sabato 27 giugno 2020

pc 27 giugno - USA ancora sulla repressione contro 'antifa' del movimento proletario e antirazzista negli USA

da Tribune of the People  



Difendere i tre colpiti di Austin
A cura della redazione
La task force congiunta del dipartimento di polizia di Austin e l'FBI ha iniziato a individuare, rintracciare e arrestare i manifestanti che si ritiene fossero associati a una protesta contro la corporazione Target. Finora tre persone sono state arrestate e accusate di reati inventati per "partecipazione a una rivolta" e "furto con scasso di un edificio".
Il primo arresto per reato è stato effettuato tatticamente contro una giovane madre nera, che ha ricevuto entrambe le accuse sopra menzionate. Aveva solo trasmesso in streaming la protesta senza entrare nell'edificio o compiere alcun atto fisico che potesse essere considerato una rivolta. È stata presa di mira dallo Stato che ha immediatamente iniziato a etichettarla "Antifa" nel tentativo di

pc 27 giugno - La repressione negli USA contro il movimento proletario e antirazzista

da secours rouge

3 manifestanti appartenenti al Black lives Matter rischiano la prigione a vita

Colinford Mattis, Urooj Rahman et Samantha Shader sono stati arrestati a fine maggio durante le manifestazioni: Colinford Mattis, Urooj Rahmans sono accusati di aver lanciato una Molotov contro la finestra di un auto  NYPD, che era già scassata e abbandonata dalla notte del 29 maggio,  Samantha Shader che ha una lunga storia di resistenza alla polizia è stata arrestata separatamente, anch'essa per lancio di Molotovlancé un cocktail Molotov, che non è scoppiata contro un'auto della polizia, con poliziotti dentro. I  tre compagni sono in prigione e rischiano la prigione a vita, con un periodo minimo di 45 anni, essendo accusati di utilizzo di esplosivi per 'commettere un crimine' e 'complotto per un incendio criminale'
Sono detenuti senza cauzione  L'amministrazione Trump sta lavorando perchè vengano giudicati  dalla Corte Federale e vogliono usare il processo come parte della campagna contro il movimento 'antifa' antifascista
Samantha Shader, Colinford Mattis et Urooj Rahman

pc 27 giugno - Pandemia e situazione mondiale - leggere e far circolare l'importante editoriale di oggi su proletari comunisti

pc 27 giugno - BRT ex Bartolini Bologna - senza sicurezza non si lavora...

Covid: contagi alla Bartolini, chiuso magazzino. Sì Cobas: "Preoccupati per il settore"



Covid: contagi alla Bartolini, chiuso magazzino. Sì Cobas: "Preoccupati per il settore"
"E' stato chiuso il magazzino Brt Roveri (Bologna) per rischio focolaio: 4 operai colpiti dal coronavirus (poi saliti)". Così fa sapere Si Cobas - che aveva anche proclamato uno sciopero aziendale a metà giugno - aggiungendo che è stata infine concordata con l'azienda "la chiusura per 15 giorni e il tampone per gli operai". Il contagio riguarderebbe i facchini interni allo spedizioniere, a contratto con una cooperativa. 
"L'allarme è partito dagli operai, quando sono venuti a conoscenza della positività di alcuni colleghi" - secondo quanto ha riferito a Bologna Today Nabil, rappresentante sindacale dei lavoratori dei magazzini della zona Roveri, le due sedi hanno sospeso le attività - nessun problema per le spedizioni, il servizio viene svolto dalle altre filiali del bolognese".
I contagi poi sono aumentati, riferisce Si Cobas "sono 17 su 168 lavoratori. Ora sono tutti in quarantena, si resta in attesa del risultato dei tamponi".
"Quando allo scoppio della pandemia chiamammo i lavoratori all'astensione, firmammo dei protocolli di sicurezza con diverse aziende, Bartolini arrivò per ultimo", hanno detto a Bologna Today Tiziano Loreti e Simone Carpeggiani del sindacato, che non nascondono la preoccupazione per l'intero comparto della logistica, al di là della situazione alla Brt: "Siamo molto preoccupati, la situazione sta pericolosamente sfuggendo di mano, si sono registrati altri casi di contagi nei magazzini della logistica, non si può lavorare ammassati in questo periodo. Ci aspettiamo il peggio".

pc 27 giugno - Assemblea popolare NO TAV e prossime iniziative

In tarda serata si è conclusa l’assemblea popolare che ha visto moltissimi No Tav incontrarsi per fare un punto della situazione e pianificare le prossime iniziative.

Molto spazio è stato dato al racconto delle esperienze dal presidio permanente dei Mulini che continua ad essere assediato da parte delle forze dell’ordine,  ma nonostante ciò vede tante persone portare viveri e proporsi per i cambi. Tale esperienza, che vede protagonisti molti giovanissimi, è un qualcosa da sostenere fortemente!
Non sono mancate le considerazioni rispetto al periodo appena concluso della pandemia, il lockdown, per essere più precisi a quelle che dovrebbero essere le priorità in un paese dove il sistema ha mostrato a tutti le sua insufficienza.
Altre considerazione hanno approfondito le prospettive di lotta, a breve e più a lungo periodo, e nonostante oggi appaia sempre più probabile uno stop della tanto sbandierata “ripresa dei lavori” (ciò che conta era avere i titoli dei giornali e quelli li hanno avuti), l’assemblea ha convenuto sulla necessità  di contrastare la militarizzazione della valle, creare disturbo ai lavori e continuare a denunciare l’inutilità e la pericolosità dell’opera in tutti i luoghi immaginabili, istituzionali e non.
Delle tantissime iniziative di cui vi daremo notizia compiuta sui canali comunicativi del movimento nelle prossime ore, soprattutto rispetto a quella che si preannuncia un’intensa estate di mobilitazione, riportiamo qui ora gli appuntamenti di questo fine settimana:
sabato 27 giugno:
ore 17,30 appuntamento Piazza del Sole Susa
ore 19 Giaglione, giardinetti
domenica 28 giugno:
ore 11 centrale elettrica Chiomonte performance “Un violador en tu camino”!
ore 16 San Didero (luogo da comunicare)
Da notav.info

pc 27 giugno - Roma solidale con il Grup Yorum


A Castro Pretrorio, cento metri a distanza dall’ambasciata turca in via Palestro, si sono alternati al microfono le denunce della persecuzione contro il gruppo ma anche contro gli oppositori politici turchi e gli attivisti curdi.
Queste le richieste del Grup Yorum sostenute dalla reti solidali in Italia ed in altri paesi:
*Annullamento dei bandi dei concerti;
*Fine delle irruzioni nel loro Centro Culturale İdil di İstanbul;
*Scarcerazione immediata dei membri di Grup Yorum in prigione;
*Cancellazione dei nomi dei membri di Grup Yorum dalle liste dei ricercati.
Per portare avanti queste richieste molti membri di Grup Yorum sono stati in sciopero della fame e due di loro hanno tramutato lo sciopero della fame in death fast (ovvero in sciopero della fame fino alla morte). Helin Bölek e İbrahim Gökçek sono diventati martiri rispettivamente ad aprile e a maggio. Attualmente ci sono due prigionieri politici Didem Akman e Özgür Karakaya, in death fast da 117 giorni e due Avvocati del Popolo Ebru Timtik e Aytac Ünsal, in death fast rispettivamente da 167 giorni e 136 giorni per chiedere giustizia.

