sabato 31 ottobre 2020

pc 31 ottobre - Info ArcelorMittal Taranto repressione e licenziamenti

Altri 3, forse 4 lavoratori rischiano il loro posto all’interno della fabbrica. Negli ultimi 15 giorni infatti sono state inviate loro contestazioni disciplinari con preavviso di licenziamento; tra i lavoratori anche il delegato sindacale della Fiom Cgil Giuseppe D’Ambrosio.

Sono accusati di aver provocato problemi di sicurezza, quando invece si tratta di dipendenti che hanno presentato denunce e segnalato irregolarità proprio per quel che riguarda le misure di sicurezza sui luoghi di lavoro.

ArcelorMittal getta per strada onesti lavoratori e padri di famiglia senza alcuna motivazione valida, e lo fa utilizzando un metodo ritorsivo, colpendo cioè proprio coloro che cercano di segnalare le situazioni di pericolo nell’acciaieria tarantina. È una carneficina.

Se la situazione non fosse drammatica potremmo riderci su, dicendo che sarà la multinazionale stessa con la gestione sconsiderata che ormai la caratterizza, a risolvere il problema delle presenze in azienda, da contingentare per contenere il rischio del Covid-19, decimando i lavoratori con licenziamenti immotivati e pretestuosi.

Un atteggiamento che porta a qualificare... ArcelorMittal, e che produce un clima di omertà tra i lavoratori i quali, tra il denunciare rischiando di essere licenziati e il rimanere in silenzio per timore di rimanere senza lavoro, potrebbero sempre più essere portati a scegliere la seconda strada....

una denuncia USB

pc 31 ottobre - Grecia/processo Alba Dorata: nessuna fiducia nei Tribunali della borghesia!

Perchè la polizia fa fuggire uno dei capi di Alba Dorata? Perchè  i nazisti sono figli del sistema e sempre utili allo Stato borghese.

Pubblichiamo stralci dell'intervento del segretario del KKE fatto in occasione della presentazione del libro: "Il processo ad Alba Dorata. La rivelazione del vero volto dell'organizzazione criminale nazista ", presentato venerdì 30/10 presso l'ex fabbrica "Kachramanoglou", a Keratsini, la città operaia che insieme a Perama e altri popolari quartieri sono stati nel mirino dell'azione criminale di AD, arrivando fino all'omicidio di P. Fyssas


La lotta al fascismo non può vincere con i Tribunali della borghesia, le masse devono continuare la lotta antifascista, lo Stato è complice dei nazisti, le responsabilità di 
SYRIZA....

Intervento del Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista di Grecia (KKE) Dimitris Koutsoumbas 

La condanna penale dell'organizzazione criminale nazista Alba Dorata era un atto necessario. Arrestare i suoi capi e il loro dirigente è stato un atto scontato.

La lotta, però, per sconfiggere definitivamente e irrevocabilmente l'Alba Dorata, il nazismo e le loro propaggini, non finisce certo e non viene giudicata nelle aule di tribunale. Inoltre, anche a livello

pc 31 ottobre - Gli “spezzabraccia” di Genova 2001 promossi da Lamorgese - una denuncia dall'interno

di Filippo Bertolami le vergognose nomine di Lamorgese e Gabrielli

Tra i dirigenti della Polizia di Stato promossi ieri dal Ministro dell’interno Luciana Lamorgese e dal Capo della Polizia Franco Gabrielli, ci sono anche due condannati in via definitiva per i falsi e gli abusi del G8 di Genova del 2001, nonché il responsabile di una serie di cruenti episodi di ordine pubblico, assurti alla ribalta della cronaca tra il 2012 e il 2017 per le loro nefaste conseguenze su credibilità e affidabilità di chi dirige le Forze dell’ordine nella gestione delle piazze.
Ieri sono stati promossi Pietro Troiani e Salvatore Gava, protagonisti dei fatti del G8 di Genova e condannati in via definitiva a 3 anni e 8 mesi, più 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, il primo per aver portato materialmente le due bombe molotov nella scuola Diaz e il secondo per averne falsamente attestato il rinvenimento all’interno; ciò che giustificò abusivamente le perquisizioni e gli arresti in massa dei manifestanti, in gran parte picchiati e torturati tanto da spingere la Corte dei conti a definire “quella notte sonno della ragione”, nella quale per la Corte di Cassazione “le forze dell’ordine hanno gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero”.
Nonostante Gabrielli avesse fatto ammenda sui fatti del G8, dichiarando pubblicamente che a Genova nel 2001 “ci fu tortura” e che nei panni dell’allora Capo della Polizia Gianni De Gennaro “mi sarei dimesso”, in realtà già nel 2017 fu proprio lui che, anziché magari adeguatamente sanzionarli come

pc 31 ottobre - POLONIA - VARSAVIA INVASA DALLE MANIFESTAZIONI DELLE DONNE A DIFESA DELL'ABORTO

Da il manifesto - Il governo polacco cerca un compromesso sulla vicenda aborto, ma i cortei delle donne continuano più lunghi che mai a marciare nel paese.

Dopo il blocco stradale di lunedì e lo sciopero rosa di mercoledì, decine di migliaia di cittadini hanno partecipato alla «marcia su Varsavia» finendo ieri pomeriggio per paralizzare le arterie principali della capitale polacca sorvegliate anche dai militari. È la terza protesta della settimana organizzata dallo «Sciopero nazionale delle donne» (Osk) contro la messa al bando dell’aborto terapeutico decretata giovedì scorso dal Tribunale costituzionale, organo giuridico sempre più filo-governativo dopo due governi di seguito targati Diritto e giustizia (PiS), il partito della destra populista fondato dai fratelli Kaczynski.

L’IMPRESSIONE è che i giorni pari della settimana servano ai manifestanti a recuperare le forze: «Il pericolo che scoppi un’epidemia nasce da uno stato che ha ignorato la pandemia costringendoci anche a non restare a casa», ha dichiarato la leader dell’Osk Marta Lempart. Da una settimana i cittadini continuano a riversarsi con rabbia in strada nonostante in questo momento in Polonia siano vietati gli assembramenti di più di 5 persone. 

DUDA VUOLE CHE SIA PERMESSO ancora di ricorrere all’aborto terapeutico nel caso in cui vengano diagnosticate delle malformazioni letali per il feto. Questo secondo lui dovrebbe tutelare il diritto alla vita dei bambini affetti da sindrome di Down che da soli non costituiscono nemmeno la metà dei casi per cui le polacche scelgono l’interruzione volontaria di gravidanza per motivi terapeutici.

Per i cittadini più progressisti che hanno rilanciato la posta in gioco chiedendo una liberalizzazione del’aborto sarebbe solo un «contentino legislativo» basato su una legge volta a limitare ancora di più l’«accordo al ribasso» del 1993. Tale compromesso prevedeva la possibilità di ricorrere all’aborto soltanto in tre casi: stupro, pericolo per la vita della madre o quando il feto presentasse delle malformazioni.

I GIOVANI, SOPRATTUTTO, non sembrano voler scendere a patti su un argomento così delicato…"

To jest wojna! (Questa è guerra!)
La lotta di massa delle donne polacche


 Da Partito di Alternativa Comunista - di Laura Sguazzabia

«Questa è guerra!» Con questo grido di lotta le donne polacche hanno reagito all’ennesimo attacco alla legge sull’aborto da parte del governo. Dopo le mobilitazioni del 2016 che hanno bloccato il primo

pc 31 ottobre - TARANTO - SULLA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DEI COMMERCIANTI: SCIORINATI NEGAZIONISMO, SOVRANISMO, STUPIDAGGINI...

