“Nella tarda mattina di oggi, due VTLM Lince, appartenenti a un
convoglio di tre mezzi italiani, sono stati coinvolti in un’esplosione
al rientro da un’attività addestrativa a favore della Forze di sicurezza
somale. Al momento non si registrano conseguenze per il personale
italiano”: è quanto si legge in un comunicato diffuso dal Ministero della Difesa. “Le cause dell’esplosione sono in corso di accertamento”, prosegue la nota.
La Difesa ricorda che “I militari italiani operano nell’ambito della missione europea in SOMALIA (EUTM), finalizzata al rafforzamento del Governo Federale di Transizione somalo (TFG), attraverso la consulenza militare a livello strategico alle istituzioni di difesa somale e l’addestramento militare. La missione militare dell’Ue opera in stretta collaborazione e coordinamento con gli altri attori della comunità internazionale presenti nell’area d’operazione come le Nazioni Unite, l’African Union Mission in Somalia (AMISOM) e gli Stati Uniti d’America”.
Ma sempre nella giornata di oggi diverse esplosioni sono state udite nei pressi dell’aeroporto di Ballidogle, circa 90 chilometri a Ovest di Mogadiscio, dove sono presenti truppe americane. Secondo quanto riportato dai media somali, l’attacco è stato rivendicato dai jihadisti somali Shebab.
Scopriamo così che anche in Somalia ci sono ancora dei militari italiani. In Somalia è stata infatti prorogata la Missione Europea di addestramento EUTM Somalia, cui l’Italia partecipa con 123 soldati e ne detiene il comando. Il costo è di circa 9 milioni di euro. Nel Corno d’Africa è stata anche prorogata la missione relativa alla base nazionale di Gibuti, con 92 militari e con un costo di circa 7 milioni.
Il costo delle missioni è a carico del ministero dell’Economia e Finanze, e non della Difesa, con scarsa trasparenza sui reali oneri per le forze armate.
A Giugno scorso, il governo ha chiesto e ottenuto dal parlamento, la proroga delle missioni militari all’estero per il 2019 prevedono un costo complessivo di oltre 1,1 miliardi di euro e rientrano in quelle spese “indifferibili” che prescindono da qualsiasi aggiustamento di bilancio.
Rispetto al 2018, la novità è rappresentata dalla missione bilaterale in Tunisia – anche per la lotta al terrorismo – con l’invio di 15 militari e una spesa di 2 milioni di euro. La consistenza massima annuale è pari a oltre 7mila soldati (624 unità in meno rispetto al 2018). Le missioni sono decine, sotto l’ombrello di Onu, Nato, Unione Europea e bilaterali.
La Difesa ricorda che “I militari italiani operano nell’ambito della missione europea in SOMALIA (EUTM), finalizzata al rafforzamento del Governo Federale di Transizione somalo (TFG), attraverso la consulenza militare a livello strategico alle istituzioni di difesa somale e l’addestramento militare. La missione militare dell’Ue opera in stretta collaborazione e coordinamento con gli altri attori della comunità internazionale presenti nell’area d’operazione come le Nazioni Unite, l’African Union Mission in Somalia (AMISOM) e gli Stati Uniti d’America”.
Ma sempre nella giornata di oggi diverse esplosioni sono state udite nei pressi dell’aeroporto di Ballidogle, circa 90 chilometri a Ovest di Mogadiscio, dove sono presenti truppe americane. Secondo quanto riportato dai media somali, l’attacco è stato rivendicato dai jihadisti somali Shebab.
Scopriamo così che anche in Somalia ci sono ancora dei militari italiani. In Somalia è stata infatti prorogata la Missione Europea di addestramento EUTM Somalia, cui l’Italia partecipa con 123 soldati e ne detiene il comando. Il costo è di circa 9 milioni di euro. Nel Corno d’Africa è stata anche prorogata la missione relativa alla base nazionale di Gibuti, con 92 militari e con un costo di circa 7 milioni.
Il costo delle missioni è a carico del ministero dell’Economia e Finanze, e non della Difesa, con scarsa trasparenza sui reali oneri per le forze armate.
A Giugno scorso, il governo ha chiesto e ottenuto dal parlamento, la proroga delle missioni militari all’estero per il 2019 prevedono un costo complessivo di oltre 1,1 miliardi di euro e rientrano in quelle spese “indifferibili” che prescindono da qualsiasi aggiustamento di bilancio.
Rispetto al 2018, la novità è rappresentata dalla missione bilaterale in Tunisia – anche per la lotta al terrorismo – con l’invio di 15 militari e una spesa di 2 milioni di euro. La consistenza massima annuale è pari a oltre 7mila soldati (624 unità in meno rispetto al 2018). Le missioni sono decine, sotto l’ombrello di Onu, Nato, Unione Europea e bilaterali.
Nessun commento:
Posta un commento