio . . . che camminasse lungo la via del
revisionismo tracciata già dal vecchio PCI, ci può anche stare,
d'altronde è quello che volevate “rifondare”. Che il troskismo
fosse la vostra vera anima, risultava evidente sin dagli esordi;
inaspettata è stata invece la gestione liberista di Fausto
Bertinotti e la vostra partecipazione, prima al governo nazionale e
poi nel tempo e sempre di più nei governi locali. Praticamente avete
rinunciato già alla nascita, alla lotta di classe, dichiarando nei
fatti che la conciliabilità tra borghesia e proletariato è il
massimo a cui aspirate e che ritenete possibile.
Abbiamo
pensato di stilare un piccolo suo ritratto perchè Lei almeno nel mondo palermitano è una delle figure che può essere considerata
“massimo esponente” del suo partito e del suo partito incarna
quanto abbiamo detto . . . Lei è assessore e stretto collaboratore
di un ex democristiano che si chiama Leoluca Orlando, sindaco a vita
di Palermo.
Il
suo sorriso la dice lunga . . . lei dallo scorso anno è anche
preside di un istituto di Palermo – complimenti, non è da tutti a
questa giovane età . . . certo, questo tipo di scuola dovrebbe
contestarla da comunista ma . . . i comunisti esistevano tanto tempo
fa . . . erano quelli che mangiavano i bambini!
Ci
siamo anche permessi di copiare e incollare il suo curriculum perché
anche chi non la conosce possa avere qualche informazione sul suo
conto:
[Palermo,
1971 - Docente di Italiano e Storia negli istituti superiori.
Laureato in Lettere, dottore di ricerca in pedagogia interculturale
all'Università di Palermo, titolare di master di II livello in
"Dirigente nelle istituzioni scolastiche". E'stato
segretario provinciale a Palermo (1996-2001 e 2007-2008), segretario
regionale della Sicilia (2001-2005) e commissario della federazione
di Napoli (2009) di Rifondazione Comunista; consigliere comunale dal
1997 al 2000, anno in cui è stato nominato assessore alla Cultura
del Comune di Palermo. Dal
2004 al 2009 è stato Deputato al Parlamento Europeo. Nella qualità
di vice-presidente della Commissione Giustizia e Affari Interni
dell'Europarlamento ha visitato numerosi centri di detenzione per
migranti in Europa e in Nord Africa, denunciando le inumane e
degradanti condizioni di trattenimento. Dal 2007 al 2009 è stato
presidente della Delegazione del Parlamento europeo per i rapporti
con il Cile e componente dell'Assemblea parlamentare Unione
Europea-America Latina (EUROLAT). E' stato coordinatore del Gruppo
della Sinistra Unitaria Europea - Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL)
nella commisione d'inchiesta sui voli e i rapimenti della CIA in
Europa (extraordinary rendition in Europe). Autore
di numerose relazioni parlamentari tra le quali spicca quella sui
"Diritti fondamentali dell'UE dal 2004-2008". Ha
partecipato a diverse missioni internazionali nella qualità di
osservatore elettorale ed è stato relatore in numerosi convegni su
immigrazione e asilo, droga e narcotraffico, terrorismo e diritti
umani. E'
autore di varie pubblicazioni, tra le quali il saggio "Mondo
Bastardo. Globalizzati e meticci: quale futuro stiamo costruendo?"
(2009 – due punti editore), vincitore della IV edizione del premio
Francesco Alziator - Città di Cagliari per la sezione
saggistica. Dal
Maggio 2012 è assessore alla Partecipazione, Comunicazione,
Decentramento, Servizi Demografici e Migrazione del Comune di
Palermo.]
Detto
questo, vediamo qualche notizia riportata dai quotidiani che a Lei si
sono interessati.
“Il
Comune predispone un registro per la trascrizione
delle nozze gay contratte
all'estero. L’assessore alla Partecipazione e ai servizi
demografici del Comune, Giusto
Catania,
di intesa con il Sindaco e in coerenza con delibere formali di Giunta
e Consiglio Comunale, ha inviato una nota al Capo area della
Partecipazione e al Dirigente del servizio Stato Civile con la quale
si dà indicazione di "predisporre tutte le procedure al fine di
garantire la trascrizione
dei matrimoni contratti all'estero tra
persone dello stesso sesso".
La
rivoluzione . . . sembra che Lei abbia fatto la rivoluzione!
Matrimoni
civili all'aria aperta, in estate torna villa Trabia
“Lo
ha deliberato ieri la Giunta comunale stabilendo che gli spazi
esterni potranno essere utilizzati per le celebrazioni tra il 21
giugno ed il 20 settembre. Ma l'assessore Catania rassicura: "Non
sarà comunque possibile accedere con le auto"
Si,
Lei è un rivoluzionario!
Al
di la del suo nome, sul quale ironicamente ci siamo permessi di
scherzare, Lei si è mai chiesto se quello che fa è giusto o
sbagliato, perché noi siamo costretti a dirle che è tremendamente
sbagliato, confessarsi comunista e agire come il peggiore dei
democristiani, viventi e no.
Cosa
possiamo consigliarle?
Una
buona rilettura dei classici di Marx e Lenin certamente le farebbe un
gran bene (non osiamo nominare Mao) . . .eviti di dedicarsi alla
scrittura perché spassionatamente crediamo che non sia il suo forte
. . . almeno per quanto riguarda i contenuti – la forma è
perfetta.
Osiamo
infierire ancora una volta, assicurandole che Lei è un ottimo
compagno “ a tavola”ma in politica si cerchi un altro aggettivo.
Siamo in una fase della guerra di classe dove il fronte principale è la teoria e l'ideologia, la pratica deve essere sintonizzata su questo.
da Pillole comuniste 2 - 5.9.2013
L'importanza dello studio non è mai relativa quando questo non è fine a se stesso ma fatto e cercato per rinforzare l'ideologia di classe tramite gli scritti dei compagni che ne fecero una scienza. Non c'è pratica senza questi presupposti che possa portare alla formazione del Partito Comunista di tipo nuovo e alla Dittatura del Proletariato!
Il movimento
femminista proletario rivoluzionario, organismo generato del PCm Italia, saluta
oggi, in questo meeting internazionale, con profonda gioia rivoluzionaria il 10°
anniversario della fondazione del Partito Comunista dell'India (maoista),
partito dirigente e guida della grande guerra popolare in India contro il
sempre più reazionario Stato indiano e
l'imperialismo; saluta tutti i compagni del Partito e le masse popolari indiane
in lotta e in particolare le tante compagne,
donne che nel cammino verso la conquista di un nuovo potere, il potere del
popolo, ne costituiscono una ampia parte integrante e determinante; e rende
oggi anche grande onore a tutti i
martiri e le martiri caduti combattendo, alzando ancora più in alto le bandiere
rosse della rivoluzione.