Questa manifestazione, tenutasi giovedì sera, è stata la protesta di imprenditori, padroni e padroncini, che vogliono tornare ad essere "liberi" di fare come prima, con cui i lavoratori, le lavoratrici non possono c'entrare nulla. 

Certo, tra loro vi sono differenze, tra chi si è fatto soldi sfruttando i lavoratori anche a nero, evadendo tasse, aumentando prezzi, e chi rischia effettivamente di chiudere e scivolare nella miseria.
Ma giovedì sera è stata l'ideologia, la politica dei padroni che ha dominato, sotto la mascheratura: "niente politica", e il qualunquismo tra i partecipanti. 
 
Come, gli applausi da stadio - per fortuna pochi -
a un personaggio in cerca di pubblicità, come il presunto dott. Bacco, che ha potuto sciorinare tranquillamente il più becero armamentario negazionista ("questo virus non ha ucciso nessuno... è una grande invenzione... buttate nel cesso le mascherine... abbracciatevi tutti...") - Questo andava arrestato o preso a calci sul campo! (per fortuna l'Ordine dei medici ha preso iniziativa su questo "gravissimo episodio" - vedi lettera);
o come una imprenditrice, ma anche altri tra i partecipanti, che ha ridotto il coranovirus ad un semplice raffreddore, "sempre dietro l'angolo per dei bambini";
o come interventi esplicitamente sovranisti, fascisti, e zeppi di ignoranza, per cui ci sarebbe una "dittatura comunista cinese", che starebbe tagliando le "nostre radici economiche e culturali"; per cui, secondo questa becera interpretazione, il covid sarebbe tutto un complotto della Cina per mettere le mani sul resto del mondo, una Cina che comunque non è (purtroppo, diciamo noi) comunista dalla fine degli anni 70; 
o come altre 'uscite' per cui si tratterebbe solo di una pseudopandemia, di un terrorismo mediatico.
Stupidaggini a piene mani, ma con un chiaro indirizzo di destra.
Giovedì hanno potuto prendere la scena giornalisti, come Abate, emarginati, che finalmente trovano il

pc 31 ottobre - Napoli - Giuliano reintegrato - Un saluto solidale e contento

Quella che ho in mano è la sentenza che condanna la Klevers Italiana Srl: il mio licenziamento è “NULLO”!

Significa che la Klevers deve ripagarmi tutte le mensilità dalla data del licenziamento a oggi e, soprattutto, DEVE REINTEGRARMI sul MIO posto di lavoro!

Siamo dalla parte giusta della storia.

Non arrendiamoci mai!

P.S.: A più tardi per dettagli e ringraziamenti, che sono tantissimi. Perché non si vince mai da soli!

Giuliano Granato

Dopo circa due anni dal suo ingiustificato licenziamento il compagno Giuliano Granato – operaio alla Klevers Italiana di Arzano (Napoli) – ha vinto la causa di lavoro presso il Tribunale di Napoli Nord.È arrivata la  sentenza che accoglie il ricorso, approntato dall’avvocato Pino Marziale, che stabilisce la

pc 31 ottobre - "Libertà" di Ascanio Celestini

 

Due paesi vivono uno accanto all’altro.

Uno civile, rispettoso,

L’altro menefreghista e arrogante.

Dal 15 giugno a oggi, 25 ottobre, chi ha frequentato i luoghi della cultura se n’è accorto più che negli anni scorsi.

Ho fatto spettacolo a Pesaro un minuto dopo la riapertura dei teatri. Gli spettatori in fila, con la mascherina, distanziati in entrata e uscita dalla sala. Seduti a più di un metro uno dall’altro. Ho visto il sollievo di chi ha potuto togliere la mascherina per restare in silenzio a vedere il primo spettacolo dopo oltre 100 giorni.

Poi il ritorno in albergo. Il portiere mi dice “questo fine settimana era pieno. Un pullman, tutti senza mascherina”. E infatti li ho visti anche

pc 31 ottobre - La santa inquisizione contro i NOTAV continua nei tribunali di Torino - massima solidarietà

 Da notav.info 

Il tribunale boccia la sospensiva per Dana: prosegue l'ingiustizia.

Il Tribunale di sorveglianza di Torino ha bocciato la richiesta di sospensiva della carcerazione di Dana, presentata dai suoi legali, che hanno contestato accuratamente le motivazioni che hanno portato lo stesso tribunale a scegliere l’esecuzione della pena in carcere, bocciando qualsiasi forma alternativa, nonostante vi fossero tutte le condizioni. E’ l’ennesimo fatto grave ed ingiusto nei confronti di Dana, che risulta quindi l’unica, ad oggi, del gruppo dei 12 condannati ad essere stata mandata in carcere. 

La giusta opposizione che i legali hanno mosso nei confronti della scelta del tribunale, ha preso in considerazione tutti gli aspetti più illogici di questa vicenda, che vedono “premiare” le segnalazioni della Digos rispetto a tutti i presupposti per scontare in altre forme, come ad esempio la posizione lavorativa, la relazione dei servizi sociali, il reato di per sè.

La Digos ha minuziosamente ricostruito ogni partecipazione di Dana alle iniziative degli ultimi 10 anni, e il tribunale ha dato lo stesso peso ad alcune segnalazioni come se fossero condanne definitive di un

pc 31 ottobre - Usa tra elezioni e guerra civile - 2

Abbiamo pubblicato sull'ultimo numero di proletari comunisti "Speciale 2" pagine sulle elezioni americane. 
Invitiamo a leggerle chiedendoci copia del giornale on line - pcro.red@gmail.com.
Ma è utile leggere tutti i contributi a comprendere la situazione

Ospitiamo volentieri il primo di tre contributi introdotti e tradotti da Liaisons Italia sulle elezioni negli USA in rapporto con i movimenti sociali in corso. Buona lettura!

“Cambiare tutto per non cambiare niente” è la lente con cui tendenzialmente guardiamo alle tornate elettorali, come un passaggio di testimone. E certamente non è analisi superficiale quella che evidenzia la continuità delle politiche effettive messe in campo dai governi di diverso colore politico, in scale di grigio.

I contributi che vi proponiamo, tradotti da It’s going down, blog di compagni e compagne statunitensi, oltre ad analizzare un contesto inedito per il Paese delle Libertà, ovvero un’elezione contestata già sul nascere e un possibile colpo di stato, restituiscono una visione complessa della situazione.

Questo esercizio viene fatto ipotizzando scenari possibili e quali reazioni potrebbero generare: quali forze in campo, ma soprattutto come e cosa fare, tenendo conto anche delle reazioni innescate dai risultati elettorali nella popolazione americana e nel vasto spettro di attori che abbiamo visto agire nelle strade (manifestanti, gruppi di mutuo aiuto, paramilitari, suprematisti di destra). L’obiettivo di questi testi diventa quello di fornire una base solida per l’azione.

Pensiamo che per il lettore italiano possano essere tre letture dense che tratteggiano i contorni del vivace dibattito nei mondi antagonisti statunitensi, tre letture che ci forniscono un’idea impressionante dello stato di avanzamento delle lotte in una regione del mondo che è luogo di sperimentazione di buona parte delle pratiche di lotta più interessanti dallo scoppio della pandemia.

