sabato 5 ottobre 2019

pc 5 ottobre - LA CINA DI MAO 70 ANNI FA HA DIMOSTRATO CHE LA GUERRA POPOLARE E' LA VIA VINCENTE PER I POPOLI E I PROLETARI - Da un intervento del PCm-Italia


Il numero 2 della rivista La Nuova Bandiera è dedicato alla guerra Popolare, alle forme che che la guerra Popolare potrebbe assumere in un paese imperialista.
Ma dobbiamo partire da un dato: la guerra popolare e la carta vincente del proletari e dei popoli oppressi per tradurre in una effettiva realtà la loro aspirazione al potere proletario, al socialismo, al comunismo.


Il primo ottobre del 1949 la Guerra Popolare conobbe la sua più clamorosa vittoria e verifica storica: Mao e il Partito Comunista cinese proclamarono in Cina la nascita della Repubblica Popolare Cinese.
La Cina l'ha dimostrato: la guerra Popolare è capace di trasformare un paese arretrato, dominato da tutte le potenze imperialiste del mondo, attraversato da tutte le guerre con all’interno il massimo dei residui feudali che la società cinese aveva prodotto, in un paese avanzato, con una rivoluzione che ha cambiato il volto della Cina e il volto del mondo.
La guerra popolare è garanzia di trionfo per i popoli e il 1° ottobre del 1949 ne è stata la clamorosa dimostrazione. Da piazza Tienanmen Mao Tse-tung annunciò al mondo che la Cina si era alzata in piedi e che il popolo aveva conquistato il potere. Ciò ebbe un impatto infinito nel mondo, paragonabile, con alcune differenze per quanto riguarda i paesi imperialisti, a quelle che ebbe la Rivoluzione d’Ottobre.
In tre quarti del mondo, in Asia, Africa e America Latina, la vittoria del Partito Comunista cinese e della Guerra Popolare in Cina fu uno stimolo un impulso che dette vita a grandi movimenti di
Liberazione nazionale che hanno attraversato tutta la seconda parte del 900 in tutti i territori del mondo. Dall'Asia all'Africa, all’America Latina nacquero decine, centinaia di lotte di Liberazione nazionale che hanno avuto come aspirazione, anche non con le stesse modalità, di “fare come la Cina”, arrivare a un trionfo come quello che c’era stato in Cina.

Dopo la morte di Mao, in Cina, come in Russia, il potere socialista è stato rovesciato, e questo ha riportato in un certo senso la ruota della storia all'indietro dal punto di vista delle conquiste dei popoli, ma in avanti per quanto riguarda il pensiero strategico dei popoli, perché la grande epopea della Cina dal '49 fino alla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria ci fornito uno strumento aggiuntivo della teoria rivoluzionaria.
Il maoismo è la terza tappa del pensiero rivoluzionario del proletariato. Esso è un'applicazione alla realtà specifica del paesi oppressi dall'imperialismo della via della rivoluzione indicata da Marx, Engels, Lenin. Ma come ogni applicazione essa contiene lezioni, esperienze, insegnamenti che hanno un valore universale. Valore universale riaffermatosi attraverso la trasformazione socialista della Cina che affrontò il problema che in Russia aveva provocato il restaurazione capitalista: come continuare la rivoluzione in un paese socialista, come combattere i nemici interni in un paese socialista, la nuova borghesia che si può affermare in seno ai paesi socialisti, come era avvenuto con il rovesciamento khrusheviano della dittatura del proletariato e del socialismo?
Quindi, la Rivoluzione culturale permise alla Cina di trovare e indicare la strada della continuazione della rivoluzione, dell'appropriazione del socialismo nella marcia verso il comunismo.
La Cina del '49 è diventata la Cina del socialismo, negli anni sessanta, e la Cina della Rivoluzione Culturale Proletaria negli anni Settanta. Ecco questa Cina è un patrimonio dell'umanità, patrimonio della teoria e pratica della rivoluzione proletaria mondiale.
Quelle piazze brulicanti di masse giovanili, proletarie, di enormi dimensioni, di bandiere rosse, dove si affermava: “è giusto ribellarsi”, “la classe operaia deve dirigere tutto”, “osare lottare, osare vincere” furono piazze che influenzarono anche i paesi occidentali, i paesi imperialisti durante gli straordinari anni della ribellione, del 68-69, di cui celebriamo i 50 anni. Quella era la Cina Rossa.

Oggi c'è un'altra Cina, quella Cina che, con la morte di Mao, si è trasformata da paese socialista in un paese capitalista e poi un paese imperialista. La Cina di oggi è un paese imperialista. Questo paese imperialista compete oggi con gli Stati Uniti nello scenario mondiale e, nell'assetto multipolare del mondo, è uno dei fattori di una futura possibile guerra mondiale imperialista.
Lo sfoggio che l’attuale regime cinese ha fatto della sua potenza militare mostra la distanza di questa Cina da quella di Mao, nonostante i ritratti di Mao continuino a essere presente in questo paese, ma esattamente come il ritratto di Pertini, di Garibaldi, dei padri della Patria in un paese come l'Italia.
Ora è la Cina nera social-imperialista, socialista a parole imperialista nei fatti, dove vige o sfruttamento selvaggio della classe operaia innanzitutto, e si assiste a una nuova fase di inurbamento deportativo dalle campagne verso le nuove grandi metropoli del capitale che ci sono oggi in Cina.

Ma anche in questa Cina, oggi social-imperialista, in cui il dirigismo di Stato guida la forma più brutale di capitalismo selvaggio, è tornato il conflitto di classe, le lotte della classe operaia, le rivolte dei contadini, le grandi manifestazioni delle popolazioni contro la trasformazione brutale della Cina in un paese moderno e imperialista, che devasta territori, l’ambiente e distrugge intere regioni di quel paese.
Questa Cina è il contrario della Cina di Mao. I nemici del Comunismo e della rivoluzione, invece, vedono una continuità tra queste 2 Cine. Ci sono dei nemici della rivoluzione cinese che dicono che la rivoluzione cinese è stato un male. un male assoluto, che la Rivoluzione Culturale è stato un orrore, e così via. Questi sono la Borghesia che tratta la Cina come ha trattato la Comune di Parigi, come ha trattato la Rivoluzione d'Ottobre.
C'è però anche la variante insidiosa, trosko-bordighista, un filone del movimento comunista che non ha mai accettato che i popoli del mondo si ribellino e diventino la seconda leva della rivoluzione mondiale, insieme alla classe operaia. Questi l’hanno denigrata, condannata, preso a pretesto limiti ed errori della marcia per il socialismo per denigrare Il socialismo e il comunismo, per denigrare prima l'Unione Sovietica, all’epoca di Stalin, e poi la Cina. Per costoro la storia non è fatta dai popoli ma da congiure di Palazzo, da numeri e cifre del capitale.

Quindi, è importante oggi gridare “Viva Mao”, “Viva la rivoluzione cinese”, “Abbasso regime social-imperialista, social-fascista” del capitalismo selvaggio e dello sfruttamento”.
La Cina oggi di Xi Jinping erede, non di Mao, ma di Deng Xiao Ping, il cane rinnegato che è stato il punto di riferimento della controrivoluzione in Cina e della sua trasformazione nel paese che è oggi.

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