sabato 27 giugno 2020

pc 27 giugno - EDITORIALE: Pandemia e crisi mostrano la polarizzazione nel mondo tra imperialismo e proletari e popoli oppressi, tra reazione e rivoluzione.

Il dilagare della pandemia nel mondo è espresso in maniera semplice dalla nuova classifica del contagio e dei morti.
Stati Uniti: 2.440.000 - Brasile: 1.157.000 - Russia: 606.000 - India: 472.000 - Gran Bretagna: 308.000 - Perù: 260.000...

Non è solo la macabra contabilità, ma anche la manifestazione evidente che là dove sono al potere governi dittatoriali, fascio-populisti - che da sempre hanno sostenuto con diverse sfumature che la pandemia era una "influenza", era "esagerata", era "colpa della Cina" e che il lockdown era un rimedio peggiore del male - al servizio dei profitti delle multinazionali, al servizio dell'economia del capitalismo brutale, delle borghesie asservite all'imperialismo, lì il contagio è arrivato ed è devastante. E si fonde con la povertà.
In questi paesi non c'è il lockdown ma la guerra ai popoli per difendere il potere dei Trump, dei Bolsonaro, dei Modi, del regime fascista e corrotto in Perù.
Questi paesi non sono solo l'epicentro della pandemia, ma sono e possono sempre più diventare l'epicentro della ribellione e della lotta rivoluzionaria dei popoli.
Gli Stati Uniti stanno lì a dimostrarlo. Il vento di Minneapolis ha contagiato tutto il paese e il
movimento antirazzista non si ferma e si estende. Ma attenzione, non c'è un generico movimento antirazzista. Ci sono proletari afroamericani e delle altre nazionalità che si ribellano alla brutalità poliziesca sistemica su cui si regge l'imperialismo Usa, indipendentemente dai governi - e con Trump si è arrivati al massimo. Ci sta la gioventù antirazzista, il movimento Black Lives Matter; ma c'è anche una campagna elettorale, l'antitrumpismo che si riversa nel sostegno a Biden come faccia più presentabile dell'imperialismo Usa, a fronte della crisi di consenso di Trump.
In questa dinamica noi vediamo un altro scenario, quello del movimento rivoluzionario proletario e di massa che si muove con una dinamica di una potenziale guerra civile, dato che comunque Trump e il fascio populismo non lasceranno il campo senza esercitare il massimo dei suoi poteri e della violenza.
Tutte le dichiarazioni di Trump su antifa, anti insurrezione, sono il cuore del problema con cui misurarsi.

In Brasile solo un movimento dei proletari e delle masse contadine che ingaggi una guerra contro Bolsonaro e il suo Stato nelle città, nelle favelas, nelle campagne, nell'Amazzonia è l'alternativa.
Certo non aiuta lo sviluppo di questo momento posizioni che continuano a dire che la pandemia è un "pretesto", invece che la manifestazione dell'imperialismo, dei regimi reazionari ad esso asserviti e del fascio-populismo che è la loro caratteristica di fase.

In India contro il regime di Modi si sviluppa la guerra popolare e la lotta dei maoisti, che copre solo una parte non maggioritaria dell'India e non influenza con la dovuta forza lo sviluppo del gigantesco movimento operaio che ha visto scioperi di 200 milioni di lavoratori.
Ma il PCI (maoista) tratta correttamente il rapporto tra pandemia e crisi ed è quindi la vera speranza di un'alternativa. Per questo ad esso guardano tanti intellettuali, artisti dell'India che si oppone al regime nazionalista-fascista Indutva, da Arundathi Roy a coloro che sono nelle prigioni.

Che dire poi del Perù. La guerra popolare guidata dal Pcp (Sentero lumionoso) è stata schiacciata con massacri nelle campagne come nelle carceri; il Presidente Gonzalo marcisce in prigione a rischio vita, anche per il Covid. E il Perù dell'imperialismo e dei regimi corrotti che si sono susseguiti è il paese in cui c'è forse la più alta percentuale al mondo tra popolazione e contagiati.
Questo dimostra chi sono i mostri in quel paese, e tutti non possiamo che augurarci la riorganizzazione del Pcp e il nuovo sviluppo della guerra popolare in tutto il paese.

Pandemia e crisi mostrano l'effettiva natura della polarizzazione nel mondo, tra imperialismo e proletari e popoli oppressi, tra reazione e rivoluzione.
A tutti, e in particolare ai comunisti rivoluzionari autentici è posto il tempo urgente non solo di scegliere da che parte stare ma come stare, con chi stare, qual'è il che fare, che per noi è innanzitutto sotto le bandiere del marxismo-leninismo-maoismo per una nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale.

proletari comunisti
27.6.20

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