RESISTERE AL COLPO DI STATO DI TRUMP

Di Matthew N Lyons Da Three Way Fight

Le persone di tutto lo spettro politico - dagli anarchici ai socialdemocratici ai neoconservatori - hanno

pc 31 ottobre - Elezioni americane - 1 - Sistema americano: fascismo e guerra civile

Abbiamo pubblicato sull'ultimo numero di proletari comunisti 2 pagine sulle elezioni americane. 
Invitiamo a leggerle chiedendoci copia giornale on line - pcro.red@gmail.com
Ma è utile leggere tutti i contributi a comprendere la situazione

di Sandro Moiso per Carmilla

Andrew Spannaus, L’America post-globale. Trump, il coronavirus e il futuro, con una Prefazione di Giulio Sapelli, Mimesis, Milano-Udine 2020, pp. 190, 15,00 euro

“Per troppo tempo il nostro governo ha abbandonato il Sistema americano” (Donald Trump, 20 marzo 2017)

Andrew Spannaus, giornalista e saggista statunitense che da diversi anni vive in Italia, si è già distinto in passato per un’attenta e precisa disamina anticipata dei motivi che avrebbero portato Trump alla vittoria nella corsa alle presidenziali del 2016 (qui) e delle ragioni del diffondersi del neo-populismo tra gli elettori in Occidente (qui). Ancora una volta, nel testo appena pubblicato da Mimesis nella collana «Il caffè dei filosofi», le sue considerazioni e i dati che egli porta a loro sostegno si rivelano sicuramente interessanti, anche se non sempre pienamente condivisibili da parte di tutti i lettori.

Quello che è certo è che, nell’attuale turbillon mediatico riguardante le elezioni presidenziali americane di quest’anno e le conseguenze socio-economiche della pandemia da Coronavirus, il libro del giornalista americano si pone tra i più utili. Almeno per stimolare un dibattito troppo spesso asfittico, scontato e accecato dalle ideologie e dal politically correct. Un dibattito che, per essere considerato tale, dovrebbe avvertire la presenza di più voci e non soltanto quella della vulgata dominante ovvero delle Sinistre liberal e delle Destre più scontate.

Tre sono i punti principali che il saggio tocca: il primo è quello dello scontro istituzionale (più o meno velato) che si è svolto tra Donald Trump e il deep state rappresentato dalle agenzia per la sicurezza e i

pc 31 ottobre - Torino - Una buona iniziativa SPORTELLO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DELLA RISTORAZIONE

[TORINO] Ristorazione: come lavoratori e lavoratrici, anche se i locali chiudono noi dobbiamo continuare a vivere

ANCHE SE I LOCALI CHIUDONO, DOBBIAMO CONTINUARE A VIVERE!

A causa del “lockdown” parziale di queste settimane, tanti lavoratori e lavoratrici della ristorazione hanno perso il posto di lavoro o lo stanno per perdere.

Le nuove misure contenitive sono tutte a spese di noi lavoratori e lavoratrici: non possiamo sottostare al ricatto tra la nostra salute e il lavorare.

Come persone che devono per forza lavorare per vivere, ci dobbiamo organizzare e lottare per avere un salario garantito, almeno per tutto il periodo in cui saremo costretti a non lavorare.

Per questo anche a Torino stiamo facendo un primo passo in questa direzione, lanciando uno Sportello per i baristi, camerieri, cuochi, per tutti i lavoratori che operano nel settore della ristorazione.

Usiamolo come strumento per raccogliere le problematiche di tutti e iniziare a mobilitarci.

Non siamo carne da macello!

SPORTELLO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DELLA RISTORAZIONE

Ci vediamo tutti i Lunedì dalle h 17 in Corso Palermo 60!

S.I. Cobas Torino

venerdì 30 ottobre 2020

pc 30 ottobre - La repressione non ci fermerà! In lotta oggi al Tribunale le precarie e i precari Assistenti igienico personale processati a Palermo

E' iniziato oggi 30 ottobre il processo contro le precarie e precari assistenti igienico personale in lotta da anni a Palermo, rinviati a giudizio per avere difeso il lavoro! 

Le lotte in difesa del lavoro, diritti, della condizione di vita più generale nn si processano!


Un sit-in davanti al Tribunale combattivo, al fianco di lavoratrici e  lavoratori giovani compagni e attivisti delle lotte sociali, con continua denuncia slogan e ampio volantinaggio dell'appello 



Siamo una goccia di un mare grande di lavoratori lavoratrici operai operaie precari precarie migranti attivisti/e delle lotte sociali compagni/e... contro cui questo Stato borghese scaglia la repressione in tutte le forme per frenare, soffocare, impedire le lotte... questo mare si deve unire e sollevare nella lotta contro padroni, governo, questo sistema sociale..


La repressione non ci può fare fa paura perchè lottare contro questo sistema capitalistico di oppressione, sfruttamento, miseria per i proletari, attacco alle lotte dei lavoratori e doppiamente delle lavoratrici... è necessario!




La giustezza delle lotte messe in campo in difesa della condizione di lavoro e di vita la rivendichiamo pienamente! 
GRAZIE PER TUTTA LA SOLIDARIETA' CHE E' ARRIVATA DA DIVERSE CITTA' E DA LAVORATRICI E LAVORATORI IN LOTTA, LA SOLIDARIETA' DI CLASSE E' UN'ARMA! SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI!


Dal Tribunale ai palazzi del potere... la lotta deve continuare!
LAVORO perchè ci spetta di diritto!
SOSTEGNO ECONOMICO fino a quando non ricominciamo a lavorare!
Precarie e Precari Assistenti igienico personale specializzati Slai Cobas sc PA



pc 30 ottobre - Francia: quando i fascisti agiscono per ammazzare immigrati non è terrorismo!

Macron aizza l'odio razzista

Dopo l'attacco terrorista di matrice islamista nella Cattedrale Notre-Dame di Nizza dove un uomo ha aggredito con un coltello diverse persone, causando tre morti e diversi feriti, contemporaneamente ad Avignone un uomo di 33 anni è stato ucciso dalla polizia dopo aver minacciato con una pistola un commerciante maghrebino e la stampa, al solito servile, assieme ai fascio populisti strilla al doppio attentato, anche questo attribuito al terrorismo di matrice islamica. Ma l'attentatore faceva parte dell'organizzazione neofascista Génération identitaire e, pertanto, la Procura nazionale antiterrorismo si è affrettata a coprirlo: era solo uno con problemi psichici. 

A Génération identitaire era legato anche lo stragista neofascista che l'anno scorso, a Christchurch, ha massacrato 51 persone nelle moschee della Nuova Zelanda, in nome della propaganda fascio-populista della "grande invasione".

Quindi l'attentatore non era nemmeno "terrorista" e appartenente, "forse", ad un gruppo neofascista.

I compagni maoisti francesi lo avevano già anticipato in un articolo apparso il 25 ottobre 2020 su la Cause du peuple di cui riportiamo stralci:

Due donne accoltellate sotto la Torre Eiffel: preludio di un'ondata razzista?

