lunedì 23 gennaio 2023

pc 23 gennaio - Meloni in Algeria: il tronfio "piano Mattei" si riduce alla firma dell'ENI di protocolli per la fornitura del gas

Draghi lo aveva annunciato, Meloni lo ha inserito nel suo ampolloso "piano" di fascista memoria al servizio dell'imperialismo italiano (e, come tutti i fascisti, dimostra la sua natura di serva dei servi dei padroni) e l'ENI, perno fondamentale per la politica estera dell'imperialismo italiano, ci ha messo la firma. 

Il governo Meloni è sempre attento a tutelare i profitti stellari raggiunti dall'ENI che non verranno tassati mentre non prende nessun provvedimento per tutelare salari e stipendi dal carobollette.


L'Algeria ha firmato con l'Italia 5 nuovi memorandum d'intesa volti ad accrescere la cooperazione tra i due Paesi, soprattutto nel campo dell'energia. 

Gli accordi includono due memorandum per rafforzare la cooperazione energetica, aumentare le forniture di gas e l'interconnessione elettrica, portando alla costruzione di un nuovo gasdotto per trasportare l'idrogeno dall'Algeria a Roma.

Il memorandum, firmato da parte algerina dall'amministratore delegato di Sonatrach (l’Eni algerina), Toufic Hokkar, e da parte italiana dall'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, mira a incrementare le esportazioni di energia dall'Algeria verso l'Italia.

E' stato firmato anche un accordo per produrre le Fiat di Stellantis nel nord dell’Algeria.

Dal sito attaqa.net (agenzia specializzata sull’energia in lingua araba): "Il memorandum prevede l'aumento dell'attuale capacità di trasporto del gas, la creazione di un nuovo gasdotto per il trasporto dell'idrogeno, l'estensione di una linea elettrica marina per collegare i due paesi e l'aumento della capacità di produzione di gas liquefatto.

È stato inoltre firmato un memorandum d'intesa sulla cooperazione tecnologica per ridurre il gas flaring (la combustione altamente inquinante del materiale di scarto di lavorazione del metano convogliato verso la cima della torre di perforazione) e ridurre le emissioni, in quanto mira a identificare congiuntamente potenziali attività volte alla riduzione delle emissioni di gas serra in Algeria.

L'accordo prevede la costituzione di progetti congiunti per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica negli impianti di produzione di idrocarburi in Algeria.

L'amministratore delegato della società italiana Eni, Claudio Descalzi, ha rivelato che le forniture di gas algerino a Roma raggiungeranno i 28 miliardi di metri cubi entro il 2024."

Dietro alla grande enfasi che ha accompagnato la firma dei nuovi contratti, c'è la realtà di impegni concordati ad oggi con l'Algeria non portati a compimento: nel 2022 a fronte di un aumento concordato di 4 miliardi di mc ne sono arrivati solo 2,4 mentre nel 2023 l'annuncio è di +9 miliardi.



Descalzi (ENI): Con Sonatrach “aggiorniamo gli accordi annualmente sulle quantità che sono state rispettate: sono stati dati più di 3 miliardi di metri cubi e altri 3 miliardi nel 2023 e poi altri ancora”, ha affermato l’Ad di Eni. “Bisogna pensare che solo due anni fa l’Algeria dava all’Italia circa 21 miliardi di metri cubi, adesso ha dato 25, arriveremo a 28 miliardi l’anno prossimo e poi nel ’24-’25 supereremo ancora. È davvero un partner strategico che sta aiutando molto per l’Italia”, ha spiegato Descalzi.

“Con i colli di bottiglia al Sud un ‘hub Italia’ nel Mediterraneo è solo potenziale”

Il gas dell’Italia giunge in gran parte da sud e se vi è un collo di bottiglia, “il concetto stesso di hub è un grande potenziale che non si esprime” ha proseguito. Rispondendo a una domanda sul rendere l’Italia un hub del gas a livello europeo, Descalzi ha osservato che l’hub è fatto prima di tutto di gas da portare in Italia e “in 2-2,5 anni riusciremo ad avere quello necessario ai consumi”. Tuttavia, come ha osservato l’Ad di Eni “la sicurezza energetica è fatta anche di infrastrutture”. Descalzi ha ricordato che l’Italia ha cinque punti di connessione, quattro senza contare l’accesso di Tarvisio (in cui giunge il gas proveniente dalla Russia via Ucraina) in modo conservativo, e vanta tre rigassificatori. “Spero che presto possano diventare quattro” con l’aggiunta del rigassificatore di Piombino, ha osservato Descalzi, e cinque con il rigassificatore galleggiante che verrà attraccato a otto chilometri dalle spiagge di Punta Marina, nel comune di Ravenna. Secondo l’Ad di Eni, la realizzazione di rigassificatori al nord, potrà essere ampliata nel momento in cui anche la dorsale adriatica e quindi la rete che di gasdotti provenienti da sud sarà a sua volta ampliata. Infatti, come osservato dall’Ad di Eni, “tra Campania, Abruzzo e Molise abbiamo un collo di bottiglia”.

Come ha sottolineato da Descalzi “da sud possono arrivare circa 126 milioni di metricubi di gas al giorno, ed questo è il collo di bottiglia per il quale noi siamo quasi al limite”. L’amministratore delegato di Eni ha osservato che Snam ha già annunciato il piano di espansione che deve essere approvato dall’Arera. “Venendo tutto gas dal sud se abbiamo un collo di bottiglia, il concetto stesso di hub è un grande potenziale che non si esprime”.

Nessun commento:

Posta un commento