sabato 28 gennaio 2023

pc 28 gennaio - A Palermo solidarietà per Cospito, al carcere e in città

 


pc 28 gennaio: La battaglia per Alfredo Cospito - fuori dal 41 bis ORA!

Su soccorsorossoproletario.blogspot.com - le iniziative in corso

Intervento di una compagna di proletari comunisti

Per i detenuti politici rivoluzionari il 41bis viene applicato con una funzione di vendetta verso coloro che non si pentono, che rivendicano la loro militanza rivoluzionaria (come appunto Alfredo Cospito), e con una funzione deterrente anche verso l'esterno.

Lo Stato borghese, i governi vogliono imporre dentro e fuori la loro "pace sociale" ancora di più oggi nella fase di crisi, partecipazione alla guerra inter imperialista, e ancora di più oggi da parte di un governo Meloni moderno fascista che punta a stravolgere anche i diritti costituzionali, che fa stare nel proprio seno (parlamento, Camera, Senato, governo) personaggi dichiaratamente fascisti, in aperto contrasto con le stesse leggi antifasciste, antirazziste; e che ora con le nuove prossime norme del Min. della giustizia vuole continuare a coprire i politici corrotti, i fascisti, la criminalita' "legale". 

La stessa cattura di Messina Denaro viene usata per rafforzare e dare nuova legittimazione al regime del 41bis e dell'ergastolo ostativo, mettendo sempre sullo stesso piano (vedi le dichiarazioni di Nordio sulle intercettazioni), mafia e terrorismo, intendendo chiaramente per "terrorismo" le organizzazioni, le lotte dei rivoluzionari, dei comunisti, per rovesciare con tutte le armi necessarie questo sistema capitalista, il suo Stato, ai suoi governi.

La repressione che questo Stato sta portando da tempo avanti ed avanza sempre di più per colpire le lotte e le loro avanguardie che fuoriescano dai limiti imposti dalla legislazione borghese, trova la sua punta di iceberg verso i prigionieri politici; cioè verso chi, in varie maniere, con cui si può essere d'accordo o meno (noi non siamo d'accordo con gli anarchici con la loro visione strategica, la loro politica e spesso anche la loro pratica), pone di fatto la verita', necessita' della lotta armata contro uno Stato che attacca i diritti della maggioranza delle masse, dei proletari, da quelli più elementari e quotidiani, il diritto al lavoro, al salario, alla sanita', alla scuola, a quelli più generali, uno Stato che oggi ci trascina nella guerra. 

Ma da un lato questo Stato con la repressione si mostra forte, dall'altro, proprio per questo, mostra di avere paura anche del solo fatto che si alluda ad un cambiamento radicale di questa società.

In questo contesto va visto l'accanimento dello Stato contro Alfredo Cospito. Che, non dimentichiamo, ha gia' scontato la condanna per aver ferito a Genova il dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi, e ora viene accusato di aver posto dei pacchi bomba davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano che non hanno causato né morti né feriti. Ma questo viene considerato "strage di Stato" e per questo lo si vuole segregare a vita. La sua colpa è aggravata dal fatto che continua a lottare con lo sciopero della fame e in questo senso è un'indicazione vivente a non piegarsi. 

Il regime del 41bis, giustamente l'abbiamo definito "tortura bianca", è un isolamento a 360 gradi, non solo con l'esterno con i propri familiari, ma anche all'interno del carcere con gli altri detenuti. E' vietato ricevere posta, libri, è vietato anche salutarsi tra detenuti, c'è di fatto il divieto di comunicazione, di parola. 

Questo è uccidere una persona. E giustamente Cospito in una sua lettera ha scritto: "La vita non ha senso in questa tomba per vivi".

Ma ancora una volta lo Stato, la giustizia borghese oltre che reazionaria, repressiva, è anche "stupida": ha voluto mettere a tacere un anarchico e ha sollevato una pietra che gli sta comunque ricadendo sui piedi, la vicenda di Alfredo, con il suo indomito sciopero della fame, è diventata di dominio pubblico, ha suscitato vasta solidarieta' anche da realta' molto diverse, tante e continue iniziative, manifestazioni. 

Oggi questa mobilitazione va continuata, sviluppata ancora di più, estesa, utilizzando vari mezzi e forme, investendo da ogni realta' di lotta ai democratici sinceri, e portandola sempre di più tra le masse popolari, i lavoratori spiegando perchè questa repressione riguarda tutti coloro che si ribellano, che lottano contro lo stato esistente, e che la repressione dello Stato borghese ai rivoluzionari è parte centrale della guerra di classe tra proletari, masse popolari e padroni, Stato, governi al servizio di questo sistema di sfruttamento, di mancanza di lavoro, di guerra, di miseria, di attacco ai diritti civili e alla stessa democrazia.

Tutte le solidarieta' sono importanti, ma noi in questa battaglia vogliamo soprattutto la solidarieta' che rispetti quello che ha scritto lo stesso Alfredo Cospito: "fino alla fine contro il 41bis e l'ergastolo ostativo": "mi opporró con tutte le forze all'alimentazione forzata. Saranno costretti a legarmi nel letto... Alla loro spietatezza ed accanimento opporró la mia forza, tenacia e la volontá di un anarchico e rivoluzionario cosciente...". 

La nostra parola d'ordine è, quindi, "Fuori Alfredo Cospito dal 41 bis, no all'ergastolo ostativo; salvare la vita e la sua identità politica".

Questo è oggi ciò che va conseguito in tutti i modi possibili. 
Dobbiamo vincerla questa battaglia di Alfredo, con Alfredo. 
Se vinciamo avremo fatto un passo in avanti per la lotta contro questo Stato borghese assassino.

pc 28 gennaio: Uscito il nuovo foglio di gennaio di proletari comunisti. Richiederlo a pcrp.red@gmail.com

Questo foglio è concentrato sulla lotta contro la guerra inter imperialista e contro il governo italiano, Meloni, che cerca sempre più di svolgere un ruolo di prima fila al servizio degli Usa/Nato, per armi e affari. Invitiamo a richiederlo e a diffonderlo soprattutto nelle iniziative contro la guerra e alle fabbriche.



pc 28 gennaio - Libia: l'ENI pronta alla firma per comprarsi altro gas e si porta dietro la sua portaborse, Meloni


da starmag:

Per questo sabato, in occasione della visita in Libia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si prevede la firma di un accordo per l’estrazione di gas naturale tra Eni e la compagnia petrolifera statale libica National Oil Corporation (NOC).

