venerdì 7 novembre 2025

pc 7 novembre - lenin in ottobre


 

https://www.resistenze.org/video/cuurfm04-romm-lenin.mp4

pc 7 novembre - in occasione dell' anniversario della rivoluzione d'ottobre - sostenere la rivoluzione palestinese - rossa palestina


 

pc 7 novembre - in occasione dell'anniversario della rivoluzione d'ottobre . sostenere la rivoluzione indiana


 

pc 7 novembre - in occasione dell'anniversario della rivoluzione d'ottobre - per la rivoluzione proletaria oggi -strike the bourgeoisie

 

https://www.youtube.com/watch?v=iJcOfPv2K9g


pc 7 novembre - 108° Anniversario della Rivoluzione d'ottobre - Manifesto: «Donne lavoratrici, prendete le armi!» (1917) - Lev Brodarty


 Manifesto: «Donne lavoratrici, prendete le armi!» (1917) - Lev Brodarty

pc 7 novembre - Nel 108° anniversario dell’Ottobre Rosso 1917, affermiamo nelle file della classe operaia la via della rivoluzione proletaria!

pc 7 novembre - MILANO SABATO 8 NOVEMBRE IN PIAZZA PER LA PALESTINA

 


pc 7 novembre - Formazione rivoluzionaria delle donne - dal blog femminismorivoluzionario

Anuradha. Ghandy - 3 fine 

VISIONE D’INSIEME SUL MOVIMENTO DELLE DONNE IN OCCIDENTE 



https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/2025/11/formazione-rivoluzionaria-delle-donne.html

pc 7 novembre - Bergamo sabato manifestazione per la Palestina

 CORTEO SAB 8 NOVEMBRE h 14:30 - Porta Nuova/Piazza Gaza 

 La mobilitazione continua

RETE  BERGAMO PER LA PALESTINA 

pc 7 novembre - bella ciao palestina

 


pc 7 novembre - Contro la politica imperialista/neocoloniale anti-immigrati del governo Meloni/Nordio "liberatori" di Almasri

da ORE12/Controinformazione rossoperaia del 6/11

Torniamo sul fronte di denuncia, di lotta contro la politica dei respingimenti antimmigrati che sta portando avanti questo governo, in particolare sul conferimento a paesi terzi come Libia e Tunisia, attraverso accordi sottoscritti, attraverso finanziamenti, mezzi militari, addestramento, dell’attività di impedimento delle partenze che per i migranti in fuga da fame, povertà, guerre, significa prigionia nei lager come in Libia, torture, schiavismo, violenze di ogni tipo, violazione dei diritti umani e morte per alcuni di essi che non riescono a partire.

Il governo Meloni sostiene questo crimine e cerca di mantenerlo il più possibile nascosto ma è questo uno dei punti su cui si basa la sua azione con il cosiddetto Piano Mattei, un piano neocoloniale che ha l’obiettivo di far fare ad altri paesi il “lavoro sporco” dei respingimenti e della rapina delle risorse, dei profitti e delle materie prime con l’ENI che fa da capofila di questi paesi.

Veniamo a parlare di alcuni fatti che sono sui quotidiani della stampa borghese in questi giorni, come l’arresto in Libia del criminale aguzzino libico Almasri e delle carceri in Albania.

Il 2 novembre 2025 il governo italiano avrebbe potuto interrompere il Memorandum Italia-Libia, e invece non lo ha fatto e dunque, il 2 febbraio 2026 verrà automaticamente prorogato per altri tre anni. E’ un accordo “sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo stato della Libia e la Repubblica italiana", così è la dicitura di questo Memorandum, sottoscritto a partire dal 2017 dal governo Gentiloni con il ministro dell’Interno Minniti e lo sottolineiamo per dimostrare, ancora una volta, che il centro sinistra, il PD in particolare, ha aperto un’autostrada a questo governo per quello che riguarda i respingimenti antimmigrati, non dimentichiamo che questo è il governo che ha lasciato morire i migranti a Cutro, che sta facendo la guerra alle ONG che soccorrono i migranti in mare con il decreto Piantedosi e con l’assegnazione di “porto sicuro” sempre più lontano dai confini più vicini agli sbarchi che comporta più tempo per raggiungerli e aumenta le sofferenze per chi è sopravvissuto ai viaggi.