Il suo obiettivo (di Macron, ndt) è emarginare, isolare, distruggere moralmente la classe operaia immigrata di origine araba o africana, spesso musulmana e vista come tale dalla popolazione. Così, vediamo Jean Michel Blanquer che attacca "l’islamo-gauchisme", Gérald Darmanin che annuncia perquisizioni di musulmani "estranei alle indagini ma per inviare un messaggio", o addirittura propone di sciogliere la CCIF e l'associazione Barakacity, che non hanno assolutamente nulla a che fare con l'ideologia dei takfiristi pronti a morire per il califfato.

Un giornale vicino ai sindacati  racconta come i lavoratori di Roissy, generalmente in prima fila nelle lotte, siano discriminati e talvolta licenziati perché musulmani, quindi sospettati a livello di sicurezza

pc 30 ottobre - Turchia: per la borghesia turca il fascismo è la via d'uscita dalla sua crisi, per i lavoratori e le masse oppresse curde è la guerra popolare rivoluzionaria

 

Il debito estero lordo della Turchia a 421,8 miliardi di dollari a fine giugno

La cifra è il 56,8% del prodotto interno lordo del paese al 30 giugno, secondo il Ministero del Tesoro e delle Finanze

Il debito estero lordo della Turchia ammontava a $ 421,8 miliardi a fine giugno, ha annunciato mercoledì il Ministero del Tesoro e delle finanze del paese.

Turchia, la pandemia ha affossato i salari: il 70% delle famiglie non arriva a fine mese

Un sondaggio su 1300 lavoratori del sindacato DİSK/Genel. Il 23,8% ha uno stipendio che basta per i prossimi tre mesi. Il 68% riceve il salario minimo (circa 300 dollari). Si fatica a saldare rate e mutui

Lo stato continua a terrorizzare e reprimere. 

Erdogan, boia fascista assassino, appoggiato da USA/UE con l'Italia in prima fila (con il min Guerini che cura le "eccellenti relazioni" con la Turchia che ammazza i combattenti comunisti del Tikko e li decapita, che massacra il popolo curdo, che arma gli azeri contro il popolo armeno)

Da Nubar a Özgür, da Rosa ad Asmin! Non è finita, la guerra continua e continuerà! 

riprendiamo stralci dal comunicato che avevamo già pubblicato del COMITATO CENTRALE TKP/ML

Al nostro popolo lavoratore,

Dal 1° al 4 ottobre, a Dersim-Ovacık Büyükköy la dittatura fascista ha effettuato un pesante bombardamento con droni armati, F-16 ed elicotteri che hanno fatto tremare le finestre delle case anche

pc 30 ottobre - I CONTAGI E LE MORTI AUMENTANO - PRETENDERE DI CAPIRE E ORGANIZZARE LA NOSTRA LOTTA

Il numero dei contagi da coronavirus ieri sono arrivati a 26.831. In totale i casi in Italia sono 616.595, le vittime 38.122. Tra le regioni con il maggior numero di nuovi positivi trovati svetta la Lombardia con 7.339, quindi la Campania con 3.103, il Piemonte con 2.585, il Veneto con 2.109, il Lazio con 1.995. I pazienti in terapia intensiva sono 115 in più nelle ultime 24 ore.

La situazione, quindi, è preoccupante. Chi nega questo è stupido o, peggio, parla solo a nome dei propri interessi economici o politici

I dati forniti dalle Istituzioni, però, così non vanno bene, servono solo a creare a livello di massa dipendenza e attesa; non permettono di capire dove e perchè e quindi poter avere un valutazione autonoma su dove e come intervenire, se ci sono focolai, ecc.

I nodi di fondo dell'espandersi della pandemia non vengono affrontati o vengono aggirati; l'esempio più evidente è rappresentato dalle scuole da un lato e dalla sanità dall'altro; per le scuole, invece che aumentare nettamente i mezzi di trasporto, le aule, assumere insegnati e personale scolastico, si preferisce mandare a casa studenti, bambini, con ritorno del pesante aggravio di lavoro, della oggettiva nuova chiusura in casa per le donne in particolare, sia come madri che come insegnanti.

Nella sanità, nonostante le denunce che vengono dall'interno, non viene potenziata la sanità - sia per il covid, per pronto soccorso, sia per tutte le altre malattie - non vengono fatte assunzioni che servono per tutto il personale sanitario, non si creano le condizioni perchè i tamponi necessari si facciano, senza vessazioni, soldi, e lungaggini, strumentando anche i medici di base; non si creano postazioni mediche nelle fabbriche.

Nelle fabbriche e nei posti di lavoro si è adottata, invece, la linea del "silenzio". Solo ogni tanto escono dei dati, anch'essi gravi; ma su questo fronte non ci sono neanche le "mezze misure", si deve lavorare per il Pil del paese (per il profitto dei padroni) e basta.  

In questa situazione bisogna lottare, per imporre interventi altri, e una difesa di classe. 

Questa necessaria lotta, non c'entra nulla ed è contro la mobilitazione dei commercianti, imprenditori, ristoratori. Occorre la lotta degli operai, delle donne e giovani delle masse popolari sui loro obiettivi, dei lavoratori, giovani finora spesso a nero, sfruttati da quegli imprenditori che ora scendono in piazza per sè, per tornare ad essere "liberi" di fare come prima.  

Dobbiamo costruire la nostra "piazza", che diventi un riferimento chiaro e di classe per tutti i settori delle masse popolari impoverite.

INSIEME, BISOGNA COMPRENDERE LA PARTITA GENERALE IN GIOCO - DA DOVE NASCE LA CRISI PANDEMICA

Dall'ultimo numero del giornale proletari comunisti - si può richiedere a pcro.red@gmail.com 

"Il giornale proletari comunisti con due numeri speciali Coronavirus usciti nei mesi scorsi ha fornito

pc 30 ottobre - I dati INPS confermano che non stiamo affatto tutti "sulla stessa barca"

Durante il  lockdown i lavoratori sono stati trattati come "carne da macello",  la Cig per Covid ha tagliato salari e arricchito i padroni e dilagano precarietà e licenziamenti 

Inps: “Tenere aperti i settori essenziali durante il lockdown è costato 47mila casi e 13mila morti. Con la cig persi 600 euro in busta paga”

di F. Q. | 29 OTTOBRE 2020

Far marciare l’economia, anche solo nei suoi settori essenziali, ha un costo in termini di contagi. E quindi di morti. Il trade off, fotografato mese dopo mese dai dati Inail sui casi di Covid contratto sul posto di lavoro, è confermato da un’analisi dell’Inps inserita nella sua XIX Relazione annuale presentata giovedì. “Mantenere aperti i settori essenziali” durante il lockdown ha determinato infatti, secondo l’istituto, “circa 47mila casi addizionali di Covid-19 (33% di quelli registrati tra il 22 marzo ed il 4 maggio) e circa 13mila morti“, circa il 13% dei 105.000 decessi totali per tutte le cause registrati in quel periodo. Il rapporto analizza poi nel dettaglio l’impatto pesantissimo della pandemia sui posti di lavoro e sui redditi: tra marzo e aprile chi era in cig Covid ha perso quasi 600 euro lordi. Durante la presentazione, il presidente Pasquale Tridico ha rivendicato gli sforzi fatti dall’Inps

pc 30 ottobre - Messaggi di solidarietà alle lavoratrici e lavoratori di Palermo processati oggi - "La repressione non spegne le lotte giuste e necessarie ma alimenta la ribellione!"