Come riporta l’agenzia di stampa Energia Oltre, l’intesa ha un valore di 8 miliardi di dollari e riguarda la produzione di 24 milioni di metri cubi al giorno di gas da due giacimenti offshore nel mar Mediterraneo.

Dell’accordo – anticipato nei giorni scorsi dal presidente della NOC, Farhat Omar Bengdara – non si sa molto altro, se non che riguarderà due giacimenti già esplorati che sarebbero dovuti entrare in attività tra il 2017 e il 2018.

QUANTI IDROCARBURI HA LA LIBIA?

Nel 2021 le riserve petrolifere libiche ammontavano a 48 miliardi di barili, quasi il 40 per cento di quelle dell’intera Africa. Quanto al gas naturale, invece, la Libia, possiede riserve per 1,5 miliardi di metri cubi.

L’anno scorso – riporta Repubblica – il paese ha prodotto in media 1 milione di barili al giorno; nel 2010 erano 1,65 milioni. La produzione di gas, invece, è salita a 22 miliardi di metri cubi, contro i 17 miliardi del 2010.

TUTTE LE ATTIVITÀ DI ENI IN LIBIA

Eni è presente in Libia dal 1959, e attualmente conduce le sue operazioni di esplorazione e sviluppo n sei aree, sia a terra (onshore) che in mare (offshore). Nel 2021 (gli ultimi dati disponibili) la società ha prodotto qui 24 milioni di barili di petrolio e condensati, e 5,6 miliardi di metri cubi di gas. Nello stesso anno, ha approvvigionato all’Italia, dalla Libia, 3,18 miliardi di metri cubi di gas.

Il gas libico prodotto dai giacimenti di Wafa e Bahr Essalam (operati da Mellitah Oil & Gas, joint venture paritaria tra Eni e NOC) raggiunge l’Italia attraverso il Green Stream, il gasdotto che collega Mellitah a Gela, in Sicilia, attraversando il mar Mediterraneo: la condotta è lunga 520 chilometri e ha una capacità di 8 miliardi di metri cubi all’anno.

venerdì 27 gennaio 2023

pc 27 gennaio: Il lavoro di Formazione marxista al servizio della trasformazione del movimento reale. SI COMINCIA IL 6 FEBBRAIO

LA "LEZIONE" SARA' FATTA IN PRESENZA NELLA SEDE DI TARANTO E IN COLLEGAMENTO ON LINE CON LE ALTRE REALTA' DELL'ASSEMBLEA PROLETARIA ANTICAPITALISTA E CHIUNQUE VOGLIA PARTECIPARE.

Il lavoro teorico di base della Formazione marxista è un carattere costitutivo dell'Assemblea proletaria anticapitalista, perché l'unità e il collegamento tra le lotte è uno degli obiettivi ma esse vanno messe in relazione con tutti i fronti di lotta, da quello delle donne a quello degli intellettuali, ecc., perchè scopo dell'assemblea proletaria capitalista e di trasformare ogni lotta in un qualcosa di generale e quindi di metterla in relazione con il rapporto fra capitale e il lavoro. 

Su questo noi siamo educati storicamente dal movimento rivoluzionario del nostro paese degli anni 70, mentre siamo diseducati nella realtà attuale in cui affermare questa semplice verita' sembra essere fuori dalla situazione concreta. Ma la trasformazione del movimento reale è il vero scopo del nostro lavoro. 

Noi facciamo appello anche ad altri intellettuale marxisti a mettersi in relazione con questo processo; affinchè 10 100 intellettuali marxisti si mettano a disposizione della formazione.

pc 27 gennaio - Guerra e affari: continua l’acquisto del diesel dalla Russia… nonostante sanzioni e propaganda imperialista

La propaganda martellante dei politici di turno, sia a livello europeo che dei vari singoli Stati, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, sulla guerra interimperialista attualmente in corso in Ucraina, diffonde l’idea che con la Russia, paese che ha invaso un paese indipendente, non si può avere a che fare, anzi che bisogna mettere in pratica sempre più sanzioni economiche. La realtà però, anche se si cerca di confinarla in qualche articolo dal titolo ingannevole, ce la dice per esempio, il Sole 24 Ore di oggi, che fa il punto sui carburanti, dal gas al diesel, perché preoccupato dell’aumento dei prezzi!

Il titolo del pezzo che vuole sembrare neutrale è: “Diesel, prezzi lanciati verso mille dollari per tonnellata” ma leggendo leggendo si viene a sapere subito che la vendita dei carburanti da parte della Russia a tutta l’Europa dall’inizio della guerra non si è mai fermata: “Nonostante le sanzioni e lo sdegno per la guerra in Ucraina, l'Europa [quanta sensibilità!, ndr] ha addirittura accelerato gli acquisti da Mosca sul finire del 2022.” E “Solo a gennaio, con l'embargo ormai dietro l'angolo, c'è stata una relativa frenata: nei primi 18 giorni del mese Ue, Regno Unito e Norvegia hanno importato in media 448mila barili al giorno di diesel russo e prodotti assimilati…”

E il quotidiano continua, probabilmente mentre si tura il naso: “In vista dell'estensione dell'embargo Ue - che dal 5 febbraio fermerà anche l'importazione di prodotti raffinati dalla Russia”… in vista delle nuove sanzioni, cioè, qual è la preoccupazione principale del quotidiano dei padroni? Non certo quella che in questo anno ci sono stati, e continuano ad esserci, morti e distruzioni, ma quella del prezzo!

“… le quotazioni di riferimento del gasolio europeo si stanno di nuovo surriscaldando, con frequenti puntate questa settimana oltre la soglia psicologica dei 1.000 dollari per tonnellata.” Ma ciononostante i padroni sono ottimisti: “Dovremmo farcela” dicono, anche se “a caro prezzo.”

Il caro prezzo riguarda le masse, come conferma senza problemi lo stesso quotidiano: “Per il diesel in Europa si profila una situazione simile a quella del gas: fare a meno della Russia non ci lascerà a secco, ma comporterà costi più alti, che - salvo misure di compensazione da parte dei governi - finiranno sulle spalle dei consumatori, alimentando l'inflazione.”