 il reportage fotografico sulla manifestazione di Patrizia Cortellessa. contropiano



pc 27 giugno - Mondragone - Noi siamo da una parte sola... i braccianti bulgari sfruttati, schiavizzati, contagiati e ora segregati

Le manifestazioni razziste che cavalcano la tigre del contagio sono all'insegna dell'assembramento che alimenta la pandemia;
gli sciacalli della guerra fra poveri xenofoba e razzista - camorra e Salvini vanno contrastati con tutte le forme militanti e di massa

Una molotov lanciata contro un furgoncino con targa bulgara ha scosso la notte sotto assedio della "zona rossa" dei palazzi ex Cirio di Mondragone, il quartiere dormitorio dove vive, spesso in condizioni fatiscenti, la comunità di bulgari ora in isolamento dopo i 43 casi di positività al Covid. 
Alcune autovetture parcheggiate nella stessa strada, con targa bulgara, sono state danneggiate

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, invia l’Esercito (un centinaio di militari in tutto) a

pc 25 giugno - LA SALUTE NON E’ MERCE! LA SANITA’ NON E’ UN'AZIENDA! info solidale

Sosteniamo tutte le lotte dei lavoratori e cittadini su questo fronte,
ma  per chiarezza non condividiamo in questa posizione l'insistenza  su "irresponsabile incapacità... politica scellerata..."

La privatizzazione della sanità, la gestione del potere politico nazionale e locale della pandemia sono espressione del sistema capitalistico. E' tempo che la lotta sia in ogni settore su basi di classe, così come è necessario che si pretenda e si lavori per il rovesciamento di governi centrale e locali e si apra la strada per l'effettivo rovesciamento rivoluzionario del capitalismo costruendo gli strumenti necessari
partito, fronte unito, forza combattente.

proletari comunisti/PCm Italia
27 giugno 20
*****

Nel ricordo degli oltre 200 operatori sanitari vittime del Covid-19. Un ringraziamento  di cuore a  loro e a quanti/e, rischiando la vita, si sono battuti in prima persona per vincere questa battaglia. Le condoglianze ai familiari di tutte le vittime di questi mesi.

In questi mesi di pandemia, la mancanza di 'salute e sicurezza' negli ambienti della sanità hanno fatto sì che fossero contagiati migliaia di operatori sanitari (medici, infermieri, Oss, addetti a servizi e pulizie).
Un  cancro  contro lavoratori e lavoratrici che producono la ricchezza della società in

pc 27 giugno - ArcelorMittal - riattivare lo scontro di classe tra padroni e operai con una piattaforma autonoma

fuori dal sindacalismo collaborazionista e dall'ambientalismo antioperaio
a partire dalla battaglia
per la cassa integrazione a salario intero e dalla riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga

Difendere i posti di lavoro, rientro dei cassintegrati in cigs nell'unica platea operaia - Mittal o non Mittal

C'è una sola soluzione accettabile per gli eventuali esuberi: prepensionamenti  per estensione legge amianto, lavori usuranti, legge Taranto risarcitoria, nella siderurgia "25 anni bastano".

Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto
27 giugno 2020

In fabbrica i lavoratori mal sopportano la cassa integrazione a raffica e il perdurante stipendio ridotto

Da Corriere di Taranto - Gli stati generali protrattisi per nove giorni sono finiti, ma l’indifferenza dei ministri Stefano Patuanelli, Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri nei confronti della delicata questione dell’ex Ilva continua. Tra i lavoratori si sta insinuando la sensazione che sia ArcelorMittal a dettare, in silenzio, i tempi di una vertenza sindacale che, al tirar delle somme, rischia di dimezzare il numero dei dipendenti del gruppo siderurgico rispetto a quanti erano il 6 settembre 2018 quando la multinazionale franco-indiana ha preso in affitto i siti produttivi dell'Ilva: da 12.400 a 7.500 se il Governo accetterà o sarà costretto ad accettare gli ulteriori 3.300 esuberi in tutti gli stabilimenti italiani, quello di Novi compreso. Esuberi destinati a campare con la cassa integrazione ancora per parecchio tempo. Di quante siano le persone che attualmente non servono al ciclo produttivo di ArcelorMittal, secondo quanto dichiarato dall’Amministratrice Delegata Lucia Morselli «il Governo era a conoscenza dal 4 marzo, giorno in cui è stato consegnato ai suoi esponenti il piano industriale»

pc 27 giugno - EDITORIALE: Pandemia e crisi mostrano la polarizzazione nel mondo tra imperialismo e proletari e popoli oppressi, tra reazione e rivoluzione.

Il dilagare della pandemia nel mondo è espresso in maniera semplice dalla nuova classifica del contagio e dei morti.
Stati Uniti: 2.440.000 - Brasile: 1.157.000 - Russia: 606.000 - India: 472.000 - Gran Bretagna: 308.000 - Perù: 260.000...

Non è solo la macabra contabilità, ma anche la manifestazione evidente che là dove sono al potere governi dittatoriali, fascio-populisti - che da sempre hanno sostenuto con diverse sfumature che la pandemia era una "influenza", era "esagerata", era "colpa della Cina" e che il lockdown era un rimedio peggiore del male - al servizio dei profitti delle multinazionali, al servizio dell'economia del capitalismo brutale, delle borghesie asservite all'imperialismo, lì il contagio è arrivato ed è devastante. E si fonde con la povertà.
In questi paesi non c'è il lockdown ma la guerra ai popoli per difendere il potere dei Trump, dei Bolsonaro, dei Modi, del regime fascista e corrotto in Perù.
Questi paesi non sono solo l'epicentro della pandemia, ma sono e possono sempre più diventare l'epicentro della ribellione e della lotta rivoluzionaria dei popoli.
Gli Stati Uniti stanno lì a dimostrarlo. Il vento di Minneapolis ha contagiato tutto il paese e il

pc 27 giugno - Salvini un cancro da estirpare con tutti i mezzi possibili e necessari

Salvini a processo il 19 ottobre a Torino per vilipendio dei giudici

Il leader della Lega disse che la magistratura "è un cancro da estirpare". Il dibattimento avrebbe dovuto iniziare il 2 marzo ma è slittato a causa dell'emergenza coronavirus
Si terrà il 19 ottobre, alle 15, al tribunale di Torino il processo che vede imputato Matteo Salvini, accusato di vilipendio dell'ordine giudiziario. L'udienza del 2 marzo scorso era stata rinviata a causa dell'emergenza Covid. In quell'occasione il legale del leader della Lega Claudia Eccher aveva ribadito "la piena disponibilità di Salvini partecipare all'udienza". L'episodio contestato risale al 14 febbraio 2016, quando durante il congresso regionale della Lega tenutosi al palasport di Collegno, nel Torinese (organizzato per l'elezione del nuovo segretario regionale) l'allora europarlamentare Salvini pronunciò alcune frasi nei confronti della magistratura ritenute offensive. In particolare, a proposito di un'inchiesta sulle spese pazze dei politici in Liguria, Salvini disse: "Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana, che è un cancro da estirpare".

pc 27 giugno - DIFENDERE IL SALARIO - RIDURRE L'ORARIO!

