sabato 5 ottobre 2019

pc 5 ottobre - Il corteo di Roma degli operai della Whirlpool non produce per ora risultati. ma la lotta continua!

Whirlpool, lavoratori in piazza a Roma: in scena il funerale delle lavatrici. Patuanelli: "L'azienda fermi la cessione"

Sono circa 1.500 i manifestanti a sfilare per il centro di Roma per lo sciopero nazionale dei lavoratori della Whirlpool  contro la decisione dell'azienda di cedere lo stabilimento di via Argine a Napoli e i suoi oltre 400 dipendenti. Sono arrivati autobus dalla Campania, Toscana e dalle Marche. Il corteo ha raggiunto la sede del Mise. "La gente come noi non molla mai" scandiscono gli operai che portano in piazza anche lavatrici con lumino e crocifisso: è il funerale degli elettrodomestici Whirlpool".


Vertenza Whirlpool Napoli, lavoratori in piazza a Roma: in scena il "funerale della lavatrice"

Whirlpool, lavatrice in processione e 'Bella Ciao' in coro alla manifestazione di Roma

Dalla cronaca di  Je sò pazzo


..dal corteo di Roma con i lavoratori della Whirlpool. All'incirca 1500 operai e operaie dai sei stabilimenti del gruppo, con delegazioni dell'indotto avellinese, della Ex Embraco di Riva di Chieri, della Fiat di Pomigliano e di altre fabbriche.



Un momento di visibilità importante, una dimostrazione di forza come non avveniva da troppi anni: per la seconda volta in due settimane gli operai della Whirlpool hanno scioperato unanimamente in tutti gli stabilimenti, dando all'azienda un chiaro messaggio: nessuna azienda, nessuna proprietà privata ha il diritto di fare ciò che vuole, indifferente nei confronti delle conseguenze sociali ed economiche delle sue azioni sui lavoratori e sulle regioni in cui produce. La lotta continua a Napoli come altrove per difendere il posto di lavoro, il salario....
Il prossimo 9 ottobre si terrà un altro tavolo tra sindacati e governo sul "dossier" Whirlpool. Il Governo non può e non deve svincolarsi da una questione di interesse nazionale, che coinvolge emblematicamente il destino di centinaia di migliaia di lavoratori a rischio in oltre 160 crisi aziendali in corso!
Entriamo in una fase storica di recessione globale e di guerra commerciale acuta tra potenze economiche mondiali, che si sta già ripercuotendo sul destino delle economie locali, scaricando i costi di una concorrenza sfrenata tra grandi aziende ed economie capitalistiche sui lavoratori e sulle classi popolari tutte. Oggi quanto mai prima è necessario cambiare paradigma, mettere in discussione la libertà di movimento dei capitali e il mantra del libero mercato e della libera iniziativa d'impresa. Lo Stato, oggi più che mai, deve farsi garante della produzione e del lavoro, intervenire direttamente nella gestione dell'economia, non aspettando che scoppino crisi aziendali, ma prevenendo tali crisi e risolvendo i problemi strutturali del paese con politiche industriali efficaci e provvedimenti a tutela dell'occupazione.

pc 5 ottobre - LA CINA DI MAO 70 ANNI FA HA DIMOSTRATO CHE LA GUERRA POPOLARE E' LA VIA VINCENTE PER I POPOLI E I PROLETARI - Da un intervento del PCm-Italia


Il numero 2 della rivista La Nuova Bandiera è dedicato alla guerra Popolare, alle forme che che la guerra Popolare potrebbe assumere in un paese imperialista.
Ma dobbiamo partire da un dato: la guerra popolare e la carta vincente del proletari e dei popoli oppressi per tradurre in una effettiva realtà la loro aspirazione al potere proletario, al socialismo, al comunismo.


Il primo ottobre del 1949 la Guerra Popolare conobbe la sua più clamorosa vittoria e verifica storica: Mao e il Partito Comunista cinese proclamarono in Cina la nascita della Repubblica Popolare Cinese.
La Cina l'ha dimostrato: la guerra Popolare è capace di trasformare un paese arretrato, dominato da tutte le potenze imperialiste del mondo, attraversato da tutte le guerre con all’interno il massimo dei residui feudali che la società cinese aveva prodotto, in un paese avanzato, con una rivoluzione che ha cambiato il volto della Cina e il volto del mondo.
La guerra popolare è garanzia di trionfo per i popoli e il 1° ottobre del 1949 ne è stata la clamorosa dimostrazione. Da piazza Tienanmen Mao Tse-tung annunciò al mondo che la Cina si era alzata in piedi e che il popolo aveva conquistato il potere. Ciò ebbe un impatto infinito nel mondo, paragonabile, con alcune differenze per quanto riguarda i paesi imperialisti, a quelle che ebbe la Rivoluzione d’Ottobre.
In tre quarti del mondo, in Asia, Africa e America Latina, la vittoria del Partito Comunista cinese e della Guerra Popolare in Cina fu uno stimolo un impulso che dette vita a grandi movimenti di

pc 5 ottobre - DI MAIO COME SALVINI - DOPO IL FUMO DEL "CAMBIO PASSO" DEL PATTO DI MALTA, LA REALTA'

Di Maio: "Non credo che la soluzione sia dire 'accogliamoli tutti' - "La soluzione è il blocco delle partenze" - "se arrivano i barchini sulle nostre coste, noi velocemente ve li rimandiamo indietro"Nuovo decreto ministeriale per il rimpatrio entro 4 mesi dei migranti - I Decreti sicurezza non si toccano! 
E questa sarebbe la cosiddetta svolta anti salviniana...? Ma solo nel senso che Di Maio, e gli altri Ministri (dell'Interno e Giustizia), si sostituiscono a Salvini e sulle espulsioni dei migranti fanno anche più rapidamente; neanche Salvini era ancora riuscito a fare un simile decreto. 
I paesi "sicuri" a cui rimandare indietro i migranti sono, a parte la Libia, quelli indicati dal precedente governo - in primis la Tunisia - e che sono "sicuri" solo di morte, carcere, repressione per i migranti che ritornano.
Ma, per i capitali e il governo Conte sono soprattutto i paesi con cui vi sono o si devono fare accordi commerciali e si fanno affari.
I giornali, in primis la cosiddetta "sinistra" nei mass media si erano entusiasmati per l'accordo di Malta che avrebbe dato diritti a tutti i migranti, anche a quelli "economici". Ma la realtà è più forte delle comode illusioni... 

