BRESCIA: IN CORSO DA DOMENICA 24 A VENERDÌ 29 LA TENDA DI SOLIDARIETÀ CON GAZA.
Le parole d’ordine sono la richiesta di cessate il fuoco permanente e la protezione attiva della protezione civile, a cui si aggiungono la richiesta di libertà per il dott. Hussam Abu Safyia e per tutti i sanitari arrestati, e la giustizia per tutte le vittime tra il personale sanitario.
La conferenza stampa di presentazione si è tenuta sabato mattina davanti alla fabbrica Leonardo.
Ecco il programma completo.
DOMENICA 24:
Ore 17.30: Compleanno di Restiamo Umani Brescia.
ore 18.00: Poesie e Costituzione (Circolo di Brescia di Libertà e Giustizia).
ore 19.30: I Bambini non sono numeri, lettura dei nomi dei bambini uccisi a Gaza.
ore 20.30: Attività di Sanitari per Gaza di Brescia (S.Garattini).
Progetti di PalMed (R. Almajdalawi).
Messaggio audio di Moni Ovadia.
LUNEDÌ 25:
ore 18.00: I Bambini non sono numeri, lettura dei nomi dei bambini uccisi a Gaza.
Ore 20.30: Salute delle donne a Gaza(D. Albini).
Ore 21.00: Cosa possiamo fare sostenere la popolazione palestinese?
Azioni non violente (Movimento Nonviolento).
Ruolo delle banche armate (Banca Etica).
MARTEDÌ 26:
ore 18.00: I Bambini non sono numeri, lettura dei nomi dei bambini uccisi a Gaza.
Ore 20.30: Salute dei bambini a Gaza (A.Arrighini).
Ore 21.00: Musica con Marina Corti, Bruno Podesta’, Angel Galzerano, Max Rener.
Intervento poetico per Gaza a cura di Pietro Mazzoldi.
Banchetto di esposizione disegni dei bambini del progetto Heart of Gaza.
MERCOLEDÌ 27:
ore 18.00: I Bambini non sono numeri, lettura dei nomi dei bambini uccisi a Gaza.
Ore 20.30: Malattie infettive a Gaza (G.Zambolin).
Ore 21.00: Campagna di boicottaggio Teva No Grazie; proposta di iniziative per escludere
Teva e associate dalle farmacie comunali (S.Plaka).
GIOVEDÌ 28:
Ore 18.30: Letture per Gaza a cura del Cerchio delle donne di Rovato.
ore 19.30: I Bambini non sono numeri, lettura dei nomi dei bambini uccisi a Gaza.
Ore 20.30: Malattie oncologiche a Gaza (S.Cherry).
Ore 21.00: I giornalisti a Gaza, Francesco Zambelli di Radio Onda d’Urto
VENERDÌ 29:
ore 18.00: I Bambini non sono numeri, lettura dei nomi dei bambini uccisi a Gaza.
Ore 20.30: Il disagio mentale a Gaza (C.Ferrari Aggradi).
Ore 21.00: Serata con iniziative dei Giovani Palestinesi.
Ore 22.30: Chiusura della tenda (PalMed
C’è
qualcosa di stonato e grottesco nei toni trionfalistici con cui è stata
celebrata la riapertura dell’Istituto penale per i minorenni dell’Aquila.
Bisogna avere una concezione distorta di cosa possa costituire una
“giornata di gioia”, per usare le parole del sottosegretario Delmastro, presente all’inaugurazione, per festeggiare la riapertura di un carcere in questi termini, tanto più se destinato a minori.
Non si
trattava di locali abbandonati o inutilizzati, come si è voluto far
credere, ma di un presidio pubblico pienamente attivo. Infatti, fino a
poco tempo fa, i locali di Acquasanta ospitavano i corsi di economia dell’Università dell’Aquila, con una mensa utilizzata anche dagli studenti del vicino conservatorio.
Nel suo intervento, Delmastro ha parlato della chiusura di una “pagina nefasta”, riferendosi alla decisione dell’allora ministro Orlando di chiudere l’Ipm.
Una decisione definita “sciagurata, improvvida”, ma che in
realtà permise alla struttura di diventare una sede universitaria in un
momento in cui la città tentava ancora di rialzarsi dalle proprie
macerie, restituendo così alla collettività uno spazio pubblico e
formativo.
Fu proprio
quella scelta a consentire, nel 2014, l’assegnazione definitiva della
struttura all’ateneo, che nel frattempo aveva investito per adeguarla
alle esigenze didattiche. Nel maggio 2023, però, Delmastro
ha rivendicato la proprietà dell’edificio per restituirla a quella che
ha definito la sua “funzione originaria” di istituto penale. A gennaio
2025 i docenti sono stati costretti a sgomberare e da marzo i
In questo libro è
racchiuso il
percorso di
trasformazione
individuale di
I.V.
