mercoledì 11 dicembre 2024

pc 11 dicembre - Corrispondenza dalla manifestazione di Calenzano dopo la strage all'Eni

Un triste rituale

Difficile trovare parole migliori per descrivere il presidio indetto per oggi pomeriggio dai sindacati confederali contemporaneamente allo sciopero generale provinciale di 4 ore per protesta contro la strage in cui sono morti 5 operai e 26 sono rimasti feriti, alcuni molto gravemente.
Rituale a partire dalla stessa scelta del luogo, la piazza del vecchio municipio del paese, non vicina al luogo della strage, dove avrebbe richiamato i lavoratori della zona industriale circostante in sciopero e avuto un ben più forte impatto.
E così non drappelli di lavoratori in sciopero ma delegazioni dai diversi posti di lavoro - anche da fuori provincia - hanno riempito la piccola piazza, in tutto 2-3000 persone.
Eppure all'inizio rabbia e dolore in piazza erano, palpabili come il silenzio che ha preceduto e aperto il presidio, prima degli interventi.
Hanno aperto alcuni delegati sindacali della provincia, compreso un collega di lavoro di uno dei lavoratori uccisi, che hanno testimoniato le difficoltà di chi sui posti lavoro provi a lottare per la sicurezza: "ci vuole coraggio, spesso ci sentiamo soli e spesso nessuno ci ascolta", ha detto una di loro.
Sono poi seguiti, alternati, i discorsi dei rappresentanti delle istituzioni, sindaco e presidente di regione e provincia e di dirigenti sindacali, Tutti questi si sono premurati di precisare che nessuno era venuto lì ad additare i colpevoli, trovarli è compito della magistratura.
E dunque nessuna denuncia del sistema dei padroni, dei loro governi e partiti, della passività dei sindacati, nessun riferimento alla "rivolta sociale" necessaria per fermare la guerra quotidiana condotta contro la classe operaia ma blandi richiami alla Costituzione, a ridare dignità al lavoro, alla presa di responsabilità della "politica".
Gli stessi appelli e promesse a prodigarsi perché non si tengano mai più manifestazioni come queste, per "fermare la scia di sangue" suonavano poco credibili e il silenzio che prevaleva all'inizio ha via via lasciato il posto al chiacchiericcio dei commenti tra i capannelli, fino a quasi coprire la voce di chi interveniva.
E la rabbia e dolore si sono stemperati in semplice tristezza.

pc 11 dicembre - Il condono ai No-vax del governo Meloni fascista e anti scienza - Un commento del ricercatore Fabrizio Chiodo

I movimenti anti-scienza ed anti-vaccini, da almeno 135 anni, sono legati a lobbies di destra, fanno il gioco delle grosse compagnie farmaceutiche e sono nemici della classe operaia, come scrisse anche Engels già nel 1894. Il "condono" del Governo Meloni verso le diverse forme di rifiuto alla vaccinazione durante la pandemia COVID-19, oltre ad essere un'offesa verso i decessi e verso il drammatico impatto della pandemia sul sistema sociale, è l'ovvio comportamento di governi fascisti, anti scienza e reazionari, che già durante la compagnia elettorale aveva promesso questo tipo di approccio.

"Tra gli strumenti più utili nella Storia per diminuire le diseguaglianze sociali tra i diversi Paesi ma anche tra le diverse classi sociali dei Paesi più ricchi, vi sono i vaccini. Uno strumento che nella storia ha evitato ricoveri, pressione sui sistemi sanitari, proteggendo principalmente quelle classi sociali che non sarebbero state in grado di ricevere cure negli Ospedali privati come succede nella maggior parte dei Paesi. 

Le grandi compagnie farmaceutiche, che hanno fatto extra profitti record durante la pandemia, non sono mai state interessate - in generale - al concetto di vaccinazione. 

Perché’ dovrei proteggere qualcuno quando poi posso accumulare capitale con i ricoveri, farmaci, esami, apparecchiature ospedaliere etc.?" (Assemblea anticapitalista 2022).

pc 11 dicembre - Dal presidio di Firenze all'Inail per la strage dell'ENI - Oggi pomeriggio sciopero e manifestazione a Calenzano



pc 11 dicembre - Tiziano è libero! - lottare per rompere il divieto della manifestazione per la Palestina è stato giusto e necessario e ogni condanna va respinta fino in fondo

Il PM avevo chiesto 3 anni e 4 mesi di condanna.

A Tiziano sono state riconosciute le attenuanti generiche: è stato quindi condannato a 2 anni con sospensione della pena e esce dal processo con un foglio di via di 1 anno.
In virtù di tutto questo i domiciliari sono stati revocati.

pc 11 novembre - Appalto Stellantis - il ritiro dei licenziamenti è una buona cosa frutto innanzitutto della lotta. Ma la battaglia e la guerra è appena cominciata

Ritiro dei licenziamenti e proroga di 12 mesi della commessa da parte di Stellantis. Queste le basi dell'accordo raggiunto al tavolo della vertenza Trasnova in corso al ministro delle Imprese. Accordo che è alla stesura finale. Stellantis, di fronte ai licenziamenti, 97 in Trasnova, più quelli in Logitech e Tcnoservice per un totale di più di 300 licenziamenti, ha deciso di concedere 12 mesi in più di contratto. Commessa che sarebbe dovuta scadere al 31 dicembre di quest’anno. La società, che si occupa della logistica delle vetture nei piazziali delle fabbriche, era stata avvertita ad aprile della fine del contratto da Stellantis.

L'esito positivo della vertenza Trasnova, con il ritiro dei licenziamenti e la proroga di un anno della commessa, è il risultato di una dura lotta condotta dai lavoratori in questi giorni, che con il presidio dei sei ingressi giorno e notte, ha paralizzato le produzioni dello stabilimento Gianbattista Vico. Occorre ora rilanciare il settore dell'automotive, affinché siano garantiti i livelli occupazionali di Stellantis e dell'intero indotto. Alle

pc 11 dicembre - Corvetto/Milano le idee di rivolta non sono mai morte...