Già alla Conferenza internazionale di Amburgo del novembre
2012, che cadde in concomitanza del 25 novembre, giornata internazionale contro
la violenza sulle donne, lanciammo durante l'intervento la proposta di
costruire un ponte/collegamentodi solidarietà/sostegno con le
compagne, donne indiane "…sia per
fare conoscere alle masse proletarie e popolari femminili la guerra di popolo
indiano e il protagonismo diretto in essa delle tante compagne e migliaia di
donne, sia per trovare forza e esempio per fare avanzare anche nel nostro paese
il processo rivoluzionario che veda protagoniste le donne, in particolare le
proletarie…", l'India èoggi
infatti uno dei luoghi più avanzati in tutto il mondo della lotta
rivoluzionaria delle donne per l' emancipazione e liberazione dalle doppie,
triple catene di oppressione, infatti "... la grande lotta delle compagne e donne indiane questo dice con forza:
non solo una lotta "per sé" ma una lotta complessiva che chiama a fare i conti con il tipo di società che si vuole costruire…" (dall'intervento
di Amburgo)
E quel pontelo abbiamo iniziato a costruire
concretamente a partire da quel 25 novembre, in cui sul piano internazionale si
dedicò la giornata in particolare alle
donne indiane maoiste; e avanzando poi nel
nostro paese verso nuove e importanti tappe di lotta sul piano delle donne, soprattutto
con l'evento storico del primo Sciopero
delle donne il 25 novembre 2013 e l'8 marzo di quest'anno, ogni volta,
proiettando lo sguardo internazionalista verso tutte le donne, operaie,
lavoratrici, proletarie che lottano nel mondo, verso tutte le compagne
rivoluzionarie che sono in prima linea nelle guerre popolari, in particolare "…abbiamo voluto alzare sempre più in alto e
stringere insieme le mani con le nostre sorelle indiane…", perché l'India
sta sempre più diventando il simbolo della violenza del sistema imperialista e
capitalista e in particolare contro le donne in tutti i suoi aspetti, e
oggicon l'avvento del nuovo governo
fascista e filo imperialista di Modi, questo processo avanza rapidamente. In
India alle vecchie tradizioni feudali, al tribalismo familiare, l'integralismo
religioso nelle vastissime zone dell'India fuori dalle mega città si uniscono
la ferocia di branco, il nuovo bullismo delle grandi città dove l'imperialismo aggiunge
alle vecchie le nuove aberrazioni.
Anuradha Gandhy,
compagna Janaki, dirigente del Partito Comunista dell'India (Maoista), oggi
non più in vita, che ha teorizzato sul movimento delle donne rivoluzionarie in
India organizzandolo praticamente in alcune regioni, nel marzo 2001 in un'intervista di Poru Mahila,l'organo della Krantikari Adivasi Mahila
Sanghatan, in Dandakaranya, diceva in particolare sulle condizione delle donne
delle città urbane : "… tutte le
donne in India subiscono l'oppressione feudale, capitalista, imperialista e
patriarcale, ciò avviene in varie forme in diverse aree, urbane e rurali. Le
donne della classe operaia e le donne della classe media nelle aree urbane
hanno alcuni problemi specifici. In primo luogo, se guardiamo ai problemi
all'interno della famiglia, anche nelle aree urbane le donne sono oppresse
dalla cultura feudale… Le ragazze non
sposate sono sotto pressione per sposare un uomo della stessa casta e religione…
Anche se una donna vuole lavorare fuori
casa dovrà ottenere il permesso di suo padre, fratello o marito. Così diventa
inevitabile per le donne combattere anche per l'indipendenza economica.
Specialmente negli ultimi 25-30 anni l'India può essere divenuta l'unico paese
al mondo in cui il nuovo crimine dell’uccisione delle spose bruciandole per la
dote è diventato di moda… Le donne nelle aree urbane…ottengono posti di lavoro
in fabbriche, uffici, scuole, ospedali e negozi. Ma in molti posti di lavoro
non sono pagate allo stesso modo degli uomini … e in cima a tutto questo esse
devono fronteggiare le vessazioni da parte degli appaltatori e degli uomini per
i quali lavorano. Ciò avviene in molte forme. Non solo le donne della classe
operaia, ma anche le donne istruite della classe media si trovano ad affrontare
tali intimidazioni… un altro punto è che l'influenza della cultura imperialista
è molto grande sulle donne urbane. Non solo sono influenzate dal consumismo, ma
ne sono anche vittime. Questo aumenta di giorno in giorno. Invece dei valori
umani si dà più importanza alla bellezza e ai prodotti di bellezza. La
conseguenza è che vi è un ambiente di insicurezza a causa di atrocità e
molestie nelle aree urbane…"
Ma soprattutto in India le violenze, uccisioni delle donne,
che in questi ultimi periodi in alcuni Stati hanno fatto esplodere grandissime
manifestazioni di massa, in cui la partecipazionedelle donne, delle giovani, è stata enorme, vengono
perpetrati direttamente da parte dello Stato indiano come arma di repressione
soprattutto nelle zone rurali dove è in corso la guerra popolare, gli stupri atroci
di contadine, delle donne dei villaggi, delle donne dalit, da parte della polizia e delle forze militari
e paramilitari, vedi l'operazione Green Hunt, sono una normalità; e gli stupri
odiosamente accompagnano sempre le torture contro le compagne maoiste arrestate.
Moltissime donne,
compagne hanno però trasformato questa violenza subita, le condizioni brutali
di vita, la repressione dell'esercito di Stato in impetuoso fattore di
ribellione e aderendo alla guerra
popolare oggi costituiscono più del 50% dei combattenti costituendo una parte
fondamentale della guerra rivoluzionaria del popolo guidata dal Partito Comunista
maoista.
"La guerra popolare ha mandato in frantumi le
esitazioni delle donne del Dandakaranya" ha affermato la compagna Anuradha
Gandhy riferendosi alla massiccia adesione delle donne adivasi alla guerra
popolare in quella regione, ma ciò ha riguardato tutte le zone coinvolte dalla
guerra popolare a tal punto che il governo, lo Stato teme la numerosa presenza
delle donne nella guerra popolare e cerca di contrastarne con ogni mezzo violento
l'adesione e partecipazione.
