sabato 25 settembre 2021

Presidente Gonzalo - Nella Giornata Internazionale - Iniziativa al consolato peruviano a Milano

 



Presidente Gonzalo - Nella giornata internazionale video della manifestazione di Amburgo Germania

ALEMANIA: VIDEO: Impresiones de la manifestación internacional del Presidente Gonzalo en Hamburgo

Presidente Gonzalo - Per la giornata internazionale - importante e bel video da Rojava da parte dei compagni turchi del Martyr Nubar Ozanyan Battalion

Martyr Nubar Ozanyan Battalion: We take Gonzalo as an example!

Martyr Nubar Ozanyan Battalion commemorated the communist leader President Gonzalo, who was immortalized on September 11. In a news article on www.tkpml.com Cemil Amed gave a speech at the commemoration, which started with a military ceremony and a moment of silence. Amed stated in his speech that President Gonzalo is not just a Peruvian revolutionary and has a practice that will guide workers, peasants and oppressed peoples all over the world.

Lotta di classe - La denuncia e lotta contro repressione e carcere nel blog Soccorso Rosso Proletario - visitatelo e fate circolare i post pubblicati in tutte le forme - info srpitalia.gmail.com

Torture senza fine nelle carceri israeliane: gli ex detenuti raccontano l’isolamento

Lotta di classe - SULLA PROPOSTA DI NORMATIVA CONTRO LE DELOCALIZZAZIONI DEI GIURISTI DEMOCRATICI

E' importante che giuristi democratici abbiano risposto alla "chiamata" dei lavoratori e lavoratrici della GKN e si siano posti concretamente al lavoro per dare un contributo giuridico nella lotta in corso contro i licenziamenti e la delocalizzazione dell'azienda.

Questa iniziativa, il modo come si è sviluppata ricorda in parte quando avveniva "normalmente" nell'autunno caldo - fine anni '60, inizio anni '70 - in cui la battaglia degli operai chiamava tutti, giuristi, medici, tecnici, giornalisti, intellettuali, ecc. a schierarsi, a mostrare non a parole ma nei fatti da che parte stare e a dare il loro necessario apporto. 

Un apporto che viveva e rispondeva al livello della lotta di classe in quel periodo e allo scontro strategico proletariato e capitale e suo sistema politico, statale, giuridico, e che, pertanto, andava necessariamente oltre e contro le gabbie delle normative esistenti, producendo nella lotta effettivamente normative nuove, "rivoluzionarie" sui vari campi: medicina, giurisprudenza, ecc (che venivano imposte solo con la mobilitazione operaia, e popolare).

Questo spirito e apporto, chiaramente, non si può riprodurre senza un "nuovo autunno caldo", ma a questo è giusto puntare.

In questo senso, ci sembra che la proposta di normativa dei giuristi democratici voli ancora "basso", all'interno della possibilità giuridiche esistenti, senza metterle in discussione; e in questo senso, può sembrare più concreta e attuabile ma in realtà rischia di essere illusoria nella sua attuazione, ma soprattutto non può riuscire a frenare, impedire il fenomeno sempre più vasto di delocalizzazione (dove il costo del lavoro è più basso e il capitale può realizzare più profitti) e conseguenti chiusure e licenziamenti.

Nella proposta che riportiamo di seguito non viene posto la questione più importante:

la requisizione da parte dello Stato di macchinari, strutture, locali verso un'impresa che - come scrivono i giuristi democratici - "abbia fruito di interventi pubblici finalizzati alla ristrutturazione o riorganizzazione dell’impresa o al mantenimento dei livelli occupazionali"; imprese che sono il 99%, tanto più negli ultimi anni e in questi due anni di pandemia.  

Nella proposta solo al punto 7) vi si accenna, ma si parla solo di "diritto di prelazione da parte dello Stato e di cooperative di lavoratori"; non di requisizione.   

Mentre gli altri punti si pongono questioni - informazione preventiva, presentazione di un piano, controlli - che da un lato potrebbero già essere fatti con le normative già esistenti; dall'altro vi è più di una esperienza, anche di questi recenti anni, in cui nè la presentazione di un piano, nè il controllo ha garantito neanche una parziale attuazione di quel piano (es. emblematico l'Ilva, in cui non solo il piano presentato nel 2018 che prevedeva il rientro di 2600 operai lasciati fuori dalla nuova proprietà non è stato attuato, ma lo Stato nel 2020 è sì intervenuto ma per entrare nella società e continuare esso a non rispettare neanche quel piano e, anzi, ad autorizzare altri esuberi).

Nella soluzioni alternative - vedi punto 4 - non si fa cenno neanche ad un estensione della normativa sulla "clausola sociale" per il mantenimento di tutti i posti di lavoro, che c'è in alcuni contratti.

Quanto diciamo vuole essere un contributo propositivo, un appello a sostenere con la propria professionalità la lotta di classe degli operai, ma all'interno di una critica agente allo stato di cose esistenti. 

MC

FERMIAMO LE DELOCALIZZAZIONI (stralci)

"...Delocalizzare un’azienda in buona salute, trasferirne la produzione all’estero al solo scopo di aumentare il profitto degli azionisti, non costituisce libero esercizio dell’iniziativa economica privata, ma un atto in contrasto con il diritto al lavoro, tutelato dall’art. 4 della Costituzione. Ciò

venerdì 24 settembre 2021

Presidente Gonzalo - Nella giornata internazionale - Palermo - Taranto

Palermo




Taranto



Presidente Gonzalo - Nella giornata internazionale perviene il messaggio dall'India di omaggio del PCI (Maoista)

 in via di traduzione

INDIA: Red Homage to Comrade Abimael Guzman (Gonzalo), Founder Leader and Former Chairman of Communist Party of Peru!


Central Committee, CPI (Maoist) pays itʹs humble homage to 86 year old Comrade Manuel Ruben Abimael Guzman Reynoso (Gonzalo), founder leader and ex-Chairman of Communist Party of Peru – Shining Path who martyred on 11th September in the high security centre of the Callao Naval Base of Peru. Our Central Committee expresses deep condolence and sympathy to Peru Communist Party, proletariat, peasantry, all the revolutionary people of Peru and friends, comrades, kith and kin of Comrade Gonzalo.

