sabato 29 giugno 2019

pc 29 giugno - Il Porajmos, lo sterminio nazista di rom e sinti, ci sia di lezione per l'oggi - UN UTILE ARTICOLO

 

di Annamaria Rivera

Soltanto nel corso degli ultimi decenni la persecuzione e lo sterminio nazi-fascisti della popolazione romaní (rom, sinti e caminanti) sono divenuti oggetto di studi e di commemorazioni in occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio). D'altronde, basta dire che nel corso dello stesso Processo di Norimberga ai superstiti del Porajmos (traducibile dalla lingua romaní come "grande divoramento" o "devastazione") fu rifiutata la costituzione quale parte civile.
Eppure a esserne vittime furono centinaia di migliaia di loro. Alcuni/e studiosi/e − in particolare il rom Ian Hancock, ottimo linguista ma anche strenuo attivista, nonché direttore del Romani Archives and Documentation Center, presso l’Università del Texas − sostengono si tratti di un numero che si aggirerebbe tra le 500mila e il milione e mezzo di martiri, se si comprendono coloro che perirono nel corso delle fucilazioni di massa in tutte le aree occupate dai nazisti, in particolare nei paesi baltici e balcanici, a opera non solo dei nazisti, ma anche dei collaborazionisti locali.
Quanto all'Italia fascista, già nel 1926 il ministero dell'Interno emanò una circolare volta a "epurare" il territorio nazionale dalla presenza di una minoranza considerata pericolosa "per la sicurezza e l'igiene pubblica" nonché per lo stile di vita: degli eterni randagi privi di senso morale", come li

pc 29 giugno - Fascisti a Piacenza - Quartieri sicuri... in mano alla n'drangheta

I fascisti creano "comitati per i quartieri sicuri" ma poi portano la 'ndrangheta a Piacenza!

Riportiamo alcune righe da parte di ControTendenza Piacenza sulla tornata di arresti avvenuti ieri mattina in Emilia-Romagna nei confronti di sedici persone, tra cui spicca il presidente del Consiglio Comunale di Piacenza. Esponente locale di Fratelli d'Italia, la sua affiliazione alle cosche rivela ciò che già in molti sanno. Ovvero che in diversi settori dell'economia emiliana, in particolare la logistica, la mafia è ben radicata. E quando questa "necessita della politica", il neo-fascismo risponde sempre presente
La notizia è clamorosa: arrestato per ‘ndrangheta il Presidente del Consiglio Comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso. Costui, membro di Fratelli d’Italia, è l’uomo che il partito post-fascista e l’intera

pc 29 giugno - Repressione a Berlino verso i compagni di Jugendwiderstand - la solidarietà di Soccorso Rosso Proletario

in via di traduzione

pc 29 giugno - Una corrispondenza da Genova su Terzo valico-Pd e altro

SAREBBE MEGLIO CHE RAFFAELLA PAITA PENSASSE ALLA SUA SPEZIA

Venerdì ventotto giugno, alle ore 09:37, alcuni quintali di esplosivo hanno permesso di far implodere ciò che restava del moncone est di quello che un tempo – fino alla mattina del 14 agosto 2018 – era conosciuto come il viadotto Polcevera della autostrada A10: un grande successo, secondo tutti gli esperti che hanno escluso qualsiasi tipo di problema alla salute delle persone che sono state momentaneamente sfollate per permettere l’operazione di cancellazione dei resti di una sciagura che ha coinvolto quarantatre persone, direttamente, e migliaia di altre che qui vivevano.

Le macerie sono ancora calde, ma c’è subito chi, con un tempismo da vero sciacallo, ne approfitta per tornare all’attacco sul tema delle infratrutture del capoluogo ligure: è la deputata spezzina Raffaella

pc 29 giugno - Nella Bergamo-Leghista: sistema delle cooperative = caporalato organizzato


pc 29 giugno - Basta con le cooperative che negano la vita sociale e utilizzano solo la possibilità di venire meno ai diritti contrattuali spettanti ai lavoratori nelle fabbriche, se inquadrati correttamente

COMUNICATO STAMPA
Le cooperative a cosa servono se violano tutto? 
Quanto avvenuto ieri, venerdì 28 giugno 2019, all’assemblea sociale della cooperativa New Solution Coop del consorzio AXA, tenutasi all’interno dello stabilimento della Cosmint di Olgiate Cremasco, dove la stessa opera in appalto fornendo centinaia di lavoratori sulle linee produttive, è un esempio della violazione dei diritti statutari  su cui si fondano le cooperative. 
Come è dimostrato dll comportamento dei vertici della cooperativa che hanno cercato di impedire in tutti i modi la partecipazione alle assemblee, organizzandole a cavallo dei turni con la fretta di rientrare al lavoro o a 100 km. di distanza dal posto di lavoro, negando poi i permessi per parteciparvi e solo dopo mille pressioni concedendo 2 ore di tempo chiaramente insufficienti e con la minaccia di sanzioni disciplinari. 

