Un convoglio italiano ( due veicoli militari Lince) è rimasto colpito da un'esplosione con un'autobomba a Mogadiscio al rientro da un’attività addestrativa da Villa Gashandigha, dove hanno sede il ministero della Difesa e il quartier generale dell’esercito somalo.
1 morto tra i civili e feriti dei militari.
Parallelamente, a circa cento chilometri da Mogadiscio, un attacco bomba colpiva la base militare americana di Baledogle usata per i droni, seguito, secondo le stesse fonti, da uno scontro a fuoco. L’organizzazione terroristica al Shabaab avrebbe rivendicato l’attacco.
L'attacco è avvenuto alla vigilia della Conferenza per la Somalia, il Somalia Partnership Forum (composto dai governi e stati imperialisti di Unione Europea, Germania, Italia, Kenya, Norvegia, Svezia, Turchia, Uganda, Regno Unito, Stati Uniti e ONU), che dovrebbe iniziare a Mogadiscio il 1 e 2 ottobre.
Le truppe imperialiste italiane sono presenti all'interno della missione addestrativa europea Eutm
Somalia, per un costo mensile che sfiora il milione di euro.
Una missione in continuità con il passato coloniale dell'imperialismo in Somalia. La sua importanza è spiegata dal generale Bertolini, comandante del Comando operativo di vertice interforze (Coi) e della Brigata Folgore, con un’esperienza in Somalia tra il 1992 e il 1993 in qualità di comandante dell’allora 9º Battaglione d’assalto paracadutisti “Col Moschin”:
“La regione – ha affermato – ha un’elevata rilevanza strategica; da lì si controllano le rotte che dall’Oceano indiano portano al Mar Rosso e, attraverso il canale di Suez, al Mediterraneo”. Per questo, “avere una Somalia amica e stabile sarebbe per noi importantissimo”.
Ed è per questo che l'Italia continua a fornire assistenza militare alla Somalia il cui esercito, come denunciato dall’Onu, utilizza da anni i bambini-soldato e, in spregio del diritto internazionale, bombarda scuole e ospedali.
Dal ministro Lorenzo Guerini sono arrivati “sostegno e vicinanza a tutto il personale italiano che opera nell’ambito della missione europea”. Emanuela Del Re, vice ministro degli Esteri, ha espresso “forte preoccupazione” per l’accaduto, sottolineando che i soldati italiani presenti (circa 120, con venti mezzi terrestri) “onorano i valori dell’Italia e sono al fianco della Somalia per la pace e la stabilità nel Paese”.
Le missioni sono decine, sotto l’ombrello di Onu, Nato, Unione Europea e bilaterali.
Il maggior numero sono concentrate in Africa e le principali sono in Libia, Niger e Corno d’Africa.
Il costo delle missioni è a carico del ministero dell’Economia e Finanze, e non della Difesa, con scarsa trasparenza sui reali oneri per le forze armate.
A Giugno scorso, il governo ha chiesto e ottenuto dal parlamento, la proroga delle missioni militari all’estero per il 2019 prevedono un costo complessivo di oltre 1,1 miliardi di euro e rientrano in quelle spese “indifferibili” che prescindono da qualsiasi aggiustamento di bilancio.
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