Cassa integrazione a copertura del salario intero - strumento in questa fase di difesa del salario e della prospettiva di lavoro, dentro la crisi che si manifesta e che annuncia un presente nero e un autunno peggiore.
Su questo occorre che il movimento operaio e dei lavoratori si muova come un esercito compatto.
Altro che scioperi generali fumosi, con piattaforme improponibili.
Questa rivendicazione, insieme alla apertura generale della riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga sono le rivendicazioni generali su cui costruire lo sciopero generale, dal basso come dall'alto, per porre un 'decreto operaio', con un braccio di ferro con i padroni, i governi qualunque essi siano, l'Europa, ecc.
Ma il collaborazionismo dei vertici sindacali, il burocratismo autoreferenziale di dirigenti dei sindacati di base sono un ostacolo all'unità di classe su rivendicazioni semplici e generali, da strappare con la lotta generale.
Il Patto d'Azione rappresenta un primo passo positivo. Su questo si deve unire l'assemblea dei delegati in preparazione, perchè sia un motore di ciò che abbiamo bisogno.
Solo così all'autunno nero di padroni e governo potremo opporre il nuovo "autunno caldo", l'uscita dal lungo inverno.

proletari comunisti
27.6.20

pc 27 giugno - "ABITI SPORCHI" DI FATICA, MISERIA, SANGUE - Da La Bottega del Barbieri

Le informazioni che ci interessano davvero sono quelle che servono alla lotta, all'organizzazione delle lavoratrici

«ABITI PULITI»: FACCIAMO LUCE SULLO SFRUTTAMENTO
27 Giugno 2020 La Bottega del Barbieri
di Deborah Lucchetti (*) - stralci

"...Per decenni, marchi e distributori hanno realizzato profitti attraverso un modello a basso costo e ad alta intensità di manodopera. La mancanza di trasparenza ha permesso ai marchi di prendere le distanze dai lavoratori lungo la filiera ed eludere le proprie responsabilità di garantire salari dignitosi e porre fine allo sfruttamento nelle catene di fornitura. Inoltre ha impedito ai lavoratori di organizzarsi e chiedere una retribuzione equa per il loro lavoro.
Le aziende spesso non pubblicano informazioni sulla loro catena di fornitura perché ciò significherebbe associare il proprio brand ai salari di povertà che ricevono i lavoratori e le lavoratrici...
“Non abbiamo mai visto dati sui pagamenti dei marchi, sui prezzi che pagano davvero. Il nostro direttore dice sempre che siamo in perdita. Secondo lui dovremmo lavorare ancora di più” ci ha raccontato una lavoratrice dalla Croazia.

La pandemia di COVID-19 ha messo ulteriormente a nudo le disuguaglianze nel settore della moda: i

venerdì 26 giugno 2020

pc 26 giugno - Terremoto in Messico Oaxaca nel mezzo della pandemia - una corrispondenza dai compagni messicani

CORRIENTE DEL PUEBLO SOLROJO DE OAXACA

Un nuevo sismo sacude Oaxaca en medio del COVID19


Imagen del Centro Histórico de Oaxaca
Un nuevo sismo de 7.5° en la escala Richter con epicentro en la Costa oaxaqueña ha sacudido la entidad y otros estados del país, incluida la Ciudad de México.

Por supuesto, el recuerdo inmediato de los sismos de 2017 y su terrible impacto en Oaxaca, Morelos, Estado de México y Ciudad de México, ha venido a sobresaltar a la población, y como suele ocurrir en estos casos, a los más pobres de entre los pobres, muchos de los cuales siguen esperando la reconstrucción de los daños a casi tres años de distancia.

El nuevo sismo del 23 de junio de 2020 ha dejado nuevas pérdidas humanas, al menos seis personas fallecidas hasta este momento, un número considerable de heridos y por supuesto, nuevos daños materiales que están siendo cuantificados. En las ocho regiones de la entidad el sismo hizo sentir su furia, pero esta vez la Costa, la Sierra Sur y los Valles Centrales han sido los más afectados; las imágenes del centro histórico con inmuebles dañados, fisurados y con desprendimientos dan un panorama de la situación que se vive en las comunidades más alejadas donde existen casas destruidas, escuelas e infraestructura comunitaria dañada y caminos sepultados bajo el alud de rocas que en diversas partes de la entidad se registraron. Algunas comunidades permanecen incomunicadas tras los derrumbes, mientras que la Refinería Antonio Dovalí Jaime, en el Puerto de Salina Cruz, registró un incendio parcial tras el movimiento telúrico.

Incendio en Refinería Antonio Dovalí Jaime, Salina Cruz.
Los sismos en Oaxaca no son algo nuevo ni ajeno a la forma de vida del pueblo, que ha debido adaptarse a ello y hacerlo ante el desentendimiento general del viejo estado. Los distintos niveles de gobierno no han tenido la capacidad ni el interés en atender a la población en situaciones similares, no solo durante la emergencia, sino tampoco en la prevención. Los sistemas federal y estatal de protección civil suelen ser un paliativo ante los desastres naturales, y antes de ello su función es eminentemente estadística e informativa, pero desconectada del modelo de desarrollo urbano y rural que genera riesgos estructurales de manera desigual según la orografía, la estatígrafa del suelo y los procesos constructivos, sin tomar en cuenta la forma cambiante del suelo y subsuelo ante los métodos depredadores que acompañan a los megraproyectos extrativistas como minería, presas hidroeléctricas, refinerías, vías férreas, súper carreteras, parques eólicos, etc. que han sido tan denunciados por las comunidades afectadas.