Questo blog aveva subito analizzato e denunciato il "patto di Malta", come niente affatto in controtendenza alla linea fascio-razzista del precedente governo Conte. 
OGGI RIPORTIAMO QUEL DOCUMENTO
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La stampa borghese, con esclusione di quella al carro di Salvini e del centro destra, amplifica e sostiene il “patto di Malta”, le misure decise a livello europeo sui migranti. Ma presenta queste misure come innovative per dare un’immagine dei risultati del governo che non corrispondono affatto alla verità delle cose e meno che mai a una nuova politica dell’accoglienza, dell’asilo, della libertà di circolazione dei migranti.

Il governo per bocca di Conte e Di Maio come socio di maggioranza amplifica i risultati di questo accordo che nella sostanza prosegue lungo le linee dei precedenti governi, quelli imperniati su Minniti e quelli imperniati su Salvini.

Vediamo però innanzitutto senza pregiudizi cosa prevede l’accordo, poi commentiamo le parole dette da Conte.
Innanzitutto la premessa, in esso si scrive: “questo meccanismo temporaneo non dovrebbe aprire nuovi percorsi irregolari verso le coste europee e deve evitare la creazione di nuovi fattori di attrazione”. Detto in parole semplici, viene ribadito il contrasto a quelli che vengono definiti “percorsi regolari” che poi vuol dire la totalità dei migranti che arrivano alle coste italiane e in generale in Europa; cosicché si vuole evitare assolutamente misure di alleggerimento possano significare un incentivo all’arrivo dei migranti. Questo, come si vedrà, vuol dire un irrigidimento di tutti i fattori di respingimento dissuasivo sia nelle coste libiche sia in tutto il tragitto delle navi.

Da questo discende uno stemperamento delle novità che il patto contiene, prima tra tutte quella che le

pc 5 ottobre - Nella Settimana Rossa lanciata da Proletari Comunisti, portare nelle Università e nelle scuole il vento rosso della organizzazione rivoluzionaria degli studenti e della gioventu'!

pc 5 ottobre - Uno sciopero da fare, una battaglia contro questo governo da cominciare in tutti i posti di lavoro, per andare molto oltre!


pc 5 ottobre - 100° anniversario della Fondazione della Terza internazionale Comunista - iniziativa in Galizia - aderisce Proletari Comunisti/PCm Italia


pc 5 ottobre - Ma quale governo giallo/'rosso'... Questo è sempre un governo 'nero' e dei padroni... senza temporaneamente Salvini - Leggi proletari comunisti "Speciale Governo" - richiedi a pcro.red@gmail.com

pc 5 ottobre - La Nuova Bandiera, arma critica - Discutiamone e presentiamola ovunque - info pcro.red@gmail.com

pc 5 ottobre - Settimana Rossa contro il nuovo governo a Ravenna

pc 5 ottobre - Lerner, Repubblica commento ai commentatori - dallo Speciale Governo di proletari comunisti

COMMENTO AI COMMENTATORI

Il nuovo governo si muove all'interno di una spaccatura tra due frazioni della borghesia che attraverso i loro due giornali principali: Repubblica e Corriere della Sera, hanno espresso commenti critici. Più che sul governo, considerato un vero stato di necessità nei confronti dei problemi economici e della situazione in Europa, è sui partiti che lo compongono che emergono posizioni distinte.
Noi comunisti ci troviamo in una situazione in cui pur sapendo che questo governo è da contrastare e con esso tutte le frazioni della borghesia, abbiamo nello stesso tempo bisogno di condividere alcune critiche perchè fanno parte effettivamente della denuncia proletaria e della sinistra autentica, cioè comunista, e che servono anche ad indicare tatticamente e politicamente ai proletari su come schierarsi e come lottare.
Per questo sono largamente condivisibili alcune cose scritte su Repubblica che riguardano la natura dell'attacco razzista fascio-populista di Salvini al governo e alle Istituzioni, così come alcune critiche che vengono sollevate circa l'atteggiamento che questo governo deve avere nei confronti dell'attuale opposizione di destra di Salvini.

Gad Lerner in un commento dell'11 settembre segnala che anche ai tempi dell'ascesa del fascismo e in particolare delle leggi razziali ci fu chi nel campo della borghesia e delle Istituzioni raccomandò gradualità e prudenza sostenendo che ci fossero anche dei buoni contenuti da salvaguardare (sul regine fascista e le leggi razziali), Lerner segnala che anche il governo Conte sembra avere questa

pc 5 ottobre - Dalla Cina al Canada... il nuovo maoismo

Canada - Mao: regard biographique à travers la révolution chinoise

foto di Maison Norman Bethune.

pc 5 ottobre - Il giornale dei compagni brasiliani - A Nova Democracia

Brasil - A nova democracia


venerdì 4 ottobre 2019

pc 4 ottobre - Ora e sempre Resistenza!

Ovada città piange Ivana Comaschi, staffetta partigiana

Tra il 1943 e la fine della guerra ebbe il compito di trasferire messaggi per la divisione "Mingo". 
Si svolgeranno oggi, venerdì 4 ottobre, a partire dalle 15.00, i funerali di Ivana Comaschi Alloisio, staffetta partigiana della divisione “Mingo”, scomparsa nella giornata di ieri. Aveva 89 anni. Una storia quella di Ivana che riporta alla battaglia per la liberazione sul nostro territorio: aveva 13 anni quando per la prima volta le fu affidata una missione. «Non ho mai avuto paura», ha confidato qualche anno fa, raccontando il periodo in cui aveva il compito di trasferire vettovaglie e munizioni per le squadre partigiane, trasmettere messaggi rigorosamente imparati a memoria per evitare bigliettini. Da qui l'appellativo di “Ragazza coraggio” con la quale il figlio Gian Iiero Alloisio, cantante e compositore, volle raccontare la sua esperienza per un “Festival Pop della Resistenza” assieme ai ritratti di “Donata” Lucarini e “Milly” Ferrari. La scomparsa di Ivana Comaschi ha generato un diffuso cordoglio in città. Tanti i messaggi e i tributi trasmessi nelle ultime ore.