Babusckin,
militante
bolscevico
della prima
ora; il
cammino di
emancipazione
degli operai –
e insieme a
loro dei
contadini
dell’Impero
russo –
culminato
nell’instaurazione
del primo
paese
socialista
della storia;
la nascita e i
primi passi
dell’opera di
quello che
diventerà il
partito
bolscevico.
Le Memorie, in esso contenute,
tratteggiano
la storia del
giovane
Babusckin da
quando,
quindicenne,
entra a
lavorare in
una grande
fabbrica di
Pietroburgo. I
racconti degli
operai più
anziani, la
lettura di un
volantino
clandestino
passatogli da
un giovane
operaio
“antigovernativo”,
la ricerca di
buoni libri,
la
Ora
si passa alladeportazione di
Gaza City. Finora i bombardamenti israeliani hanno causato
oltre62.000
morti (oltre18.400
sono bambini) e oltre 156.000 feriti. Secondo Lancet le cifre
sarebbero tre volte tanto. Secondo Israele l’83% erano civili. Quasi 1,9 milioni
dei 2,4 milioni di abitanti di Gaza sono già sfollati, di cui quasi un milione
sono bambini. ll 98% dell’acqua non è
potabile. Dei 36 ospedali, bombardati, solo 17 di
sono parzialmente funzionanti.
l
segretario generale, dell’ONU Antonio Guterres commenta i
crimini di guerra: “Proprio quando sembra che non ci siano più parole per
descrivere l’inferno di Gaza, ne è stata aggiunta una
nuova:carestia“.
Infatti
l’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), un organismo sostenuto
dalle Nazioni Unite responsabile del monitoraggio della sicurezza alimentare,
dichiara ufficialmente che a Gaza è in corso la carestia. L’Onu – tramite le
dichiarazioni del suo responsabile umanitario, Tom Fletcher – ha commentato
sostenendo che la fame a Gaza è “apertamente promossa da alcuni leader
israeliani come arma di guerra“.
Il
rapporto spiega come la malnutrizione minaccila vita di
“132mila bambini sotto i cinque anni“, stimando che fino a giugno del
prossimo anno soffriranno di “malnutrizione acuta“. L’ente aggiunge che 41mila
di questi casi soffriranno di malnutrizione “grave“, il doppio del numero
stimato nella precedente valutazione dell’Ipc di maggio, esponendoli a un
“rischio di morte più elevato”. Il report afferma che in un’area si verifica una
carestia quando sono presenti tutte e tre le seguenti condizioni: almeno il 20%
delle famiglie soffre di estrema carenza di cibo o è praticamente affamato;
almeno il 30% dei bambini di età compresa tra i sei mesi e i cinque anni soffre
di malnutrizione acuta o deperimento, il che significa che sono troppo magri per
la loro altezza; almeno due persone, o quattro bambini sotto i cinque anni, ogni
10mila muoiono ogni giorno a causa della fame o dell’interazione tra
malnutrizione e malattie-
LETTERA APERTA DEL CINEMA ITALIANO E INTERNAZIONALE ALLA BIENNALE E AL FESTIVAL DI VENEZIA
22
agosto 2025. Oggi centinaia di esponenti del cinema italiano e
internazionale riunitәsi sotto la sigla V4P (Venice4Palestine) hanno
inviato una lettera aperta indirizzata alla Biennale e alla Mostra del
Cinema, comprese le sezioni indipendenti delle Giornate degli Autori e
della Settimana Internazionale della Critica.
Nella
lettera si esortano le istituzioni e i settori del cinema, dell’arte,
della cultura e della formazione esortando a essere più coraggiosi e
chiari nella condanna del genocidio in corso a Gaza e della pulizia
etnica in tutta la Palestina per mano del governo e dell’esercito
israeliani.
Si
chiede inoltre di mettere a disposizione spazi e occasioni per
promuovere iniziative sulla Palestina nel corso di tutto il festival,
per fare seguito alla mobilitazione del 30 agosto sostenuta anche dalla
rete Artisti #NoBavaglio, affinché la Mostra non sia “una triste e vacua vetrina”, come si legge nella lettera di V4P, “ma
colga invece l’occasione di tornare a essere spazio di confronto,
partecipazione attiva e di resistenza, come avvenuto in passato”, spiegano esponenti del gruppo.