Tutto questo ha portato il sindacato Slai Cobas sc che sta sostenendo i lavoratori ad indire pure uno sciopero per garantire una vera partecipazione dei lavoratori all’assemblea, diritto primario dei soci, organismo centrale e decisionale su cui si dovrebbe fondare la vita sociale delle cooperative.
Ma grazie alla buona presenza dei lavoratori si è di fatto rotto il meccanismo perverso che prevede la routine di capi e responsabili con pacchetti di deleghe in mano, dove il tutto si risolve in una discussione formale senza dibattito, con l'applicazione di tutto, e tutti a casa in  silenzio.
Questa volta fortunatamente non è andata in questo modo, come dimostra il fatto che l’assemblea è stata interrotta dall’intervento dei carabinieri.

Basta con le cooperative che negano la vita sociale e utilizzano solo la possibilità di venire meno ai diritti contrattuali spettanti ai lavoratori nelle fabbriche se inquadrati correttamente 

SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE
335-5244902

pc 29 giugno - Con la capitana della Sea Watch, con gli immigrati, contro il criminale Salvini e il suo fascista decreto sicurezza: presidio spontaneo ieri sera alla Darsena di Ravenna della Rete Antifascista


pc 29 giugno - Modi capo del governo fascista indu al servizio di ArcelorMittal incontra Conte e forse viene in Italia

Al G20 di Osaka il primo ministro Modi perora la causa della multinazionale indiana dell'acciaio nell'incontro con il presidente del consiglio italiano

ArcelorMittal, il premier indiano nei prossimi giorni in Italia?

Narendra Modi ne avrebbe parlato con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al G20 di Osaka
Diventa un caso politico internazionale la vicenda di Mittal e della gestione del siderurgico di Taranto. Indiscrezioni per ora non confermate parlano di un viaggio in Italia nei prossimi giorni per il primo ministro indiano Narendra Modi. "Sarò io il garante della trattativa Governo-Mittal", avrebbe detto il premier italiano, pur ribadendo il suo appoggio alla posizione dei Cinquestelle a proposito dell'immunità penale.

pc 29 giugno - Il fascismo padronale sempre attivo alla FCA


LA FIAT FCA VUOLE RECUPERARE LO SCIOPERO
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pc 29 giugno - Siamo incondizionatamente dalla parte della capitana della Sea Watch - Criminale è Salvini, il suo governo e i suoi apparati usati contro i migranti e la povera gente



Il governo, i miserabili Di Maio e Toninelli - non gli par vero di fare da pretoriani del criminale ministro razzista


Appoggio a tutte le iniziative di solidarietà previste nei porti italiani per domenica 30
Lunedì Taranto ore 17.30 azione a sorpresa con partenza dalla sede dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
...domenica prossima in diverse città portuali si stanno organizzando manifestazioni contro la chiusura dei porti. Intorno a questo obiettivo è nata la campagna “Occupy ports” che si è attivata per mettere in comunicazione le varie iniziative. In un comunicato “Occupy Ports” spiega che non sarà un cartello con egemonie o gerarchie ma “una massa critica, l’equipaggio di terra delle ong che nel Mediterraneo salvano vite umane. Su quelle navi vorremmo esserci tutti ma non ci possono contenere e allora noi saremo l’equipaggio di terra pronti a dare battaglia nei porti quando bloccano le navi cariche di umanità. Iniziamo il 30 giugno alle 10.00 nei porti, senza alcun preavviso autorizzazione occuperemo i porti ogni volta sarà necessario per costringere ad aprirli a chi scappa dalle barbarie”.

pc 29 giugno - NOTAV ma quale piano B...

COMUNICATO DEL MOVIMENTO NO TAV

Nel corso delle ultime settimane i media locali e nazionali hanno dato grande rilievo a un’ipotesi avanzata dal Comune di Venaus in merito a una proposta di tracciato alternativo del Tav Torino-Lione.
L’ipotesi progettuale e politica avanzata dal Comune di Venaus prevede interventi sulla linea storica e la realizzazione di un tunnel parallelo a quello attualmente in esercizio con ingresso in alta Valle Susa e sbocco a Modane.
L’ipotesi proposta dal Comune di Venaus sarebbe allo studio del governo quale punto di mediazione tra le componenti stesse del governo per lo sblocco dell’impasse politico attualmente gravante sulle

pc 29 giugno - "Siamo tutti e tutte antifascisti -In migliaia al corteo del Pride di Palermo

 una manifestazione dall'impronta  antifascista, antirazzista, antisessista, contro ogni discriminazione sociale
  



 Con cartelli  siamo intervenuti al Pride, forti  passaggi solidali con applausi reciproci tra i camion che sfilavano e i nostri lavoratori, precarie e precari, che gridavano "siamo tutte e tutti antifascisti - per una Nuova Resistenza", invitati a salire su un camion. 