La questione delle donne è quindi uno degli elementi
fondamentali trattati dal Partito Comunista indiano maoista, lo sviluppo e il
rafforzamento della militanza rivoluzionaria delle donne, tante sono quadri
nell'esercito e all'interno del partito, anche se passi in avanti si devono
ancora fare per affermare pienamente il ruolo dirigente delle compagne – scrive
Anuradha Gandhy: "…Ovunque il
partito lavora in modo sistematico, possiamo vedere che la partecipazione delle
donne è maggiore in tutte le attività e movimenti politici…ma vi è anche la necessità di dare speciale
formazione sociale e politica alle donne…Anchese si stanno contrapponendo a tali grandi nemici e forze, la timidezza
e il senso di subordinazione, i cui i resti sono ancora presenti, sono
anch'essi i loro grandi nemici che ostacolano il loro sviluppo... Devono
combattere contro i nemici che si trovano innanzitutto dentro di sé…Per affrontare tutte queste sfide le nostre
compagne dovrebbero raggiungere la maturità politica e ideologica e avere
fiducia in se stesse…per portare
avanti anche la comprensione per quanto riguarda la vera liberazione della
donna intervenendo anche nel movimento delle donne che sta andando avanti nella
forma di varie correnti nel paese…".
La lotta contro l'oppressione
feudale/patriarcale/maschilista nelle zone del nuovo potere è una lotta concreta,
quotidiana, che seppur complessa è avanzata sia praticamente che
ideologicamente anche attraverso le organizzazioni di massa specifiche per le
donne dirette dal partito, ma questa lotta avviene anche all'interno del partito, nelle file
rivoluzionarie contro la permanenza o il riprodursi di manifestazioni
patriarcali, anche attraverso specifiche campagne di rettifica.
Il protagonismo delle donne nella guerra popolare in India
mostra che mentre si porta avantila
lotta di classe rivoluzionaria nel
contempo si mette in moto la lotta per una trasformazione delle idee, della
cultura, della famiglia, delle tradizioni religiose…
La guerra popolare in India rappresenta pertanto un esempio
internazionale della lotta di liberazione delle donne e del mettere in atto la rivoluzione nella rivoluzione, un
esempio verso cui come compagne del Movimento
femminista proletario rivoluzionario, abbiamo sempre guardato nel cammino non
facile ma entusiasmante, in un paese imperialista come l'Italia, volto alla conquista
alla lotta rivoluzionaria della
maggioranza delle donne.
Il collegamento/sostegno con la lotta rivoluzionaria delle
compagne indiane è e deve essere uno stimolo, ispirazione e incoraggiamento
reciproco: in particolare oggi nel nostro paese il nostro terreno di lotta principale sul piano
delle donne è la condizione di vita e di lavoro, la doppia oppressione delle
donne proletarie, operaie, precarie, disoccupate, immigrate… un terreno in cui
le compagne del Mfpr, dirigono e guidano diverse lotte che per esempio l'anno
scorso a novembre, come abbiamo accennato all'inizio, sono confluite in un
eccezionale e partecipato nuovo evento "lo sciopero delle donne', che ha visto l'adesione e partecipazione
di migliaia di donne tra operaie di
fabbrica, lavoratrici scuola, precarie di vari settori, disoccupate,
studentesse; uno sciopero in cui la lotta contro l'emergenza sistemica dei femminicidi
e violenza sessuale contro le donne nel nostro paese, cosiddetto "civile",
si è intrecciata a tutta la condizione di doppia oppressione e sfruttamento che
come maggioranza di donne subiamo a causa delle politiche governative sempre
più reazionarie e da moderno medioevo al servizio del capitale; uno sciopero avvertito
come "un pericolo" dai padroni, governo, Stato, partiti parlamentari,
sindacati confederali, realtà femministe borghesi e piccolo-borghesi ma anche
sottovalutato o ignorato da organizzazioni economiciste di ispirazione
comunista, perché, ha posto al centro la questione della doppia lotta
rivoluzionaria delle donne come determinanteper rovesciare da cima a fondo questo sistema sociale, secondo la
concezione della rivoluzione nella
rivoluzione per costruire una nuova società in cui tutta la vita deve cambiare, ha rappresentato una concreta scintilla
luminosa che accendendo tanti fuochi di lotta delle donne dal Nord al Sud del
paese può nel tempo "incendiare la prateria"; durante lo sciopero delle donne abbiamo
collegato la nostra lotta a quella delle compagne, donne indiane e di tutte le
donne nel mondo contro il sistema capitalista e imperialista come forza
poderosa per la rivoluzione.
Attraverso le esperienze di lotta come l'importante Sciopero delle donne le compagne del Movimento femminista proletario
rivoluzionario, organismo ispirato e guidato dalle idee del
marxismo-leninismo-maoismo, che sono in prima fila nell'organizzazione e guida
delle donne proletarie in particolare, avanzano
nell'assumere un ruolo di direzione in tutti i campi, nel movimento sindacale,
nel movimento delle donne e soprattutto nella lotta per la trasformazione rivoluzionaria
del nostro paese a partire dalla costruzione del partito della rivoluzione. Un partito comunista di tipo nuovo, che pone
la questione delle donne come strategica, come netta discriminante, un partito in cui le compagne costituiscono oggettivamente
l'avanguardia più radicale, la forza trainante all'interno ideologica e
politica contro patriarcalismo, concezioni e influenze borghesi/maschiliste,
contro la mera accettazione "di principio" della questione delle
donne che non si trasforma in forza materiale,impugnando laconcezione della rivoluzione nella rivoluzione già all'interno
del partito, come ricchezza generale in esso e per esso. Tra avanzate e
arretramenti, le compagne così contribuiscono
al processo rivoluzionario in questo paese.
In questa ottica essere saldamente legate con le donne
maoiste delle guerre popolari nel mondo, e oggi in particolare con le compagne,
donne protagoniste della guerra popolare più avanzata e incisiva a livello
internazionale è un punto fondamentale.
Alla luce di tutto questo, nel chiudere questo saluto, come compagne del Mfpr riteniamo necessario assumere
l'impegno per un'iniziativa specifica rivolta alle donne indiane, cuore
determinante della guerra popolare contro la ferocia dello Stato indiano, genocida
del suo stesso popolo, iniziativa che
proponiamo al Comitato di sostegno che ha organizzato questo meeting e al
movimento delle donne a livello internazionale, affinchè il ponte che abbiamo
costruito si rafforzi e si estenda.
(Da Il Manifesto) - "Il governo festeggia il ritorno dei finanziamenti
dopo anni di tagli...,
prima tranche per stabilizzare i 148 mila
docenti precari delle graduatorie di
esaurimento.
Ma nella bozza della legge di stabilità... ci sono tuttavia tagli alle supplenze
e all’organico del personale Ata; al personale
comandato e, soprattutto, il rinnovo del blocco del
contratto al 2015. Il contributo offerto all’altare
della spending review da Viale Trastevere
dovrebbe valere un sesto dei tagli complessivi chiesti
da Renzi e da Padoan a tutti i ministeri (148
milioni di euro su 1 miliardo e 17 milioni nel 2015).