Una politica razzista dall’alto, inaugurata proprio dal centro sinistra, già da molti anni, con i blocchi navali, pensiamo allo speronamento della nave albanese nello stretto di Otranto nel ’97 con 81 morti, e tutta la politica razzista repressiva che ne è seguita, con l’istituzione dei cpr, con gli ostacoli alle domande di asilo, fino ad arrivare al Memorandum.

Con il Memorandum con la Libia, l’Italia fornisce motovedette, finanzia i mafiosi, i criminali che gestiscono i lager di Stato in Libia, per trattenere forzatamente gli immigrati in prigioni fatiscenti dove torture, violenze, tratta di esseri umani sono documentate da Onu, Corte penale internazionale e organizzazioni indipendenti.

Nel marzo 2023, la Missione d'inchiesta delle Nazioni Unite in Libia ha accertato che nel paese sono

giovedì 6 novembre 2025

pc 6 novembre - Stellantis/auto: tra annunci di ripresa futura e attuale scaricamento della crisi sugli operai, la lotta e le rivendicazioni da sostenere

da ORE12/Controinformazione rossoperaia  del 05.11.25


La crisi del gruppo Stellantis in particolare in Italia continua a essere caratterizzata da piani aziendali che dicono una cosa e ne fanno un altra e dai sindacati confederali che non rispondono a tutto questo con la ripresa della lotta generale.

In particolare la questione principale, per cui stiamo cercando di programmare l'intervento tra gli operai e operaie, è la questione di Melfi.

“A Melfi nuove commesse e riconversione, queste sono le strade per salvare l'indotto Stellantis in Basilicata” viene detto. Però nella sostanza le cose vanno diversamente.

Da un lato l'azienda annuncia un avvio della ripresa produttiva e la presentazione della nuova Jeep Compass, e questo viene considerato in generale una notizia positiva, dall'altro però continua lo stillicidio di lavoratori dell'indotto che vengono sostanzialmente messi fuori, licenziati o inseriti in cassa integrazione che, oggi come oggi, appare senza futuro.

E come se si dessero la mano i lavoratori delle ditte dell'appalto stanno reagendo con uno stato di agitazione, con mobilitazione e presidi permanenti, in particolare alla PMC, alla Brose e alla Tiberina.

L’andazzo però di questa lotta sembra seguire un copione già scritto, vale a dire si chiede l'intervento della Regione e si finisce per entrare nella spirale delle aree di crisi complessa che comprendono cassa integrazione ed eventuale formazione. Questo non è esattamente quello che vogliono gli operai, né tanto meno ciò che può rassicurare il loro futuro di salario e il lavoro, perché in ultima analisi questa situazione fa sì che intanto i lavoratori sono fuori dalla fabbrica e senza prospettive di lavoro.

Il problema dell'indotto si sta facendo più acuto anche perché stanno arrivando alla fine tutte le casse integrazioni e questa questione fa sì che non ci sia prospettiva di ripresa del lavoro a breve e in un certo senso neanche a medio periodo, perché le promesse di ripresa legate alla Jeep Compass, affermate dalla Stellantis, si basano su una previsione di mercato e di macchine che non corrispondono allo stato delle cose di grave crisi che il gruppo Stellantis sta attraversando un po' in tutti i paesi, e in Italia vengono scaricati effettivamente i rischi peggiori.

Su questo evidentemente la nostra idea resta sempre quella che abbiamo cercato di sollevare in altri interventi e in particolare direttamente alcuni mesi fa alla Stellantis di Mirafiori e più recentemente alla Stellantis di Melfi.

Per noi il punto è mettere in sicurezza i lavoratori attraverso la loro permanenza in fabbrica e non la loro mandata in cassa integrazione, né tantomeno il loro cosiddetto autolicenziamento che è la linea principale che la Stellantis sta seguendo e che ha portato fuori tantissimi lavoratori da tutti gli stabilimenti.