Alla
lettera aderiscono molte personalità autorevoli del cinema, dell’arte,
della musica e della cultura, italiane e non solo. Di seguito il testo
completo della lettera aperta e le adesioni. Per aderire si può scrivere
a venice4palestine@gmail.com
LETTERA APERTA ALLA BIENNALE DI VENEZIA
ALLA MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA ALLE GIORNATE DEGLI AUTORI
ALLA SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA
A PROFESSIONITƏ DEL CINEMA E DELL’AUDIOVISIVO, DELLA CULTURA E DELL’INFORMAZIONE
“Fermate gli orologi, spegnete le stelle”
Il carico è troppo per continuare a vivere come prima. Da quasi due anni a
questa parte ci giungono immagini inequivocabili dalla striscia di Gaza
e dalla Cisgiordania. Assistiamo, incredulә e impotenti, allo strazio
di un genocidio compiuto in diretta dallo Stato di Israele in Palestina.
Nessunә potrà mai dire: “Io non sapevo, non immaginavo, non credevo”. Tuttә abbiamo visto. Tuttә vediamo.
Eppure,
mentre si accendono i riflettori sulla Mostra del Cinema di Venezia,
rischiamo di vivere l’ennesimo grande evento impermeabile a tale
tragedia umana, civile e politica. Lo spettacolo deve continuare, ci
viene detto, esortandoci a distogliere lo sguardo – come se il “mondo del cinema” non avesse a che fare con il “mondo reale”.
E
invece è proprio attraverso le immagini, realizzate da colleghә, magari
amicә, che abbiamo appreso del genocidio, delle aggressioni violente e
anche omicide a registә e autorә in Cisgiordania, della punizione
collettiva inflitta al popolo palestinese e di tutti gli altri crimini
contro l’umanità commessi dal governo e dall’esercito israeliani. Quelle
immagini che in questi mesi sono costate la vita a quasi 250 operatorә
dell’informazione palestinesi.
La
Biennale e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dovrebbero
celebrare la potenza dell’arte come mezzo di trasformazione, di
testimonianza, di rappresentazione dell’umano e di sviluppo della
coscienza critica. Ed è proprio questo a renderla uno straordinario
mezzo di riflessione, di partecipazione attiva e di resistenza.
In
risposta alle dichiarazioni spesso tiepide, vaghe o, peggio, comode
espresse dagli organi di potere, dell’informazione e della cultura,
rivendichiamo una posizione chiara e priva di ambiguità: è tempo non
solo di empatia ma anche di responsabilità.
La
semantica, il linguaggio, le parole e le immagini, non sono accessori,
specie per chi crede nell’arte: sono una forma di resistenza
fondamentale e necessaria. Altrimenti dovremmo arrenderci all’evidenza
che essere cineastә o giornalistә, oggi, non ha più alcun senso.
Per
questo, noi attivistә, giornalistә e professionistə del cinema e
dell’audiovisivo crediamo che per una volta lo spettacolo, almeno per
qualche momento, debba fermarsi, interrompere il flusso di indifferenza,
aprire un varco alla consapevolezza. Chiediamo quindi alla Biennale,
alla Mostra, alle Giornate degli Autori e alla Settimana della Critica
di prendere una posizione netta e sostenere queste istanze.
Rivendichiamo
altresì la necessità di spazi e modalità di narrazione per la Palestina
rivolgendoci a tuttә coloro che possono e vogliono spostare qualcosa a
qualsiasi livello.
A
Venezia tutti i riflettori saranno puntati sul mondo del cinema,
abbiamo tuttә il dovere di far conoscere le storie e le voci di chi
viene massacratә anche con la complice indifferenza occidentale.
Esortiamo
tutti i settori della cultura e dell’informazione a utilizzare, in
occasione della Mostra, la propria immagine e i propri mezzi per creare
un sottofondo costante di parole e di iniziative: che non venga mai meno
la voce della verità sulla pulizia etnica, sull’apartheid,
sull’occupazione illegale dei territori palestinesi, sul colonialismo e
su tutti i crimini contro l’umanità commessi da Israele per decenni e
non solo dal 7 ottobre.
Invitiamo
chi lavora nel cinema a immaginare, coordinare e realizzare insieme,
durante la Mostra, azioni che diano risonanza al dissenso verso le
politiche governative filosioniste: un dissenso espresso nel segno della
creatività, grazie alle nostre capacità artistiche, comunicative e
organizzative.
Noi artistә e amantә dell’arte,
noi professionistә del settore e appassionatә del cinema, noi organizzatorә e addettә all’informazione,
noi
che siamo il cuore pulsante di questa Mostra, ribadiamo con fermezza
che non saremo complici ignavә, che non rimarremo in silenzio,
che non volgeremo lo sguardo altrove,
che non cederemo all’impotenza e alle logiche del potere.
Ce lo impone l’epoca in cui viviamo e la responsabilità di esseri umani. Non esiste Cinema senza umanità.
Facciamo in modo che questa mostra abbia un senso e che non si trasformi in una triste e vacua vetrina.
Insieme, con coraggio, con integrità. Palestina libera!