Che cosa contribuisce a questo aumento? “… ad accentuare le tensioni sul mercato c'è l'interruzione delle consegne da alcune grandi raffinerie francesi, legata all'ondata di scioperi contro la riforma delle pensioni.” È la conferma, per chi non se ne accorgesse, di quanto incide la lotta di classe! “Ma sullo sfondo ci sono altri fattori rialzisti, che purtroppo sembrano avere carattere strutturale.” Gli “altri fattori” riguardano i nuovi venditori di diesel.

L'Europa acquistava dalla Russia oltre il 40% delle forniture di gasolio, carburante per cui non è autosufficiente: una dipendenza difficile da superare. Oggi molti analisti si sono convinti che ce la faremo senza soffrire carenze nemmeno nel breve termine (un esito che fino a poco tempo fa sembrava tutt'altro che scontato), ma l'emancipazione da Mosca comporterà spese maggiori perché dovremo rivolgerci a fornitori più lontani, mettendoci in competizione se necessario con altri acquirenti. Proprio come sta accadendo con il gas.”

La Russia, ricorda lo scribacchino dei padroni, è molto conveniente! “Mosca copre tuttora il 27% delle importazioni (1,69 milioni di bg in tutto) ma la quota - osserva S&P Global - si è ridotta dal 46% di inizio 2021, benché il diesel russo sia ormai venduto con sconti fino a 130 dollari per tonnellata rispetto alle forniture di origine diversa nel Nord Europa.”

Queste forniture a prezzi molto più alti arrivano dalle “potenze petrolifere mediorientali: Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait [che] stanno avviando grandi e moderne raffinerie, ben posizionate per servire l'Europa.” Ma anche dagli “Stati Uniti, su cui però potremo contare solo fino a un certo punto: ci sono difficoltà di rifornimento anche all'interno degli Usa, specie sulla costa orientale, e bisogna vedere se l'America Latina vorrà e potrà importare diesel russo, "lasciandoci" quello a stelle e strisce.”

In questo scontro generale non poteva mancare la Cina! “che con grande tempismo sta accelerando l'export di carburanti”, per tutto questo “Difficilmente avremo un sollievo dai rincari. Anzi, gli analisti prevedono il contrario.” “Sui mercati all'ingrosso «ci aspettiamo che i prezzi del diesel salgano in Europa, con una sorta di impennata tra febbraio e marzo», per i “margini di raffinazione” il 470% in più rispetto alla media dell'intero 2021.”

“In attesa che il mercato trovi un nuovo equilibrio…” E anche questo è ottimismo imperialista! Questo cosiddetto equilibrio dovrebbe sembrare a chiunque un po’ difficile, con una crisi e una guerra interimperialista in corso e un avanzamento ogni giorno di più verso una guerra mondiale… anche perché nel sistema capitalista-imperialista, la produzione delle merci è anarchica e concorrenziale per definizione.

giovedì 26 gennaio 2023

pc 26 gennaio: Brasil - Anche all'ombra del nuovo governo continuano gli assassinii di contadini ad opera di paramilitari dei latifondisti - La denuncia della Lega dei contadini poveri (LCP) guidata dai maoisti

RONDONIA: CONTADINO DELLA ZONA TIAGO CAMPIN DOS SANTOS VIENE GIUSTIZIATO; LCP DENUNCIA SPARATORIA

ONORE ETERNO E GLORIA AI COMPAGNI E COMPAGNE CADUTI NELLA LOTTA PER LA TERRA! CONDANNA PER I CARNEFICI E I MANDANTI DEGLI OMICIDI DEI COMBATTENTI DEL POPOLO!

Il contadino Patrick Gasparini Cardoso, detto "riccio", è stato giustiziato il 4 gennaio, nella fattoria Norbrasil. Patrick era un residente della zona di Tiago Campin dos Santos, organizzata dalla Lega dei contadini poveri (LCP) e situata nel comune di Nova Mutum-Paraná, in Rondônia (RO). Secondo la LCP, il crimine è stato perpetrato dalle forze di polizia, irreggimentate come uomini armati del proprietario terriero locale.

Il vile attacco è avvenuto il 4 gennaio 2023, nella fattoria di Norbrasil, poco più di un mese dopo lo scoppio dell'operazione "Lamassu", che ha dimostrato che "Galo Velho" manteneva una banda armata formata da polizia civile e militare per difendere la fattoria e reprimere i contadini che combattevano per la terra. Il nuovo attacco perpetrato dal latifondo è, secondo una nota della LCP dell'Amazzonia occidentale intitolata Uomini armati della polizia del "Galo Velho" [Vecchio Gallo] hanno ucciso un altro residente della zona Tiago Campin dos Santos, pubblicata nel portale Resistenza contadina, prova del fatto che "tutto continua allo stesso modo, il bandito Galo Velho e la sua banda armata che agisce nella regione,  solo con altri poliziotti diversi".

GLI OMICIDI DEI CONTADINI AVVENGONO SOTTO LA COPERTURA DEL COLONNELLO MARCOS ROCHA

L'omicidio di "Riccio" si aggiunge a numerosi altri crimini contro il popolo perpetrati dai gruppi armati del latifondo, che secondo la LCP, hanno la copertura del governatore della Rondônia, colonnello Marcos Rocha, e della direzione politica delle forze armate reazionarie. L'obiettivo è sempre lo stesso: i contadini poveri della Rondônia, tra cui quelli che oggi occupano l'Area Rivoluzionaria Tiago Campin dos Santos.

Nell'ottobre 2021, il leader contadino Gedeon José Duque e il militante Rafael Gasparini Tedesco della LCP sono stati assassinati da speciali commando della polizia militare della Rondonia durante un'operazione militare intitolata "Nova Mutum". L'operazione, al servizio degli interessi dei proprietari terrieri e dell'allora presidente genocida Bolsonaro, ha mobilitato un vero e proprio apparato di guerra, con oltre 3.000 soldati delle forze di polizia. Sotto la direzione politica delle forze armate reazionarie, la polizia e le truppe di uomini armati hanno circondato e cercato di sfrattare le oltre 800 famiglie della zona di Tiago Campin dos Santos, che hanno coraggiosamente resistito alla repressione violenta e omicida del vecchio stato dei proprietari terrieri e della grande borghesia. Secondo la LCP, l'operazione è stata sconfitta dalla mobilitazione delle famiglie, che continuano a stare nella loro terra.

