Per il suo miserabile “posto al sole” tra gli imperialisti in Libia, in spregio alle pesanti accuse dell’ennesimo rapporto dell’ONU, l’Italia porta avanti i respingimenti verso i migranti finanziando e coprendo le bande criminali che chiamano guardia costiera. Dall’inferno dei lager libici le notizie sono sempre più allarmanti nonostante l’impedimento all’accesso umanitario e al monitoraggio da parte delle agenzie umanitarie. Nessuna pietà neanche per i bambini. «Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha riferito che i bambini – scrive Guterres nel suo ultimo dossier (Unsmil) – hanno continuato a essere detenuti arbitrariamente nei centri di detenzione a Tripoli e
dintorni, senza accesso alla protezione di base e ai servizi sanitari e senza ricorso all’assistenza legale o al giusto processo, e spesso sono stati detenuti con gli adulti». Quasi non c’è più alcuna distinzione tra uomini in uniforme e trafficanti. «Le donne migranti e rifugiate hanno continuato ad affrontare un rischio elevato di stupro, molestie sessuali e traffico da parte di gruppi armati, contrabbandieri e trafficanti transnazionali, nonché funzionari della Direzione per la lotta all’immigrazione illegale sotto il ministero dell’Interno». Le donne vengono stuprate dalle guardie oppure costrette ad atti sessuali in cambio di cibo e acqua. Le guardie impediscono loro di usare i bagni per diverse ore e questo succede anche alle donne incinte. Quelle che provano a resistere vengono picchiate.17 settembre-nell'ultima settimana, più di 800 persone sono state intercettate e deportate nell'inferno della Libia dalla cd. Guardia costiera. Delle 24.000 persone catturate quest'anno, 6.000 sono in detenzione arbitraria. Delle altre non si sa nulla.
L'OIM (Organizzazione
internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite ) afferma che il numero di
immigrati intercettati e rientrati in Libia fino all'agosto di quest'anno è più
del doppio rispetto al 2020, quando più di 11.890 sono stati riportati sulle
coste libiche.
Le infami dichiarazioni di Draghi sull’ "obbligo morale" di tutelare chi vuol lasciare l'Afghanistan è una provocazione rispetto ai migranti torturati dai criminali pagati dal suo governo, dal parlamento, dallo Stato al servizio della borghesia imperialista italiana. Il governo italiano non ha lo stesso “obbligo morale” nei confronti di chi scappa dalla fame e dalle guerre create dagli stessi imperialisti!
Cooperazione militare e
profitti del petrolio e della “ricostruzione” vanno avanti. La Libia ha bisogno
di 200 miliardi di dollari per progetti di ricostruzione, ha affermato il
ministro dell'Economia Mohammed al-Hawij, parlando “sotto dettatura” della Banca
mondiale e delle istituzioni locali.
Il ministro della Difesa
italiano si recherà in visita in Libia per discutere di cooperazione militare.
“Garantire stabilità istituzionale, sicurezza dei lavoratori e certezza dei pagamenti sono precondizioni essenziali per rilanciare gli investimenti in Libia”, ha detto il ministro Giorgetti nell'incontro con il Vice Presidente del Consiglio presidenziale, Abdallah Husain Al-Lafi il 15 settembre.
La Francia ospiterà una
conferenza internazionale sulla Libia il 12 novembre, assieme alla Germania e
all'Italia, come ha riferito il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian a
Reuters.
Le elezioni e il governo-fantoccio sempre più in
crisi. Il capo del Consiglio
presidenziale libico, Khalid Al-Mishri, ha proposto lunedì in una conferenza
stampa a Tripoli di rinviare le elezioni presidenziali a dopo aver condotto il
referendum costituzionale, dicendo che solo le elezioni parlamentari dovrebbero
tenersi alla data fissata del 24 dicembre.
La Camera dei rappresentanti (Hor) di Tobruk (Cirenaica) ha approvato una mozione di sfiducia contro il Governo di unità nazionale di Tripoli e al suo premier `Abd ül-Ḥamīd Dabeybah. Su 113 deputati presenti, in 89 hanno votato per il ritiro della fiducia.
Guerra per il petrolio. I vertici della National Oil Corporation (Noc),
l’unica compagnia libica a fornire introiti al Paese membro del cartello
petrolifero Opec, sono stati scossi da un terremoto che ha rischiato di far
scoppiare il bubbone dell’oro nero. Il ministro del Petrolio e del Gas del
governo di unità nazionale libico, Mohamed Aoun, ha cercato di detronizzare
Mustafa Sanallah, suo rivale di vecchia data, per insediare al posto di
quest’ultimo Jadallah al Awkali, membro del Consiglio di amministrazione in
quota Cirenaica. Sanallah non solo non si è dimesso, ma è stato confermato dal
premier Dbeibah.
Sul terreno proseguono gli scontri armati. A Tripoli, il 3 e l’8 settembre, curiosamente sempre
mentre il premier Abdulhamid Dbeibah era fuori Tripoli, la capitale è stata
teatro di scontri tra gruppi armati rivali. In particolare, il ministero della
Salute del Governo di unità nazionale della Libia (Gnu) è stato occupato dalla
444ma Brigata, gruppo armato comandato dal capitano Mahmoud Hamza, miliziano
seguace dell’Islam salafita in contrasto con l’Autorità di supporto alla
stabilità (Ass) di Abdelghani al Kikli, potente signore della guerra libico al
servizio del Consiglio presidenziale.
Venerdì 3 settembre scontro
tra i miliziani del Fronte per l’alternanza e la concordia del Ciad (Fact) e la
brigata Tariq Bin Ziyad dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna),
fedele al generale Khalifa Haftar, nei pressi di Tmassah, a sud di Sebha, il
capoluogo della regione sud-occidentale libica del Fezzan. Fino a pochi mesi
fa, i ciadiani erano alleati di Haftar. Così come la milizia Kankyat. Tutti
sono stati eliminati dalla brigata TBZ. Haftar aiuta le forze francesi contro i
ribelli del Ciad
Il 15 settembre, il Premier
libico del Governo di unità nazionale (Gnu) Abdul Hamid Dbeibah ha ricevuto a
Tripoli, presso la sede del Ministero della Difesa, una delegazione
statunitense di alto livello guidata da Derek Chollet, Consigliere del
Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, accompagnato dall’Ambasciatore Usa in
Libia Richard Norland.
Il caos armato coinvolge l’intera area del Sahel con il Mali trasformato nel nuovo Afghanistan dagli imperialisti.
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