 Viaggio al Corvetto dove anche i muri chiedono “verità per Ramy”

Viaggio al Corvetto dove anche i muri chiedono “verità per Ramy”
Nel quartiere alla periferia sud di Milano viveva il ragazzo morto di Milano — Al Corvetto tutto bene, a parte il ragazzo in falsa tuta Adidas e false scarpe Nike, che spiega la sua rabbia, che è una grande rabbia, con un esempio semplice: «Vedi, la testa di Ramy è finita così, spaccata a metà», sfiorando con il piede un pomodoro pestato sul marciapiede, «ma adesso viene fuori la verità, le bugie della polizia sulla sua morte… E noi cosa dovremmo fare? Stare fermi? Aspettare il processo tranquilli?». “Siamo un posto di poveri, ma non sempre delinquenti”.

pc 11 dicembre - Il governo Meloni, il governo della feccia reazionaria NOVAX, paga il suo debito elettorale a chi ha contribuito a portarla al governo

Stop alle multe per i No Vax, protestano i medici: “Offesa alle vittime di Covid”

Medici sul piede di guerra dopo il condono delle multe ai No Vax che non hanno rispettato l’obbligo vaccinale. Lo ha deciso il governo, con il decreto Milleproroghe, approvato ieri in Consiglio dei ministri. La norma prevede “l’abrogazione, in modo da non dover procedere con una ulteriore proroga”, delle norme che prevedevano una multa di 100 euro nei confronti degli over 50, degli appartenenti alle forze dell’ordine, del personale sanitario e di tutte le altre categorie professionali che per legge avrebbero dovuto vaccinarsi contro il Covid, e non lo hanno fatto. E in concreto significa che le multe non ancora pagate – per un valore stimato che va dai 150 ai 170 milioni di euro – non lo saranno mai perché vengono annullate.

“Agli alluvionati non danno i rimborsi promessi, ma ai no vax tolgono le multe. Un bel messaggio natalizio con emergenze che bussano alla porta, una epidemia in Congo, l'aviaria che bussa e l' influenza che sta per esplodere", attacca Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.

Per il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, si tratta di “un condono raccattavoti diseducativo e irrispettoso". È preoccupato, Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. "Essere per principio contrari alla vaccinazione obbligatoria è sempre un pò pericoloso perché quello che può accadere in futuri eventi pandemici non è prevedibile”.

Mentre si congelano le multe ai No Vax, “quelli che mettevano in pericolo la propria vita e quella degli altri, anziani, malati, persone fragili”, non c'è un Euro in più per la sanità. Un governo di cinici e irresponsabili”, un “modo per strizzare l'occhio a complottisti no vax e negazionisti”

Sarà necessario tornare sulla questione perchè essa è strutturale di questo governo e dovremo tornare anche sulla pagina nera che si è consumata anche in pezzi dell'estrema sinistra e del sindacalismo di base che hanno sponsorizzato e dato sponda ai fascio nazisti di ogni risma sulla questione, contribuendo anch'essi alla divisione e confusione tra pezzi ristretti di proletari e masse popolari portandoli di fatto nel carro che ha permesso la vittoria del governo Meloni.

proletari comunisti

pc 11 novembre - La grave situazione sanitaria nel Congo


Un report informativo da Fabrizio Chiodo - ricercatore CNR

Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre 2024, la zona del Panzi nella provincia di Kwango della Repubblica Democratica del Congo ha registrato 406 casi di una malattia non diagnosticata con sintomi di febbre, mal di testa, tosse, naso che cola e dolori muscolari. Tutti i casi gravi sono stati segnalati come gravemente malnutriti. Tra i casi, sono stati registrati 31 decessi. La maggior parte dei casi segnalati riguarda bambini, in particolare quelli di età inferiore ai cinque anni. L'area è rurale e remota, con accesso ulteriormente ostacolato dalla stagione delle piogge in corso. Data la presentazione clinica e i sintomi riportati, e un certo numero di decessi associati, polmonite acuta, influenza, COVID-19, morbillo e malaria sono considerati potenziali fattori causali con la malnutrizione come fattore contribuente. La malaria è una malattia comune in questa zona e potrebbe essere la causa o il contributo ai casi. Sono in corso test di laboratorio per determinare la causa esatta. In questa fase, è anche possibile che più di una malattia stia contribuendo ai casi e ai decessi.

Nella zona sanitaria di Panzi, i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni rappresentano il 64,3% di tutti i casi segnalati, con le fasce di età 0-59 mesi, 5-9 anni e 10-14 anni che rappresentano rispettivamente il 53%, il 7,4% e il 3,9% dei casi. Tra i decessi, il 71% è di età inferiore ai 15 anni, con il 54,8% del totale in bambini di età inferiore ai cinque anni. Tutti i casi gravi sono stati segnalati come malnutriti.

L'area ha sperimentato un peggioramento dell'insicurezza alimentare negli ultimi mesi, ha una bassa copertura vaccinale e un accesso molto limitato alla diagnostica e alla gestione dei casi di qualità. C'è

pc 11 dicembre - Il rovesciamento di Assad in Siria e il nuovo governo reazionario sostenuto dalla Turchia e dagli imperialisti occidentali

Lo stato sionista di tipo nazista di Israele approfitta della crisi per bombardare attaccare per l'ennesima volta un paese sovrano in spregio alle leggi internazionali con il beneplacito di fatto di tutti - ndr

Quello che sta succedendo in Siria è come un incendio che si diffonde perché trova il terreno fertile, dal genocidio palestinese all'attacco al Libano e alla guerra in Libano che minaccia anche un nuovo attacco all'Iran che incendi tutta l'area, a servizio dell'imperialismo e degli interessi dello Stato sionista di Israele, gendarme del mondo in quell'area per conto delle multinazionali dei paesi imperialisti, per mantenere il tallone di ferro e il controllo delle fonti di energia e dell'assetto geostrategico, delle vie commerciali in questa area decisiva del sistema-mondo.

Il contagio si diffonde e la Siria entra ora nell'occhio del ciclone.

Partiamo da un dato: la Siria di Assad è un regime della borghesia al servizio dell'imperialismo e dei suoi padroni, un regime di capitalismo burocratico che conserva un sistema feudale che ha oppresso e opprime il popolo siriano tutto e che il popolo siriano in tutte le sue forme ha ragione di ribellarsi e la caduta di Assad è giusta e sacrosanta perché questi regimi sono dittature antipopolari che devono essere rovesciate.