Comrade Gonzalo who born on 3 december 1934 in Mollendo, a port town of Peru was attracted towards Marxism and joined Peruvian Communist Party during his student life in university. From 1962 to mid 70s he served as a professor of Philosophy at San Cristobal of Huamanga university in Ayacucho. During the 1970s

Presidente Gonzalo - Nella giornata internazionale - L'Aquila


Presidente Gonzalo - Nella giornata internazionale - Ravenna

Presidente Gonzalo - Per la giornata internazionale dedicata al presidente Gonzalo

la diretta facebook prevista per il 24 per motivi tecnici - di cui ci scusiamo è stata rinviata - sarà sostituita a breve da un video intervento a larga circolazione - info pcro.red@gmail.com

 

Sciopero generale 11/10 - INTERVENTO PER L'ASSEMBLEA DONNE/LAVORATRICI A BOLOGNA

intervento mfpr.mp4

...le condizioni di lavoro, non lavoro, di doppio sfruttamento e oppressione delle donne, gli assassinii dei padroni in fabbrica e degli uomini che odiano le donne fuori e in casa gridano "vendetta" e richiedono una lotta senza quartiere!...

Sciopero generale 11/10 - UNIRE ED ELEVARE LE LOTTE CONTRO PADRONI/GOVERNO

 

giovedì 23 settembre 2021

Sciopero generale 11/10 - INTERVENTO DELLO SLAI COBAS SC ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE DI BOLOGNA

 intervento slai cobas sc.mp4 


Necessario più che mai lo sciopero contro padroni, governo,
e sindacati collaborazionisti

Imperialismo - Parlano di pace ma preparano la guerra - questo è l'imperialismo, tutti gli imperialisti! Non c'è lotta contro l'imperialismo e la guerra senza lotta contro l'opportunismo politico e sindacale

Alla nuova alleanza militare  USA/GB/Australia in funzione anti Cina nel Pacifico corrispondono nuove manovre militari Russia/Cina, mentre i governi imperialisti europei attuali - senza la GB dell'Exit/imperialismo - parlano un pò più concretamente di Difesa Europea.

I venti di guerra attraversano il mondo con le corrispondenti economie di guerra, perche dietro le guerre imperialiste e reazionarie ci sono sempre una solo cosa: i profitti.

Crisi e nuova ripartizione del mondo all'ombra della devastante pandemia scaricata sui proletari e le masse popolari.

E come sempre tutti i partiti parlamentari o aspiranti tali si schierano con il proprio capitale, con il proprio imperialismo, o con una alleanza imperialista contro un'altra e i sindacati collaborazionisti e sindacati di base riformisti fanno da cinghia di trasmissione tra i proletari e le masse, per arruolarle al carro dell'imperialismo e delle guerre; per questo la lotta sindacale non basta, anzi è spesso un mezzo per arruolare e i proletari nella guerra del capitale

USB sostiene che il nemico è la UE e intanto si schiera con Cina e Urss ed è a questo che finalizza la lotta sindacale; pur nel rispetto dei lavoratori e delle loro lotte, spesso da esso organizzate, l'Usb non è nel nostro campo e da essa bisogna separarsi come da ogni sovranismo e nazionalismo.

Che sciopero generale si può fare con sindacati del genere, che dire poi di chi parla di sindacato senza politica, parole d'ordine di ogni corporativismo e tendenzialmente fascismo? E nel sindacato di base alcune sigle questo fanno e questo sono...

Il sindacato classista e combattivo, il fronte unico di classe esistono se si separano dalle cattive compagnie e conquistano sul campo i proletari in lotta e le masse popolari strappandole all'influenza nefasta del sindacalismo collaborazionista e del sindacalismo di base.

Chi cerca di stare con il piedi in due staffe non aiuta la chiarezza e non fa avanzare la lotta di classe, la politica di classe, la guerra di classe che oggi è necessaria contro padroni, governo, stato del capitale, imperialismo.

Ogni occasione, assemblee, scioperi, manifestazioni, quindi anche quelle dell'11 Ottobre, sono buone per lottare contro il nemico di classe e contro i nemici interni suoi complici; è la prima lotta è quella  della chiarezza, dell'affermazione delle posizioni di classe, degli obiettivi di classe, dell'organizzazione di classe.

Questo è il compito primario dei comunisti e delle avanguardie proletarie

proletari comunisti

23 settembre 2021

info sulle manovre militari CINA/RUSSIA e Altri

Sono in corso e dureranno fino al 25 settembre le manovre militari congiunte dei Paesi della Shanghai Cooperation Organization (Sco).

Le esercitazioni vedono come teatro le vicinanze di Orenburg, sede di uno scalo cruciale per il traffico

mercoledì 22 settembre 2021

Vaccinazione - CONTRO LA POLITICA IMPERIALISTA NELLE VACCINAZIONI - Un contributo

Stiamo pubblicando dichiarazioni, articoli che possono dare un contributo alla battaglia per la vaccinazione obbligatoria di tutti e per smontare argomentazioni simil no vax.

Questo articolo di Alex Zanotelli, apparso su Il Manifesto di ieri, è utile per chiarire che anche nel campo della lotta alla pandemia emerge chiara la contraddizione tra paesi imperialisti e paesi oppressi dall'imperialismo, e, a livello politico/strategico, lo scontro tra reazione e fascismo da un lato e necessità della rivoluzione dall'altro.

E' importante la denuncia di Zanotelli, che chiama "Apartheid vaccinale, egoismo dei Paesi ricchi eretto a sistema" il fatto che la maggiorparte delle popolazioni dei paesi poveri, dipendenti ancora non si può vaccinare mentre nelle cittadelle imperialiste avviano la "terza dose", anche per la critica alle posizioni nel campo della sinistra/sindacati di base, movimenti che dietro il "No obbligo vaccinale per tutti", in tutto il mondo, gratta-gratta esprimono (coscienti o no) posizioni di menefreghismo per la sorte dei popoli dell'Africa, Asia, ecc.; li dove la tanto sbandierata e difesa "libertà di scelta individuale" nei nostri paesi imperialisti, non ha "casa".