La rappresentante Slai cobas sc delle lavoratrici e lavoratori processati a Palermo:
"E domani (oggi) inizia una nuova fase di lotta , la lotta nella lotta oserei dire, la lotta all interno del tribunale, sì perchè lottare per i propri diritti e giustamente in difesa del proprio posto lavoro può portare anche a questo, a subire un ingiustificato attacco di repressione, una denuncia, un rinvio a giudizio che sa proprio di ingiustizia... ma l'ingiustizia più difficile d'accettare è che in questo mondo marcio chi dovrebbe essere processato per aver negato il diritto dei lavoratori e diritto allo studio degli studenti disabili continua a farlo senza pensare al danno che fa... Non siamo soli e tutti i messaggi di sostegno e di solidarietà che stanno arrivando sono per noi una grande forza.
GRAZIE!! NON SARA' UN PROCESSO A FARCI ARRENDERE, ANZI!! 

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Alcuni dei tanti messaggi finora arrivati

DAL S.I. COBAS
Palermo, solidarietà a lavoratrici Coop Sociali Assistenti Igienico – Personale: lotta comune solo riparo contro precarietà e repressione
Ottobre 28, 20200
Comunicato
Il 30 ottobre, al Tribunale di Palermo, i precari della Coop Sociali Assistenti Igienico – Personale, saranno processati.
Avevano osato nel 2017 denunciare delle irregolarità nella gara d’appalto promossa dalla Città Metropolitana.
Così, ad una condizione di precarietà, con contratti anche solo di mesi, riduzioni di ore, salari bassi, si sono aggiunti i licenziamenti di metà del personale, prevalentemente femminile nel tentativo di scatenare una odiosa guerra tra poveri.
La pronta mobilitazione delle lavoratrici e la contestazione della gara, portata sotto i palazzi del potere,

giovedì 29 ottobre 2020

pc 29 ottobre - Di Maio in Israele: armi, gas, petrolio per sostenere l'oppressore nazisionista contro le masse arabe ed il popolo palestinese

Di Maio: «La firma degli Accordi di Abramo è un contributo positivo verso la pace e la stabilità in Medio Oriente. L'avvicinamento del mondo arabo ad Israele contribuirà alla stabilità regionale e al riconoscimento del diritto di Israele di esistere in sicurezza»

Israele fa sapere che chiederà a Di Maio che l'Italia  riconosca il movimento sciita libanese Hezbollah come un'organizzazione terroristica. 

Saranno armate con cannoni made in Italy le nuove unità da guerra destinate alla Marina militare israeliana. A dicembre i cantieri navali della società tedesca ThyssenKrupp Marine Systems consegneranno la prima delle quattro corvette lanciamissili della classe Sa’ar-6 “Magen” ordinate dalle autorità di Tel Aviv nel maggio 2015. Le altre tre unità dovrebbero giungere in Israele nei prossimi due anni.

Accordo sulle armi tra Israele e Italia: il Ministero della Difesa israeliano acquisterà 5 elicotteri da addestramento avanzato, e il Ministero della Difesa italiano acquisterà i missili Spike della società Rafael e i simulatori Elbit Systems

Snam entra nel mercato israeliano con l’avvio di nuove collaborazioni nella transizione energetica 

Roma, 29 ott 08:05 - (Agenzia Nova) - Prende il via oggi, 29 ottobre, la visita in Medio Oriente del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, che venerdì, 30 ottobre, sarà a Ramallah. Nel corso della visita in Israele, il titolare della Farnesina incontrerà l’omologo, Gabi

pc 29 ottobre - FORMAZIONE OPERAIA - ENGELS - "CON UN GIUDIZIO DI "MALE E BENE" SULLA SOCIETA' NON ANDREMO AVANTI..." - Questa FO è interna alla celebrazione del 200° anniversario della nascita di Engels

Riprendiamo 3 passi dal libro di Engels: Antiduhring. 

Una grande opera che, in critica alle posizioni antiscientifiche, morali (posizioni tuttora esistenti ed inquinanti di una concezione storica materialistico dialettica) afferma le teorie del socialismo scientifico.

 

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- A PROPOSITO DELLA RIDUZIONE DEL TEMPO DI LAVORO 
"...l'enorme incremento delle forze produttive, raggiunto mediante la grande industria, permette di distribuire il lavoro fra tutti i membri della società senza eccezioni, e perciò di limitare il tempo di lavoro per ciascuno in tal misura che per tutti rimanga un tempo libero sufficiente per partecipare, sia teoricamente che praticamente, agli affari generali della società. Quindi solo oggi ogni classe dominante e sfruttatrice è diventata superflua, anzi è diventata un ostacolo allo sviluppo della società e solo ora essa sarà anche inesorabilmente eliminata, per quanto possa essere in possesso della "violenza immediata"..."

CON UN GIUDIZIO MORALE DELLA SOCIETA': "BENE E MALE" NON ANDREMO MOLTO AVANTI...
"...Se già con verità ed errore non siamo andati molto avanti, ancora meno andremo avanti con male e bene. Questa antitesi si muove esclusivamente sul piano morale e quindi su un piano appartenente alla storia umana, e qui le verità di ultima istanza sono estremamente rare. Da popolo a popolo, da epoca a epoca, le idee di bene e di male si sono cambiate in tal misura da essere arrivate spesso addirittura a

pc 29 ottobre - A Milano - Incontro e dibattito su Alba Dorata e il movimento greco

pc 29 ottobre - Palermo: la polizia carica chi protesta in piazza contro gli effetti dei decreti del governo

Non ha avuto nemmeno il tempo di partire il corteo che ieri sera a Palermo voleva dirigersi verso piazza Indipendenza, sede della Regione Siciliana, per protestare contro Musumeci e i decreti del governo, perché la polizia ha caricato i manifestanti a suon di manganello.

I decreti del governo Conte che dovrebbero arginare gli effetti della pandemia da coronavirus colpiscono nella sostanza soprattutto proletari e masse popolari, lavoratrici e lavoratori che perdono il lavoro e non hanno nemmeno la cassa integrazione, o quando ce l’hanno devono aspettare mesi e mesi… O colpisce ancora di più chi già era disoccupato, precario, e non riesce a pagare nemmeno l’affitto di casa…

La protesta di questa “piazza”, che rappresenta la rabbia, troppo spesso repressa, che si scatena rispetto alle condizioni attuali, è stata attaccata violentemente dalla polizia: dopo alcuni minuti di scontri, tra fumogeni e lancio di oggetti vari, i manifestanti hanno lasciato la piazza. Due manifestanti sono stati fermati dalla polizia.

È chiaro che quanto più la situazione si aggrava tanto più sarà necessario che i proletari, gli operai, i lavoratori e i precari di ogni settore, i senza casa e tutti coloro che ne subiscono gli effetti si prendano le piazze!

Una piazza che sia chiaramente ben distinta, perché distinti sono gli interessi di classe, dall’altra “piazza”, per esempio quella di ieri sera piena di un centinaio di commercianti e bottegai vari, sostenuti dai fascisti di Forza Nuova a Casapound che protestano perché non vogliono chiudere ristoranti, bar, palestre e vogliono “essere pagati”…




pc 29 ottobre - Gloria eterna a John Reed nel centenario della sua morte

 Cento anni senza John Reed


Pascual Serrano * | rebelion.org
Traduzione da ciptagarelli.jimdofree.com

24/10/2020

Lo scorso 17 ottobre è stato il centenario della morte di John Reed, il giornalista delle rivoluzioni e delle sollevazioni.