ADESIONI LETTERA APERTA ALLA BIENNALE DI VENEZIA V4P
Osama Abouelkhair (direttore della fotografia) Roberto Accornero (attore)
Francesca Addonizio (montatrice) Sara Agostinelli (ufficio stampa) Vincenzo Agosto (regista)
Greta Agresti (regista/produttrice) Elena Aime (casting)
Giuseppe Marco Albano (regista) Federica Alderighi (produttrice) Artemide Alfieri (montatrice) Michele Alhaique (regista)
Cécile Allegra (regista)
Francesca Sofia Allegra (montatrice) Carla Altieri (produttrice)
Rosario D’Uonno (dir. Marano Ragazzi Spot Festival) Roberta Da Soller (attrice)
Chiara
Dainese (montatrice) Gea Dall’Orto (attrice) Charles Dance
(attore/regista) Serena Dandini (autrice) Marco Danieli (regista)
Lisa De Benedettis (set decorator) Ciro De Caro (regista)
Jacopo De Falco (regista) Stefano De Felici (regista )
Domiziana De Fulvio (intimacy coordinator/regista) Greta De Lazzaris (direttrice della fotografia)
Alice de Lencquesaing (attrice) Antonietta De Lillo (regista) Alessio De Persio (attore)
Francesca Romana De Martini (attrice) Ivano De Matteo (Regista)
Daniele
De Michele (regista) Manuela De Rosas (insegnante) Gianluca De Serio
(regista) Massimiliano De Serio (regista) Ciro De Venezia
(fisioterapista) Gerardo De Vivo (direttore cinema) Alain Declercq
(artista)
Vania Del Borgo (autrice/produttrice) Liryc Dela Cruz (artista/regista) Benoit Delépine (attore)
Gaia Del Giudice (Architettə/Ricercatorə/Docente/Curatorə rassegne cinema /Attivista) Alessandra Della Guardia (attrice/autrice)
Mattia
Della Puppa (produttore) Caroline Deruas Peano (regista) Agostino
Devastato (regista) Alberto Diana (regista/programmer) Valerio Di
Benedetto (attore)
Biagio Di Bennardo (Autore) Leonardo Di Costanzo (regista)
Dadà Di Donna (illustratrice/grafica) Anna Di Francisca (regista)
Valentina Di Geronimo (production/costume designer) Federica Di Giacomo (Regista/Autrice)
Claudia Di Lascia (produttrice creativa)
Nina Di Majo (regista/sceneggiatrice/ artista multimediale) Ra Di Martino (regista e artista visiva)
Mauro Di Maro (fotografo)
Antonella Di Nocera (producer/attivista culturale) Giulia Di Quilio (attrice)
Maria Di Razza (regista/operatrice culturale) Francesco Di Stefano (montatore)
Roberto Di Tanna (montatore) Karole Di Tommaso (regista) Attilio Di Turi (ass. montaggio)
Alessia
Lepore (Sceneggiatrice) Pierfrancesco Li Donni (regista/produttore)
Daniele Lince (regista e sceneggiatore) Tiziana Lo Porto
(scrittrice/traduttrice) Canio Loguercio (musicista)
Boris Lojkine (cinéaste)
Stefano Lorenzi (sceneggiator/regista) Annalisa Lori (attrice)
Circolo Arci Ribalta/Ribalta Experimental Film festival Collettivo Occhi sulla Palestina
EWA European Women’s Audiovisual Network Fuoricinema
Il Mio Filippino collective Ischia Film Festival Isola Edipo
Lumière & Co.
Marano Ragazzi Spot Festival Nuovo Cinema Aquila (Roma) PerSo – Perugia Social Film Festival
Piccola Scuola di Cinema di Tor Pignattara Rete #NOBAVAGLIO
Sala Truffaut (Modena)
Sguardi Altrove Film Festival
Ucca – Unione Circoli Cinematografici ARCI UICD- Unione Italiana Casting Directors Unita
Voci per la Palestina
ZaLab (produzione di film documentari e prodotti culturali)
*****
Questa la risposta dell’ufficio stampa della Biennale alla lettera aperta di Venice4Palestine.
“In
merito alla vostra Lettera aperta ricevuta oggi sulla Palestina,
ricordiamo che la Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica sono sempre stati, nella loro storia, luoghi di
confronto aperti e sensibili a tutte le questioni più urgenti della
società e nel mondo.
Ne
sono testimonianza innanzitutto le opere presentate, e ciò accade
quest’anno con il film The Voice of Hind Rajab della regista Kaouther
Ben Hania, in Concorso, ed è accaduto l’anno scorso con Of Dogs and Men
di Dani Rosenberg, in Orizzonti.”
La Biennale scrive infine “che è, come sempre, aperta al dialogo“.