Le compagne Mfpr hanno distribuito  un volantino apprezzato e richiesto che ha suscitato anche tanta solidarietà in particolare verso una delle compagne duramente repressa proprio al Pride dell'anno scorso a Palermo. 

pc 29 giugno - COMUNICATO DELLA REDAZIONE DEL GIORNALE PROLETARI COMUNISTI

Con il numero di giugno, il giornale proletari comunisti ha concluso la prima fase della nuova serie.
Nei cinque numeri usciti fino a giugno sono stati affrontati tutti i temi politici dell’attuale fase e posti nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse.
Sulla maggior parte dei temi contenuti – di cui riportiamo le copertine e sotto i sommari - abbiamo detto quello che è essenziale per orientarsi nella fase e nella battaglia quotidiana sui diversi campi.
Abbiamo cominciato ad organizzare la redazione, abbiamo avviato la diffusione militante nelle fabbriche, nei quartieri, nelle manifestazioni, ecc
Ciascuno dei numeri, pur trattando gli avvenimenti principali mese per mese, ha inserito in essi la valutazione generale che va ben al di là degli articoli di quel numero, di quel mese. Per questo
facciamo la scelta di diffondere i cinque numeri finora usciti nel nostro lavoro verso le avanguardie proletarie e dei movimenti, nelle lotte sociali e ancor più nelle occasioni di aggregazioni territoriali e nazionali dei compagni e delle realtà di lotte: manifestazioni, campeggi, feste, assemblee nazionali e
territoriali, ecc.
Questo lavoro sarà comunque documentato e commentato on line dal blog proletari comunisti.

Nei due mesi della sospensione dell’uscita del giornale proletari comunisti, i compagni della redazione saranno impegnati nella preparazione del numero speciale di settembre che conterrà un documento generale sulla lotta contro il fascio-populismo, come forma attuale di governo, di trasformazione dello Stato, di influenza ideologica, politica e culturale e di effetti e conseguenze nella struttura delle relazioni industriali e sindacali.
Il fascio populismo attraversa tutti i campi della lotta di classe e influenza lo sviluppo delle lotte operaie. Esso va combattuto apertamente in particolare nelle grandi, medie fabbriche del nostro paese e in un settore importante delle attuali lotte dei lavoratori costituito dalle lotte nella logistica.
Nel numero speciale pensiamo di dare un altro colpo diretto alle correnti opportuniste esistenti attualmente nel movimento operaio, e nel movimento di opposizione politico e sociale .
Perchè senza lotta all’opportunismo di destra e a quello di ‘falsa sinistra’ economicista e del rivoluzionarismo piccolo borghese, non si può lottare realmente contro l’imperialismo e il capitalismo, il loro governo, il loro Stato. E non si possono, quindi, far avanzare gli strumenti chiave della lotta del proletariato, il Partito, il Fronte unito, la Forza combattente.

Diamo appuntamento al numero di settembre; invitiamo tutti i compagni e le realtà a leggere i numeri già usciti e ad intervenire, anche criticamente, su di essi. Tutto quello che ci arriva su questo sarà pubblicato e commentato, naturalmente sul blog.
L’indirizzo della redazione è pcro.red@gmail.com.
Le sedi e i compagni di riferimento della redazione sono presenti a Taranto, Palermo, Bergamo, Ravenna, Milano, L’Aquila.

proletari comunisti
29 Giugno 2019






pc 29 giugno - PADRONI E SINDACATI INSIEME CON ARCELORMITTAL

Sembra di essere tornati  a marzo 2012, quando Riva e i capi fecero marciare gli operai a sostegno dei padroni - con  sindacati confederali allora compiacenti mentre ora sono apertamente in prima fila facendo, in particolare Uilm e Fim, del "terrorismo", quando sanno benissimo che non è certo ArcelorMittal che può chiudere la fabbrica, dato che ora ne è solo affittuario.
Allora, nel 2012, si è visto come il collaborazionismo dei sindacati - la mancata lotta, stare dalla parte dei padroni, legare le sorti degli operai agli interessi di questi - a cosa ha portato: ArcelorMittal fa e ragiona come Riva e peggio di Riva. 
Oggi far passare l'immunità penale, non vuol dire solo "mano libere" a Mittal per non attuare una reale bonifica, ambientalizzazione, ma accettare i continui ricatti dei nuovi padroni, a partire dalla nuova cassintegrazione permanente, e chiaramente nessuna riassunzione degli operai Ilva As in cigs.
La giustificazione di Mittal è falsa: chiunque si prende una "casa" sa bene di prenderla così com'è, anche con lavori da fare, per cui ciò che succede da quel momento in poi nel fare i lavori è responsabilità di coloro che li eseguono oggi, non ci si può parare dietro il fatto che quei problemi già c'erano. 
Precisiamo poi. Il decreto e Di Maio non hanno affatto abolito l'immunità penale - come sarebbe stato giusto - ma hanno unicamente riscritto la norma, l'immunità è stata circoscritta al Piano Ambientale e sarà applicata impianto per impianto, ancorandosi ai tempi previsti dall’Aia per la messa a norma delle singole aree, quindi l'immunità decadrà nel tempo, come ha subito assicurato Di Maio ai padroni. 
E' stata eliminata solo l'immunità penale per le altre norme a tutela dell’ambiente, della salute e dell’incolumita’ pubblica. Ma rivendicarla per queste è di fatto un'esplicita dichiarazione di pretendere la libertà di inquinare, di violare norme a tutela della salute e di far ammalare, di uccidere dentro e fuori la fabbrica.