Non difenderemo il regime di Assad in nessuna maniera. La facilità con cui è stato rovesciato il cammino senza reali ostacoli, comprese le feroci forze armate siriane usate da Assad per reprimere in tutte le forme il suo popolo tanto che questo regime è la causa essenziale della gigantesca fuga dalla Siria che abbiamo visto in questi ultimi anni e che continuerà anche in queste ore.

Noi siamo per la caduta del regime di Assad, ma la marcia senza ostacoli che ne ha portato

pc 11 dicembre - All'ENI di Calenzano l'ennesima strage operaia per il profitto dei padroni, sostenuto dai governi dei padroni, in primis oggi il governo Meloni


Davide Baronti (in alto a sinistra), Gerardo Pepe (sotto), Vincenzo Martinelli (al centro),
Franco Cirelli (in alto a destra), Carmelo Corso (sotto)

L'esplosione all'ENI di Calenzano è l’ennesima strage operaia, sono saliti a 5 gli operai morti e 26 feriti.

Le stragi sul lavoro sono state una caratteristica in questi mesi, quasi ogni mese abbiamo dovuto contare i morti operai, quasi ogni mese è calata pesante la morte operaia nel paese e nel mondo dei lavoratori, certamente non per cause naturali o fortuite ma la morte dentro il sistema di gestione da parte del Capitale e dei padroni delle condizioni di lavoro sui posti di lavoro.

La drammatica mancanza di sicurezza a cui corrispondono i mancati controlli dello Stato e delle sue istituzioni preposte, lo sfruttamento in ogni condizione, la precarietà, i bassi salari, il sistema degli appalti, dei subappalti, sono l'insieme delle cose che seminano lutti nelle file dei lavoratori dei loro familiari. L'esplosione di Calenzano dipende dal modo di produzione dell’ENI, che non è una fabbrichetta ma una delle principali multinazionali nel nostro paese, una multinazionale di Stato a servizio del profitto.

Come scrive il Presidente di Medicina Democratica: “nel 2017 e nel 2020 erano state segnalate criticità, poi nel 23 improvvisamente hanno detto che tutto andava bene”. Ecco come andava bene!

“I gestori - dice sempre il responsabile di Medicina Democratica - quando sono di fronte a uno scenario importante come la rottura di un tubo, tendono a minimizzare, tendono a dire che non ci sono rischi” e qui i rischi invece li abbiamo visti tutti e contiamo i morti, i feriti, i dispersi, ma in questa occasione l'esplosione in fabbrica si è riversata pienamente sul territorio, presentando per alcune ore i peggiori scenari, come l'inquinamento, la gente che deve rimanere chiusa in casa, il rischio che non riguarda la fabbrica ma riguarda tutti gli operai dell'area contigua all'ENI e che riguarda le abitazioni cittadine, "mettetevi le mascherine, non uscite di casa, tenete chiuse le finestre": il capitalismo oggi è

pc 11 dicembre - Siria, la variabile curda - un contributo per il dibattito

 

Siria, la variabile curda

martedì 10 dicembre 2024

pc 10 dicembre - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Nuova strage all’Eni alle porte di Firenze - Siria: si estendono oppressione e guerre reazionarie al servizio dell’imperialismo e di regimi affamatori, sfruttatori e inganna-popolo

 

pc 10 dicembre - Ramy è stato ucciso dai carabinieri bastardi - Il governo continua a coprirli e per risposta manda altri 600 carabinieri


Ora ci sono altri due i carabinieri indagati dalla Procura di Milano con le ipotesi di reato di concorso in depistaggio e favoreggiamento personale nei confronti del vicebrigadiere di 37 anni, già indagato per omicidio stradale insieme a Fares B., 22 anni,. La Procura di Milano, oltre che sull'omicidio stradale, indaga anche sulle ipotesi di frode processuale e depistaggio per il comportamento di almeno due militari dell'Arma coinvolti nella vicenda. In particolare, le contestazioni riguardano la redazione del verbale dell'intervento che ha portato all'arresto per resistenza a pubblico ufficiale di Fares B. e al video dell'incidente realizzato da un testimone che sarebbe stato fatto cancellare dai militari. Erano già indagati per omicidio volontario il vicebrigadiere al volante dell'autoradio, che avrebbe urtato il Tmax, e il 22enne tunisino. 

Bene che la Procura vada avanti contro gli assassini di Ramy e i complici: Senza giustizia non ci può essere, non ci deve essere pace! 

Invece, i giovani di Corvetto a cui è negato tutto, agli abitanti che devono vivere in un quartiere abbandonato, lasciato volutamente senza niente, al degrado, il governo gli manda nuove centinaia di carabinieri, che avranno come scopo solo quello di reprimere i giovani, le possibili rivolte, fino a nuove uccisioni (?).

E di fronte ai due carabinieri indagati dalla Procura di Milano il governo continua a coprire gli assassini, ma non solo, ribadisce l'unico piano, l'unico intervento verso un quartiere - in cui, come

pc 10 dicembre - Il caporione fascio imperialista USA, Trump, elogia la sua servetta Meloni oggi al governo in Italia che ne garantisce gli interessi

“Meloni? She is great”. Trump al New York Post: “Con leader così speriamo di raddrizzare il mondo”


Meloni Trump

Donald Trump, in un’intervista esclusiva al New York Post racconta il suo viaggio a Parigi per l’inaugurazione della nuova cattedrale di Notre-Dame e ha parole entusiastiche per Giorgia Meloni. Scrive il quotidiano americano che il presidente eletto “ha detto di aver avuto un “grande” incontro con il primo ministro italiano Giorgia Meloni, che ha descritto come dotata di “molta energia”. “Sono stato molto con lei”, ha detto Trump di Meloni, sottolineando che hanno cenato insieme durante il ricevimento dei leader mondiali di 60 membri. “È piena di energia, ti dirò. È fantastica (She is great ndr)

“Con questi leader mondiali speriamo di raddrizzare il mondo”

Sul gruppo di leader mondiali che ha visitato la cattedrale, Trump ha detto alla giornalista Diana Glebova del quotidiano newyorchese: “Siamo andati molto d’accordosi trattava di un “gruppo simile” a quelli quattro anni fa e che spera che possano “raddrizzare un po’ il mondo”.