Morbello rende omaggio ai caduti partigiani. A Olbicella il ricordo della battaglia del '44

OVADA - I più giovani erano due diciottenni genovesi, Giacomo Bruzzone e Nicolò Dagnino, nome di battaglia 'Marzo' e 'Manno', il più 'anziano' si chiamava Pierino Toso, aveva 23 anni ed era di Visone. Pietro Risso ('Camuggi') ed Eugenio Tripodi ('Genio') avevano solo 19 anni e con loro c'era anche un ragazzo siciliano rimasto ignoto che in battaglia si faceva chiamare 'Katiuscia'. Questi sono i sei partigiani che tra il gennaio e il febbraio del '45 sono stati trucidati dai nazi-fascisti sulle colline del comune di Morbello.  ...
Il fine settimana sarà occasione per celebrare anche il 75° anniversario della battaglia di Bandita-Olbicella-Piancastagna dell'ottobre del '44. Nella giornata di sabato 5 si terranno le onoranze nei luoghi della battaglia con la deposizione delle corone alla cappelletta di Bandita di Cassinelle e al Sacrario di Piancastagna. Domenica 6, invece, alle 8.30 un pullman partirà da Ovada (piazza XX Settembre) per Olbicella. Alle 8.45 a Molare, in piazza Marconi, sarà reso omaggio al Monumento del partigiano 'Lajla' e successivamente verranno deposte le corone al Lago di Ortiglieto e Olbicella.  

pc 4 ottobre - Conte rassicura i padroni che non ci saranno tasse sui loro profitti

Sollecitato dal presidente degli industriali milanesi Carlo Bonomi, il premier ha affermato: “No a nessuna patrimoniale!”
L'ennesimo governo dei padroni

pc 4 ottobre - Prima i rubli: il video di Report smentisce tutte le menzogne di Salvini

Salvini e Savoini insieme a Mosca. Il leader della lega ha sempre negato di essere coinvolto nella trattativa sui fondi alla Lega
Di Marco Nepi-Tpi
Savoini e Salvini

Un video di Report mostra Matteo Salvini e Gianluca Savoini insieme a Mosca: è l’ultimo capitolo della vicenda sulla trattativa per far arrivare fondi russi alla Lega.
Un filmato della trasmissione Rai conferma che il leader del Carroccio e lo storico attivista milanese (nazifascista, ndr) erano a pochi metri di distanza nei giorni in cui ci sarebbero stati lavori per un accordo per fare arrivare soldi al partito italiano.
Il 18 ottobre 2018 Savoini, ex portavoce di  Salvini, si trovava all’interno dell’hotel Metropol, l’albergo dove è iniziata la trattativa con tre russi per una partita di gasolio da 1,5 miliardi di euro. L’accordo sarebbe stato raggiunto su un prezzo basso per garantire a Savoini una stecca di circa 65 milioni di euro.
Savoini a Mosca durante un intervento di Salvini

Salvini ha sempre negato ogni coinvolgimento nella trattativa, ma non ha mai fornito spiegazioni precise. Ma la sera prima della trattativa, il 17 ottobre, anche l’ex ministro dell’Interno si trovava a Mosca.
Salvini ha sempre negato di sapere che Savoini fosse a Mosca, ma il video inedito di Report dimostra che mentre il vicepremier era sul palco di Confindustria Russia il suo ex portavoce era a pochi metri di distanza, seduto in prima fila.
Le immagini dunque rendono poco credibile la versione del leader leghista sulla vicenda. Salvini ha ripetuto di non aver mai saputo nulla dell’incontro della mattina dopo al hotel Metropol.
Le immagini del servizio di Report sono stata registrate all’hotel Lotte, dove Confindustria Russia aveva organizzato un incontro con gli imprenditori. Il video integrale andrà in onda nella puntata di lunedì 21 ottobre, alle ore 21,15, su Raitre.
Che la trattativa al Metropol sui fondi russi alla Lega ci fu davvero viene confermato anche dal magnate Konstantin Malofeev.

pc 4 ottobre - I falso comunisti dei CARC a difesa della "sovranità nazionale"

Socialsciovinismo e difesa dell'economia nazionale capisaldi in un paese imperialista dei nemici del proletariato

Da Fanno il deserto e lo chiamano reindustrializzazione: Lettera dei lavoratori ex-Embraco – gruppo Whirlpool
di Redazione di Resistenza -Settembre 30, 2019

"......Mantenere in funzione le aziende italiane è un aspetto indispensabile della lotta per la sovranità nazionale. Sovranità nazionale non significa “guerra dei lavoratori e dei padroni italiani uniti contro il resto del mondo” (come diceva Marchionne e come sbraita oggi la Lega); significa liberare l’Italia dal dominio dei caporioni della finanza, dei banchieri e dei grandi capitalisti dell’industria e del commercio, dalla Corte Pontificia e dai grandi capi della criminalità organizzata
.....Non c’è sovranità nazionale né benessere popolare né sicurezza personale senza direzione delle autorità italiane e dei lavoratori sulle attività economiche che si svolgono in Italia."

pc 4 ottobre - Il popolo dell'Ecuador in rivolta contro l'austerity imposta dall'imperialismo con forti scontri di piazza.Moreno proclama lo stato d'emergenza

Ribellarsi è giusto! Qui e Ora!