Non è il nostro compito in questa occasione fare una rassegna dettagliata di quello che sta avvenendo nei vari stabilimenti, cosa che faremo in ulteriori interventi, ma quello di concentrarci su alcuni degli stabilimenti dove è possibile intervenire per poter interagire sia con le lotte che i lavoratori dell'indotto stanno facendo in questi ultimi mesi sia con i diretti, lavorando per costruire una piattaforma operaia che non divida la situazione stabilimento per stabilimento ma che unisca gli operai su una ripresa generale degli stabilimenti.

Chiaramente in questa ripresa generale ci sta che la verifica degli organici debba avvenire a partire dalla difesa del posto di lavoro di tutti quelli che già lavorano e da accettazioni di soluzioni intermedie che vadano all'interno di contratti di solidarietà e indennità, rotazione della cassa integrazione, ma soprattutto serve un'integrazione salariale per tutti gli stabilimenti della Stellantis per riportare i livelli salariali falcidiati dalla cassa integrazione verso una parità salariale, prendendo anche a riferimento altre fabbriche, altri complessi industriali dove ai lavoratori è stata data un'integrazione salariale alla cassa integrazione per avvicinarla alla paga base.

Questa in corso è una situazione di cassa integrazione generalizzata e sostanzialmente senza prospettive certe in nessuno degli stabilimenti, nonostante le assicurazioni che vengono date dalla Stellantis e dai sindacati ad essa maggiormente legati o asserviti. Di fatto quello che è certo è che non si può vivere di cassa integrazione né tanto meno noi siamo per la via degli esodi incentivati. Noi siamo perché gli organici attuali della Stellantis restino quelli che sono e che tutti i lavoratori possano ricevere un'integrazione salariale alla cassa integrazione. In prospettiva evidentemente la rivendicazione di lavorare meno, lavorare tutti attraverso una riduzione dell’orario di lavoro, continua a essere una rivendicazione strategica che i lavoratori dei gruppi industriali più importanti devono prendere nelle loro mani per poter portare a casa la tutela del lavoro e del salario.

Nell'industria dell'auto, ma non solo nell'industria dell'auto, avanza la nuova crisi della mancanza dei chip. Senza i chip cinesi, la produzione dell'auto in Europa rischia uno stop imminente. A lanciare quest'allarme è l'associazione delle case automobilistiche che rappresenta tutti i big del settore, in particolare la BMW, la Mercedes-Benz, Volkswagen, Renault e così via.

Quindi la crisi dei chip, originata dalla situazioni mondiale, dalla guerra commerciale, dalla politica dei dazi di Trump dentro la più generale crisi di sovrapproduzione relativa creata dal sistema capitalista a livello mondiale, fa sì che ora si sia arrivati a un nuovo punto di svolta, tanto da far dire che è possibile la chiusura delle linee di assemblaggio nei prossimi giorni, dato che le varie industrie dell'auto in particolare si trovano di fronte a forniture che stanno esaurendo.

Chiaramente queste crisi non sono però temporanee, possono avere punti di acutezza in certi momenti, ma la sostanza è che queste crisi sono dentro la più generale situazione mondiale ed è chiaro che queste crisi a noi interessano soprattutto dal punto di vista per ciò che manifestano nell'attuale stato effettivo del sistema capitalista a livello mondiale - e nel particolare del settore dell'auto - e in secondo luogo per le ricadute che possono avere sui lavoratori.

Su questo è fondamentale che gli operai vengono messi a riparo da questo tipo di crisi e che i fermi produttivi imposti non ricadano immediatamente sui lavoratori mandandoli a casa e quindi sulla loro immediata riduzione salariare.

Quindi noi pensiamo che le organizzazioni sindacali debbano entrare in campo su questo terreno, non certo per farsi sostenitori delle proprie aziende nella contesa mondiale che le attraversa, né tanto meno partecipare all'odiosa campagna anticinese che vuole mettere i lavoratori in alleanza con i propri padroni e quindi facendo degli operai la ruota di scorta degli interessi dei padroni, delle loro imprese in Italia, in Europa e nel sistema automobilistico mondiale.

