Partiamo dalle cose che noi consideriamo essenziali nella
nostra valutazione. Per primo, i giovani palestinesi, la principale forza che ha
voluto questa manifestazione, di cui pubblichiamo il loro intervento conclusivo
fatto dal palco. Poi i nostri interventi al corteo. Il grande corteo che
sfilava aveva bisogno di essere raccontato e che, insieme agli slogan, si
affermasse quello che stava avvenendo e cosa era la manifestazione. Infine,
dato che questo blog e ORE12/Controinformazione rossoperaia è un blog fatto dai
compagni e compagne di proletari comunisti operanti nello Slai Cobas, nel Movimento
Femminista Proletario Rivoluzionario e in altri organismi solidali
fino in fondo con la resistenza palestinese, abbiamo trascritto l'intervento
fatto dal camion della manifestazione di un compagno operaio della
Dalmine e della compagna di Palermo. Segue il commento alla manifestazione che
riteniamo in grado di fare oggi per fornire a chi c'è stato e a chi non c'è
stato una prima visione di quello che la manifestazione ha significato.
Intervento dei
giovani palestinesi
Noi palestinesi
d'Italia vi ringraziamo ancora tutte e tutti per essere qui con noi oggi. E ci
troviamo qui, dove ci siamo trovati anche il 5 ottobre e noi quella data ce la
rivendichiamo. Noi continueranno assolutamente in piazza, nonostante la repressione,
nonostante i divieti, possono fare tutto, ma noi continueremo a lottare e, come
abbiamo detto da più di un anno questa parte, noi continueremo a lottare per un
semplice motivo: che noi portiamo in Italia la voce della resistenza
palestinese e di quella libanese e sappiamo che non ci si ferma davanti
all'oppressore, davanti all'occupante, davanti al colonizzatore, ma si continua
a lottare perché la vittoria è possibile e oggi la vittoria è più vicina.
Noi ringraziamo ancora
una volta tutti i lavoratori e le lavoratrici che ieri hanno portato avanti uno
sciopero fondamentale, uno sciopero contro la guerra, perché sappiamo che
portare la voce della resistenza palestinese in Italia vuol dire questo, vuol
dire fermare la guerra e i lavoratori e le lavoratrici hanno il potere di fermare
questo sistema di guerra e devono avere tutto il potere in questo paese.
Noi, ancora una volta,
rivendichiamo di lottare fino alla vittoria e lottare fino alla vittoria
significa lottare per una Palestina libera dal fiume al mare, ma significa
anche lottare per la cessazione del sistema che vuole opprimere il nostro
popolo che è lo stesso che schiaccia i lavoratori e le lavoratrici in Italia, è
lo stesso che finanzia la guerra e non finanzia la scuola, è lo stesso che
finanzia i carrarmati e le bombe e non ci dà le case e non ci dà il pane.
E questo significa stare
oggi dalla parte giusta della storia.
A noi non interessa
costruire un progetto elettorale che morirà fra qualche mese. A noi interessa la
rivoluzione, la distruzione di un sistema di genocidio, di guerra che affama,
che distrugge in Italia così come in Palestina. E non ci fermeremo fino a
quando non avremo la vittoria che, lo diciamo ancora una volta, oggi più vicina
di ieri. Grazie.
Nostro commento alla
manifestazione
Quella di Roma è stata innanzitutto una grande
manifestazione. Oltre 20.000 persone, probabilmente 25.000, alcune fonti
parlano di 30.000. La principale sfida è stata vinta con questa
manifestazione. Occorreva andare ben oltre i numeri del 5 ottobre, in cui la grande
manifestazione di solidarietà con la Palestina era stata vietata dal governo
perchè era troppo contigua al 7 ottobre e, quindi, era una manifestazione a sostegno
del terrorismo in Palestina, e i manifestanti erano sostanzialmente “terroristi”.
Il divieto fu combattuto e fatto saltare da una combattiva manifestazione
convocata dai Giovani Palestinesi e dall'UDAP che ha visto in piazza le forze
che realmente non solo volevano solidarizzare con il popolo palestinese e
denunciare il genocidio, ma anche respingere il divieto e mettere sotto accusa
il governo imperialista italiano della Meloni, complice del genocidio, che
usava il