Inmuebles dañados
Este nuevo sismo ha llegado precisamente en medio de la pandemia del COVID19, que mantiene a las masas más profundas del pueblo en la incertidumbre, el desempleo, la falta de ingresos, el hambre y mil preocupaciones más como el pago de rentas, de servicios y la precaria salud que se padece en un contexto donde los servicios de salud han colapsado en las ciudades, mientras que en el medio rural simplemente no existen o son insuficientes.
Al pueblo sólo le queda confiar en sus propias fuerzas, volver a movilizarlas y organizarlas en Comités de Apoyo y Comités de Sanidad e Higiene; defender los derechos del pueblo es tarea permanente ante los fenómenos naturales, las pandemias y las políticas antipopulares del régimen.


Publicadas por SolRojista a la/s 11:25

pc 26 giugno - Corrispondenza dalla Tunisia - Dopo tre anni Tataouine spaventa nuovamente Tunisi



La Tunisia nelle ultime settimane è attraversata da proteste e rivolte in un contesto politico nazionale e regionale molto precario. Infatti il cosiddetto “governo di unità nazionale” per sua composizione e interessi particolaristici dei partiti che lo compongono è percorso da una frattura interna che può approfondirsi in maniera irreversibile (leggi nostro articolo precedente in merito); inoltre anche se il paese è stato tra i meno colpiti dalla pandemia in termini sanitari, essa ha assestato un colpo ulteriore alla già precaria e ultra indebitata economia del paese che diventa ancor più dipendente dalle agenzie economiche internazionali e dai paesi imperialisti con ricadute interne devastanti: aumento del già alto tasso di disoccupazione, rallentamento della crescita, licenziamenti e carovita all’orizzonte.
maghreb
Inoltre il piccolo paese, è stretto tra due grandi paesi nordafricani adesso altamente instabili: in Algeria, dopo una pausa causata dalla pandemia, sono riprese le manifestazioni “contro il sistema”, in Libia invece la guerra non si è mai fermata, anzi si è intensificata con l’aumento dell’ingerenza straniera in particolare di Turchia, Egitto, Francia ma anche di Italia, Qatar, Russia e USA, quest’ultimi vorrebbero avere una presenza militare stabile proprio in Tunisia per meglio influire in Libia in particolare ed in Nord Africa in generale.
Su questa polveriera è seduto il governo Fakhfakh che ha recentemente annunciato misure di austerity giustificandole con la volontà di questo governo di non far aumentare il debito estero del

pc 26 giugno - Oggi affrontiamo l'impero ArcelorMittal e la crisi siderurgica mondiale - da Taranto in collegamento telematico

Per eventuali problemi nel
collegamento telematico
tel a 3355442610

pc 26 giugno - Morti e gravi incidenti sul lavoro nelle fabbriche a Venezia e Ast di Terni


Incidenti lavoro: morto operaio schiacciato da pressa in azienda carpenteria nel veneziano

Grave infortunio sul lavoro all'Ast, ferito un operaio


Riportato la frattura dell'omero e del bacino l'operaio ternano di 40 anni che, gioved' 25 giugno, è rimasto ferito mentre stava lavorando nel reparto Lac dell'Ast. Secondo una prima ricostruzione dei fatti l'uomo sarebbe stato colpito da un contenitore di scarti metallici mentre veniva collocato a terra con un carroponte. L'operaio è stato subito soccorso dai colleghi di lavoro che hanno dato l'allarme al 118. E' stato quindi ricoverato in ospedale in gravi condizioni. La dinamica dell'incidente sul lavoro, accaduto in mattinata alle acciaierie di viale Brin, è ancora in corso di accertamento.

pc 26 giugno - Bologna - alla BRT operai della logistica malati ed esposti al contagio da padroni assassini

Coronavirus, a Bologna focolaio nella ditta di logistica Bartolini: i positivi salgono a 64... ci sono un’altra decina di positivi in altri magazzini della logistica tra l’Interporto e Calderara di Reno di cui, secondo Simone Carpeggiani di SiCobas, «2 in Dhl, 2 in Tnt, 2 in Pelletways». I sintomatici sono 9; due i ricoverati. Lo screening per cercare di confinare il focolaio è ora esteso a 370 persone. «È una cosa grossa, la situazione sta peggiorando. Parliamo di almeno mille persone, siamo preoccupati: anche perché nessuna di queste aziende ha chiuso», ha detto Carpeggiani a Fanpage.
BOLOGNA - Numeri in evoluzione quelli che riguardano la situazione alla Brt (ex Bartolini), nota ditta di logistica. Nei magazzini di via Roveri dai quarantacinque operai positivi al covid (con un ricovero ospedaliero) si sale ora a 64 persone fra lavoratori e parenti. In particolare, spiega Paolo Pandolfi - direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell'Ausl di Bologna - "sono 47 i dipendenti positivi, di cui 6 sintomatici", cui si sommano "altri 17 casi, riconducibili al focolaio lavorativo della Bartolini, tra familiari e conoscenti, di cui tre sintomatici". Cifre che fotografano la situazione a ieri. I ricoverati in reparti covid sono 2, gli altri positivi sono tutti in isolamento a casa.L'indagine è partita "dopo la segnalazione di un medico, la settimana scorsa. Ma i lavoratori hanno contattato tardivamente il proprio medico - sottolinea Pandolfi- e questo non va bene. Serve molta responsabilità in questo momento". "Le regole, in magazzino, non venivano rispettate in modo sistematico. Abbiamo notato che, qualche volta, le persone non usavano la mascherina e non rispettavano la distanza di sicurezza di un metro. Non è che non venisse usata la mascherina in generale, ma veniva usata in modo saltuario, quindi non in modo corretto

Abbiamo saputo dei primi due casi positivi il Bartolini il 15 giugno, dieci giorni fa – ha spiegato ancora il coordinatore provinciale di SiCobas -. Abbiamo subito chiesto all'azienda e alle istituzioni di avviare la procedura di quarantena per i lavoratori, ma non abbiamo ricevuto risposta. L'azienda aspettava indicazioni dall'Asl, la quale però a sua volta non ha voluto prendersi la responsabilità di chiudere tutto". In una mail che il sindacato ha inviato proprio il 15 giugno si legge, nello specifico: "Siamo venuti a conoscenza che presso il magazzino di BRT Zona Roveri (BO) sono stati riscontrati 2 lavoratori Positivi al Covid-19. Per prevenzione di tutti i lavoratori operanti presso il suddetto magazzino ed evitare nuovi focolai, chiediamo a nome e per conto dei lavoratori che venga obbligatoriamente effettuato il Test sierologico a tutti, come previsto dal decreto CDM di Marzo 2020, a partire dalla data odierna. Informiamo che, se non vi è la disponibiltà di effettuare i suddetti Test, i lavoratori, a partire da oggi stesso, non entreranno sul luogo di lavoro mettendosi in Quarantena preventiva. Richiediamo quindi che, se sopraggiunga la necessità dei lavoratori di sottoporsi alla Quarantena preventiva, l'azienda retribuisca tutti i dipendenti poichè assenti dal posto di lavoro per causa Covid-19″.