Noi siamo invece perché la strada sia del tutto diversa e che si realizzano accordi aziendali e generali che permettano ai lavoratori in occasione di queste punte di crisi di salvaguardare il salario e il lavoro. Su questo aspettiamo anzitutto che si crei una unità di posizione nell'azione interna della fabbrica che possa essere credibile e generalizzata verso l'intera classe operaia innanzitutto del gruppo auto ma non solo.

pc 6 novembre - Gli USA hanno presentato il loro piano coloniale per il futuro di Gaza

Un piano imposto sotto la gestione israeliana; un piano per continuare, sotto la maschera della "pace", una pacificazione imposta con le armi, per sterminare le forze della Resistenza palestinese, per fare terra bruciata di ogni opposizione a questi piani, con l'accordo e il ruolo complice dell'Autorità nazionale palestinese; mentre con i cosiddetti "piani di ricostruzione", si vogliono rinchiudere/ammassare i palestinesi in aree sotto occupazione israeliana. 

Questo piano non può, non deve passare! La mobilitazione solidale deve continuare.

Dall'Indipendente

5 Novembre 2025

Gli Stati Uniti d’America hanno presentato ai Paesi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite una bozza di risoluzione che delinea i prossimi passi del piano di colonizzazione di Gaza. Il progetto intenderebbe istituire una Forza Internazionale di Stabilizzazione (ISF) con i compiti di smilitarizzare la Striscia, amministrarne la sicurezza, addestrare un corpo di polizia palestinese, e gestire il flusso degli aiuti umanitari, ma non esclude di attribuirle «compiti aggiuntivi, se necessario». La ISF resterebbe in carica due anni, verrebbe istituita sotto l’egida del corpo di pace presieduto da Trump con la partecipazione di Tony Blair, e opererebbe «in stretta consultazione e cooperazione con Israele ed Egitto». Un piano, precisano i quotidiani israeliani, dichiaratamente rivolto a «imporre» le condizioni della pace, e non a mantenerla. Parallelamente gli USA hanno avanzato ai Paesi del Golfo un piano per la ricostruzione della «Nuova Gaza», che prevedrebbe di cominciare i lavori dalle aree sotto il controllo delle IDF... 

Il mandato dell’ISF includerebbe «la supervisione della smilitarizzazione della Striscia di Gaza attraverso la distruzione delle infrastrutture terroristiche e militari, impedendone la ricostruzione e garantendo il disarmo permanente dei gruppi armati non statali», si legge nel JP. Inoltre, l’ISF avrebbe il compito di «proteggere i civili, supportare le operazioni umanitarie, fornire addestramento e assistenza alla polizia palestinese e coordinarsi con i Paesi interessati per garantire i corridoi umanitari»... Lo scopo dichiarato è quello di «imporre» la pace; nessuna forza di peacekeeping, ma un corpo legalmente riconosciuto rappresentato da una sola parte – quella israeliana. Con l’istituzione della ISF, insomma, gli USA vorrebbero appaltare Gaza a una gestione israeliana. Nel frattempo, l’Autorità Nazionale Palestinese porterebbe avanti un percorso di riforma e ristrutturazione interna per eventualmente un giorno prendere in mano la Striscia...

Parallelamente, gli Stati Uniti avrebbero presentato ai Paesi del Golfo un ulteriore progetto per la ricostruzione parziale della Striscia. A dare la notizia è stato il quotidiano Times of Israel, che, citando funzionari arabi, spiega che il piano «prevede la costruzione di circa una mezza dozzina di aree residenziali nella metà orientale della Striscia, attualmente sotto il controllo israeliano»; il piano partirebbe in particolare dalle aree nel Governatorato di Rafah, che risulta quasi interamente sotto il controllo delle IDF da tempo. Il progetto statunitense prevedrebbe che i palestinesi si trasferiscano nelle aree residenziali della «Nuova Gaza»... I cittadini, insomma, potrebbero essere costretti a vivere in aree sotto occupazione militare israeliana.

