Chiamano libertà la dittatura e la libertà dei padroni e della classe dominante di trascinarci in un regime moderno fascista fondato su guerra, stato di polizia, sfruttamento, oppressione e miseria
Con il fascismo c’era uno spirito di libertà straordinario”.
Polemica per le parole del viceministro meloniano degli Esteri durante la presentazione del nuovo libro di Italo Bocchino. Il dem Bonaccini: “Venga in Emilia-Romagna, lo accompagniamo a Marzabotto”. Magi: “Ripassi la storia”
Perfino in un sistema totalitario, c'era una vastità di destre, c'era uno spirito di libertà straordinario. Ma come, durante il fascismo? Sì, anche allora c'era uno spirito individualista, libertario, contro l'autorità, che si manifestava persino in uno Stato totalitario". È polemica sulle parole pronunciate dal
viceministro degli Esteri, il meloniano Edmondo Cirielli, alla presentazione del libro di Italo Bocchino, intitolato Perché l'Italia è di destra.A mettere nel mirino l'esponente di Fratelli d'Italia è il Pd che, attraverso il presidente dem ed europarlamentare Stefano Bonaccini, attacca: "Il viceministro Cirielli sostiene che il tratto distintivo più profondo del fascismo era uno spirito di libertà straordinario. Sto sempre attento ai termini che utilizzo nella polemica politica, ma le parole di Cirielli vanno definite per quello che sono: indegne. Venga in Emilia-Romagna, lo accompagniamo a Marzabotto, a Casa Cervi, alla Buca di Susano, a Campo Fossoli, oppure si rechi a Sant'Anna di Stazzema. Così scoprirà quale spirito di libertà animava il fascismo, alleandosi persino con il nazismo". Sulla tessa lunghezza anche Sandro Ruotolo, componente della segreteria nazionale del Pd: "Facciamo finta di nulla, anche questa volta? Questa è la classe dirigente di Fratelli d'Italia, del partito di Giorgia Meloni. Fanno finta di rappresentare la nuova destra quando invece sono ancorati al ventennio fascista. Dobbiamo mettere in campo valori e proposte per battere questo governo di destra-destra".
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