L’università taglierà gli acquisti per 34 milioni nel
2015 e 32 nel biennio successivo. Gli atenei
«virtuosi» si divideranno 150 milioni di euro
aggiuntivi per la quota «premiale» riservata a chi
dimostra di essere «performativo» secondo le
regole del sistema di valutazione.
Nella scuola
è prevista la riduzione del personale
scolastico pari a 2.020 persone, pari a una
riduzione di spesa da 50,7 milioni di euro a partire
dal prossimo anno scolastico. Una stretta che
continua da anni: a questo settore del
personale sono stati tagliati 47 mila posti.
Confermato
il blocco dei contratti e quello degli scatti di
anzianità. Ciò prepara la loro eliminazione
quando sarà approvata la riforma Renzi-Giannini che introdurrà
gli «scatti di competenza» riservati solo al 66% dei
docenti «meritevoli»...
Sono state
eliminate le supplenze brevi di un giorno per
i docenti e fino a sette per il personale
Ata.
La
maggioranza dei 148 mila neo-assunti confluirà
nell’organico funzionale, risponderà ai
presidi-manager e verrà spedito a coprire le
supplenze sul territorio provinciale di
riferimento.
Senz’altro più cospicui i risparmi che il governo
otterrà confermando il blocco del contratto e degli
automatismi stipendiali al 2015. Questa
misura vale per tutto il pubblico impiego. Sta qui il tesoretto
che finanzierà la prima tranche dell’assunzione di massa
nella scuola. Per il personale scolastico il
contratto è bloccato dal 2009. Un record.
Nella legge di stabilità
sono stati stanziati inoltre 200 milioni di euro per le
scuole paritarie, a saldo del contributo da
472 milioni di euro previsto per il 2014. È saltata
la norma che imponeva i commissari interni
all’esame di maturità per un risparmio da 147 milioni di
euro...
Non ci sono interventi per il diritto allo studio, come
richiesto dai 100 mila studenti che hanno manifestato
in 90 città il 10 ottobre scorso..."
Per capire subito il segno della Legge di stabilità, riprendiamo un primo commento di Squinzi: "Plaudono gli industriali a cui lo Sblocca Italia piace: "Si tratta di un primo passo per affrontare la fase recessiva in corso".
I punti principali della Legge di stabilità li dettagliamo sotto.
Ma sottolineiamo subito alcune questioni:
Come già a suo tempo ampiamente denunciato, le 80 euro riconfermate - ma sempre ad una platea ristretta - verranno riprese dal governo con gli aumenti dell'Iva e benzina che saranno scaricati sui prezzi dei beni di consumo.
Viene liquidato il Tfr in busta paga. Questo apparente aumento salariale viene fatto utilizzando gli stessi soldi dei lavoratori e tornerà allo Stato con l'aumento dei prezzi, bollette, tasse per le masse popolari - tra l'altro, a differenza di come avevano annunciato all'inizio, il Tfr sarà sottoposto a tassazione ordinaria, quindi c'è una perdita.
Niente soldi per la stabilizzazione dei forestali.
Per i padroni, invece, azzeramento dei contributi per tre anni per i nuovi assunti (insieme alla libertà di licenziamento) e riduzioni di tasse
I tagli alle Regioni, non verranno certo fatti sulle spese della "casta", ma verranno scaricati sui servizi essenziali, a partire dalla sanità, e quindi sulle masse popolari.
Vale lo stesso la questione dei tagli ai ministri che verranno pagati prima di tutto dai lavoratori - questo si unisce al blocco dei contratti fino a dicembre 2015. Ma c'è da dire che al Ministero della Difesa viene data solo una sforbiciata...
Anche cose che vengono presentate come positive - vedi il bonus bebè - viene esteso anche ai redditi medio-alti (togliendo quindi più soldi ai redditi bassi).
Ma la cosa più scandalosa è che mentre vengono dimezzati i fondi per le calamità naturali (vedi Genova...) questo decreto nello stesso tempo conferma ricche dotazioni per opere di devastazione territoriale e fatte contro le popolazioni, come il Mose e la Tav. Si liberalizzano le trivellazioni, si conferma la libera circolazione dei rifiuti e un uso intensivo degli inceneritori, «Più inceneritori, rifiuti che viaggiano per l’Italia per alimentare impianti ormai obsoleti, segretezza dei dati, espropri coatti e con l’uso dell’esercito se qualcuno osa opporsi all’incenerimento», Inoltre, resta in piedi la possibilità per il governo di
autorizzare opere ritenute strategiche anche contro il parere
delle Regioni.
I PUNTI PRINCIPALI
Due miliardi per ammortizzatori e cig in deroga -
Stanziati 2 miliardi per l'anno 2015 per finanziare gli ammortizzatori
sociali "inclusi gli ammortizzatori sociali in deroga, i servizi per il
lavoro e le politiche attive, quelli in materia di riordino dei rapporti
di lavoro".
No taglio sconti, ma rincaro Iva e della benzina - Dal 2016 un aumento di due punti dell'Iva, per le aliquote ora al 10 e al
22%. Un ulteriore punto scatterebbe nel 2017. Previsto come garanzia
anche il rincaro dell'accisa sulla benzina al 2018.
Confermati 80 euro - Il bonus Irpef diventano strutturali ma si trasforma in detrazione (nel bilancio dello Stato passano da maggiore spesa a minore entrata). La platea resta immutata, 10 milioni di italiani tra gli 8mila e i 26mila euro di reddito.
Tfr in busta paga, tasse ordinarie - Il Tfr potrà essere liquidato mensilmente in busta paga tra il marzo 205 e il giugno 2018 su richiesta del lavoratore. Ma non ci sarà riduzione fiscale ma gli importi saranno sottoposti a tassazione ordinaria. La richiesta sarà irrevocabile fino al 2018.
Tasse su rendite fondi pensioni - Con uno stretto legame all'operazione Tfr, la tassazione sui rendimenti dei fondi pensione "dal periodo d'imposta 2015" passa dall'11 al 20%. Sui redditi da rivalutazioni dei fondi per il Tfr la tassazione passa invece dall'11 al 17%.
Sconto neo-assunti sale a 8.060 euro - Sale la soglia per l'azzeramento triennale
dei contributi sui neo-assunti: si passa dai 6.200 euro della bozza
agli 8.060 ora previsti, è quanto prevede la bozza finale che stanzia 1
miliardo l'anno tra 2015 e 2017 e 500 milioni per il 2018.