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Da articolo di Alex Zanotelli - stralci

I ministri della Salute del G20 si sono ritrovati a Roma dal 5 al 6 settembre, per studiare la possibilità di estendere la vaccinazione a tutti gli esseri umani. Molte le speranze, magri i risultati. Il fatto più grave è che il G20 Salute ha rifiutato la proposta del Sudafrica e dell’India, sostenuta da oltre cento Paesi, di sospendere temporaneamente i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini. Nella “Dichiarazione di Roma”, a conclusione del G20 Salute, troviamo solo un generico impegno di inviare vaccini ai paesi impoveriti e la promessa di un sostegno finanziario alla campagna Covax,.. 

Siamo di nuovo alla carità, che in questo campo non funziona, fa solo il gioco delle potenti multinazionali dei farmaci, Big Pharma appunto.

Come missionario e come cristiano sono nauseato dall’egoismo pagato a caro prezzo dagli impoveriti del Pianeta. È quanto avevo già constatato nei miei dodici anni vissuti nella baraccopoli di Korogocho (Nairobi) durante la pandemia dell’Aids. Negli anni Novanta i farmaci antivirali erano prodotti negli Usa a un prezzo proibitivo per i malati del Sud del mondo, destinati a morire nel giro di pochi anni. Ho accompagnato nella malattia e poi alla morte centinaia di fior fior di giovani, soprattutto splendide ragazzine. Ogni morte era per me uno strazio perché sapevo che erano vittime di ingiustizia. I benestanti si salvavano, perché potevano pagare diecimila dollari a dose per vivere, i poveri invece erano invece marchiati a morte. È un mondo assurdo il nostro, dove l’egoismo è eretto a Sistema.

È quanto sta succedendo anche oggi con la Covid-19: i ricchi hanno i vaccini mentre agli impoveriti lasciano le briciole. Siamo davanti a una vera e propria apartheid vaccinale. In Africa solo il 2%

Imperialismo USA - I criminali e disumani respingimenti di Biden: scene di caccia ai confini con il Messico

Imperialismo, la più grande minaccia dell'umanità

imperialismo USA: nemico principale (non certo l'unico) dei proletari e dei popoli oppressi

unica soluzione: RIVOLUZIONE!


Biden manda altri 400 agenti nella zona di Del Rio, dove oltre 14 mila persone, in maggioranza haitiani, hanno passato il confine entrando in territorio americano, e si sono accampati da qualche giorno sotto una superstrada al confine tra Messico e Texas in attesa di una decisione sul loro ingresso negli USA. Sono almeno 300 mila le famiglie rimaste senza casa dopo il terremoto
















martedì 21 settembre 2021

Internazionalismo - Tunisia - la situazione in questi ultimi giorni - Una corrispondenza

Kais Saied rivolgendosi alla nazione conferma la via intrapresa del 25 luglio, Ennahdha si appella alla piazza e ottiene un ulteriore flop, riformisti allo sbando. Grande è la confusione sotto il cielo... la situazione è eccellente, ma bisogna coglierla.

Tra pochi giorni scadrà il secondo mese di stato d'eccezione in Tunisia, sono infatti ormai 55 giorni da quando il parlamento tunisino è stato congelato e ai deputati revocata l'immunità ed il governo sciolto salvo alcuni ministri rimasti in carica mentre altri sono stati nominati direttamente dal presidente della repubblica Kais Saied che attualmente ha pienamente assunto il potere esecutivo e legislativo.

Lo scorso sabato 18 ottobre Ennahdha per la prima volta dagli scontri del 26 luglio in cui avrebbe voluto "riprendersi il parlamento e la democrazia", ci ha riprovato ma indirettamente, facendo convocare alla "società civile" un sit-in davanti il teatro municipale nella centrale Avenue Bourguiba a Tunisi per protestare contro il "colpo di stato" presidenziale chiedendo che venisse ripristinato il parlamento. Anche in questa occasione è stata confermata la crisi dell'ex partito islamista di governo di mobilitare la propria base che va sempre più assottigliandosi.

Contemporaneamente nel marciapiede di fronte il "movimento 25 luglio" è accorso in fretta e furia organizzando un contro sit in ha difesa della mossa presidenziale e che ha schernito i manifestanti islamisti sventolando banconote e articoli alimentari a simboleggiare che negli ultimi 10 anni di governi a guida Ennahdha il paese è stato svenduto e le risorse depredate dagli islamisti al potere. Da notare che in questa seconda piazza erano assenti attivisti dei partiti politici che pur appoggiano il passaggio del 25 luglio: il sit in si è formato per l'appunto spontaneamente.

Questo fatto seppur rappresenta un primo ritorno in piazza della polarizzazione delle forze in campo, è

Imperialismo italiano - In Libia, i governi imperialisti UE e l’Italia in particolare, stanno buttando ancora benzina sul fuoco per alimentare il caos e mettere le mani sul petrolio. Info e notizie

Per il suo miserabile “posto al sole” tra gli imperialisti in Libia, in spregio alle pesanti accuse dell’ennesimo rapporto dell’ONU, l’Italia porta avanti i respingimenti verso i migranti finanziando e coprendo le bande criminali che chiamano guardia costiera. Dall’inferno dei lager libici le notizie sono sempre più allarmanti nonostante l’impedimento all’accesso umanitario e al monitoraggio da parte delle agenzie umanitarie. Nessuna pietà neanche per i bambini. «Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha riferito che i bambini – scrive Guterres nel suo ultimo dossier (Unsmil) – hanno continuato a essere detenuti arbitrariamente nei centri di detenzione a Tripoli e

Lotta di classe - GKN - NOTE DI UN COMPAGNO DELLO SLAI COBAS SC CHE ERA ALLA MANIFESTAZIONE DEL 18 SETTEMBRE - per il dibattito


Siamo arrivati verso le 14, 30. La piazza era già piena. 
Abbiamo messo lo striscione, molto visibile, e tante locandine e volantini in tutti gli spezzoni del corteo.
I pezzi di altre fabbriche visibili, con striscioni erano in particolare: Piaggio, Electrolux, Same di Treviglio, Toream (?), metalmeccanica di Lucca, Texprint-Si.cobas... Vi erano tantissimi altri operai, ma non organizzati o individuabili
Tanti studenti, giovani, aree di solidarietà di Firenze. Da altre realtà, da Milano vi erano i compagni del Vittoria con uno striscione su Adil, i disoccupati di Napoli del Movimento 7 novembre, una delegazione No Tav, ecc.
Il corteo era “blindato” dai lavoratori Gkn e compartimentato: cordoni d'avanti dei lavoratori con le magliette blu; seguivano  le magliette viola-area di sostegno, Comitato donne, ecc.
Poi "lotta per la casa", rappresentanze di sindacati di base: Sol cobas, Cub, Sgb, Usb, Confederazione Cobas, poi Fgc, Potere al popolo.
Gli interventi durante il percorso a alla fine della manifestazione sono stati della Gkn, pochi altri: Texprint, una universitaria.

