mercoledì 26 giugno 2019

pc 26 giugno - Taranto ArcelorMittal lancia il suo clamoroso ricatto - Operai e città uniti devono dire BASTA ORA

NO IMMUNITA' PARLAMENTARE 
NO CASSINTEGRAZIONE

Padroni fuori dai coglioni.
1° luglio sciopero e blocco della fabbrica e mobilitazione della città

Di Maio annuncia incontro con ArcelorMittal per il 4 luglio e non fa alcun incontro con i sindacati per fermare la cassintegrazione
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ArcelorMittal ignora i sindacati: lavoratori avvisati della Cigo

Mittal: “Senza novità a settembre ci fermiamo”

AM vuole far partire la cassa il 1 luglio - una sola risposta sciopero e blocco della fabbrica a oltranza

La multinazionale sta comunicando ai lavoratori il numero delle giornate di cassa integrazione con la trattativa che non è mai iniziata


Cresce la tensione dentro il sito siderurgico tarantino ArcelorMittal Italia. Lo si intuisce dalla nota congiunta diramata questo pomeriggio dalle organizzazioni sindacali Fiom, Fim e Uilm, nella quale si legge che “In queste ore Arcelor Mittal, in una fase di esame congiunto con le organizzazioni sindacali di Cigo non ancora ultimata, sta comunicando ai lavoratori il numero delle giornate di cassa integrazione richiedendone inoltre la programmazione nel periodo indicato dall’azienda“. La multinazionale dunque procede spedita, nonostante la trattativa tra le parti non sia di fatto nemmeno iniziata, nonostante ben tre incontri negli ultimi dieci giorni tra Roma e Taranto.

L’atteggiamento irresponsabile della multinazionale dimostra la scarsa propensione al dialogo e soprattutto l’arroganza di chi vuole procedere con l’avvio della Cigo, così come d’altronde comunicato al tavolo alle organizzazioni sindacali, senza un reale confronto di merito ed un approfondimento della fase di incertezza che vive lo stabilimento di Taranto – prosegue la nota dei sindacati -. Riteniamo inaccettabile tale atteggiamento e invitiamo pertanto l’azienda a sospendere quest’atto unilaterale in attesa di una verifica di merito con le organizzazioni sindacali che si dovranno incontrare il prossimo 1 luglio“.
“Riteniamo inoltre necessario conoscere il piano degli investimenti previsti per gli impianti che saranno coinvolti nelle fermate e il piano di manutenzione ordinaria e straordinaria che ancora una volta, secondo quanto sta emergendo dai reparti di manutenzione centrale, saranno coinvolti dalla Cigo a zero ore mentre l’azienda continua ad appaltare attività lavorative svolte dagli stessi sociali – si conclude la nota -. Arcelor Mittal pertanto ritiri immediatamente quest’atto unilaterale, in quanto le organizzazioni sindacali, di fronte a scelte già prese dalla multinazionale, non avrebbero nessun motivo di incontrarsi con l’azienda”.

"Se da oggi al 6 settembre non interverranno novità di rilievo, sulle quali siamo certamente aperti al dialogo con il governo, l’impianto di Taranto si fermerà"

Ad Eurofer l'ad Poelvoorde avvisa il governo: "Pronti al dialogo, ma solo con tutele certe". La società: "Speriamo in conclusione positiva"
A margine dei lavori dell’European Steel Day di Eurofer, il sito specializzato Siderweb ha registrato la presa di posizione dell’amministratore delegato di ArcelorMittal Flat Products Europe Geert Van Poelvoorde riguardo la situazione che si è venuta a creare a Taranto dopo la decisione del governo italiano di riscrivere la norma sulla così detta immunità penale in materia ambientale per ArcelorMittal Italia, nuovo titolare del sito ex ILVA.
La nostra posizione era chiara nella nota sul tema inviata nelle scorse settimane – ha spiegato Poelvoorde all’inviato Davide Lorenzini del sito Siderwebed ora l’unica certezza che abbiamo è che, se da oggi al 6 settembre non interverranno novità di rilievo, sulle quali siamo certamente aperti al dialogo con il governo, l’impianto di Taranto si fermerà in quanto non esisteranno più le condizioni di tutela per garantirne la regolare attività“. Soprattutto perché “non possiamo esporre i nostri manager a rischi gravi a causa di situazioni pregresse e delle quali non sono certo responsabili. Ci sono due mesi di tempo e, pur sorpresi da quanto accaduto, ribadiamo la nostra volontà di discutere nel merito e cercare di trovare una soluzione. Nel frattempo proseguiremo con il nostro piano di investimenti. Le strette tempistiche di intervento non consentono esitazioni o pause. Altrimenti anche se la soluzione si risolvesse come speriamo, non riusciremmo più a rispettare la tabella concordata con il governo” ha concluso Poelvoorde.
Dunque è quasi certi che i prossimi due mesi serviranno a trovare una soluzione sulla vicenda. La norma riscritta dall’art. 46 del Decreto Crescita, prevede infatti che dal 7 settembre l’esimente penale venga rimodellata e rimodulata sulla scadenza temporale di ogni singolo intervento. ArcelorMittal vorrebbe invece che tutto restasse come concordato prima della firma dell’accordo dello scorso settembre, ovvero che le operazioni di risanamento previste dal Piano Ambientale (che comunque quasi certamente vedrà una rivisitazione dopo l’apertura del Riesame dell’AIA stabilito dal ministero dell’Ambiente) vengano realizzate entro il dicembre del 2023 senza l’intervento esterno della magistratura. Del resto bisogna ricordare che la multinazionale opera su impianti, quelli dell’area a caldo, ancora sotto sequestro giudiziario. Staremo a vedere.
In serata è poi arrivata una nota di ArcelorMittal Italia che precisa: “ArcelorMittal Italia precisa che non sarebbe possibile per nessuna società gestire lo stabilimento di Taranto senza identificare una soluzione costruttiva all’attuale contesto, come comunicato la settimana scorsa da ArcelorMittal SA. Le ragioni alla base di questa affermazione sono illustrate nelle dichiarazioni delle ultime settimane e si riferiscono al periodo necessario per l’attuazione del piano ambientale durante il quale sono richieste e sono attualmente in vigore le tutele legali. L’entrata in vigore del Decreto Crescita non consentirebbe ad alcuna società di gestire l’impianto oltre il 6 settembre, una data che è stata fissata dal Governo, a meno che non sia garantita la necessaria tutela ambientale. ArcelorMittal è aperta al dialogo con il Governo e continua a sperare in una conclusione soddisfacente che consenta all’Azienda di continuare a investire in modo significativo nell’industria siderurgica italiana“.

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