pc 6 novembre – L’industria italiana si “ferma” a 1.120 miliardi di ricavi e miliardi di profitti grazie soprattutto alla produzione bellica

 

Mentre Orsini, capo di Confindustria, non fa che piangere lacrime di coccodrillo in ogni incontro istituzionale e ad ogni manifestazione pubblica, dicendo che in questo paese e in Europa non c’è la dovuta attenzione all’industria, i padroni della “manifattura” come viene chiamata dai borghesi la grande industria anche quest’anno possono festeggiare con un introito generale di Millecentoventi miliardi di euro! E un “ritorno” in termini di profitti superiori al 10% del capitale investito! E questo per il 44% per cento delle imprese analizzate dal “Rapporto Analisi dei Settori Industriali Ottobre 2025 di Prometeia e Intesa Sanpaolo.” “quasi dieci punti oltre i livelli 2019”. E questo stato di cose nelle loro previsioni si protrarrà fino al 2027.

Insomma il “rallentamento” che il Rapporto vede “all’interno di un contesto mondiale che resta comunque pieno di incertezze” come sempre non impedisce ai padroni di continuare a trarre immensi profitti dallo sfruttamento della forza lavoro.

A fronte di questi dati positivi dal lato dei padroni, il Rapporto deve prendere in considerazione anche quelli negativi che riguardano però il proletariato e le masse popolari, anche se lo fa nel suo linguaggio, chiamando domanda interna ciò che viene speso per gli acquisti di lavoratori e masse popolari in generale, che è di fatto ferma, mentre quella che funziona è la domanda dall’estero per le esportazioni.

I settori che vanno bene elencati nel Rapporto, secondo quanto ne scrivono Repubblica e il Sole24Ore, e prevedono “le maggiori opportunità di crescita al 2027 si riscontrano per i settori legati alla doppia transizione, iniziando dall'Elettronica, con un fatturato deflazionato in aumento a ritmi del +2,2% medio annuo nel biennio 2026-27; il settore presenta buone prospettive di sviluppo legate alla digitalizzazione e all'intelligenza artificiale, pur risentendo della debolezza che caratterizza il comparto dei semiconduttori. Seguono Meccanica (+2,2%), sostenuta dal riavvio del ciclo degli investimenti in macchinari e attrezzature e dal contributo dei progetti legati al PNRR…” (per loro c’è sempre l’aiuto dello Stato!), mentre per “Autoveicoli e moto” è previsto un (+2%), che dovrebbe recuperare il meno 9%! del 2024. Si tratta solo di una previsione ottimistica visto che si ammette che questo settore “continuerà a scontare una difficile transizione all'elettrico, in un contesto di domanda europea poco dinamica e di incertezza in termini di impatto delle nuove politiche tariffarie statunitensi sul funzionamento delle catene del valore automotive.”

Il buon andamento di questi settori è dovuto al balzo del settore legato alla produzione di armi: solo per la Leonardo nei primi nove mesi “il bilancio parziale del 2025 è largamente positivo: gli ordini complessivi salgono del 24,3% a 18,2 miliardi, i ricavi del 12,4% a 13,44 miliardi, e l’ebita del 22,7% a 945 milioni, e la Rheinmetall, che va a gonfie vele nella produzione militare: “Nei primi nove mesi del 2025 il fatturato di Rheinmetall è cresciuto del 20% attestandosi a 7,5 miliardi di euro (6,99 miliardi di franchi), nel 2024 erano stati 6,6 miliardi. La crescita nel solo settore militare è stata del 28%. Lo comunica oggi la stessa azienda tedesca. Il risultato operativo cresce del 18%. … Restano centrali i mercati tedeschi, europei e ucraini” mentre, per il settore civile persiste la “debolezza del mercato … con il risultato che il Gruppo registra nuovamente un calo rispetto all'anno precedente".