Abbiamo parlato con vari operai e fatto inchiesta, operai della Piaggio/Fiom, fabbriche tessili, farmaceutica, Sammontana, del Nuovo Pignone, di una fabbrica tessile di Empoli (dove c'è una contrattazione diversa, guadagnano di più, prendendo da varie voci); un operaio di un'altra fabbrica, denunciando i metodi "cruenti" dei dirigenti della Fiom, ha detto che anche da loro c'è una contrattazione più avanzata. Però si rinchiudono nel loro recinto, diventano delle “riserve”... ; non viene messa in discussione la produttività.

Con gli operai della Gkn abbiamo potuto parlare soprattutto la sera, in cui siamo rimasti a dormire nella fabbrica, trattati molto bene per il mangiare e l'alloggio.
Sulla Fiom abbiamo raccolto pareri e commenti anche differenti:
“noi sì contestiamo i sindacati, ma tra di noi”; “quando Landini è venuto alla fabbrica, noi l'abbiamo messo in riga”... parlando con altri operai emergeva però anche che alcuni di loro non sanno della linea generale della Fiom fuori della Gkn, cosa fa nelle altre fabbriche. 
Per la Gkn hanno trovato un “equilibrio” con la Fiom, ma non si smuovono di lì.
C'è la concezione di sentirsi forti e pensano di poter dominare la direzione della fabbrica.
Ma vari operai sono consapevoli che hanno poca possibilità di vincere. Dicono: finchè abbiamo gli stipendi abbiamo forza, ma questo finirà...

Un tecnico Fiom ci ha fatto girare la fabbrica. C'è un processo di robottizzazione, vi sono gabbie di montaggio in cui vi sono 4 robot, gli operai caricano da delle feritoie i pezzi e i robot li lavorano. I robot vanno più veloci degli operai. I semiassi vengono dati ad altre fabbriche Fiat con livelli salariali più bassi. Di giorno stanno sui 200/300 operai che tengono in manutenzione gli impianti. 

Vaccinazioni - UN'INTERVISTA AL DR. GALLI CHE CI PIACE

Galli "Dal '68 al virus ora vado in pensione ma continuerò a lottare"

MILANO - "Potessi, non smetterei. Però rispetto una legge che condivido e mi faccio da parte. La testa no, quella continuerà a lavorare: sono stato e continuerò ad essere un medico, interista e di sinistra. La mia gioventù si è rivelata la mia vita anche da anziano, non ne rinnego nemmeno un pezzettino". Massimo Galli, primario di malattie infettive al Sacco di Milano e docente alla Statale, è stato un punto di riferimento internazionale nella lotta contro l'Aids. Dal gennaio 2020 è il simbolo nazionale della guerra dei medici contro la pandemia da Covid. L'11 luglio ha compiuto 70 anni e da novembre, dopo 43 anni di servizio nello stesso ospedale della città in cui è nato, sarà in pensione. "Giusto lasciare spazio ai giovani - dice - ma ricerca e studio della medicina sono la mia vita e prescindono dai ruoli. Quanto alla professione, posso dire solo di ritirarmi con la coscienza a posto. E oggi trovo curioso tanto interesse verso di me, dopo che per decenni solo i miei pazienti mi riconoscevano".

Vuole dire che l'emergenza sanitaria, per la prima volta, ha trasformato anche i medici in star?

"Medici e ricercatori, in condizioni normali, conducono vite solitarie. Dopo lo scoppio del Covid, pur accettando solo il 30% degli inviti in tivù e delle interviste, mi sono trovato a parlare pubblicamente dieci volte al giorno. L'ho fatto perché una pandemia impone anche agli scienziati responsabilità diverse. Lo vediamo oggi con vaccini e green pass: bisogno avere l'umiltà di spiegare. Eppure, dai

Sciopero generale 11/10 - INTERVENTO OPERAIO DALMINE SLAI COBAS SC ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 19 A BOLOGNA



La centralità delle fabbriche nello sciopero dell'11 ottobre

Sciopero generale 11/10 - A TARANTO/PUGLIA SI COMINCIA AD ORGANIZZARE - dal blog tarantocontro

 

Ieri sera la nuova riunione a Taranto, in ple Democrate delle realtà regionali pugliesi dei sindacati di base e di classe, delle realtà sociali e politiche di Taranto, Bari, Brindisi, ha cominciato a lavorare concretamente per l'organizzazione dello sciopero generale dell'11 ottobre.

Si è deciso la realizzazione a Taranto di un corteo regionale nella mattinata dell'11, che raccolga e unisca tutte le realtà lavorative, gli studenti in sciopero, così come i disoccupati, le donne, dai quartieri, ecc; un corteo espressione delle ragioni dello sciopero generale di forte ripresa della lotta unitaria sull'insieme delle condizioni di lavoro, di vita sempre più attaccate - ultimo l'aumento impossibile dei costi delle bollette e dei prezzi - della salute, della scuola, sanità; un corteo combattivo contro padroni, governo, e le loro espressioni locali. 

Si è fatta propria la piattaforma  nazionale per lo sciopero dell'11, con la proposta, da parte dello slai cobas sc, di alcune integrazioni che raccolgono alcune battaglie in corso a livello locale ma di valore nazionale (integrazione della cassintegrazione al 100% del salario perso, internalizzazione per i lavoratori, lavoratrici dei servizi pubblici essenziali, ecc.).