Dovrebbero essere circa 790mila i contratti per cui i datori potranno usufruire della decontribuzione piena, mentre per altri 210mila si potrà beneficiare dello sgravio sino al tetto degli 8060 euro.
Salta intervento forestali - Saltano i 140 milioni, previsti nelle prime bozze, per i forestali calabresi. Restano invece 100 mln per Lsu di Palermo e Napoli.
Via costo lavoro dall'Irap, assorbe sconto 10% - Il costo del lavoro sarà dedotto del tutto dall'imponibile dell'Irap a partire dal 2015. La legge di Stabilità che cancella lo sconto del 10% previsto per il 2014 per la stessa imposta. La modifica, comunque, non cancella la riduzione sugli acconti di fine anno delle imprese, che troveranno poi incremento nel saldo del 2015.
Salta riforma maturità -
Risorse per la stabilizzazione dei precari (1 miliardo il prossimo
anno, 3 a dal 2016). Salta invece la riforma delle commissioni per gli
esami di maturità, che arriverà con un provvedimento successivo.
Regioni, tagli per 4 miliardi -
Le Regioni contribuiranno con 4 miliardi. Si tratta ancora sulla
composizione dei tagli. Oltre 6 miliardi di tagli dai ministeri.
Tagli semi-linear - Per
i ministeri arrivano anche tagli lineari, con una riduzione delle
proprie dotazioni di circa 1 miliardo nel 2015. La Difesa taglia 500
milioni.
Contratti statali, ancora uno stop -
Contratto del pubblico impiego congelato fino a dicembre 2015.
Magistrati, avvocati, procuratori dello Stato, personale militare e
delle Forze di polizia, diplomatici sono esclusi dal blocco degli
scatti.
Individuate 4 priorità per opere ferroviarie - Nuove risorse arrivano per finanziare alcune opere ferroviarie. Ne vengono individuate quattro con priorità: l'Alta velocità Brescia-Verona (1,5 mld); l'Alta velocità Verona-Padova (1,5 mld), il terzo valico Milano-Genova (400 milioni) e il tunnel del Brennero (570 mln).
Mentre vengono dimezzati i fondi per Genova e L'Aquila. La Commissione Bilancio ha dimezzato i fondi stanziati per le calamità naturali e in dotazione alla Protezione civile: sono passati da 100 milioni (somma frutto di un emendamento di Sel) a 50. Dimezzate, quindi, anche le risorse destinate agli alluvionati di Genova e agli abitanti dell’Aquila.
Invece stanziati 500 milioni sia per la Tav che per il Mose.
Liberalizzazioni rispetto alle trivelle; confermato l'OK anche per la libera circolazione dei rifiuti, che dovranno andare a foraggiare inceneritori
Bonus mamme su richiesta - Per tutti i nati (o adottati) dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 arriva un bonus da 960 euro l'anno, 80 euro al mese, fino al terzo anno (di età o di adozione) con limite a 90mila euro di reddito familiare (che non vale dal quinto figlio in su). Intervento che per le fasce medio basse (fino a 26mila euro) si somma al bonus Irpef, visto che il bonus è esentasse. Va richiesto all'Inps. Per il 2015 anche fondo da 298 milioni per altri interventi a favore della famiglia.
Ecobonus -
Prorogato per il 2015 lo sconto al 65% per gli interventi di efficienza
energetica, valido anche per i condomini, così come quello per le
ristrutturazioni che si ferma però al 50%. Ok anche al bonus
mobili-elettrodomestici
Fisco, novità per i minimi - Addio
a forfettini e forfettoni. Per artigiani e micro-imprese arriva il
forfait unico al 15% per sostenere 900mila partite Iva. Non ha più il
limiti di tempo e di età, ed è esteso a ricavi fino a 40mila euro
(secondo i settori). Fondi per la giustizia - Arriva un fondo ad hoc. Le
risorse raddoppiano l'anno successivo per poi arrivare a quota 120
milioni nel 2017. Le spese per i tribunali non saranno più a carico dei
Comuni ma dello Stato (stanziati 250 milioni).
Agenzia Entrate aiuta auto-correzioni -
I controlli fiscali avranno l'obiettivo di aiutare il contribuente
all'auto-correzione e concentrare il contrasto su frodi e contribuenti
meno collaborativi. Arriva il "ravvedimento lunghissimo" e
semplificazioni per adempimenti Iva.
Rai vende immobili -
La Rai "può cedere sul mercato attività immobiliari e quote di
società". Fs investirà risorse da cessioni sulla rete ferroviaria.
Ai
primi di ottobre, in quasi un mese intero di lotta, i precari delle
Coop Sociali, organizzati nello Slai Cobas per il s.c., sono stati
nei fatti un'avanguardia e un punto concreto di riferimento nella
lotta dei precari, lotta in cui si è vinta un'altra piccola
battaglia, grazie alla quale hanno ricominciato a lavorare, contrastando e fermando temporaneamente il grave ritardo causato dalle istituzioni contro il diritto allo studio degli studenti disabili e al lavoro dei precari; una piccola battaglia, non la guerra! contestando in
questo senso apertamente le autoproclamazioni ipocrite e opportuniste
dei sindacati confederali o di sindacati come la Cisal con i loro
tentativi di approfittare della lotta attiva e costante dei precari
Slai.
Ai
vari rappresentanti dei palazzi del potere è stato detto chiaramente
che non ci si poteva assolutamente fidare delle promesse e parole, da
Crocetta alla Dott.ssa Lo Bello alla Dott.ssa Bullara ecc. ecc.
“stanzieremo
le risorse mese per mese...”,
ma che si sarebbe vigilato attivamente circa la continuazione del
servizio di assistenza, è solo infatti grazie alla pressione e alle
azioni di lotta dei precari, che hanno “racimolato” le risorse ma
solo per il mese di ottobre 2014!
E
in questo periodo, meno di un mese di lavoro, i precari sono stati in
contatto costante con il Commissario Tucci della ex Provincia che
proprio ieri ha confermato quanto previsto dallo Slai: il serissimo
rischio di interruzione dei servizi a partire dal 1° novembre o in
alternativa una pesante riduzione delle ore; una “previsione” non
dettata da pessimismo, ma dal fatto che con la lotta si prende
coscienza via via di essere inseriti in un contesto sociale in cui
ogni giorno avanza l'attacco di governi, padroni contro i diritti
basilari per la vita della maggioranza di operai, lavoratori,
precari, giovani, donne… attacchi che sono a vantaggio e servono a
salvaguardare gli interessi della borghesia al potere!