Dai compagni del Fronte di difesa delle lotte del popolo-Ecuador

di facile traduzione
https://fdlp-ec.blogspot.com


¡LA REBELIÓN SE JUSTIFICA, AQUÍ Y AHORA!
octubre 03, 2019

Moreno se arrodilla al Imperialismo.
El imperialismo “gringo” utilizando el Fondo Monetario Internacional (FMI) impone sus  medidas económicas a nivel mundial utilizando gobiernos títeres; y es precisamente Lenin Moreno quien se ha constituido en uno de sus más insignes paladines en  Latinoamérica,  profundizado el carácter semicolonial del país y cumpliendo al pie de la letra los designios imperialistas.

Hoy moreno nos “clava” el “paquetazo” cuyo génesis, además del desproporcionado endeudamiento en el régimen de Correa y en el actual, refleja la aguda crisis que atraviesa el capitalismo burocrático y que hoy, como siempre, ha sido endosada a las masas la responsabilidad de tratar de revertir el déficit fiscal, mientras que la gran burguesía y los grandes terratenientes fortalecen sus procesos de

pc 4 ottobre - FCA Melfi – inchiesta - Verso lo sciopero del 25 ottobre

Fca/Sata Melfi
Gli operai si sentono abbandonati da tutti. Non vi sono recentemente assemblee sindacali né sulla cassintegrazione, sull'accordo che ha portato alla cig, né sul contratto metalmeccanico.
Quasi tutti gli operai sono toccati alla cig, che quantomeno dovrebbe durare fino a dicembre, ma che di fatto con la politica con cui viene fatta è permanente. Nell'accordo vi era che dovessero fare comunque 15 gg di lavoro nel mese per mantenere per intero assegni, ratei, ecc., invece negli ultimi due mesi vari operai hanno lavorato solo 9/10 gg. Si dice che nel nuovo anno la cig dovrebbe terminare perchè inizia la produzione ibrida (metà elettrica, metà benzina). Ora si producono solo i suv (3 tipi: Jeep Renegate, 500 X, e un'altra Jeep), ma davvero andrà così?...

pc 4 ottobre - FCA Cassino - morte operaia e LACRIME DA COCCODRILLO

  • Il primo ottobre è morto un operaio alla FCA di piedimonte san germano
Stava spostando, insieme a un altro operaio, una pressa di tre tonnellate quando è stato urtato dal pesantissimo macchinario che lo ha ferito al collo e sbalzato in aria, senza lasciargli scampo.
La vittima è Fabrizio Greco, un operaio manutentore di Pontecorvo che tra qualche giorno avrebbe compiuto 40 anni, sposato e padre di due bambine.  L’incidente è avvenuto al reparto presse a freddo intorno alle 3 di notte.Da una prima ricostruzione dei carabinieri, sembra che Greco insieme a un collega stesse spostando un macchinario usato per lo stampaggio delle lamiere per rimetterlo in deposito quando nelle fasi di sollevamento, a causa di un’oscillazione, ci sarebbe stato l’urto che lo ha ferito al collo e lo avrebbe sbalzato....vi è stato uno sciopero di 8 ore su tutti e tre i turni.
ma condividiamo la denuncia dell'ipocrisia sindacale contenuta nell'articolo che segue

da Operai Contro
Di fronte ad un altro operaio morto alla FCA di Cassino non ripetiamo le solite denunce del caso, questa volta commentiamo le dichiarazioni di coloro che socialmente avrebbero la funzione di difenderci come operai, di garantire condizioni di lavoro in sicurezza. Sono solo capaci di versare lacrime di coccodrillo.
Landini, segretario generale della CGIL, assolve in anticipo gli azionisti della FCA, i dirigenti dello

pc 4 ottobre - Grande lotta degli operai del gruppo Riva in Germania - Nei prossimi giorni articolo-corrispondenza. Intanto "Bella Ciao"!


Bella ciao" in tedesco: gli operai del gruppo Riva protestano per il contratto

Continua lo sciopero  degli operai di due delle cinque acciaierie che il gruppo Riva possiede in Germania. Il sindacato IG Metall contesta all'azienda italiana di non riconoscere a tutti i suoi dipendenti il contratto collettivo del settore siderurgico... 
...a luglio una delegazione dei lavoratori tedeschi aveva protestato sotto la sede milanese del gruppo Riva intonando "Bella ciao". Nel video, il gruppo di operai all'interno della Camera del lavoro di Milano.

pc 4 ottobre - Oggi sciopero e manifestazione a Roma dei lavoratori della Whirlpool - info e nota dello slai cobas per il sindacato di classe CN che è stato allo stabilimento




Da Potere al Popolo (stralci) - Il 4 ottobre è una tappa importante nella lotta dei lavoratori di tutto il gruppo Whirlpool, con uno sciopero generale di 8 ore in tutti gli stabilimenti, accompagnato da un corteo indetto per le strade della Capitale, per rivendicare il rispetto dell’accordo firmato lo scorso ottobre in cui la multinazionale statunitense si impegnava a restare in Italia, rilanciando la produzione con un piano di investimenti e garantendo l’occupazione di migliaia di lavoratori del gruppo.
I lavoratori e i sindacati rappresentati negli stabilimenti del gruppo Whirlpool stanno portando avanti due settimane di mobilitazione nazionale, fatta di scioperi, cortei, presidi che coinvolgono diverse migliaia di lavoratori dei sei stabilimenti Whirlpool in Italia e di alcune aziende dell’indotto della fabbrica di Napoli.
Riteniamo che vada estesa la solidarietà popolare in ogni città! Il Governo si deve impegnare a garantire la continuità produttiva e la piena occupazione!
Appena 7 mesi dopo, la Whirlpool impone una riconversione-truffa allo stabilimento di Napoli, annuncia il disimpegno, svela il suo gioco: rompere l’accordo firmato con Governo e sindacati nell’ottobre 2018 e andare via dall’Italia.
Se la Whirlpool se ne va da Via Argine (NA) salta molto di più di uno stabilimento. In gioco ci sono gli stabilimenti di Carinaro e della Ex Embraco di Riva di Chieri (gruppo Whirlpool), già oggetto di una riconversione-truffa che ha ridotto la forza-lavoro, imposto cassa integrazione e riduzioni salariali, lasciando le vite di centinaia di lavoratori e di lavoratrici sospese nell’incertezza.