E quindi, si è dato avvio al lavoro concreto perchè sciopero e corteo facciano fare anche nella nostra regione, a Taranto un passo avanti nei rapporti di forza tra proletari e padroni/governo.

Unica macchia negativa, che non possiamo non evidenziare. I rappresentanti dell'Usb nell'assemblea di ieri, pur comunicando la loro decisione di dire SI' alla manifestazione a Taranto (nel precedendo incontro insistevano per Bari), hanno contemporaneamente comunicato che, però, nella stessa giornata dell'11 ottobre l'Usb ha organizzato a Roma presidi sotto il Ministero, per vertenza ex Ilva e Alitalia, e pertanto una parte di loro con operai ex Ilva andrà a Roma e solo altre secondarie realtà lavorative resteranno a Taranto. 

E' evidente che questa decisione priva lo sciopero e la manifestazione a Taranto di una parte importante e strategica degli operai, e vuole indebolire la riuscita dello sciopero all'ex Ilva/Acciaierie d'Italia.

L'Usb nazionale e altri sindacati di base non solo hanno boicottato l'assemblea nazionale del 19 settembre (su questa assemblea leggi report pubblicato ieri in questo blog https://tarantocontro.blogspot.com/2021/09/verso-lo-sciopero-generale-dell11.html, e gli interventi dello Slai cobas), ma stanno operando per indebolire lo stesso sciopero generale dell'11 ottobre, per dividere la forza dei lavoratori. Organizzare in contemporanea una manifestazione al ministero a Roma - come è stato detto ieri sera dallo Slai cobas per il sindacato di classe - è sbagliato.
Questo tipo di manifestazioni si sono già tenute, si possono tenere dopo lo sciopero generale, ma farle in occasione dello sciopero generale è contrastare apertamente lo spirito dello sciopero, che deve andare oltre le singole vertenze, ma unire ed elevare l'insieme del fronte di lotta contro l'insieme dei padroni e il governo. Usare invece lo sciopero generale per dare più visibilità alle proprie vertenze e mobilitazioni, è strumentale, è dividere i lavoratori e lavoratrici, con la suicida logica: "ognuno per sè".l

lunedì 20 settembre 2021

Internazionalismo - India 27 settembre - Il PCI(Maoista) chiama a un grande sciopero (ʹBharat Bandhʹ) le masse contadine per il 27 settembre

 info/materiali/contatti csgindia@gmail.com




Dichiarazione del Partito Comunista dell'India (Maoista) sullo sciopero generale (Bharat Bandh) dei contadini

SALUTI RIVOLUZIONARI ALLA LOTTA DEI CONTADINI INDIANI

AVANZARE COME NEGLI ULTIMI 10 MESI VERSO IL SUCCESSO CONTRO HINDUTWA!

PER LA RIUSCITA DELLO SCIOPERO DEL 27 SETTEMBRE 2021 IN TUTTA L’INDIA

Il governo di Yogi Adityanath preoccupato per il Kisan Maha Panchayat [Assemblea generale dei contadini] pianificato dalla Bharatiya Kisan Union (BKU), Samyukt Kisan Morcha e diverse organizzazioni di contadini in lotta che si oppongono alle leggi agricole proposte dal governo centrale, a Mujaffarnagar il 5 settembre ha cospirato per fermarlo. E negli ultimi 10 mesi ha avuto un unico programma contro il movimento in corso. Ha bloccato tutte le autostrade nazionali in particolare di Haryana, Punjab, UP e Meerut Zone (Meerut, Ghaziabad, Shamli, Bhagpat) con l'aiuto del PAC (la polizia armata statale) per evitare il grandissimo raduno dei contadini. Ha fissato fotocamere digitali e droni nei luoghi di incontro.

L'intera città è stata riempita di telecamere della CCTV. L'incontro dei contadini tenutosi a Mujaffarnagar, il luogo che è stato il principale centro delle forze Hindutwa [fascismo indù] nel portare il BJP al potere al governo centrale e nell'istigare rivolte religiose in UP, non solo serve a ricordare le 62 persone morte nelle rivolte delle forze Hindutwa nel 2013, ma fornisce anche sollievo alle 50 mila persone che sono rimaste senza casa.

Yogi progettò di fermare l'incontro perché preoccupato che il loro partito potesse subire la sconfitta nelle prossime elezioni all'Assemblea in Uttar Pradesh e Uttarakhand come a West Bung e per il suo fallimento nel mantenere le promesse ai contadini. Ma il successo del Maha Panchayat che ha visto un gran numero di giovani provenienti da 22 stati e anche donne contadine, ha dimostrato che nessuna forza può fermare i contadini in lotta dell'India agraria. Il CC del nostro partito manda saluti rivoluzionari ai contadini.

Il nostro partito sostiene l'appello a fare lo sciopero totale [bharat bandh] in tutta l'India il 27 settembre per intensificare il movimento contadino militante in corso nel paese negli ultimi 10 mesi. Il nostro Partito ha già fatto appello al movimento contadino a chiamare tutti per sconfiggere le forze Hindutwa nelle prossime elezioni all'Assemblea dell’UP. Esso sostiene fermamente l'appello a "essere determinati a sconfiggere il BJP".

Il CC chiarisce ancora una volta che le organizzazioni rivoluzionarie dei contadini di tutti gli stati nella direzione del nostro partito si uniranno ulteriormente ai contadini indù e musulmani che lottano per l'annullamento delle leggi burocratiche sull'agricoltura. Il CC fa appello al Samyukta Kisan Morcha affinché i 25 Maha Panchayat si svolgano con successo e in un modo unico organizzato per preservare il paese, i contadini, i commercianti, i dipendenti e i giovani del paese che hanno preservato il paese dalla svendita. L'aiuto della popolazione dei villaggi vicini dato ai contadini che hanno partecipato al Maha Panchayat a Mujaffarnagar attraverso 5000 stand è encomiabile. Speriamo che questa tradizione continui in tutti gli incontri futuri.