E Meloni posta la foto della cena di sabato con Trump

Il nostro presidente del Consiglio ha avuto il colloquio con il presidente eletto degli Stati Uniti sabato durante la cena all’Eliseo dopo la cerimonia per la riapertura di Notre Dame a Parigi. Da parte sua, Meloni ha pubblicato in queste ore un post social con la foto di un momento dell'incontro.

pc 10 dicembre - I fascisti al governo ostentano la loro natura e fanno apologia - cosa in contrasto con la Costituzione e leggi in Italia

Chiamano libertà la dittatura e la libertà dei padroni e della classe dominante di trascinarci in un regime moderno fascista fondato su guerra, stato di polizia, sfruttamento, oppressione e miseria

Con il fascismo c’era uno spirito di libertà straordinario”.Il viceministro per gli Affari Esteri Edmondo Cirielli

Il viceministro per gli Affari Esteri Edmondo Cirielli (ansa)

Polemica per le parole del viceministro meloniano degli Esteri durante la presentazione del nuovo libro di Italo Bocchino. Il dem Bonaccini: “Venga in Emilia-Romagna, lo accompagniamo a Marzabotto”. Magi: “Ripassi la storia”

Perfino in un sistema totalitario, c'era una vastità di destre, c'era uno spirito di libertà straordinario. Ma come, durante il fascismo? Sì, anche allora c'era uno spirito individualista, libertario, contro l'autorità, che si manifestava persino in uno Stato totalitario". È polemica sulle parole pronunciate dal

pc 10 dicembre - All'ombra del governo fascista della Meloni, gli sbirri torturatori e persecutori nelle carceri si autopropagandano per quello che sono

’Inaccettabile e vergognoso spot della penitenziaria 

 Il calendario “da paura” della penitenziaria: il carcere è solo repressione. La Polizia penitenziaria ha presentato il suo calendario con un video che mostra gli agenti in assetto antisommossa, con pistole e scudi. Immagine deforme e distorta della funzione rieducativa della pena di Damiano Aliprandi da il dubbio Armati fino ai denti, in tre che bloccano una persona distesa sul pavimento, gruppo di divise in assetto antisommossa. No, non stiamo parlando di un filmato che documenta un’azione militare in una zona di emergenza, ma del nuovo calendario istituzionale della Polizia Penitenziaria. Che bisogno c’era di rappresentarla esclusivamente attraverso la loro forza muscolare, e soprattutto senza che appaia il carcere, nemmeno sullo sfondo? Il calendario per il 2025, presentato mercoledì scorso nell’aula magna della Corte di Cassazione, solleva interrogativi profondi sulla rappresentazione della realtà penitenziaria italiana. Nonostante le dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che sottolinea la capacità di «miscelare continuamente l’uso legittimo della forza con il trattamento rieducativo dei detenuti», il prodotto finale appare come un manifesto unilaterale e fortemente militarizzato


 da osservatorio contro la repressione

pc 9 dicembre - Corvetto - sbirri assassini/giustizia per Ramy/E' giusto ribellarsi!

Morte di Ramy Elgaml, due carabinieri indagati a Milano per depistaggio e favoreggiamento

I fiori per Ramy Elgaml in via Ripamonti sul luogo dell'incidente
I fiori per Ramy Elgaml in via Ripamonti sul luogo dell'incidente (ansa)

La procura iscrive nel registro degli indagati almeno due militari presenti quella notte in via Ripamonti dopo l’incidente tra lo scooter e l’auto: da verificare le parole del super testimone Per il tragico inseguimento tra la gazzella dei carabinieri e il T-Max nella notte del 24 novembre scorso, in via Quaranta all’angolo con via Ripamonti, in cui ha perso la vita Ramy ElgamI ed è rimasto gravemente ferito il suo amico Fares Bouzidi, la procura di Milano ha iscritto per favoreggiamento personale e frode processuale e depistaggio almeno due carabinieri presenti quella notte sul luogo dell’incidente.

lunedì 9 dicembre 2024

pc 9 dicembre - New York - Bravo Mangione siamo tutti con te - “Questi parassiti se la sono cercata”

 Il killer di New York è italo-americano: “Questi parassiti se la sono cercata”

Luigi Mangione preso in un McDonald’s in Pennsylvania dopo 5 giorni di fuga: è uno studente modello nato nel Maryland

Mangione, fermato ad Altoona, nella Pennsylvania centrale, è stato trovato con una pistola simile a quella usata nella sparatoria mortale di mercoledì scorso. L'arma, secondo gli investigatori, potrebbe essere stata prodotta con una stampante 3D.

Il Manifesto - Secondo fonti di polizia citate dai media, avrebbe avuto con sé un testo di 3 pagine con accuse alle aziende assicurative e attive nel settore della previdenza. Il documento, in sostanza, definirebbe la violenza come 'la risposta giusta'. Secondo gli investigatori, il testo scritto a mano "esprime la sua motivazione". "Mi scuso ma andava fatto", era scritto nel testo. "Questi parassiti se la sono cercata" e "Mi scuso per i disagi e i traumi, ma andava fatto", tra le frasi scritte da Mangione secondo quanto ha dichiarato alla Cnn un funzionario di polizia che ha visto il documento. Nella nota, Mangione afferma di aver agito da solo e di essersi autofinanziato. Tra gli oggetti in possesso del giovane, anche una maschera simile a quelle utilizzate dal killer ripreso dalle telecamere a New York.

pc 9 dicembre - L'esplosione del Deposito di stoccaggio dell’Eni a Pratignone vicino ai Gigli - Eni assassina - Stato e governo del capitale complici!

Nuovi morti, feriti e disastro ambientale contro i lavoratori e le masse popolari...

per il profitto del capitale, governi e istituzioni complici

 

prime info dalla stampa borghese

I sindacati proclamano 4 ore di sciopero per mercoledì

«Basta morti sul lavoro: Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze proclamano uno sciopero generale provinciale di 4 ore, a fine turno, per mercoledì 11 dicembre con manifestazione dalle 14.30 alle 16.30 in una area a Calenzano da definire». È quanto riferiscono i sindacati, in una nota, in relazione all’esplosione avvenuta nello stabilimento Eni di Calenzano. «Cgil, Cisl, e Uil di Firenze esprimono dolore per la tragedia, cordoglio per le vittime, vicinanza ai feriti e ai familiari, gratitudine verso i soccorritori, oltre a tanta rabbia per quello che è successo - aggiungono le organizzazioni sindacali - siamo di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro con dimensioni e risvolti ancora da capire su vari fronti. Quello che è successo è inaccettabile, attendiamo il lavoro degli inquirenti per fare luce sulle modalità di quanto accaduto. Senza sicurezza non c’è lavoro, non c’è dignità, non c’è vita».