 *****
Dal Corriere di Taranto Federacciai e Fim Cisl accanto ad ArcelorMittal e contro il governo. Nel nuovo caos sulla vicenda ex Ilva, Federacciai si schiera con ArcelorMittal, il più grande produttore d’acciaio a livello mondiale e critica la mossa del ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio nell’aver di fatto eliminato l’immunità penale per i dirigenti che stanno attuando il processo di

pc 29 giugno - Lo scandalo di Catania DEVE RIACCENDERE LA PROTESTA IN TUTTE LE UNIVERSITA'

Catania. L’Università? È Cosa Loro!



L’operazione della Procura Distrettuale della Repubblica messa a segno ieri 28 giugno si chiama “Università bandita”, forte intervento “per far luce sui concorsi che hanno riguardato le carriere universitarie”. 

Nove professori dell’Università degli Studi di Catania e lo stesso rettore Francesco Basile sono indagati e sono  stati sospesi con un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici.
I reati contestati sono gravissimi e vanno  dall’associazione a delinquere alla corruzione e alla turbativa d’asta. Tra i nove professori indagati c’è anche l’ex rettore Francesco Pignataro. L’inchiesta etnea è parte integra di una inchiesta coinvolge al momento  27 concorsi truccati negli atenei italiani: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato, 6 per ricercatore. Al momento risultano indagati 40 professori delle Università di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti, Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona.
“Università bandita”, dove i baroni degli atenei , qualunque sia il loro clan politico di provenienza, continuano a dettare l’agenda politica delle clientele, calpestando e massacrando le lavoratrici e i lavoratori dell’Università e lo stesso corpo studentesco.

pc 29 giugno - Con tutti coloro che denunciano e attaccano la carogna razzista Salvini e chi lo protegge e mantiene illegittimamente al governo contro costituzione e ogni regola

pc 29 giugno - Continuare il sostegno alla battaglia di Anna e Silvia - contro il carcere/tortura - carcere/assassino, 41bis, a L'Aquila come a Poggioreale, ecc., in tutte le forme, presidi alle carceri e 9 luglio protesta solidale ai tribunali




  • ULTIM'ORA LE 3 COMPAGNE HANNO TERMINATO IERI 28 GIUGNO LO SCIOPERO DELLA FAME - VEDERE ARTICOLO
     https://proletaricomunisti.blogspot.com/2019/06/pc-28-luglio-aggiornamenti-sullo.html

    ...La sezione AS2 è la sezione dove vengono rinchiuse le detenute politiche accusate di associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Per Silvia Ruggeri questa accusa è già caduta a marzo, e tuttavia è ancora in custodia cautelare in una sezione dove vigono regole restrittive che non si discostano molto da quelle delle aree riservate del 41 bis. Restrizioni

    pc 29 giugno - Un saluto e un abbraccio ai migranti della Sea watch sbarcati - Liberare subito Carola Rackete

    Applausi sul molo delle tante persone che hanno solidarizzato con i migrantiIl migrante fatto scendere dalla Sea Watch 3 gioved sera in basso Carola Rackete
    All'alba è arrivata l'autorizzazione e i 40 migranti sono scesi finalmente a terra e sono stati portati nel Centro di contrada Imbriacola.



    La Sea Watch attracca al porto di Lampedusa. La capitana arrestata dai finanzieri. I migranti sbarcati all'alba
    Una motovedetta della Guardia di Finanza aveva provato ad ostacolare l'ingresso della Sea Watch nel porto, ma il tentativo è durato poco. Mentre la capitana manovrava la nave entrata di poppa la motovedetta si è spostata lungo la banchina e andava avanti e indietro cercando di impedire l'attracco. La nave, però, ha proseguito nella manovra di accostamento rischiando di schiacciare l'imbarcazione dei finanzieri.
    La Sea Watch attracca al porto di Lampedusa. La capitana arrestata dai finanzieri. I migranti sbarcati all'alba
    La Sea Watch durante la manovra d'attracco disturbata da una motovedetta della Finanza
    "La comandante Carola non aveva altra scelta - dice Giorgia Linardi, portavoce di Sae Watch Italia - da 36 ore aveva dichiarato lo stato di necessità che le autorità italiane avevano ignorato". "E' stata una decisione disperata - dicono i legali della Ong tedesca Leonardo Marino e Alessandro Gamberini - per una situazione che era diventata disperata".
    Quando la capitana ha concluso la manovra si è affacciata sul ponte di comando ed è stata accolta da un lungo applauso di circa un centinaio di persone arrivate sul molo. Tra loro attivisti di Sea Watch, Pietro Bartolo medico dell'isola ed europarlamentare del Pd, don Carmelo parroco di Lampedusa, e le persone che avevano solidarizzato in questi giorni con la Sea Watch dormendo sul sagrato della chiesa. 
    Sea Watch 3 attracca a Lampedusa, i migranti sbarcano dopo 17 giorni. E' stata la notte della Sea Watch, con l'ingresso nel porto di Lampedusa, intorno all'1.40 della nave, e il successivo attracco, tra applausi e urla, dopo un turbolento avvicinamento al molo con motovedette italiane a cercare di impedire l'approdo forzato voluto dalla comandante Carola Rackete, posta in stato di arresto al momento dello sbarco. «Non ce la faccio più, devo portarli in salvo», ha detto la comandante.
    Liberare subito Carola Rackete