Dobbiamo ricordare che bollare i contadini come terroristi, naxaliti con il turbante o roba simile da parte delle diaboliche forze Hindutwa serve solo a metterli dietro le sbarre con leggi burocratiche repressive ogni volta che li percepiscono come pericolosi. Il nostro Partito fa appello a tutti i contadini affinché combattano con dedizione di fronte a qualsiasi numero di ostacoli e attacchi nel movimento per annullare le leggi sull'agricoltura destinate a servire gli interessi delle classi che rappresentano le multinazionali e costringere i contadini alla morte. Quasi 500 contadini sono morti per molte ragioni legare alla repressione della polizia, in questo movimento.

Le forze Hindutwa hanno cospirato in tutti i modi per rompere il movimento dei contadini a partire dall'issare bandiere indipendentemente dai contadini sul forte rosso il 26 gennaio solo per fare cattiva propaganda al movimento. I leader del governo centrale fecero un vano tentativo di demoralizzare la forza organizzata dei contadini parlando della pandemia da Coronavirus. Si sono abbandonati agli attacchi al convoglio del leader del movimento contadino Rakesh Tikayt. Hanno cospirato in tutti i modi per distruggere l'unità delle organizzazioni dei contadini che combattono senza compromessi. Ma i contadini sono determinati.

Il governo centrale ha dichiarato che ritarderà l’entrata in vigore delle leggi per un anno e mezzo. Questo è un successo molto importante del movimento. Non sorprende che le forze Hindutwa che sono state sconfitte nelle elezioni del West Bung hanno promesso di annullare le leggi burocratiche in modo da competere senza paura nelle prossime elezioni. Il nostro partito fa appello ai contadini affinché non credano alle ingannevoli forze brahmaniche Hindutwa e continuino il movimento con la massima consapevolezza fino a quando le leggi non vengano ritirate dal Parlamento. Ci sono molte di queste proditorie esperienze di cui si vanta la democrazia parlamentare. Il popolo deve essere chiamato a non votare per nessun partito politico che non sia pronto ad annullare le leggi sull'agricoltura.

I suicidi dei contadini non sono finiti. Quest'anno le condizioni indicano un impatto per la mancanza di pioggia sulle colture di Khariph e Rabi. C'è una bassa piovosità senza precedenti in 23 anni in Odisha. I governi centrale e statale stanno annunciando riforme risarcitorie che non mettono in pratica e riguardano le terre dei contadini. I contadini del Punjab sono colpiti da ulteriori tasse sull’elettricità. Non si parla di distribuzione delle terre contadine ai dalit e ai poveri del Punjab.

D’altra parte, le terre dei contadini vengono consegnate alle classi che rappresentano le multinazionali molto a buon mercato. In una situazione del genere, siamo determinati a preservare l'agricoltura e i contadini del paese. Le popolazioni indigene del paese stanno combattendo con una militanza senza precedenti per proteggere le risorse naturali del paese. Condannano gli omicidi e le atrocità delle forze di sicurezza delle classi dominanti e stanno lottando con la ferma richiesta di ritirare le migliaia di forze di polizia nelle aree forestali e che nessuna stazione o campo di polizia sia istituito senza il permesso della Gram Sabha [Assemblee di villaggio]. La manifestazione popolare a Silinger nel distretto di Bijapur procede come modello negli ultimi quattro mesi. Il nostro partito fa appello al movimento dei contadini affinché si identifichi con questi movimenti e afferma che non è possibile proteggere il paese senza un coordinamento dei movimenti degli operai, dei contadini, degli impiegati, degli studenti, dei dalit, dei tribali, dei musulmani e delle donne.

C'è una disoccupazione senza precedenti nel paese. I lavoratori sono soffocati dal peso del lavoro e non hanno nessuna assicurazione per la loro vita. I prezzi del petrolio e quelli dei beni essenziali sono aumentati e stanno mettendo alla prova il potere d'acquisto della gente comune. I lockdown in nome della pandemia da Coronavirus vengono annunciati indiscriminatamente a costo del lavoro migrante. Le stupide decisioni dei governi stanno solo diffondendo la pandemia.

Le persone sono private del servizio medico minimo che porta a centinaia di migliaia di morti. Il paese sta affrontando una grave crisi in tutti i settori. D'altra parte, come affermato dai leader della Samyukt Kisan Morcha, i governanti del paese mettono il paese in vendita sul mercato internazionale. Dobbiamo proteggere il paese. La cricca del Sangh ha parlato di nazionalismo culturale fino a ieri, ma ora sta scatenando aggressivamente politiche economiche imperialiste in tutti i settori in nome della Aatmanirbhar [autosufficienza] che ipoteca la sovranità del paese.

In un momento in cui il paese arriva ai 75 anni di indipendenza nominale, i governanti lo celebrano in nome di ʹAazadi kaa Amrut Mahotsavʹ [Dolce festa della libertà]. Come slogan dei contadini in lotta, proteggiamo il nostro paese che è reso dipendente e messo in vendita nel mercato internazionale e rendiamolo laico, democratico e autosufficiente. Combattiamo e liberiamo il nostro amato paese dalle catene delle grandi forze feudali e borghesi.

Abhay, Portavoce

Comitato Centrale

PCI (Maoista)


Sindacato di classe - Ultime notizie dalla GKN - info

Il Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso all’articolo 28 da parte della FIOM.

I licenziamenti alla GKN sono stati giudicati ANTISINDACALI perché la multinazionale non ha rispettato accordi e procedure. Pertanto il percorso intrapreso dall’azienda è stato annullato e i licenziamenti di fatto sono BLOCCATI, perché il padrone dovrebbe ricominciare da capo, rispettando le intese e le regole.Ci dicono che abbiamo vinto il ricorso per condotta antisindacale. 

dal Collettivo di fabbrica GKN

 Vedremo le conseguenze pratiche. La palla ripassa ancora più pesante al Governo. Non osate far ripartire quelle lettere. Cambiate La legge subito.

La mobilitazione continua perché non c'è salvezza fuori dalla mobilitazione. E perché ci sono trent'anni di attacchi al mondo del lavoro da cancellare.

Stiamo imparando tante cose in questa lotta. Iniziamo anche a masticare qualcosa di finanza. E quindi, fossimo un azionista PLC Melrose inizieremmo a pensare che forse i nostri soldi non sono proprio in buone mani. Inizieremmo a diversificare il portafoglio. È una semplice opinione, sia chiaro.