Due mesi prima dell'omicidio di Gedeon e Rafael, il 13 agosto 2021, i contadini Amarildo, Amaral e Kevin, sono stati vigliaccamente assassinati mentre lavoravano al loro appezzamento nella zona di Ademar Ferreira, sempre a Nova Mutum-Paraná, una zona rurale di Porto Velho. Il crimine è stato perpetrato per mano della Forza di sicurezza nazionale del genocida Bolsonaro e del primo ministro assassino del burattino del colonnello latifondista Marcos Rocha.

La LCP promette di vendicare il sangue dei contadini assassinati

La LCP afferma che "questo è il modus operandi della polizia assassina della Rondônia, e dei gruppi armati del latifondo quasi sempre composti da polizia" e che "il terrore del latifondo e del vecchio stato non sarà in grado di fermare la lotta per la terra!". I contadini promettono di rimanere fermi nella lotta per la conquista della terra da parte dei contadini senza terra o con poca terra e per la distruzione del latifondo. "Stiamo facendo i conti e pagherete caro! Prima o poi verrà il giorno in cui i contadini si solleveranno a milioni, spazzeranno via il latifondo e vendicheranno i secoli di sfruttamento, umiliazione e violenza commessi contro di noi! Chi vivrà, vedrà!" conclude la LCP.

La nota completa può essere letta qui sotto:

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Uomini armati della polizia del "Vecchio Gallo" hanno ucciso un altro residente della zona Tiago Campim dos Santos (opuscolo)

Scritto da LCP della Rondônia e Amazzonia occidentale | Pubblicato gennaio 16, 2023

Nei giorni scorsi, è stato riferito che il 4 gennaio 2023 c'è stata una sparatoria nella regione di Nova Mutum Paraná, distretto di Porto Velho, nella fattoria Norbrasil, una fattoria situata all'interno di terreni pubblici dell'Unione rubata dal proprietario terriero Antônio Martins dos Santos, il Vecchio Gallo, famoso ladro di terre. In tali notizie si riporta che un ufficiale di polizia militare della riserva, chiamato Raimundo, sarebbe stato colpito a una gamba, e almeno altri due uomini della polizia militare si infilarono nei boschi e subito dopo riapparvero in un'altra fattoria vicina alla Fattoria Santa Carmem, anche questa terra pubblica dell'Unione rubata dalla Famiglia Leite.

In mezzo a diverse versioni e storie mal raccontate, con omissione di informazioni e altre disinformazioni, il vecchio Stato e la stampa al servizio del latifondo usano questi episodi per demonizzare, criminalizzare, reprimere e uccidere ancora una volta i contadini della regione. In nessun momento dicono esattamente cosa stavano facendo questi poliziotti lì. È chiaro, hanno fatto ciò che era ovvio, quello che hanno sempre fatto, pistolettate! Erano lì per uccidere i contadini, per difendere la refurtiva e le malefatte dei banditi proprietari terrieri, assassini e ladri di terre pubbliche, in particolare il “vecchio Gallo”. Meno di due mesi fa (17 novembre 2022) c'è stata l'operazione della Procura Federale della Rondônia, chiamata "Lamassu" che ha preso di mira proprio il bandito "Vecchio Gallo" e suo fratello, che ha mantenuto una banda armata formata da polizia civile e militare in queste stesse terre. E quello che vedete ora è che tutto rimane allo stesso modo, il bandito “Galo Velho” libero e la sua banda armata che agisce nella regione, solo con altri poliziotti diversi.

E la cosa più grave è che oltre a trattare “tuttofare” e uomini armati della polizia, come "guardie di sicurezza", nascondono il fatto che questi stessi banditi, trattati come vittime dal vecchio stato e dalla stampa al servizio della terra, hanno ucciso il giorno 4 un residente della zona Tiago Campim dos Santos, Patrick Gasparini Cardoso, noto come Riccio, che era uno dei residenti che era fin dall'inizio nella zona. Fu assassinato e il suo corpo gettato altrove nel tentativo di coprire il crimine commesso dagli uomini armati.

Ma non c'è nulla di nuovo in questo, questo è il modus operandi della polizia assassina della Rondônia, e dei gruppi armati del latifondo quasi sempre composti da polizia. Furono questi stessi vigliacchi che tesero un'imboscata, torturarono e uccisero il Compagno Gedeone e Raffaello, leader della LCP. E allo stesso modo hanno vigliaccamente ucciso i Compagni di Amarildo, Amaral e Kevin, mentre lavoravano sulla loro terra. Oltre a numerosi altri crimini e omicidi commessi da agenti di polizia negli ultimi anni contro i contadini della regione.

Tutto questo fatto con la copertura e la direzione diretta del governatore della Rondônia, burattino dei proprietari terrieri, il colonnello Marcos Rocha, che si riempie la bocca chiamando criminali i contadini della regione, ma non dice una parola sui loro crimini, sui crimini della polizia sotto il suo comando e sui crimini più che noti dei proprietari terrieri ladri di terre pubbliche dell'Unione. Tutto ciò che fa è servire gli interessi del proprietario terriero incondizionatamente, anche se per questo deve commettere ogni sorta di illegalità, come ha fatto ricorrentemente, la cui megaoperazione "Nova Mutum", sconfitta dalla resistenza contadina nel 2021, ne è un esempio più grande, e da allora non ha mai cessato di fare incursioni in queste Aree e attaccare i contadini della regione,  e ora cerca ancora una volta di aumentare la repressione delle aree contadine nella regione.

Ma non ci stanchiamo di ripetere, il terrore del latifondo e del vecchio stato non sarà in grado di fermare la lotta per la terra! Continueremo a rimanere fermi nella lotta per la distruzione del latifondo e la conquista della terra ai contadini senza terra o con poca terra! Stiamo facendo i conti e pagherete caro! Presto o tardi verrà il giorno in cui i contadini si solleveranno a milioni, spazzeranno via il latifondo e vendicheranno i secoli di sfruttamento, umiliazione e violenza commessi contro di noi! Chi vivrà, vedrà!