pc 26 giugno - Mondragone - Braccianti sfruttati, schiavizzati e ora malati .. invece che solidarietà e sostegno odiose manifestazioni razziste


. Il clima è da faida e c’è qualcuno che addirittura evoca scenari drammatici, quelli che portarono il clan La Torre, trent’anni fa, a ordinare, ed eseguire, una sorta di pulizia etnica ai danni degli africani. Dal particolare al generale, l’uomo che si vanta di essersi fatto giustizia da solo è una delle facce della rivolta «anti-bulgari» esplosa in città. Gridano nel palazzo comunale, i manifestanti, e le loro parole sono la sintesi dell’odio che ha investito Mondragone come una palla di cannone sparata a freddo, senza avvertimenti. La bomba sociale si è innescata ieri e l’invio dell’Esercito mira a contenerne le conseguenze. Tra il Comune e i Palazzi Cirio protestano in duecento e ognuno si scaglia contro l’«altro», lo straniero, in un crescendo di recriminazioni che investono le istituzioni locali e la politica in generale, di colpe che hanno una genesi perlomeno decennale, a quando i Palazzi Cirio sono diventati un’enclave bulgara da cui attinge il caporalato più becero che sfiora la fisionomia della schiavitù.
.... Gli italiani chiedono «sicurezza sanitaria», ma si assembrano sotto i Palazzi, l’uno sull’altro, molti senza mascherina, dentro il perimetro che delimita la zona rossi....«Controllate con i vigili urbani le stanze locate a nero nei Palazzi Cirio, con i subaffitti non registrati diversi proprietari incassano cento euro a testa dai lavoratori stagionali», grida una donna. .....i bulgari avevano protestato per chiedere cibo e la possibilità di uscire per guadagnarsi da vivere nei campi come braccianti. Nel pomeriggio, una piccola folla di italiani chiede il rispetto delle prescrizioni. E basta un attimo per sfiorare lo scontro alle due comunità. Non a caso il vescovo di Sessa Aurunca, monsignor Piazza, aveva lanciato un appello a evitare ogni forma di xenofobia...... arrivati a quota 43 i casi di positività al Covid nel focolaio emerso nel complesso residenziale ex Cirio, a Mondragone. L'unità di crisi della Regione Campania fa sapere che alle ore 18 del 25 giugno i tamponi esaminati da inizio screening (sabato 20 giugno) sono stati 727. Quelli risultati positivi sono 43 Covid, a Mondragone la protesta dei braccianti "rinchiusi" nella zona rossaCovid, a Mondragone la protesta dei braccianti "rinchiusi" nella zona rossa

pc 26 giugno - Roma, presidio di solidarietà con il Grup Yorum

L’evento si svolgerà a Roma nei pressi dell’ambasciata turca fermata metro Castro Pretorio, davanti alla Biblioteca Nazionale

Chiediamo:

*accogliere le richieste di Grup Yorum;
*ritirare i militari italiani dal territorio turco;
*termine del commercio di armi con la Turchia.

NON LASCIAMOLI SOLI.

DIAMO VOCE A CHI HA SOLO IL PROPRIO CORPO PER FAR CONOSCERE AL MONDO INTERO LA BARBARIE CRIMINALE DI ERDOGAN E DEL SUO GOVERNO.
LIBERTÀ PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI TURCHI.
STOP ALLA VENDITA DI ARMI ALLA TURCHIA.
COMITATO SOLIDALE GRUP YORUM
Per aderire all’iniziativa, potete scrivere un’email a:
comitatosolidalegrupyorum@gmail.com
Adesioni: Sinistra Anticapitalista, Fondazione La Rossa Primavera, Potere al Popolo, P. Carc, Patria Socialista, Centro Culturale Berkin Elvan, Banda Bassotti, Nobavaglio – Liberi di essere informati, Anpi Sezione Università “Partigiani Sempre” Walter Rossi – Roma, Anpi Provinciale di Roma, Osservatorio Repressione, Associazione Culturale “Prima Base” – Bologna, Rete dei Comunisti Roma, Noi Restiamo Roma, OSA Roma, Comitato madri per Roma città aperta, Soccorso Rosso Proletario, Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, Circolo di Roma Associazione Nazionale di Amicizia Italia Cuba, Associazione Nazionale Giuristi Democratici.
Singoli: Alberto Fazolo giornalista, Murat Cinar giornalista, Vincenzo Barone avvocato, Mari Franceschini presidente Anpi provinciale di Perugia, Giuseppe Luigi Bruzzone pacifista e obiettore di coscienza, Enrico Capuano musicista, Lavinia Mancusi musicista, Michele Capuano musicista Canzoniere Italiano, Lenny Bottai segretario PC Livorno, Fabio Marcelli Avvocato Giurista Democratico, Michela Arricale Avvocato Giurista Democratico, Vincenzo Bellantoni Carovana Antifascista, Claudio Cannistraro farmacista.

pc 26 giugno - Il 27 giugno in piazza contro l’occupazione israeliana e i piani di annessione imperialisti e sionisti


il  piano di Trump-Netanyahu-Friedman è una annessione che, come già l’occupazione illegale, che viola il diritto internazionale e le convenzioni di Ginevra, oltre a stracciare gli stessi accordi di Oslo, già sepolti dai governi di Netanyahu.

Il 27 giugno si manifesta in tante città italiane per dire no all’annessione, per la fine dell’occupazione, per dire sì allo Stato di Palestina con Gerusalemme capitale, per il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, per la libertà per i prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane.
Manifestazioni sono state convocate a Roma, Napoli, Milano, Bari, Bologna, Firenze, Cagliari, Palermo, Messina, Venezia, Vicenza, Genova.
Le centinaia di adesioni di comitati, associazioni, partiti, forze politiche e sociali, in numerose città, sono testimonianze che ci fanno rivivere una solidarietà internazionalista oscurata da tempo.

pc 26 giugno - QUESTA E' LA "SANATORIA" DELLA INDECENTE BELLANOVA, AD USUM ELETTORALE

Tra istituzioni che sanno e lasciano vivere in condizioni bestiali, padroni che sfruttano come schiavi i braccianti migranti... 
A Nardò (LE)