Ancora in gioco ci sono gli stabilimenti di Siena, di Comunanza e Fabriano nelle Marche, che sono già da anni in solidarietà, in cui l’azienda continua a delocalizzare funzioni amministrative e a ridurre la produzione. Senza dimenticare, inoltre, il larghissimo indotto coinvolto. Parliamo di diverse migliaia di posti di lavoro e danni importanti per le economie locali nelle regioni coinvolte....
.....
In Italia, si trascinano ormai ben 160 crisi aziendali, che coinvolgono oltre 220.000 lavoratori. Molte di queste sono determinate da manovre di aziende multinazionali, come delocalizzazioni, fusioni e acquisizioni con relative ristrutturazioni, fallimenti.
I costi di questi processi, manco a dirlo, sono scaricati sulla classe operaia. Se la Whirlpool l’avrà vinta, mostrando di poter fare il bello e il cattivo tempo, chi impedirà ad altre grandi aziende, oggi o in futuro, di agire ancora una volta indisturbate, impunite, a scapito dei lavoratori e dei territori?
Il Ministro dello Sviluppo Economico e il Presidente del Consiglio hanno promesso, più volte, ai lavoratori della Whirlpool di voler trovare una soluzione alla loro vertenza. In particolare il Ministro Patuanelli, nell’ultima dichiarazione rilasciata dopo il fallimento dell’incontro con La Morgia, ha promesso di impegnare il Governo nell’adozione di tutti gli strumenti necessari per la risoluzione della crisi in corso. Crediamo che sia venuto il momento di passare dalle parole ai fatti!
Per decenni, i governi che si sono susseguiti si sono limitati a offrire alle grandi aziende incentivi pubblici e sgravi fiscali, affrontando le crisi aziendali con lo strumento della cassa integrazione e, in verità, accettando riconversioni senza esercitare alcun controllo pubblico, disimpegnando la funzione pubblica dalla tutela dell’occupazione e della struttura produttiva del paese. Queste soluzioni hanno rivelato la loro inconsistenza! ....
Per queste ragioni, Potere al Popolo accoglie l’appello dei lavoratori della Whirlpool e dei sindacati del gruppo alla mobilitazione del 4 ottobre a Roma, con una decisa presa di posizione: bisogna obbligare la Whirlpool a restare in Italia, con ogni mezzo necessario, ma se quest’ultima si ostina a disimpegnarsi dall’Italia è necessario che il Governo prenda risoluzioni serie contro la Whirlpool e in difesa del lavoro e della produzione, fino a spingersi ad adottare sanzioni economiche forti e provvedimenti che rilevino gli stabilimenti a rischio e rilancino la produzione con investimenti pubblici e un piano industriale di Stato che garantisca la crescita e la piena occupazione.


Report sulla visita solidale alla Whirlpool
Sono 430 operai interessati e quando ci siamo stati sabato scorso, tutti preparavano il prossimo appuntamento 4 ottobre a Roma di tutte le realtà Whirlpool.
La situazione vertenziale appare bloccata. Continua giustamente ad essere respinta la proposta di cessione al nuovo acquirente, che  a quanto sembra vuole farsi soldi ma non produrre.
Nello stesso tempo la proposta dei sindacati confederali: diamo sgravi fiscali alla Whirlpool, è debole e inconsistente anche agli occhi di molti dei lavoratori. Con i dirigenti sindacali confederali ci sono stati dei momenti di scontro sulla radicalità delle forme di lotta, sul fatto che loro sapevano ma non hanno detto prima agli operai e anche ora è forte il sospetto degli operai che non dicano tutto, vi sono anche degli incontri non ufficiali di cui non informano del tutto.
Anche l'idea di nazionalizzazione si scontra con la dichiarata crisi di mercato, in particolare nella UE, e si presenta inconsistente anche l'ipotesi di riconversione (De Magistris - che ha incontrato i nuovi acquirenti e si è fatto imbacuccare sulla questione di una produzione di container refrigeranti – è stato attaccato dagli operai). Così come sono attualmente proposte velleitarie quelle di occupazione della fabbrica per autogestione da parte degli operai della produzione delle lavatrici.
La Whirlpool ha iniziato da NA a portare avanti una lenta dismissione dei suoi stabilimenti in Italia (attualmente 7, di cui quello più grande è a Varese); non ha a quanto pare peraltro interesse a fare un altro prodotto.
Sulla “crisi di mercato” gli operai sono diffidenti; se così fosse – dicono - perchè spostare la produzione in Polonia? Chiaramente sulla questione Polonia/Napoli resta ancora un aspetto di corporativismo (di fronte alla nostra domanda: ma se spostano a Napoli la produzione della Polonia, lì licenziano gli operai, è giusto? Non c'è stata risposta).
Gli operai fino all'inizio della vertenza attuale da 8 anni erano in contratto di solidarietà – frutto di un accordo sindacale - lavorando pochi giorni al mese.

La posizione del Usb/Rete dei comunisti è nella sostanza, al di là dei comunicati pubblici, sbagliata e stupida: “meglio che la vertenza fallisce; gli operai devono prendere una batosta per rendersi conto chi sono i sindacati confederali..". Non si tiene conto che dopo un fallimento i lavoratori restano sfiduciati e vanno a destra non a sinistra.

L'intervento di Potere al popolo di Napoli è largo, continuo e riconosciuto e influenzante; i compagni  hanno fatto e fanno un buon lavoro solidale .