Onore eterno e gloria ai compagni e compagne che sono caduti nella lotta per la Terra!

Condanna per i carnefici e i comandanti degli omicidi dei combattenti del popolo!

Fuori dalle nostre Aree, polizia tuttofare al servizio del latifondo dell'Unione ladrone di terre!

Le terre dell’Area di Tiago Campim dos Santos sono del popolo!

Conquistare la terra! Distruggere il latifondo!

Viva la Rivoluzione Agraria!

LCP - Lega dei contadini poveri dell'Amazzonia occidentale

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RO: Camponês da Área Tiago Campin dos Santos é executado; LCP denuncia pistolagem 

Honra e glória eternas aos companheiros(as) caídos na Luta Pela Terra!
Punição para os executores e mandantes dos assassinatos de lutadores do povo!

O camponês Patrick Gasparini Cardoso, conhecido como “Cacheado”, foi executado no dia 4 de janeiro, na fazenda Norbrasil. Patrick era morador da Área Tiago Campin dos Santos, organizada pela Liga dos Camponeses Pobres (LCP) e localizada no município de Nova Mutum-Paraná, em Rondônia (RO). Segundo a LCP, o crime foi perpetrado por forças policiais, arregimentadas como pistoleiras do latifundiário local.

Patrick Gasparini Cardoso, conhecido como Cacheado, era um dos moradores que estava desde o início na Área Tiago Campin dos Santos. Foto: Reprodução

O covarde ataque ocorreu no dia 4 de janeiro de 2023, na fazenda Norbrasil, pouco mais de um mês após a deflagração da operação “Lamassu”, que comprovou que "Galo Velho" mantinha um bando armado formado por policiais civis e militares para defender a fazenda e reprimir os camponeses em luta pela terra. O novo ataque perpetrado pelo latifúndio é, de acordo com nota da LCP da Amazônia Ocidental intitulada Policiais pistoleiros do “Galo Velho” assassinaram mais um morador da Área Tiago Campin dos Santos, publicada no portal Resistência Camponesa, prova de que “continua tudo da mesma forma, o bandido Galo Velho solto e seu bando armado atuando na região, apenas com outros policiais diferentes.”.

ASSASSINATOS DE CAMPONESES OCORREM SOB COBERTURA DO CORONEL MARCOS ROCHA

O assassinato de "Cacheado" se soma a inúmeros outros crimes contra o povo perpetrados por grupos

pc 26 gennaio - A Taranto per Cospito - Al carcere

 


pc 26 gennaio - Nuovo criminale massacro dell'esercito nazisionista di Israele in Palestina: 31 morti - Massima mobilitazione e solidarietà

pc 26 gennaio - Il governo fascio/nazionalista/militarista della Meloni e il suo parlamento nero se ne inventano un'altra - una giusta denuncia per una data che bisognerà boicottare e cancellare

Nikolaevka: il sacrificio dei giovani e le mire coloniali fasciste

Fabrizio Poggi | contropiano.org

25/01/2023



Dunque, a cominciare dal prossimo 26 gennaio, si dovrà assistere annualmente a una nuova, ennesima, parata di nazionalismo e di esaltazione delle italiche "gesta" che portarono la "civiltà" mussoliniana al di là dei confini patrii: dall'Africa ai Balcani, dalla Spagna all'Europa meridionale e orientale.

Il 26 gennaio è la data decisa dal Parlamento italiano per l'istituzione della "Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini". Ancora una Giornata della memoria, oltretutto a ridosso di quella del 27 gennaio per la liberazione di Auschwitz a opera dell'Esercito Rosso.

Perché il 26 gennaio? Perché in quella data, nel 1943, gli alpini combatterono a Nikolaevka (il testo della legge scrive "Nikolajewka", alla maniera tedesca: d'altra parte, il regime fascista aveva spedito gli alpini in quelle terre per rispondere proprio alla chiamata dell'alleato nazista) e così, ricordare oggi quella battaglia, serve sia a «conservare la memoria dell'eroismo dimostrato dal Corpo d'armata alpino», sia a «promuovere i valori della difesa della sovranità e dell'interesse nazionale».

Proprio così; nero su bianco: sovranità e interesse nazionale si promuovono rievocando l'invasione dell'Unione Sovietica, al servizio delle armate hitleriane, insieme a fascisti ungheresi, rumeni, finlandesi, ecc.

L'art. 2 della legge istitutiva della "solennità" dice che le autorità locali sono invitate a patrocinare

pc 26 gennaio: Quale lotta contro la guerra


L'Ucraina è diventata solo un mercato osceno, sporco di armi; armi sempre più potenti, più distruttive. Zelensky è il mercante, in costante divisa militare, pressante, ricattatorio, che usa le morti per pretendere subito più armi di morte; mentre Putin, lo zar russo, risponde con la minaccia di una estensione della guerra di invasione. 

I "fornitori" di armi sono iperattivi, in primo piano gli Usa, ma poi Gran Bretagna, Francia, e l'Italia solerte che non vuole e non può essere da meno, Mattarella parla ancora ipocritamente di "negoziati di pace" ma poi firma gli aumenti delle armi e nel Mediterraneo il governo Meloni chiede più Nato, attrezzandosi come se la terza guerra mondiale fosse alle porte.

In questa guerra inter imperialista "per procura", come abbiamo gia' detto, i morti, le distruzioni sono nostri, i profitti sono loro.
Mentre centinaia di persone civili ucraine, soprattutto donne e tanti bambini muoiono sotto le bombe, o per il freddo; mentre migliaia, oramai centinaia di migliaia, di giovani russi, ucraini vengono mandati al macello per questa sporca guerra, i produttori di armi gonfiano i loro portafogli e i

pc 26 gennaio - Il grande sciopero in Francia del 19 gennaio contro la riforma delle pensioni - info

www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 23-01-23 - n. 854
 estratti

Un 19 gennaio enorme e combattivo contro la riforma delle pensioni. Mobilitazione record in tutta la Francia: 2 milioni di manifestanti!