Luci accese, anche di giorno: spreco al campo di Boncuri dove i braccianti agricoli, per lo più immigrati, non possono ancora entrare. Il campo è chiuso, nonostante i proclama di Comune e Regione. Ma i raccoglitori delle angurie sono li già da tempo. E dormono sui cartoni, tra la spazzatura. Dicono di essere già 40 e, infatti, sulla ghiaia si intravedono giacigli improvvisati e indumenti lasciati ad asciugare. Loro vengono dalla Campania. Tra poche ore arriveranno altrettanti «siciliani».
Ieri il recinto con i container che si trova nella zona industriale di Nardò era abbandonato a se stesso dopo l’utilizzo dello scorso anno. Dietro la grata i segnali evidenti della fatiscenza. E in piena luce solare c’erano tutti gli enormi fari alogeni accessi. A pochi metri dall’ingresso, i primi «ospiti» dormono in un campo incolto tra spazzatura e cartoni. Sono del Gambia, Mali, Senegal. «Siamo qui perché il lavoro c’è già da tempo», dicono. Per mangiare, una volta al giorno, vanno alla mensa Caritas, in Centro storico. A piedi, lungo una strada pericolosissima. Niente campo, niente trasporti, niente cibo, niente ricoveri, malgrado le riunioni plenarie e ottimistiche, poche settimane fa in Prefettura, con enti territoriali, associazioni datoriali e diversi «attori». Le condizioni igienico sanitarie dei migranti sono gravissime non hanno a disposizione ne’ acqua, ne’ giacigli dignitosi, ne’ spazi o strumenti per la minima sussistenza.

A Laterza nel Tarantino

A lavoro nei campi per circa 12 ore al giorno e per pochi spiccioli. 4 cittadini indiani sarebbero stati costretti a svolgere per ore attività durissime, tra pastorizia e agricoltura, nelle campagne di Laterza, in provincia di Taranto. Ma non è tutto. Secondo l’accusa, i quattro lavoravano in condizioni di sfruttamento e dietro un compenso al di sotto dei livelli retributivi previsti, per 2 euro all'ora. Per questo i Carabinieri hanno arrestato e posto ai domiciliari per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro un 55enne indiano, accusato di essere il caporale, e un imprenditore agricolo italiano di 61 anni, con precedenti specifici. 

pc 26 giugno - IL CORVO DICE AL MERLO: QUANTO SEI NERO!

Più o meno tutta la stampa borghese torinese riporta, sulle varie edizioni di mercoledì ventiquattro giugno, il giudizio che la sindaca uscente del capoluogo regionale piemontese dà delle politiche del Partito Democratico.
Il Quotidiano Piemontese titola «Chiara Appendino: su alcuni temi il Partito Democratico è molto vicino a posizioni di destra», mentre nel pezzo precisa: «vedo onestamente un Pd che sui temi della mobilità, Ztl, dell’ambiente è molto vicino alle posizioni di destra».

Ci risulta complicato non concordare con il sindaco della prima capitale d’Italia: sulle questioni che riguardano l’ecologia i sedicenti democratici sono da sempre schierati a favore della devastazione ambientale per riempire le tasche dei padroni.
Al primo cittadino subalpino, però, imputiamo una certa qual leggerezza nell’affibbiare la patente di

giovedì 25 giugno 2020

pc 25 giugno - Covid tra i migranti - Solidarietà e lotta alla campagna fascio-razzista

Il Covid tra i migranti riscatena la campagna fascio-razzista e populista di Salvini, centro destra e ala salviniana dei 5stelle sia già passata con la Lega sia coperta da Di Maio-Di Battista.

Rilanciamo ora la solidarietà e la lotta per l'abolizione dei decreti sicurezza.

28 migranti risultano positivi sui 211 tratti in salvo dalla Sea Watch. Si trovano nella nave-quarantena mobbyzzata a Porto Empedocle.
Facciamo appello alla massima assistenza sanitaria e chiamiamo alla solidarietà.
Innanzitutto solidarietà vuole dire affermare chiaro e netto che non ci sono "untori" tra i migranti e non c'è nessun pericolo di trasmissione del contagio;
scendere subito in campo contro il rilancio della politica dei porti chiusi, dell'attacco alle Ong, dello sciacallaggio strumentale che torna ad assumere i toni da campagna elettorale verso le Regionali.
Noi ci fidiamo dell'Ong Sea Watch e delle misure sanitarie attuate.

L'estensione della pandemia a livello mondiale che si fonde con la drammatica situazione in Libia e con il nuovo terminale della migrazione dalla Tunisia è responsabilità esclusiva dei governi imperialisti e dei 'signori della guerra', del dilagare della doppia miseria, quella esistente e quella aggravata dalla crisi economica mondiale.
Il governo Conte/Pd/Di Maio non ha mantenuto le sue promesse neanche minimamente sui decreti sicurezza e il crescente ruolo dell'Italia in questa fase della guerra libica, alleata di Erdogan, e sotto l'egida americana, non potrà che alimentare il dramma dell'immigrazione di massa.
E figuriamoci se il recente accordo Italo-libico può garantire alcun diritto umano e la fine dei lager della tortura e della morte.

I comunisti, i proletari d'avanguardia, i movimenti sindacali di classe, antirazzisti hanno un ruolo politico e sociale da giocare, essendo in sostanza l'unica opposizione a questo governo e al fascio razzismo Salvini/Meloni.

pc 25 giugno - METALMECCANICI - UNA MANIFESTAZIONE SCARSAMENTE PARTECIPATA, MA PORTATA FORTE E CHIARA LA VOCE DEL SINDACALISMO CLASSISTA E COMBATTIVO

Delegazioni operaie sperdute in una piazza distanziata, ad ascoltare comizi rituali e proposte non adatte all'emergenza lavoro, salario, diritti, salute che attraversa le fabbriche. 
Il vero "distanziamento" è tra istanze operaie sui posti di lavoro e linea del sindacalismo della collaborazione con i padroni e col governo.
Alle delegazioni delle fabbriche in lotta abbiamo portato solidarietà ma anche indicazioni e discussioni per una linea alternativa. 
Certo, nella maggior parte dei casi ci si è trovati con delegati allineati, ma quello che è certo è che il sindacalismo classista e combattivo, rappresentato dallo Slai cobas sc, dall'area del Patto d'Azione deve rappresentare e raggiungere tutti i posti di lavoro a rischio chiusura. Non deve lasciare dormire sogni tranquilli al sindacalismo dei Landini, dell'ex Bentivogli e Palombella. 
Una questione a sè è l'ArcelorMIttal, in cui era pochissimo presente sia Genova che Taranto, ma è importante che realtà minori c'erano e hanno portato la loro posizione. Il fronte della siderurgia e dell'ArcelorMittal è una sorta di fronte principale, ma è fondamentale aprire con i lavoratori, compresi i loro delegati una discussione strategica che si misura con l'impero Mittal e la crisi mondiale di sovrapproduzione dell'acciaio. 
Da qui discende la strada dell'autonomia di classe e del sindacato di classe.
Un appuntamento è quello di domani, 26 giugno ore 17,30. telematico da Taranto, su cui è stata portata informazione alla manifestazione di Roma. 