Noi non siamo azionisti del resto. Siamo gli operai Gkn. E questo è quanto. Noi non giochiamo in borsa. Facciamo semiassi. E insieme a tutti voi, noi #insorgiamo

1. Non osate far partire quelle lettere.
2. Melrose non ha più nessuna credibilità. Decida lo Stato italiano se vuole associarsi a questa clamorosa perdita di credibilità.
3. Decretazione d'urgenza della sospensione delle procedure di licenziamento in corso (della 223) per noi e per le altre vertenze.
4. Se il Governo non propone un dl antidelocalizzazioni, chiediamo di farlo salire dal Parlamento. Il pool di giuslavoristi che ha risposto al nostro appello ha preparato un testo che rispecchia gli 8 punti approvati dall'assemblea operaia.
Qua ulteriori info e l'appello:

Fermiamo le delocalizzazioni e lo smantellamento del tessuto produttivo!


Giuriste/i solidali ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Parlamento e a

Per una normativa che garantisca subito lavoro e diritti!

Delocalizzare un’azienda in buona salute, trasferirne la produzione all’estero al solo scopo di aumentare il profitto degli azionisti, non costituisce libero esercizio dell’iniziativa economica privata, ma un atto in contrasto con il diritto al lavoro, tutelato dall’art. 4 della Costituzione.

Ciò è tanto meno accettabile se avviene da parte di un’impresa che abbia fruito di interventi pubblici finalizzati alla ristrutturazione o riorganizzazione dell’impresa o al mantenimento dei livelli occupazionali Lo Stato, in adempimento al suo obbligo di garantire l’uguaglianza sostanziale dei lavoratori e delle lavoratrici e proteggerne la dignità, ha il mandato costituzionale di intervenire per arginare tentativi di abuso della libertà economica privata (art. 41, Cost.).

Alla luce di questo, i licenziamenti annunciati da GKN si pongono già oggi fuori dall’ordinamento e in contrasto con l’ordine costituzionale e con la nozione di lavoro e di iniziativa economica delineati dalla Costituzione.

Tale palese violazione dei principi dell’ordinamento, impone che vengano approntati appositi strumenti normativi per rendere effettiva la tutela dei diritti in gioco.

Per questo motivo è necessaria una normativa che contrasti lo smantellamento del tessuto produttivo, assicuri la continuità occupazionale e sanzioni compiutamente i comportamenti illeciti delle imprese, in particolare di quelle che hanno fruito di agevolazioni economiche pubbliche.

Tale normativa deve essere efficace e non limitarsi ad una mera dichiarazione di intenti.
Per questo motivo riteniamo insufficienti e non condivisibili le bozze di decreto governativo che sono state rese pubbliche: esse non contrastano con efficacia i fenomeni di delocalizzazione, sono prive di apparato sanzionatorio, non garantiscono i posti di lavoro e la continuità produttiva di aziende sane, non coinvolgono i lavoratori e le lavoratrici e le loro rappresentanze sindacali.

Riteniamo che una norma che sia finalizzata a contrastare lo smantellamento del tessuto produttivo e a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali non possa prescindere dai seguenti, irrinunciabili, principi.

1-A fronte di condizioni oggettive e controllabili l’autorità pubblica deve essere legittimata a non autorizzare l’avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte delle imprese.
2-L’impresa che intenda chiudere un sito produttivo deve informare preventivamente l’autorità pubblica e le rappresentanze dei lavoratori presenti in azienda e nelle eventuali aziende dell’indotto, nonché le rispettive organizzazioni sindacali e quelle più rappresentative di settore.
3- L’informazione deve permettere un controllo sulla reale situazione patrimoniale ed economico-finanziaria dell’azienda, al fine di valutare la possibilità di una soluzione alternativa alla chiusura.
4- La soluzione alternativa viene definita in un Piano che garantisca la continuità dell’attività produttiva e dell’occupazione di tutti i lavoratori coinvolti presso quell’azienda, compresi i lavoratori eventualmente occupati nell’indotto e nelle attività esternalizzate.
5- Il Piano viene approvato dall’autorità pubblica, con il parere positivo vincolante della maggioranza dei lavoratori coinvolti, espressa attraverso le proprie rappresentanze. L’autorità pubblica garantisce e controlla il rispetto del Piano da parte dell’impresa.
6- Nessuna procedura di licenziamento può essere avviata prima dell’attuazione del Piano.
7- L’eventuale cessione dell’azienda deve prevedere un diritto di prelazione da parte dello Stato e di cooperative di lavoratori impiegati presso l’azienda anche con il supporto economico, incentivi ed agevolazioni da parte dello Stato e delle istituzioni locali. In tutte le ipotesi di cessione deve essere garantita la continuità produttiva dell’azienda, la piena occupazione di lavoratrici e lavoratori e il mantenimento dei trattamenti economico-normativi. Nelle ipotesi in cui le cessioni non siano a favore dello Stato o della cooperativa deve essere previsto un controllo pubblico sulla solvibilità dei cessionari.
8- Il mancato rispetto da parte dell’azienda delle procedure sopra descritte comporta l’illegittimità dei licenziamenti ed integra un’ipotesi di condotta antisindacale ai sensi dell’art. 28 l. 300/1970
Riteniamo che una normativa fondata su questi otto punti e sull’individuazione di procedure oggettive costituisca l’unico modo per dare attuazione ai principi costituzionali e non contrasti con l’ordinamento europeo.

Come espressamente riconosciuto dalla Corte di Giustizia (C-201/2015 del 21.12.2016) infatti la “circostanza che uno Stato membro preveda, nella sua legislazione nazionale, che i piani di licenziamento collettivo debbano, prima di qualsiasi attuazione, essere notificati ad un’autorità nazionale, la quale è dotata di poteri di controllo che le consentono, in determinate circostanze, di opporsi ad un piano siffatto per motivi attinenti alla protezione dei lavoratori e dell’occupazione, non può essere considerata contraria alla libertà di stabilimento garantita dall’articolo 49 TFUE né alla libertà d’impresa sancita dall’articolo 16 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE”

Riteniamo altresì che essa costituisca un primo passo per la ricostruzione di un sistema di garanzie e di diritti che restituisca centralità al lavoro e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori.