Enorme successo per la manifestazione del 19 gennaio: mobilitazioni in oltre 250 città. Numerosi i manifestanti: più di 400.000 a Parigi, Le Havre, Angers 35.000, Nantes 55.000 manifestanti, Rouen 25.000, Caen 20.000, Marsiglia, Tolosa 30.000, Nizza, Lille 24.000, 8.000 a Châteauroux, 6.500 a Mulhouse, 15.000 a Tours, Valencienne e Calais 6.000, 13.000 a Pau....

Educazione nazionale [Istruzione pubblica]: 65-70% degli scioperanti, mobilitazione dei giovani (blocco delle scuole superiori di Rennes, Le Havre, Angers, Parigi, ecc.).

TotalEnergies, dal 70 al 100% degli scioperanti. I raffinatori della CGT-Petroleum hanno già stabilito un piano di battaglia in tre fasi: il 19 gennaio 24 ore di sciopero, idem il 26, e 72 ore di sciopero il 6

pc 26 gennaio - INDIA: Modi ordina la censura di Stato sui suoi crimini e Elon Musk si mette subito al servizio

«Censura indiana» su Twitter e YouTube

L’«assolutista della libertà di parola» Elon Musk ha subito accolto la richiesta del governo indiano: cancellare oltre 50 post su Twitter contenenti dei link a un documentario della Bbc che affronta il ruolo del primo ministro Narendra Modi nel massacro di musulmani (oltre 1.000 vittime) nello stato del Gujarat nel 2002. L’ingiunzione è rivolta anche a YouTube, che ha accettato di bloccare ogni upload del documentario. In India, le forze di polizia hanno interrotto la linea elettrica e internet in un’università che aveva in programma una proiezione del film. Restano invece al loro posto i tweet di un funzionario del ministero dell’Informazione di Nuova Delhi che definisce il film «spazzatura anti-indiana» e osserva che le piattaforme hanno «ottemperato alle istruzioni» del governo.

 da il Manifesto di oggi

mercoledì 25 gennaio 2023

pc 25 gennaio: "I due nostri compiti"

 "Noi siamo i dirigenti e gli organizzatori della guerra rivoluzionaria e anche i dirigenti e gli organizzatori della vita delle masse.

I due nostri compiti sono: organizzare la guerra rivoluzionaria e migliorare le condizioni di vita delle masse".

MAO TSETUNG

(Contro ogni genia di bordighisti nostrani)

pc 25 gennaio - Acciaierie d'Italia e sindacati confederali - ma qual'è lo scontro reale a Taranto? - nei prossimi giorni - un foglio speciale dello Slai cobas per il sindacato di classe

https://drive.google.com/file/d/1CJ6p1DRtXWer4IcRsx-HkeZon3x14jmF/view?usp=share_link


pc 25 gennaio - India la giornata internazionale Memorial Day del 16 febbraio per ricordare Jose Maria Sison (ka Joma)

 Ka Joma Memorial Day in india




 

pc 25 gennaio - Carrozzerie Mirafiori Torino - Proseguono gli interventi alle fabbriche in vista dell'assemblea proletaria anticapitalista nazionale del 18 febbraio a Roma


IL VOLANTINO DIFFUSO A MIRAFIORI



pc 25 gennaio - Nella contesa mondiale interimperialista, alla Conferenza di Trieste il governo Meloni punta ad un maggiore attivismo politico-economico-militare dell'imperialismo italiano nei Balcani

La contesa interimperialista trova ogni giorno azioni politiche, economiche e militari, che vanno in direzione di uno scontro mondiale. L'Italia imperialista, rappresentata oggi dal governo reazionario filoUSA, Meloni, è attiva nel ritagliarsi la sua parte in questa scellerata contesa. Per questo la lotta contro la guerra necessariamente diviene la battaglia politica principalmente contro il nostro imperialismo, contro il nostro governo. 

I rappresentanti della borghesia imperialista italiana parlano come un disco rotto solo di affari e di respingimenti di migranti mentre scaricano sui lavoratori e masse le loro scelte politiche di guerra, facendole pagare sempre più a caro prezzo, peggiorando le condizioni di vita, trascinandoci in una spirale di guerra con spese folli per le armi e per tutto l'apparato militare.

Alla Conferenza nazionale “L’Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione” a Trieste, la stessa Meloni ha parlato dell'area balcanica come "di rilievo strategico per gli interessi nazionali".

"Vogliamo avere i Paesi dei Balcani nell'orbita europea, questo significa essere credibili, seri,

pc 25 gennaio - Proletari comunisti invita a partecipare all'assemblea nazionale di Genova 28 gennaio sulla guerra promossa dai compagni del collettivo portuali Genova

Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali

Il 28 gennaio alle ore 18:30 al CAP di Genova in Via Albertazzi 3r, come lavoratori del Porto, chiediamo a tutte le realtà di partecipare all'assemblea pubblica per costruire assieme una giornata di mobilitazione a Genova per il 25 febbraio. Chiediamo a tutti i lavoratori e lavoratrici, ai cittadini e alle cittadine, ai sindacati alle organizzazioni sociali, collettivi, centri sociali, alle forze politiche di sostenere questa giornata; una occasione di lotta contro la guerra e per la pace tra i popoli e tra gli oppressi. Invitiamo tutti e tutte a raccogliere quest’appello
Guerra alla guerra! Pace fra i popoli!

pc 25 gennaio - Solidarietà per Alfredo Cospito - da Genova a Taranto


pc 25 gennaio - Ka Joma Memorial Day 4 - la continuità dell'impegno di proletari comunisti PCm Italia in memoria del compagno josè Maria Sison


audio intervento per il memorial day in onore del compagno josè maria sison 16 gennaio

https://drive.google.com/file/d/1M4Ja0fB_Rep8Aulh128ISgr4EsrZ7XlK/view?usp=share_link

pc 25 gennaio - Ka Joma Memorial Day 3 - intervento nell'assemblea telematica del 16 gennaio


Intervento in occasione del Memorial day per il compagno Sison 16 gennaio

https://drive.google.com/file/d/1r5gLRvMVHL4z13gQI3pnH-owVUxKrBPL/view?usp=share_link


pc 25 gennaio - Ka Joma Memorial Day 2 - Il Saluto al compagno Sison di un compagno operaio di proletari comunisti PCm Italia


https://drive.google.com/file/d/11ucQudq3YlZymwkuyHWPqehU4Xmv2qFg/view?usp=share_link

pc 25 gennaio - La “guerra mondiale dei chip” chiama in ballo il “mondo delle imprese”, il governo e, naturalemente, la classe operaia

 

La “guerra dei chip”, così oramai viene chiamata da tutti, è una di quelle guerre “commerciali” che “preparano” le guerre guerreggiate tra paesi imperialisti come nel caso dell’Ucraina.