I suoi primi lavori avvennero a New York, per American e in seguito per The Masses, un mensile alternativo di sinistra. In quell'epoca pubblica già reportage chiaramente impegnati, come la copertura dello sciopero dei lavoratori della seta a Paterson (New Jersey). Nel novembre 1913 va in Messico come corrispondente di guerra del Metropolitan Magazine, dove segue l'avanzata delle truppe rivoluzionarie di Panche Villa nel nord del paese. Da questa esperienza nascerà il libro "Messico insorto". Divenuto già un giornalista di fama, ritorna negli Stati Uniti, dove continua a pubblicare reportage sulle lotte operaie dalla linea del fronte, come successe con la mattanza dei minatori del carbone in sciopero in Colorado.
Alla fine dell'estate 1914 diventerà corrispondente di guerra (la 1° guerra mondiale, n.d.t.) per il Metropolitan in Inghilterra, Francia, Svizzera, Italia, Germania e Belgio, tornandone colpito e ancor più radicale nel febbraio 1915. Un mese dopo tornerà nei Balcani, il fronte orientale della guerra, e da lì continua a scrivere per Metropolitan e The Masses. Con tutto il materiale prodotto scriverà poi il suo secondo libro "La guerra in Europa Orientale". Ottiene dal New York Times di scrivere un articolo ogni giorno e rompe la sua relazione con il Metropolitan.

Attratto dalle appassionanti notizie che arrivano dalla Russia rivoluzionaria, vi si reca nel settembre 1917 e vi rimarrà fino al febbraio dell'anno seguente. Così vivrà gli spettacolari successi della Rivoluzione d'Ottobre. E con tutto il materiale raccolto pubblica "Dieci giorni che sconvolsero il mondo", considerato uno dei migliori reportage giornalistici del XX secolo.

Tornato negli Stati Uniti, il suo spirito bolscevico continua a bollire. Comincia a farsi coinvolgere nel Partito Socialista, da cui verrà espulso insieme ad altri radicali con i quali fonderà il Partito Comunista Radicale. La sua situazione legale negli Stati Uniti si complica e decide di tornare in Russia per iscrivere il suo partito all'Internazionale Socialista. Mentre torna nel suo paese viene intercettato e arrestato in Finlandia. Quei mesi di prigionia colpiranno gravemente la sua salute. Liberato in giugno, torna prima a Pietrogrado e poi a Mosca. Rimarrà là fino a settembre, quando contrarrà il tifo e vi morirà il 17 ottobre 1920 a 32 anni.

E' sepolto ai piedi della Muraglia Rossa del Cremlino, nel luogo riservato agli eroi della Rivoluzione d'Ottobre.

Si dice solitamente che il giornalismo stampato finisce per avvolgere il pesce il giorno dopo la sua diffusione. Ora, con il ritmo trepidante di internet e delle reti, il giornalismo scritto non dura neppure tanto così.
Tuttavia esiste un giornalismo che dura per decenni, è il giornalismo che spiega il mondo.
No, non si tratta di trattati di storia né di analisi complesse di geopolitica; è puro giornalismo che racconta quello che succede, lo interpreta e ci aiuta a capire i fatti. Bene, questo è il giornalismo di John Reed.
John Reed è anche il paradigma del giornalista impegnato. Pepe Rodrìguez, editore del libro dedicato a Reed "Rossi e Rosse", afferma che "nella sua opera non nasconde, anzi , la sua presa di posizione. Questo gesto è stato capito anche dai suoi critici e dai suoi avversari, perché essi compresero che in un'opera storica come in un'opera d'arte - e i "Dieci giorni" è entrambe le cose - la sincerità è più importante della falsa obiettività".
E' emozionante, già nei suoi primi lavori, leggere come iniziava la cronaca dello sciopero dei lavoratori della seta: "C'è una guerra a Peterson, New Jersey. Ma è un curioso tipo di guerra. Tutta la violenza è opera di una parte sola: i padroni delle fabbriche. La loro servitù, la polizia, colpisce uomini e donne che non offrono resistenza e investe moltitudini rispettose della legge. I loro mercenari, i detectives armati, sparano e uccidono persone innocenti".

John Reed dimostrò che il suo impegno politico non metteva in discussione la sua deontologia professionale. Egli stesso, nella prefazione di "Dieci giorni che sconvolsero il mondo", chiarisce i suoi principi: nessuna neutralità e attaccamento alla verità.
"Nella lotta le mie simpatie non sono state neutrali. Ma nel raccontare la storia di quei grandi giorni, mi sono sforzato di osservare i fatti con l'occhio dell'analista coscienzioso, interessato a raccontare la verità".

Ciò di cui l'opera di John Reed è indiscutibile è che la sua posizione politica non fu mai un impedimento alla sua professionalità di giornalista, al suo attaccamento alla verità,alla sua esattezza. Cosa che contrasta molto con la realtà di parecchi giornalisti attuali.
Reed, che non nascose mai le sue posizioni ideologiche e politiche, che fondò e militò in partiti politici, fece sempre un giornalismo rigoroso, dai luoghi dove avvenivano i fatti e con la verità come bandiera.

Oggi, molti dei giornalisti che si dicono apolitici e neutrali, curiosamente, stanno in realtà militando più di John Reed e abbandonando ogni deontologia e ogni etica nella professione.

*) Giornalista e saggista spagnolo

(traduzione di Daniela Trollio - Centro di Iniziativa Proletaria "G.Tagarelli" - Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

pc 29 ottobre - 30 ottobre - mobilitazione solidale con le lavoratrici e lavoratori di Palermo processati il 30 ottobre

ora più che mai -se toccano uno toccano tutti

invitiamo tutte le realtà del sindacalismo di base e di classe, le realtà in lotta contro la repressione, le realtà di lotta delle donne, le realtà del patto d'azione, centri sociali e organismi popolari, tutte le organizzazioni comuniste, rivoluzionarie a far sentire in tutte le forme

la solidarietà e condivisione  alle lavoratrici e lavoratori di palermo processati il 30 ottobre

