Rachele Gonnelli e Giorgio Meletti
18 settembre 2021 • 07:00Aggiornato, 18 settembre 2021 • 09:28
L’esposto dei 422 operai della fabbrica chiusa il 9 luglio scorso ipotizza a carico della multinazionale controllata dal fondo britannico Melrose i reati di frode contro l'industria nazionale e frode in commercio.
A Melfi e Atessa sarebbero sono arrivati semiassi “tracciati” da Campi Bisenzio ma prodotti altrove. L'esposto fa salire la temperatura della scontro. Oggi a Firenze nuova manifestazione.
Quello che principalmente interessa i 422 operai della Gkn, in lotta per evitare la chiusura di una fabbrica efficiente, è che «tutte queste informazioni ci paiono pregnanti di anomalie legate al processo di delocalizzazione subito dallo stabilimento Gkn di Firenze».
La
tracciabilità dei semiassi è fondamentale per poter risalire a dove il
semiasse è stato prodotto, in caso di richiami o di problemi. Il
semiasse è legato dalla sua etichetta di tracciabilità a un luogo fisico
e addirittura un determinato macchinario di produzione. Questo perché
stabilimento e macchinario per produrre ricevono una "omologazione di
processo". Lo stabilimento di Firenze è omologato per produrre semiassi
per gli stabilimenti di FCA Melfi, Sevel ecc.
Ma cosa succede
se vengono montati semiassi su vettura che non sono prodotti a Firenze
ma che riportano lo stesso codice assegnato allo stabilimento di
Firenze? Come si potrebbe risalire a dove sono prodotti? E se fosse
vero, di cosa si tratta? Un pasticcio? Un errore? Una svista? Oppure di
una clamorosa forzatura per delocalizzare silenziosamente e nei mesi
addietro i semiassi dello stabilimento di Firenze? Intanto noi abbiamo
depositato un esposto alla procura di Firenze. Vedano loro se è il caso
di approfondire questo fatto.
Certo è che gli operai in lotta sono in grado di osservare l'intero processo produttivo e nel farlo sono anche gli unici a tutelare genuinamente il consumatore. E questa forse è una ulteriore lezione che apprenderemo dal caso Gkn.
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