pc 25 giugno - 3° GIORNO DELLA TENDA PER IL LAVORO DEGLI OPERAI DELLA MASCHIO (BG) - ESPRIMERE E PORTARE SOLIDARIETA' - inviare messaggi a sindacatodiclasse@gmail.com

Dal blog slai cobas per il sindacato di classe

Terzo giorno per la tenda del lavoro alla Maschio Ns, tra una presenza che resta combattiva e le provocazioni aziendali

https://www.ondarossa.info/newsredazione/2020/06/grezzago-protesta-lavoratoritrici-contro


Nel pomeriggio gli operai a Milano in solidarietà con i lavoratori TNT alla Prefettura


pc 25 giugno - LA LOTTA DELLE OPERAIE DELLA MONTELLO - OGGI RIPRESA - DALL'OPUSCOLO DEL MFPR "360°"

Il 20 giugno le operaie della Montello (BG) sono scese in sciopero. Questa volta la lotta è per il riconoscimento dello Slai cobas per il sindacato di classe, il diritto d'assemblea contro la repressione padronale e contro la cassintegrazione che l'azienda vuole prolungare, con un accordo - che la Cgil sta per sottoscrivere - che la rende ancora peggiore di prima, prolungata e con minaccia di esuberi. 
Lo sciopero è andato bene: le operaie hanno fatto presidi e assemblee davanti alla fabbrica in tutti e 4 i turni. Le operaie sono "caricate", combattive e determinate.
Due anni fa queste operaie, quasi tutte immigrate, fecero una lunga e importante battaglia per ottenere il pagamento della pausa mensa. In questa lunga lotta emerse con forza la condizione di sfruttamento, di discriminazione, l'oppressione generale  che come donne e immigrante vivono.
Ne parlammo anche in questo opuscolo "360°" - Riportiamo una parte che vogliamo riconsegnare soprattutto a queste combattive operaie.  

Per richiedere l'opuscolo:
mfpr.naz@gmail.com
"Nel seminario è stato visto un bel video-intervista fatto ad alcune operaie immigrate della fabbrica Montello (BG) da una compagna artista, Alice – Alys.thewitch, che vive in Inghilterra. L'intervista è stata pubblicata su Eco Women.
Nell'intervista ad un certo punto una delle operaie dice alla compagna che le sta intervistando: “abbiamo bisogno di persone istruite cosi noi prendiamo più audacia”. In un certo senso questo è il rapporto giusto, niente affatto da “imperialista di sinistra o buonista”, ma il rapporto necessario. Cioè una compagna che conosce di più, oggettivamente, perché anche ha fatto storicamente delle lotte, perchè impegnata sul fronte della battaglia culturale, si mette al servizio della lotta delle operaie per dare loro voce.
Il problema, dice di fatto l'operaia: 'non è che tu devi sostituire me, ma tu devi dirmi le cose che io non posso sapere, oppure non riesco perché non so la lingua. Anche sul lavoro il padrone mi dice che devo firmare subito e si tiene il contratto perché io non lo possa leggere, ma io prima di firmare vorrei sapere che sto firmando. Quindi serve che ci sia qualcuno invece che mi dia questa possibilità”. Poi siamo noi, il nostro coraggio che ci fa fare le lotte, ci fa andare avanti ecc…

Un’altra cosa importante - che traspare da questo video - è l’inchiesta, come fare l'inchiesta. Nel senso che, io non devo parlare “su” ma devo far parlare i fatti... Ecco questa alle operaie della Montello è una dimostrazione di come si fa inchiesta, in cui le protagoniste sono quelle operaie, sono loro che parlano; tu fai l’inchiesta nel momento in cui non sovrasti, permetti alle operaie di parlare. E non si tratta solo di una denuncia o di raccontare, ma di cosa ha significato per la loro vita le battaglie che fanno, quale emancipazione: “come donne noi dobbiamo farci valere, ci devono rispettare...”, dicono.

Anche su questo è emblematica la lotta delle operaie della Montello.
Questa lotta era iniziata come Slai Cobas per il sindacato di classe, ad un certo punto, in occasione

pc 25 giugno - FORMAZIONE OPERAIA - DOMANI VIDEO CONFERENZA

E' proprio bello che i capitalisti, che gridano tanto contro il “diritto al lavoro”, ora pretendano dappertutto “pubblico appoggio” dai governi... facciano insomma valere il “diritto al profitto” a spese della comunità”. (Marx ed Engels)

“Nelle contraddizioni, crisi e convulsioni acute si manifesta la crescente inadeguatezza dello sviluppo produttivo della società rispetto ai rapporti di produzione che ha avuto finora. La distruzione violenta del capitale, non in seguito a circostanze esterne ad esso, ma come condizione della sua autoconservazione, è la forma più evidente in cui gli si rende noto che ha fatto il proprio tempo e che deve far posto ad un livello superiore di produzione sociale”. (Marx)


Per eventuali problemi nel
collegamento telematico
tel a 3355442610
Nell'incontro telematico di domani, 26 giugno:

1) Sull'Ilva si gioca tuttora una partita di importanza mondiale, in cui gli operai sono le pedine di un gioco che riguarda l'economia mondiale. 
Perchè Mittal non andrà via da Taranto. Perchè la "soluzione" non sta ne in un altro padrone, ne nell'intervento pubblico, ma nella guerra di classe.
Mittal è il 4° capitalista più ricco del mondo, e fino a poco tempo il primo produttore mondiale di acciaio. Mittal rispetto agli altri capitalisti è il “padrone vero”, che trae ancora buona parte dei suoi soldi non tanto dalla finanza ma dalla produzione, quindi da chi la realizza questa produzione, gli operai. Questo ci fa capire come sono importanti gli operai dell'Ilva. Sul lavoro degli operai dell'Ilva si costruiscono le fortune di uno degli industriali più ricchi del mondo.
Ma dobbiamo andare a vedere cosa è l'impero Mittal, come Mittal se li è fatti i soldi, che succede nelle sue fabbriche.