Infatti, è l’economia di guerra che prospera e con essa i padroni e i loro manutengoli politici che si arricchiscono sempre di più.

pc 6 novembre - ORE 12 Controinformazione rossoperaia - Contro la politica imperialista/neocoloniale anti-immigrati del governo Meloni/Nordio "liberatori" di Almasri

 

pc 6 novembre - Ci uniamo al dolore dei familiari di Octav Stroici - Contro ogni ipocrisia, falsi interventi dei complici al governo delle morti sul lavoro

Alla morte, ennesima, questa volta dell'operaio Octav Stroici nel crollo della Torre dei Conti a Roma, la cosa più ignobile sono le dichiarazioni della Ministra Calderone (ex capo dei consulenti del lavoro per le aziende), e della Meloni che usano anche le morti dei lavoratori per farsi autopropaganda. 

Abbiamo già analizzato, denunciato come inutili a difendere la vita dei lavoratori, i punti del DL "per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro": https://proletaricomunisti.blogspot.com/2025/11/pc-3-novembre-ore-12-controinformazione.html; ma ciò che più è inaccettabile è la filosofia bastarda che sta dietro a questi ulteriori provvedimenti. Essa mostra che nulla questo governo dei padroni vuole e può fare per impedire queste morti che aumentano sempre più; morti che sono veri e propri assassinii da parte di padroni grandi, medi, piccoli, delle Istituzioni locali e soprattutto nazionali. Il governo, i suoi ministri sono lontani mille miglia dalla realtà concreta dei lavoratori e operano ogni giorno per peggiorare questa realtà, mentre danno vantaggi, premi alle imprese.

Per questo governo, i padroni - che per tutelare i loro profitti tagliano al massimo i costi del lavoro, e prima di tutto quelli per la sicurezza, che tagliano i salari, che ricattano i lavoratori ad accettare condizioni di lavoro a rischio, che, se non occupano in "nero", mettono in costante precarietà i lavoratori, che grazie agli appalti e subappalti (ampliati e stabilizzati dal governo Meloni) possono scaricare nascondere le proprie responsabilità, ecc. ecc. - e lavoratori che vengono sfruttati, ricattati, impoveriti..., sono "alleati". Di conseguenza i lavoratori non devono vedere i padroni come controparte, nemici, responsabili delle loro morti, delle loro condizioni di lavoro, e quindi non devono lottare contro di essi...
Questa è una logica neo corporativa/fascista, incarnata e propagandata tra i lavoratori soprattutto dalla Cisl. 

Riportiamo alcune di queste frasi vergognose dette sul corpo dell'operaio ucciso - per esse non servono neanche commenti.

Meloni: (a proposito del DL): "Abbiamo mantenuto un altro impegno preso con gli italiani";

Calderone: "Questo provvedimento porta a bordo misure molto ampie... Il messaggio che vogliamo mandare è chiaro: mettiamo in sicurezza il futuro"; "...Le imprese e i lavoratori sulla sicurezza sono alleati... su questo ho trovato la massima condivisione da tutte le parti sociali nelle tante riunioni che hanno portato al decreto... che mi piace immaginare come un lavoro corale";

Sempre Calderone: "Dal 1° gennaio 2026, tutte le aziende virtuose potranno godere di vantaggi economici importanti... E' un investimento imponente... Solo per il prossimo anno si stima una spesa di 502,7 milioni che negli anni aumenterà costantemente. Si aggiungono, inoltre, 90 milioni per la revisione dei contributi in agricoltura, come ha ricordato il collega Lollobrigida...";

Ancora: "L'introduzione della patente a crediti è un'azione che rivendico..." (un provvedimento che non ha impedito infortuni, morti dei lavoratori - ndr); 

"L'innovazione tecnologica è poi anche fondamentale nella prevenzione del rischio, grazie all'enorme mole di dati di cui oggi possiamo disporre... impariamo dall'esperienza".