Una prima ricostruzione dell’incidente

C’è una prima dinamica per l’esplosione al deposito Eni di Calenzano. Gli investigatori hanno ricostruito che tutto è partito nella zona dove si trovano 9 silos pieni di carburante per il rifornimento dei mezzi. Questa mattina c’erano sette auto cisterne in fila per fare rifornimento. «Tutto sembrava essere tranquillo – ha riferito un testimone ai carabinieri - quando c’è stata una fuoriuscita da liquido da un mezzo». Sull’innesco dell’esplosione non c’è ancora chiarezza.

Eni: “Siamo vicini alle famiglie delle persone coinvolte e piena collaborazione con autorità”

«Eni desidera Esprimere la propria forte vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone rimaste coinvolte nell’incidente» di questa mattina presso il sito di Calenzano (Firenze) e «rimanda a quanto comunicato dalla prefettura circa l’impatto dell’incidente sulle persone». Lo comunica il gruppo in una nota, nella quale in merito a quanto accaduto indica che «sta pienamente collaborando con l’autorità giudiziaria per l’accertamento delle dinamiche e delle cause dell’esplosione di una delle autobotti presso la pensilina di caricò e «conferma che l’incendio è stato completamente domato questa mattina in modo tempestivo dai vigili del fuoco».

Evacuate 15 aziende

«Ci sono 15 aziende nei dintorni che sono state evacuate a scopo cautelativo e che hanno subito danni. Sono in corso valutazioni per capire se si può tornare a lavorare in quei luoghi. Le scuole del territorio sono invece tutte aperte e Arpat è rassicurante sulla qualità dell’aria. La colonna di fumo densa che si è sviluppata era anche molto calda e si è alzata molto. Il vento era piuttosto importante oggi, e quindi si è tutto disperso e non ci sono problemi per la qualità dell’aria». Lo ha detto l’assessora regionale alla Protezione civile Monia Monni parlando con i giornalisti nell’area vicino all’esplosione avvenuta oggi a Calenzano (Firenze). Evacuati da parte del Comune anche una piscina e il palazzetto dello sport che sono non molto distanti dal luogo dell’incidente.


Esplosione avvenuta dopo perdita liquido

Secondo una prima ricostruzione, l’esplosione del deposito Eni a Calenzano sarebbe avvenuta a seguito della perdita di liquido durante le operazioni di ricarica delle autobotti. È quanto si apprende dagli inquirenti. L’area in cui è avvenuta la deflagrazione è stata posta sotto sequestro.


La Procura: “Aperta un’inchiesta”

La procura di Prato ha aperto un inchiesta “per appurare eventuali responsabilità penali” e ha delegato le indagini al comando provinciale di Firenze dei carabinieri. Nominati anche, spiega sempre la procura, “alcuni medici legali e tre consulenti tecnici per accertare le cause dell’esplosione”. Aggiunge il procuratore Tescaroli: “Abbiamo richiesto intervento dell’Arpat e della Asl Toscana centro per evidenziare i profili di possibili responsabilità sul luogo teatro dell’esplosione”

Asl: “9 feriti, 3 in codice rosso”

Tra i nove feriti per l'esplosione al deposito Eni di Calenzano tre sono in codice rosso gli altri sei sono codici verdi. È quanto si spiega dall'Azienda sanitaria Asl Toscana centro. I traumi, si precisa, sono da bruciature e per l'onda urto causata dall'esplosione. Dei tre codici rossi uno è stato portato all'ospedale Cisanello di Pisa, al centro grandi ustionati, gli altri due a Careggi. In particolare uno dei feriti portati a Careggi in codice giallo è stato poi riqualificato come codice rosso.


Procuratore di Prato sul posto

Il procuratore capo di Prato Luca Tescaroli si è recato sul luogo del disastro. La procura di Prato è competenze per Calenzano anche se il comune ricade nella provincia di Firenze. 

Quartini (M5s): “Cittadini in casa, ma finestre distrutte”

"Entro 5 km dall'area dell'esplosione è richiesto ai cittadini di non uscire di casa e di rimanere chiusi in casa, il problema è che l'esplosione ha anche abbattuto le finestre. È quindi un'esplosione gigantesca". Lo ha detto nell'Aula della Camera il deputato del M5s Andrea Quartini.

Ferito: “Sembrava che un tuono ci avesse attraversato”

"Non ho mai visto niente del genere nella mia vita, sembrava ci avesse attraversato un tuono". Sono le parole di uno dei feriti. L'uomo, 50 anni, si trovava nel suo ufficio a circa 100 metri dal luogo dell'esplosione. Si tratta di uno dei cinque feriti che sono stati trasportati direttamente da lì al pronto soccorso dell'ospedale Santo Stefano di Prato. Nessuno di loro ha subito ferite gravi, ma solo tagli e traumi apparentemente riassorbibili in pochi giorni. "Non abbiamo capito che cosa è successo, perché tutto è accaduto in pochi secondi. L'esplosione - racconta il testimone ferito - è stata così forte da farci saltare per diversi metri all'interno del nostro ufficio, i vetri si sono sfondati e ci hanno ferito. E' stata l'esperienza più traumatica di tutta la mia vita. Sono ancora stordito".


Ateneo: “Sospese lezioni sedi vicine”

A seguito dell'esplosione al deposito Eni a Calenzano "le sedi universitarie di Calenzano e Sesto Fiorentino, che si trovano nel quadrante coinvolto, non hanno subito danni. In via precauzionale sono stati chiusi i ricambi d'aria degli impianti di aerazione delle sedi di Calenzano, Sesto fiorentino e anche del campus di Novoli. Quanti sono presenti negli edifici universitari di Calenzano e Sesto Fiorentino sono stati invitati a rimanere all'interno dei locali. Le attività didattiche nei plessi di Calenzano e Sesto Fiorentino sono sospese fino a nuova comunicazione". Così comunica l'Università di Firenze.