    Sea Watch, indagata Carola Rackete. Salvini attacca l'Olanda: «Disgustosi»Carola Rackete arrestata, rischia sino a 10 anni

    Fermare la mano barbara razzista e assassina di Salvini e del suo infame governo fasciopopulista Lega/M5stelle

    venerdì 28 giugno 2019

    pc 28 giugno - Il nazi-fascista Bolsonaro viaggia nell'aereo di stato con 40 chili di cocaina. Mele marce? No, è il fruttarolo!

    Trovati 40 chili di droga nell’aereo di stato di Bolsonaro diretto al G20 di Osaka 

    Droga Bolsonaro | Scorta | G20
    Droga Bolsonaro – Grande imbarazzo per il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, a causa di un carico di droga da quasi 40 chili trovato sull’aereo di stato diretto al G20 di Osaka. Un sergente brasiliano, membro dell’equipaggio aereo del presidente Bolsonaro aveva con sé una valigia stracolma di cocaina ed è stato arrestato dalla Guardia Civil spagnola all’aeroporto di Siviglia.
    Droga Bolsonaro | Il commento via Twitter
    Bolsonaro ha espresso la sua distanza dall’accaduto e ha diffuso subito un messaggio sul suo profilo Twitter ufficiale, informando di aver ordinato al ministero della Difesa del suo Paese “l’immediata collaborazione” con le autorità spagnole e l’apertura di un’indagine a riguardo.
    Inoltre, il presidente brasiliano ha ribadito che le Forze Armate del suo Paese sono composte da un contingente di più di 300mila persone “formate nei principi più integri di etica e morale”, e che quando verrà comprovata l’implicazione del soldato nel caso in questione, quest’ultimo verrà “giudicato e condannato in accordo alla legge”.
    Anche il ministro della Difesa ha trasmesso un comunicato in cui ha espresso “disconoscimento” nei confronti di “atti di tale natura”.
    Droga Bolsonaro | Chi è il militare
    Secondo Europa Press, che cita fonti della Guardia Civil, i fatti sono avvenuti nella tarda mattinata di martedì 25 giugno all’aeroporto di San Pablo, dove faceva scalo l’aereo diretto in Giappone.
    Il militare in questione è un uomo di 38 anni: un sergente del Gruppo speciale di trasporto della Forza Aerea brasiliana. La sua identità per ora non è stata rivelata.
    Droga Bolsonaro | Le politica di guerra alla droga
    Il presidente della destra populista è salito al potere a gennaio 2019 con la promessa di reprimere il crimine diffuso nel paese sudamericano, compreso il traffico di droga.
    Proprio questo mese, ha approvato una nuova legislazione che renderà più severe le pene per i trafficanti e imporrà agli utenti di sottoporsi a riabilitazione o di affrontare la prigione.

     

    pc 28 giugno - Carceri, una situazione esplosiva - Il 9 luglio sciopero degli avvocati penalisti italiani e manifestazione a Napoli

    Da Il Dubbio

    Emergenza carceri, giornata di protesta dei penalisti italiani

    Proclamata dall’unione delle camere penali per il 9 luglio l’astensione dalle udienze. Nella delibera del 20 giugno si evidenzia «una situazione talmente insostenibile da rischiare di essere esplosiva»


    «In nome di una idea sgrammaticata di “certezza della pena”, si insegue un consenso popolare costruito sulla sollecitazione delle emotività più rozze e violente della pubblica opinione: il detenuto “marcisca in carcere”. Una vocazione “carcero- centrica” in spregio della Costituzione, che non certo a caso fa riferimento alle “pene” ( art. 27) e non alla “pena”: dunque non solo carcere, ma anche altre sanzioni e misure che possano responsabilizzare il condannato in un percorso punitivo- rieducativo che

    pc 28 giugno - Aggiornamenti sullo sciopero della fame nel carcere dell'Aquila

    Oggi, dopo 31 giorni, Anna e Silvia hanno ufficialmente terminato lo sciopero della fame. Insieme a loro ha ripreso a mangiare anche Natascia.
    Silvia è stata trasferita al carcere delle Vallette per poter presenziare martedì 2 luglio a un processo in merito a uno sfratto, sarà quindi presente in aula.
    Anna e Natascia proseguiranno nei prossimi giorni la protesta tramite battitura, unendosi a quella ancora in corso nelle sezioni di 41bis.
    Seguiranno aggiornamenti sulla protesta delle detenute nel carcere dell’Aquila.