Nella lotta non vi sono altre realtà sociali o politiche. All'inizio qualcuno è andato, tipo Carc con un volantino, poi niente. Operai del Si.cobas sono andati, ma con atteggiamento supponente e con proposte difficilmente praticabili e non sono stati graditi dalla massa operaia. 

pc 4 ottobre - SOLDI VIRTUALI PER LE PROMESSE "SOCIALI" DI CONTE 2 MA I MILIARDI PER LE ARMI CI SONO E SONO REALI

Sorpresa: il governo “buono” sta spendendo miliardi in armi
3 Ottobre 2019 Redazione Lascia un commento
di Carmine Gazzanni (*)

Missili, blindati, droni, sommergibili: nel silenzio generale al Parlamento sono stati consegnati otto decreti attuativi che potrebbero avviare programmi militari dal valore miliardario. Forse non è un caso che nel contratto di governo non siano previsti tagli

Prossimamente, infatti, il Parlamento potrebbe autorizzare nuove importanti commesse militari, dal valore miliardario. Parliamo di atti su cui a lavorare, verosimilmente, è stato l’ex ministro Elisabetta Trenta. I decreti autorizzativi sono in totale otto: a breve potremmo dotarci di un nuovo sistema missilistico, di nuovi blindati, di mezzi subacquei per le Forze speciali della Marina e finanche di due sommergibili. Programmi importanti, dunque. Che sono stati assegnati il 18 settembre alle commissioni Difesa e Bilancio per avere l’ok definitivo. E, per tutti, il termine della discussione è fissato al 28 ottobre 2019. Ad oggi, però, i testi dei decreti – da cui sarebbe possibile comprendere la ratio del programma e, soprattutto, l’entità dell’investimento per le casse pubbliche – risultano non disponibili. Linkiesta, ovviamente, ha contattato le commissioni competenti ma, a quanto pare, i decreti sono top-secret fin quando non verranno calendarizzati.
È possibile, però, avere un’idea di quanto ci sia in ballo, facendo riferimento al Documento

pc 4 ottobre - Il governo PD/M5stelle - governo della Nato e degli F35

Nato, “via libera a F35 italiani per la difesa aerea”. Sei aerei schierati in Islanda

Nato, “via libera a F35 italiani per la difesa aerea”. Sei aerei schierati in Islanda


L’Italia è il primo Paese a schierare un assetto di quinta generazione per supportare la difesa aerea per la Nato in Islanda a cui periodicamente i membri dell'Alleanza danno il loro contributo
Gli F35 italiani hanno ottenuto dalla Nato la certificazione per poter svolgere compiti di difesa aerea per la Nato. “Con la certificazione della Full Operational Capability da parte di un team della #Nato, gli #F35 dell’@ItalianAirForce sono pronti a garantire la sicurezza dello spazio aereo dell’Alleanza Atlantica“, fa sapere in un tweet lo Stato Maggiore della Difesa. Sono sei gli F35 schierati in Islanda, paese Nato che non ha una propria difesa aerea e al quale, periodicamente, gli altri Paesi dell’alleanza danno il loro contributo.

pc 4 ottobre - L'orrore degli sbirri assassini entra netto e chiaro nel processo Cucchi


pc 4 ottobre - Altro che revisione del Decreto Sicurezza Salvini - il governo trainato in materia di immigrazione dal "nuovo Salvini"

Nella giornata in cui a Lampedusa si ricordano le stragi in mare di migranti, Di Maio: “Venerdì nuovo decreto, in quattro mesi si deciderà se una persona può restare o va rimpatriata”

Migranti, Di Maio: “Venerdì nuovo decreto, in quattro mesi si deciderà se una persona può restare o va rimpatriata”


"In maniera pacifica e democratica vi rimandiamo indietro"




“Non credo”, ha aggiunto il leader M5s, “che la soluzione sia dire ‘accogliamoli tutti‘ e per questo mi sono preso pesanti critiche. La soluzione è dire: chi può stare qui deve essere redistribuito negli altri Paesi, ma per chi non può non possiamo aspettare due anni per sapere se possono stare qui o se possono essere rimpatriati. Sui rimpatri siamo fermi all’anno zero”. Ma “domani con la firma del decreto mandiamo un messaggio: inutile che venite se non avete i requisiti per la domanda d’asilo.

pc 4 ottobre - Il clan politico affaristico di Lotti/Renzi oggi è insediato nel nuovo governo PD/M5Stelle

Consip, il complotto contro i Renzi non esisteva: prosciolti carabinieri Scafarto e Sessa. 5 persone a processo: anche Luca Lotti e il generale Del Sette

pc 4 ottobre - Iraq: giovani in piazza contro il carovita

In migliaia sono scesi in piazza dal trenta settembre in alcune delle maggiori città dell'Iraq per protestare contro il carovita.
Al centro della mobilitazione, che ha coinvolto molti giovani senza lavoro e universitari, vi sono in primo luogo la questione della disoccupazione e della corruzione del nuovo governo, presieduto dal primo ministro Adel Abdul Mahdi. A Baghdad, Bassora e a Nassirya le proteste hanno visto un duro fronteggiarsi tra manifestanti e forze di sicurezza che ha portato a 19 morti, tra cui un bambino e circa 400 feriti. Dalla caduta di Saddam Hussein nel 2003 sono stati sottratti dai fondi pubblici circa 450 miliardi di dollari. La mobilitazione ha caratteristiche spontanee e non avviene sotto alcuna bandiera di partito.
Il governo di Baghdad ha risposto alle proteste con il pugno duro, in piazza sono stati utilizzati proiettili di gomma, idranti, lacrimogeni e anche proiettili veri per impedire ai manifestanti di raggiungere i palazzi delle istituzioni. Questa mattina è stato promulgato il coprifuoco nella capitale e sta disturbando l'accesso a internet, ma nonostante questo le manifestazioni continuano e alta è la tensione nella Green Zone, dove hanno sede le ambasciate straniere e nella notte si è registrata un'esplosione, probabilmente un attacco all'ambasciata statunitense.
Le proteste hanno assunto lo slogan “Il popolo vuole la caduta del regime” 

pc 4 ottobre - “Esclusi dal consorzio sociale”. Parole e azioni delle persone imprigionate

giovedì 3 ottobre 2019

pc 3 ottobre - Blocco ai cancelli dei facchini e delle loro famiglie nell'indotto Bartolini di Cesena

Licenziati, bloccano il cancello dello stabilimento con mogli e bambini: i camion si ammassano al casello
A causare il blocco del cancello è stato il sit-in di 16 lavoratori dell'indotto di Bartolini, a quanto pare una ditta esterna di facchinaggio, che sono stati licenziati.