A1, riaperta uscita in entrambe le direzioni

Alle ore 13 circa, sulla A1 Milano-Napoli è stata riaperta la stazione di Calenzano, in uscita da entrambe le provenienze, Firenze e Bologna. Attualmente non si registrano particolari turbative alla circolazione. Lo rende noto Autostrade per l'Italia.

Impegnati anche vigili fuoco di Pistoia

"Anche le squadre dei vigili del Fuoco di Pistoia sono impegnate a Calenzano (Firenze) per l'esplosione della cisterna nello stabilimento Eni e il nostro pronto soccorso è allertato. In questi momenti terribili siamo vicini alla popolazione colpita. Restiamo in attesa costante di aggiornamenti". Così il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, a seguito dell'esplosione

9 squadre vigili al lavoro, rinforzi da Prato e Livorno

Sono al momento nove le squadre dei vigili del fuoco impegnate nelle operazioni di spegnimento del rogo che si è sviluppato dopo l'esplosione avvenuta nella zona delle pensiline di carico dell'area Eni a Calenzano (Firenze). I vigili del fuoco sono al lavoro dalle 10.30: rinforzi sono giunti dai comandi di Prato e Livorno.


La testimonianza: “Abbiamo sentito un’esplosione”

La testimonianza: "Abbiamo sentito un'esplosione, siamo usciti e ci siamo allontanati"


Sindaco Calenzano: “Preoccupato per dispersi e feriti”

"È un sito a rischio di incidente rilevante e c'era in piano di emergenza preventivo per allertare la popolazione e indicare le misure da assumere, certo che quando succede poi il tema purtroppo diventa più complesso. Sappiamo al momento delle due vittime e dei quattro dispersi che possono precludere un aumento delle vittime, anche le condizioni di alcune feriti sono preoccupanti, soprattutto due". Così il sindaco di Calenzano (Firenze) Giuseppe Carovani.

Anche Campi e Sesto Fiorentino invitano a tenere chiuse finestre

Anche i Comuni di Campi Bisenzio e di Sesto Fiorentino, vicini a quello di Calenzano, hanno invitato su Facebook la cittadinanza a chiudere in via precauzionale le finestre e ridurre gli spostamenti, in attesa di indicazioni da parte degli organi preposti, a seguito dell'esplosine nello stabilimento Eni. Sul posto anche la Protezione Civile della Città Metropolitana di Firenze con un posto medico avanzato.

12:59

Direttore Uffizi: “Immane tragedia”

"Stanno arrivando notizie drammatiche da Calenzano: una immane tragedia per la quale siamo totalmente sconvolti. Le Gallerie degli Uffizi si stringono forte a tutte le persone colpite da questo disastro, ai lavoratori coinvolti ai feriti, alle famiglie delle vittime e alle forze pubbliche di sicurezza, in particolare ai vigili del fuoco". Lo ha detto stamani a Firenze, interrompendo una conferenza stampa dedicata ai progetti per il Giardino di Boboli, il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde.

Paura in aziende vicine: “Come una bomba”

"Abbiamo udito un'esplosione enorme, tutti i vetri sono andati in frantumi e le scaffalature sono cadute per terra. Siamo usciti fuori terrorizzati per proteggerci e capire che cosa era successo. Qualcuno ha pensato che avessero gettato una bomba, come in guerra". È la testimonianza di alcuni operai che lavorano nelle ditte accanto all'area Eni di Calenzano. "Il mio furgone si è alzato di due metri da terra e per il boato ora sento poco" racconta un corriere di una ditta di trasporti che ha la sede vicina al luogo dell'esplosione.

Sul posto distribuite mascherine

Nell'area interessata dall'esplosione oltre ad essere visibile una colonna di fumo è presente un forte odore acre dovuto alla combustione di idrocarburi, tanto che alle persone presenti vengono distribuite mascherine per potersi riparare le vie respiratorie. Presente sul posto anche la Protezione civile metropolitana con un posto medico avanzato. Interdetta al traffico la zona con conseguenti disagi.

Sindaco Calenzano: “Onda d’urto ha frantumato vetri di tante abitazioni”

"L'incidente ha creato un'onda d'urto importante che ha frantumato i vetri di tante abitazioni. La situazione è tornata sotto controllo, adesso stiamo valutando che cosa fare e dove intervenire con la Prefettura. L'indicazione è quella di non uscire di casa e tenere chiuse le finestre e eventuali ricadute. Ulteriori indicazioni sono in discussioni con protezioni civile o prefettura, anche per riaprire le aziende”, ha detto il sindaci di Calenzano, Giuseppe Carovani

Sale a 2 morti il bilancio delle vittime

È salito a 2 morti, 8 feriti e 4 dispersi il bilancio dell'esplosione avvenuta nel sito dell'Eni a Calenzano. "Ancora in corso i soccorsi", si spiega dalla prefettura che ha riunito il Ccs, il Centro coordinamento soccorsi che viene attivato da pianificazione nel caso di eventi che riguardino industrie a rischio di incidenti rilevanti quale il sito Eni di Calenzano.

Protezione civile: “Tenere chiuse finestre raggio 5 km”

Il Dipartimento della protezione civile ha attivato It alert per un raggio di 5 km dalla zona di esplosione avvenuta a Calenzano, "con cui si chiede di tenere chiuse le finestre e di non avvicinarsi alla zona". È quanto si apprende dalla prefettura di Firenze.

Fumo incendio Calenzano visibile anche da comuni vicini

La colonna di fumo dell'esplosione in un deposito a Calenzano è "visibile anche dai comuni vicini. Sul posto il sistema regionale di emergenza sanitaria, i vigili del fuoco e le forze dell'ordine. Monitoriamo la situazione insieme alla citta metropolitana". Lo scrive su X la sindaca di Firenze Sara Funaro.

Comune Calenzano: “Non avvicinatevi all’area”

Il Comune di Calenzano sul proprio sito internet ha pubblicato un annuncio nel quale è riportato: “Esplosione nell'area Eni nei pressi del campo sportivo. Invitiamo la popolazione a non avvicinarsi”.