2) Il problema della crisi della siderurgia, della riduzione delle fette di mercato dell'acciaio a livello mondiale, viene usato da padroni, governo, sindacati confederali per giustificare misure di taglio dei posti di lavoro, ristrutturazioni che attaccano le condizioni di lavoro degli operai e per scaricare le colpe su altri paesi, spingendo gli operai a fare corpo unico con i padroni italiani contro altri padroni e lavoratori.
Su tutto questo, gli operai devono invece avere una loro autonoma lettura, una visione di classe, assolutamente necessaria per avere una chiara rotta della strada di lotta da percorrere.
La crisi non è neutra, non è qualcosa determinata da cause tutte esterne o contingenti, non prevedibili, ma è la "normale" conseguenza - come tutte le crisi - del modo di produzione capitalista, oggi nella sua fase imperialista.

pc 25 giugno - Milano - la lotta dei lavoratori TNT Fedex non si arresta - la solidarietà e il patto di azione si rafforzano

24 giugno, un presidio di circa 200 tra lavoratori SI Cobas e solidali ha chiesto con forza che la Prefettura di Milano ricevesse una delegazione dei lavoratori e prendesse posizione sulla dura vertenza che da settimane ci vede contrapposti al colosso della logistica americano dopo che quest'ultimo, in piena pandemia, ha buttato per strada 66 lavoratori del magazzino di Peschiera Borromeo nonostante un accordo che ne prevedeva la stabilizzazione a partire da aprile.
L'esito dell'iniziativa è stato più che positivo, sia per il livello di partecipazione registrata in un giorno feriale, sia soprattutto perché l'incontro con la Prefettura ci ha dato un ulteriore spinta a proseguire con determinazione sulla strada della lotta a oltranza.
I rappresentanti locali del governo, sentite le ragioni dei lavoratori, hanno infatti preso l'impegno a riconvocare un tavolo di confronto alla presenza dei vertici di TNT-FEDEX entro la prossima settimana, rimarcando come sia loro intenzione lavorare per giungere in tempi brevi a una risoluzione positiva della vertenza, intesa come ritorno al lavoro del maggior numero possibile di operai e non, come vorrebbe FedEx, nei termini di una semplice "monetizzazione" dei licenziamenti attraverso un incentivo economico... Non siamo carne da macello!
Solo la lotta paga!
Uniti si vince!
SI Cobas nazionale

pc 25 giugno - DI MAIO IN LIBIA: SCAMBIO MIGRANTI/CONTROLLO ARMI

Nel recente viaggio in Libia il governo italiano ha cercato di tornare in campo 
DI MAIO CONSEGNA I MIGRANTI AL REGIME TORTURATORE LIBICO CHE COME CONTROPARTITA GLI CHIEDE DI FARSI DA GUARDIANO PER SERRAJ SULLE ARMI NELLA GUERRA INTERNA.
In ballo sempre e solo gli interessi strategici economici dell'imperialismo italiano, Eni, petrolio, ecc.  

TRIPOLI - Nel suo incontro a Tripoli con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il premier libico Fayez al-Sarraj ha consegnato una serie di proposte per la modifica del memorandum del 2017 fra Italia e Libia. Sono proposte che vanno incontro alle richieste avanzate dal governo italiano a quello di Tripoli. Secondo fonti vicine al ministro Di Maio nel documento è riportato che “la Libia si impegna nell'assistere i migranti salvati nelle loro acque, a vigilare sul pieno rispetto delle convenzioni internazionali attribuendo loro protezione internazionale così come stabilito dalle Nazioni Unite”.
In un altro passaggio dell’incontro, il presidente Serraj ha confermato la richiesta del suo governo alla Ue che la missione militare europea nel Mediterraneo “Irini” effettui verifiche anche delle forniture di armi che giungono via terra al generale Khalifa Haftar, senza concentrarsi solo sui traffici via mare.
Serraj “ha ringraziato l'Italia per aver contribuito alle operazioni di rilevamento delle mine che le milizie dell'aggressore” di Tripoli, il generale Khalifa Haftar, "hanno piazzato in aree residenziali dalle quali sono state scacciate

Le trattative sul memorandum sono un mezzo per restare nella partita diplomatica che, tra Turchia, Egitto e tutti gli altri protagonisti in prima linea, ha visto l’Italia in posizione troppo defilata.
Di Maio, al ritorno dalla missione, ha ribadito che l’Italia ritiene inaccettabile una divisione della Libia, “anticamera di nuovi conflitti armati” che non sono mai la via maestra per la soluzione delle crisi. Il ministro sposa la posizione di al Sarraj sulla missione europea EunavforMed-Irini: i libici vogliono che la missione controlli anche i traffici d’armi a favore di Khalifa Haftar e dunque anche quelli via terra perché l’esclusivo controllo via mare danneggerebbe Tripoli.

mercoledì 24 giugno 2020

pc 24 giugno - LANDINI, MA E' IL CAPO DI UN SINDACATO O DI UN PARTITO DELLA MAGGIORANZA GOVERNATIVA?

Nell'intervista a Landini uscita ieri sulla Stampa è difficile ricordarsi che comunque è il segretario di un sindacato. 
Gli operai, tutti i lavoratori sono al massimo una cornice di un quadro dove i veri protagonisti e interlocutori, i veri incassatori sono i padroni.
In questo quadro, i lavoratori sono prima di tutto "consumatori": "per incentivare i consumi si devono defiscalizzare gli aumenti salariali e ridurre il fisco sul lavoro...". Per Landini non è proprio all'OdG la battaglia per aumenti salariali. "L''urgenza" è "una detassazione del lavoro" che fa comodo ed è richiesta prima di tutto dalle aziende. 
I lavoratori inoltre devono essere dei "risparmiatori". E Landini propone un'"Agenzia per lo sviluppo e il lavoro che coordini il cantiere della ricostruzione, come obbligazioni da offrire ai risparmiatori finalizzati a investimenti sociali ed ecologici". Vale a dire,  un'Agenzia che si chiama anche "per il lavoro" ma che intanto raccoglie i soldi della "gente" per darli ai padroni, alle Banche per lo sviluppo; una versione landiniana dei "recovery Bond" - come gli a notare lo stesso giornalista. "La gente - insiste Landini convinto... - sapendo che i suoi soldi vanno per "infrastrutture, ricerca e università... sarebbe certamente incentivata a sottoscriverli". 
Facciamo sinceramente fatica ad immaginare la felicità di questa presunta "gente"...

In sintesi. Mentre per i lavoratori, i precari, Landini si limita a chiedere "blocco dei licenziamenti da qui a fine anno e gli ammortizzatori sociali necessari a questo fine" - cosa a cui il governo ci ha già pensato - per i padroni Landini chiede che il governo deve "alimentare gli investimenti a partire dalle opere infrastrutturali...". Momento... E neanche mettendoci solo loro, i padroni, i capitali, ma con i soldi dello Stato (cioè nostri) "che assume un ruolo finalizzato allo sviluppo e al lavoro sostenibile". Landini qui si butta entusiasta in un lungo elenco di quello che il governo deve fare al servizio dei padroni: "politiche industriali, nuove infrastrutture, aree urbane, Alitalia, banda larga, autostrade, un piano di mobilità, energia alternativa e idrogeno, un progetto per le filiere e un piano per l'acciaio... (insomma) finanziamenti condizionati e finalizzati a creare lavoro e far crescere la dimensione delle imprese".

A questo punto dell'intervista allo stesso giornalista vengono un pò di dubbi. E chiede "E l'occupazione?"
E qui abbiamo le briciole distribuite da Landini, che comunque non ha dovuto sforzare molto il