info e sostegno - cobas_slai_palermo@libero.itlavoro anche oggi in piazza


Il 30 ottobre inizia il processo a Palermo contro i precari Coop Sociali Assistenti igienico-personale
CONTRO LA REPRESSIONE DELLE LOTTE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI! SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI!
30 ottobre ore 10,00
Tribunale di Palermo Via G.B. Pagano
Dal 30 ottobre saremo processati a Palermo perché abbiamo difeso il nostro diritto al lavoro, perché dinnanzi all’arroganza della Città Metropolitana che nel 2017 aveva indetto una gara d’appalto irregolare e truffaldina con cui di fatto licenziava più della metà dei precari, a maggioranza donne, abbiamo risposto con la lotta tempestiva e necessaria, “assediando” i palazzi del potere, contestando apertamente la gara e ottenendo alla fine la modifica del bando e il blocco dei tagli ai posti di lavoro.
Da oltre 25 anni nelle scuole facciamo assistenza igienico-personale agli studenti disabili e in una città del sud come Palermo con sempre più precarietà e rischio di licenziamento per migliaia di lavoratrici e lavoratori ogni giorno subiamo come precari delle Coop Sociali tutte le conseguenze di una condizione di lavoro fatta di contratti a termine sempre più a termine, anche solo di mesi, riduzioni di ore, salari bassi, scaricamento illegale della nostra mansione ad altri lavoratori con cui le istituzioni innescano odiose guerre tra poveri.
Governo e padroni di fatto in questo sistema capitalistico vogliono toglierci ogni futuro inchiodandoci ad un presente faticoso e sempre più instabile che oggi è peraltro aggravato dall’emergenza Covid-19, siamo fuori dal lavoro ormai dal mese di marzo!
Ma contro tutto questo abbiamo lottato e continuiamo a farlo perché giusto e necessario.
La “lenta” giustizia borghese è stata veloce a rinviarci a giudizio, ma in effetti si tratta di un “processo” che avviene in tutta Italia! Siamo una goccia che fa parte di un mare di lavoratrici, lavoratori, operaie, operai, precarie, precari, disoccupate, disoccupati, attivisti delle lotte sociali, migranti... che vengono attaccati da questo Stato borghese che invece di dare risposte a bisogni reali e a diritti si scaglia con la repressione in diverse forme, emanando anche leggi odiose come i decreti sicurezza del fasciorazzista Salvini, le cui “modifiche” dell’attuale governo hanno lasciato come e più di prima le pesanti misure repressive contro le lotte dei lavoratori e le lotte sociali.
Ma la giustezza delle lotte messe in campo in difesa della condizione di lavoro e di vita più generale la rivendichiamo pienamente e diciamo a gran voce che queste lotte non si processano!
E’ per questo che il 30 ottobre saremo in piazza durante il processo facendo appello a tutti coloro che vorranno unirsi perché la repressione non spegne le lotte giuste e necessarie ma alimenta la ribellione!
Precarie e Precari Coop Sociali - Assistenti igienico personale
Slai Cobas per il sc Palermo

pc 29 ottobre - "DUE PIAZZE" - COSTRUIRE CON LA LOTTA E L'ORGANIZZAZIONE LA PIAZZA PROLETARIA - intervento

compagni e compagne 

Gli operai, le lavoratrici, i lavoratori, i giovani proletari hanno cento, mille ragioni di scendere in piazza contro il governo, contro i padroni, contro provvedimenti che non vanno affatto nella direzione di difendere realmente il salario dei lavoratori, le condizioni di vita, la salute, che continuano a lasciare le cose come stanno - malissimo - nella sanità e che "risolvono" questioni importanti e fattore di contagio, come i trasporti, imponendo alla maggiorparte degli studenti di stare a casa; contro il fatto che il governo italiano non decide neanche una minima patrimoniale sui profitti e le ricchezze di padroni e ricchi parassiti che consumano in un giorno lo stipendio di un anno di un operaio...

Quindi dobbiamo, in continuità col 24, ritornare nelle piazze, fare scioperi, lotte sui posti di lavoro, nei quartieri, nelle scuole - su questo non ci deve essere alcun opportunismo, moderazione, neanche nelle forme di lotta - gli operai sanno ben fare lotte dure, "violente" quando serve; sanno attrezzarsi per resistere alla polizia. 

In questi giorni si stanno sviluppando manifestazioni di protesta da parte di commercianti, ristoratori, proprietari di palestre, ecc. contro i provvedimenti di chiusura serale o totale dell'ultimo Dpcm del governo; in alcune città a queste manifestazioni via via a loro si aggregano altre persone, giovani, a volte anche lavoratori dipendenti degli stessi commercianti, ristoratori che protestano. 
Ma i lavoratori non possono andare insieme ai piccoli e medi padroni o padroncini, che lottano per sè, per cui la "libertà" (che viene gridata nelle piazze) è tornare a fare soldi come prima e in questo fare c'è eccome lo sfruttamento a lavoro nero di giovani, ragazze, donne, l'evasione delle tasse, ecc; padroni e padroncini che qualche giorno prima hanno pure licenziato i lavoratori. Per questo, una logica della serie: se chiude il bar io perdo il lavoro, se viene difeso il ristoratore viene salvaguardato il mio lavoro e il mio salario non funziona. 
"Non stiamo nella stessa barca" e questo lo sa bene il governo che in queste ore sta decidendo soldi da dare a commercianti e a ristoratori, mentre ai lavoratori, a chi ha perso il lavoro, dà qualche bonus una tantum, e una proroga della cassintegrazione-covid che copre poco più di metà del salario perso e che tanti lavoratori e le lavoratrici stanno ancora aspettando da maggio, mentre ai commercianti li si vuole far arrivare subito tramite bonifico...   

Ma in alcune città, come Torino, in parte a Napoli, la partecipazione alle proteste è più ibrida, mischiata, ci sta gente diversa, non organizzata, ognuna andata per le proprie condizioni; a volte si tratta di altre piazze, differenti da quelle dei commercianti; e qui sono soprattutto i i giovani, giovanissimi ad essere in tanti, senza alcuna appartenenza o riferimento politico, giovani delle periferie, o, come ha detto qualche compagno a Torino, che sembrano come i ragazzi del film "Le miserable", che vanno in piazza senza un preciso scopo di rivendicazioni 
Allora a fronte di queste proteste che facciamo? Ce ne stiamo a casa...? Ci andiamo dietro?  
O andiamo a portare la "linea giusta"?

NO! Dobbiamo creare la nostra "piazza" di lotta proletaria, un altro riferimento per i giovani, i disoccupati, le masse popolari, farci vedere, essere combattivi, portare le rivendicazioni dei lavoratori, fare il nostro.  
Il problema non è "andare o non andare" (questo ogni realtà di lotta, di movimento di classe, le realtà del Patto d'azione, possono valutarlo sulla base della situazione concreta), ma costruire la "piazza proletaria", che è diversa e contro, ed è diversa nelle parole d'ordini, negli obiettivi, nello scopo attuale e futuro della lotta.
Una "piazza" che deve dare ritmo alla mobilitazione proletaria, tenendo conto dei tempi dei lavoratori e non andando dietro ai tempi delle proteste in corso; intervenendo anche nelle proteste dei settori popolari, in maniera autonoma e di classe, ma per separare i lavoratori dai padroni, non per unire o mediare. 

PS. Chiaramente stiamo parlando delle proteste spontanee, dei settori popolari, dei giovani, dei settori popolari che rischiano la povertà. 
Mentre le proteste organizzate da fascisti, leghisti, negazionisti, da FdI, forza nuova, come quella a Roma in piazza del popolo vanno combattute e basta!

MC - proletari comunisti
28/10/2020

mercoledì 28 ottobre 2020

pc 28 ottobre - Dopo il 24 e gli avvenimenti attuali - a Taranto si discute la posizione proletaria e la continuità della lotta

INVITIAMO A VENIRE GIOVEDI' 29 ALLE ORE 18 - SEDE SLAI COBAS VIA L. ANDRONICO, 47 TA, PER DISCUTERE E ORGANIZZARE, DOPO LA GIORNATA DI LOTTA DEL 24, NUOVE NOSTRE MOBILITAZIONI, DEI LAVORATORI, LAVORATRICI, PRECARI, DISOCCUPATI, STUDENTI

Tra gli interventi che ci saranno, quello di MC con un testo apparso sul blog di proletari comunisti

Nella pandemia, nella necessaria lotta per difendere salute, lavoro, reddito NESSUNA CONFUSIONE TRA INTERESSI PROLETARI E INTERESSI BORGHESI DI PADRONI E PADRONCINI

Abbiamo detto: Anche nella pandemia i comunisti rivoluzionari non assumono la logica: siamo tutti nella stessa barca. "La classe non è acqua" neanche in questa occasione. Serve, anche su questo importante terreno della difesa della salute e della vita, una chiara lotta di classe e obiettivi di classe, una divisione/scontro tra interessi proletari e interessi borghesi. Se si fa questo, se dei passi avanti nella difesa della nostra classe si faranno, questi serviranno a tutte le masse popolari, a tutti i settori popolari impoveriti dalla pandemia/crisi.