cesenatoday
02 ottobre 2019
E' caos all'uscita autostradale di “Valle del Rubicone” a Gatteo. Numerosi camion del corriere

pc 3 ottobre - Riuscita Assemblea nazionale a Napoli, confermato lo sciopero generale del 25 ottobre

Info a cura dei compagni presenti all'assemblea

Oltre 200 compagni e compagne hanno partecipato all’assemblea nazionale promossa dal Si.cobas a Napoli, operai e lavoratori della logistica e delle altre strutture attive del Si.cobas, tutte le realtà dei comitati, movimenti a Napoli, il movimento per la casa di Roma e rappresentanti di altre realtà sociali di lotta italiane. Presente lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto e Bergamo. Hanno partecipato inoltre organizzazioni politiche di sinistra, comuniste (Potere al popolo, Pci. Pcl, Cuneo rosso, proletari comunisti ed altri).
Nella relazione introduttiva è stata con forza denunciata la natura di questo nuovo governo che pur senza Salvini, ed è un bene, continua lungo la strada dei governi dei padroni, dell’attacco alle condizioni di vita e di lavoro, dei Decreti sicurezza, dell’attacco alle lotte, alle libertà sindacali, al diritto di sciopero.
Di qui la proposta di andare ad uno sciopero generale il 25 ottobre, ad una manifestazione nazionale il 26 ottobre a Roma per la costruzione di un fronte anticapitalista.
I diversi interventi, nella loro grande maggioranza, hanno concordato con l’analisi e le proposte, dando risalto alla necessità che il 25 sia uno sciopero vero e rappresentando l’importanza politica della manifestazione del 26.
Parte dei movimenti presenti hanno risposto con interesse alla proposta del fronte anticapitalista, anche se non si è potuta sviluppare adeguatamente la discussione su come esso possa essere organizzato e possa rispondere effettivamente alle ragioni immediate e di prospettiva di unità e di lotta.
Posizioni differenti si sono manifestate sulla valutazione del movimento ambientalista, con chiare espressioni critiche verso i Friday di Greta, in particolare dai rappresentanti della “terra dei fuochi” e dallo Slai cobas per il sindacato di classe.
Tutti i temi importanti della lotta di classe sono entrati nell’assemblea che ha dimostrato un alto grado di autonomia politica non solo da padroni e governo ma anche dalla sinistra parlamentare, elettoralista e del sindacalismo confederale e Usb.
Non sono mancati i momenti, però, di stanca passerella, in particolare là doive sono intervenuti gruppi auto referenziali e auto propagandisti.
Combattiva la presenza delle donne, con interventi che si sono richiamati alle donne lavoratrici e al ruolo della lotta femminista nella lotta di classe.
E’ mancata a nostro giudizio un’adeguata analisi, contrasto, battaglia contro l’opposizione reazionaria e fascista di Salvini e la sua influenza anche tra i lavoratori. Così come è stata insufficiente l’analisi della situazione delle fabbriche, delle lotte odierne contro le politiche di chiusura e licenziamenti.
Lo Slai cobas sc ha affrontato alcuni di questi temi facendo leva sulle lotte e realtà in cui interviene ed è organizzato, ha portato la questione dell’ArcelorMittal, la questione dei braccianti migranti, l’analisi del diffondersi del sistema delle cooperative anche nelle fabbriche che avvicina la lotta di questi operai a quella della logistica; ha attaccato frontalmente il sindacalismo confederale e la Usb; infine ha parlato esplicitamente della necessità della guerra di classe e della necessaria lotta nei movimenti tra posizione proletaria e rivoluzionaria e linee della piccola borghesia, riformismo, populismo che li influenzano, in particolare nell'odierno movimento Friday for future.
Conseguentemente ha dato la sua adesione allo sciopero del 25 ottobre – vedi piattaforma allegata, condivisa - con il suo piano d'azione.
Rispetto alla manifestazione del 26 ottobre e al fronte anticapitalista, si è riservata invece di discutere la questione nel coordinamento nazionale e tra i rappresentanti dei lavoratori.

Slai cobas per il sindacato di classe 

PS - Proletari comunisti ha distribuito in numerose copie il giornale “Speciale governo” per dare nelle mani di tutti i lavoratori e i movimenti un’analisi dettagliata della natura di questo governo, dei suoi ministri, delle classi sociali e interessi che rappresenta, delle politiche in atto e il suo programma in tutti i campi.

Intervento dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
Al termine dei lavori è stata letta la seguente mozione, preparata dagli organizzatori della assemblea:

L’assemblea del 29 settembre a Napoli, al termine di un ampio confronto, rilancia la necessità di proseguire nel percorso di costruzione del fronte unico anticapitalista, a partire dalla chiara e netta opposizione al governo Conte-bis e alle sue politiche. Un governo che, al netto del cambio di coalizione, si pone in sostanziale continuità con gli esecutivi precedenti nel proseguire l’attacco ai proletari.
Le timide misure di sostegno ai salari (taglio del cuneo fiscale) sono solo fumo gettato negli occhi dei lavoratori per celare la natura e la genesi stessa di questo esecutivo, che è espressione organica del grande capitale italiano ed europeo e del suo interesse a governare una crisi da cui il capitalismo è tutt’altro che uscito, ed il cui carattere sistemico è reso evidente dalla “crisi climatica” contro cui milioni di giovani, al netto di tutte le contraddizioni e strumentalizzazioni, stanno scendendo in piazza attraverso il movimento di Friday for Future.
Di fronte a questa crisi, le lotte “parziali”, siano esse economico/sindacali, siano esse legate a singoli aspetti o effetti del dominio capitalistico, richiamano con urgenza la necessità di uno sbocco e una prospettiva di rottura complessiva, quindi politica, con le compatibilità capitalistiche.
La nostra proposta non ha come suo obiettivo quello di “unire i movimenti” né tantomeno di sommare sterili interessi particolari: si tratta al contrario di definire un programma unitario e concreto di iniziative e di azione che parli non solo all’insieme delle lotte, ma al complesso della classe lavoratrice e dei settori oppressi della società.
Per questo riteniamo necessario rilanciare la nostra presenza in piazza: a partire dallo sciopero del sindacalismo di base del prossimo 25 ottobre e dell'iniziativa del 26 ottobre quando manifesteremo a Roma contro il governo PD-5Stelle con alcune parole d’ordine semplici: aumenti salariali per tutti i lavoratori; lavorare tutti, lavorare meno; salario medio garantito; pieni diritti di cittadinanza per tutti i proletari immigrati; abolizione dei decreti sicurezza e denuncia del militarismo; lotta contro ogni forma di oppressione di genere; lotta contro le devastazioni ambientali; patrimoniale sulle grandi ricchezze per far sì che a pagare siano realmente i padroni; contro tutti gli sgomberi, per il pieno e incondizionato diritto all’abitare.
Su queste basi lavoreremo alla costruzione di campagne politiche che vadano oltre le date del 25 e 26.