Per permettere una ponderata valutazione degli interessi incisi dal testo dell’atto legislativo in cantiere riteniamo necessaria ed immediata una sospensione da parte del Governo delle procedure di licenziamento ex l. 223/91 ad oggi avviate dalle imprese.

Documento redatto da
Massimo Capialbi

Sindacato di classe - IMPORTANTE RIUSCITA DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 19 SETT. VERSO LO SCIOPERO GENERALE DELL'11 OTTOBRE

400 lavoratori, lavoratrici ieri hanno riempito la sala Dumbo a Bologna per l'assemblea nazionale in preparazione dello sciopero generale nazionale dell'11 ottobre. Si è svolta in un clima combattivo, riscaldato in alcuni momenti anche dagli slogan dei lavoratori, soprattutto immigrati, venuti dalle lotte dure, difficili, represse, ma mai sconfitte, della logistica ("la lotta è dura ma non ci fa paura..." e altri). 

Un'assemblea rappresentativa delle effettive realtà di lotta, sia dei lavoratori e lavoratrici, operai di fabbrica, realtà sociali di lotta, che delle organizzazioni sindacali combattive e di classe, il Si.cobas e Slai cobas per il sindacato di classe, che da tempo stanno lavorando per lo sciopero dell'11 ottobre.

Tanti sono stati gli interventi, soprattutto delle realtà di lotta, come gli interventi delle organizzazioni sindacali sulle ragioni sempre più urgenti dello sciopero generale, sul significato importante per tutti i lavoratori dell'11 ottobre per unire, elevare le lotte in corso nei vari posti di lavoro in una lotta generale contro padroni, governo, ma anche contro i sindacati collaborazionisti (come diceva uno striscione nella sala), e cominciare a far pesare a livello nazionale i lavoratori per cambiare i rapporti di forza. 

Riportiamo il link del video dell'intera assemblea realizzato dal Si.cobas per restituire a tutte le lavoratrici, lavoratori, giovani, donne, compagni il dibattito che c'è stato:  

https://it-it.facebook.com/sicobas.lavoratoriautorganizzati.9/videos/2798674047047434/

Un dibattito, in alcuni momenti, e secondo noi questo è ancor più necessario, anche franco, che non vuole nascondere i problemi del cammino necessario per una battaglia comune sindacale di classe, combattiva e anticapitalista (su questo invitiamo ad ascoltare gli interventi - che pubblichiamo in altri post - dello Slai cobas sc).

L'assemblea si è conclusa con una bozza di mozione - che ancora deve essere definita - sia perchè

Teoria e ideologia - Viva il Presidente Gonzalo e i suoi contributi immortali!




Il 24 settembre 1992, dalla oscena gabbia in cui l'aveva rinchiuso il regime corrotto, genocida e antipopolare di Fujimori sostenuto dall'imperialismo e dalla Cia, il Presidente Gonzalo, capo della rivoluzione peruviana, teneva il suo discorso, in cui, tra l'altro affermava netto e chiaro:

Noi siamo qui come figli del popolo e stiamo combattendo da queste trincee che sono anche trincee di lotta, di combattimento, e lo facciamo come comunisti perchè noi difendiamo qui gli interessi del popolo, i principi del partito, la guerra popolare. Questo è quello che facciamo, lo stiamo facendo e continueremo a fare... il cammino è lungo e lo continueremo, trionferemo […] Di cosa abbiamo bisogno? Necessitiamo che il maoismo sia incarnato e lo si sta facendo e che si vadano generando Partiti Comunisti, capaci di condurre e infine dirigere questa nuova grande ondata della rivoluzione proletaria mondiale che si annuncia...”.

Oggi a fronte della morte per mano dell’imperialismo del Presidente Gonzalo, mentre la Guerra Popolare in Perù soffre ancora di una crisi  le parole del Presidente restano il punto di riferimento di come avanzare in Perù e di grande importanza nel mondo.
Noi sosteniamo i compagni che in Perù e all'estero portano avanti la riorganizzazione del PCP sulla base della l'ideologia, la linea e la pratica della Guerra Popolare indicata dal Presidente Gonzalo, combattendo il nemico principale la LOD opportunista e liquidazionista al servizio della reazione e dell’imperialismo.

Così come è assolutamente necessario che il bilancio storico del PCP e della Guerra Popolare in Perù per il suo rilancio strategico.

Nessuno addebiti al Presidente Gonzalo le semplificazioni di molti dei suoi sostenitori in Perù e all'estero.

I comunisti marxisti-leninisti-maoisti italiani levano alta la bandiera rossa dei contributi del Presidente Gonzalo alla teoria rivoluzionaria marxista-leninista-maoista in sviluppo nella fase storica attuale: “il Pensiero Gonzalo” nell’applicazione del marxismo-leninismo-maoismo alla realtà su scala mondiale e di ciascun paese, ne vanno colti gli elementi del pensiero Gonzalo che devono trovare verifica negli avanzamenti teorici e pratici dei partiti e organizzazioni maoiste; la “assimilazione critica” di questi contributi è necessaria per l’applicazione del marxismo-leninismo-maoismo alla realtà odierna.

In particolare:

— l’affermazione, nel fuoco della guerra popolare del maoismo, dell’universalità della guerra popolare come strategia vincente del proletariato, della necessità che il Partito sia costruito in funzione della preparazione, inizio e sviluppo della guerra popolare;

— la necessità dell’elaborazione di un “pensiero specifico”, frutto dell’applicazione creativa del m-l-m alla realtà di ogni paese, come arma per definire, affermare il programma, la strategia e la tattica della rivoluzione;

— la concezione della Direzione, basata sull’elaborazione del Pensiero specifico sul piano ideologico e strategico, frutto dell’esperienza e della lotta rivoluzionaria del proletariato che forma i suoi capi, che ne rappresentano l’incarnazione e sintesi avanzata, capaci di condurre la rivoluzione fino alla vittoria.

Viva il Presidente Gonzalo e i suoi contributi immortali alla rivoluzione peruviana e mondiale!

Viva il marxismo-leninismo- maoismo!