I comunisti si devono concentrare sulle condizioni ed effetti nel proletariato e sulle soluzioni necessarie alla classe.

Oggi di fronte all'azione del governo Conte e dei provvedimenti presi con l'ultimo Dpcm - che nella loro

pc 28 ottobre - Sulla giornata nazionale di lotta del 24 ottobre - 1

Valutazioni, verso la prossima assemblea nazionale telematica - Patto d'azione per il fronte anticapitalista

SI COBAS NAZIONALE

23-24 ottobre: due giorni di lotta per l’alternativa operaia al capitalismo pandemico.

Lo sciopero generale della logistica di venerdì scorso e le manifestazioni del giorno seguente indette dal Patto d’azione per un fronte unico anticapitalista hanno rappresentato un altro piccolo passo avanti nella costruzione di un percorso di lotta unitario contro gli effetti che la crisi sta producendo nelle condizioni di vita di milioni di lavoratori, precari e disoccupati.

La giornata del 23 ha costituito un segnale più che incoraggiante nella prospettiva dell’apertura di un vero tavolo di trattativa per il rinnovo del CCNL Trasporto merci e Logistica: centinaia di magazzini e migliaia di lavoratori dal nord al sud si sono fermati per lo sciopero del SI Cobas e dell’Adl Cobas, sia nelle filiere storiche del movimento dei facchini (BRT, SDA, GLS, TNT, DHL, UPS, ecc.) sia in tantissime aziende minori.

Il messaggio che i lavoratori hanno recapitato ai padroni e al governo è quanto mai chiaro: la richiesta di un rinnovo vero, con aumenti salariali adeguati, un impianto normativo che rafforza le misure di sicurezza e di prevenzione dei rischi della pandemia, il rifiuto dello scambio tra salario e produttività e la piena titolarità dei Cobas a partecipare ai tavoli di trattativa in quanto sigle maggiormente rappresentative nella categoria.

Nella seconda settimana di novembre si terranno i primi giri di confronto con alcune delle principali parti datoriali, a seguito delle quali si valuterà se vi sono le condizioni per aprire una fase negoziale, in assenza della quale Si Cobas e Adl Cobas riprenderanno la mobilitazione nazionale.

Al di la degli aspetti puramente vertenziali di categoria, la riuscita di questa mobilitazione dipenderà in larga parte dalla capacità di sviluppo della conflittualità anche in tutte le altre categorie interessate dai rinnovi contrattuali e colpite dalla crisi.

I tempi e le modalità del risveglio operaio su scala generale non dipendono da noi, e molto dipenderà dagli orientamenti di governo e Confindustria, in primo luogo sulla vicenda del blocco dei licenziamenti, ma per noi è fondamentale ribadire che lo sciopero del 23 per noi indica una strada concreta e praticabile (oltre che necessaria) anche nelle altre categorie.

Da questo punto di vista, la vicenda del rinnovo del CCNL metalmeccanici rappresenta un importante banco di prova: al di la della miseria delle 4 ore di sciopero indette dai confederali per il 5 novembre, come SI Cobas siamo disponibili sin da ora a sostenere tutte le iniziative di lotta reale che si produrranno nelle fabbriche nell’ottica di un fronte unico del sindacalismo combattivo così come emerso dall’assemblea del 27 settembre a Bologna.

Riguardo all’appuntamento del 24 abbiamo assistito in molte città a un consolidamento del percorso di lotta unitario, con la partecipazione di centinaia di lavoratori, disoccupati, precari e disoccupati nelle

pc 28 ottobre - IN PREPARAZIONE SECONDA ASSEMBLEA TELEMATICA DI DONNE/LAVORATRICI - dal blog femminismorivoluzionario

 Dalle conclusioni del Dossier: "Crisi/Pandemia La furia delle donne scateniamo":

"...Noi crediamo che il femminismo sia molto, molto importante, che sia fondamentale nella battaglia rivoluzionaria per estendere il punto di vista e la battaglia delle donne, perché tutti devono essere “femministi”, anche gli operai devono essere femministi, i sindacati dovrebbero essere femministi, le organizzazioni rivoluzionarie, i partiti comunisti, ecc., devono essere femministi; ma pensiamo che c'è un femminismo piccolo-borghese e un femminismo proletario, e che quello che realmente serve è il femminismo proletario...".

Il 19 novembre organizziamo una seconda assemblea telematica per informazione: mfpr.naz@gmail.com - https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/
Per avere il dossier scrivere a
: mfpr.naz@gmail.com



pc 28 ottobre - 247 milioni di euro per gli F-35 nel triennio 2020-22: qualche spiegazione?

da infoaut

Il Ministero della Difesa, con un po’ di ritardo, ha pubblicato un corposo documento di 337 pagine intitolato Documento Programmatico pluriennale della Difesa per il triennio  2020-2022. Un documento senz’altro interessante per sapere cosa intende per difesa il nostro Governo e come agire di conseguenza. Un documento da analizzare con calma però l’occhio ci è cascato su un elemento veramente preoccupante.

In tale documento si leggono le previsioni di spesa per l’acquisto dei famosi F-35, cacciabombardiere d’assalto equipaggiato per trasportare e sganciare bombe nucleari, tra le varie cose. Apparecchio che, ricordiamo, assembliamo anche noi in Italia.

Le cifre, rimodulate in meno di ben 59 milioni (sic) per il 2020,  sono: 800 milioni per il 2020, 747 per il 2021,  700 per il 2022; totale due miliardi e 247 milioni per un’arma inutile, inquinante, in paese violazione dell’articolo 11 della Costituzione Italiana.

Caro Ministro Guerini, vorrebbe spiegare ai cittadini italiani a cosa serve comprare due miliardi di cacciabombardieri in piena crisi sanitaria? Lei che l’altro giorno ha messo, finalmente, a disposizione le strutture mediche dell’Esercito a tare tamponi covid (ci volevano mesi per pensarci?) vorrebbe anche dirci quando mette tutto il parco pulmann e autisti dell’esercito a decongestionare i trasporti pubblici?

Cari partiti che appoggiano il governo, che vantano tutti patente “pacifista”, Caro Presidente del Consiglio Conte che parla ogni cinque minuti di Nuovo Umanesimo, vogliamo rapidamente rivedere questo allucinante piano d’acquisto, pagare eventuali penali e destinare quei soldi a misure urgenti di miglioramento complessivo, non solo congiunturale, della sanità pubblica?

Spedirò copia di questa lettera al Ministro Guerini e alle direzioni dei partiti di governo e pubblicherò volentieri le loro risposte.

PS: se qualcuno volesse scrivere anche lui  al Ministro Guerini sappia che deve usare la posta elettronica della Camera dei Deputati (guerini_lorenzo@camera.it) dato che sul sito del Ministero della Difesa non è reperibile nessun suo recapito istituzionale (per la cronaca nemmeno un recapito del suo Ufficio Stampa). Suggerirei un miglioramento nelle relazioni con i cittadini e la stampa.

Olivier Turquet per Pressenza