    Di seguito la locandina per una presenza solidale in aula a Torino MARTEDI' 2 LUGLIO.

    pc 28 giugno - Lo scandalo dell'Università di Catania è lo scandalo del processo di gestione dell'università del capitale, del nepotismo, della gestione corrotta della baronia feudale

    serve la ripresa effettiva della lotta di studenti, ricercatori e laureati per mettere fine a questo orrore senza fine - come nel 68 - a Catania, come a Roma, a Firenze come a Milano, a Bari come a Firenze


    nia, concorsi truccati all’università: sospesi rettore e 9 docenti. Indagati 40 prof in tutta Italia

    Catania, concorsi truccati all’università: sospesi rettore e 9 docenti. Indagati 40 prof in tutta Italia


    L'inchiesta riguarda in particolare l’assegnazione di 17 posti per professore ordinario, quattro per professore associato e sei per ricercatore. Le accuse sono di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta


    Associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Sono queste le accuse nei confronti del rettore di Catania, Francesco Basile, e di altri nove professori, che sono stati sospesi dal servizio dal Gip. Al centro delle indagini su Università bandita della Digos coordinate dalla Procura etnea 27 concorsi che secondo l’accusa sono stati truccati. Sono complessivamente 40 i professori indagati degli atenei di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona. L’ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio emessa dal Gip di Catania, su richiesta della locale Procura distrettuale, è stata eseguita da personale della polizia di Stato. I nove docenti destinatari del provvedimento sono professori con posizioni apicali all’interno dei Dipartimenti dell’università di Catania.Un vero e proprio “codice di comportamento sommerso” operante in ambito universitario secondo il quale gli esiti dei concorsi devono essere predeterminati dai docenti interessati. È quanto emerge dall’operazione ‘Università bandita’ della Polizia di Stato di Catania, secondo quanto ha raccontato in conferenza stampa il procuratore Carmelo Zuccaro. Le indagini hanno accertato come nessuno spazio doveva essere lasciato a selezioni meritocratiche e nessun ricorso amministrativo poteva essere presentato contro le decisioni degli organi statutari. Secondo quanto accertato, inoltre, le regole del codice avevano un un preciso apparato sanzionatorio e le violazioni erano punite con ritardi nella progressione in carriera o esclusioni da ogni valutazione oggettiva del proprio curriculum scientifico.


    La polizia di Stato sta eseguendo 41 perquisizioni nei confronti dei 40 professori indagati. L’inchiesta riguarda in particolare l’assegnazione di 17 posti per professore ordinario, quattro per professore associato e sei per ricercatore. L’ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio emessa dal Gip di Catania, su richiesta della locale Procura distrettuale, è stata eseguita da personale della polizia di Stato. I nove docenti destinatari del provvedimento sono professori con posizioni apicali all’interno dei Dipartimenti dell’università di Catania


    pc 28 giugno - ITALPIZZA: BOTTE VERE E FERITI FINTI

    Nelle ultime ore la situazione ad Italpizza è degenerata modo drammatico. Insieme all’aumento della violenza contro gli scioperanti assistiamo alla creazione di una narrazione tossica per cui la violenza viene da chi la subisce, le operaie e gli operai in sciopero da mesi per i propri dirittiì. Seguiranno aggiornamenti sullo stato del delegato ancora in stato di fermo: un’ambulanza lo ha prelevato dagli uffici della questura per portarlo all’ospedale. Non sappiamo perché né in quali condizioni versi.
    Vedi su www.facebook.com/Si-Cobas-Modena-196869907432405/ un video dello sgombero ai cancelli (le granate di gas CS vengono lanciate in volto ai lavoratori seduti a terra, poi colpiti a manganellate) mentre nella foto si vedono gli stessi carabinieri in coda al pronto soccorso per farsi refertare improbabili traumi riportati in quell’episodio.
    AGGIORNAMENTI su www.sicobas.org
    Botte vere (agli operai) e feriti finti (tra i celerini)
    Davanti ai cancelli di Italpizza la situazione è ormai insostenibile: dopo le denunce del sindacato sui continui abusi di potere, pestaggi e minacce contro operai e rappresentanti sindacali, la Questura di Modena sceglie di alzare il livello dello scontro.
    La violenza contro il picchetto cresce di ora in ora, con l’uso massiccio di manganelli e gas CS lanciati in pieno volto alle persone sedute a terra, i funzionari Digos danno ordini ai celerini: “Oggi dobbiamo arrestarne 10! Prendeteli!”.
    Per supportare gli arresti ci vogliono dei motivi: è così che i carabinieri e la polizia fanno la coda al Pronto Soccorso per farsi refertare improbabili traumi e contusioni. È chiaro che si tratta di fake news: dove sono i lanci di sassi? Dove sono le aggressioni? Le uniche immagini che continuano a giungere da Strada Gherbella mostrano decine di energumeni coperti da placche in kevlar, caschi, scudi e maschere antigas che aggrediscono operai ed operaie a mani nude, fermi davanti ai cancelli o ai camion.
    In questo momento due delegati sindacali del S.I. Cobas, sono in stato di fermo in Questura. Non sappiamo ancora con quali accuse. I funzionari Digos minacciano di trattenerli fino a ché non verrà soppresso lo sciopero.
    Altri due operai, feriti durante le cariche di questa mattina, sono stati minacciati dalla polizia in ospedale, mentre venivano curati.
    Ribadiamo ancora una volta che questo è il risultato della vergognosa strategia concertata tra azienda, Confindustria e Cgil-Cisl-Uil per escludere il S.I. Cobas dalle trattative.
    Che sia chiaro però: non è più possibile normalizzare il Sistema-Modena, non è più possibile far calare il silenzio sul vergognoso sistema di sfruttamento che da trent’anni opprime il nostro territorio!
    INDIETRO NON SI TORNA! AVANTI FINO ALLA VITTORIA!