Il
Commissario Tucci nel documento inviato alla Regione Siciliana, che ha consegnato allo Slai per conoscenza, scrive “... i
pesanti e insostenibili tagli ai trasferimenti statali e regionali
non permettono di assicurare i servizi con gli standard fino ad ora
garantiti dalla scrivente Amministrazione...” e
quando dice standard significa non quelli per garantire pienamente il
servizio da 30 e più ore settimanali ma quelli a 27 ore settimanali
alle quali si era arrivati con una riduzione “volontaria” dei
precari due anni fa, per salvare di fatto il posto di lavoro a tutti i precari di queste coop sociali contrastando i
tagli che la Provincia voleva imporre “per risparmiare” come
comandava la spending review governativa di allora.
Oggi
è il governo Renzi, in continuità/salto di qualità con i
precedenti, che avanza nell'attacco ai diritti dei lavoratori, delle
masse popolari. Il Presidente del Consiglio che saltella di
trasmissione televisiva in trasmissione televisiva a propagandare il
suo “buon” e “rapido” governo elargendo promesse di soldi a
tutti e in stile fascista (vedi la new entry del bonus bebè alle
donne invitate a fare figli per la patria!), nella legge di stabilità
invece tra tutti i tagli previsti taglia anche il fondo nazionale per
i non autosufficienti di ben 100 milioni di euro; e degna sua
compagna è la ministra Giannini, quella della “buona” e “nuova”
scuola. Si, certo! quella per cui gli studenti sono solo da reprimere
e manganellare davanti le scuole che frequentano, come successo a
Palermo sabato scorso, solo perchè vorrebbero esprimere
direttamente il loro legittimo dissenso ad una ministra che non sa
fare altro che scappare vigliaccamente dalle uscite secondarie dei
palazzi, quella per cui il diritto allo studio per gli sudenti è
solo sulla carta, vedi la questione dei disabili, sulla quale ha
evitato acuratamente di rispondere quando un genitore al Liceo Regina
Margherita le ha posto una domanda specifica.
Ma
il “vizio di famiglia” di evitare risposte vere mentre si fanno
belli, da beceri populisti, con chiacchiere di vario tipo, ce l'ha
anche il Presidente della Regione Crocetta che su Rai Due ha detto
“la
regione siciliana ha fatto la migliore performance di tutte le
regioni italiane...”.
La
migliore perfomance? Quella della disoccupazione in Sicilia alle
stelle, soprattutto per i giovani e le donne, quella delle fabbriche
che chiudono, di migliaia di licenziamenti, delle tasse locali
aumentate (vedi per esempio l'addizionale regionale che di fatto per
migliaia di lavoratori si mangia buona parte degli 80 euro di Renzi),
dei continui tagli ai servizi sanitari e sociali per coprire il loro
“buco del bilancio”...? Quella delle poltrone del potere, dei
privilegi da casta che per la borghesia devono essere intoccabili e
si devono salvaguardare ad ogni costo, vedi gli sporchi giochi
politici di questi giorni di Crocetta e compagnia per salvare il
governo regionale, e tutto questo solo e unicamente sulla pelle
nostra, sulla pelle delle masse popolari?
Tocca ora riprendere la lotta, anche se in forme diverse i precari delle
Coop Slai cobas non si sono mai fermati, perché le battaglie di una
guerra sono tante, infatti di guerra si tratta, la guerra di classe!
E
tocca scontrarsi di nuovo con la politica borghese, quella dello
smantellamento e distruzione sociale sempre più arrogante, ma per i
lavoratori, i precari è tempo di comprendere ancora di più che
questi governi non lasciano altra scelta che quella di organizzarsi
sempre meglio nella lotta, partendo sì dalla situazione specifica di
lotta ma per allargarla via via a tutto campo contro il sistema
sociale borghese che produce tutti gli attacchi scagliati contro le
masse, contribuendo alla costruzione degli strumenti necessari per
farla questa lotta: il sindacato di classe e il partito per la
rivoluzione per il rovesciamento di questo sistema marcio.
Il Comitato di Solidarietà per la liberazione di
George Ibrahim Abdallah in Tunisia organizza un sit-in il 24 Ottobre 2014 alle
11 di mattina in Avenue Habib Bourguiba per far conoscere alla gente circa la
sua vicenda e in seguito andare all’ambasciata francese. Il comitato chiede
anche a tutta la gente libera di Tunisia e ai militanti di unirsi alla manifestazione
e sostenere il più vecchio prigioniero politico “sequestrato” nel mondo.
Libertà per George Ibrahin Abdallah senza
restrizioni e condizioni
The commitee of
solidarity for free G A in Tunisia organize a stand (demonstration) the 24 of
October 2014 at 11 am in Avenue Habib Bourguiba to make people know about his
issue and then to go the french embassy. The commitee also asks all free people
of Tunisia and militants to join the demonstration and to support the oldest politician "kidnaped" in
the word.