Da Il Sole 24 Ore

pc 6 novembre - Leggi, fai conoscere, scrivi, organizzati con il Movimento femminista proletario rivoluzionario (MFPR) - https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/

 

pc 6 novembre - "Quando il mondo dorme”, di Francesca Albanese

di Edoardo Todaro *

Di rapporto in rapporto, mettere in evidenza la politica sistematica, deliberata di genocidio portata avanti dall’entità sionista che occupa da decenni la Palestina, è quanto sta facendo Francesca Albanese.

Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i territori palestinesi occupati, è stata messa al bando, sottoposta a sanzioni imposte dagli USA. Sanzioni dovute a quanto da lei denunciato, come nelle ultime 24 pagine di Quando il mondo dorme, dove si evidenziano i legami militari, commerciali e diplomatici, perché – riprendendo l’ultimo suo rapporto- “Il genocidio …. è un crimine a livello internazionale”.

 

Sono passati 5 mesi dal momento in cui Rizzoli ha edito Quando il mondo dorme, e quanto l’autrice ci descrive è tutto lì: un genocidio in piena regola. Quanto abbiamo sotto mano travalica, volutamente e consapevolmente, la denuncia su quanto l’occupazione sta portando avanti.

In queste pagine ci imbattiamo in qualcosa che non può, e non deve, essere rimosso: storia, presente e

pc 6 novembre - Torino - Esseri schifosi nel governo, nelle istituzioni. Una denuncia da condividere

Asl di Torino: un sistema di favori al servizio della politica?

L’Italia è un paese anziano e in calo demografico ma gli investimenti nel comparto sanitario e socio-assistenziale sono sempre meno.

La manovrina di quest’autunno, la terza per il governo Meloni, propaganda di avere dato centralità alla sanità per fare fronte alle liste d’attesa e ai disagi che, sempre più spesso, portano la popolazione italiana a decidere di non curarsi per l’inaccessibilità alla salute. Eppure sembra chiaro che i pochi soldi stanziati non copriranno nemmeno un’unghia del reale fabbisogno per un intervento strutturale nel comparto. Infatti le priorità del governo sono dichiaratamente altre, il riarmo, la spesa bellica, attenersi alle indicazioni dell’Europa.. alla faccia del governo sovranista! 

Una delle regioni che sta subendo una maggior regressione in termini di accessibilità e qualità del servizio è il Piemonte. In queste settimane sono scoppiati non pochi bubboni tra le mani di chi intende gestire l’ambito sanitario come il proprio cortile di casa. Se da un lato soffia il vento dello scandalo per le vicende legate all’Asl To4 e alla cricca di Agostino Ghiglia – agli onori delle cronache per diversi argomenti in questi giorni – dall’altro lato le amicizie di alcuni personaggi con la Questura e la Procura fanno capolino per strumentalizzare vicende che riguardano i movimenti sociali, sperimentando l’uso amministrativo della repressione. 

Ma andiamo con ordine. 

“Quegli annosi problemi”

Basta scorrere le pagine dei quotidiani dell’ultimo anno per accorgersi che i problemi che riguardano la

mercoledì 5 novembre 2025

pc 5 novembre - Yankee go home! Fermare l’aggressione imperialista USA in Venezuela

Imperialismo è guerra, è rapina, è oppressione delle nazioni e dei popoli oppressi, è neocolonialismo.

Abbiamo ampiamente parlato di quello che a livello mondiale avviene nei confronti della Palestina e non ci torniamo se non ribadendo la necessità di proseguire la mobilitazione operaia, studentesca e popolare nei confronti dello Stato Sionista di Israele, dell'imperialismo americano e i loro piani e a sostegno del popolo palestinese, in particolare della sua resistenza armata in una situazione così difficile.

Ma Trump, l'imperialismo americano, come si sa, ha aperto tutti i fronti all'insegna del MAGA, a “fare l'America più grande” e si intende, in certi aspetti, a tentare disperatamente di riaffermare l’egemonia e il dominio americano nel mondo su tutti i piani. E' chiaramente per gli Stati Uniti è sempre stato estremamente importante il cosiddetto “cortile di casa”, vale a dire i paesi dell'America Latina.

C'è una lunga storia qui del dominio americano, dei colpi di Stato e dei regimi instaurati in questi paesi