    MODENA: CARICHE E LACRIMOGENI CONTRO LAVORATORI ITALPIZZA

    A Modena cariche e lancio di gas lacrimogeni da parte della Polizia stanotte e stamattina contro i lavoratori e le lavoratrici Italpizza, sostenuti dal sindacato di base e conflittuale Si Cobas. Per trattare il reintegro delle lavoratrici licenziate dall’azienda perchè iscritte al sindacato, si è svolto ieri un tavolo in Prefettura. I Si Cobas hanno annunciato di aver trovato un muro mentre fuori dalla Prefettura manifestava un folto presidio di solidarietà. Nella notte, poi, il picchetto operaio che si è formato ai cancelli dell’Italpizza ha subito l’attacco poliziesco.
    La testimonianza di Samir di Si-Cobas Ascolta o scarica
    Questa mattina lavoratori e lavoratrici – sostenuti dagli iscritti al Si Cobas di tutta la provincia modenese – sono tornati a bloccare i cancelli e la Polizia è tornata a sgomberare il presidio ancora con cariche e lacrimogeni.
    Sentiamo la voce di una lavoratrice Italpizza Ascolta o scarica
    La testimonianza di Marcello Ascolta o scarica

    pc 28 giugno - No ai muri/No ai porti chiusi! La criminale politica xenofoba dei respingimenti del tronfio razzista ministro dell'Interno si estende ai confini di terra: il governatore Fedriga vuole il muro anti-immigrati con la Slovenia

    Salvini è tornato a parlare dell’immigrazione via terra attraverso il confine tra Italia e Slovenia. Dal 1 luglio inizieranno i pattugliamenti misti delle rispettive forze di polizia, ma il ministro dell’Interno ha annunciato che se non dovesse bastare “non si esclude nessun altro tipo di intervento”, compresa la costruzione di “barriere fisiche”.


    Il Friuli Venezia Giulia valuta il muro anti-migranti di Salvini

    27 GIUGNO 2019 - 12:38
    di Alessandro Parodi

    Il presidente leghista della regione Friuli-Venezia Giulia sposa l’iniziativa proposta da Matteo Salvini
    Dopo la proposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini di erigere un muro sul confine con la Slovenia per bloccare l’immigrazione clandestina sul modello di quello fra Ungheria e Serbia, arriva il via libera del presidente leghista della regione Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.
    Il governatore ha commentato l’iniziativa a margine dell’evento Porti, logistica, grandi opere: «Alzare barriere ai confini per fermare gli arrivi è un’ipotesi al vaglio, testimonia l’attenzione del Viminale per gli ingressi irregolari dal confine orientale, ovvero dal Fvg. Su questo ci confronteremo

    pc 28 giugno - I fascisti di Casa pound non si presentano più alle elezioni - tanto c'è il fascista Salvini che basta e avanza - non sono più un partito - Per prevenire l'eventuale scioglimento per legge - ma confermano squadrismo protetto da Stato, padroni, parte della stampa, su tutti i campi

    CasaPound Italia ha deciso di mettere fine alla propria esperienza elettorale e partitica“. Ad annunciarlo a sorpresa è il presidente Gianluca Iannone che, a poche ore dalla decisione del sindaco di Roma Virgina Raggi di far togliere la scritta in marmo sulla facciata dello stabile da loro occupato in via Napoleone III, ha spiegato come questa decisione sia maturata tra i militanti dell’ormai ex partito di estrema destra dopo il flop registrato alle ultime elezioni europee, dove Cpi ha raccolto lo 0,3% dei voti. “La decisione di oggi non segna affatto un passo indietro, da parte del

    pc 28 giugno - Salerno in Piazza Cavour manifestazione per la Sea Watch e contro la repressione


     I FATTI DI SALERNO

    Il 6 maggio 2019, durante il comizio di Matteo Salvini a Salerno, su un balcone appare lo striscione ‘’Questa Lega è una vergogna’’, rimosso dalla Digos con l’irruzione nell’abitazione privata di una signora. Vengono identificate due persone, iscritte poi nel registro degli indagati per “turbativa di manifestazione elettorale”. Lo stesso giorno viene sequestrato il telefono con il quale una studentessa, Valentina, registra un video-selfie col Ministro mettendolo vistosamente in imbarazzo. Replicando la protesta di Salerno, nei giorni successivi in tutta la penisola parte la ‘balconiade’: centinaia di striscioni vengono esposti ai balconi delle città in cui faceva tappa il Ministro.