Secondo la rivista Limes di questo mese si tratta del “settore industriale che si occupa di progettare e produrre circuiti elettronici integrati e miniaturizzati, partendo da materiali che hanno proprietà elettriche a metà tra i metalli conduttori e gli isolanti (semiconduttori , appunto)” che “necessità di ingenti investimenti”. Questo chip “parla anche italiano”, dice Limes, ma a quanto pare non forte abbastanza da farsi sentire, perciò, sia Limes che il Sole24Ore si fanno portavoce delle aziende che fanno appello agli aiuti dello Stato per risolvere il problema della concorrenza internazionale, sia “degli altri Stati europei (Francia, Germania, Paesi Bassi), degli Stati Uniti (in particolare Silicon Valley) e dei paesi asiatici (Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Cina).

Per questo “Riportare in Europa – meglio in Italia – una filiera di microchip è fondamentale” dice il quotidiano dei padroni di ieri, perché, vi si legge: «Praticamente tutte le nostre produzioni contengono componenti elettroniche: penso a cellulari, automobili, computer, lavatrici» spiega Federico Giudiceandrea, fondatore e presidente di Microtec, che dal 1980 a Bressanone definisce gli standard dell'industria del legno.”

“Microtec produce macchinari – tomografi, scanner - per la scansione dei tronchi. Significa per ogni pezzo restituire un'immagine completa, classificare densità e volume sotto la corteccia, descrivere ed esaminare eventuali difetti e dare indicazioni sulle soluzioni di taglio migliori per ottimizzare il risultato e ridurre gli sprechi: così migliora la produttività e aumentano i ricavi e il valore della vendita.” E adesso bisogna affrontare un’altra sfida: “produrre fronteggiando le difficoltà nella fornitura dei microchip”.

«Sarebbe assurdo che l'Italia e l'Europa  - dice il padrone della Microtec - perdessero l'occasione di accorciare le catene di fornitura, riducendo i rischi. Nel nostro caso i chip arrivano soprattutto da Taiwan, una delle molte aree soggette a periodi di tensione. Il nostro ufficio acquisti ha più volte cercato di alternative, ma allo stato attuale non ce ne sono».

«Abbiamo le competenze” per progettare le macchine, dice “ma poi la produzione avviene in Estremo Oriente: serve personale altamente specializzato, si tratta di componenti miniaturizzati e lì ci sono anche le fonderie di silicio che forniscono il materiale necessario».

La questione del “personale altamente specializzato” è sentita particolarmente, quindi non basterebbe, dice, riavviare una produzione in Italia perché “occorre saper lavorare”.

E qui il capitalista ammette che per anni hanno progettato con i “centri di ricerca … il cosiddetto cervello”, ma adesso, dopo anni di “delocalizzazione” (negli altri paesi a basso costo di forza-lavoro) e licenziamenti, sono nei guai perché hanno “delegato” le “fasi operative” perché “le braccia sono fondamentali tanto quanto le menti, e non si improvvisano.” Insomma, “c’è un'intera capacità produttiva da ricostruire».

Anche per il giornalista di Limes c’è un elenco di problemi che ostacolano la conquista dei mercati e l’affermazione dell’industria del Paese: “Il sistema italiano manca di competitività sotto questo profilo: calo delle nascite, limiti del mondo universitario e della ricerca, stipendi poco competitivi … emigrazione di professionisti nel resto d’Europa, non bilanciata dall’attrazione di talenti stranieri.” Anche tutto questo è una “sfida” che “chiama in causa il mondo delle imprese, quello universitario e le istituzioni.”

“Nella futuribile guerra dei semiconduttori – chiude l’articolo il giornalista - l’Italia dovrà attrezzarsi, di “armi” e soprattutto di “soldati”.”

Come si vede la borghesia, difende i propri interessi in tutti i modi, è molto attenta allo sviluppo della produzione e ha le idee molto chiare sulla necessità della gigantesca ristrutturazione generale del sistema capitalista-imperialista. E questo esige che anche la classe operaia sia sempre più cosciente della necessità di approntare le proprie “armi” e i propri “soldati” per difendere fino in fondo i propri interessi di classe.

pc 25 gennaio - Ka Joma Memorial Day 1 - Il Saluto al compagno Sison di proletari comunisti PCm Italia


https://drive.google.com/file/d/1ZddRGAZehNcH5zUML6iHoV3ge84uZwWy/view?usp=share_link

pc 25 gennaio - Venti di guerra nel Mediterraneo: i terroristi n°1 al mondo, l'imperialismo USA e i nazisionisti israeliani, hanno iniziato un'imponente esercitazione militare in funzione anti Iran e contro le masse arabe

Il Dipartimento di difesa USA: "questa è la più importante esercitazione tra Stati Uniti e Israele fino ad oggi" .


Israele e Stati uniti hanno dato il via ieri nel Mediterraneo orientale all'esercitazione congiunta "Juniper Oak" con gli impianti nucleari dell'Iran nel mirino. Il Pentagono: "È l'esercitazione più grande e significativa in cui ci siamo impegnati insieme ed è intesa a dimostrare che l'impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele è incrollabile e duraturo", ha detto Ryder durante un briefing oggi al Pentagono. 

 Vi prendono parte oltre 140 aerei, 12 navi militari e sistemi di artiglieria di entrambe le nazioni. 6.500 militari USA e 1.100 militari israeliani. L'imperialismo USA vuole dimostrare di essere in grado di spostare grandi forze militari in un breve periodo.

Ucraina 

 A metà dicembre, il Dipartimento della Difesa ha annunciato l'intenzione di fornire ai soldati ucraini armi combinate e addestramento alle manovre congiunte. 