Freedom to George
Ibrahim Abdallah without restriction and
conditions
تنظم لجنة التضامن من اجل اطلاق سراج جورج ابراهيم عبد الله بتونس وقفة مساندة للرفيق جورج عبد الله يوم 24 اكتوبر 2014 بداية من الساعة 11:00 صباحا بوسط شارع الحبيب بورقيبة للتعريف بقضيته ثم التوجه الى سفارة فرنسا كما تدعو اللجنة كل احرار تونس ومناضليها للالتحاق بالوقفة ومساندة أقدم اسير سياسي في العالم . الحرية لجورج عبد الله دون قيد وشرط
Pubblichiamo, di seguito, gran parte del volantino distribuito all'Ilva dal Comitato lavoratori cittadini liberi e pensanti. Siamo d'accordo nella denuncia di ciò che avviene in fabbrica e sulla critica alla linea passiva e di fatto complice dei sindacati confederali - a parte qualche dichiarazioni demagogica della Fiom; così come sulla critica alla "nazionalizzazione", da noi da molto tempo espressa. Mentre qualcosa c'è da dire sulle "soluzioni" indicate dai Liberi e pensanti. Primo. parlano di "decreto salva operai", dicendo che nessuna confederazione sindacale o partito politico ha avuto la premura di formularne una bozza. Non dicono invece che da mesi lo Slai cobas per il sindacato di classe all'Ilva ha lanciato, unica organizzazione, questa proposta e ha eccome formulato una piattaforma di un "decreto operaio". Allora e fino ad ora nessuno, neanche i Liberi e pensanti, ha raccolto e si è unito a questa proposta. Ora i LP ne parlano come se fosse una loro "idea"; essi, anche nel volantino, sottolineano le divisioni tra i sindacati, ma nello stesso tempo anch'essi non praticano l'unità. Nello stesso tempo, quando noi parliamo di "decreto operaio" non diciamo affatto che devono essere i sindacati confederali (che sono all'Ilva e a livello nazionale, il problema che hanno gli operai non certo la "soluzione"), nè tantomeno i partiti politici a "formulare la bozza", MA CHE DEVONO ESSERE GLI OPERAI ORGANIZZATI NEI COBAS ALL'ILVA A GESTIRE, DECIDERE, E PORTARE AVANTI IN TUTTI I SENSI QUESTA BATTAGLIA! Il "decreto operaio" può essere solo frutto di una lotta vera, di scioperi e blocchi veri, di costrizione con la forza verso un governo che tra un pò farà solo e soltanto l'ennesimo decreto salva-Ilva e padroni. Ma è proprio di questa lotta, dell'organizzazione in fabbrica degli operai, che i Liberi e Pensanti non parlano e anch'essi non fanno nulla in fabbrica, scambiando la critica ai sindacati confederali e a chi ora li scimmiotta con la stupida e deleteria idea che gli operai non avrebbero bisogno, in alternativa, di nessuna autorganizzazione sindacale di classe; così ciò che resta è la "delega" e il brutto clima preoccupato ma passivo che si respira tra gli operai. E gli operai dei Liberi e pensanti, sono anch'essi parte del "problema" all'Ilva. Secondo. E' sbagliatissimo chiedere che, come a Cornigliano, gli operai anche a Taranto vengano impiegati in lavori socialmente utili. Noi abbiamo nettamente attaccato questo accordo di Genova, che di fatto, per qualche soldo in più, consegna gli operai alla strada dei futuri licenziamenti. Gli operai all'Ilva non sono e non devono essere esuberi. Nei reparti in cui dovrebbero avvenire i lavori di risanamento, bonifiche, gli operai possono essere impiegati in questi lavori. A Taranto, noi abbiamo lottato anni fa per trasformare gli LSU in operai stabili; ora dovremmo fare il contrario?! E poi, se ora sono gli operai ad essere trasformati in Lsu, i disoccupati neanche di questo sbocco momentaneo di reddito/lavoro potranno più usufruire... Non diciamo sciocchezze! Slai cobas per il sindacato di classe - Ilva
Dal volantino dei Liberi e Pensanti: "Con la nuova riforma del lavoro si respira nuovamente aria di sciopero in Ilva. Uno sciopero di facciata (quello della Fiom) che si contrappone al solito imbarazzante silenzio di Fim e Uilm. Il “nuovo che avanza” ne approfitta per inserire nella piattaforma di sciopero l'irrealizzabile nazionalizzazione. Divisione netta insomma nel momento in cui uno dei diritti fondamentali dei lavoratori, l'art.18, viene definitivamente cancellato (già ampiamente modificato dalle riforme Biagi e Fornero). Da non dimenticare il "demansionamento" dei lavoratori previsto con la nuova riforma, giá applicato con i contratti di solidarietá (vedere punti 9-10 dell'accordo) e sottoscritto in forma unitaria dalla triade... Nessuna assemblea con i lavoratori per decidere il da farsi, solo una serie infinita di dichiarazioni in TV e sui giornali su paventate "occupazioni"di fabbrica a tutela del posto di lavoro e del salario... sempre più compromesso per il futuro. Si continua con l'omettere il diritto fondamentale di ogni lavoratore e di ogni cittadino, ovvero quello di lavorare in una fabbrica sana. Al contrario, siamo consapevoli che in Ilva tanti lavoratori si stanno ammalando ed è inquietante e vergognoso sapere, senza agire, che a Taranto I BAMBINI MUOIONO PREMATURAMENTE IL 21% IN PIU’ RISPETTO ALLA MEDIA. (FONTE ISTITUTO SUPERIORE DELLA SANITA’). Non è cambiato niente dal periodo dei sequestri ad oggi, solo parole e tanta incertezza per il prossimo futuro! La speranza di chi dovrebbe tutelare i lavoratori si chiama oggi "Arcelor Mittal", come se la vendita al gruppo franco-indiano sia la soluzione a tutti i nostri problemi. A nostro parere, invece, la nuova cordata tenderà ad eliminare proprio le quote acciaio di Ilva, senza preoccuparsi minimamente né di ambientalizzazione (improponibile per l'oneroso investimento) né di occupazione. Vorremmo sbagliarci ma la "carneficina" è più vicina di quanto sembri. Centinaia di lavoratori sono stabilmente a casa da mesi (laminatoio a freddo e tubifici), in attesa di fantomatici "revamping" che mai verranno attuati. Il 75%delle prescrizioni AIA sono state effettuate, ha dichiarato il commisario GNUDI qualche giorno fa, tra l'indifferenza generale della triade ma anche di chi ancora parla di "nazionalizzazione", come se lo Stato (che ricordiamo già gestisce l'Ilva), possa garantire un futuro diverso. Intanto il tempo passa e noi lavoratori siamo ancora in condizioni di lavoro precarie dal punto di vista della sicurezza. Qualche mese fa, in occasione della presentazione del "piano industriale", l'ex commissario Bondi dichiarò che in fabbrica (a Taranto, proprio da noi) sono presenti 1300 siti di amianto da bonificare per legge. Oggi non ne parla più nessuno! A tal proposito il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti ha depositato un esposto in Procura (l'ennesimo). Nessuna confederazione sindacale o partito politico ha avuto la premura di formulare una bozza di "decreto salva operai", che preveda la chiusura dello stabilimento ed il reintegro dei lavoratori nelle BONIFICHE! Perché non prevedere per Taranto, ad esempio, la stessa formula adottata a Cornigliano dove (grazie ad uno accordo tra Stato, Regione, Comune, sindacati, e azienda), i lavoratori vengono impegnati in lavori socialmente utili? Siamo stati importanti per 60 anni per il PIL nazionale ed ora vogliono fare di noi ciò che vogliono. Credere ad un futuro in fabbrica senza ESUBERI E DEMANSIONAMENTI é da folli! Con la nuova riforma tutto questo sará piú SEMPLICE... NON VOGLIAMO VEDER PERDERE NESSUN POSTO DI LAVORO. VOGLIAMO TUTELARE LA NOSTRA SALUTE. PRETENDIAMO CHIAREZZA E RISPETTO SENZA NESSUN COMPROMESSO.
Nelle ultime settimane alcune forze rivoluzionarie molte delle quali di orientamento maoista hanno creato un comitato per il boicottaggio elettorale delle prossime elezioni parlamentari e presidenziali tunisine che si terranno rispettivamente il 26 Ottobre e il 24 Novembre. In una di queste iniziative 3 compagni sono stati arrestati. Questa è l'ennesima prova di come sotto i nomi di "democrazia" e transizione democratica" il regime tunisino rimanga uno stato di polizia in cui non è concessa la libertà di parola e di espressione per chi propone un'alternativa rivoluzionaria.