     LA VICENDA GIUDIZIARIA

    Qualche giorno dopo il 6 maggio, arrivano infine le notifiche per conclusione di indagini preliminari ai danni di 12 persone, aventi ad oggetto la mancata comunicazione di un presidio nato spontaneamente l’11 settembre 2018 sul Lungomare di Salerno per vigilare su una fantomatica ‘’Passeggiata per la legalità’’ organizzata da ‘Noi con Salvini – Salerno’. Una manifestazione di dissenso definita ‘disegno criminoso’ dagli atti della Digos, con l’obiettivo palese di colpire liberi cittadini e cittadine che hanno contestato pacificamente la criminalizzazione dei venditori ambulanti portata avanti dai leghisti salernitani.

    pc 28 giugno - Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della manifestazione del 22 giugno 2019 a Parigi

    da sri

    Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche,
    in tempi recenti, le masse popolari hanno fatto irruzione nella scena politica, affermandosi più che mai con entusiasmo e determinazione.

    Da un Paese all'altro, e soprattutto nei Paesi della periferia sud del Mediterraneo, la protesta non smette di diffondersi e tradursi in rivolte quasi insurrezionali di tipo particolare. A ondate, decine di migliaia o addirittura centinaia di migliaia di donne, uomini, giovani e anziani di diverso orientamento scendono in strada e invadono i luoghi pubblici ...

    Non riuscendo più a restare indifferenti di fronte all’aggravarsi delle loro precarie condizioni esistenziali, escono dal loro torpore come per magia e chiedono conto a coloro che si son creduti

    pc 28 giugno - Da stampa L'Aquila - Il Mfpr vicino ad Anna, Silvia, Natascia

    L'AQUILA: ''SEZIONE ALTA SICUREZZA INFAME'', MOVIMENTO FEMMINISTA VICINO A DETENUTE IN SCIOPERO DELLA FAME


    Pubblicazione: 27 giugno 2019 alle ore 12:34

    L'AQUILA - "'Un carcere femminile peggiore di Guantánamo e di Alcatraz', come lo defininì Giulio Petrilli. Solidarietà a Silvia, Anna e Natascia in sciopero della fame. Solidarietà alle detenute in 41 bis nel carcere dell’Aquila che si battono al loro fianco. Solidarietà a chi, dentro e fuori le carceri, non si accontenta di sopravvivere a questo sistema, ma osa vivere lottando per una vita dignitosa".
    È quanto si legge in una nota del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, sul "caso" delle due detenute sono Anna Beniamino, 46 anni, e Silvia Ruggeri, 32 anni, recluse nella sezione Alta sicurezza 2 femminile del carcere dell'Aquila, dove sono state trasferite il 6 aprile scorso, che da 29 giorni sono in sciopero della fame.
    A loro si è aggiunta anche un'altra detenuta.

    Le donne, come spiega Luigia De Biasi nella nota, chiedono il trasferimento in altro carcere e la chiusura della sezione AS2 di L’Aquila....
    ...Numerose iniziative in sostegno della loro lotta sono state messe in campo, non solo a L’Aquila e in Italia, ma in tutto il mondo. Dall’Australia alla Palestina sono arrivati messaggi di solidarietà. Vogliamo chiederci come mai? - aggiunge De Biasi. La sezione AS2 è la sezione dove vengono rinchiuse le persone ritenute responsabili di associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Per Silvia tale accusa è già caduta a marzo, e tuttavia è ancora in custodia cautelare in una sezione dove vigono regole restrittive che non si discostano molto da quelle delle aree riservate del 41 bis. Restrizioni che questa città ha già avuto occasione di conoscere durante il processo a Nadia Lioce per 'disturbo della quiete o del riposo' del carcere".
    "Un carcere che ospita attualmente 10 donne in 41 bis e 4 in fatiscenti celle sotterranee che sono un autentico bunker e sono riservate alle detenute AS2, anche in attesa di giudizio, dove l’ombra del regime di tortura del 41 bis si scaglia prepotentemente su chiunque abbia avuto l’onore o l’onere di aver lottato contro un sistema basato sulla disuguaglianza, la guerra, lo sfruttamento, il razzismo, la devastazione ambientale. Un carcere che è una vera e propria tomba, non solo per chi vi è reclusa/o, ma per gli stessi principi democratici che costituzionalmente questo Stato si è dato", prosegue.

    "Ma questo Stato è stato finora sordo alle legittime proteste delle anarchiche detenute, anzi ha risposto con il trasferimento in questa sezione di un’altra compagna, Natascia Savio, a cui sono state trattenute le carte processuali e disposto l’isolamento e la censura. Anche lei è in attesa di processo e in sciopero della fame..."