pc 3 ottobre - FORMAZIONE OPERAIA - GLI OPERAI E IL PROFESSORE

Riportiamo l'interessante incontro che vi è stato a Bergamo tra operai della Dalmine, altre fabbriche e della logistica con il prof. Di Marco, in cui vi sono state domande dei lavoratori che hanno fatto la formazione, e che esprimono i pensieri, dubbi, difficoltà di tanti lavoratori, e le risposte del professore marxista.


D - Perchè di queste cose che ho letto nei testi non se ne parla nei mass media, nei social, chi sostiene di essere di sinistra perché non ne parla?
R - Sinistra oggi è una parola che significa tutto ormai. Anche in “Le lotte di classe in Francia” avete visto che dietro alla “sinistra” ci stavano dai proletari che avevano fatto la rivolta del giugno 1848 fino ai socialdemocratici. In fondo “sinistra” prende vari settori dalla piccola borghesia.
Secondo me su una cosa forse è necessario chiarirsi: dove stanno i proletari? Qui si fa una confusione (ma ci si può riferire a tutte le classi) tra proletari come situazione determinata di classe e comunisti, che sono due cose diverse. Se sei proletario non sei immediatamente comunista. Proletario è chiunque produce plusvalore, può votare anche Salvini. Comunista è colui ha una visione complessiva di tutto quanto il movimento. E in questo, lo dicono Marx ed Engels nel Manifesto, si distinguono i comunisti dai proletari, perché in ogni lotta fanno valere gli interessi internazionali, gli interessi generali, e inoltre si distinguono dai proletari perché hanno una visione complessiva di tutto il processo.
Tutto ciò cosa significa? Significa che posto che una cosa è la condizione oggettiva di classe, un’altra cosa è la coscienza della situazione e dell’antagonismo, allora le modalità della coscienza sono diverse. Tu puoi fare riferimento al proletariato e non avere la consapevolezza che i disagi dei proletari possono essere superati solo abbattendo il capitalismo e creando una diversa forma di società.perchè le idee dominanti sono quelle della classe dominante.
I mass media, le televisione, ecc. seguono la legge della domanda e dell’offerta. Se la condizione e la lotta della classe operaia richiamasse ascolto ti chiamerebbero pure a parlare. A scuola sui libri si arrivava all’900.

D - Perchè gli operai devono studiare la teoria rivoluzionaria?
R - Appartenere ad una classe non significa necessariamente avere la coscienza che è necessario l’abbattimento del modo di produzione capitalistico. Lenin nel ‘che fare’ capiva molto bene l’importanza della teoria. Diceva, il singolo operaio, studente, contadino, professore, tutti  singoli

pc 3 ottobre - Memoria storica: 1969 – Alla Fiat esplode l’autunno, scioperi a singhiozzo

Fiat 1969 – un altro passo avanti: lo sciopero a singhiozzo o a scacchiera
Il mese di settembre stava per finire e le trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici languivano. Gli scioperi esterni avevano bloccato nei giorni prestabiliti la produzione alla Fiat, le adesioni dei lavoratori erano state elevate ma la direzione dell’azienda pareva aver sopportato benissimo quei colpi e prospettive immediate di chiusura del contratto non se ne vedevano. Occorreva cercare altre forme di lotta, più incisive, capaci di “colpire di più il padrone” danneggiando meno gli operai, questa l’idea che cominciava a trovare sempre più consenso tra i lavoratori del gruppo torinese. Voleva dire, in pratica, riportare lo sciopero dentro le officine mediante fermate improvvise, di poche ore, articolate per reparti. Non scioperare tutti assieme, ma scioperare a scacchiera, bloccando la produzione ora in questa ora in quell’officina.

pc 3 ottobre - Giochi di guerra all’università. La ricerca al servizio dell'industria bellica per le guerre imperialiste. Quelle italiane in prima fila


di Elisabetta Della Corte
La ricerca pubblica tra assuefazione e ribellione all’apparato militare-industriale
Negli ultimi decenni, l’apparato militare-industriale globale si è trasformato, così come altri settori, aprendosi alle sfide di una sfrenata competizione. Un business che pesa centinaia di milioni di euro e intorno a cui si muovo gli interessi e i profitti dei settori dominanti dell’economia nazionale e mondiale1.
Anche sul piano della ricerca finalizzata a produrre “nuove armi”, sommergibili, navi, aerei, droni, robot, software, ci sono dei cambiamenti; ad esempio: sì è intensificato il rapporto con le università pubbliche accanto ai tradizionali centri di ricerca che dipendono direttamente dal Ministero della Difesa e dal comparto militare-industriale. Non è molto diverso da quanto è accaduto in altri settori, come, ad esempio quello dell’auto: come la Fiat, ora FCA (Fiat Chrysler Automotive), che prima concentrava la ricerca al Lingotto e ha poi investito e coinvolto sempre più i dipartimenti d’ingegneria delle università, nonché quelli di informatica, fisica, chimica, robotica. Molte delle scoperte per produrre auto nascono fuori dagli stabilimenti e dai centri studi delle aziende