I soldati del 7° comando di addestramento dell'esercito dell'esercito americano per l'Europa e l'Africa stanno ora fornendo tale addestramento.

pc 25 gennaio - Massimo sostegno a tutte le iniziative per Alfredo Cospito

pc 25 gennaio - Dalle fabbriche verso una nuova fase di lotta - Acciaierie d'Italia Taranto

Acciaierie d'Italia. Dopo Roma ripresa della lotta ma su chiari obiettivi

Dopo il deludente e negativo incontro a Roma, su cui abbiamo già espresso un commento stampa e una locandina ai lavoratori, allegata, lo Slai cobas ritiene che i sindacati confederali e l’Usb debbano essere chiamati alle loro responsabilità e a mantenere gli impegni presi nella dichiarazioni fatte dopo l’incontro.

In particolare, le decisioni che riguardano al ripresa e continuità della lotta.

Pensiamo, quindi, che si debba dare vita ad assemblee dei lavoratori entro la prima settimana di febbraio, generali ed esterne alle tre portinerie. Esterne perché costituiscono nello stesso tempo una prova visibile di forza dei lavoratori e una prova di compattezza, unità; secondo che in queste assemblee venga messo i campo un calendario di lotta serio e prolungato per tutto il mese di febbraio intorno agli obiettivi principali:

netta opposizione al decreto e allo scudo penale;

rientro dei lavoratori delle ditte dell’appalto sospesi a seguito della lettera della Morselli;

martedì 24 gennaio 2023

pc 24 gennaio: Altri due migranti, una donna e un uomo morti/uccisi a Borgo Mezzanone

Gli assassini stanno nella Prefettura, nella Regione, nel Comune di Foggia, gli assassini sono i padroni dei campi. Quante volte i migranti di Borgo Mezzanone hanno lottato, hanno manifestato per chiedere case, diritti, condizioni di vita e di lavoro umane; al massimo hanno avuto incontri ipocriti e poi niente di niente... Tutti sapevano che in questi giorni il freddo è intenso, che si può morire in quelle baracche di freddo o di monossido di carbonio o per gli incendi, ma tutti se ne fregano!

Chi ha ucciso Queen e Ibrahim, come Bakary Secka, come Emmanuel, Elvis, come Samara Saho e tanti troppo altri, non sono state le esalazioni del braciere, ma chi sa benissimo le condizioni bestiali in cui migliaia di migranti sono costretti a dormire, mangiare.

Ma questi migranti si muoveranno dalle baracche e vi verranno a "trovare", signori che ve ne state al caldo nei vostri Palazzi...

Esprimiamo tutta la rabbia e solidarieta'


Due giovani migranti sono morti in una baracca del cosiddetto "ghetto" di Borgo Mezzanone, uccisi dalle esalazioni di monossido di carbonio prodotte da un braciere utilizzato per riscaldarsi. Altre due persone che dormivano nella stessa baracca sono rimaste leggermente intossicate.

A dare l'allarme sono stati alcuni migranti presenti nel grande insediamento dove vivono stabilmente oltre 1.500 stranieri occupati prevalentemente in lavori nelle campagne del Foggiano. 

Si chiamavano Ibrahim, dal Gambia e Queen, dal Ghana. Avevano entrambi 32 anni ed erano una coppia. La loro fine tragica è solo il dramma estremo di una situazione terribile che perdura da anni nelle campagne del foggiano, dove alloggiano in una baraccopoli, in condizioni invivibili e di sfruttamento, circa 1500 migranti, che aumentano d’estate con la raccolta dei pomodori. Vengono reclutati dai “caporali”, sottopagati e costretti a turni di 12-14 ore al giorno, anche con il caldo torrido.

“Sono morti nel sonno”, racconta al Sir Khady Sene, mediatrice culturale dell’ufficio immigrazione della Caritas di Foggia-Bovino, che si è recata subito sul posto. “I vicini se ne sono accorti perché è scoppiato un incendio. Hanno cercato di svegliarli ma oramai era troppo tardi. È la dimostrazione che queste persone sono dimenticate da tutti e non hanno il sostegno di nessuno. È una vergogna che deve riguardare tutti”.  “Sono sprovvisti di tutto e quando fa freddo cercano di organizzarsi come possono, con il freddo di questi giorni è difficile che riescano a scaldarsi a sufficienza”. 

Il 6 novembre 2018, Bakary Secka, 30 anni del Gambia. Nel 2019, nella stessa baraccopoli, altri due migranti – il nigeriano Emmanuel e la camerunense Elvis – furono uccisi dalle esalazioni di monossido di carbonio prodotte da un braciere. Il 26 aprile 2019 un altro gambiano, Samara Saho di 26 anni. Il 4 febbraio 2020 una donna africana rimane gravemente ustionata. Muore dopo tre giorni di agonia.  Il 12 giugno 2020 muore Ben Ali Mohamed, detto Bayfall, 37 anni del Senegal. Ma gli incendi non si sono fermati. Quattro negli ultimi cinque mesi: quattro baracche distrutte il 10 settembre, dieci l’1 ottobre, sei il 26 ottobre, quattro il 4 dicembre. 

Ma i drammi nel Foggiano non ci sono stati solo a Borgo Mezzanone. Il 9 dicembre 2016 un ragazzo di 20 anni, Ivan Miecoganuchev era morto in un incendio della sua baracca nel cosiddetto “Ghetto dei Bulgari”, in località Pescia. Nel “Gran ghetto” sorto nelle campagne tra San Severo e Rignano Garganico in località Torretta Antonacci, il 3 marzo 2017 sono morti bruciati due migranti di 33 e 36 anni entrambi originari del Mali, Mamadou Konate e Nouhou Doumbia. Il 17 dicembre 2021 nel rogo della loro baracca nel ghetto di Stornara, muoiono i fratellini rom bulgari Christian, 4 anni, e Birka, 2 anni.

L’ultimo dramma il 27 giugno 2022, nuovamente a Torretta Antonacci dove muore nel rogo della sua baracca Joof Yusupha, 35 anni del Gambia, bracciante finito a vivere in due metri per due di lamiere dopo aver perso il permesso di soggiorno a causa del cosiddetto “decreto sicurezza”. 

pc 24 gennaio - Intensificare la campagna - fuori Alfredo Cospito dal 41 bis - Su Soccorso Rosso proletario la campagna e molto altro

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