Vigili del fuoco in supporto da Perugia

I vigili del fuoco del comando provinciale di Perugia sono partiti per portare supporto ai colleghi impegnati per l'esplosione avvenuta nell'area del sito Eni a Calenzano. In particolare stanno raggiungendo la Toscana un'autobotte, un altro mezzo di soccorso e diversi uomini.

Bloccati treni regionali Firenze-Prato

In conseguenza dell'esplosione avvenuta nello stabilimento Eni a Calenzano è stata interrotta la circolazione dei treni regionali tra Firenze e Prato: la linea corre non lontano dall'area interessata. Regolare l'Av. È quanto spiega Fs.

Chiusa l'uscita dell'A1, sospesa circolazione dei treni

L'uscita di Calenzano dell'A1 è chiusa in entrambe le direzioni a causa dell'incendio che si è sviluppato nella raffineria. Autostrade sul proprio sito invita ad utilizzare i caselli di Scandicci o di Barberino del Mugello per uscire dall'A1. Anche la circolazione ferroviaria è sospesa sulle linee convenzionale Firenze-Bologna e Firenze-Prato-Pistoia per l'intervento dei Vigili del Fuoco e delle Forze dell'Ordine a seguito dell'esplosione avvenuta al di fuori della sede ferroviaria in località Calenzano. Lo rende noto il sito Infomobilità di Rfi: i treni subiranno limitazioni e cancellazioni.

Esplosione avvenuta in area carico raffineria

L'esplosione nel sito Eni di Calenzano è avvenuta in un'area definita punto di carico dove le autobotti effettuano il rifornimento di carburante. Più di un mezzo sembra essere coinvolto dalle fiamme come anche la pensilina della struttura.

Esplosione e incendio al sito Eni di Calenzano, Giani: "Allertati gli ospedali"

Diverse persone ustionate

Diverse persone sono rimaste ustionate nell’esplosione e sono state trasportate anche in ospedali fuori regione

Ospedale Careggi attiva piano massiccio afflusso feriti

In conseguenza dell'esplosione nell'area della raffineria Eni a Calenzano il policlinico di Careggi ha attivato il piano di massiccio afflusso, in previsione dell’arrivo di feriti. Il piano comporta il blocco dell'attività ordinaria dell'ospedale e spazi riservati al pronto soccorso .È quanto si apprende dall'Aou di Careggi

Forte esplosione in un deposito Eni

Un'esplosione è avvenuta in un deposito Eni a Calenzano (Firenze). La colonna di fumo è visibile anche dai comuni vicini, sul posto il sistema di regionale di emergenza sanitaria, vigili del fuoco e forze dell'ordine. Lo rende noto il presidente della Regione Toscana sui social. L'esplosione è stata avvertita anche in centri distanti dal luogo dove è avvenuta

Il video

Forte esplosione a Calenzano sentita per chilometri: "Hanno tremato vetri e pareti"

pc 9 dicembre - sponsorizzato dal governo fascista Meloni - ’Inaccettabile e vergognoso spot della penitenziaria


Il calendario “da paura” della penitenziaria: il carcere è solo repressione. La Polizia penitenziaria ha presentato il suo calendario con un video che mostra gli agenti in assetto antisommossa, con pistole e scudi. Immagine deforme e distorta della funzione rieducativa della pena

di Damiano Aliprandi da il dubbio

Armati fino ai denti, in tre che bloccano una persona distesa sul pavimento, gruppo di divise in assetto antisommossa. No, non stiamo parlando di un filmato che documenta un’azione militare in una zona di emergenza, ma del nuovo calendario istituzionale della Polizia Penitenziaria. Che bisogno c’era di rappresentarla esclusivamente attraverso la loro forza muscolare, e soprattutto senza che appaia il carcere, nemmeno sullo sfondo?

Il calendario per il 2025, presentato mercoledì scorso nell’aula magna della Corte di Cassazione, solleva interrogativi profondi sulla rappresentazione della realtà penitenziaria italiana. Nonostante le dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che sottolinea la capacità di «miscelare continuamente l’uso legittimo della forza con il trattamento rieducativo dei detenuti», il prodotto finale appare come un manifesto unilaterale e fortemente militarizzato.


 

 

 

domenica 8 dicembre 2024

pc 8 dicembre - Dalle scuole occupate di Roma -

 Collettivo Autorganizzato Reset

Ⅰ. INTRODUZIONE

Oggi, giorno 8 Dicembre 2024, noi studentesse e studenti del liceo Morgagni abbiamo deciso di occupare la nostra scuola.

Ciò che ha portato l’assemblea degli occupanti alla realizzazione di un atto forte come questo è la convinzione che, tramite esso, possiamo essere in grado di esprimere il nostro dissenso e il nostro disagio nella modalità migliore.

Comprendiamo pienamente la natura fortemente conflittuale di questo gesto e proprio per questo lo riteniamo il mezzo di lotta più efficace e adeguato per esprimere a gran voce le nostre rivendicazioni, sollevate da un’esigenza collettiva che comprende la maggioranza della componente degli studenti.

Pertanto specifichiamo che, nonostante l’interruzione forzata della nostra attività didattica, l’assemblea provvederà allo svolgimento di corsi alternativi, volti ad affrontare e approfondire i temi espressi da questo documento politico. Vogliamo chiarire che la nostra protesta non nasce dalla necessità di colpevolizzare il corpo docenti e la dirigenza,  ma anzi speriamo che questi ultimi possano rivedersi nei nostri ideali.

Ci teniamo infine a specificare che, durante il periodo all’interno del quale si svolgerà questo atto di protesta, ci impegneremo per la tutela e sicurezza di tutti i partecipanti, nonché per la cura e riqualifica della totalità degli spazi all’interno del perimetro dell’istituto. 

A fronte delle mobilitazioni che hanno caratterizzato questo autunno, questa occupazione intende rilanciare un percorso di lotta concreto, compatto ed efficace. Questo documento vuole far emergere le contraddizioni dell’attuale governo, attraverso l’analisi approfondita dei temi e le rivendicazioni affrontate di seguito,  in risposta al dilagante individualismo, all’indifferenza e alla sterilità politica.