Solidarietà ai compagni tunisini!
Abbasso lo stato di polizia!
Boicottare le elezioni farsa in Tunisia!
Riportiamo il comunicato dei compagni:
Oggi, le cose sono molto più chiare circa queste
elezioni democratiche, l’assedio del regime dall’assedio mediatico a quello che
ordina al suo Sistema di sicurezza di arrestare 3 compagni appartenenti al
Comitato per il boicottaggio delle elezioni (Nadhem Arbi della Lega della lotta
dei Giovani, Bechir Hamdi and Med Khalil Khemiri) a causa della loro
partecipazione all’iniziativa di boicottaggio nella capitale i compagni saranno
in tribunale domani mattina alle 8 (oggi n.d.r.) a Bab Bnèt (vicino la Kasbah).
Chiediamo a tutti i compagni, amici e giornalisti di essere di fronte al
tribunale alle 8 per esprimere il loro disappunto a questa politica di
oppressione.
Libertà per la
gente libera
Abbasso lo stato
di polizia
Today, things
are more clear about these democratic elections, the siege of the regime from
the mediatic siege to ordering his security system to arrest 3 comrades from
the meeting of boycotting the elections (Nadhem Arbi from the Ligue Lutte
Jeunes, Bechir Hamdi and Med Khalil Khemiri) because of their participation in
the event of the boycott in the capital the comrades will be in the court
tomorrow at 8 am in Bab Bnèt (near Kasbah) we ask all the comrades, friends and
journalists to be in front the court at 8 to express their disagreement of this
oppression policy
Freedom to free
people
Down with the
police state
انكشف اليوم و بكل
وضوح مدى ديمقراطية هذه الانتخابات، حين امتد حصار النظام من الحصار الاعلامي الى تحريك
جهازه الامني لايقاف 3 رفاق من ملتقى مقاطعة الانتخابات ( ناظم العربي عن رابطة النضال
الشبابي و الرفيقين بشير الحامدي و محمد خليل الخميري ) على خلفية مشاركتهم في حملة
مقاطعة بالعاصمة.
سيمثل الرفاق غدا
على الساعة الثامنة امام النيابة العمومية بالمحكمة الابتدائية بباب بنات و ندعو كل
الرفاق و الاصدقاء و الاعلاميين النزهاء لحضور الوقفة الاحتجاجية غدا صباحا امام المحكمة
الابتدائية بباب بنات على الساعة الثامنة للتعبير عن رفض هذه السياسات القمعية.
Il movimento delle donne è quello decisivo per la rivoluzione in ogni paese, ma è anche indispensabile per costruire il partito comunista di tipo nuovo e il sindacato di classe. Da pillole comuniste 1 06/07/2013
Chi non riconosce il movimento delle donne, non può essere considerato un comunista rivoluzionario. Le donne hanno un ruolo fondamentale nella lotta di classe, perché doppiamente sfruttate e doppiamente oppresse sia a lavoro che nelle proprie case, a causa di un sistema maschilista che indottrina gli uomini e anche le donne, nell'inferiorità della donna. Le donne infatti si trovano in prima linea in tutti i paesi a lottare contro tutte le realtà reazionarie del mondo (vedi donne kurde in lotta contro l'isis o le donne nella guerra popolare in India, contro il governo reazionario indiano).
Senza il movimento delle donne non può neanche crearsi il partito comunista di tipo nuovo e non ci può essere rivoluzione, si creerebbe un partito riformista o ancora peggio reazionario, poiché maschilista.
George Ibrahim Abdallah è un militante comunista libanese.
È
stato arrestato a Lyon nel 1984. Già condannato a 4 anni di
reclusione per detenzione di armi ed esplosivi, nel 1986, nel 1987 un
tribunale speciale creato appositamente per lui dal governo francese,
con gli USA che si costituiscono parte civile, lo ha condannato
all'ergastolo con l'accusa di essere il presunto fondatore delle
Frazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi, che nel 1982 avevano
rivendicato alcune azioni armate in Francia.
Legalmente
avrebbe potuto essere liberato dopo 14 anni di prigione, nel 1999, ma
dopo 30 anni e ben nove domande di liberazione, Georges Ibrahim
Abdallah è ancora i carcere.
L’ottava
richiesta di libertà condizionata dell’aprile 2013, era stata in
un primo tempo accolta dal tribunale, ma le autorità francesi non
hanno applicato l’ordine fino a quando un altro tribunale ha dato
parere contrario.
Così
la Francia ha ceduto alle fortissime di ISA e Israele, che avevano
espresso “grave inquietudine” per il timore che Georges Abdallah
possa tornare a combattere sul campo.
Quello
che imperialisti e sionisti vogliono continuare a far pagare, dopo 30
anni, a Georges Abdallah è l’essere stato in tutti questi anni un
esempio di fermezza rivoluzionaria e internazionalismo, l’aver
partecipato continuamente e attivamente come poteva a tutte le
battaglie in solidarietà con i prigionieri politici rivoluzionari in
tutto il mondo.
Il
suo è solo uno dei numerosi casi di rivoluzionari prigionieri che
restano per decenni dietro le sbarre, anche oltre la pena subita,
solo perché il carcere non li ha piegati e continuano ad agire da
rivoluzionari.
D’altra
parte, in questi anni decine di prigionieri rivoluzionari, comunisti,
anarchici e antifascisti imprigionati in Italia, Grecia, Marocco,
Svizzera e altre parti del mondo hanno solidarizzato con Georges
Ibrahim Abdallah, con scioperi della fame e altre forme di lotta per
la sua liberazione.
Il
prossimo 5 novembre il tribunale per l’applicazione delle pene si
pronuncerà sull’ennesima richiesta di scarcerazione. Un mese di
mobilitazione internazionale è stato indetto a sostegno della sua
richiesta, in particolare tra il 20 e il 25 ottobre.
In
questo periodo in cui sono previste manifestazioni in molte città
francesi, tra cui Lannemezan, Parigi e Lyon, ma anche a Tunisi,
Bruxelles e, in Italia a Milano.
Soccorso
Rosso Proletario Italia aderisce a questa campagna. Rinnoviamo la
nostra solidarietà con Georges Ibrahim Abdallah, come parte della
battaglia a difesa di tutti i rivoluzionari prigionieri ancora
detenuti e che non si sono arresi, lottiamo al loro fianco per la
liberazione!
In
Italia, a Milano, saremo presenti al presidio:
SABATO 25
OTTOBRE
Milano,
Ore 14 Piazza Cadorna
Presidio
organizzato da: Fronte Palestina Assemblea di Lotta “Uniti
contro la repressione”