Le rivendicazioni e le problematiche per le quali chiediamo soluzioni vanno al di là di ‘interno’ o ‘esterno’ al contesto scolastico, in quanto seppur noi volessimo vederle come problematiche puramente interne finiremo comunque con un’analisi critica del sistema per esteso contro il quale stiamo rivolgendo la nostra lotta. 

Ⅱ. IL VOLTO DELLA SICUREZZA: TRA CONTROLLO E REPRESSIONE

Lo scorso 18 Settembre il Decreto “Sicurezza” è stato approvato con larga maggioranza alla camera.

Presentato come un insieme di misure volte a garantire sicurezza e ordine pubblico, il disegno di legge si rivela, nella sua sostanza, uno strumento destinato a trasformare il tessuto sociale e politico del paese, spingendolo verso una configurazione repressiva e autoritaria.

Le sue implicazioni non riguardano semplicemente l’applicazione del diritto penale, ma colpiscono direttamente il cuore delle libertà individuali e collettive, stravolgendo il rapporto tra cittadini e istituzioni.

Il DDL 1660 non è un’iniziativa isolata di un governo di estrema destra, ma il culmine di un percorso fatto di una lunga serie di decreti sicurezza iniziato da governi di centro-sinistra (D’Alema, Renzi-Lupi, Minniti, Minniti-Orlando), proseguito dal governo “giallo-verde” con i pacchetti sicurezza di Salvini e portato avanti anche dal governo Meloni stesso con il decreto anti-rave e il decreto Caivano.

Questo disegno di legge si inserisce in un panorama segnato da crisi economiche, politiche e sociali che da decenni scuotono le società occidentali. In Italia, come altrove, queste crisi vengono affrontate con misure che puntano non a risolverne le cause profonde, ma a reprimere i loro effetti visibili quali la marginalità sociale, le proteste, le lotte per i diritti e la giustizia, che vengono trattate non come sintomi di un disagio che richiede soluzioni, ma come minacce da eliminare.

Questa repressione è funzionale a un progetto più ampio, quello di consolidare un sistema di controllo che rafforzi lo stato di polizia. La militarizzazione del fronte interno, già evidente da anni, trova nel DDL un ulteriore sviluppo: le risorse pubbliche vengono dirottate dalla spesa sociale verso l’apparato repressivo, mentre il potere delle forze dell’ordine si amplia in maniera sproporzionata, trasformandole in una casta privilegiata, esente da vincoli e responsabilità.

pc 8 dicembre - lotte popolari in Colombia - info corrispondenza

 

Trabajadores informales en Cali encienden el fuego de la lucha 1

En el día de las velitas, los vendedores ambulantes luchan en el centro de Cali contra los desalojos arbitrarios ordenados desde la Alcaldía.

En la mañana de este 7 de diciembre, el centro de Cali fue testigo de la rabia y el coraje de los vendedores ambulantes, quienes optaron por tomarse las calles para defender su derecho al trabajo, así sea informal, y exigir la devolución de sus mercancías ante las reaccionarías medidas de desalojo y expropiación implementadas por el alcalde Alejandro Eder, representante local del Estado de los ricos.

Desde la madrugada, cientos de trabajadores informales, muchos de ellos mujeres cabeza de familia, adultos mayores, desplazados y migrantes, se movilizaron contra el desalojo forzoso que pretende expulsarlos del centro de la ciudad bajo el pretexto de «recuperar el espacio público».

Los videos e imágenes tomados por nuestro reportero y otros transeúntes circulan en redes sociales describiendo cómo los vendedores bloquearon las principales vías del centro de la ciudad, incluyendo las calles 13 y 15, con llantas quemadas y vallas, al grito de: “¡Si nosotros no trabajamos, nadie trabaja!” y “alcalde ladrón devuelva lo que nos robó”.

Fotos y videos en Instagram: https://www.instagram.com/p/DDS5aeOuOf_

Fotos y videos en Facebook: https://www.facebook.com/share/p/15mmgsjzsu/

En un diciembre marcado por la carestía de la vida y la creciente desigualdad, estos trabajadores defienden lo que para ellos significa la vida misma: el medio de sustento de sus familias frente a una economía que los excluye.

pc 8 dicembre - presidio per la libertà di tiziano a Roma - info

 Al presidio x Tiziano oggi a piazzale Clodio a Roma. Ora al presidio un centinaio di persone e iniziati gli interventi,



pc 8 dicembre - Rischio arresto per i soldati israeliani all’estero e disastro umanitario a Gaza


(Foto di https://www.facebook.com/unrwa)

Come conseguenza del mandato di cattura internazionale emesso nei confronti del Primo Ministro Benjamin Netanyahu dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja, ora anche i soldati dell’esercito israeliano che hanno partecipato all’aggressione a Gaza rischiano di venire arrestati all’estero. In Israele la preoccupazione non è poca e l’allarme non viene in alcun modo sottovalutato, tanto che i primi otto soldati che si erano recati a Cipro, in Slovenia e nei Paesi Bassi sono stati costretti a fare immediatamente ritorno in patria.

Disastro umanitario a Gaza

Rapporto FAO (Clicca, in inglese) intitolato “Gaza: un incubo a causa della carenza di cibo” mette in chiaro la situazione catastrofica della popolazione palestinese tutta nella Striscia. Le principali fonti di inquietudine e gli ostacoli alla protezione sono:

  • Livelli allarmanti di scarsità di cibo, mancanza d’acqua e segni di fame nella popolazione.
  • I tentativi in corso di portare aiuti nelle aree assediate continuano a essere ampiamente impediti dalle autorità israeliane.
  • Le operazioni militari a terra, la contaminazione da ordigni inesplosi e i bombardamenti aerei sulle infrastrutture civili, sui terreni agricoli e sulle aree urbane densamente popolate hanno distrutto i sistemi locali di produzione e distribuzione del cibo.
  • Rapida riduzione della diversità alimentare osservata in tutta la Striscia di Gaza
  • Dipendenza dalla combustione dei rifiuti per cucinare, in un contesto di grave crisi energetica.
  • La criminalità indotta dal conflitto e la disgregazione dell’ordine pubblico pongono notevoli problemi di accesso
  • Cucine comunitarie a rischio di chiusura a causa dell’assenza di rifornimenti a Gaza
  • Aumento dei prezzi di mercato dei prodotti di base